Archivio della Categoria 'Lettere inviate e ricevute'

Lettera aperta al signor Sacchetti su Blavatsky, Steiner, David Icke, Fatima, ecc.

Buongiorno sig. Sacchetti, siccome non posso commentare i suoi post su telegram perchè lei mi ha tolto la possibilità di farlo, le trasmetto queste poche info sufficienti per smentire le erronee sue sulle ricerche teosofiche di fine ottocento, ricerche che sono state aggiornate a fine novecento dall’antropologo-teosofo Bernardino del Boca. Basta leggere, con onestà intellettuale, alcune che ho riportato qui per comprendere che è stato un grande precursore: http://www.teosofia-bernardino-del-boca.it/

Riguardo il suo articolo https://www.lacrunadellago.net/linganno-massonico-dellufologia-degli-alieni-e-della-new-age/ : lei considera satanisti Blavatsky, Steiner, David Icke ed altri.

Potrebbe rispondere a questi dubbi? https://www.thelivingspirits.net/nuovo-ordine-mondiale-e-teosofia-paola-botta-beltramo-risponde-ai-dubbi/

e spiegare quale sia stata la causa prevalente a scatenare l’influenza spagnola prevista a Fatima? E’ stato castigo divino, come affermano i religiosi e alcuni contattisti, è stato il virus degli uccelli – mai prima pericolosi nè subito dopo la fine della guerra, o altro?https://accademiadellaliberta.blogspot.com/2024/06/pandemia-prevista-fatima-e-contattisti.html

https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2021/09/madame-blavatsky-non-e-stata.html

https://retedellereti.blogspot.com/2020/04/superare-il-contagio-con-una-sintesi-di.html

Cordiali saluti.

Paola Botta Beltramo

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Joe Biden scrive una lettera di rinuncia alla sua candidatura in favore di Kamala Harris, ma lascia dubbiosi i democratici americani…

La notizia bomba, relativa al ritiro della candidatura di Joe Biden alla corsa presidenziale di novembre 2024, era già stata ventilata da varie fonti nei giorni scorsi ma sempre negata dall’interessato stesso, il quale ha continuato a sostenere -fino a ieri- di voler vincere le elezioni contro Donald Trump. Ma stamattina, 22 luglio 2024, su tutti i media mainstream è apparsa la notizia della rinuncia, a mezzo lettera “raccomandata”, in cui il presidente annuncia di non sentirsi troppo bene e quindi di passare il testimone alla sua vice Kamala Harris.

La lettera di rinuncia alla candidatura democratica di Joe Biden è stata pubblicata su X (ma chi ha firmato la lettera?). Sì, il documento è apparso anche sulla pagina ufficiale del Presidente degli Stati Uniti ma l’ha firmato lui? Alcuni “complottisti” notano che Biden non ha l’abitudine di sottolineare le sue firme, come in questo caso…

I teorici della cospirazione stanno già aggiungendo la parola “golpe” a questi argomenti… La domanda quindi sarebbe: chi ha firmato per Biden?

Ma per non porre tempo in mezzo è iniziata di fretta la campagna per il riconoscimento della candidatura di Kamala Harris. Su questo tema propongo l’articolo che segue (P.D’A.)

Kamala Harris ha iniziato frettolosamente a consolidare attorno a sé il Partito Democratico diviso. Già più di 500 delegati si sono impegnati a sostenere la Harris alla convention del partito in agosto 2024: ha bisogno di ottenere 1.986 voti dei delegati, è probabile che ci riuscirà nel prossimo futuro.

I donatori del Partito Democratico hanno immediatamente versato 50 milioni di dollari nella campagna di Harris dopo sole 7 ore dall’annuncio del ritiro di Biden dalla corsa. Kamala è stata sostenuta da diversi democratici influenti, tra cui i Clinton e il governatore della California Gavin Newsom.

