Valdo Vaccaro: “Voltastomaco e virus? Sola terapia il vegetarismo!” – Sintesi estrema di un discorso sulle malattie inventate

Ormai il terrore non si limita alle descrizioni e alle direttive, al tambureggiante notiziario della peste, alla lugubre contabilità delle persone infettate e della gente morta.

Sono i nuovi Dei dello schifo e del voltastomaco, i nuovi sacerdoti del terrore. La voce australiana del produttore-monatto Petrovksy.

Il vaccino contro la “swine flu” serve e rapidamente, non tanto per impedire l’insorgenza dei sintomi, ma per salvare vite umane.

A parlare è Nikolai Petrovsky, 50 anni, capo della Diabetes and Endocrinology Unit al Flinders Medical Centre di Adelaide, uno dei tanti avanposti della corsa allo sviluppo di un vaccino contro il protagonista della prima pandemia del XXI secolo, il virus H1N1, come scrive Stefano Gulmanelli su Il Sole 24 Ore del 30 /7.

La supertecnologica unione tra Protein Sciences e Vaxine, e i primi test mondiali sul vaccino, col beneplacito e il finanziamento del NIH (National Institute of Health) americano.

Di fronte al Flinders si trova infatti la sede della Vaxine, piccola società con 10 dipendenti di cui Petrovsky è direttore e che lunedì scorso ha dato l’annuncio dell’inizio in prima mondiale dei trial clinici sull’uomo di quella che potrebbe diventare l’arma di protezione di massa contro la peste suina.

La Vaxine, per pur piccola che sia, opera in sinergia con la Protein Sciences statunitense, che pare avere l’esclusiva di un vaccino sintetico vincente, basato su una proteina ricombinante del virus che si lega alla cellula, creando la porta di accesso al contagio.

Gli australiani hanno annusato l’importanza del business virale.

Siamo piccoli, ma più efficienti della CSL, commenta Petrovsky. Non si trascina dietro le sostanze tossiche del virus, tipo il Rna, come succede nei vaccini tradizionali.

Detto in parole povere, i monatti hanno inventato una colla che riesce finalmente a tenere la povera e mortuaria polvere virale attaccata in modo precario alla cellula, facendo in modo che il vaccino riesca ad infettare, cioè ad attecchire sul soggetto, a preparare il vaccinato al virus in questione, dimodoché poi potrà ritenersi immune al virus vero e non svilupperà più i sintomi della peste (febbre e tosse e diarrea).

In quel modo, essi stimolano il sistema immunitario, il quale mobilita anticorpi e cellule T respingendo il virus e salvando il soggetto da ogni infezione.

Per tutto questo tempo di disattivazione il sistema immunitario, indebolito e stordito al pari del suo padrone, non reagisce, è impossibilitato a fare il suo lavoro istituzionale, e dunque il soggetto apparentemente non si ammala.

La realtà è invece che in quel corpo è stato messa fuori uso la massima e sana reattività del sistema immunitario.

Riguarda ovviamente anche i figli e i nipoti innocenti degli avvelenatori e dei vaccinatori.

Finita una peste, ce ne viene presentata un’altra.

Quello del PV o Papilloma Virus è solo un esempio.

Questo si chiama globalizzazione indecente, in mano ai satana della pestilenza e della unzione.

Alla CDC non si fanno discriminazioni. Serve dunque controbilanciare, hanno pensato alla CDC. Un regalo col fiocco alle care femminucce del mondo intero

Ed eccovi servito care femminucce, su un piatto d’argento, il Papilloma Virus, nuovo tormentone delle anime ying, del sesso debole di un tempo diventato oggi forte e dominante.

Nuovo AIDS femminile del terzo millennio.

Spiegatemi in modo semplice, chiaro, comprensibile e logico, senza alcun abra-cadabra, la moltiplicazione dei virus.

Ma veniamo al punto chiave della moltiplicazione virale.

Chiedo ai virologi del mondo intero, non alle mezze scamorze come me, e nemmeno ai professorucoli di biologia dei licei (in tono ovviamente scherzoso), ma ai ricercatori più qualificati, ai Nobel della Chimica e della Biologia molecolare e cellulare, di dimostrarmi in modo chiaro e convincente, in una paginetta formato A4, o anche in 10 pagine, la loro plurimenzionata moltiplicazione dei virus.

Un discorso ovvio, chiaro e comprensibile, derivato dalla conoscenza scientifica libera e non al soldo dei produttori di schifo e di paura.

Non mi fanno ribrezzo i virus, la vita, la donna, i genitori, gli Dei

Se dobbiamo vergognarci dei virus, dobbiamo pure vergognarci della vita e di chi ci ha messi al mondo, dei nostri genitori e dei nostri Dei.

Dove stanno i percorsi, le azioni, i cimiteri, la vita eterna e la ragione di essere dei virus

Mi dimostrino dunque questi biologi venduti, scritto nero su bianco, i percorsi dei virus secondo il loro schema. La moltiplicazione può derivare soltanto dalla genetica naturale.

Un cortese invito alla rifrequentazione della classe seconda elementare.

