Archivio di novembre 2011

Bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica tre modi descrittivi della stessa Realtà – Proposta per un’assemblea comunitaria “Stati Generali dell’Ecologia Profonda” da tenersi al Solstizio d’Estate 2012

Scrive Riccardo Oliva, di Memento Naturae:

Caro Paolo D’Arpini, …….avevo in mente se tu Alessandra Colla, Enzo Parisi o chi altro disponibile è d’accordo di organizzare un bel convegno a Roma (io mi occuperei di farlo in una sede prestigiosa per es. Sala del Carroccio) sul tema dell’Ecologia Profonda. Per poi proseguire un paio di mesi dopo parlando di Decrescita con Maurizio Pallante (avevo provato anche l’anno scorso ma era impegnato quest’anno quindi vorrei ritentare) e concludere con una conferenza della Rete Bioregionale Italiana con te ospite e altri ma questa è una realtà che ancora conosco poco rispetto a Ecologia Profonda (nel senso non so se oltre a te ci sono Parisi, Della Casa ecc o altri nomi). Ti segnalo tre eventi che abbiamo fatto sia in Campidoglio che Università Roma Tre (Ingegneria) su vari argomenti (difesa Tibet, Vivisezione, Energie Alternative). Ovviamente sono quelli che si possono fare per le mie possibilità e conoscenze se si può fare di meglio ben venga figurati. Fatemi sapere se questo trilogia di conferenze potrebbe interessare IDEM e la Rete Bioregionale etc. Un saluto, Riccardo Oliva

………..

Risposta:

Carissimo Riccardo Oliva, mi piace la tua operatività…

Comincio dal discorso sul bioregionalismo.
Il bioregionalismo è solo una forma attuativa dell’ecologia profonda. Nel senso che l’ecologia profonda analizza il funzionamento delle componenti vitali e geomorfologiche ed il bioregionalismo riconosce gli ambiti territoriali in cui tali componenti si manifestano.

Per farti un esempio concreto: il funzionamento generale dell’organismo vivente viene compreso attraverso il riconoscimento e lo studio delle sue funzioni vitali e dei modi in cui tali funzioni si manifestano ed il bioregionalismo individua gli organi specifici che provvedono a tale funzionamento e le correlazioni fra l’organismo e l’insieme degli organi che lo compongono, descrivendone le caratteristiche e la loro compartecipazione al funzionamento globale. Per cui non c’è assolutamente alcuna differenza fra ecologia profonda e bioregionalismo, sono solo due modi, due approfondimenti, per comprendere e descrivere l’evento vita.

Personalmente ho inserito come terzo elemento componente “l’osservatore”, cioè l’Intelligenza Coscienza che anima il processo conoscitivo, da me definita “spiritualità laica”. Ovvero la capacità e lo stimolo di ricerca e comprensione della vita che analizza se stessa. Anche questo processo di auto-conoscenza, ovviamente, è parte integrante del processo individuativo svolto nell’ecologia profonda e nel bioregionalismo.

A Roma e dintorni ci sono alcuni referenti tematici della Rete Bioregionale Italiana:

Benito Castorina, per agricoltura ecologica e fonti energetiche, benito.castorina@fastwebnet.it, Tel. 338.4603719.

Stefano Panzarasa, per educazione ecologica e geologia, bassavalledeltevere@alice.it, Tel. 0774/605084

Fulvio Di Dio, per ecologia amministrativa ed ecologia nelle aree urbane, fulvio.didio@libero.it, Tel. 329.1244550

Per organizzare assieme dei progetti operativi sarà opportuno che tu cerchi la loro collaborazione e partecipazione.

La mia proposta è quella di organizzare, a Roma o zone limitrofe, un incontro unificato con le varie realtà ecologiste che si riconoscono nei valori sopra menzionati, inserendo nel novero tutti i movimenti, gruppi ed associazioni e persone che operano in tal senso. Una sorta di “stati generali dell’ecologia profonda”.

Perciò non so se valga la pena di suddividere in tre meeting, come da te suggerito, questa assemblea generale, meglio, secondo me, puntare ad un unico incontro e meglio farlo combaciare con un momento significativo, come ad esempio il solstizio estivo. Perciò si può lavorare in tal senso cercando pian piano di coinvolgere i vari gruppi, da quelli da te menzionati, sino agli “ecologisti e civici” e “salviamo il paesaggio” ed altri ancora che sono in sintonia con il nostro pensiero e la nostra azione.

Personalmente posso dare un aiuto nell’opera di coordinamento, mentre tu, che sei in zona, potresti occuparti degli aspetti logistici operativi, in concordia e collaborazione con chi potrà e vorrà partecipare all’opera.

Questo il mio sentire in merito…

Nel frattempo divulgherò questa nota in modo da sensibilizzare gli interessati verso questo progetto comune.

Cari saluti, Paolo D’Arpini
Referente P.R. Rete Bioregionale Italiana
http://retebioregionale.ilcannocchiale.it/?r=28856

…………..

Nota Zen aggiunta:

Ungan chiese a Dogo, “Come fa il Bodhisattva Kanzeon (Avalokiteswara) ad usare tutte quelle mani e tutti quegli occhi?”
Dogo rispose, “E’ come un uomo che nel mezzo della notte si sistema il cuscino dietro alla sua testa”.
Ungan disse, “Capisco.”
Dogo disse, “Come lo capisci?”
Ungan disse, “Tutto il suo corpo è mani ed occhi.”
… Dogo disse, “Ciò è molto ben espresso, ma è soltanto otto-decimi della risposta”.
Ungan disse, “E tu come lo diresti, Fratello Anziano?”
Dogo disse, “In tutto il corpo, solo mani ed occhi!”

(Hekigan Roku: Caso 89 – Selezionato da Alberto Mengoni)

………………..

Nota integrativa del 23 novembre 2011:

Cari amici, dopo il lancio dell’idea di Riccardo Oliva di Memento Naturae, da me condivisa, di organizzare un incontro collegiale sull’ecologia profonda (e temi connessi) da tenersi a Roma o zone limitrofe, in occasione del solstizio estivo del 2012, ho ricevuto la interessante proposta di Stefano Panzarasa, membro della Rete Bioregionale Italiana, che così mi scrive: “…Caro Paolo.. però già a suo tempo ho avuto un interessantissimo dibattito con la federazione del Verdi per via del nome “Stati generali”… Ma possibile che nessuno si accorge che è un’immagine di guerra? Forse è meglio cambiar titolo… Comunque probabilmente a Licenza, nel Parco Monti Lucretili nel quale lavoro, si può fare e c’è anche un ostello appena aperto (da verificare col sindaco) e un bed&breakfast con terreno per campeggio e struttura per convegni (in grande tenda…). Tutto perfetto ma posso organizzare tutto se qualcuno si impegna con me, io gli dò tutti i contatti, ma dobbiamo fare un’accurata chiarezza sui compiti da svolgere perchè io più di tanto non posso fare (in pratica non riuscirei a curare da solo l’organizzazione ci vuole qualcuno di interessato che collabora…)”

Ho inviato a Riccardo Oliva questa lettera in modo che anche lui sia edotto sul progetto ed ora la invio anche a voi affinchè ne teniate conto. Inoltre, considerata l’obiezione di Stefano sul titolo dell’incontro, poporrei di ri-denominare il meeting “Assemblea Comunitaria su Ecologia profonda, Bioregionalismo e Spiritualità della natura”

Cari saluti a tutti

Paolo D’Arpini

Commenti disabilitati

Il Segreto della Laguna… ed il Luogo sacro e inviolabile dei Veneti: VΕΝΕΤΗ ΕΣΤΙΑ