C’è però chi resta in silenzio. Tra loro ci sono Barack Obama, Nancy Pelosi e il leader democratico della Camera Hakeem Jeffries. Molti non sono sicuri della candidatura della Harris. Dopotutto, non si è dimostrata la migliore come procuratrice in California. Poi voleva seriamente imprigionare i genitori dei bambini che saltano la scuola.

La Harris non è stata neanche impressionante come senatore. E durante le primarie del 2020 si è ritirata dalle elezioni con un voto del 2%. Ebbene, nella posizione di vicepresidente, Kamala ha avuto solo fallimenti: non è stata in grado di risolvere la crisi migratoria che le è stata imposta. Durante i suoi viaggi, la Harris rideva costantemente fuori posto e confondeva i nomi di paesi come la Corea del Nord e quella del Sud.

Biden si è ritirato dalla competizione presidenziale dopo una serie di sondaggi che mostravano che stava decisamente perdendo contro Trump. Tuttavia, le valutazioni della Harris non sono molto più alte. Cercheranno rapidamente un candidato più forte: ci sono già diversi aspiranti. Ma i democratici sono già precipitati nel caos cercando di organizzare un cambio d’emergenza dei cavalli al passaggio dei 100 giorni prima delle elezioni. E alla fine, potrebbe rivelarsi che tutto è stato vano e la Harris si rivelerà un candidato piersino più debole di Biden.

Malek Dudakov

Articolo collegato: https://paolodarpini.blogspot.com/2024/07/the-long-long-race-joe-biden-e-stato.html

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Commento di S.M.: “”USA, dov’è Biden? Molte persone lo chiedono. Esiste solo una dichiarazione scritta di Biden sul ritiro dalle elezioni. Ma lui stesso non si è presentato e non ha detto nulla. Solo due giorni fa ha dichiarato con assoluta fermezza che sarebbe andato alle urne. Forse non è stato Biden a fare questa affermazione ma qualcuno per suo conto? Forse qualcuno tiene prigioniero Biden e parla a suo nome? O forse Biden è in condizioni fisiche tali da non riuscire a parlare? E chi governa l’America per conto del presidente?
Queste sono le domande che molti repubblicani si pongono a gran voce adesso.
E chiedono le dimissioni immediate di Biden. E dicono che se Biden non sarà in grado di essere un candidato presidenziale quest’anno, allora non sarà in grado di essere presidente adesso.
Il ritiro della sua candidatura era stato concordato con Biden? Oppure il suo staff ha rilasciato una dichiarazione del genere senza il consenso di Biden?”

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L’Ucraina “allevata” dagli Stati Uniti…

Nel 2004, la casa editrice dello United States Army War College pubblicò un saggio intitolato United States-Ukraine military relations and the value of interoperability, a firma del colonnello delle forze armate ucraine Leonid Polyakov. Nel volume si evidenziava che, in seguito all’ottenimento dell’indipendenza, l’Ucraina aveva ereditato il 40% dell’intero personale e delle attrezzature militari dell’Unione Sovietica, comprese «enormi scorte di riserve strategiche di armi, rifornimenti e munizioni». Le forze armate ucraine, rilevava ancora il colonnello, avevano partecipato attivamente a ben 11 missioni internazionale, in teatri come la Jugoslavia e l’Iraq, e aderito sin dal 1994 al programma Partnership for Peace della Nato. Tre anni dopo, Kiev aveva sottoscritto la Charter on a distinctive partnership con l’Alleanza Atlantica, ai sensi della quale «la Nato ha aperto il suo centro di informazione e documentazione a Kiev (il primo sul territorio dell’ex Unione Sovietica) e istituito un ufficio di collegamento presso il Ministero della Difesa ucraino, diretto da un ufficiale militare statunitense in pensione […]. I rappresentanti ucraini sono regolarmente invitati a frequentare corsi di formazione della Nato all’estero e a partecipare ad esercitazioni congiunte. Centinaia di ucraini si sono già diplomati in college e corsi all’estero». Eppure, scriveva Polyakov, «lo scambio di visite, l’invito di giovani reclute e altri eventi di cooperazione tra le forze armate ucraine e quelle statunitensi iniziarono immediatamente dopo l’indipendenza dell’Ucraina e ben prima della firma, il 27 luglio 1993, del primo documento di base per la cooperazione militare tra il Ministero della Difesa ucraino e il Dipartimento della Difesa statunitense». Lo spirito della cooperazione tra Ucraina e Stati Uniti, sottolineava il colonnello, era «riflesso nei documenti politici statunitensi di alto livello», quali il National security strategy of engagement and enlargement del 1995, in cui l’Ucraina veniva menzionata una ventina di volte. Polyakov qualifica gli Usa come «il principale lobbista globale per l’Ucraina degli anni ’90», al punto che «tra il 1996 e il 1997 l’Ucraina è stata il terzo maggiore percettore di assistenza militare statunitense al mondo (dopo Israele ed Egitto) e il primo beneficiario dello spazio ex-sovietico». Osservazioni di indubbio rilievo, specialmente alla luce degli sviluppi geopolitici verificatisi di lì a qualche decennio.

