Veggente Hòu

LUNARIO DEL MUTAMENTO

Archetipi psichici e zodiaco

A cura del veggente Hòu

Questa rubrica è dedicata alla conoscenza dei vari sistemi divinatori presenti nel mondo.
Inoltre è arricchita dagli articoli della categoria Lunario, aggiornati mese per mese, con indicazioni utili per orizzontarsi nel vari momenti dell’anno.

Casetta del pastore - interno

Per approfondire la conoscenza su questo tipo di ricerca psichica, basata sui cinque elementi, contattare direttamente il veggente Hòu allo 0761-587200.

Analisi comparata degli archetipi

Sistema zodiacale indiano. Dal centro del mondo al centro del mondo.
L’astrologia reincarnativa indiana è l’astrologia delle origini, di matrice lunare essa è molto vicina ai tempi della società matristica. Si dice che l’astrologia indiana sia nata dalla civiltà dell’Indo e del Sarasvati e poi trasmessa ai popoli mediorientali ed alla Grecia. Nel computo indiano sitien conto di quel processo denominato precessione degli equinozi o ayanamsa, correggendo adeguatamente la posizione dei pianeti nel segno. C’è poi la diversa denominazione (e talvolta significato) degli archetipi e la compresenza dei cinque elementi. Così vediamo che l’elemento etere è collegato all’udito e simboleggia la coscienza (Satva); l’aria è collegato al tatto e simboleggia la mente (Satva-Raja); il fuoco è collegato alla vista e simboleggia l’intelletto (Rajas); l’acqua collegato al gusto simboleggia la memoria (Rajas-Tamas); la terra collegato all’olfatto simboleggia l’ego (Tamas). Questi elementi interagiscono con i 12 archetipi e con le forze motorie dell’universo rappresentate dalle posizioni planetarie, essi corrispondono anche agli stati di coscienza: assorbimento nell’anima, sonno profondo, sogno, stato di veglia e nescienza.
Nel sistema indiano è diversa anche la simbologia dei 12 segni, non si parla di “segni” ma di nidhana, porte d’ingresso a questo mondo, con colorazioni e figurazioni diverse, ognuno corrisponde ad una propensione karmica. Il primo nidhana rappresenta una vecchia cieca ovvero la spinta di impulsi ciechi; il secondo presenta un vasaio segno di attaccamento verso le forme materiali; il terzo è una scimmia che simboleggia il desiderio di conoscenza; il quarto è una coppia in barca e significa desiderio di completezza ed autonomia; il quinto è una maschera umana o il bisogno di esteriorizzare; il sesto mostra un contadino che spinge l’aratro cioè il desiderio di realizzazioni concrete; nel settimo vediamo un uomo con un occhio trafitto da una freccia, il bisogno di tenerezza; nell’ottavo c’è un ubriaco affiancato da una donna che gli versa il vino, la sete insaziabile dei piaceri; nel nono osserviamo un uomo che raccoglie dei frutti, vuol dire desiderio di accumulazione; il decimo mostra una donna gravida, asservimento al compito; l’undicesimo mostra un bambino nascente, significa la volontà di esaurire il proprio karma; infine il dodicesimo nidhana svela un cadavere portato in corteo e simboleggia il disinteresse per le cose del mondo.