Ante scriptum

Ho ricevuto il testo che segue dal dr. Giuseppe Nacci, di cui alcuni scritti sono già presenti su questo sito, il testo è preceduto da questa annotazione: “Marsala, 1984. Il caldo sole di mezzogiorno batteva implacabile sul vecchio volante della mia vecchia auto, lungo la strada bianca e polverosa di quell’angolo della Sicilia su cui arrancavo, con il serbatoio della benzina ormai quasi vuoto, fra i campi di stoppie bruciate di un lontano giorno d’Agosto di molti anni fa… Poi, l’auto si fermò, in uno stridìo di freni consumati, e abbassai il finestrino con la vecchia manovella a mano. Accanto ad un bancone di frutta e verdura, una bella ragazza stava riordinando e accatastando pile di fogli per volantinaggio. Più in là, ritto sull’attenti nei suoi vecchi jeans, con una strana camicia rossa e uno strano berretto garibaldino dello stesso colore, un tizio batteva ritmicamente un vecchio tamburo di latta, quasi a voler chiamare a raccolta i fantasmi di un lontano passato , senza più Storia né Ricordo. La ragazza mi sorrise e mi porse un lungo foglio scritto a mano, in bella grafia, che riguardava l’antico segreto di una laguna… “MANDA IN GIRO, QUANDO SARA’ TRE VOLTE UNDICI…”. La guardai, e mi accorsi soltanto allora che i suoi occhi avevano la Stanchezza del Tempo, di un Tempo che non era più…
Sogno o Realtà ? Non lo seppi mai…”

Inutile dire che sono rimasto sorpreso dal tipo di approccio in cui questo saggio mi è stato presentato… Perchè proprio nel 1984 fondai il Circolo vegetariano VV.TT. e tra l’altro anch’io sono veneto, padovano, da parte di madre, nata a Bagnoli di Sopra, nei pressi della laguna. I miei ricordi di quella zona sono magici… anche perchè vissi in varie parti del Veneto durante l’arco della mia vita, prima a Trieste, poi a Verona, e visitai il Veneto in lungo ed in largo durante un periodo di quattro o cinque anni durante i quali svolgevo un’attività commerciale nelle Tre Venezie… E Venezia me la ricordo bene.. fu lì, al casinò, che vinsi i primi soldi raggranellati per il mio viaggio epico alle radici, verso l’Africa -prima- e poi l’India…

Beh, leggete ora…

(Paolo D’Arpini)

……………
Il Segreto della Laguna…

Può forse capitare, in una sera d’inverno, di fermarsi sui margini di una laguna salata, dove i canneti nascondono ancora le rovine di mura abbattute e di misteriose scritte in greco antico, incise sui muri di quelle rovine, come ad indicare il nome di una città misteriosa, posta laggiù, nel profondo dei canneti, quasi il nome perduto di un luogo antico, dove i secoli e i millenni sembrano ancora incontrarsi, scavalcando il muro inviolabile del Tempo….

E ti assale allora la strana sensazione di un ricordo antico, quasi come di una reminiscenza, dimenticata e sepolta nell’oblio, che porta alla memoria il ricordo di coloro che tentarono di ricostruire la loro civiltà perduta, in un mondo che non era più il loro, e che era stato ormai distrutto dalle guerre, dalle invasioni, dalle pestilenze, dalla fame e dalle carestie…

Dice la Storia, che da quei canneti passarono a decine di migliaia: uomini, donne e bambini, terrorizzati dalla furia devastatrice dei Barbari.

Dalla sponda di quella laguna, lungo strani e segreti passaggi, immersi fra isolotti di sabbia e lunghi canneti ancora esistenti, passarono intere popolazioni, a ondate successive, fin dall’anno del Signore del 401, per sfuggire ai Goti di Alarico, e ancora nell’anno 452 davanti agli Unni di Attila, che avevano appena distrutto Aquileia, la terza città più grande dell’Impero…

Dalla via Postumia vennero a decine di migliaia coloro che erano scampati agli eccidi e ai massacri perpetrati dai Barbari a Mediolanum, Ticinum, Placentia, Cremona, Brixia, Mantua, Verona, Vicetia, Opitergium…
Lungo l’Adige, da Bauzanum e Tridentum…
Dalla via Annia vennero i profughi di Patavium, Tarvisus, Sagittaria, Forum Iulii…
Da traverso il mare, giunsero persino da Pola…
In quella laguna salata cercarono scampo anche gli abitanti di Ancona, Fortunae Fanum, Pesaurum, Ariminum, Caesena, Forum Livii, Bononia, Mutina, Regium Lepidum, Parma, Ravenna e di tante altre località che la Storia ha ormai dimenticato.

E in quei canneti, tra le acque basse e paludose, cercarono la salvezza altre decine di migliaia di uomini, donne e bambini nell’anno del Signore del 568, davanti ai Longobardi di Alboino, che avevano già bruciato Tergeste, sterminando tutta la sua popolazione, e per poi dilagare in tutta l’Italia, dove avrebbero creato il loro dominio nei due secoli successivi, facendo di Pavia, o di ciò che ne restava, la loro capitale.

Ma i Longobardi non furono gli ultimi Barbari, perché vennero ancora gli Avari e gli Ungari a devastare e a distruggere ciò che ancora non era stato vinto.

Ma quei fuggiaschi, che ad ondate successive si riversavano fra i canneti della laguna, vi trovarono finalmente riparo dalla furia devastatrice dei Barbari.

Si dice che, dopo aver disceso il Padus (Po), il Mincio, l’Adige, il Brenta, il Bacchiglione, il Piave, il Tagliamento e l’Isonzo, remando in piedi sulle loro lunghe barche nere, ed essere così arrivati ai confini di quelle paludi e di quei canneti, usassero allora cercare di nascosto, ai margini della grande laguna salata, delle strane indicazioni scritte in greco, per trovare la cosiddetta “Casa Veneta”, dove la parola “Casa” in greco classico-ellenistico si diceva “Estia” e la parola “Veneta“, in greco-romano del Tardo Impero, si scriveva “Venete”, perché “Estia” era appunto una parola greca, e quindi sconosciuta ai Barbari, che sapevano a malapena il Latino, e il suo significato più profondo era anche quello di “Luogo sacro e inviolabile”.

E tale “Casa dei Veneti” era situata in un luogo segreto della laguna…

Vennero a decine di migliaia nelle loro lunghe barche: le donne, coperte di nero, portavano in grembo, sotto le vesti, la carne putrida di animali morti, quale loro ultimo mezzo di difesa se fossero cadute vive in mano ai Barbari….

Quelli che venivano da Nord fecero sosta lungo la costa dell’Adriatico. Poi, da Grado e dalla laguna di Marano si diressero verso Caorle, e poi da lì, attraverso le perdute isole di Ammiana e Costanziaca, fino a Torcello, Burano, Mazzorbo, Alba (Sant’ Erasmo) e Murano…

Coloro che vennero da Sud, lungo il Po, abbandonando il Polesine, si diressero a Loreo e Cavarzere, e così raggiunsero Clodea (Chioggia), giungendo fino a Malamocco, alle Fogolane, a Sant’Ilario e alle altre isole di Popilia (Poveglia) e di Biniola (Vignale)…

E su quei miserabili brandelli di isolotti, in una laguna salata e battuta dal vento gelido del Nord-Est che i Greci chiamavano “Borra”, seguendo le indicazioni scritte lungo i canali d’acqua e i sentieri che attraversavano le isole di canne della laguna, giunsero infine, stanchi e affamati, ad Olivolo, alle Gelmine, a Luprio e a Spinalunga. E sull’isola di Rivolto trovarono alla fine la “Casa Veneta”, il “Luogo sacro e inviolabile dei Veneti”.

E là, sull’isola di Rivolto, decisero di fondare la loro “Nova Aquileia”.

———————–

Allora posero la prima pietra della loro prima chiesa, quella di San Giacometo, che ancora è rimasta, così com’era, con le sue colonne di Aquileia, già arse dal fuoco: simbolo estremo della Civiltà Romana che stava morendo in tutta l’Europa, e che pochi decenni più tardi, nell’anno 476, un capo tribù degli Eruli, di nome Odoacre, avrebbe definitivamente sepolto, facendo inviare le insegne imperiali di Ravenna, capitale dell’Impero Romano d’Occidente, a Bisanzio, capitale di un Impero Romano d’Oriente che non aveva più nulla di romano tranne il nome, e dove adoravano il proprio Imperatore come un Dio…

Ma coloro che in seguito si sarebbero definiti gli “Ultimi dei Romani”, perchè non contaminati da sangue barbarico, fecero di quelle isole, ultimo lembo di Roma non ancora calpestato dai Barbari, l’estremo baluardo di un mondo che ancora si sarebbe amministrato per altri Mille e Trecento anni con l’antica Legge del Diritto della Roma repubblicana, ai margini di un mondo che non era più il loro, ma che era diventato quello di una Europa feudale, quella dei Barbari invasori, che avrebbero oscurato per Mille anni la storia dell’Occidente nei secoli bui del Medio Evo che era appena nato.