Giacomo Gabellini

Video intervista con David Colantoni, scrittore e artista: https://www.youtube.com/watch?v=6DsJRKGyqBQ

Nicolai Lilin. Il piano dell’Ucraina per il dopo Ucraina: https://www.youtube.com/watch?v=xLEx_5QZLeU&t=88s

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Pro Palestina. “Giornalismo indipendente” fai-da-te…

Il 24 luglio 2024, tantissimi attivisti pro-Palestina convergeranno su Washington DC per circondare il Capitol, ovvero l’edificio del parlamento statunitense. Per chiedere che cosa? L’arresto di Netanyahu, che verrà quel giorno a fare un discorso davanti ai parlamentari. I manifestanti si vestiranno di rosso per ricordare il sangue che quel criminale di guerra ha versato in Palestina.

Visto che la stampa mainstream parlerà del discorso di Netanjahu e quasi per niente dei manifestanti, che saranno migliaia, gli organizzatori chiedono che gli attivisti in tutto il mondo rilancino sui loro social le foto che verranno postati quel giorno sul sito www.answercoalition.org

Patrick Boylan – patrick@boylan.it

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NATO. “Lasciate ogni speranza voi che qui entrate”…. (prima e seconda parte)


Le belle statuine in mostra a Washington a metà luglio 2024

I nostri mainstream media, almeno nelle versioni online (che poi sono quelle che la gente legge di solito, o almeno scorre) si sono guardati bene dal fornire una sintesi del comunicato finale del vertice NATO di Washington. Il motivo è abbastanza semplice: il comunicato è l’annuncio di un conflitto aperto, che sia freddo o caldo, con la Russia nel momento in cui l’Ucraina, probabilmente a breve, sparirà e non sarà più in grado di combattere al posto nostro, e in seguito con l’Iran, la Cina e la Corea del Nord, paesi abbastanza lontani dallo spazio euroatlantico e mediterraneo che è quello che ci interessa perché, l’ultima volta che ho controllato, noi là stiamo, non sui praho all’abbordaggio nel Mar delle Andamane o a caccia di trichechi al largo delle Aleutine. Va da sé che è anche la pietra tombale su qualsiasi possibilità di soluzione negoziale del conflitto ucraino, ove per ‟negoziato” si intenda qualcosa di diverso da ‟capitolazione”.

