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“Fuori l’Italia dalla guerra”… – Manifestazione a Milano ed in altre città il 26 ottobre 2024

La stragrande maggioranza dei parlamentari europei ha votato per la guerra e approvato l’utilizzo di armi a lungo raggio al di fuori del territorio ucraino, portandoci verso uno scontro aperto tra la NATO e la Russia. Mentre in Medio Oriente, con il supporto e la protezione statunitense e dei governi europei, la furia genocida sionista per realizzare la “Grande Israele” non ha limiti: commette impunemente ogni tipo di crimine e minaccia di ridurre tutta la regione a un cumulo di macerie, come del resto ha già fatto nella striscia di Gaza e sta facendo in Libano. Israele cerca inoltre di coinvolgere direttamente gli USA, con tutta la loro potenza di fuoco, nella guerra contro l’Iran e arriva addirittura ad attaccare militarmente i caschi blu dell’ONU, comprese le rispettive basi italiane.

Non si può più stare zitti. È il momento di mobilitarsi contro chi la guerra la promuove, la sostiene e la alimenta con soldi, armi e propaganda. È ora di finirla con le ambiguità e la subalternità alla propaganda di guerra: vanno individuate le cause, i responsabili e bisogna smetterla di usare gli stessi slogan con i quali la propaganda giustifica le guerre in corso.

Quando per lanciare una manifestazione di pace, ad esempio, si scrive che “la giornata mondiale di quest’anno cade a un anno di distanza dall’atroce attentato terroristico di Hamas e dallo scoppio della guerra a Gaza, in cui sono state uccise decine di migliaia di civili, di cui oltre la metà bambini…” (senza menzionare chi è il responsabile dell’assassinio di bimbi e civili a Gaza), non si lancia un messaggio di pace per fermare le guerre, ma al contrario si contribuisce ad alimentare il pensiero che l’unico modo per fermare i “cattivi” sia la guerra.
Non si possono ignorare tutti gli eventi antecedenti il 24 febbraio 2022 e il 7 ottobre 2023.

In Ucraina abbiamo assistito all’espansione della NATO ad Est dopo il 1991, al colpo di Stato di Euromaidan del febbraio 2014 sostenuto da Washington, all’invio dell’esercito ucraino e di battaglioni di ispirazione nazista contro le regioni del Donbass insorte. Allo stesso modo, riguardo alla Palestina si ignorano decenni di oppressione coloniale, pulizia etnica, apartheid, furti di terra e di case, massacri, distruzioni perpetrate da Israele e si arriva ad omettere il diritto del popolo palestinese alla resistenza, mentre si accetta il diritto di uno stato occupante a “difendersi”, per poi magari criticarne ipocritamente gli “eccessi”. Questi eccessi sono, nella realtà, crimini di guerra e quelle che vengono definite “azioni mirate” o “operazioni limitate” sono rispettivamente atti di terrorismo e invasioni in piena regola, come sta accadendo ora in Libano. L’occupazione della Palestina e del Golan siriano sono un chiaro esempio del metodo coloniale israeliano nei decenni.

Bisogna invece prendere consapevolezza del fatto che gli Stati Uniti e l’Occidente collettivo non hanno più la capacità di imporsi su popoli e nazioni in tutto il mondo. Consapevolezza che manca nelle élites e nelle classi dirigenti occidentali, le quali nel tentativo di fermare il proprio declino e la crescita di un mondo multipolare rispondono con la guerra, il riarmo, la militarizzazione della società e la repressione del dissenso. Il nuovo “decreto sicurezza” (DDL 1660/2024) non soltanto vuole soffocare il conflitto sociale, ma anche soffocare sul nascere qualsiasi idea non in linea con la propaganda di guerra, come del resto è avvenuto vietando il corteo nazionale dello scorso 5 ottobre a Roma, indetto per manifestare contro la prepotenza colonialista e per il diritto alla resistenza e alla pace.

Le lavoratrici e i lavoratori italiani ed europei hanno pagato per primi il carovita e insieme alle nuove generazioni pagheranno anche la progressiva deindustrializzazione, anche come conseguenza delle sanzioni e della guerra contro la Russia.