Papa Gregorio VII, che a Canossa, nel 1077, avrebbe obbligato il capo supremo delle tribù barbare del Nord ad inginocchiarsi nella neve, nel 1073 non avrebbe esitato a definire i “Veneti delle Isole”, che avevano osato ergersi a baluardo della loro antica romanità contro l’intero mondo feudale dell’Europa medioevale, come “… l’unico Popolo e l’unico Stato in Europa rimasto fedele alla sua origine e alla sua secolare tradizione romana, perché gelosamente custodite e incontaminate dai Barbari invasori. Fieri di essere gli ultimi eredi di una Civiltà antica che ancora sopravviveva in loro, perché incontaminati dalle tirannidi e dalle corruzioni morali che imperversavano in tutte le corti d’Europa e d’Oriente. Le loro isole erano l’unico luogo al mondo dove ancora sopravviveva la Libertà politica e lo Spirito dell’antica Roma repubblicana… Quegli isolani ancora riuscivano a tenere vivo e ad onorare, con tenace fedeltà, il Culto della Libertà, di quella Libertà sana e vigorosa che fa grande e possente una Nazione e uno Stato, mantenendo perennemente vitale l’antico spirito della prima Roma della Repubblica…

—————————–

Gli “Ultimi dei Romani” avevano così fondato la loro “Nova Aquileia” sull’isola di Rivolto, la “Civitas Rivoalti”, quella che sarebbe divenuta poi la “Civitas Venetorum”…la città dei Veneti…

E su quelle isole di sabbia, per Tredici secoli di lì a venire, avrebbero scritto la Storia: Oriente e Occidente avrebbero infatti scatenato innumerevoli guerre contro quegli orgogliosi villaci, che non avevano nemmeno la terra per costruirci sopra le case della loro strana città costruita sull’acqua, e che sfidavano l’Ordine costituito dei Poteri imperiali del mondo intero, cristiano o mussulmano che fosse, con strane e assurde idee che affermavano l’assoluta eguaglianza di tutti davanti alle loro sacre Leggi, perché Popolo e Senato erano, per quei villaci, una unica cosa, e loro si sentivano quindi tutti uguali davanti alla Legge, fossero ricchi o poveri, cristiani o ebrei, guelfi o ghibellini, cattolici o protestanti, atei o credenti…

E per quanto possa sembrare strano, quei “Villaci delle Isole di Sabbia”, che avevano quale loro strano simbolo un Leone alato, e la cui bandiera aveva il colore del sangue, in ricordo degli spaventosi eventi da cui era nata la loro città, onorarono realmente, e fino in fondo, le loro sacre origini: in Tredici secoli di Storia non persero mai nemmeno una guerra. Le vinsero tutte.

———————————-

L’ultimo lembo di Roma cessò di esistere per sempre il 16 maggio del 1797, quando i Francesi di Napoleone, senza colpo ferire, sbarcarono sull’isola di Rialto, dando inizio al saccheggio della città, culminato con la profanazione della chiesa di San Giocometo, il luogo più sacro dei Veneti.

Ma, ormai, quei nuovi Barbari calpestavano soltanto il cadavere di una vecchia città che non aveva più nulla del suo Spirito antico, e quei Galli poterono impunemente trasformare la chiesa di San Gregorio in una fornace a cielo aperto per la Zecca di Stato di Napoleone, facendovi fondere in grandi lingotti tutto l’oro e tutto l’argento sottratto alla città. Comprese le tombe, che vennero aperte per essere anch’esse depredate.

Ma l’antico spirito non era morto, perché gli “Ultimi dei Romani” combatterono ancora, in quella che sarebbe stata la loro ultima guerra della loro Storia: ciò avvenne circa sessant’anni dopo la caduta della loro città, quando 194 Veneti, con le loro camicie tutte di un solo colore, e che erano dello stesso colore della loro antica bandiera, sbarcarono a Marsala, seguiti da 434 Lombardi, 156 Liguri, 78 Toscani, 71 Siciliani e 20 Sardi: tutto ciò per riunificare una Nazione, Mille e Quattrocento anni dopo la caduta dell’Impero.

E ciò che i Barbari avevano diviso, venne nuovamente riunificato.

———————

E oggi, fra quei canneti, sulle sponde di quella laguna, fra le vecchie mura in rovina di antichi porticcioli di piccole isole abbandonate, tra le paludi di canne, quando alla sera più nulla viene a disturbare il silenzio, e il tempo sembra assumere una dimensione antica, lontana dal nostro mondo di oggi, e lo sciacquordio del remo inizia a prendere la sapienza e il ritmo di un Tempo antico, si dice che sia ancora possibile leggere, durante la bassa marea, alla base di un’esile colonnina rupestre ricoperta dal muschio vecchio di secoli, nello strano gioco dell’incerto chiarore delle ultime luci del sole al tramonto, un’antica indicazione, risalente ai tempi dei Romani, e che porta incisa sulla pietra, sopra un segno che sembra una freccia, la parola in greco dell’antica “Casa Veneta”, “il Luogo sacro e inviolabile dei Veneti”:

VΕΝΕΤΗ ΕΣΤΙΑ

Tratto dal libro “Come affrontare il Diabete”, Editoriale Programma Padova.

Commenti disabilitati

Misteri biblici – “All’inizio c’è una coppia, Abramo e Sara, oggi c’è Eretz Israel con non ben delineati confini..” – Dialogo tra laici dubbiosi sulle verità contenute nella bibbia e nelle successive scritture…

Lunario Paolo D'Arpini 22 novembre 2011

Io tendo a dar credito alla teoria secondo cui la Bibbia sia stata commissionata da Ciro il Grande per fare dispetto agli Egiziani. Gli scrittori quindi erano probabilmente fedeli di Zarathustra.

Altrimenti, a parte l’evidenza storica, certe cose non si spiegano proprio.

Come la storia di Abramo, il capostipite di tutti i “Popoli del Libro”. Secondo la Genesi, Abramo sposa una donna molto avvenente, Sara, e se la porta in giro in Egitto presentandola come sua sorella. La Genesi ci dice che riesce a collocarla a tempo prima nell’Harem di un Faraone e poi a corte del re Abimelech, ricavandone lauti compensi. E’ facile speculare che l’abbia data via anche in molte altre occasioni.

Ma chi in buona fede si sognerebbe mai di far risalire tutta la progenie a uno che si è arricchito sfruttando sua moglie come prostituta?

Non sorprende date le circostanze che Sara alla fine non potesse concepire, poverina.

Poi c’è l’altro melodramma di quando Abramo si ritira ricco in Iraq. La povera Sara, a 80 anni, è oramai sfatta. Cosi Abramo se la fa con una cameriera di Sara stessa e le mette incinta. Quando nasce Ishmail, Sara si incavola seriamente e se ne esce con un bambino anche lei, Isacco. Chissà dove se l’è procurato il bebè, a 80 anni è un po’ difficile immaginare che l’abbia fatto lei. Magari l’ha comprato o fatto rapire. Avendolo presentato ad Abramo, lui si avventa su quello che la Genesi chiama “il suo unico figlio” con un coltellaccio. A rigor di logica, il suo unico figlio è Ishmail, come dicono i Mussulmani, certo non Isacco che dovremmo presumere non fosse figlio suo. Poi qualcosa gli ferma il braccio, certo Abramo è un tenero di cuore.

E poi la soap opera continua attraverso le generazioni fino ai giorni nostri. I discendenti di Ishmail [i Mussulmani] ancora proseguono la controversia sull’eredità di Abramo con i discendenti di Isacco [gli Ebrei].

Sarebbe proprio bello se la ricerca di Finkelstein apponesse la parola fine su tutto questo. Chissà però quante sono le speranze.