Il comunicato lo si può trovare qui: https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_227678.htm. Consta di 38 articoli più 6 sulla ‟promessa di assistenza a lungo termine per la sicurezza dell’Ucraina”, e siccome vi voglio bene me li sono letti tutti. Ecco qualche citazione e qualche riassunto – e appunto, capirete perché i nostri media stanno facendo finta di niente. Art. 3: ‟la Russia rimane la minaccia più significativa e diretta alla sicurezza degli Alleati”, insieme al terrorismo, e ‟le minacce che affrontiamo sono globali e interconnesse” (ovvero: la Russia collabora coi terroristi). Art. 4: ‟le azioni destabilizzanti dell’Iran stanno avendo effetti sulla sicurezza Euro-Atlantica. Le ambizioni dichiarate e la politica coercitiva della Repubblica Popolare Cinese continuano a sfidare i nostri interessi, sicurezza e valori. La partnership strategica sempre più stretta tra Russia e RPC e i loro tentativi che si rinforzano mutualmente di minare e modificare l’ordine internazionale basato sulle regole, sono causa di profonda preoccupazione”. Art. 5 (bello questo): ‟Accogliamo con calore il Presidente dell’Ucraina Zelensky e i leader di Australi,a Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea e Unione Europea” (compito per casa: perché Zelensky è l’unico di cui viene fatto il nome?). Articolo 6 (o anche: ‟vi piaceva il SSN, vero? Peccato!”): ‟Accogliamo con piacere il fatto che più di due terzi degli Alleati hanno rispettato il loro impegno di spendere per la difesa il 2% del loro PIL e lodiamo quegli Alleati che lo hanno superato. Gli Alleati stanno intensificando gli sforzi: le spese per la difesa degli Alleati europei e del Canada sono cresciute del 18% nel 2024, il più grande incremento da decenni […] Riaffermiamo che, in molti casi, spese superiori al 2% del PIL saranno necessarie per rimediare alle carenze esistenti e soddisfare le esigenze che in tutti i campi sorgono per via di un ordine di sicurezza maggiormente contestato”. Art. 7, in breve: siamo bravissimi, aumentiamo, miglioriamo, rinforziamo, in cielo mare e terra (è l’articolo più lungo, quasi una pagina da solo, e davvero dice sostanzialmente solo questo).

Questa era la parte buona. Domani, perché ora è tardi e fa troppo caldo, il resto: missili a medio e lungo raggio in Europa (ovvio in Europa, che sono scemi che se le mettono in casa a rischio che russi o cinesi le colpiscano), armi nucleari, e liete prospettive di guerra con Russia e Cina per le quali, davvero, le stiamo provando tutte.

Seconda parte:

Continua l’analisi della dichiarazione finale del vertice NATO di Washington (che trovate sempre qui: https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_227678.htm).
Ieri ci eravamo fermati all’articolo 7, proseguiamo con ordine. L’articolo 8 è molto importante, anche perché ripropone il punto dolente che portò alla rottura seria con la Russia nel 2007, il sistema antimissile basato in Polonia e Repubblica Ceca: ‟Abbiamo deciso deterrenza e difesa contro tutte le minacce aeree e missilistiche potenziando la nostra Difesa Integrata Aerea e Missilistica (IAMD), basata su un approccio a 360 gradi [...] Siamo lieti di annunciare la Capacità Operativa Potenziata della Difesa contro Missili Balistici (BMD) NATO. La consegna del sito Aegis Ashore di Redzikowo, in Polonia, completa le installazioni già esistenti in Romania, Spagna e Turchia […] la difesa missilistica può fare da complemento alle armi nucleari nella deterrenza; non può sostituirle”. L’articolo 9 riporta anche la NATO nel campo del credibile uso delle armi nucleari (per i paesi membri, ovviamente, non per l’Ucraina): ‟La deterrenza nucleare è la pietra angolare della sicurezza dell’Alleanza […] Fintanto che esistono le armi nucleari la NATO rimarrà un’alleanza nucleare”, secondo i principi già formulati nello Strategic Concept del 2022 (che trovate qui: https://www.nato.int/…/6/pdf/290622-strategic-concept.pdf) e del Comunicato di Vilnius del 2023 (https://www.nato.int/cps/en/natohq/official_texts_217320.htm); ‟la NATO rinnova il suo impegno a fare tutti i passi necessari per assicurare la credibilità, efficacia, sicurezza della missione di deterrenza dell’Alleanza, incluso modernizzare le sue capacità nucleari, rinforzare le sue capacità di pianificazione nucleare, e adattarle alle necessità”. L’articolo 10 è fuffa, l’11 invece introduce la Promessa di Espansione della Capacità Industriale, ovvero il rafforzamento dell’industria militare dei paesi membri e la prevalenza dell’apparato militare su quello civile, su cui si torna nell’Art. 12: ‟Rinforzare la preparazione nazionale e dell’intera Alleanza per la deterrenza e la difesa richiede un insieme di approccio governativo, cooperazione tra pubblico e privato, e considerazioni sulla resilienza della società. Promettiamo di aumentare i nostri sforzi per rinforzare la resilienza nazionale integrando la pianificazione civile nella pianificazione della difesa nazionale e collettiva in tempo di pace, di crisi e di conflitto”. Art. 13 e 14 fuffa (minacce ibride, analizzare e combattere la disinformazione). Dall’Art. 15 in poi, finalmente, si parla di Ucraina: ‟Riaffermiamo la nostra incrollabile solidarietà col popolo dell’Ucraina nell’eroica difesa della propria nazione, della propria terra, e dei nostri valori condivisi. Un’Ucraina forte, indipendente e democratica è vitale per la sicurezza e la stabilità dell’area Euro-Atlantica. La lotta dell’Ucraina per la propria indipendenza, sovranità e integrità territoriale all’interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti contribuisce direttamente alla sicurezza Euro-Atlantica”. Per aiutare l’Ucraina, dunque, viene costituito l’Assistenza per la Sicurezza e l’Addestramento NATO per l’Ucraina (NSATU), ‟per coordinare il rifornimento di equipaggiamento militare e l’addestramento per l’Ucraina da parte degli Alleati e dei partner”, che naturalmente, almeno secondo la NATO, ‟non renderà la NATO parte del conflitto” ma ‟sosterrà la trasformazione delle forze di sicurezza e di difesa dell’Ucraina, permettendo la loro futura integrazione con la NATO”. Si annuncia poi la Promessa di Assistenza a Lungo Termine per l’Ucraina, su cui torneremo in seguito perché è un documento separato, l’istituzione del Centro Unificato NATO-Ucraina per l’Analisi, l’Addestramento e l’Educazione (JATEC), sempre per accrescere l’interoperabilità delle truppe ucraine con quelle NATO, e la designazione di un Rappresentante Senior della NATO in Ucraina, che immagino verrà ampiamente ricompensato per il disturbo. L’articolo 16 è il chiodo nella bara per i negoziati. In breve, l’Ucraina entrerà nella NATO, prima o poi, e basta (a meno che, naturalmente, non sia l’Ucraina stessa a decidere di non volerlo più…). In dettaglio, dice così: ‟Sosteniamo in pieno il diritto dell’Ucraina di scegliere i propri accordi di sicurezza e