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CAMPAGNA DI RACCOLTA FIRME PER I REFERENDUM di “ITALIA PER LA PACE”

Il blocco “occidentale” ha confermato al recente vertice del G7 a Hiroshima la volontà di rifiutare qualsiasi soluzione per la guerra ucraina che non sia quella della “vittoria” completa, “senza se e senza ma”, sulla Russia (come esplicitamente dichiara Giorgia Meloni).

Il governo italiano, sostenuto in questo anche dal principale partito di opposizione, è in prima fila nell’alimentare, in aperta violazione dell’articolo 11 della Costituzione, l’escalation bellica, con l’invio sempre più massiccio di armi al governo di Kiev.

Ursula von der Leyen chiede ai paesi della UE di intensificare la produzione di proiettili e armi da inviare a Kiev. A tale scopo potrebbero essere dedicate anche le risorse di NextGeneration EU?

Sottratti alla sanità, all’istruzione, ai servizi sociali, al risanamento idrogeologico, miliardi di euro sono dirottati in Ucraina per alimentare la guerra.

Gran parte dei media sono asserviti come non mai alla narrazione a senso unico finalizzata ad accrescere il sostegno bellico al governo Zelensky.

È una situazione estremamente grave e pericolosa, che spinge l’Occidente, e il nostro Paese in particolare, verso il baratro di una guerra più ampia e generalizzata, di una guerra mondiale.

Il movimento pacifista – che 20 anni fa era stato capace di grandi mobilitazioni contro l’aggressione anglo-americana all’Iraq – si è mosso con impaccio e difficoltà, e, pur promuovendo alcune manifestazioni, non è riuscito sinora a dare espressione politica al dissenso di una parte consistente (secondo alcuni sondaggi, maggioritaria, nonostante il martellamento mediatico) della popolazione italiana verso la politica bellicista del governo.

È in questo contesto peculiare, di debolezza e stallo del movimento pacifista, che nasce l’iniziativa di due comitati – ora operanti d’intesa sotto il logo unitario di “Italia per la pace” – di promuovere la consultazione referendaria contro l’invio di armi [in calce il testo e la breve spiegazione dei due quesiti referendari contro l’invio di armi, cui si aggiunge quello a difesa della sanità pubblica].

Questa iniziativa che, nel contesto dato, non poteva essere del tutto esente da limiti politici, e organizzativi, ha però il grande pregio di portare a livello di massa, e non solo tra gruppi ristretti di attivisti (come sostanzialmente è stato sinora), la questione fondamentale – la “più fondamentale” (mi si perdoni la sgrammaticatura) in questo momento – della guerra e della pace, chiede alle persone di schierarsi, senza bizantinismi, pro o contro la cobelligeranza italiana, e di farlo apertamente, “mettendoci la faccia”, apponendo la propria firma. È un pronunciamento chiaro, attestato e certificato.

La campagna di raccolta firme si è avviata ufficialmente il 22 aprile. È trascorso più di un mese dal suo inizio. L’esperienza compiuta sinora ai banchetti di raccolta firme ha mostrato sensibilità, attenzione e partecipazione della popolazione alla questione della pace e della guerra; ha mostrato anche l’impegno, la generosità, il grande spirito di sacrificio degli attivisti che si dedicano volontariamente e a proprie spese (per pagare volantini, locandine, bolli per le autorizzazioni di occupazione di suolo, ecc.) – nella campagna di raccolta firme. Ne servono almeno 500.000 per portare i quesiti referendari alla Consulta.

Il raggiungimento del mezzo milione di firme certificate potrebbe essere conseguito senza particolari difficoltà se non vi fosse il defilarsi (se non il remare contro) di comitati, associazioni, partiti, che pure iscrivono sulle loro bandiere la parola “pace” e l’articolo 11 della Costituzione. Non hanno compreso l’entità della posta in gioco? Non hanno compreso che la campagna referendaria è uno strumento importante di mobilitazione di massa, di presa di coscienza, di espressione di una volontà popolare contro la cobelligeranza italiana?

L’iniziativa referendaria non si contrappone, ma si può proficuamente affiancare alle altre già in essere o che potrebbero profilarsi.

A 15 mesi dall’inizio della guerra ad alta intensità in Ucraina, si pone oggi un’alternativa secca:

- sostenere la scelta bellicista del G7, la cobelligeranza dell’Italia, l’escalation della guerra, continuando e intensificando l’invio di armi?