Arabia… Affilare le armi.
Che la tradizione mediorientale fosse guerresca lo dimostra anche l’oroscopo arabo delle Armi di Nascita, suddiviso in 12 archetipi che corrispondono ad altrettante armi.
Il gruppo delle armi corte è composto da: coltello, pugnale, coltellaccio e pugnale arabo. I nativi dovranno lottare più degli altri per raggiungere le mete prefisse, potranno vincere solo se si impegnano, sono introversi e hanno difficoltà a farsi valere. Le armi medie comprendono: mazza di ferro, clava, ascia e catena. I nativi da un lato desiderano la tranquillità e dall’altro hanno ambizione di potere, sono in bilico fra caduta ed ascesa. Alle armi lunghe appartengono: spada, lancia, fionda ed arco. I nativi dimostrano fiducia in se stessi, aspirano a nobili ideali od all’agiatezza materiale, insomma sono nati per elevarsi. Nel sistema arabo si può anche calcolare l’aspetto evolutivo del segno di nascita posto in periodi annuali diversi dai nostri e senza l’ausilio delle stelle. L’oroscopo si calcola considerando 4 aspetti: la data di nascita, il numero degli abitanti del luogo, la condizione sociale della famiglia, il numero di appartenenza. Ad esempio chi nasce dal 24 agosto al 23 settembre, in un villaggio di poche centinaia di abitanti, da genitori disoccupati, con numero 1, avrà il coltello come arma e sarà pigro, emotivo, fatalista, deve sentirsi spronato per agire, ama la natura e vive alla giornata, è dotato di intuito e sa come cavarsela nelle situazioni scabrose, il suo peggiore difetto è l’orgoglio, in amore non prende l’iniziativa ed è poco sensuale mantenendo il rapporto se non gli crea eccessivi problemi. Si può nascere coltello o si può acquisirne le caratteristiche, come nel caso di persone che si dedicano all’ascetismo dopo aver bandito la ricerca dei beni materiali. Il nato del coltello sarà soggetto a disturbi digestivi. Ovviamente vi sono armi in armonia con esso (pugnale, clava e fionda) ed in conflitto (coltellaccio, pugnale arabo, mazza di ferro, catena, spada ed ascia) ed anche indifferenti (coltello, lancia ed arco). Insomma: “Odo rumor di ferraglia!”

Atzechi e la dea Tamoanchan
Prima vediamo chi fossero questi Atzechi (o Mexica). Essi dominavano nel più grande splendore dal Messico al Nicaragua nel 1519 quando vi penetrarono i conquistatori spagnoli. Questo popolo originario di Atzlan ( forse l’attuale Utah) successe alle precedenti civiltà centro-americane: Olmeca, Maya e Tolteca .
Sulla cultura Atzeca abbiamo notizie storiche decifrabili, essendo la loro cultura pienamente viva sino a cinquecento anni fa. Tonalamatl era il libro della divinazione che contiene i misteri dell’oroscopo Atzeco, il calcolo dell’appartenenza ai vari segni era basato sul ripresentarsi ciclico di gruppi di sei anni distanziati da 13 anni ciascuno. I “segni” di appartenenza venivano calcolati nella suddivisione dell’anno in settori che comprendevano da 1 a 12 giorni ciascuno ripartiti fra i 20 archetipi originari. Detto così non sembra facile calcolare le caratteristiche di nascita ed infatti pare che questi elaborati calendari fossero accessibili a pochi eletti. Per accertare gli ascendenti, ad esempio, c’era un calendario composto di 18 mesi di 20 giorni, questa suddivisione consentiva di interpretare le caratteristiche del mese correttamente. I loro nomi sono molto evocativi: mese dell’Acqua (predisposizione alla magia), della Primavera (fascino), dei Fiori (generosità), dei Campi (ottimismo), della Siccità (ossessività), degli Alimenti (concretezza), del Sale (acutezza), del Mais (ambivalenza espressiva), delle Feste (generosità), del Fuoco (ambizione), della Madre Terra (tranquillità), del Ritorno degli Dei (capacità di osservazione), della Montagna (amore ed amicizia), della Caccia (passionalità), delle Piume (determinazione), della Pioggia (dispersione), degli Astri (concentrazione) ed infine della Crescita (ingegnosità). Ma ora torniamo ai 20 archetipi originari, essi sono: Vento (sincerità), Coccodrillo (simpatia), Aquila (esuberanza), Ocelot (ambizione), Coniglio (diplomazia), Capriolo (emotività), Fiore (istintività), Canna (contraddittorietà), Morte (fortuna), Pioggia (allegria), Erba (estroversione), Serpente (drammatizzazione), Pietra Focaia (indipendenza), Scimmia (idealizzazione), Lucertola (naturalità), Movimento (attività), Avvoltoio (metodicità), Acqua (volubilità), Cane (scrupolosità), Casa (vulnerabilità).
Nella cultura Atzeca la teologia e gli aspetti caratteriali erano collegati, lo percepiamo ad esempio nell’inno dedicato alla Festa Venusiana. “Il fiore del mio cuore si è aperto, ecco la signora di mezzanotte, lei è venuta – nostra madre – lei è venuta, lei la dea Tamoanchan…”

