Archivio della Categoria 'Lettere inviate e ricevute'

Roma. Parco Archeologico Dalmati-DeLollis – E pur si muove!

In data 20 dicembre 2024, la Giunta del Municipio II ha approvato il nuovo piano per la realizzazione del Parco Archeologico Dalmati-DeLollis.

Sfumato, purtroppo, l’utilizzo dei ricavi Occupazione Suolo Pubblico del costruttore Barletta per realizzarlo, sfumata pure la proposta di mettere al bando la realizzazione del parco da parte di un mecenate privato, sfumata infine la possibilità di utilizzare fondi municipali o comunali, l’ex campo sportivo Dalmati-DeLollis è rimasto da anni in uno stato di pietoso (e pericoloso) abbandono.

Ora si presenta l’Università La Sapienza con una sua proposta per rendere fruibile quello spazio di proprietà comunale. L’Università vuole sfruttare la disponibilità di fondi statali per la creazione di “aule verdi”, ovvero, per la creazione di un parco con tavoli e panchine dove i docenti e gli studenti possono fare lezioni all’aperto. L’Ateneo ha presentato una progetto di massima in tal senso destinato all’ex-campo sportivo e il Municipio ha accolto il progetto con favore. Ma non ha consultato i cittadini del quartiere per sapere il loro parere.

Comunque ora, a cose quasi fatte, rimedia proponendo una riunione sul Parco che si terrà giovedì 13 febbraio 2025 alle ore 18.00 alla Casa della Partecipazione in via dei Sabelli n. 88/A con la presenza della Presidente del Municipio II, Francesca Del Bello.

Cogliamo questa sua disponibilità e partecipiamo numerosi alla riunione. Ci sono tante domande che attendono risposte, poniamole. Per esempio, questo progetto tiene conto di quello elaborato a suo tempo dall’arch. Gagliardi insieme ad un comitato di cittadini del quartiere San Lorenzo? Ci saranno zone adibite alle lezioni universitarie all’aperta ma altre zone attrezzate ad uso dei cittadini? Come si regolerà l’utilizzo del parco, perché non finisca gestito in tutto e per tutto dall’Università?

Patrick Boylan

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Viterbo. Santa Rosa sia dichiarata Santa – Fondazione di un apposito Comitato

Ho spedito una raccomandata R.R. indirizzata a: Comune di Viterbo (sindaca Chiara Frontini); Provincia di Viterbo (Presidente Alessandro Romoli); Sodalizio Facchini di Santa Rosa (Presidente Massimo Mecarini); Associazione ex Facchini di Santa Rosa (presidente Stefano Santucci); Centro Studi Santa Rosa (Presidente Attilio Bartoli Langeli); Fondazione Carivit (Presidente Luigi Pasqualetti); Banca Lazio Nord (Presidente Vincenzo Fiorillo). E p.c. S.E. Il vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza.

Questo il testo:
Invito tutti i nominativi sopra elencati, a svegliarsi finalmente dal torpore medievale, che soffoca questa città da diversi secoli e prendere finalmente in serio esame la situazione della nostra amata Santa Rosa, che dopo più di sette secoli è chiamata santa ma non è santa. E’ giunto il tempo di mettere fine a questa commedia, che si trascina, stanca e senza più scusanti, sul mancato riconoscimento ufficiale della santità della nostra “Rosina”, a causa dell’ignavia di tanti viterbesi. Faccio appello alla sensibilità civica di tutti i nomi in indirizzo, per trasmettere alla nostra Santa, quel sentimento di grande riconoscenza, che merita per avere aiutato, e per aiutare ancora oggi, il popolo viterbese in tanti difficili frangenti della vita quotidiana.

Infatti, non è un mistero che i viterbesi (e non solo loro), si rivolgano alla nostra Santa ogni qual volta siano in pericolo loro o persone a loro vicine. Nel Martirologio Romano la nostra Rosina è ancora annoverata come: “La Beata Vergine Rosa da Viterbo”. Fino agli ultimi anni del secolo ormai trascorso, la “nostra” era citata due volte, la prima al sei di marzo e la seconda al quattro di settembre. Poi, non sappiamo il perché, nelle nuove edizioni del Martirologio Romano figuri solo al sei di marzo, sempre con il titolo di Beata. Come già detto ripetiamo che la data del sei di marzo, è solo supposta mancando di documenti storici che ne comprovino la veridicità. Mentre il quattro di settembre (1258), giorno della solenne traslazione voluta e guidata da papa Alessandro IV, è una data che risulta nella storia della nostra città.

Che cosa dobbiamo fare? Io suggerisco di costituire un Comitato (“Comitato pro Rosa, santa al quattro settembre”) e lavorare in sinergia per convincere la Congregazione dei Santi a riconoscerle finalmente il titolo di santa con la trascrizione nel Martirologio Romano al quattro di settembre. In passato e talvolta anche oggi, dalla Curia affermano che Santa Rosa è santa perché il papa l’ha appellata “santa”, ma per ufficializzare questo titolo è necessaria la trascrizione nel Martirologio Romano, e il Comitato chiede questo. Rimango in attesa di risposte e
ringrazio in anticipo.