La NATO, in disprezzo della nostra Costituzione antifascista, ci sta trascinando in un’economia di guerra: nel bilancio dello Stato mancherà il denaro per sanità, scuola, ambiente e tutti quei servizi già oggi insufficienti. Si ipotizza che la manovra finanziaria 2025 debba coprire un buco di bilancio di circa 22-23 miliardi di euro, a fronte di almeno 15 miliardi di euro degli italiani finiti nelle tasche del regime filonazista ucraino.
Mobilitiamoci contro il governo Meloni e la Commissione europea di Von der Leyen, i quali ci portano verso una guerra che potrebbe essere devastante per l’intera umanità… prima che sia troppo tardi.

- NON UN UOMO, NON UN SOLDO, NON UN’ARMA PER LA GUERRA
- FUORI L’ITALIA DALLA GUERRA
- STOP AL GENOCIDIO IN PALESTINA
- CON LA RESISTENZA DEL POPOLO PALESTINESE
- GIÙ LE MANI DAL LIBANO E DAL MEDIO ORIENTE
- SÌ ALLE TRATTATIVE DI PACE
- SÌ A UNA CORRETTA INFORMAZIONE

PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI: FUORI L’ITALIA DALLA GUERRA
Sabato 26 ottobre 2024 ore 15.00, corteo da Stazione Centrale a piazza San Babila – Milano

Per aderire al corteo di Milano scrivere a: coordinamentoperlapacemilano@gmail.com

Nella giornata del 26 ottobre si svolgeranno manifestazioni in sette città:

Bari – ore 9.30 – Ritrovo in Piazza Massari, corteo fino a Piazza Libertà (Prefettura)

Cagliari – ore 10.00 – Corteo con partenza da Piazza del Carmine

Firenze – ore 14.00 – Corteo con partenza da Piazza Santa Maria Novella

Milano – ore 14.30 – Corteo con partenza daStazione Centrale

Palermo – ore 10.00 – Ritrovo in Piazza F. Crispi (Croci), corteo fino a Piazza Verdi

Roma – ore 14.30 – Corteo con partenza da Porta San Paolo (Piramide)

Torino – ore 14.30 – Ritrovo in Piazza Arbarello, corteo fino a Piazza Castello

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Roma. Narrazione sulla Manifestazione vietata…

Prima narrazione:

Inoltro la descrizione di quanto avvenuto sabato 5 ottobre 2024 a Roma all’inizio della manifestazione per la Palestina, per il cessate il fuoco e contro i crimini di Israele. La testimonianza di Loretta Mussi lo spiega bene. (Giorgio Stern)

Alcuni promotori sono andati a parlamentare con la polizia perché fosse permessa una manifestazione.
In quel momento, ho sentito e visto uomini in giacca e cravatta che gridavano a squarciagola negli walkie-talkie: “Tenetevi pronti, ci siamo”
Contemporaneamente, dal nulla, vicino al ponte, sono spuntati giovani ben piantati con tenuta da black block, cappuccio e passamontagna o maschera, che hanno costituito un cordone circolare in un attimo, costringendo me e i miei amici a ripararci sul marciapiede.
Solo professionisti potevano fare questo in una piazza affollatissima con un’efficienza da squadra molto addestrata.
Mi hanno riferito di tatuaggi inequivocabili, militari o fascisti.
Io ho “ammirato” il tatuaggio di una bandiera italiana che avvolgeva caviglie e cosce palestrate.
Ho avuto paura, eravamo molto vicini alla postazione della stampa, che però non so se ha lanciato l’allarme o li abbia almeno fotografati.
Un gruppo della Digos li guardava senza intervenire È stato proprio in quel momento, con una sincronizzazione da film, che le forze dell’ordine hanno circondato la piazza in assetto antisommossa, impedendo a chiunque di uscire.
Alcuni incappucciati, assenti nelle due ore di manifestazione statica, sconosciuti a tutti e vestiti di nero, hanno lanciato due bombe carta verso la polizia mentre era in corso la trattativa per la concessione di un corteo.
La polizia ha subito risposto, caricando con lacrimogeni, manganelli, idranti.
Pare che sia stato divelto un segnale stradale per usarlo come arma contundente.
Io ho cercato un varco e sono uscita dalla piazza, dopo essere stata respinta da altri due blocchi di polizia.
Volevano criminalizzare e hanno fatto di tutto per riuscirci

Loretta Mussi

Seconda narrazione:

Incidenti a Roma alla manifestazione per salvare i palestinesi arabi sopravvissuti all’ininterrotto, interminabile sterminio ad opera degli israeliani e dei coloni. (Quest’ultimi, coloni, dal 31 agosto 1945, partendo da Monopoli-Bari-Puglia con una imbarcazione, iniziarono la massiccia invasione clandestina della Palestina, occupando – con violenza e terrorismo/uccisione – le case e i terreni dei palestinesi arabi).