Con una storia che più oscena non si può riguardo ad Abramo che è ancora oggetto di Fede e che tutti accettano, sembra ovvio che non ci sia rimasto quel pur minimo senso dell’umorismo che è necessario per fare un qualsiasi progresso. Gli scrivani di Ciro il Grande penso questo non se lo aspettassero.
_________

“Abramo”, nel caso (cioè ammesso e non concesso sia mai esistito), era iracheno. Dev’essere questa una delle ragioni più di fondo per cui l’entità talmudico-sionista, che oggi si prende la sua rivincita radioattiva sul grande Nabucodonosor II (sia sempre lodato il suo nome), non si è ancora data dei confini ufficiali… “Eretz Israel”, si sa, nel loro delirio inghiotte anche il Tigri e l’Eufrate.

Joe Fallisi

………….

Commento di Maurizio:

Carissimo Joe,
apprezzo moltissimo e mi diverto con le tue osservazioni sui raccontini biblici, una serie di cazzate, nate e tramandate tra nomadi, predoni del deserto e razzacce simili che però, purtroppo, hanno fatto anche da supporto alla volontà di dominio mondiale ebraico (la razza eletta) e, unite con le altre cazzate del nuovo testamento, attraverso un evidente sincretismo con il mondo greco romano in decadenza, hanno fatto da paravento a quei pii e caritatevoli cristiani che mandavano, spesso poveri disgraziati e disgraziate al rogo in nome di Cristo.

Detto questo, però, per non scadere in una contestazione superficiale, dobbiamo tenere conto di alcune cose.

Io non sono un esperto di esoterismo e religioni, per cui forse non mi esprimo bene, tuttavia ritengo che le religioni, tutte le religioni, sono una espressione e un adattamento per il popolo di una realtà metafisica trascendente. Come tali esse scaturiscono da una stessa sapienza ancestrale, una verità unica, verità che celano in sè stesse nei loro riti, nei loro simboli e nelle loro parabole.
Come tali esse sono esteriormente diverse a seconda dello spazio e del tempo, oltre che conformate con caratteristiche peculiari a seconda delle culture e delle razze.

Quindi nella Storia, ogni razza, ogni cultura ha avuto la sua propria espressione religiosa, peculiare per quel popolo. Nel divenire del tempo, poi, anche la stessa manifestazione religiosa ha avuto i suoi adattamenti.

Ma l’unità trascendente di tutte le religioni è ha monte di questa diversità esteriore.

Dico questo perchè, in quei raccontini biblici che io stesso considero “cazzate”, e in senso storico e reale tali sono, oltre che essere alquanto ripugnanti, per altri versi sono celati, in senso esoterico, dei miti, dei simboli, delle “verità” che solo in quel modo così folcloristico, popolare, seppur per noi ridicolo, la gente comune può percepire.

Gli uomini, infatti, non sono tutti uguali, non hanno tutti certe qualifiche interiori, psicologiche e spirituali, e la maggioranza degli uomini, legata per lo più ai bisogni e alle realtà fisiologiche, non può che esercitare la sua, sia pur piccola religiosità, in modo “partecipativo”, ovvero attraverso la forma religiosa propria alla sua cultura, con i suoi riti e i suoi simboli. Pochi possono perseguire altre vie “verso la trascendenza” e dei mille che tentano solo uno poi “realizza”.

Per dirla in parole povere se non vogliamo che gli uomini si scannino tra loro, e come tali lo farebbero, perchè gli uomini sostanzialmente sono dei lupi, e tali sono sempre stati, un archetipo immutabile nel tempo, anche se contemperati da alcune virtù, dobbiamo sorbirci anche le Religioni.

Per le religioni di origine semita, adatte a popolazioni nomadi e semite, non vi era altro mezzo, per far partecipe il popolo alla religiosità, che prospettargli un Dio onnipotente, anche misericordioso, ma al contempo terribile e vendicativo che aveva dettato le sue tavole della legge in una delle quali si dice “Non ammazzare”, “Non rubare”, “Non desiderare la donna d’altri”, facevano scattare un “freno inibitorio” mentale, che unito al freno inibitorio rappresentato dalla Legge, limita fin dove possibile la natura ferina degli uomini.

Purtroppo ben sappiamo che le classi dirigenti, sacerdoti e non solo, che controllano il potere religioso, controllano anche la vita della gente e il potere.

Spesso osservo quel disgustoso sciamare domenicale di bravi borghesi che escono dalle Chiese, falsi e ipocriti, come quando vi erano entrati. E mi chiedo: a parte le cazzate che vanno a sorbirsi dal pulpito, questa “partecipazione” religiosa, è opportuna e positiva, serve a qualcosa?

Quelle vecchiette a cui non è rimasto altro che pregare la madonna e sciorinare rosari su rosari, è bene che finiscano i loro ultimi giorni perdendo il tempo in queste superstizioni?

Purtroppo non ho risposta, perchè mi rendo conto che quei viscidi o bravi borghesi domenicali, quelle vecchiette, se non avessero neppure quella, per me ridicola, partecipazione religiosa, la loro vita, dal momento che si alzano dal letto, al momento che vi ritornano sarebbe tutta, senza esclusione alcuna, in funzione dei loro bisogni fisiologici, delle loro pulsioni più animali, le quali, oltretutto non avrebbero neppure alcun freno inibitorio.

Sarebbe meglio, sarebbe peggio, non lo so, il problema è complesso.

Resta comunque fermo che, oltretutto, quello che più mi ripugna e mi da fastidio, è quella protervia, quella insistenza con cui preti e gentaccia simile cerca, con ogni mezzo, di convincerti che il loro Dio è l’unico e migliore possibile. Dimenticano costoro che per migliaia e migliaia di anni gli uomini, prima della rivelazione di quel Dio, avevano vissuto, benissimo, con altre religioni, con altre divinità.

Ecco preferisco senza dubbio quella forma di paganesimo che non si sogna minimente di andare a convertire gli alti.
Beh, chiudo qui, mi sono espresso, così di getto, in un argomento che non è il mio, ma spero che tu abbia capito.

Maurizio – maufil@alice.it

………………

Replica di Joe:

Carissimo Maurizio, praticamente sono d’accordo con te su tutto. Ma, riguardo all’”unità delle religioni” (id est alla “tradizione primordiale”e fonte unica delle medesime), no, perché l’assunto è dogmatico, tautologico. Come già rilevavo in altri dialoghi (prima con Giorgio Vitali, cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/90429, poi con Enrico Galoppini, cfr. http://it.groups.yahoo.com/group/libertari/message/90433), l’uomo è un essere spirituale oltre che di carne e ossa (e sterco) e il suo anelito a fuoriuscire dalla morta gora lo si ritrova espresso in tutti i tempi e a tutte le latitudini, sicché, com’è naturale, anche in questo campo sono avvenute molte ibridazioni. Ma questo non significa che l’albero del monoteismo semitico abbia radici, che so, in Norvegia, in Lapponia o in Tibet, o in qualche altra sede “artica”. I predoni-usurai che sono all’origine con e da Esdra in avanti di questa idea utile per fornire un cemento nazionale unitario l’hanno tratta dai Persiani (il primo zoroastrismo) e dagli Egiziani (il culto del Dio Sole). Con questa particolarità sconosciuta al mondo antico, che se non fosse tragica per le sue conseguenze sarebbe semplicemente grottesca: il loro gelosissimo monodio è radicalmente tribal-razziale… Ahhahahh!… immaginati… ora la scienza, omaggiando Bruno, parla persino di multiverso, con un vertiginoso sconfinamento nella metafisica…..
e invece, da quando sventura volle, con Costantino e poi Teodosio, che le frottole ebraiche divenissero il “mainstream” dell’ecumene, milioni di fanatici deliranti hanno continuato e continuano a scannare-scannarsi sulla base dell’esistenza di una sorta di Arconte genocidario, all’origine di tutto ma interessato maniacalmente solo alle vicende di ’ste piattole micidiali… tipo l’alimentazione del “profeta” Ezechiele! E la pretaglia tirannica di tutte e tre le “religioni del Libro”, beninteso, pretende che il suo fantamostro-Super Ego collettivo non abbia rivali. Ah, non ce n’è per nessuno!… “Non avrai altro Dio all’infuori di me”, “Testimonio che non esiste divinità se non Dio (Allàh)” e così via. E se non ci credi, o anche solo dici: ma scusate, cosa volete che gliene importi all’eventuale unico Altissimo (al Motore immobile aristotelico), al [VE POSSINO] “Misericordioso”, di altri dei immaginari che la mente delle sue creature sul sassolino Terra può aver partorito?… nisba!… ti rispondono, quando-SE possono (SEMPRE W VOLTAIRE E LA RIVOLUZIONE FRANCESE!!!), con le manette, il rostro, il cappio, la fascina!… ’ste merde nere omicide, sfruttatrici e pazzoidi!… E’ vero: gli uomini non sono tutti uguali. E infatti si sono immaginati, per esempio, in Oriente, panorami ben diversi relativi al regno dello spirito. Pensa al buddhismo, pensa al giainismo… Ma noi siamo qui, figli di questa bella “tradizione”, poi “laicizzatasi” nel verbo del rabbi di Treviri. A volte, infatti, mi do un pizzicotto, sperando di svegliarmi dall’incubo e di ritrovarmi in un altro continente, anzi: su un altro pianeta.
Joe

