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Coordinamento Nazionale Comunista: “Appello all’unità contro la guerra imperialista e contro la Nato”

La spinta imperialista alla guerra segna totalmente di sé questa fase storica. Da questa spinta assume verosimiglianza anche la tragica possibilità di una terza guerra mondiale, che addirittura potrebbe essere già iniziata, anche se non si combatte su tutti i fronti.

Tre fattori, tra gli altri, concorrono a determinare quel “combinato disposto” che si offre come base materiale all’estensione, sul piano planetario, del “sistema” di guerra imperialista:

- Primo, dopo l’89 e il crollo dell’Unione Sovietica e del blocco dei Paesi del socialismo reale la storia non è finita, come al contrario aveva teorizzato il politologo statunitense Francis Fukuyama. Si è rivelata totalmente illusoria e priva di basi storiche concrete l’idea secondo cui il processo di evoluzione sociale, economica e politica dell’umanità avrebbe raggiunto il suo apice alla fine del XX secolo, snodo epocale a partire dal quale si sarebbe aperta una fase finale di conclusione della storia in quanto tale.

Fin dagli inizi degli anni ’90 del XX secolo, i fatti si sono incaricati di smentire clamorosamente quella, idealistica, teoria.

In America Latina una potente pulsione assolutamente contraria, avversa alla prepotenza imperialista inizia a segnare di sé l’intero continente: non solo Cuba resiste e rilancia il proprio progetto socialista rivoluzionario, ma in molti Paesi prende forma, a partire dal Brasile di Lula e dall’avanzato progetto socialista della Bolivia, un progetto di liberazione dal dominio nordamericano che giunge sino alla proclamazione di un inizio di percorso volto al socialismo, come nel Venezuela di Hugo Chávez.

La stessa volontà di liberazione dall’opprimente imperialismo si leva nel continente africano, dall’Africa australe sino ai Paesi dell’Africa del Nord. L’asse Libia-Sud Africa, o Gheddafi – Mandela e Partito Comunista del Sud Africa, per un’Africa libera dall’imperialismo e dal dollaro, spinge il fronte imperialista a distruggere la Libia ed assassinare Gheddafi.

In Asia si assiste al più grande sviluppo economico della storia dell’umanità, quello cinese, uno sviluppo che pone al centro dei “moti” politici planetari una nuova potenza socialista, e di conseguenza annichilente dell’imperialismo: la Repubblica Popolare Cinese, anche se è presente in quella società una classe capitalista estremamente dinamica che richiede grande attenzione per salvaguardarne il carattere socialista. Un’attenzione alle nuove contraddizioni di classe che “il socialismo dai caratteri cinesi” ha esso stesso evocate per favorire il necessario sviluppo economico e di cui il Partito Comunista Cinese è ben consapevole, sino al punto di rilanciare con forza – al suo 19° e, allo stato delle cose, ultimo Congresso – il proprio ruolo come partito d’avanguardia e a capo della lotta di classe per la difesa e lo sviluppo del socialismo.

Ciò mentre è sconfitto il tentativo di penetrazione imperialista in Russia e lo stesso progetto USA-UE di dividere Mosca da Pechino e trasformare la Russia in un altro satellite dell’universo imperialista. Obiettivo non colto, dal fronte imperialista, che di nuovo scatena la mai sopita russofobia occidentale.

Il mondo assiste, dunque, al rapido e imponente passaggio da una fase incongruamente definita “fine della storia” all’avvio di un cambiamento profondo dei rapporti di forza mondiali. Un cambiamento che innanzitutto “spunta le unghie” all’imperialismo USA.

- Secondo: la spaventosa bancarotta, nel 2008, della colossale banca americana Lehman Brothers, si presenta come una crisi allineabile, per profondità, a quella del sistema capitalistico che determina la Prima Guerra Mondiale e alla stessa crisi del 1929. I fallimenti e le liquidazioni si allargano e dagli USA la crisi capitalistica diventa mondiale. La stessa UE risponde a tale crisi con le temporalmente lunghe e socialmente violente politiche dell’austerity.