Da giorni, il coro dei Responsabili dell’OP-Ordine Pubblico e i restanti Componenti del Governo paventavano scontri tra le forze armate per l’OP (in divisa e in borghese) e gli “infiltrati” tra i manifestanti: pertanto, vietato manifestare.

Prevenire è meglio che curare (i/le feriti/e).

Cosa può succedere se ci sono quelli che manifestano – NON rispettano il divieto – e non ci sono gli “infiltrati”?

La manifestazione risulterà pacifica, civile e si capiranno i motivi della stessa,

Milioni di persone troveranno la conferma che agli attuali governanti è sgradito il dissenso.

E, quindi. . .

Invece, se ci sono quelli che manifestano – NON rispettano il divieto – e ci sono gli “infiltrati”? Quali “infiltrati”? Quelli dell’OP-Ordine Pubblico, della “strategia di agenti provocatori”, sicuramente armati? e/o quelli che non condividono le motivazioni di quella manifestazione?

Gli “infiltrati”, tout court, sono lì per creare gli “incidenti” paventati e annunciati; naturalmente sono provvisti del materiale occorrente. Le registrazioni degli scontri verranno sbattute tutte in prima pagina ovvero, con molta evidenza; gli eventuali omicidi di colpi vaganti rimarranno senza assassino .

Meno male che ci sono loro, quelli dell’OP-Ordine Pubblico.

Tra questi ci saranno i feriti? (Si registrano feriti tra OP anche nelle manganellate dei ragazzi studenti!) Riceveranno il massimo della solidarietà e della gratitudine.

E continuano a vivere tutti felici e contenti, continuando a svolgere la loro (lauta) “missione” socio-politica (all’italiana): con manifestazioni liberamente garantite dall’ART. 21 della Costituzione italiana.

Vito de Russis

Terza narrazione:

Migliaia di persone decise e compatte hanno conquistato una piazza che però è rimasta blindata da ogni lato per ore. Le forze dell’ordine erano già schierate, dotate dei cosiddetti ‘mezzi speciali’ pronte a reprimere con ogni mezzo la manifestazione.
Di fronte a questo scenario, tra chi si è trovato chiuso in una gabbia c’è chi ha reagito di conseguenza. Rifiutiamo categoricamente la lettura di chi imputa la violenza a “infiltrati”: la violenza è quella che rinchiude più quindicimila persone in uno spazio confinato, che applica arresti preventivi e che, infine, usa idranti e lacrimogeni sulla folla.
Rigettiamo categoricamente ogni tentativo di dividere il movimento di solidarietà, così come il movimento palestinese, tra “buoni” e “cattivi”.
La violenza è quella del sistema coloniale che tiene sotto scacco il mondo arabo, che ha ucciso più di 50.000 persone nell’ultimo anno. Una violenza che distrugge, che annienta.
IL GOVERNO MELONI, IL SUO ALLEATO SIONISTA E UNA STAMPA ITALIANA SEMPRE PIU APPIATTITA SULLA PROPAGANDA DI GUERRA, SONO GLI UNICI COLPEVOLI.

5 ottobre 2024: Comunicato GPI e UDAP

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Le lettere proibite di Ryke Geerd Hamer…

Ho risposto a coloro che mi hanno richiesto un parere riguardo alle lettere pubblicate in questo sito https://elettrone3.wordpress.com/2021/10/12/le-lettere-proibite-di-ryke-geerd-hamer/

“Queste lettere sono state pubblicate nel libro più completo scritto da Hamer “Testamento per una nuova medicina”, che ho da vent’anni. Hamer non è mai stato razzista, lo scrive anche nello stesso libro, ma è stato contro i vertici che detengono le redini della finanza mondiale .Il popolo ebraico ne è vittima, come si può desumere anche dai fatti attuali.

L’antropologo-teosofo Bernardino del Boca scrisse nel suo libro “Singapore-Milano-Kano” : “ 30 marzo 1974, I giornali di tutto il mondo ignorano che i 13 che detengono l’illusorio potere finanziario hanno cominciato a tremare. Qualcosa sta accadendo a livello dell’inconscio collettivo “ (ed. 1976 – pag. 174).