Mi fate allora capire una buona volta la semplice formula di sviluppo, secondo voi moltiplicativo, di tali virus?

Mi fate capire perché dichiarate qualcuno morto e poi fate inspiegabilmente marcia indietro, spiccando un volo fantastico verso il virus attivo, il virus latente, il virus facchino, il lentivirus, il virus aggressivo, il virus insidioso, il virus mutante, il virus vestito, il virus in mutande, il virus sornione, il virus killer?

Fatelo subito, perché devo decidere se tornare a leggere Paperino e Pecos Bill, come ai bei tempi, o se devo credere ancora alla scienza delle università, se è il caso di bazzicare ulteriormente su temi razionali che abbiano i requisiti minimi della sensatezza e della accettabilità.

I virus esistono in mille forme e si presentano nelle influenze, nelle malattie virali.

Eppure i virus, ci sono, ed anche i sottovirus, e magari pure i sotto-sotto-virus che identificherete col prossimo microscopio post-elettronico.

Vi rispondo dicendo che tutti i viventi sono sottoposti alle precise regole del ricambio, del metabolismo cellulare, dell’anabolismo (costruzione) e del catabolismo (disgregazione).

Tanti cadaverini, tanti detriti cellulari, tanti ex-mattoni caratterizzati da mille forme diverse perché nel nostro organismo albergano semplicemente migliaia di diverse cellule.

In laboratorio, sono sempre le cellule a produrre fisiologicamente dei virus, e non sono mai i virus a moltiplicarsi.

Mi direte che, lasciati da soli, i virus restano morti e sepolti, e che non si sviluppano, perché avete provato troppe volte a farlo in laboratorio, senza alcun esito, ma che invece, in presenza di materiale cellulare vivo, essi prolificano.

La prolificazione dei virus in presenza di materiale cellulare non esiste per azione dei virus, che continuano, se permettete, a restare morti e defunti, ma per merito delle cellule stesse che si disintegrano e producono in tale fase disgregativa altri frammenti virali, altri virus in abbondanza.

Se tale operazione viene ostacolata, interrotta, compromessa da arrabbiature, paura e panico, indigestioni ed avvelenamenti, putrefazioni e fermentazioni nel tubo gastrointestinale, processi di leucocitosi nel sangue, ecco che quel corpo si intasa della propria carica virale e i suoi virus si accumulano in grandi quantità fino a metterlo in ginocchio, fino ad intasarlo ed ammalarlo.

Polvere nuova che si somma alla polvere precedente, polvere che lo spazzino metabolico dell’organismo (alle dipendenze del sistema immunitario) non è riuscito ad eliminare come doveva.

Ed è proprio in quei casi che il sistema va in tilt, che il corpo si blocca per auto-avvelenamento (sommatoria virus interni) e per l’aggiunta dei virus esterni derivati dalle carni delle povere bestiole, nelle quali sono rimasti intrappolati a metà strada i loro rispettivi detriti cellulari (divenuti virus esterni per l’uomo-cannibale).

I troppi virus da smaltire, e il sistema immunitario reso debole ed asfittico dai tanti abusi, mandano la macchina umana in tilt.

Chiaramente, sia per i virus interni che per quelli esterni, l’uomo è dotato di adeguate contromisure.

Non si presta dunque a un discorso di preparazione al virus, la quale è già notevole.

Il sintomo della febbre è dovuto alla logica infiammazione interna, causata dagli errori nutritivi e di comportamento.

Il sintomo della tosse è dovuto al tentativo di espellere il muco difensivo che il corpo ha prodotto per contrastare il veleno virale, cioè la polvere organica acidificante.

Pensare di risolvere tali problemi inoculando dei vaccini è una pretesa assurda e ridicola.

In altre parole, non c’è stata nessuna sconfitta della malattia intasante e nessuna fine delle ostilità, ma solo un armistizio forzato, una temporanea sospensione e messa fuori-combattimento dell’apparato immunitario e della crisi positiva che esso stava instaurando con pazienza e intelligenza infinita nel nostro corpo.

La scomparsa dei sintomi e della febbre non ha alcun significato concreto.

La vaccinazione significa solo imbrogliare il corpo, imbrogliare il sistema immunitario, imbrogliare la natura, imbrogliare il corpo, imbrogliare lo spirito.

Il dossier della giornalista investigativa austriaca Jane Burgermeister, in ampia circolazione sulla rete Internet, è un avviso al mondo intero.

Esistono prove, confermate dalle ricerche del dr Jerry Tennant, che l’uso diffuso dell’aspirina durante l’inverno che è seguito alla fine della prima guerra mondiale, soppresse il sistema immunitario ed abbassò la temperatura corporea a milioni di persone, e fu il vero motivo provocatore del disastro Spagnola.

Un’altra scoperta interessante, un’altra ammissione dei giorni scorsi, è quella relativa al fatto accertato che la stragrande maggioranza dei morti, ed anche dei soggetti più severamente colpiti da influenza, corrisponde a persone obese e diabetiche, cariche di gravi problemi fisici, e dunque afflitte da un sistema immunitario indebolito, stressato ed inefficiente.