- Terzo: nel terremoto economico prodotto dalla bancarotta della Lehman Brothers si rilancia prepotentemente il complesso militare-industriale nordamericano che, confermando la denuncia che Eisenhower lancia nel 1961 relativamente alla sua intrinseca e nefasta pericolosità, si pone come “nuovo motore” della ripresa dell’economia USA e, dialetticamente, quale nuovo e ulteriore motore della spinta generale, sul piano internazionale, alla guerra.

Dal 1991 si presentano dunque, sul piano internazionale, tre fasi generali:

la prima, quella successiva al crollo dell’URSS, definibile come “la fase dell’euforia imperialista”, la fase che il capitalismo percepisce come “nuova frontiera mercantile mondiale”;

la seconda, quella dell’improvvisa e potente ripresa – attorno al cardine dello sviluppo cinese, alla tenuta della Russia quale Paese non trasformabile in un nuovo suddito occidentale, alla spinta liberatrice latinoamericana e a vaste aeree, nemiche dell’imperialismo, asiatiche e africane – di un’azione plurale che punta a cambiare i rapporti di forza mondiali;

la terza, quella che ora viviamo, la fase della caduta delle illusioni imperialiste relative alla “fine della storia” e al nuovo scatenamento sia degli “spiriti animali” capitalistici che delle pulsioni belliche imperialiste per l’accensione di vaste guerre “regionali” anticipatrici di una contemplata guerra mondiale.

Segni potenti di questa “terza fase”, segnata dalla rabbiosa reazione imperialista alla crescita e al rafforzamento dell’alternativa multilaterale, a grave danno del vecchio mondo unipolare filo americano, sono le politiche di Biden, imperniate su di una ferrea volontà di rilanciare una nuova Guerra Fredda trasformabile in guerra vera, “calda” e mondiale.

All’interno di una linea generale di nuova aggressività militare USA, che Biden rilancia già dalla propria campagna elettorale contro le politiche “neo isolazioniste” di Trump, sono almeno due, tra gli altri, i fatti che assurgono a paradigmi della nuova linea della Presidenza:

- il Convegno del G7 in Cornovaglia del giugno 2021, sfociato in un terrificante “Documento di Carbis Bay” che Biden impone anche a tutta l’UE e che delinea minuziosamente il progetto di costruzione di un vastissimo fronte militare internazionale contro la Russia e la Cina;

- il pieno rilancio, rafforzamento ed estensione della NATO, dopo le “incertezze” di Trump, quale inequivocabile braccio armato del fronte imperialista mondiale e il conseguente progetto di accerchiamento NATO – dal Polo artico sino alla Georgia, con potenti retrovie militari collocate sull’intera Europa Centrale e dell’Est – attorno a tutti i confini della Russia, cui fa da pendant la consegna all’Australia di sottomarini nucleari operanti nel Mar della Cina.

L’attuale crisi ucraina trova le proprie basi materiali nell’imponente progetto USA-UE-NATO volto, già dal 1991, a mettere in campo in Ucraina un movimento “arancione” di massa capace di spostare Kiev verso Washington e Bruxelles; nel “golpe” di Euromaidan del 2013-2014, poggiato sulle spalle delle organizzazioni nazifasciste messe in campo dagli USA, dall’UE e dalla NATO e diretto sia a far cadere la legittima presidenza filo russa di Yanukovich che, di nuovo, dopo le politiche non asservite all’Occidente di Yanukovich, a ricollocare l’Ucraina nel campo politico e militare USA-UE-NATO; negli orrori perpetrati per lunghi otto anni dal Battaglione Azov, dal battaglione Aidar e dalle altre formazioni che si richiamano al collaborazionista Stepan Bandera, oltre che dall’esercito ucraino a guida NATO, nel Donbass contro le popolazioni di Donetsk e Lugansk e, appunto, in quel vastissimo e nefasto accerchiamento militare della Russia progettato e messo in campo molto tempo prima dell’intervento russo in Ucraina.