A comprova che il dr. Hamer non è mai stato razzista: erano presenti ai suoi corsi, che ho frequentato, anche medici rabbini, tra i quali il dr. Claude Sabbah, rabbino marsigliese di fama mondiale, che in seguito ha iniziato in Francia una scuola di biologia totale che ha avuto grande seguito.

Dal sito “Biologie totale”: https://fpmdcorp-com.translate.goog/en/57150/biologie-totale-des-etres-vivants-par-le-dr-claude-sabbah/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc: “Il dott. Hamer è stato un punto di svolta importante nella pratica medica di Claude Sabbah con le sue scoperte attraverso la Nuova Medicina Germanica, il dott. Hamer ha scoperto il funzionamento della triade psiche, cervello e corpo (tra il 1978 e il 1983). Nei suoi libri il lettore viene introdotto alle scoperte di Hamer, una di queste è: il cervello è il centro di controllo del corpo e la malattia è un programma che il cervello può eseguire in circostanze di stress estremo o Come un conflitto molto importante sperimentato da un essere vivente, il cervello può interrompere questo stesso programma di malattia non appena il conflitto che ha innescato la malattia della creatura è stato risolto o eliminato. Claude Sabbah durante i suoi seminari riconosce vis-à-vis il dott.Hamer”

Paola Botta Beltramo

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Cronistoria del “Partito di Dio” (Hezbollah)

Ḥizb Allāh ( حزب اﷲ‎ ) – “Partito di Dio” – Leggendo nella rete, ho la bizzarra sensazione che non tutti abbiano una consapevolezza nitida di cosa sia HEZBOLLAH, ad ogni modo rimedio….
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Abbiamo a che fare con una possente milizia paramilitare, incentrata in Libano dove è nata e si è sviluppata: la contraddizione di fondo è che tale milizia NON è un semplice gruppo terroristico (come è stata definita de jure da Usa, Israele e UE), bensì un vero e proprio esercito, dotato di una potenza di fuoco superiore alle stesse forze armate libanesi regolari (il punto è questo).

Abbiamo a che fare con un’entità extra-statale, ma con la medesima potenza di un piccolo stato… che si genera dal Libano ne esprime il più forte nazionalismo, ma che legalmente non ne rappresenta lo stato LEGALE, cosa che può scompigliare le idee a chi è abituato a pensare secondo il prisma degli stati nazionali. Un patriottismo fuori della potestà del proprio stato, cui sottrae il monopolio della forza (tante riflessioni interessanti potrebbero nascere da questo).

Come e perchè si genera tutto questo ? E’ necessario farne molti di passi indietro purtroppo (portare pazienza e attenzione ad ogni passaggio da qui in avanti) : sostanzialmente occorre tornare a oltre mezzo secolo fa, cioè alla catena di eventi che portano alla guerra civile libanese, divampata alla metà degli anni 70

PRIMO STEP = Dunque, la “radice del male” deve rilevarsi alcuni anni prima, ossia da quando il movimento per la liberazione della Palestina (OLP) in fuga, stabilì la propria base operativa in Libano (a partire dal 1967): una presenza difficile, ingombrante e rischiosa, poichè coinvolgeva lo stato libanese in un conflitto contro il vicino israeliano, ma soprattutto perchè la presenza di una forza (armata) come quella palestinese entro i confini nazionali, metteva in discussione la stessa autorità di stato.

SECONDO STEP = Cosa fare allora ? I vertici libanesi scelgono (e sarà peggio per loro) il compromesso: la presenza palestinese viene formalizzata con un accordo tra l’OLP e le forza armate libanesi tramite un accordo segreto firmato al Cairo (1969). L’accordo prevedeva che l’OLP sarebbe potuto rimanere in territorio libanese e continuare la propria lotta dalle basi lì stabilite….ma questo senza destabilizzare l’ordine costituito.

Questo sarà l’inizio della fine: nel nome di una astratta solidarietà panaraba si permette la presenza palestinese nello stato, senza rendersi conto che essa andrà ad intaccare i delicatissimi equilibri interni dello stato libanese (la cui maggioranza è cristiana).