Kabbalah ed i suoi sentieri.
L’Uno è il mistero dei misteri, l’En Sof (il senza limite), Egli può manifestarsi attraverso i suoi attributi che sono poi le qualità descritte nella Kabbalah. Lo schema proiettato si chiama Albero delle Sefiroth, con dieci rami, è un simbolo di come le qualità divine siano scese dall’alto verso il basso, segnando la strada spirituale che l’anima deve compiere per il ritorno. Il cammino si compie attraverso 7 Hekaloth (piani spirituali) in cui l’anima procede dal basso verso l’alto sino alla rivelazione. Nella Kabbalah i rami si intersecano in 22 sentieri conduttivi a varie qualità e questa cifra corrisponde alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico. Vediamo ora quali sono i nomi ed i significati arcani dei vari sentieri. 1 dalla Intelligenza alla Corona, l’nizio; 2 dalla Bellezza alla Corona, conoscenza occulta; 3 dalla Intelligenza alla Saggezza, conoscenza profana; 4 dalla Bellezza alla Saggezza, creazione; 5 dalla Misericordia alla Saggezza, saggezza; 6 dalla Bellezza all’Intelligenza, fede; 7 dalla Severità all’Intelligenza, moto; 8 dalla Severità alla Misericordia, risoluzione; 9 dalla Bellezza alla Misericordia, meditazione; 10 dal Trionfo alla Misericordia, evoluzione; 11 dalla Bellezza alla Severità, moderazione; 12 dalla Splendore alla Severità, rinuncia; 13 dalla Trionfo alla Bellezza, trasformazione; 14 dal Fondamento alla Bellezza, moderazione; 15 dallo Splendore alla Bellezza, soggezione; 16 dallo Splendore al Trionfo, distruzione; 17 dal Fondamento al Trionfo, realizzazione; 18 dal Regno al Trionfo, mutevolezza; 19 dal Fondamento allo Splendore, appagamento; 20 dal Regno allo Splendore, giudizio; 21 dal Fondamento al Regno, completezza; dalla Saggezza alla Corona, l’En Sof, il divino paradosso.
“Il Silenzio ha in sé abissi dentro abissi, ma esiste un Silenzio ultimo, un punto estremo da non essere nulla eppure da cui tutto sgorga, questa è l’Essenza”.

Psicologia transpersonale.
Nell’analisi degli archetipi non possiamo trascurare la ricerca psichica avanzata, iniziata con Jung, proiettata negli schemi di Wilber e Grof. Una sintesi sul pensiero rarefatto che raggiunge il limite dell’esperimentabile. Nella fase più densa c’è l’Ombra che rappresenta le condizioni palesi, l’orgoglio ed il bisogno di successo, essa spinge verso l’amore romantico ed idealizzato e la sua controparte odio e sensi di colpa. Segue il livello dell’Ego che consente un approccio intellettuale e contribuisce alla comunicazione verbale ed al pensiero lineare e per contro inibisce la spontaneità e la vigilanza equanime. Nella sfera del Biosociale si sviluppa la cultura e la civiltà ed il senso di appartenenza sociale contemporaneamente si forma il senso di convenzione e di ripetitività (le tradizioni). Sul piano più sottile, l’Esistenziale, sorge l’intenzionalità, la fede o religione, e alla stesso tempo l’ansia esistenziale (incapacità di accettare la morte) ed il disagio metafisico; qui si percepisce duramente il dualismo primario. Giunti al Transpersonale sorge un distacco, una consapevolezza del significato dei miti, il prana raggiunge i chakra (sephirot) elevati, riconoscendoli simbolicamente, è a questo punto che irrompono gli archetipi primordiali ed il vuoto al limite della mente. Questo stato viene descritto da Gurdjeff come “negatività purgatoriale” una condizione preliminare alla perdita della fissità individuale ed all’assorbimento nel Sé.

