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Treia, 21 aprile 2021 – In memoria del Natale di Roma (e di Pio VI)

Eventi Paolo D'Arpini 17 aprile 2021

Non dimentico le mie origini… e anche quest’anno festeggerò il Natale di Roma, il più semplicemente possibile,  a Treia, che fu città romana.

Lo storico latino Varrone riporta la nascita di Roma al 21 aprile del 753 a.C. ma siccome la giornata fu macchiata da un fratricidio, Romolo uccise Remo, o forse per ragioni legate alla qualità del tempo, questo giorno era considerato nell’antico calendario romano “nefasto puro”. 
Ciò non ostante il 21 aprile da tempo immemorabile era festeggiato con le cerimonie dette “Palilia”, le feste dedicate a Pales antica dea italica protettrice dei pascoli, importanti per l’economia agricola pastorale, in quel giorno la campagna romana veniva benedetta con le ceneri provenienti da un fuoco di paglia per purificare le messi e gli armenti. 

Mi sembra che questo rito valga la pena di essere ricordato, anche per riportare l’attenzione ai bisogni primari dell’uomo e sul come soddisfarli in modo naturale. Per questa ragione sarei felice se questo Natale di Roma fosse onorato in modo allargato –diffuso, come si dice oggi- in tutto il territorio che un tempo fu romano, senza delineare uno specifico areale ma lasciando alla fantasia di ogni abitante il compito di come e dove svolgere la funzione sacrale commemorativa, dimenticando il fratricidio legato al senso del possesso e del potere e ricordando invece la sacralità dei luoghi che contribuirono al sostentamento dei romani. Ritorniamo al grande magma della vita in cui ogni luogo è sacro e rappresentativo della Terra.
 
Roma sorse con un messaggio di superamento delle etnie e delle appartenenze, riportiamo l’attenzione al calderone magico dei primordi, che è la Terra stessa  in cui ritrovarsi vivi nella circolazione delle cose e delle persone, un fluire che porta ricchezza, e non nella distribuzione schematica e programmatica di un sistema politico-economico-religioso mal sopportato da tutti, ma in silenzio…

Alla ricerca di un “nuovo respiro” e di “un’altra dignità umana”, Caterina ed io ci incontriamo a Treia,  il tardo pomeriggio del 21 aprile 2021, saremo davanti alla Torre dell’Onglavina, e mediteremo sul nostro presente di romani senza radici…

Paolo D’Arpini

Info. per la partecipazione: circolovegetariano@gmail.com

Mio commentino aggiunto – “Il 16 aprile sono andato a farmi cavare un dente da un dentista di Treia, lasciando le mie generalità ho dichiarato di essere nato a Roma ma di essere residente a Treia da circa 10 anni, aggiungendo che anch’io ormai mi sentivo “un treiese”. Ma lui, forse scherzando,  ha ribattuto che qui a Treia può considerarsi treiese solo chi vive in città da almeno tre generazioni. Lì per lì mi è mancata la risposta adatta, solo oggi ho rammentato che Treia è il nome dato dai fondatori romani a questa città. Treia fu ancora un centro soggetto al papato romano per tutto il medioevo e nel 1790 fu Papa Pio VI a restituirle l’antico nome, Treia, e conferirle il titolo di città, malgrado i suoi abitanti avessero preso l’abitudine  di chiamarla “Monticolo”.  Dai tempi  della fondazione romana e dal ritorno al nome originario di Treia di generazioni  ne sono passate parecchie, in tal senso, in qualità di cittadino romano,  potrei anch’io  considerarmi “cittadino di Treia” a pieno diritto?” (P.D’A.)


Treia. Monumento a Pio VI che ha restituito il nome originario a Treia

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Treia, 25 e 26 aprile 2020 – “Festa dei Precursori” – Presentazione e Programma

Eventi Paolo D'Arpini 19 febbraio 2020

Come Martin Luther King, anch’io ho fatto un sogno. Ho visto che un piccolo gruppo di amici si era riunito per decidere come salvare il mondo. All’inizio eravamo quattro gatti come suol dirsi poi a mano a mano giungevano altre persone di tutte le razze: nord- europei, mediorientali, cinesi, neri, etc.