Un accerchiamento strategico, diretto contro l’intero asse russo-cinese, che in quanto tale “non può” prendere in considerazione la proposta di pace che Mosca invia, nel dicembre del 2021, agli USA, alla NATO e all’UE e nella quale è delineato il progetto di un’Ucraina indipendente e neutrale e disposta a non subire il diktat USA-NATO volto a trasformare il territorio ucraino in un’immensa base militare NATO ai confini russi, dotata di missili nucleari in grado di colpire Mosca in 4 minuti e minacciare la Cina.

La guerra imperialista appare essere solo agli esordi, la minaccia di trasformarsi in un conflitto mondiale è intrinseca alla linea Biden ed è facilmente percepibile anche solo ponendo attenzione al lavoro intenso e povero di contraddittorio dei grandi media che mirano a preparare le coscienze a questa terribile prospettiva. Tutto ciò mentre il movimento per la pace e contro la guerra, nell’intero Occidente, appare in grave difficoltà.

La guerra viene combattuta anche sul fronte economico, caratterizzato principalmente dalle sanzioni statunitensi ed europee alla Russia. L’Europa ne sarà colpita molto di più degli USA e della stessa Russia in quanto dipende largamente dalle importazioni di prodotti energetici, materie prime, fertilizzanti e prodotti agricoli dal Paese sanzionato. Il 27% del petrolio, il 46% del carbone e il 40% del gas in Europa provengono da Mosca, mentre gli USA importano solo l’8% del petrolio, il 5% del carbone e lo 0,5% del gas e potranno più che compensare i contraccolpi negativi con la crescita delle loro esportazioni verso l’Europa.

Comprare questi prodotti dagli Stati Uniti comporterà, oltre ad un aggravamento della delicatissima situazione ambientale, un aumento dei costi che, per l’Italia, Confindustria già quantifica in 68 miliardi l’anno, l’equivalente di oltre il 5% del Pil.

Queste difficoltà dal lato dell’offerta si stanno presentando dopo una fase di intensa espansione monetaria che apre esorbitanti varchi all’inflazione già stimata al 6% (per i prodotti energetici si parla di un più 200% a fine anno).

L’inflazione sta raggiungendo il suo massimo degli ultimi 40 anni, dovuto sia al caos provocato in alcune filiere produttive dalla pandemia sia a movimenti speculativi, in particolare sui futures dei prodotti energetici, né sembra possibile, nella presente complessa situazione, combatterla con le consuete ricette neoliberiste che farebbero precipitare ancora di più la malconcia economia.

A questi danni va aggiunto l’incremento delle spese militari che anche il nostro governo ha deciso, distogliendo ingenti risorse finanziarie pubbliche dalla sanità, alla scuola e al welfare.

In Europa – e particolarmente in Italia – c’è da attendersi, quindi, oltre all’erosione del potere d’acquisto di pensioni e salari, ormai privi di una valida indicizzazione, la diminuzione dell’occupazione, che indebolirà il mondo del lavoro se non verranno messe in campo imponenti lotte.

Il previsto, serio approfondimento della recessione potrebbe comportare la chiusura di aziende, licenziamenti e distruzione di capitali, condizione necessaria quest’ultima per una ripresa dell’accumulazione globale.

Molto meglio va agli Stati Uniti che, come abbiamo visto, possono scaricare i costi di questa crisi sugli altri.

Questo spiega il loro atteggiamento volto a proseguire la guerra, “fino alla vittoria dell’Ucraina”, dicono. In realtà fino alla sua massima distruzione in una guerra per interposta persona.