Rune: sistema divinatorio celtico.
“C’è un uomo appeso a quell’albero battuto dal vento, che penzola ormai da nove lunghe notti.” I segni primordiali delle rune furono scoperti da Odino che pendeva dall’albero della vita, Yggdrasil. Le rune rappresentano situazioni possibili, sono simboli magici scolpiti (o dipinti) che nella cultura celtica e vichinga convogliavano l’oracolo dell’Io supremo. Esse sono un sistema geroglifico di scrittura e sono 24, più la runa di Odino che è bianca. Il libro delle rune è stato scritto come un manuale, una guida, per il guerriero spirituale. La via del guerriero non è per tutti, sebbene sia possibile per chi intende vivere consapevolmente le proprie sfide. Consultare le rune comporta un misto di casualità ed intuizione, i messaggi possono essere riconosciuti in segni della natura oppure sui sassolini rettangolari che vengono gettati per terra.
Come avviene negli altri sistemi divinatori le rune si basano sul messaggio inconscio, la funzione determina la forma, l’uso conferisce significato ed un oracolo si adatta sempre alle richieste del tempo in cui viene consultato. Il punto di partenza è l’io, la coscienza che, nella sua volontà propositiva, si avvicina alla matrice universale e riceve così la conoscenza. Le cose esteriori sono un’immagine riflessa conoscibile e modificabile ma solo agendo dall’interno, nell’intuito, nella consapevolezza.
Ecco i sacri nomi delle rune: Supremo, Dono, Messaggero, Separazione, Forza, Iniziazione, Necessità, Fertilità, Difesa, Protezione, Possesso, Luce, Raccolto, Fuoco, Vittoria, Rinascita, Progresso, Acqua, Vulcano, Comunicare, Ingresso, Trasformazione, Arresto, Energia solare. La runa bianca è quella del Destino.
Le rune non rappresentano però un messaggio granitico, non richiedono la nostra dipendenza dall’oracolo, ma indicano la strada, il movimento, per uscire dal dubbio.

Conoscenza di Sé attraverso il Libro dei Mutamenti.
Confucio andò a trovare Lao Tze e gli chiese: “Cos’è lo Yin e cos’è lo Yang?”
“Lo Yin è lo yin è lo Yang è lo yang” – “Allora cos’è il Tao?” domandò ancora Confucio. “Il Tao entrambi li comprende ed entrambi li supera, altro non si può dire”. E rimasero in silenzio.
In questo breve dialogo immaginato si condensa la saggezza cinese. E’ da queste premesse che dobbiamo partire se si vuol tentare di penetrare nel mondo archetipale del Libro dei Mutamenti. Penetrare non vuol dire “capire” ma “orizzontarsi”. In effetti non c’è una direzione da seguire ma solo un intuito legato alla coscienza del continuo mutamento. Senza mutamento non c’è vita. Aggiustamento alle condizioni presenti è naturale e propizio, reagire contro il contesto in cui ci si muove è sfavorevole. Semplice no? Persino banale, anzi è inevitabile. E’ come coprirsi quando fa freddo e spogliarsi quand’è caldo. Ma è sempre così nella vita individualizzata di ognuno? Di fatto, dicono i saggi Cinesi, sì. Ma come viverlo consapevolmente? Aderendo al Tao, seguendo cioè la via del nobile, nel costante fluire dei mutamenti. Nella coscienza tutto è in movimento nulla è fermo. Sono 64 questi modi espressivi della coscienza, definiti esagrammi, e nascono da 8 trigrammi primordiali che indicano le 8 direzioni e le otto tendenze innate del divenire, essi sono: Kien, il Creativo; Kun, il Ricettivo; Chen, l’Eccitante; Sun, il Penetrante; Kan, il Profondo; Li, il Luminoso; Ken, il Riflessivo; Tui, il Sereno. Ecco da questi trigrammi per moltiplicazione spontanea sorgono (8X8) i 64 esagrammi. Esemplificazioni, immagini, di stati di un mutamento ciclico ed allo stesso tempo evolutivo, in senso elicoidale. Ogni forma vivente nasce con alcuni di questi esagrammi, in evidenza congenita. Come fare a sapere quali sono gli esagrammi correlati alla nostra particolare nascita, o incarnazione, è tuttavia molto semplice. Partendo dall’alternarsi dello Yin e dello Yang ognuno nasce con aspetti diversi sulla base dell’anno, ora e mese. Questi aspetti disegnano un trigramma, se poi si considerano gli stessi aspetti in chiave elicoidale ordinata essi possono cambiar posizione e darci quindi un altro trigramma. Questi due trigrammi sovrapposti, in basso il primo ed in alto il secondo, ci dicono quali sono gli esagrammi archetipali di nascita. Poi occorre vedere gli esagrammi energetici, correlati ai 5 elementi. Anche qui è facile basta continuare a considerare gli aspetti Yin e Yang correlati ad ogni elemento che appare nel quadro della nascita. Primo aspetto è quello dell’anno, seguito dal fisso dell’archetipo incarnato, poi l’ora, il mese, il luogo e la condizione dell’ente (se maschile o femminile) otteniamo così un esagramma rovesciabile (diventano cioè due) che indicano le propensioni “elementali” della nascita. Sapersi orizzontare in questo mondo psichico a cosa serve? Semplicemente a riconoscere ciò che si è già. Non è nelle intenzioni del Libro dei Mutamenti promuove alcunché o fissare delle immagini comparative, da tutto nasce un tutto che segue tutto. Il saggio che incarna questa visione non desidera cambiare nulla in funzione di un ipotetico ottenimento “altro”. In pratica significa: libertà espressiva e gioia di vita.