- oppure schierarsi con la Costituzione repubblicana, contro la cobelligeranza, contro l’invio di armi, perché l’Italia sia fuori della guerra e ritrovi un ruolo di ponte di pace tra i popoli?

Tertium non datur.

Come cittadini attivi e consapevoli della Repubblica possiamo svolgere un’azione politica sugli indirizzi politici del governo della Repubblica, utilizzando tutti gli istituti costituzionali esistenti e che non sono stati – almeno formalmente – rimossi. Tra questi, il referendum.

Ci si può permettere, nella gravissima situazione data, di ignorare l’iniziativa referendaria, di “astenersi”, o addirittura attaccarla?

SOSTENIAMO ATTIVAMENTE L’INIZIATIVA REFERENDARIA!

Chi voglia partecipare ai banchetti di raccolta firme nella propria città o promuovere tutte le iniziative possibili per propagandare l’iniziativa referendaria (dalle conferenze ai concerti ai flash mob) o dedicare tempo, energie, risorse per tutte le operazioni amministrativo-burocratiche necessarie (dalla vidimazione dei moduli alla certificazione delle firme presso i comuni) è vivamente invitato a

- mettersi in contatto con i comitati referendari della propria zona

- mettersi in contatto con i siti nazionali dei due comitati referendari:

www. generazionifuture.org | www.referendumripudialaguerra.it

- o scrivendo a: firma@referendumripudialaguerra.it

Andrea Catone

I quesiti referendari

Quesito 1. Testo: «Vuoi tu che sia abrogato l’art. 1 del decreto-legge 2 dicembre 2022, n. 185 (Disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità Governative dell’ucraina), convertito in legge n. 8 del 27gennaio 2023 nelle parole: “È prorogata, fino al 31 dicembre 2023, previo atto di indirizzo delle Camere, l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità Governative dell’ucraina, di cui all’art. 2-bis del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 aprile 2022, n. 28, nei termini e con le modalità ivi stabilite”?»

Chiarimenti. Il quesito è finalizzato ad abrogare la normativa eccezionale, voluta dal Governo Draghi e prorogata, poi, fino al 31 dicembre c.a., dall’attuale Governo Meloni, in forza della quale si autorizza la fornitura di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari a favore dell’Ucraina, e ciò in pieno contrasto con l’art 11 della Costituzione: “L’Italia ripudia la guerra”. L’esito favorevole di questo quesito referendario, pertanto, comporta l’arresto di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari italiane in Ucraina.

Quesito 2. Testo: «Volete voi che sia abrogato l’art. 1, comma 6, lettera a), legge 09 luglio 1990, n. 185, rubricata “Nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”, e successive modificazioni (che prevede: “6. L’esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l’intermediazione di materiali di armamento sono altresì vietati: a) verso i Paesi in stato di conflitto armato, in contrasto con i princìpi dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, fatto salvo il rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere” limitatamente alle parole “o le diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare previo parere delle Camere”?»

Chiarimenti: Il quesito riguarda la derogabilità, dal regime di divieto di esportazione di armi in Territori belligeranti. Si chiede espressamente, infatti, di abrogare l’articolo che, in deroga, consente deliberazioni diverse del Consiglio dei Ministri che, nel caso specifico, si sono concretizzate nell’emanazione della normativa eccezionale voluta dal Governo Draghi e prorogata, poi, dall’attuale Governo Meloni. L’esito positivo di questo quesito referendario, comporta l’impossibilità per i nostri Governi di emanare dispositivi normativi che autorizzino la fornitura di materiali di armamento ai Paesi in stato di conflitto armato.

Quesito 3. Testo «Vuoi tu abrogare l’art. 1 (Programmazione sanitaria nazionale e definizione dei livelli uniformi di assistenza), comma 13, decreto legislativo n. 502/1992 (Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art. 1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421, Gazzetta Ufficiale n. 305 del 30 dicembre 1992 – Supplemento ordinario n. 137) limitatamente alle parole “e privati e delle strutture private accreditate dal Servizio Sanitario Nazionale”?».

Chiarimenti. Il quesito si prefigge di garantire e tutelare il servizio pubblico a beneficio della salute collettiva ed individuale di tutti i cittadini. L’esito positivo di questo terzo quesito referendario comporta l’esclusione dalla partecipazione, prevista attualmente dalla Legge 502/1992, dei soggetti privati come protagonisti della pianificazione sanitaria, consentendo, in assenza di conflitto di interesse, un più libero investimento di risorse adeguate nelle politiche sanitarie che vanno decise unicamente nel pubblico interesse.