Lo scopo non era tanto quello di trovare soluzioni per evitare ciò che appariva inevitabile bensì di riuscire a mantenere un’intelligenza, un seme, per la continuazione della comunità umana.

Infine dovevamo prepararci ad una guerra e il consiglio dell’esperto era: “Per sopravvivere ad una guerra, mantenendo intelligenza e coscienza, occorre non lasciarsi travolgere dalle emozioni cercando bensì di adempiere a quanto necessario per la sopravvivenza mantenendo il senso del “bene comune”. Ero anch’io d’accordo… E non siamo forse oggi in procinto di una guerra globale che mette a rischio la sopravvivenza dell’Umanità?

Cosa possiamo risolvere con le nostre chiacchiere e le nostre piccole azioni per salvare il mondo?

Comunque insisto e quest’anno il programma di massima della Festa dei Precursori è il seguente:

Treia – 25 aprile 2020

Ore 10.30 – Appuntamento nella sede di Auser Treia, in Via Lanzi 20, per una passeggiata conoscitiva del centro storico e delle sue bellezze.
Ore 13.30 – Pic-nic nel giardino del Circolo Vegetariano VV.TT. in Vicolo Sacchette, ognuno porta qualcosa
Ore 16.00 – “Per una spiritualità laica”, tavola rotonda nella sede del Circolo. Introduzione di Alberto Meriggi. Intervista di Simonetta Borgiani con Paolo D’Arpini e presentazione del libro “Compagni di viaggio” (Edizioni OM – Bologna). Interventi di Italo Carrarini, Caterina Regazzi ed altri
Ore 20.00 – Nella sala di meditazione del Circolo canti spirituali con accompagnamento di strumenti indiani. Partecipano il solista Upahar Anand ed il gruppo Luce di Stelle.

Treia – 26 aprile 2020

Ore. 10.30 – Presso TAM, località Moje di Treia, passeggiata erboristica con Aurora Severini
Ore 13.30 – Pic-nic autogestito nel prato
Ore 15.30 – Esposizione delle erbe e dei frutti
Ore 16.30 – Dialogo con Enrico Manicardi, autore di “Liberi dalla civiltà”, sul ritorno alla natura primitiva
Ore 18.30 – Piccola performance musicale contadina a cura di Andrea Biondi e Chiara Teloni
Ore 19.30 – Tisana calda e saluti

Info: circolovegetariano@gmail.com –
auser.treia@gmail.com -Tel 0733/216293
Info su come raggiungere Moje di Treia: 348.7255715

Finalità:
Lo scopo della Festa dei Precursori di quest’anno, che si tiene a Treia dal 25 al 26 aprile 2020, è quello di riportare l’attenzione sul senso della Comunità e sul come vivere nel luogo traendone nutrimento senza danneggiarlo. Tanto per cominciare che questa festa si manifesti con l’avvento della primavera è anche un segnale di rinascita. Soprattutto necessaria in questi momenti di crisi, in cui il sistema industriale tecnologico e consumista dimostra la sua inadeguatezza a conservare una “comunità” umana bioregionale. Occorre aguzzare l’ingegno e trovare la via giusta per la fioritura armonica delle capacità creative dell’uomo. Indovinare il punto di incontro fra la società e l’ambiente. Questa capacità si manifesta dove c’è un sincero e concreto lavoro personale, teso a sviluppare le proprie abilità creative mantenendone anche viva la memoria e la capacità operativa per le generazioni future.