I sette chakra, i sette sigilli di saggezza.
Esistono sette Chakra situati nella guaina mentale pranica. Questi centri sottili vengono individuati nel canale centrale spinale e corrispondono a modi funzionali. I Chakra sono antenne per le vibrazioni energetiche. Il primo, Muladhara, è collegato alla Terra, alla base della colonna, da qui sorge il senso dell’ego, l’olfatto. Quando l’energia Terra è armonica si vive con equilibrio e si è capaci di raggiungere i propri obiettivi; il suo malfunzionamento porta ad attaccamento verso i beni e paura della perdita. Il secondo chakra, Swadistana, all’altezza degli organi sessuali, corrisponde all’elemento Acqua, alla memoria, al gusto, se ben funzionante si è aperti e spontanei, inclini a soddisfare i rapporti; il malfunzionamento conduce alla perdita dell’autostima, a tensioni ed incertezze. Il terzo chakra, Manipura, plesso solare, rappresenta il Fuoco, l’intelletto, la vista, in esso si struttura la nostra personalità attiva, quando è armonico ci si sente soddisfatti di sé e degli altri, al contrario cercheremo di conquistare e manipolare potere, mancheremo di lucidità e agiremo disordinatamente. Il quarto è Anahata, all’altezza del cuore, collegato ad Aria, tatto, mente; ha una funzione unificante, quando è armonico ci permette di sanare ed amare senza aspettative, di irradiare calore umano e simpatia; malfunzionando ci sentiremo dipendenti dall’amore altrui, offesi dal rifiuto, succubi o timorosi di aprirci. Il quinto chakra, Vishudda, l’Etere, l’udito, è posto nella gola, preposto all’apprendimento. Attraverso di esso comunichiamo, con la voce, la danza, la musica, le arti. Quando armonico il nostro parlare è chiaro, trasmettiamo senza temere incomprensione o giudizio e percepiamo il vero Dharma; malfunzionando siamo timidi, incapaci di espressività, logorroici oppure inetti nel parlare. Il sesto Chakra, Ajna, ghiandola pituaria, presiede alla conoscenza dell’essere, è la mente pura, qui si è intuitivi, aperti alla visione interiore, si hanno percezioni extrasensoriali; se le energie non sono armoniche saremo portati a razionalizzare ogni evento e subiremo conflitti emotivi. Il settimo Chakra, Sahasrara, è sulla fontanella del capo, qui si incontrano tutte le energie, il vuoto è pieno, la beatitudine dell’essere-nonessere, l’esistenza è il gioco della coscienza, gli opposti si uniscono e tutto è saggezza. Raggiunto questo stato non c’è più dualismo. Si è illuminati.