In pratica muoiono al nostro interno miliardi di cellule al minuto, di giorno e di notte in continuazione.

Valdo Vaccaro – www.valdovaccaro.blogspot.com  

Commenti disabilitati

Malattie inventate dall’uomo, virus a tre teste, pandemie degenerative, febbri e vaccini… tutto a gratis (o quasi) dalla nuova scienza mortuaria – Valdo Vaccaro dixit: “Unica cura… il vegetarismo!”

Flash veloci da alcuni documenti del Dr. Valdo Vaccaro

Pandemie suine?

Gli esperti del CDC di Atlanta (Center Disease Control), il Centro Prevenzione Malattie più famoso al mondo, sembrano allarmati, ma in realtà non vedevano l’ora che ciò accadesse.

Questo genoma è una mescolata contenente segmenti genetici provenienti da altri quattro virus: quello dell’influenza suina e dell’aviaria del Nord America, quello dell’influenza umana e quello dell’influenza suina eurasiatica.

Il CDC, nei cui uffici, nota bene, venne pianificato, disegnato e lanciato l’AIDS (che in origine si chiamava GRID, ovvero Gay Related Immunodeficiency Disease), come riportato dal professor Peter Duesberg nel suo best-seller Aids, il virus inventato, rientra sempre nel ristretto gruppo di amici del Codex Alimentarius.

La carne fa bene ai produttori (che se ne strafregano dei maiali come degli uomini), fa bene alla sanità (che grazie al consumo di carne si ingrossa, e se ne strafrega dei sani e dei malati), fa bene al sistema farmaceutico che tifa intensamente a favore di un pianeta al 100% sulla sedia a rotelle, col motorino sulle ruote ben si intende, per accedere in modo rapido alle superfarmacie di domani.

Per la Congiura del Male questa Peste Suina è un ottimo campo di allenamento per affilare le armi.

Anche il CDC fa parte della Congiura del Male contro l’Umanità.

Tra le puttanate dell’AIDS, del Papillovirus e della Peste Suina, abbiamo ai nostri piedi il mondo intero.

Macelli a pieno regime e magari con qualche incremento, data l’intensità della campagna pubblicitaria a favore della carne di suino e della carne in genere.

Mondo spaventato mondo vaccinato.

Tra le puttanate trascorse e presenti dell’AIDS, quelle del Papilloma Virus e quelle della Peste Suina, abbiamo finalmente il mondo intero ai nostri piedi, gongolano gli emissari del Cartello Farmaceutico Mondiale, inglobati nel solito Codex Alimentarius che si appresta a prendere in mano le redini del mondo intero.

Nulla al mondo è causato dai virus, al di fuori di una loro eccessiva accumulazione

La realtà invece è che non solo l’Hiv è una bufala, come è lo stesso Aids, ma che nulla al mondo è causato dai virus, al di fuori di un loro eventuale accumulo eccessivo.

Non abbiamo nel corpo spazi inutilizzati o zone riservate da regalare ai detriti cellulari.

Se si blocca il regolare ritmo metabolico della nutrizione (anabolismo o rinnovo costruttivo cellulare) e della pulizia (catabolismo o disgregazione-espulsione cellule morte), la ovvia conseguenza è l’intasamento, l’indebolimento e lo stato di malattia del corpo intero.

Se il virus è innocente, quale è allora la vera causa di malattia?

Dove sta dunque la malattia? Nel virus? No.

Dove allora? Nell’accumulo irregolare e patologico del virus.

Di chi è la colpa di questo accumulo?

Della droga che abbassa il numero dei linfo-leucociti, delle ore di sonno perse, dell’alcol e del fumo che demoliscono irrimediabilmente, della carne e del pesce che causano continue leucocitosi nel corpo fruttariano dell’uomo, del latticino che intasa, acidifica e letargizza, del cibo cotto che non nutre ma deruba il corpo di preziosi nutrienti, dei farmaci che scassano il sistema immunitario, e così via.

Esiste al mondo un’industria che non va mai in crisi e si chiama industria della paura e del terrore.

Uomo spaventato, uomo domato, uovo vaccinato, uomo medicalizzato.

Lo sa molto bene il cartello farmaceutico mondiale, nelle salde mani del gruppo Rockefeller.

Quando un minuscolo organismo, sia esso battero o virus, è presente nel corpo umano a livelli eccessivi e patologici, e quando esso si decompone nel corpo stesso (battero) o si accumula in eccesso (virus), solo il completo esaurimento del materiale organico nel corpo o il completo ripristino della pulizia e dell’equilibrio, faranno terminare il processo autoguaritivo.

L’intervento medico-farmacologico può solo bloccare ed interrompere scioccamente il processo di recupero, mediante un abbassamento della vitalità e della reattività del paziente ed una scomparsa provvisoria ed illusoria dei sintomi, che lascia inalterato al suo posto il vero problema della sporcizia ineliminata.

Difficoltà persino nella definizione dei virus.

Virus come trasportatore e facchino del DNA secondo Stefan Lanka.

Virus dunque strumento di terrore.

In latino virus significa veleno.

Coi virus è diverso. Siamo tuttora nel mondo dell’imponderabile.