…………….

Risposta a tono di Maurizio:

Si lo so, hai perfettamente ragione. Per una serie di concause storiche tutta l’Europa e non solo, è stata infestata da queste forme di religiosità pestilenziale. Se consideri che negli alberghi dei paesi occidentali trovi la Bibbia sul comodino, ti renderai conto di cosa è accaduto nei secoli passati. Un fenomeno inaudito, a mio avviso non solo determinato dalle consorterie massoniche che con base Londra, quindi Parigi, quindi New York, hanno lavorato dietro le quinte degli avvenimenti storici, e non solo determinato dal possesso di una spaventosa ricchezza finanziaria andata nei secoli sempre più aumentando, ma probabilmente anche per cause di ordine “metafisico”, perchè una siffatta volontà di potenza, tramandatasi nei millenni, altrimenti non avrebbe potuto perpetuarsi in questo modo. E forse non è neppure finita qui, perchè l’obiettivo finale, da sempre sognato, è la Repubblica Universale con capitale Gerusalemme, repubblica retta da entità elette che dominano su una umanità di schiavi, goyim.

Per il resto se consideriamo che l’uomo e una unità, purtroppo spesso sfaldata, di corpo, anima e spirito, una via di mezzo che può ascendere verso gli “Dei” o precipitare verso gli “Inferi”, e che questa “creatura”, pur apparentemente simile, è profondamente diversa per spazio e per tempo, non possiamo che prendere atto che la forma di religiosità biblica era connaturata a quelle popolazioni, a quelle culture, era la loro “via”, e quella sola possibile, verso la trascendenza, di quei popoli a cui evidentemente necessità di credere in un Dio spaventoso e terrorista che premia e castiga. Il fatto è che, in qualche modo, la loro religiosità l’hanno esportata e imposta ad altri popoli, culture e razze.

Quando in Germania, sul finire degli anni ‘30 si aprì un duro contenzioso tra lo Stato e la Chiesa, circa l’ingerenza della Chiesa nella vita e nelle questioni dei tedeschi, il governo reagì con veemenza, seppur con un certo tatto, per non aprire una guerra di religione che avrebbe spaccato il popolo tedesco. In sostanza disse che la Chiesa si sarebbe dovuta occupare esclusivamente delle questioni che riguardano l’aldilà, lasciando allo Stato il compito di occuparsi di quelle riguardanti l’aldiquà, la vita reale.

Ecco a mio avviso questa è la soluzione ideale, ma quelle pie creature della Chiesa non l’accetteranno mai e saranno sempre disposte a dimenticare carità e misericordia e spedirti direttamente al rogo. Maurizio

………

Intervento di Giorgio Vitali:

LA FACCENDA è SEMPRE MOLTO INTERESSANTE, ma necessita un approccio di altro tipo, che riguarda innanzitutto la psicologia delle popolazioni e la sociologia delle religioni. POSTO, senza dubbio, che il cristianesimo NASCE e si sviluppa come STRUTTURA sincretica sul grande solco delle filosofie e religioni dell’IMPERO ( neoplatonismo, già operazione sincretica raggruppante pitagorismo, misteriosofia, religiosità indiana ed egizia, zoroastrismo, mitraismo ) il VERO PROBLEMA è l’INSERIMENTO di quello che è chiamato EBRAISMO all’interno di questa struttura logico-mentale. E questo potrebbe essere l’EVENTO EPOCALE, costituente il MIRACOLO dell’apparizione concreta sulla terra. Se esaminiamo il cristianesimo in se stesso, visto nell’ottica del pensiero spiritualista ( espresso durante tutto l’arco del medioevo fino ai giorni nostri ) e se esaminiamo i detti del Christo, possiamo agevolmente renderci conto che si tratta di dichiarazioni ( Meglio: proverbi) che in realtà costituiscono, tradotti in parole povere, una sintesi del PENSIERO NEOPLATONICO. La deduzione è elementare: chi ha inventato il cristianesimo, ( Clemente e Filone soprattutto) ha ritenuto che la forma migliore di divulgazione del VERBO ( ma: il verbo neoplatonico!) era costruire la figura di un personaggio che trascorre un certo periodo della sua vita predicando e diffondendo…..PROVERBI!! Ed infatti il Christo altri NON è che una persona che, diffondendo il Verbo Neoplatonico, si trova subito in CONFLITTO con i sacerdoti del “tempio”, i quali lo fanno uccidere. NESSUNA PARABOLA è PIU’ CHIARA ED EFFICACE! ( In questo senso, ANCHE il comportamento di Roma, in questo caso interpretata da Pilato, è CHIARO: la ROMANITA’ è SUPERIORE a queste beghe da cortile….perchè??? per chè l’Impero è SUPERIORE. E non c’è bisogno di nessuna dichiarazione a posteriori ( dà a Cesare….per capirlo!!). Questa DIATRIBA poi, nata con lo scontro epocale medievale Guelfi-Ghibellini, non va identificata con lo scontro tra POTERE TEMPORALE ( idiozia ottocentesca) e POTERE RELIGIOSO, ma tra due POTERI ( Chiesa Romana ed Impero ) che si CONTENDONO L’EREDITA’ DI ROMA a causa delle ben note vicende storiche grazie alle quali il papato romano potè USURPARE il Soglio Imperiale ( da qui l’eterno CONTENDERE fra Chiesa Romana e Chiesa Ortodossa).
In questo sogno è vissuta l’umanità fino a che ( fatto fuori Giordano Bruno) è arrivato Nietzche a svegliare i dormienti….
Per quanto riguarda il Bruno, si tratta di una personalità altamente interessante [vedere anche Giulio Cesare Vanini]. Tutto fuorchè quello che dicono di lui. E troppe sono le tracce da lui lasciate per l’Europa di allora, in pieno fermento.
TORNANDO AL PROBLEMA DI FONDO, E DATO PER BUONO QUANTO MOLTO SINTETICAMENTE ESPRESSO IN PRECEDENZA, si può dedurre che in un certo momento deve essere avvenuta nel corpo del cristianesimo costantiniano, id est:niceno, un’intrusione di elementi ( diciamo così…biblici) che ne hanno inficiato la sostanza. D’altronde, le grandi lotte (e guerre) di religione europee altro NON sono che guerre (e stragi) per l’affermazione di questa o quella “proposizione” di volta in volta dichiarata eretica o ortodossa. In questo quadro, e su ciò tanto il Guénon quanto l’Evola ci sono maestri (ma dobbiamo giungere al novecento per poterlo capire), si inserisce quello che viene chiamato “pensiero tradizionale”, che altro non è se non la STRUTTURA logica di una modalità di pensare l’Universo che proviene da culture preesistenti il cristianesimo, ma che ne costituiscono parte, in quanto molte di esse sono state espulse dal sopravveniente PENSIERO cosiddetto “biblico”. TANTO che possiamo considerare la Massoneria struttura SPECULARE ALLA CHIESA ( e pertanto, ugualmente ad essa protesa al POTERE POLITICO ) con intento di preservazione di alcuni princìpi guida abbandonati dalla Chiesa dal 500 d.c. in poi. Tanto che fu possibile, nel settecento, epoca dei “lumi” un accordo massoneria-chiesa sulla base della comune provenienza dalla RELIGIONE EGIZIACA. Questo per dire che è ancora possibile apportare “correzioni” alla cosiddetta “dottrina” come ha dim ostrato il Vaticano II, con l’intrusione di elementi massonico-protestantici nel CORPUS elaborato durante i CONCILII precedenti.