Tarocchi: dal passato il futuro.
Dice Covelluzzo da Viterbo: “Anno 1379; fu recato in Viterbo il gioco delle carte che viene da Seracenia e chiamasi naibi…” Questa è la prima certificazione storica dell’avvento dei Tarocchi in Italia, “nabi o navi” nelle lingue semitiche significa “profeta o indovino” ma sicuramente anche questo sistema divinatorio proviene dalla Valle dell’Indo. I Tarocchi completi sono composti da 21 Arcani + lo 0 (matto) e dalle consuete 52 carte suddivise in quattro semi. Per una divinazione semplificata vengono usati solo gli Arcani + lo 0, essi sono: Bagatto, la causa prima, mercurio, aria; Papessa, mistero, saturno passivo, acqua; Imperatrice, discernimento, sole, terra; Imperatore, positivismo, marte, fuoco; Papa, moralità, giove, aria; Innamorato, scelta, venere, acqua; Carro, capacità, marte-sole, terra; Giustizia, metodo, luna, acqua; Eremita, riservatezza, saturno, terra; Ruota, variabilità, luna-mercurio, aria; Forza, coraggio, giove-marte, terra; Appeso, rinuncia, luna-venere, aria; Morte, destino, saturno attivo, terra; Temperanza, serenità, mercurio-luna, acqua; Diavolo, passione, marte-venere, fuoco; Torre, presunzione, luna-marte, terra; Stelle, bellezza, sole-venere, fuoco celeste; Luna, mutevolezza, luna, acqua; Sole, ragione, sole, fuoco; Giudizio, ispirazione, sole-mercurio, fuoco; Mondo, compimento, sole-giove, acqua aria terra fuoco. Matto, lo 0, scioglimento, assenza di distinzione fra gli elementi, conoscenza totale che è follia.
(Ed ora una curiosità sul significato divinatorio del denigrato “2 di coppe”: simpatia, allegria, affetto, amore……)

Zodiaco Cinese.
Il calendario cinese considera 13 lune nuove in un anno, il capodanno combacia con l’ultimo giorno che precede la successiva lunazione. L’origine del calendario lunare cinese si fa risalire al 2637 a.C. quando l’imperatore Huang Ti iniziò il computo del tempo. Si dice che all’epoca egli avesse sessantun anni, il fatto lascia sospettare che tale sistema fosse già in uso da un periodo molto antecedente… Infatti il ciclo dei 12 archetipi rapportati ai 5 elementi richiede un periodo di 60 anni per compiere un giro completo, ciò significa che al 60° compleanno si ripropongono condizioni del tutto simili a quelle presenti al momento di nascita. Una curiosità: in Cina ed in Giappone le persone che compiono 60 anni vestono di rosso, come simbolo di rinascita.
La collana archetipale del sistema cinese è rappresentata da dodici animali, significativi della psiche universale. Si narra, ma è una leggenda, che questi animali si presentassero in sequenza al Buddha morente ed in riconoscimento del loro omaggio il Risvegliato dedicò ad ognuno, in alternanza Yang e Yin, un anno del ciclo, in una spirale evolutiva continua ed infinita. La serie inizia con il Topo, la capacità di sopravvivenza e di acquisizione; il Bufalo, la stabile quadratezza organizzativa; la Tigre, il senso di vivere per un ideale, la Lepre, amore per la bellezza e l’armonia; il Drago, raggiungimento sempre in vista; il Serpente, assorbimento ed anche attaccamento; il Cavallo, vasta libertà espressiva; la Capra, calda sensibilità emotiva; la Scimmia, abilità sperimentativa e speculativa; il Gallo, accuratezza nel particolare; il Cane, riflessione e protezione; il Maiale, vitalità e spontaneità comportamentale. Quest’anno siamo nell’anno del Maiale di fuoco, per questi nati si raccomanda il detto di Chuang Tzu: … il grasso da sé frigge sul fuoco, la cannella è tagliata perché commestibile, l’albero della vernice viene inciso perché utile. Tutti riconoscono l’utilità dell’utile ma chi riconosce l’utilità dell’inutile?
I 5 elementi cinesi, posti in circolo autogenerante, sono: la Terra, che rappresenta la devozione, il Metallo che significa giustizia, l’Acqua vale per modestia e saggezza, il Legno simboleggia l’etica e l’empatia, il Fuoco la lucidità dell’immagine, i costumi. Questi “5 stati di mutamento” si irradiano nelle forme, in varie sfumature espressive, sino a colorare l’intera gamma vitale delle “10.000 creature” nate dall’incontro fra Cielo e Terra (Yang ed Yin).