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Ricerca sulla presenza in Televisione delle confessioni religiose…

Dal 2010 Critica liberale, grazie anche al Contributo dell’8×1000 della Chiesa Valdese, commissiona una ricerca sulla presenza in Televisione delle confessioni religiose. L’analisi viene fatta sui palinsesti delle 7 televisioni generaliste italiane (Rai, Fininvest e la7). In particolare dal 1 settembre 2020 al 31 agosto 2021 sono state analizzate tutte le edizioni dei telegiornali, tutti i programmi a carattere religioso (le rubriche, gli eventi religiosi, ecc.), le produzioni televisive, le opere cinematografiche e i documentari di argomento religioso o con soggetti confessionali tra i protagonisti.

CONFERENZA   PRESSO LA SALA STAMPA DELLA CAMERA DEI DEPUTATI,  Via della Missione, 4 – Roma  1 giugno ore 10,00.
Presentazione

XI RAPPORTO SULLE CONFESSIONI RELIGIOSE E TV
XII RAPPORTO SUI TELEGIORNALI
E SULLA PRESENZA TELEVISIVA DI PAPA FRANCESCO
XVI rapporto sulla secolarizzazione

Verrà presentato anche il rapporto sulla secolarizzazione della società italiana, basato sui dati di: Istat, Ufficio Statistico della Chiesa, Cei, ministero dell’Economia, Servizio nazionale della Conferenza episcopale italiana per l’insegnamento della religione cattolica, Miur, ministero della Salute e Iqvia, società di ricerche di mercato nel settore farmaceutico.

Presenteranno i rapporti Enzo Marzo (direttore di Critica liberale), Lorenzo di Pietro (giornalista e analista) e Ilaria Valenzi Consulente legale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI)

Intervengono i deputati dell’Intergruppo Parlamentare per la laicità:
Riccardo Magi, Elisabetta Piccolotti, Filiberto Zaratti

Per info: Riccardo Mastrorillo – 3293251004 – info@criticaliberale.it

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Taiwan il prossimo fronte…

Taiwan sta negoziando un passaggio sotto l’ombrello nucleare statunitense. Lo ha annunciato la scorsa settimana il capo del “Ministero degli Esteri” Joseph Wu, in un discorso al parlamento dell’isola. Tuttavia, si è rifiutato di rispondere pubblicamente a domande chiarificatrici o di divulgare dettagli: “Per quanto riguarda la discussione della questione con gli Stati Uniti, non è appropriato per me renderla pubblica qui”.

▪️ Come si suol dire, ci siamo. È vero, non c’è nulla di sorprendente in questo. Joe Biden ha già dichiarato la sua disponibilità a utilizzare le forze militari statunitensi per difendere l’isola. E la possibilità che un improvviso contingente statunitense venga subito inviato a Taiwan è stata apertamente discussa nei circoli di esperti statunitensi.

Abbiamo già notato che nella situazione in merito all’isola Washington sta cercando di tenere conto della “lezione ucraina”. Ha iniziato ad armare Taiwan in modo intensivo e anticipato. Sta creando imprese di difesa congiunte con l’aiuto di appaltatori del Pentagono. Duecento istruttori americani sono già arrivati sull’isola e 600 militari taiwanesi sono partiti per gli Stati Uniti.

Lo scenario di un improvviso dispiegamento di armi nucleari statunitensi a Taiwan sembra quindi molto reale.

▪️ Tuttavia, Washington non ha molto tempo per prendere una decisione del genere: solo fino al gennaio 2024, data delle prossime elezioni “presidenziali” a Taiwan. Dove potrebbe vincere un rappresentante del partito Kuomintang contrario alla sovranizzazione dell’isola.

Molto dipenderà dalla determinazione di Pechino. È l’errore di calcolo di questo fattore che sarà decisivo per la Casa Bianca. Se, invece di un altro avvertimento cinese, i pescherecci cinesi inizieranno improvvisamente a speronare le navi statunitensi e della NATO nello Stretto di Taiwan, ad esempio, l’Occidente potrebbe vedere un inasprimento della situazione.