Giovanni Faperdue

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Strada Paparano, 12/ 01030 Vitorchiano (VT)
Tel 3483389609
giovannifaperdue@libero.it

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La Bielorussia si burla dell’Occidente… Lukashenko ha stravinto!

A un anno dalle elezioni presidenziali russe (un plebiscito per Putin) è la volta di Lukashenko: stando ai dati dello spoglio siamo all’87%, con affluenza superiore all’80% …esattamente come in Russia l’anno scorso, si farà notare. Il problema è il vizio di prospettiva da occidente: nel contesto dei sistemi liberali/pluralisti occidentali si vince in genere con scarti minimi (coalizioni che vincono di frequente col 52%) e pertanto una vittoria che consente ad un candidato di ottenere una proporzione talmente elevata di sostegno, crea una dissonanza, un ostacolo psicologico tale da non capirlo: il risultato NON viene capito, nè quindi accettato e non può che essere considerato un grande broglio (…).

Questo senza nemmeno considerare il fatto che in un paese minuscolo e quindi più controllabile come la Bielorussia, la cosa sarebbe assai più difficile da organizzare che in Russia (dove peraltro non vi è stata) e senza considerare che il paese medesimo si trova sotto sanzioni estere euro-americane, uguali in tutto e per tutto alla Russia, ma che deve gestire con la propria fragile economia (naturale trovare rifugio nella proprie istituzioni quando si ha tutto il mondo esterno contro, anche quando non le si approva fino in fondo).

Naturalmente, al posto di codeste considerazioni, da parte UE si innalza in cielo un grande concerto fatto di melodie tra le quali si distinguono: “Ue manterrà le sanzioni dopo voto ‘finto’” (Kaja Kallas) e “Gli elettori bielorussi non hanno avuto scelta” (Baerbock, ministra degli esteri Germania).

Nessuna nota (naturalmente) da parte dei medesimi rappresentanti UE in merito al voto RUMENO – davvero difficile da falsare, essendo il paese già in UE con commissioni di controllo – letteralmente invalidato per ragioni inesistenti a parte aver dato un risultato non conforme all’amministrazione euro-comunitaria (…).

Insomma un’ordinata litania di piagnistei senza vergogna o guardarsi allo specchio.
ERGO: fa benissimo Lukashenko a replicare che non gli importa se il voto sia o meno riconosciuto dall’UE (che si fottano, in breve e volgare).
Lo stesso direi anche io: del resto cosa un aggregato eterodiretto di colonie (U.E.) possa pensare o credere in materia di libertà e democrazia ha rilevanza pari allo ZERO assoluto.

Mi si potrebbe dire che favorisco gli autoritarismi alla democrazia ? Ma capiscano prima una cosa i signori che leggano: presupposto della “democrazia” è innanzitutto “sovranità piena” sul piano internazionale. L’EUROPA (post-1945) non ce l’ha, l’ha persa 8 decadi orsono: ragion per cui tutta la prosperità e la prosopopea etica in materia di diritti perde significato e consistenza ancor prima di nascere (per come la vedo almeno): riassumo in una metafora efficace ? A me gli occhi…

Immaginate un servo di palazzo medievale, il valletto pulito e ordinato, persino benestante, che va a fare la morale su libertà e democrazia al ramingo a cavallo, cavaliere decaduto, reduce dalla crociate, sporco e fuggiasco, senza un domani: il primo avrà pure una quotidianità più civilizzata e tranquilla rispetto alla disperazione del secondo, nonchè tanti argomenti da decantargli……….ma sempre GLEBA rimane, punto. Il secondo invece – con tutti i suoi insanabili difetti – è LIBERO.

Ma ognuno può giudicare in coscienza propria cosa favorisca nell’esistenza.

Congratulazioni al baffone Lukashenko…

Daniele Lanza

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La differenza tra antisemitismo ed antisionismo…

Vi siete mai chiesti cosa sia l’antisemitismo? Lo so… Sembrerebbe una domanda banale, per molti addirittura stupida; eppure oggigiorno sono in tanti a chiederselo, ebrei compresi. Qualche esempio?

Norman G. Finkelstein, figlio di sopravvissuti ebrei, professore universitario ed autore di diversi libri tra cui «Beyond Chutzpah: On the Misuse of Anti-Semitism and the Abuse of History». In questo libro Finkelstein denuncia le accuse di antisemitismo proferite da alcune organizzazioni sioniste nei confronti degli oppositori alla politica dello Stato d’Israele.

Shea Hecht, rabbino e leader della comunità ebraica, ha affermato che l’ADL (Lega Anti-diffamazione) crea casi di antisemitismo laddove non ci sono, al fine di giustificare l’esistenza della lega stessa.