Tutto ciò, nei limiti del possibile (ed a scopo dimostrativo), avviene durante i due giorni della Festa dei Precursori. Attraverso le immagini, i racconti, gli esperimenti concreti, il rinnovo della convivialità e della condivisione familiare, lo stimolo al canto ed alla musica, il ritorno nella natura per conoscerne alcuni suoi segreti…

L’importante è che dentro di noi resti quel lumicino acceso di coscienza, di amore e di impegno per il bene comune. In tempi così bui è l’unica azione positiva che possiamo compere senza demordere. Almeno così vidi in un altro sogno, molto significativo, in cui mi vedevo intento a difendere il mio piccolo lumicino circondato dalle tenebre, restando chiuso in me stesso, poi mi decisi di lanciarmi ed affrontare le tenebre “succeda quel che succeda”. Le tenebre davanti a me erano sempre fitte ma sbirciando dietro di me risplendeva la luce. A noi precursori è data la funzione del rompighiaccio…

Paolo D’Arpini

Attenzione – La manifestazione, a causa delle limitazioni agli assembramenti imposte dal governo in seguito all’insorgenza del Covid-19, viene rimandata a data da destinarsi…

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Maha Shivaratri, la mistica unione di Shiva e Parvati

Eventi Paolo D'Arpini 18 febbraio 2020

In India nel mese di Phalguna (febbraio – marzo), da 5120 anni, inizio della presente era Kali Yuga ma forse anche nelle ere e tempi precedenti, si celebra lo Shivaratri, letteralmente la notte di Shiva, nei giorni immediatamente antecedenti la luna nuova. Questa notte sacra è dedicata all’unione mistica di Shiva e Parvati, il maschile e il femminile, la coscienza intelligenza e l’energia manifestativa della vita.

Nel 2020 la celebrazione del Maha Shivaratri è fissata al 21 febbraio e quella sera reciterò lo Shiva Manasa Puja, un inno dedicato a Shiva. L’inno fu scritto da un demone, Ravana, imperatore di Sri Lanka (di cui leggerete dabbasso). Lo Shiva Manasa Puja è l’inno che dal 1973 canto ogni sera prima di addormentarmi. Dicono che la sua potenza sia tale da purificare completamente la mente del recitante, e cancellare ogni peccato commesso volontariamente od involontariamente durante la giornata. Non so se sia vero ma credo di sì.. poiché appena recitato l’inno piombo in un sonno ristoratore e senza sforzo…

E’ un inno dalla musicalità molto delicata, è un elenco di azioni rituali, è una visione della Bhakti, il non-pensiero devozionale che ci rende Bacchi, secondo la fulminea intuizione di Danielou, il Bhakta è il Bacchos, colui che è posseduto dal divino entusiasmo.

Shankaracharya: Shiva Manasa Puja.
http://www.dailymotion.com/video/x28um1u_shiva-manasa-pooja-stotram-shiva-manasa-pooja-stotram_music

(parte del testo con traduzione)

Rathnai Kalpitham asanam, Himajalai snanam cha divyambaram,
Naana rathna vibhushitham mruga madha modhanvitham Chandanam,
Jathi champaka bilwa pathra rachitham, pushpam cha dupam thathaa,
Dipam deva dayanithe pasupathe, hrud kalpyatham gruhyatham.

Ti offro un trono immaginario adorno di preziosi, un bagno d’acqua
delle nevi dell’Himalaya, paramenti di seta da indossare, e gioielli
preziosi a profusione. Ti offro muschio e sandalo, e fiori di Bilwa e Champaka, la lampada rituale, e questi doni li offro attraverso l’occhio della mente, Oh Dio misericordioso e Signore di tutti gli esseri. Accetta la mia
offerta e concedimi la Tua benedizione.

Souvarne nava rathna Ganda Rachithe, pathre Grutham Payasam,
Bakshyam pancha vidam Payo dadhiyutham, rambha phalam panakam,
Saaka namayutham jalam ruchikaram, karpura gandojwalam,
Thamboolam manasa maya virachitham Bhakthyo prabho sweekuru

Ti offro il burro chiarificato e il dolce payasam in un vaso d’oro con nove gemme preziose, Ti offro cinque piatti diversi di cagliata e latte, banane, verdure, acqua e foglie di betel, Ti offro la canfora ardente e campanelli tintinnanti, questi doni nella mia mente sono offerti con devozione assoluta a Te, Signore, ti prego accettali e accordami la tua benedizione.