………….

Replica di Maurizio:

Giorgio ha riassunto e sintetizzato con mirabile precisione tutto un percorso storico, culturale ed esistenziale. Una disamina condivisibile, anche se, personalmente, ho qualche dubbio, laddove ritengo che ci sia stata, magari a latere del processo di sincretismo con le correnti neoplatoniche, anche una “tendenza”, non voglio chiamarla “congiura”, ebraica finalizzata a diffondere nel mondo greco romano una infezione (i cristianesimo) con caratteristiche “universali”, idonea a un futuro progetto di dominio mondiale ebraico. Progetto che, per iniziare, doveva prima attendere che “a da finì a nuttata”, ovvero il dominio politico, militare e culturale di Roma sul mondo allora conosciuto.

Comunque sia, a prescindere dalla genesi di questi processi storici, su cui possiamo anche concordare, resta il fatto che oggi siamo immersi in un mondo esistenzialmente e culturalmente “giudaizzato” , tanto da rendere sempre più vera la domanda che si poneva Nietzsche: “Ma chi ha vinto, Roma o la Giudea”?” e si rispondeva che non vi erano dubbi, bastava guardare nella stessa Roma dove si adorano plebei giudei da Maria, al pescatore Pietro, ecc.

A mio avviso, e l’analisi storica mi conforta, all’interno del giudaismo ha agito una forza, di ordine persino metastorico, una strategia, un Sinedrio divenuto poi per forza di cose un “esiliedrio”, animato da una pervicace volontà di potenza, che ha pianificato e guidato con mano occulta, ma sicura, prima la difesa dell’identità ebraica e quindi la sua ascesa verso il dominio mondiale.
A cominciare dal ruolo delle donne ebree che, realizzando il mito di Ester, hanno sposato importanti non ebrei, influenzandone la condotta di vita. Non sono casi isolati, per quanto numerosi, ma sono una moltitudine di casi, il che se consideriamo che gli ebrei costituiscono una infima minoranza del genere umano, c’è veramente da restare allibiti.
E come considerare poi, quella grande, vera diaspora di cui poco si parla, che non fu quella avvenuta dopo la distruzione del Tempio da parte di Tito, ma quella avvenuta alle soglie della esplosione dell’Islam, quasi che il Centro ebraico, avvertendo l’avvento del maomettismo, gli sarebbe stato precluso e annichilito ogni progetto di dominio ebraico, da realizzarsi a partire dalla palestina, la terra dei padri, e quindi, con grande preveggenza, predispose, con tappe successive, l’invio di più famiglie ebree possibili verso tutta l’Europa. Ed è proprio dalla diaspora, che l’ebraismo a costruito la sua potenza internazionale che oggi conosciamo. Un caso?

E che dire del cristianesimo moderno: basta osservare le nuove Chiese con quale architettura, arredi e simboli, tutti di origine biblica, vengono costruite, che sta sempre più rientrando in quella vagina ebraica dalla quale è uscito? Perchè c’è poco da fare: va bene il discorso sul sincretismo, senza il quale il cristianesimo non si sarebbe potuto affermare, ma l’infezione cristiana, volenti o nolenti, si diffonde nel mondo quando personaggi come Paolo e Pietro, (che siano o meno esistiti veramente è poco importante), gli danno un impronta universale e ne gettano le premesse per avventurarsi nell’Impero romano. Altrimenti il cristianesimo sarebbe rimasta una di quelle sette turbolente e invasate che a quei tempi germogliavano di tanto in tanto e poi sparivano nel magma ebraico.

……..

Commento aggiunto di Giorgio Vitali:

LA QUESTIONE, OVVIAMENTE, è COMPLESSA. MA CI DEVE SERVIRE QUALCHE ELEMENTO REALISTICO. E realismo vuole che NON si possa pensare ad una congiura COEVA con la nascita del Cristianesimo. Ma di molto conseguente. Pensare il contrario significa dare credito all’esistenza di una Giudea terra importante. NON lo era affatto, e se lo era lo era perchè tanto Filone quanto Clemente, e pochi altri, pensarono di situare la vita e le imprese di Gesù, detto dipo Il Christo, in Giudea ed in galilea, fermo restando, ed è significativo, che la giovinezza di costui sia stata spesa in Egitto (o, meglio, in India). E’ come dire che da un territorio come la Tasmania si sia diffusa nel mondo una nuova religione a base di criteri di dominio universale. Per quanto riguarda la Palestina di oggi, la sua importanza contemporanea nasce da tutte le operazioni del XX secolo, susseguenti la fine del primo conflitto mondiale, e tendenti ad allontanare la Gran Bretagna dalla Palestina, ove si era annidata per controllare il Mediterraneo e le sue vie d’accesso e di uscita. Per fare questo sono stati scomodati i kazari, NON gli ebrei di Giudea (falsamente detti diasporici) di cui si sa ben poco! Certamente questi diasporici si sono collocati molto bene in paesi quali Gran Bretagna, Italia, Francia ed Europa costiera e sono tutt’altro che propensi a lasciare le loro AVITE DIMORE. (Gli altri sono kazari..e non lo dico io, ma il grande Koestler…) Tornando a NOI: è vero che si deve parlare di INTRUSIONE dell’ebraismo (o supposto tale) nel cristianesimo. Ma quando…e soprattutto…perchè?
E’ qui che cade l’asino.

Per fare un esempio: POCHI SANNO CHE A ROMA E’ STATA COSTRUITA UNA CHIESA, IN TUTTO E PER TUTTO MOLTO SIMILE ALLE CHIESE CRISTIANE, CHE SERVE PER I RITI E LE RIUNIONI DI SCIENTOLOGY.

Allora: che sta succedendo? Dove vogliono arrivare??? perchè questa chiesa è stata permessa? LE DOMANDE SONO SEMPRE LE STESSE.

……….

Replica di Maurizio:

Concordo in pieno sull’affermazione che NON si possa pensare ad una congiura COEVA con la nascita del Cristianesimo. D’altronde nella Storia quando si verifica un fatto nuovo o comunque prende forma una certa situazione, politica o culturale, subito ci sono Forze, che si innestano in questa situazione e cercano di gestirla e indirizzarla verso i propri scopi. E’ inevitabile, è un processo che fa parte della stessa dialettica storica. Ed è per questo che gli avvenimenti storici spesso sono il risultato di tutta una serie di cause e concause che è difficile, non tanto individuare, quanto soppesare nella loro effettiva incidenza. Nulla comunque nasce dal nulla.

Commenti disabilitati

Altre proposte sul sistema di emissione monetaria… ritorno al gold standard, monete locali, credito cooperativo locale, obbligo di rendiconto al popolo… etc.