Yoav Shamir, regista Israeliano, in seguito ad accuse di antisemitismo rivolte al suo primo film, ha deciso di affrontare il tema delicato nel suo secondo documentario “Defamation”. Qui di seguito vi riporto alcune parti della recensione del film: “Shamir intervista diversi esponenti del mondo israeliano, a partire dalla propria nonna fino a eminenti rabbini, dalla lega anti-diffamazione, a veri e propri accademici considerati cani sciolti (intellettualmente parlando), esclusi dall’intellighenzia israelita, e accusati perfino di negare l’olocausto. Shamir viaggia da Gerusalemme a New York, da Roma a Mosca, da Kiev ad Auschwitz e getta anche uno sguardo sull’educazione ricevuta dalle nuove generazioni, a cui viene inculcato un esasperato sentimento di persecuzione e terrore che a volte sconfina quasi nel ridicolo.

Da un punto di vista dei contenuti, è coraggioso nell’indagare dall’interno il senso di persecuzione di alcuni ebrei, nel sottolineare le contraddizioni di un razzismo incrociato attraverso le minoranze (come afro-americani ed ebrei) e dentro lo stesso stato israeliano, e nel mettere in discussione il vero significato dell’antisemitismo oggi, chiedendosi se l’olocausto non venga adoperato, a volte, come uno strumento di comodo per distorcere le prospettive negli scontri con i musulmani, ad esempio, e per mascherare altri interessi politici ed economici internazionali legati allo stato di Israele – come alcuni sostengono.

La diffamazione del titolo, quindi, non è solo l’insieme di riprovevoli atti razzisti che creano una spirale di odio, ma la strumentalizzazione della memoria della Shoah. A questo punto vi starete domandando dove voglia andare a parare, vero?
Da nessuna parte.

Voglio solamente sottolineare che non esistono “domande banali” come ampiamente dimostrato dal documentario che abbiamo tradotto per voi: http://lalternativaitalia.blogspot.com/2012/02/defamation-documentario-da-non-perdere.html

Laura Caselli

P.S. “E’ importante fare chiarezza su cosa sia l’antisemitismo e l’antisionismo… ed è importante sapere come crescono i ragazzi Israeliani, futuri soldati cresciuti a pane ed odio. I veri ebrei sono i primi a denunciare il sionismo e i crimini di Israele in Palestina…”

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Russi ed ucraini un solo popolo…

Russi e ucraini appartengono entrambi al ceppo slavo-orientale, in sostanza sono lo stesso popolo.

• Il classico principio del «divide et impera», che è proprio dei “civilizzatori” occidentali, infligge al mondo intero mali e sofferenze indicibili; esso è fonte di numerosi conflitti di natura etnica e socio-culturale, così come di una totale disuguaglianza sul piano economico. Così è stato in passato, e così continua ad essere ancora oggi.

• Oggi, l’istigazione all’odio interetnico o interrazziale si riduce alla volontà che un determinato gruppo etnico costruisca una sua pseudo-identità nazionale finalizzata al suo distacco dall’etnia principale di uno Stato. È così che Washington e i suoi satelliti agiscono con la Russia, ed è così che fanno nei confronti della Cina e di molti altri Paesi. Taiwan è parte integrante e componente organica dello spazio pancinese, e costituisce un’unità amministrativa della Repubblica Popolare Cinese. I tentativi, incoraggiati da oltreoceano, di inventarsi l’esistenza di una statualità, di una nazione o di una lingua taiwanese sono artificiosi e, di conseguenza, impraticabili.

• Oggi, l’Ucraina si trova di fronte a una scelta: stare con la Russia, oppure sparire completamente dalla cartina geografica. Fermo restando che agli ucraini non chiediamo di sacrificare “ni dušu, ni tilo” [in ucraino: né anima né corpo, n.d.t.] per la propria libertà. È necessario che [gli ucraini] quietino la superbia legata alla propria “alterità”, che rinuncino ai demoni dell’ “ucrainità” politica. Il nostro compito consiste nell’aiutare gli abitanti della Malorossija e della Novorossija a costruire un’Ucraina che sia priva dell’inganno rappresentato dall’”ucrainità”, e nel rafforzare, nella coscienza comune, la consapevolezza che la Russia, per l’Ucraina, è insostituibile sia sul piano culturale che su quello linguistico e politico.

• Russi e ucraini sono un unico popolo. I tentativi di seminare inimicizia tra di noi sono assolutamente inconsistenti e addirittura criminali dal punto di vista storico. I vari Vygovskij, Mazepa, Skoropadskij e Bandera, seppur in epoche diverse, contro il muro della comune identità ci hanno tutti sbattuto la testa. Ed è ciò che potrebbe accadere anche adesso…

Stralcio dell’articolo di Dmitrij Medvedev, Vice Presidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, pubblicato sulla rivista di geopolitica “Meždunarodnaja Žizn’ (il 13 dicembre 2024).

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