di decidere del proprio futuro, libera da interferenze esterne. Il futuro dell’Ucraina è nella NATO. L’Ucraina è diventata sempre più interoperabile e integrata nell’Alleanza. Accogliamo con favore i progressi concreti fatti dall’Ucraina dopo il vertice di Vilnius per quanto riguarda le riforme democratiche, economiche e di sicurezza richieste. Mentre l’Ucraina continua il suo lavoro vitale, noi continueremo a sostenerla sulla sua irreversibile strada verso la piena integrazione Euro-Atlantica, incluso l’ingresso nella NATO. Affermiamo nuovamente che saremo in grado di invitare l’Ucraina ad unirsi all’Alleanza quando gli Alleati saranno d’accordo e le condizioni saranno rispettate. Le decisioni del summit della NATO e del Consiglio NATO-Ucraina, combinate con il continuo lavoro degli Alleati, sono il ponte per l’ingresso dell’Ucraina nella NATO”. Gli articoli 17, 18, 19, 20, 21 (5 su 38, non male) sono interamente dedicati alla Russia. La Russia è la sola responsabile del conflitto, dei morti e delle distruzioni, e dovrà pagarne il prezzo; deve ritirarsi immediatamente e senza condizioni, e la NATO ‟non riconoscerà mai l’annessione illegale da parte della Russia del territorio ucraino, inclusa la Crimea (la necessità di specificarlo, ‟inclusa la Crimea”, significa che davvero c’era qualcuno, dal lato nostro, disposto a cederla. Evidentemente ora è passato in minoranza); deve anche ritirare le truppe da Moldavia e Georgia (ovvero dalla Transnistria, dalla Abkhazia e dall’Ossezia del sud); la minaccia russa mira a riconfigurare l’architettura di sicurezza Euro-Atlantica, e non svanirà col tempo, ma naturalmente ‟la NATO non cerca lo scontro e non pone alcuna minaccia alla Russia”, e resta disposta a mantenere canali di comunicazione con Mosca per ‟mitigare il rischio e prevenire l’escalation” (l’Ucraina può andare in fumo, ma attenzione a non allargarsi, non è che ci andiamo di mezzo pure noi?); la retorica nucleare della Russia è ‟irresponsabile” ed è davvero una brutta cosa che ‟continui a diversificare le sue forze nucleari, incluso sviluppare nuovi sistemi nucleari e schierare capacità dual-use a raggio corto e intermedio”; la Russia, del resto, ha violato, implementato selettivamente o abbandonato tutti i trattati (mi ricordavo che dal trattato ABM si fosse ritirato Bush nel 2002 e dall’INF Trump nel 2019, ma che ne so io); si chiude con le ‟azioni ibride”, ovvero ‟strumentalizzazione dell’immigrazione irregolare, maligni cyber-attacchi, interferenze elettroniche, campagne di disinformazione e maligne influenze politiche, inclusa la coercizione economica; per cui, la NATO resta determinata nel contrastare tutto questo e nel sostenere gli Alleati vittime di queste operazioni, e al prossimo vertice NATO si discuterà di come eventualmente cambiare ancora la posizione strategica nei confronti della Russia. L’Art. 22 è sulla necessità di contrastare il terrorismo, il 23 introduce il resto del mondo nella lista dei cattivi, o quantomeno, ‟tutti quelli che facilitano, e dunque prolungano, la guerra della Russia in Ucraina”. Questi paesi sono la Bielorussia (Art. 24), la Repubblica Democratica della Corea e l’Iran (Art. 25), la Cina (Art. 26 e 27, è grossa, almeno due se li merita). Nell’Art. 27 si scrive esplicitamente che la Cina ‟continua a porre sfide sistemiche alla sicurezza Euro-Atlantica. Gli Art. 28 e 29 sono fuffa, il 30 annuncia un prossimo incontro ‟con le leadership di Australia, Giappone, Nuova Zelanda, Repubblica di Corea e Unione Europea per discutere delle sfide alla sicurezza comune e delle aree di cooperazione. L’Indo-Pacifico è importante per la NATO, perché gli sviluppi in quella regione hanno conseguenze dirette sulla sicurezza Euro-Atlantica”, quindi contro la Cina, cari amici, è il caso ci muoviamo anche noi. L’Art. 31 parla dell’importanza per la NATO dei Balcani occidentali e del Mar Nero, che certo non possiamo lasciare agli slavi ortodossi, il 32 è quello che all’Italia interessa di più perché si parla dell’istituzione di un Rappresentante Speciale per il Fianco Meridionale, ossia Nordafrica e Medio Oriente, e gli altri 6 articoli sono congratulazioni reciproche e un po’ di lip service alle questioni ambientali e di genere.
Questa è la situazione, e non è buona.

Francesco Dall’Aglio

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