In risposta alle proposte di ritorno alla sovranità monetaria, pubblicate su: http://retedellereti.blogspot.com/2011/11/la-vera-soluzione-per-risolvere-il.html, e su vari articoli presenti anche su questo sito (Clicca nel motore di ricerca interno: signoraggio)… ed anche questo:
http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2011/11/politica-economia-e-spiritualita-laica.html

scrive Claudio Martinotti Doria:
“Caro Paolo D’Arpini, il tuo ragionamento non fa una grinza salvo il fatto che se anche il sistema monetario basato sulla moneta fiat (creata dal nulla) fosse gestito dallo stato, i politici ne abuserebbero lo stesso, anzi ancor di più che se gestito dai banchieri ed il debito pubblico salirebbe in maniera esponenziale e si continuerebbe con le opere inutili e dannose per ambiente e salute e con gli sprechi e la corruzione ed il malcostume politico, ed ogni altra nefandezza ed è quello che purtroppo sembra che i signoraggisti non vogliano capire. L’unica soluzione è il ritorno al gold standard o misura analoga ed alla liberalizzazione del conio, cioè alle monete locali, ogni comunità locale dovrebbe avere il diritto di disporre della sua moneta e per scambiarle con le altre comunità e non abusarne occorrerebbe fosse forgiata in metalli nobili, ogni altra soluzione porterebbe ad abusi, perché la carta e l’inchiostro non costano niente, mentre l’oro e l’argento hanno dei limiti materiali in tal modo si sottrarrebbe la gente onesta dall’attuale schiavitù finanziaria cui è sottoposta, i politici spenderebbero solo ciò di cui dispongono, i banchieri disonesti verrebbero automaticamente spazzati via, con la loro riserva frazionaria (causa dell’aumento esponenziale del debito, delle speculazioni, dell’abuso, dei malinvestimenti, ecc.) che dovrebbe appunto essere eliminata, portando la riserva al 100 per cento, cioè ogni banca dovrebbe disporre solo del denaro effettivo depositato dal cliente, senza leveraggio e creazione di denaro virtuale…”

………

Commento di Antonio Pantano:
“Caro D’Arpini, da 25 anni chi studiò scientificamente il problema (tre/quattro, al mondo!) fu “affiancato” da plotoni di “entusiasti” dimostrati sia neofiti che “amici del nemico”, sensibili al DETTAGLIO. Quanto indicato/auspicato dal Claudio Martinotti Doria si sofferma su…nulla. Non è il genere di strumento che può restituire al Popolo la sovranità Monetaria, ma “il tradimento di una Costituzione falsa e falsata/tradita in ogni istante” da chi governa gli italiani con spirito antiumano e per nulla democratico. Falsa la vigente nostra Costituzione, perché carente del fondamentale “OBBLIGO DI RENDICONTO AL POPOLO”. Oltre molto altro!
Falso il regime, perché fa esercitare “il mercato della moneta” a suoi “monatti”, proseguendo la “concessione a Bankitalia (ed ora a BCE)” non solo della MONETA, ma del consolidamento di un DEBITO PUBBLICO indimostrato!
Se il sistema bancario – lasciato al sistema privatistico, ma con quasi totalità al Credito Cooperativo locale – fosse sovrinteso dallo Stato, che ne assumesse la PROPRIETA’ anche nella emissione, distribuzione, controllo, sorveglianza, saremmo già un passo avanti!
Poi i cittadini (magari con lo spirito in questi momenti mostrato in Egitto) saprebbero COME comportarsi con i governanti!
Ma finché NESSUNO dei politicanti muterà i problemi, e, maxime, spiegherà chi è CREDITORE dell’ipotetico debito pubblico (i conti DEVONO essere esibiti in CHIARO con cadenza mensile!), i “sudditi” saranno sempre soperchiati dai FURFANTI ATTUALI (operanti con “alta benedizione” di chiese d’ogni risma!). Sintetico!”

…………….

Rivelazioni di Giorgio Vitali, soprattutto in merito al concetto di Politica Economica Spirituale:
PUR APPROVANDO NELLA SOSTANZA IL DISCORSO DI SAUL ARPINO (alias Paolo D’Arpini), voglio aggiungere qualche precisazione.
Superata una concezione della vita pubblica “lineare”, come scrive l’Arpinate, non si è passati ad una visione UNITARIA della vita e dell’Universo come pure molte filosofie emergenti avevano proposto, bensì, messa da parte qualsiasi “organicità”, si è imposta una visione “democratica”, nell’accezione più contemporanea del termine. Il presupposto, sostanzialmente “amorale” e “statistico”, che però ignora tutto il pensiero anche “matematico” degli ultimi decenni, è che è possibile contemperare gli interessi dei “contrarii” dando libero sfogo ad ogni tendenza “concorrenziale”, nella UTOPICA speranza che lo scontro fra i contrari avrebbe portato ad un aggiustamento, per così dire, ad un “equilibrio dinamico”. Stesso concetto è invalso nel mercato, dove l’equilibrio non nasce da una risposta della “produzione” alle esigenze umane, ma dal compromesso fra i vari produttori ( indipendentemente dalla qualità del prodotto), senza tener conto che in siffatte condizione VINCE SEMPRE il PEGGIORE, perchè è il peggiore che, CONSCIO della poca qualità del suo prodotto, INVESTE nella pubblicità più falsa e sguaiata. TANTO non c’è controllo, perchè sono i “MERCATI” che creano l’equilibrio, per un automatismo di stampo statistico ed “ugualitario” (in valuta quantitativa, mai qualitativa…). SIAMO giunti ad un punto nel quale la società è il CRISI perchè la “materializzazione” della esistenza è arrivata alla sua massima espressione proprio nella trasformazione del “prodotto” frutto del pensiero e del cuore, in uno strumento del “marketing”. (O del potere monetario ed “anonimo”.) Il tutto CONTRO la visione postmoderna del mondo, che nasce proprio dal pensiero scientifico, (fino ad ora preso per puro razionalismo sperimentale). CONCETTI come: OSSERVAZIONE DELLE ORME DEL CAOS, GEOMETRIA DEI FOGLI DI GOMMA, MATEMATICA VISUALE, ATTRATTORI CAOTICI O “STRANI”, GEOMETRIA DELLA NATURA, GEOMETRIA FRATTALE. AUTOSOMIGLIANZA, GEOMETRIA DEL CAOS, ma soprattutto concezione olistica dell’Universo, dove il Tutto è superiore alla somma delle parti, o concezione OLOGRAFICA della realtà, che presuppone il legame tra fisica e psiche, nonchè la SINCRONICITA’ e l’eliminazione del concetto di lontananza sostituito dal “continuum spazio-temporale, rappresentano il sostanziale superamento del materialismo intrinseco della concezione economicistica della vita.
Si potrà obiettare che la fisica,o la matematica, o la scienza) è andata troppo oltre, ma non si può certamente dire che queste concezioni, del tutto accettate dalla comunità scientifica, non rappresentino il SUPERAMENTO del MATERIALISMO nella sua concezione più volgare ed inumana. Ovvero la divinizzazione di MAMMONA.
Ne consegue pertanto che stiamo vivendo uno dei momenti in cui la sinusoide della storia sta toccando uno dei punti più bassi finora toccati durante tutto il progredire della storia umana. OCCORRE insistere pertanto per far circolare le idee, la nuova spiritualità dell’Universo, l’ecologia profonda, l’integrazione uomo-natura, la LIBERAZIONE dalla schiavitù dell’economia, (come visione esclusivamente economica dell’esistenza), dei fantasmi (società della virtualità come imposizione del FALSO).

INVOCAZIONE DI GIORDANO BRUNO AL SOLE.
O tu, che alimenti nel cuore dell’uomo fiamme immortali, Tu che ingiungesti al mio animo di innalzarsi a tanta luce e di riscaldarsi a tanto fuoco nella misura in cui, dissipate le tenebre, mi sarò innalzato alle stelle, e, pur trattenuto dal peso inerte del lento corpo, avrò percorso l’orbe infinito, morto al mondo sensibile; TU occhio che vede tutte le cose, LUCE che fa vedere tutte le cose, innalzando gli animi, trascinando i sensi al di sopra dell’etere, TU che, scuotendomi dal torpore, mi concedesti di essere vigile, TU che lo sguardo fai nascere, TU che con lo sguardo ti innalzi e da esso salvato vivi per noi, TU mantieni in vita tutti i viventi e spezzi con il più lieve colpo la materia più resistente; mostri tutto ciò che la terra, i mari, l’etere, l’abisso comprendono.
Il volgo, privo della luce degli occhi e folle, riterrà te cieco e insensato. O TU, che rivelasti ai miei occhi lo spazio illimitato e i veri mondi, o stelle splendenti, non ci saranno luogo, sorte, tempo lontano dal mio punto di osservazione, non età che dimostrino i miei errori.
( Da: Giordano Bruno: Il Triplice minimo e la natura. Opere latine)

NOTA di Georgius: dopo questo concentrato di pensiero cosmico c’è ben poco da aggiungere. E’ TUTTO qui raccolto! La SUMMA del pensiero e del grandioso sentire.