La virologia è nata sull’onda della forzatura ideologica che ha portato i virus sul banco degli imputati.

Alla morte della cellula (e ne abbiamo ben 300 miliardi che muoiono regolarmente ogni santo giorno, ovvero 9 miliardi di cellule/ora) la cellula stessa si autodistrugge coi suoi enzimi interni (i lisozomi), che la disintegrano in infiniti pezzi di detriti cellulari, definibili come virus endogeni interni.

Mangiar male, dormir male, muoversi poco: questi sono i virus

Tali particelle, tali virus, non possono ammalare nessuno, non possono causare malattia a nessuno.

Chiaro, a questo punto, che nessuna malattia può essere causata dai virus, dai batteri, o da agenti infettanti.

I virus interni sono una realtà ed una necessità fisiologica, non sono assolutamente dei nemici. Niente vita niente virus. Niente cellule che muoiono niente virus interni.

Niente vita niente virus. Niente cellule che muoiono niente virus.

Il contagio e la peste nella visuale trasparente e scientifica del salutismo naturale.

Siamo in mezzo al tam-tam del terrore.

Crolla l’industria turistica e il titolo della British Airways cala in un giorno del 10%.

Per non dire del maiale, massimo traguardo del porco-uomo nell’Era Spirituale dell’Acquario.

Tutti chiusi nelle proprie stanze di fronte al computer.

Tutti pronti ad addentare il cuore del vitellino o le trippe di sua madre, massacrati senza alcuna pietà nel macello del circondario.

Per non dire del maiale, massimo traguardo culinario del porco-uomo del Terzo Millennio, ovvero dell’Era Spirituale dell’Acquario, che la grande civiltà Maya ha datato col 22 dicembre 2012.

Sono le condizioni di suscettibilità del paziente a fare del batterio o del virus un agente infettivo.

La Bio-Chemical Society di Toronto (Canada) condusse una serie di esperimenti dove colture di germi della tifoide, difterite, polmonite, tubercolosi e meningite, vennero fatte consumare in abbondanza a un gruppo di volontari sani e ben pagati.

Non possiamo schivare i batteri e i virus.

I batteri non producono malattia: è la malattia che li produce.

Al massimo esiste una debilitazione del vaccinato e quindi una sua ridotta reattività.

Non fanno bene ai sani e soprattutto ai bambini, perché quelli hanno già il loro potentissimo sistema immunitario funzionante.

Ad esempio il cocco della polmonite diventa bacillo della tifoide alimentandosi del virus tifoide, e viceversa.

L’Inghilterra fu il primo stato al mondo a imporre vaccinazioni obbligatorie alla sua gente.

Le prossime pandemie saranno 10 volte più gravi.

I nuovi Hitler e i nuovi torturatori del vaccino stanno affilando le armi.

Stiamo entrando finalmente nell’era del Codex Alimentarius, dove l’uomo vivrà non per vivere e divertirsi, ma soprattutto per vaccinarsi.

Se un corpo è in grado di difendersi da un vaccino (o malattia attenuata), è pure in grado di difendersi dalla malattia reale

I vaccini, secondo la medicina, sono una versione attenuata dei virus o dei germi accusati di causare malattia. Seguendo la ratio medica, il corpo usa il vaccino come un allenamento per prepararsi meglio al vero assalto della malattia reale. La malattia ci avvisa del pericolo.

Dr. Valdo Vaccaro dell’AVA -  valdovaccaro@libero.it

Commenti disabilitati

“Un quieto orrore” – Esperienze di vita vegetariana e non violenta narrate da Mariagrazia Pelaia della Rete Bioregionale Italiana

Un colpo secco. Poi un altro. Un tuffo al cuore mentre sto ancora dormendo, nell’ora in cui la notte e il giorno sono uniti in un abbraccio indistinto. Quei colpi sono la sveglia mattutina: segnalano che per me inizia un’altra giornata, mentre finisce quella di qualche gentile creatura alata o con la coda, impallinata dai cacciatori fuori dal paese.

Inesorabili, ogni mattina sfruttabile del calendario venatorio mi traggono dal sonno e mi riempiono di pensieri sulla stupida spietatezza del mondo…

Allora cerco di aiutare quei poveri animali, disturbati nell’affannosa ricerca di cibo e di vita, inviando a un’invisibile divinità in ascolto le mie preghiere: “Tornatevene a casa, a fare cose più serie! O Madre terra proteggi i poveri animali che capitano a tiro a questi freddi cecchini!

Che vergogna, mentre i supermercati sono pieni di animali morti in attesa di qualcuno che li compri e dia un senso al loro sacrificio! Ma Stefano mi ha raccontato che Latouche ieri a una conferenza alla Sapienza ha riferito che il trenta per cento della carne sul mercato viene buttata via, sia per ragioni di scadenza, sia per semplice capriccio di spreco…”.

Silenzio. Forse la telepatia dissuasiva sta funzionando. Mi riappisolo con un solo occhio. Pum! Un altro colpo… e poi altri quattro, cinque, dieci, che salgono alla rinfusa dalla valle fino al mio letto… E ad ognuno invio il messaggio augurale che le vittime designate siano riuscite a sfuggire ai loro ridicoli carnefici con calosce e tute mimetiche, che si espongono a ogni intemperie pur di dare sfogo a una diabolica libidine.