Chathram Chamarayoryugam vyajanagam, chaa darshakam nirmalam,
Vina bheri mrudanga kahala kala githa nruthyam thada,
Sasthangam pranthi sthuthir bahu vidha, hyethat samastham maya,
Sankalpena samapitham thava vibho, pujam gruhana prabho.

Ti offro il giusto altare e dei ventagli decorati, uno specchio lucente, Ti offro Vina, timpani, Mrudanga e un tamburo gigante, Ti offro canti, balli e grandi inchini, ogni tipo di preghiere, Tutti questi doni ti offro, mio Signore, mentalmente e Ti prego di accettare questa mia adorazione.

Aathma thwam Girija Mathi sahacharaa, prana sarreram gruham,
Puja they vishayopa bhoga rachana, nidhra samadhi sthithi,
Sanchara padayo pradakshina vidhi, sthothrani sarva giroh,
Yadyath karma karomi thathad akhilam, shambho thavaradhanam.

La mia anima è il tuo tempio, mio Signore. Le mie opere sono i tuoi servitori, il mio corpo è la tua casa. Le gratificazioni dei miei sensi sono atti di culto, il mio sonno è meditazione profonda su di Te, tutti i miei passi sono circumambulazioni di Te, ciò che esce dalla mia bocca sono preghiere per Te. Oh Signore, tutto quello che dico e faccio è una forma di devozione per Te.

Kara charana krutham vaak kayajam karmajam vaa,
Sravana nayanajam vaa maanasam vaa aparadham,
Vihithamavihitham vaa sarva methath Kshamaswa,
Jaya Jaya katunabdhe sri Mahadeva Shambho.

Oh Signore perdona tutto ciò che ho compiuto con le mani, con l’azione, con il corpo o l’udito, con la vista, o con la mente, ciò che è legittimo e ciò che non lo è stato. Oh Benevolo, Oceano di Misericordia, sia lode al più grande degli Dei, al Benevolo.

Matha cha Parvathy Devi,
Pitha devo Maheswara,
Bandhava Shiva Bakthamscha,
Swadeso Bhuvana thray.

Mia madre è la dea Parvati, mio padre è il Signore Shiva, i miei amici sono i devoti di Shiva e la mia terra natale si estende sui tre mondi.
(traduzione di Beatrice Polidori)

Paolo D’Arpini

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Spilamberto, 31 dicembre 2019 – La notte senza tempo

Eventi Paolo D'Arpini 14 dicembre 2019

“Uscire di casa è già un lungo passo per riconquistare la terra”, scriveva l’amico bioregionalista Fulvio di Dio. E sono d’accordo con lui, soprattutto se l’uscire di casa avviene nel momento in cui maggiormente la pigrizia ci coglie. Per questo ogni anno il 31 dicembre facciamo una passeggiata notturna godendo del ritorno alla natura in qualsiasi condizione atmosferica. Quest’anno l’excursus spazio/temporale della “Notte senza Tempo” si svolge a Spilamberto, in provincia di Modena. Leggete gli intenti ed il programma per questo capodanno fuori dal tempo e fuori da ogni logica…

31 dicembre 2019 a Spilamberto: “La Notte senza Tempo del Circolo Vegetariano VV.TT.

Tradizionale passeggiata notturna di fine anno in qualsiasi condizione atmosferica.
h. 19 – Appuntamento a Spilamberto in una casa accogliente per la preparazione collettiva della cena conviviale con le vivande vegetariane da ognuno portate. Scrittura dei pensierini: quelli relativi alle propensioni negative che si vogliono emendare e quelli di buona volontà e di buon auspicio per il nuovo anno veniente.
h. 22 – Partenza nella notte buia, vagando lungo il fiume Panaro.
h. 00 – Senza appuntamento davanti al fuoco acceso e cerimonia di buon augurio per il nuovo anno. Al ritorno si terrà un canto di mantra per la purificazione della mente e una meditazione finale.

La manifestazione è gratuita, per partecipare è necessario comunicare la propria presenza, la partecipazione non è coperta da polizza assicurativa, ognuno interviene a proprio rischio e pericolo.