Commenti disabilitati

Francesco Boccia e Noemi Longo: “Di chi è la colpa se l’umanità si trova nella situazione in cui si trova?” – Corsi e ricorsi storici

Scrive Francesco Boccia, economista e politico PD:

“Altro che complotti: la Grecia è fallita perché ha il più alto tasso di corruzione e di evasione [e, aggiungerei, di fannullonismo dei suoi impiegati pubblici, che andavano in pensione a 50 anni circa] d’Europa, l’Italia è in grave crisi per l’inadeguatezza della sua intera classe politica”. Parole sante. Ma la gente, i famosi “cittadini”, non capiscono di aver sempre sbagliato. E’ più consolatorio attribuire le colpe agli altri, a entità onnipotenti e misteriose: i Poteri Forti. Ma in democrazia liberale, cioè la nostra, l’unico vero potere forte è il popolo che vota.

Certo, deve essere maturo, se no per lui è quasi meglio la … dittatura, cioè uno solo che pensa per tutti… Se infatti il popolo non vota, o vota male, o vota senza informarsi o senza essere intelligente, o si disinteressa della cosa pubblica, o non fa sentire la propria voce, o non protesta, o peggio si adatta a vivacchiare nella corruzione accontentandosi di qualche piccolo privilegio, non se la prenda con gli altri….”

……..

Commento di Noemi Longo:

“Ieri, in occasione della Notte dei Musei in musica,camminando verso il mio appuntamento ho incontrato Barba (un simpatico e colto uomo che vive per la strada proprio vicino casa mia) aveva lo stereo acceso con Cat stevens che cantava le sue canzoni, così passando come al solito accenno un saluto, ma questa volta con l’occasione ci siamo intrattenuti qualche minuto a discorrere di musica. Barba, mostrandomi il cd che gli avevano appena regalato, inizia a parlarmi di Leonard Cohen e Bob Dylan…

Gli chiedo: Barba che musica ti piace?
A me piace molto il jazz risponde.
- Io sto proprio andando ad assistere ad un concerto jazz, vuoi venire al concerto?
- Ma io non ho soldi!
- Ma non servono, è gratuito!
- e lui, voltandosi verso i suoi pochi averi esclama: E dove lascio tutte quest cose?
Sorrido all’evidenza dei fatti…
Lui: Sarà per la prossima volta, una buona serata e divertiti!]

Non so perché vi ho raccontato questo episodio, forse perché avrei voluto trasmettere la gioia che questo incontro mi ha reso… ma detto questo..

E’ possibile fare una domanda a Francesco Boccia?

Lei crede, Francesco Boccia che se le cose non stiano veramente come ha sopra descritto il signor Raffaele…

(intervento menzionato: “Tempo fa, conoscendo un senatore ero stato invitato a fargli visita al senato e, trovandomi a Roma avevo deciso di andarlo a trovare. Dopo le necessarie autorizzazione, mentre mi recavo il quell’ufficio notavo un sostenuto viavai nei corridoi. Alla domanda fatta al senatore se tutte quelle persone erano parlamentari, mi sono sentito dire: noo..!! quelli vengo qui per affari, non penserai mica che qui facciamo politica, la politica ve la facciamo vedere per televisione. Purtroppo i fatti le davano ragione, ecco, questa è la politica italiana e quando non sanno più come rubare spremono il popolino come un limone; altro che andare in parlamento o ad occupare posti di rilievo nelle istituzioni, all’Asinara devono andare e se vogliono mangiare devo piegare il groppone altrimenti a pane e acqua, questi affaristi di carriera non hanno una professione, una dignità, sono degli incapaci e incantatori di serpenti. Nell’arte di rubare sono dei campioni….”)

….il mondo, intendo dire, il popolo stagnerebbe ancora in questa fantomatica crisi economica?
Crede davvero che un voto consapevole, intelligente e giudizioso al giorno d’oggi possa cambiare qualcosa nella logica automatica del nostro vivere in cui, nella maggior parte dei casi il reddito è indirettamente proporzionale all’impegno lavorativo?
Ho una mamma che non vota da 20 anni circa, e cerco continuamente di spronarla e dirle che è un un suo diritto, un diritto che è stato conquistato con forza e determinazione da chi ci ha preceduti…
…Ma poi, mi guardo intorno, e vedo gente che lavora veramente per due soldi, giovani laureati fare la fame, sopravvivere di lavori in nero, impieghi precari e di contratti di lavoro a mio avviso assolutamente anticostituzionali… o quantomeno fortemente limitanti ad ogni prospettiva di vita futura.
E come faccio a darle torto? Mettere coscientemente una crocetta su una scheda elettorale è divenuta un atto assai difficile qualora l’individuo voglia rispettare la sua intima dignità.
Io personalmente non mi intendo molto di politica, o meglio diciamo pure che me ne disinteresso con più o meno difficoltà dal giorno in cui accadde che una mela di Newton mi cadde sulla testa…
…Ma certo non sarà la mia mela in testa a poter cambiare le logiche acquisite di una cittadinanza assonnata ormai abituata ad essere schiavizzata.
Però.. poi capita di sentire parlamentari porgere gli elogi al nuovo governo, sentire una leggera brezza di aria fresca… e credere veramente che qualcosa possa finalmente cambiare…
Mi auguro che le persone possano realmente tornare democraticamente a vivere come normali esseri umani, tutti dignitosamente…
Questo mio pensiero non vuole soltanto essere un auspicio ma una sorta di preghiera..
Auguro a tutti una buona domenica!”

………..

Mia riflessione:
… fino all’ultimo ero stato indeciso se pubblicare (http://saul-arpino.blogspot.com/2011/11/il-giornaletto-di-saul-del-20-novembre.html) quell’impertinente giudizio sugli italiani (e sui) greci espresso da quel Francesco Boccia (uomo politico del PD -sic-). Infine l’ho pubblicato pensando che in mezzo a tutte le critiche sul sistema ci poteva star bene una critica a chi il sistema lo sostiene con il suo voto (almeno apparentemente sembra sia così). Ora la lettera così lucida ed umana di Noemi riporta tutto nel suo giusto alveo… Che colpa ne ha il popolo, il singolo intendo, se nel V secolo d.C. la società europea crollò sotto la spinta delle invasioni barbariche e dell’incongruenza del potere costituito? Quel che deve succedere succede…

…………

Commento alla mia riflessione di Noemi Longo:

…Perché cosa accadde di così eclatante nel v secolo che non era accaduto già prima e prima di Cristo?
…Dalla tua posizione Paolo credo sia’ bene accettare tutto, anche quello che va un pò indigesto… dalla mia posizione però, concedimi di scagliare una lancia in favore del popolo lavoratore, sul quale la Repubblica Italiana si fonda. :-D
…Volevo, ci provo, ma al gioco del silenzio perdo sempre…

………….

Mia risposta:

E’ pur vero e giusto… infatti E fai bene a scagliare una lancia.. e spero colpisca il bersaglio.
Le energie mentali influiscono nella conduzione mentale della nostra società. D’altronde le energie mentali sono indipendenti da ogni influenza dei recettori/trasmettitori come un apparecchio radio non può influire sulla qualità del programma ascoltato. Ma in questo gioco della coscienza tutto è molto più complesso e sottile di quel che sembra.. Quindi—-

……..

Salutino finale di Noemi:

Sarà caduto l’impero romano d’occidente?
E che sarà mai…ci resta l’Oriente ancora per mille anni circa!
Però andando a ritroso, forse e per molti aspetti quasi preferivo la Grecia, anche loro attraverso opere pubbliche cercavano la coesione del popolo ed avevano costituito un vasto impero, combattevano anche loro contro i barbari e le forze del caos, e per alcuni aspetti ci riuscivano e vivevano assai meglio…quindi direi…che stando ai fatti, sono forse nata con qualche millennio di ritardo e in tutta onestà, un pò invidio la democrazia greca.. e aggiungo… il computer non mi sarebbe mancato a quei tempi!

Commenti disabilitati