▪️ Gli anglosassoni sono abbastanza capaci di fare il tutto per tutto. Minare il Nord Stream ne è una prova convincente.

La posta in gioco è troppo alta. Sarebbe impossibile bloccare la Cina nella prima catena insulare senza Taiwan. Inoltre, un’arteria commerciale trafficata attraverserà lo Stretto di Taiwan, che diventerà di fatto acque interne della Cina, con il passaggio di una nave portacontainer su due nel mondo.

Elena Panina

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Referendum contro la guerra – Appello ai cittadini italiani

Cari amici e sostenitori, come sapete (o forse no) è in atto una campagna referendaria per cercare di arginare la deriva bellicista verso cui ci sta portando l’incoscienza di chi (s)governa il nostro Paese.

Ad oggi ci troviamo nel paradosso che, mentre la situazione internazionale si fa sempre più critica ed i rischi di un coinvolgimento diretto dell’Italia sempre più concreti, la campagna referendaria stenta a decollare come dovrebbe sia perché i media generalisti non ne parlano affatto, sia perché vi è una discreta carenza di risorse umane che possano portarla avanti con la giusta lena.

A Roma, dove dovremmo raccogliere il maggior numero di firme, la campagna referendaria viene portata avanti da un nucleo ristrette di persone che pur essendo ben organizzate, stentano a coprire l’intero territorio della città, persone che da un mese hanno anteposto, alle loro legittime esigenze personali, gli interessi collettivi nel tentativo concreto di fermare questa guerra, quella che potrebbe determinare la scomparsa del genere umano.

Questa non è la guerra di pochi è la GUERRA DI TUTTI!

Lanciamo pertanto un appello a tutti voi, sperando che possiate raccoglierlo per tempo.

Abbiamo URGENTE BISOGNO DI VOLONTARI che si rendano disponibili a:

sostenere la raccolta firme sul territorio;

partecipare ai banchetti per la raccolta firme;

gestire una postazione di raccolta firme e/o creare eventi dedicati alla raccolta stessa;

pubblicizzare il referendum in ogni modo possibile (distribuendo volantini, parlando con le persone, condividendolo sui social, partecipando ad eventi…)

Tutti possono contribuire, tutti possono diventare artefici del proprio futuro. Non sono attività difficili, non è necessaria una preparazione particolare e i nostri attivisti sul campo saranno comunque sempre disponibili ad affiancare e formare i nuovi volontari, a fornire loro il sostegno e tutte le informazioni necessarie per integrarsi e massimizzare gli esiti della raccolta delle firme.

Non esistono obblighi, è tutto su base volontaria e sarete voi a decidere quanto tempo, come e dove impegnarvi in questa collaborazione.

Non bisogna essere esperti di politica per capire che, qualora non si raggiungesse la quota delle 500.000 firme, qualsiasi governo si sentirebbe ancor più legittimato a trascinarci in guerra.

Faremo tutto il possibile per attivare gli strumenti democratici messi a nostra disposizione per fermare questa pericolosissima guerra e ci distingueremo in positivo!

E per coloro che, a sostegno del loro mancato impegno, si trincerano dietro la scusa banale dell’inutilità di un’azione di questo tipo, chiediamo:

e se la situazione precipitasse? Potreste dire di aver fatto tutto il possibile per fermare questo scempio?

Usa il link qui sotto per dare la tua disponibilità:

https://forms.gle/hDxAeAXMWA4bxXPj7

Grazie mille

Comitato Referendario Ripudia la Guerra

firma@referendumripudialaguerra.it

https://referendumripudialaguerra.it

www.dovefirmare.it

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U.S. Antiwar Activists Report Back From Trip to Russia

Dan Kovalik and Rick Sterling, two antiwar and social justice activists have just returned from a fact-finding trip to Russia, including Crimea. They wanted to speak to Russians and, as people from the U.S., let the Russians know that they opposed the sanctions on Russia and the Western imposed isolation of their country. As the proxy war in Ukraine is putting nuclear powers in conflict to an extent we have not seen in decades, such trips should be the norm for antiwar activists in the US and Russia. But few Russians can get into the US and Western countries make it very difficult for people to travel to Russia.

Join us for this important webinar and hear what the people of Russia are thinking about the Ukraine War, the sanctions and their relation with the U.S.

Click here to register: https://us06web.zoom.us/webinar/register/WN_tSok0bfeR7K8pXmrLCqW1g#/registration

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