TERZO STEP = gli accordi del Cairo non stabilizzano la situazione, ma anzi determinano il caos: lo stato libanese diventa ipso facto obiettivo delle risposte militari israeliane (cosa in realtà preventivata), ma, cosa assai più grave, NON risolvono il conflitto tra autorità libanesi e la presenza militare palestinese (vale a dire proprio quello per cui l’accordo era stato firmato……). In particolare viene a crearsi un antagonismo naturale tra il partito Falangista libanese (una forza politico/militare che rappresenta l’elite cristiana del Libano) ed i palestinesi: nel giro di una manciata di anni queste due milizie armate contrapposte danno vita ad una guerra civile (1975)

QUARTO STEP = non è fattibile riportare ogni singolo punto di svolta del conflitto civile libanese, ma ribadiamo l’essenziale. Le milizie falangiste cristiane e quelle musulmano palestinesi iniziano a combattere per le strade della capitale, che subito viene divisa in due parti (est ed ovest): da questa prima faida, deflagra la guerra che in breve tempo va oltre i suoi iniziatori, ovvero si genera un caos che fraziona il paese in una miriade di gruppi militari contrapposti, ognuno con una sua logica (…). Le forze armate di stato si disintegrano e alla fine forze esterne intervengono per riportare l’ordine: da nord l’esercito Siriano entra in Libano occupandone gran parte delle aree nevralgiche…..mentre da sud le forze israeliane effettuano la prima grande incursione. Siamo nel 1978 e sembra che tutto sia finito, ma…

QUINTO STEP = ……si tratta di una pace illusoria. L’OLP non ha intenzione di lasciare il suo radicamento in Libano, il quale quindi continua ad essere considerato obiettivo primario da Tel Aviv. Quest’ultima a questo punto si rende responsabile di una strategia molto discutibile (il lettore giudichi da sè): come ammesso decenni dopo da ex alti ufficiali israeliani, l’intelligence israeliana, approfittando del caos militare nel paese, fomenta numerosi attentati (attribuiti di volta in volta a chicchessia tra i gruppuscoli militari coinvolti nella guerra civile) a scopo di destabilizzare il paese oltre il limite ed in particolare provocare le milizie palestinesi per farle reagire al punto da portare lo stato Israeliano ad autorizzare un’invasione vera e propria dello stato libanese invocando ragioni di sicurezza nazionale.

SESTO STEP = dopo svariati anni di tale tattica (1979-82), si arriva infatti al punto: nel 1982 Israele INVADE il Libano. Campagna militare brillante: in poche settimane occupa il paese, arriva fino a Beirut e la mette sotto assedio. A quel punto interviene anche Washington e si ottiene che l’OLP lasci il territorio libanese, cosa che avverrà sotto protezione internazionale, da accordi.

In parole povere: i palestinesi e le loro milizie armate, dopo 15 ANNI, abbandonano il Libano. Una vittoria per Israele sì…..ma solo temporanea: in realtà nella vittoria contro l’OLP in territorio libanese, sono contenuti i semi di nuove disgrazie per il futuro. In che senso ? Nel senso che il 1982 vede sì, i palestinesi sconfitti ed evacuati……..ma parallelamente l’umiliazione libanese per la presenza israeliana sul proprio territorio, pone le basi psicologiche e materiali per la nascita di HEZBOLLAH, ovvero “partito di Dio”. In altre parole Tel Aviv ha conseguito una vittoria pirrica: sgomina le milizie palestinesi da un lato, ma dall’altro fa nascere quelle libanesi vere e proprie.
Morale: da questo momento in avanti Tel Aviv dovrà guardarsi non soltanto dalla minaccia palestinese (quella c’era già da sempre), ma anche da quella Hezbollah del Libano.

SETTIMO STEP = Siamo dunque arrivati ad Hezbollah finalmente. Di cosa si tratta ? Come abbiamo visto non ha nulla a che vedere coi palestinesi (non direttamente almeno): si tratta di nazionalisti libanesi di fede musulmana e per l’esattezza della variante SCIITA, elemento fondamentale.
E’ quella variante dell’Islam nota – penso – anche a gran parte del pubblico comune: una versione alternativa, il cui epicentro e patria è l’IRAN.
Ricordiamo sempre un fatto (aprire le orecchie qui *) : la storia dei rapporti tra stati del vicino oriente è scandito dalla fede quanto dalle logiche di potenza dei singoli stati, ovvero nella misura in cui tutte le potenze vorrebbero proiettare la propria influenza sul vicinato. Ora…nel caso dell’Iran esiste un problema: per quanto potenza regionale potenzialmente egemone nel medio oriente, esso ha un limite di fondo, ovvero NON si tratta di un paese arabo e quindi non può proiettare direttamente la propria influenza nell’hinterland (non tanto quanto vorrebbe).