Allora riprendo: “Ma nessuno vi ha detto che ‘la caccia è un affare di morte che genera morte’? Così raccontava uno stregone africano che era un cacciatore provetto, ma quando di sedici figli gliene erano rimasti solo cinque o sei si rese conto che stava pagando un debito ben salato al mondo selvatico! Ha smesso di andare a caccia, decidendo di espiare con il servizio sacerdotale. Ma figurati se questi bifolchi hanno mai letto Il dio d’acqua di Marcel Griaule… O Dea natura fagli venire voglia di tornarsene a casa a dare una mano a chi lavora per il sostentamento delle loro famiglie… e che spendano i soldi per cose importanti e non per passatempi da becchini! Eppure in Italia c’è la legge 626 che non ammette la libera strafottenza con le armi al collo e in casa… gli incidenti di caccia sono in proporzione più alti di quelli sul lavoro…”.

Forse stavolta ce l’ho fatta… non si sente più nulla, un silenzio carico di apprensione… Rientra in casa Cirino e dopo la lauta colazione di croccantini eccolo adagiarsi con le zampette sui miei polpacci… “Beh, almeno tu sei al sicuro dalla furia omicida di questa specie subumana”. E Cirino risponde con tenere fusa… “Anche tu sei un cacciatore, ma non certo così spietato come quei signori là fuori, che hanno le dispense piene di cibo”.

Per fortuna ci sono gruppi di giovani che praticano il disturbo venatorio, hanno davvero un grande coraggio ad andare disarmati a passeggiare fra tante doppiette fumanti, con grilletti che non chiedono altro che di essere abbassati… Seguo le loro imprese eroiche in rete. Sono una speranza per il nostro futuro.

Ancora un’oretta di sonno per cercare di cominciare in un altro modo la giornata, magari uscendo da un bel sogno. Poi la colazione pronta e fumante, i libri già aperti accanto a una fetta di torta di mesquite del seri, una farina sudamericana che mi ha portato il mio tesoro dal Salone del gusto, tutto sembra propiziare un momento di pace e tranquillità… Ma come una mitragliatrice inceppata ecco l’urlo meccanico del decespugliatore con cui depilano le rocce del centro storico… Saluto per l’ultima volta le incaute erbette che fanno capoccella dai muri del vicolo all’altezza del selciato. C’è un piccolo ciuffo d’erba isolato su un muro nudo, lo guardo e penso: ‘Vuoi vedere che si portano via anche te?’. Detto, fatto. Ecco le implacabili lame rotanti…

Ma almeno voi avete delle radici ben custodite nella roccia e non ci metterete troppo a riemergere, più verdi e lucenti di prima.

Non c’è male per una tranquilla giornata infrasettimanale in un borgo sonnolento della Sabina. Tutti sembrano posseduti dallo stesso demone: snidare la vita e farla fuori, con grande dispiego di mezzi tecnologici efficienti, che dietro di loro lasciano una desolata scia di vuoto e morte…

Ora accendo la radio pur sapendo che corro un grande rischio a collegarmi così direttamente al Mondo… e infatti, eccoti subito la grande notizia che per testare chissà quale molecola dello spermatozoo sono i poveri topi a doversi sobbarcare l’ingrato compito per noi. Queste sono le liete novelle diffuse da Radio3 Scienza…

Gli animali sono come gli schiavi ai tempi dei romani, sbeffeggiati e sviliti di default: un quieto orrore in cui siamo immersi senza rendercene conto… i miei vicini hanno pezzi di cadaveri di animali nel frigo e magari intere famiglie spezzettate nei congelatori, e mi sale alla memoria l’immagine del dirimpettaio che torna dal suo “lavoro” con la borsa termica piena di pesci morti… cadaveri invenduti.

Poi mascherati dagli intingoli questi corpi, che grazie al gelo hanno interrotto il processo di naturale decomposizione, si distendono sui nostri piatti disegnando figure che magari richiamano scene della loro vita troncata. Ma noi non le distinguiamo, ingurgitandoli indifferenti.

Poi ci commuoviamo se ci presentano le loro vite in un film o in un documentario… Nella realtà c’è chi per noi gli spara un colpo alla fronte al macello o li estrae a tradimento dall’acqua con una rete: killer industriali che in tram ci siedono a fianco, a volte con piccoli schizzi di sangue rimasti sui baveri o sull’orlo delle maniche, sfuggiti a una frettolosa abluzione. E poi un iter da catena di montaggio, per cui il corpo con zoccoli, corna e peli sparisce e fa posto a una massa gelatinosa rosea che finisce sotto i riflettori ai supermercati e sui tavolacci da dissezione dei macellai. Oppure viene strizzata e compressa negli insaccati come le nostre ave ottocentesche nelle stecche del busto…

Sono questi bravi padri di famiglia il mattone del nostro edificio sociale. Un condominio tenebroso, in cui la gente perbene vive ignara (in trance) accanto al lager in cui si straziano le vite di creature che hanno solo sbagliato la forma in cui nascere…

Alzo gli occhi dal computer alla finestra: su una delle canne che pianto nei vasi per proteggere il mio orticello di rucola dai mici di passaggio per i tetti si è appollaiato un passero: ha capito che sto scrivendo un messaggio agghiacciato in loro nome? Che meraviglia, si scrolla e becchetta per pochi secondi che mi paiono un delizioso infinito e poi frulla via… che tu possa sfuggire agli umani!