Alcune indicazioni sul significato dell’evento:

“Lo spirito non può essere scisso dalla materia, sono espressione l’una dell’altro. Il naturale afflato che si manifesta di fronte alla meraviglia di sé e del mondo…” (Saul Arpino)

Perché organizzo questa “Notte senza Tempo”, invitando alcuni amici, pazzi forse come me, a condividere il freddo, la pioggia, il vento, la neve… o qualsiasi situazione ambientale la natura ci voglia offrire…? Forse per capire che anche l’assurdo è una componente della vita. Se dovesse per me esserci nella mia esistenza solo “ragionata e comoda intelligenza” vorrebbe dire che son prossimo alla morte o già morto.

Perciò chi decide di venire lo faccia per stare con se stesso, nella condizione in cui si trova e che la vita gli pone davanti, senza specularci sopra.

Quest’anno il 31 dicembre 2019 ci sarà uno spicchietto di luna crescente per illuminarci lungo i greti ghiaiosi del fiume Panaro. Magari è consigliabile munirsi di torcia elettrica a dinamo ed in caso di maltempo venire incappucciati e ben agghindati con abiti caldi e scarponi da neve.

Paolo D’Arpini

Info e prenotazioni: circolovegetariano@gmail.com – Tel. 333.6023090

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Santa Lucia: le lampade sono diverse la luce è la stessa – 12 dicembre 2019 a Spilamberto

Eventi Paolo D'Arpini 1 dicembre 2019

Viviamo in un mondo dove il falso e l’artifizio hanno preso il posto del vero e del semplice. Questo è il meccanismo della “seduzione” -dell’apparenza- che prende il posto del “naturale” -dell’intrinseca verità. “se-ducere” letteralmente significa “condurre a sé” e ciò avviene attraverso una caleidoscopica mascherata che sterilmente si avvicenda nel riflesso degli specchietti. Gira e rigira il caleidoscopio e gli specchietti mostrano fugaci composizioni. Un gioco sterile dell’esteriorità. La seduzione è allusione e miraggio, con essa si mostra ciò che l’altro vorrebbe vedere, è semplice barbaglio proiettivo di una immagine costruita a misura per attrarre l’altro. E chi è l’altro? Chi svolge la funzione separativa dell’io e dell’altro? Perché si sente la necessità di appropriarsi della attenzione dell’altro?

La fissità dello specchio, come nella storia di Narciso, è imbroglio erotico spirituale, è fascinazione che conduce alla morte, sebbene lo specchio sia nato per uno scopo magico, lo scopo di vedere “attraverso le forme” riflesse. Ricordate la storia di Don Juan che istruisce Castaneda ad attrarre gli spiriti (l’alleato) attraverso uno specchio immerso nell’acqua corrente?

Lo specchietto per le allodole è un altro eufemismo utile a capire come la fascinazione seduttiva sia una trappola mortale, in cui sia il seduttore che il sedotto giocano a perdersi vicendevolmente. La seduzione insomma è camuffamento, un mescolamento dell’apparente bello e di desiderio mentre la chiara visione, potremmo dire la “chiaroveggenza” è la vera capacità percettiva di scorgere il bello in ciò che è, senza orpelli, senza luminarie, senza zavorra inutile di finzione incipriata. Questo il significato di Santa Lucia, la santa della Luce.

Il 12 dicembre 2019, vigilia della Festa di Santa Lucia, a Spilamberto, a cura del Circolo Vegetariano VV.TT., ci sarà un incontro nel tinello di Caterina alle h. 19,00 per “illustrare” e comprendere il meccanismo della seduzione speculare rispetto alla vera luce. “Il lume è uno solo gli specchi sono tanti” diceva un saggio. Per l’occasione ci sarà anche la Luna Piena…

Seguirà il canto di inni sacri e mantra e la condivisione di cibo vegetariano da ognuno portato.
Partecipano all’incontro: Caterina Regazzi, Paolo D’Arpini….

Info. 333.6023090

Post Scriptum

Questa celebrazione in onore di Santa Lucia ha anche lo scopo di propiziarla per l’imminente operazione di cataratta a cui Caterina sarà sottoposta il 16 dicembre 2019

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