L’obiettivo strategico statunitense è quello di impedire l’instaurazione di rapporti amichevoli nell’ambito del continente eurasiatico, staccare la Russia da quasi tutti gli altri partner europei, indebolirla o addirittura renderla “amica”, per poter meglio aggredire in un secondo momento la Cina, il vero nemico strategico. La Via della seta, una cui importante ramificazione doveva passare per l’Eurasia, e che avrebbe portato un indiscusso vantaggio all’Europa, va incontro a un arresto e anche questo avvantaggia gli Stati Uniti d’America, spuntando un’altra minaccia alla loro supremazia economica. Ma sussiste un interesse dell’Europa a prestarsi a questo cinico gioco?

Gli USA non risentono del conflitto, non impiegano propri uomini in prima linea, non ospiteranno una quota significativa di profughi e hanno interesse all’escalation militare ed economica per controllare le fonti energetiche e vendere armi.

Le sanzioni economiche si tradurranno, quindi, in un boomerang per i paesi europei.

L’Italia, in particolare, pagherà un prezzo salato. Oltre ai maggiori costi dovrà affrontare la carenza dei prodotti energetici, almeno per il tempo necessario ad attivare i canali alternativi di approvvigionamento. Il Ministro Cingolani ha ammesso che ci vorranno almeno tre anni per potere sostituire le importazioni dalla Russia e nel frattempo ha annunciato il contingentamento dei consumi. Sorgeranno così grossi problemi alle attività produttive, oltre che alle famiglie e ai servizi pubblici, come gli ospedali, le scuole e i trasporti pubblici. Insieme all’accresciuto fabbisogno di ammortizzatori sociali, avremo un nuovo fattore di indebitamento pubblico, dopo quello promosso da Draghi o dovuto al Recovery Fund che – non ce l’hanno detto – per la sua quasi totalità dovremo restituire direttamente o indirettamente.

Si andrà quindi verso una crisi che potrebbe far rimpiangere le precedenti.

Le politiche del governo Draghi sono caratterizzate da un attacco alla classe lavoratrice. Dallo sblocco dei licenziamenti alla promozione di rapporti di lavoro privi di tutele, dal mancato contrasto degli infortuni sul lavoro alla previsione nel PNRR di nuove forme di privatizzazione della sanità, dal fisco che accentua la sua iniquità al venir meno di importanti tutele ambientali e sociali sull’altare delle esigenze del capitale, il governo aveva già sufficientemente mostrato il suo spietato segno classista. Oggi intende far pagare al popolo italiano i costi della partecipazione al conflitto e del riarmo preteso dalla NATO.

Va denunciata, inoltre, la posizione imperialista dell’Italia e dell’UE le quali, in questa fase, tengono sotto traccia la divergenza di interessi, pur esistenti, con l’imperialismo americano per portare a compimento l’opera di contrasto dei paesi che rifiutano la loro sudditanza alle regole della globalizzazione liberista.

Le sanzioni economiche non riguardano solo le merci ma anche la finanza. Anch’esse potranno ritorcersi contro chi le attua. Infatti, non si campa di sola finanza e, come ha dichiarato la Credit Suisse, si può stampare denaro ma non alimenti. La guerra economica sfida indirettamente un complesso di paesi che nel loro insieme producono la quota maggioritaria di prodotti industriali, sia tradizionali che tecnologicamente evoluti, e di materie prime.