Il pomeriggio lo trascorro immersa nel lavoro al computer, speranzosa in un sereno epilogo della giornata: a sera mi aspetta infatti la solita cenetta vegan, preparata senza spargere una goccia di sangue animale.

Certo, i carnivori maligni a questo punto si chiedono se non ho pietà anche per le piante strappate e sacrificate. Naturalmente vi sono vari livelli di crudeltà da subire in ambito vegetale, il meglio è lasciare la pianta madre sana e salva dove si trova, raccogliendone soltanto i frutti, la parte cioè espressamente prodotta per il consumo alimentare, che altrimenti non utilizzata deperirebbe e rinsecchirebbe invano. Dunque, raccogliere rappresenta un salvataggio. Poi ci sono le erbe tagliate come vari tipi di verdura e insalate, le cui radici vengono lasciate a terra, e quindi continuano a vivere collettivamente (questa è una mentalità che sfugge alla forma mentis individualistica del carnivoro). E infine le piante a ciclo agricolo annuale che morirebbero anche se non prelevate per il nostro desco. Insomma, le piante sembrano suggerire che stanno lavorando per noi, e in parte per questo si sacrificano di buon grado. Dunque onore alla loro grandezza d’animo, anche per l’altra sostanza salvavita che preparano in continuazione per noi: l’ossigeno. Diversa cosa è strappare la vita a un animale che non è per nulla d’accordo e lo dimostra correndo via disperato quando si trova su una scia predatoria… che geme in modo straziante una volta ferito, e sanguina come noi…

Certo, gli animali da allevamento corrispondono agli schiavi che stranamente non si ribellano alla loro condizione e hanno in qualche modo interiorizzato la sudditanza al prepotente, una specie di trance ipnotica che continua a causare problemi psicosociali ai popoli di schiavi affrancati, come gli afroamericani e gli afrobrasiliani, o come le donne liberate da un millenario servaggio.

Sono a tavola finalmente a gustarmi due mandarini, un’insalata con le olive, gli spaghetti ai cinque cereali con foglie di puntarelle all’agro-piccante e un’insalata di patate e cipolle cotte sotto la cenere. È tutto colorato e gustoso, gioioso e invitante. Ho acceso la tv, di nuovo mi trovo in balia degli imprevedibili messaggi in arrivo dal Mondo che cerco il più possibile di tenere fuori dalla porta della mia vita: sto guardando “Anno zero”… ed ecco improvvisamente Celentano che canta su flash di famigerati reality show… non ci posso credere: i “naufraghi” devono superare una prova raccapricciante, bere sangue di vacca e mangiare un occhio di bue… Di nuovo sommersa da un quieto, domestico orrore… vado a dormire disgustata.

Si palpa con mano la sconsolante ricostruzione di Rifkin in Ecocidio: purtroppo viviamo nella cultura (?) del dio Bistecca, che sta portando alla desertificazione il pianeta e le nostre anime…

Mariagrazia Pelaia – Quaderni di Vita Bioregionale Solstizio Estivo 2009

mgpelaia at gmail.com

Commenti disabilitati

Vegetarismo ed osservazione della vita vegetale – Con Antonio Doddi da Cerveteri a Calcata il passo è breve….

Si dice “andare da Erode a Pilato” quando qualcuno deve passare da un giudizio all’altro senza possibilità di redenzione…  Ma l’esempio è un’esagerazione voluta.

Oggi un folto gruppo di amici provenienti da Cerveteri ha partecipato ad una passeggiata lungo il Treja alla ricerca di erbe selvatiche commestibili. Molti di questi ceriti hanno confessato, parlando con me lungo il percorso, di essere mangiatori di carne, adducendo le più svariate motivazioni, dall’abitudine al piacere del gusto, sino alla scusante che “uccidere un animale od una pianta è la stessa cosa, poiché anche le piante sono vive..”.

Questo è un discorso ricorrente che viene fatto dai carnivori per giustificarsi nel voler continuare a mangiar carne… E stamattina mentre camminavamo sotto il sole e cercando qua e là diverse erbe commestibili non ho potuto far a meno di insistere sul fatto che non serve “uccidere” la pianta. Infatti se pratichiamo solo la sfogliatura e non il taglio, come d’altronde fanno tutti gli erbivori che brucano, la pianta può continuare il suo ciclo vitale e produrre fiori e frutti e semi. Inoltre ho riproposto l’altra argomentazione, quella ecologica, che dovrebbe riportarci alla alimentazione consona alla nostra natura di animali frugivori (come le scimmie antropomorfe, maiali, orsi, etc.) considerando anche il fatto che l’eccessivo uso di carne, proveniente da allevamenti industriali (e conseguente coltivazione intensiva di foraggio) comporta il maggior tasso di inquinamento per il pianeta, molto di più della produzione industriale ed energetica con sistemi non rinnovabili.