Esiste tuttavia un’alternativa efficace: fare appello sulle minoranze sciite che sono comunque presenti nel mondo arabo. La Repubblica islamica dell’Iran è quindi la casa madre di tutti gli sciiti sparpagliati nell’area mediorientale, a cominciare dal nord del confinante IRAK in primissimo luogo (…): la Sh’ia (Sciismo) è quindi lo strumento di soft power – per così dire – dell’Iran, il suo veicolo più immediato per portare la propria influenza al di fuori dei confini iraniani.

E veniamo a noi: si da il caso che in Libano quasi 1/4 della popolazione sia musulmana sciita: ottimo appiglio da cui partire dunque. A partire dall’umiliazione del 1982, la comunità sciita libanese inizia a ricevere supporto finanziario, politico e militare direttamente dall’Iran (reduce della rivoluzione di pochissimi anni prima, tra l’altro). Tale dinamica si perpetuerà per decenni, cioè fino ai nostri giorni: lenta, ma estremamente stabile.

Il Partito di Dio, formato quindi da libanesi sciiti, si dota di una propria dottrina nel 1985 (una variazione di quella di Khomeini) che prevede un ritiro delle potenze imperialiste del suolo nazionale: al tempo medesimo crea un propria branca militare col supporto costante di 1500 Pasdaran arrivati dall’Iran che aiutano a formare un vero e proprio esercito. (se notate il simbolo del vessillo di Hezbollah, è il medesimo della Guardia nazionale Pasdaran dell’Iran).

L’Iran investe in tale progetto per una generazione intera (30/40 anni) ed oggi le fonti militari internazionali sono concordi nell’affermare che l’esercito Hezbollah dispone di una potenza di fuoco pari alla massima parte degli eserciti regolari delle nazioni del medio oriente e sicuramente di più rispetto alle forze regolari dello stato libanese (i combattenti di prima linea sono 20′000 + altri 40′000 riservisti ed il numero di missili di cui dispone è imponente).

La cosa si presta a svariate interpretazioni certo, ma si può dire che il nazionalismo libanese è stato efficacemente interpretato dalla comunità sciita, in chiave anti imperialista mutuata dal modello iraniano che ne è il “faro”.

I rapporti con i palestinesi sono buoni: si tratta di forze distinte (sunniti gli uni, sciiti gli altri), ma unite dalla comune filosofia anti israeliana. D’altra parte, assenti o pessimi i rapporti con AL-QUAEDA (fondamentalisti sunniti che vedono gli sciiti come eretici). Hezbollah hanno partecipato a diversi conflitti per il mondo (persino in America latina), sono tuttora finanziati e riforniti dall’Iran che nel fa il proprio braccio armato fin sui bordi del Mediterraneo orientale, attraverso la Siria, sempre alleato strategico (ricordiamo che Hezbollah, ha sostenuto HASSAD, nel momento più buio durante il tentativo si sovvertirne il potere con una “primavera araba”)

EPILOGO.
La guerra civile libanese terminerà solo verso la fine degli anni 80, e grazie ad un deciso intervento delle forze armate siriane che da questo momento in avanti saranno il “protettore” del Libano, il grande fratello nell’area. La conclusione ufficiale risale al 1990 quindi, anche se una presenza israeliana rimarrà sul confine ancora per una dozzina di anni, prima di andarsene (sostanziale “successo” quindi per Hezbollah). Che dire…..15 anni di guerra civile conclusa, ma non le sue conseguenze, come centinaia di migliaia di sfollati, morti, feriti, e……la presenza ora di una milizia para-statale nazionale di incredibile forza.

Morale della favola ? Israele nell’annientare un nemico (palestinesi) non soltanto ha fallito, ma nel disastro causato ne ha generato addirittura un secondo di nemico (…)

Fine infarinatura per il passante ignaro….

Daniele Lanza

Nota integrativa. Rompere il silenzio degli italiani su Libano e sul corteo 5 ottobre a Roma.