Zodiaco planetario.
Lo zodiaco conosciuto in occidente, quello che appare su tutti i giornali e di cui sempre si chiede “di che segno sei?” era già praticato da Greci e Romani ed ha origini caldee, ma la vera provenienza è sicuramente dalla valle dell’Indo. Esso nacque contemporaneamente all’astronomia, ed infatti si chiama astrologia, ed è basato sulla posizione del sole, luna e pianeti nel momento e mese di nascita.
Nel corso dei secoli i simboli archetipali delle varie case e segni hanno cambiato descrizione ed importanza, ad esempio si dice che originariamente l’aspetto più indicativo fosse dato dalla posizione lunare, successivamente sostituita da quella solare. In questi ultimi anni comunque si è ripreso a dare maggior valore alla luna ed ai nodi lunari (soprattutto per l’astrologia karmica). Altra considerazione da fare è che l’inizio dell’anno era anticamente sancito dalla primavera mentre con l’affermazione del cristianesimo fu avvicinato alla nascita di Gesù, subito dopo il solstizio invernale. Gli archetipi zodiacali, e loro stereotipi, sono ben noti ed anche i loro periodi di appartenenza. Gli assegnamenti individuativi si basano sulle effemeridi e sulle opposizioni, congiunzioni, trigoni etc. (che appaiono nel quadro di nascita) e sulla ordinazione delle varie case (l’ascendente segna la prima casa). Non voglio però qui menzionare valenze e logiche, in quanto le teorie delle numerose scuole sono variegate e contraddittorie, riporto solo alcuni consigli utili per trovare una sinergia (ovvero evitare i conflitti) con i nativi dei segni. Per non urtare il Capricorno non metterti sulla sua strada. Acquario non voltargli mai le spalle. Pesci fagli sempre grandi complimenti. Ariete non contraddirlo mai. Toro non prenderlo di petto, aspetta. Gemelli se tenti di addomesticarlo si ribella. Cancro fallo sentire a casa sua. Leone usa con lui l’etichetta. Vergine non scendere in particolari o ti trascina. Bilancia abbi fiducia nella sua morale. Scorpione con lui usa buone maniere e sincerità. Sagittario fattelo amico e scordatene la ragione. Per finire qualcuno sarà curioso di sapere i miei aspetti zodiacali, eccoli in appendice.

Appendice:

“Dalla serie: Personaggi astrologici in chiave matriarcale”.
Un quadro zodiacale a cura dell’astrologa Mariagrazia Pelaia.

tratto da:
Ritratti matriarcali. Sotto il segno dello Zodiaco B (parte seconda),
«Ricerca 90», n° 63, 2005.
http://www.programmiastral.com/ritrattimatriarcali.pdf

Paolo D’Arpini.
(Cancro, ascendente Vergine, Luna Leone) (23.06.44 – h. 11.20 Roma).

Paolo ha fatto una scelta da “sacerdote” della Dea, fondando un Tempio della Spiritualità della Natura nella Tuscia, nel suggestivo borgo tufaceo di Calcata, dove ospita animali salvati dalle stragi compiute per la tavola (se andate a trovarlo portate delle offerte per loro). Il Tempio è ubicato in una zona ricca di grotte, in parte una discarica bonificata. Egli per sostenere una scelta di vita alternativa (non possiede nemmeno l’automobile) da anni anima un circolo culturale vegetariano (in cui offre verdure, legumi ed insalate rigorosamente bioregionali, spesso raccolte lì per lì nella campagna circostante). Il suo modo di vita è in sintonia con l’idea bioregionale (riabitare nel grande flusso e riabitare il proprio luogo, da segnalare la sua appassionata conoscenza delle erbe selvatiche e loro qualità) e con la spiritualità naturale appresa in India. Dell’Oriente pratica le tradizioni zodiacali ed elementari (soprattutto il sistema Cinese). Notiamo nel suo tema natale la triplice congiunzione Sole-Venere-Saturno in Cancro in casa X, al quadrato di Nettuno. Non solo, intorno alla Luna-Leone si crea un rapporto di forze planetarie acquariano (congiunzione a Plutone, sestile a Nettuno e Nettuno in trigono ad Urano): una stupefacente uscita dialettica da un popoloso “stellium” in Leone (Luna, Plutone, Marte e Giove). La dialettica Leone che-si-trasforma-Acquario è suggerita anche dalla presenza della Luna e di Plutone in casa XI. Assai dialettici, in tumultuosa convivenza, Cancro-Capricorno (abitato da Saturno e Leone-Acquario (abitato da nettuno per sestile alla Luna). Urano è al Medium Coeli e Nettuno, in I casa, a sottolineare ancora questa danza di trasformazione. Urano culminante sommato all’ascendente in Vergine mi riporta al solito discorso di Urano partner ideale di Saturno-Atena… e il suo servizio come custode del Tempio della Spiritualità della Natura mi pare idealmente esemplare.