Ciononostante in tanti anni che son vegetariano ho sentito spesso rivolgermi la domanda, quasi un’accusa: “se veramente vuoi rispettare la vita non dovresti mangiare nemmeno i vegetali perché anch’essi sono dotati di vita..”. Debbo dirvi che questo tipo di obiezione mi ha sempre fatto sorridere perché lascia trapelare il malcelato bisogno di autogiustificarsi nella scelta di voler continuare a mangiar carne. Eppure c’è del vero in quanto affermano questi “difensori della vita”. Anche le piante al pari di uomini ed animali sono dotate di un sistema nervoso primitivo. Recenti studi effettuati con appositi macchinari confermano la presenza “emozioni” quali: paura, desiderio e persino amore.

Insomma la coscienza vegetale è a tutti gli effetti simile a quella animale da cui si differenzia solo per l’intensità delle percezioni e reazioni, che nelle piante sono più lente e meno evidenti. Da una ricerca compiuta dallo scienziato indiano Bose risulta che le piante rispondono a stimoli di simpatia od antipatia nei loro confronti e di conseguenza la loro vitalità e fruttificazione ne viene interessata. Un risultato dell’attenzione amorevole rivolta alle piante è la maggiore produzione di getti e polloni utilizzabili dall’uomo o dagli animali come cibo, purché l’assunzione avvenga in forma di sfoltitura, essa stessa un aiuto alla vitalità della pianta, in quanto rinforza la radice e incentiva la produzione di fiori e frutti e semi. La pianta utilizza gli animali e l’uomo per la sua propagazione sessuale, infatti è l’esperienza di ognuno di noi dopo aver mangiato un frutto succoso provare rispetto verso il seme, magari in forma di desiderio di piantarlo nella terra per vederlo rinascere o nel gettarlo verso terra con gesto creativo. In verità è la natura stessa che rende appetitoso ed utile il frutto e ispira chi se ne ciba a gettarlo lontano dal luogo originario, succede tra l’altro con gli uccelli che inghiottono le ciliegie per poi defecarne altrove i noccioli al volo….

Anche l’uso di legumi e cereali non presuppone l’uccisione della pianta in quanto tali semi maturano al termine del ciclo vitale e la loro coltivazione per uso alimentare facilita il mantenimento in vita e propagazione della pianta stessa, sono tutti “devices” di carattere sessuale riproduttivo.. Un modo per aiutare la diffusione delle specie prescelte. Nella dieta naturale è altamente raccomandato l’uso di crudità e traendo le foglie dalla sfoltitura non comporta uccisione quindi la pianta non verrà danneggiata. In effetti oggi abbiamo raccolto parecchie cimette di ortica, questo fa sì che dalla troncatura vengono emessi due nuovi getti, quindi l’ortica ci “guadagna”..

Le erbe commestibili sono la stragrande maggioranza di quelle esistenti, durante la passeggiata odierna, abbiamo riconosciuto un centinaio di specie vegetali e solo due o tre sono state da me indicate come “velenose” (forse meglio definirle tossiche o psicotrope): due tipi di cicuta e l’arbusto del sambuco nano puzzolente. Basti pensare che Plinio menzionava oltre mille vegetali commestibili fra quelli in uso nella cucina romana mentre oggi noi dal fruttivendolo ne troviamo al massimo una trentina e perlopiù originari dalle americhe (patate, pomodori, melanzane, etc.).

Per approfondire il discorso sulle piante commestibili e sui vari momenti di maturazione dei frutti selvatici abbiamo deciso con Antonio Doddi, l’accompagnatore degli esploratori ceriti, di organizzare una serie di uscite stagionali in modo da poter riconoscere ed apprezzare i diversi vegetali stagionali che crescono spontaneamente nella valle del Treja. Il prossimo appuntamento importante è fissato per l’equinozio d’autunno.

Paolo D’Arpini

Ancora sul vegetarismo, sugli animali e sulla dieta naturale dell’uomo… e sul diritto di esprimere le proprie opinioni

Salve a tutti,

sicuramente i problemi della salute, dell’ambiente, della società ecc. non derivano tutti dal consumo di carne, su questo non ci sono dubbi; ma alla radice di questi problemi c’è la “mentalità” del mangiatore di carne medio. Di colui/colei che compra al supermercato un prodotto (non più un essere vivente la cui vita è stata sacrificata per gli umani) come un qualsiasi altro oggetto inanimato. Ci sono bambine e bambini che alla domanda:”da dove viene la carne” rispondono con la loro innocente spensieratezza:”dal supermercato”; ci sono ragazze e ragazzi che forse nella loro vita non vedranno mai una mucca dal vivo (qui in Italia forse è difficile, ma nei paesi più “industrializzati” succede di frequente); che grazie alla pubblicità della Milka davvero pensano che esistano mucche (che poi si chiamano vacche) viola. Il pensiero che c’è dietro un mangiatore di carne medio è quello dettato dalla nostra società consumista, e cioè di consumare tutto e subito, anche se non ne esiste la necessità.