“Il governo Meloni si assume una grandissima responsabilità nell’impedire
lo svolgimento del corteo nazionale del 5 ottobre sulla Palestina. Tale
divieto non ha nessuna giustificazione legittima, ma rappresenta una
clamorosa e palese violazione della libertà di manifestare che calpesta uno
dei capisaldi della nostra Costituzione. Dinanzi a una decisione
immotivata, così arrogante e liberticida, assunta da un governo che sta
trascinando il Paese in una deriva autoritaria senza precedenti, l’unica
risposta non puo’ che essere quella della disobbedienza civile.” (PRC)

“Il corteo, ufficialmente vietato, si terrà, ma ovviamente con le premesse attuali molti rinunceranno a manifestare,
hanno annunciato la loro presenza solo gruppi organizzati e persone particolarmente motivate. Poi sappiamo che in situazioni simili i manifestanti vengono fermati per controlli anche nel loro viaggio verso Roma. Sui bus e sui treni, e in questa occasione potrebbero esserci anche altre sorprese. Allora dovremmo fare uscire il dibattito sul 5 ottobre dalla quasi clandestinità e promuovere la presenza di tante persone non abituate a situazioni di tensione o di allarme, ma convinte delle ragioni del corteo al 100%.
Dobbiamo puntare a un corteo grande, forte, motivato ma sereno, una forza che metta tranquillità ai manifestanti e preoccupi invece i guerrafondai. Quanto al Libano, siamo arrivati al paradosso che oggi su il manifesto c’era un trafiletto sulle reazioni in Siria, Germania, Francia, ma delle reazioni in Italia non si sa niente. Gli italiani sono bombardati dalle notizie in tv sull’attacco di Israele in Libano, ma non hanno notizia di cosa pensino dell’attacco i partiti, gli intellettuali, gli attivisti pacifisti o filo palestinesi.Non aspettiamo però sabato 5 ottobre 2024 per capire come si mettono le cose.” (M.P. del Comitato No Nato)

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Lettera aperta all’Associazione dei Costituzionalisti sulla lettura dei dati elettorali…

All’Associazione dei Costituzionalisti.

Il PCM continua a sostenere che è stato “eletto dal popolo”.
Affermazione che dovrebbe avere un indiscutibile ed eloquente risultato elettorale. Col “+1″ sarebbe una evidente forzatura.
Nelle elezioni del 2022 il popolo elettorale – diritto di voto: eguale, libero e segreto – è stato di 50.765.936 ELETTORI; tutti questi, potenzialmente, volendo. potevano andare a votare la coalizione del PCM.
I seguenti dati si riferiscono alla CAMERA del PARLAMENTO.
I VOTANTI – quelli che hanno esercitato il diritto di voto: eguale, libero e segreto – sono stati 30.664.138; tutti questi, potenzialmente, volendo. potevano votare la coalizione del PCM, denominata “Centro-destra”.
Il “Centro-destra”. ha ottenuto 12.205.014 pari al 24,24% degli ELETTORI, ovvero N.1 ELETTORE su n. 4 ELETTORI.
Il popolo elettorale non ha votato il PCM.
Il Ministero Interno-MI sostiene che il “Centro-destra”. ha ottenuto 12.205.014 pari al 43,79%. Quasi il doppio del reale: fantastico!
La domanda sorge spontanea: “43,79% di cosa?”
Ritengo che tutte le azioni compiute dal MI rispettano la Costituzione.
Da solo non riesco a trovare le norme e chiedo il Vostro aiuto.
Il MI considera INESISTENTI TUTTI GLI ELETTORI non Votanti perchè non hanno esercitato il dovere civico.
Cosa detta la Costituzione?
Il MI considera INESISTENTI i 513.388 della SCHEDA BIANCA, cioè coloro che hanno esercitato liberamente il dovere civico.
Cosa detta la Costituzione?
Il MI considera INESISTENTI i 967.002 della SCHEDA ANNULLATA; cioè coloro che hanno esercitato liberamente il dovere civico.
Cosa detta la Costituzione?
Cosa si può e si deve fare per eliminare l’attuale “fantasioso” trattamento elettorale e dare al popolo quella sovranità popolare sancita dal comma 2 Art. 1 dei “PRINCIPI FONDAMENTALI”?.
Con questi dati del MI, cosa succede alla CAMERA del PARLAMENTO?
Il “Centro-destra” del PCM occupa, alla CAMERA, N. 237 seggi su 400 ovvero il 59,25% (circa N. 2 su 3).
CONCLUDENDO.
In Italia, nel 2022, il “Centro-destra” del PCM è stato votato da N. 1 Elettore su N. 4; ed ha occupato, alla CAMERA, N. 2 seggi su N. 3.
E’ colpa mia se non capisco come ciò si riscontra nello Stato Italiano, regolato da una stupenda COSTITUZIONE??

Vito Nicola de Russis

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