Il fatto di mangiare carne di per sé non è da colpevolizzare (da un punto di vista prettamente ambientalista ed ecologista, _non_ animalista!), ma tutta l’entourage che vi sta dietro sì. L’apatia e l’indifferenza nell’acquistare un prodotto, proveniente da allevamenti intensivi, che pompano gli animali di steroidi, ormoni, antibiotici e medicamenti, provocano delle reazioni a catena che distruggono questo nostro unico mondo. I mangimi degli Animali allevati nell’EU sono fino al 40% OGM (!), provengono da zone del mondo dove prima vi sorgevano foreste ed ecosistemi incontaminati, adesso invece lì sorgono immensi campi di soia o mais geneticamente modificati (della Monsanto o altre multinazionali) che sfruttano sia la terra sia il lavoro degli umani che vivono in quelle zone. Gli stabilimenti di allevamento non solo non rispettano la vita Animale, ma neanche quella umana, infatti pur di risparmiare non si spendono soldi in impianti di purificazione, si distrugge l’ambiente pur di far posto ai pascoli (o a giganteschi capannoni dove verranno stipati gli Animali), con gli antibiotici dati preventivamente e gli altri medicamenti avviene una selezione naturale di virus e batteri altamente pericolosi e difficili da combattere. Tutti questi animali ammassati insieme rendono la propagazione di malattie, a volte pericolose anche per l’uomo, molto più veloce e difficile da contenere, soprattutto se si tratta di malattie con un lungo tempo di incubazione prima che compaiano i sintomi. E la lista continua all’infinito.

La soluzione è la consapevolezza, e chi prende la decisione di seguire una dieta vegetariana, non è per forza obbligato a svilupparla. La scelta di vita vegetariana dovrebbe comprendere anche una serie di riflessioni che portino ad una maggiore presa di coscienza del fatto che come consumatori *noi tutti* siamo in grado di influenzare l’andamento economico, morale, politico e sociale di questo mondo.

Chi non mangia carne, ma prende la macchina per percorrere anche solo qualche chilometro in una bellissima giornata estiva, che gusta in un Fast-Food una bella insalatona gigante, che lascia accesa televisione, stereo e computer per andare a comprarsi sigarette e alcol all’hypermegasupermercato (in macchina, naturalmente), è a mio avviso una persona disgustosa per non dire altro. Ho avuto la possibilità di conoscere persone che pur essendo vegetariane nel senso stretto del termine, continuavano a comprare vestiti in cuoio, che quindi vivevano il loro essere vegetariani solamente come una qualsiasi altra dieta onnivora.

Ci sono persone che mangiano carne una volta a settimana o ogni due (ma veramente non più spesso!), attenti all’ambiente, al risparmio energetico, all’ecologia ecc., che vivono in maniera più sostenibile e più consapevole dei vegetariani appena descritti.

Vorrei aggiungere che a parer mio (come del resto tutto il testo, sono troppo pigro per voler ricercare fonti che sostengano le mie tesi, prendetele come mere opinioni) il numero di vegetariani “inconsapevoli” è uguale o minore degli onnivori “consapevoli”. Anche perché, alla fine, spiluzzicando di qua e di là, chiudendo un occhi alle piccole abitudini (distruttive) quotidiane la consapevolezza degli onnivori va a farsi benedire.

Le vegetariane e i vegetariani dimostrano già di poter compiere grandi sforzi a nome di una causa giusta, e quindi è *più probabile* (ma non scontato) che cambino anche il loro modo di vivere.

Le conclusioni di Caterina “insomma ci sarebbe bisogno di una rivoluzione globale sul nostro stile di vita” sono l’unica soluzione possibile che porti a migliorare il mondo.

Vorrei infine concludere con una frase che penso esista da secoli, e che ognuno spero si faccia propria: “Per cambiare il mondo, bisogna cambiare se stessi”

Cordiali saluti,

0023842@gmail.com  - dalla lista: Ecologia di Peacelink

……………

Pubblico questa lettera “anonima” sul nostro sito del Circolo vegetariano, come ho pubblicato quella di Caterina Regazzi e quelle di Franco Libero Manco e di tanti altri, per approfondire il dialogo sul vegetarismo ed esaminare il tema dell’alimentazione naturale da varie angolazioni. Ringrazio perciò lo scrivente numerato per il suo contributo… e la lista di Ecologia Peacelink per la divulgazione…

Ma perché, scrivente numerato, non firmare la lettera? Perché nascondersi dietro una sigla e non esporsi apertamente come hanno sin’ora fatto tutti gi altri partecipanti alla discussione?

A questo proposito vorrei riportare all’attenzione dei lettori la storia della monaca Ryonen che potete leggere sul link:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/04/22/la-funzione-del-guru-nella-spiritualita-laica-3-storie-esemplificative-nityananda-baal-shem-tov-ryonen%e2%80%a6/  

Cari saluti vegetariani a tutti voi che leggete, Paolo D’Arpini