Il blocco di circa due terzi delle riserve russe all’estero, prevalentemente in dollari, ha determinato un’ovvia reazione: le materie energetiche russe dovranno essere pagate dai paesi “ostili” in rubli. Sia questa conseguenza che la perdita di fiducia che inevitabilmente subirà un paese che mostra i muscoli mentre si rifiuta di onorare i propri obblighi, determinerà un’accelerazione del processo di perdita di centralità del dollaro come mezzo di pagamento internazionale e come riserva di valore. Tanto più che dietro a questa moneta non ci sta ormai nessun fondamentale. Fin qui gli USA hanno tirato avanti con le emissioni di carta, cosa che non costa loro nulla, e che veniva accettata solo in ragione della loro potenza militare, impiegata in tutte le occasioni in cui un paese si è rifiutato di sottostare a questo arbitrio. Questo ha permesso loro di consumare al di sopra delle possibilità e armarsi fino ai denti. Ma la cosa cambia quando a ribellarsi è mezzo mondo, quando anche la Cina, l’India, il Vietnam, l’Iran, il Pakistan, il Sudafrica, il Brasile, il Messico, la Nigeria, la Turchia, il Venezuela e altri Paesi asiatici, africani e dell’America Latina si accingono a misurarsi con il superamento della supremazia del dollaro. Perfino l’Arabia Saudita, storico fido alleato degli USA, sta contrattando con la Cina vendite di petrolio in yuan e oltre 140 Paesi non hanno partecipato alle sanzioni contro la Russia.

Anche l’esclusione di alcune importanti banche russe dalla principale rete di pagamenti internazionali, il sistema SWIFT, che avrebbe lo scopo di rendere loro quasi impossibile effettuare transazioni internazionali, potrebbe provocare l’accelerazione del ricorso a un sistema alternativo, il CIPS, sviluppato dalla Cina. Un altro monopolio delle potenze occidentali potrebbe essere così costretto a misurarsi con il concorrente asiatico.

Questa fase economica e geopolitica è caratterizzata dallo scontro internazionale tra capitali che accompagna il processo della loro centralizzazione in ristrette mani e in cui gli Stai Uniti stanno perdendo terreno giorno per giorno ma pretendono di perpetuare il loro unipolarismo. Sul terreno della competizione economica gli USA hanno pochissime chance. Proprio per questo la situazione è pericolosissima perché gli States possono vincere solo sul terreno militare ed è possibile che vogliano giocarvi non solo fino all’ultimo ucraino, ma fino a un’immensa catastrofe umana.

Non sappiamo chi vincerà la guerra ma sappiamo chi con certezza l’ha già persa: la classe operaia, lavoratrice italiana, i lavoratori e i popoli europei, oltre ai popoli del terzo mondo che saranno colpiti da carestie, con conseguenti morti e migrazioni.

Ma questo non interessa ai signori del capitale che vedono nella guerra e nella distruzione l’espediente per superare la sovrapproduzione.

Se ne può uscire o con la riaffermazione del dominio a stelle e strisce, a costo di lutti e sofferenze incalcolabili, o con un nuovo mondo multipolare e in cui non predomini più il modello liberista.

Se prevarrà l’una o l’altra cosa dipende anche dal movimento che sapremo mettere in piedi e dalla necessaria costruzione di un ampio e coeso fronte che combatta l’imperialismo mondiale.

Tuttavia, sia rispetto al grave pericolo di espansione della guerra e di un pieno coinvolgimento del nostro Paese nel conflitto ucraino e in una guerra di più vaste proporzioni che rappresenta un vero e proprio tradimento della Costituzione Italiana, sia rispetto al duro attacco sociale insito nelle scelte di guerra del governo Draghi, ciò che colpisce è la drammatica assenza di un movimento di massa contro la guerra e l’assenza di una lotta di massa e di classe contro le politiche governative asservite alla NATO, all’UE e al grande capitale italiano.

La frammentazione, la polverizzazione del movimento comunista, contro l’imperialismo, si presenta tra le questioni determinanti per la mancanza, in Italia, di un movimento contro la guerra, contro le politiche imperialiste di guerra e per l’uscita dell’Italia dalla NATO e dall’Unione europea.

In questo quadro politico e sociale italiano così tanto segnato dalla spinta bellica e dalla subordinazione alla NATO e dall’attacco al movimento operaio complessivo, incomprensibile e insostenibile, agli occhi dei lavoratori e delle masse, appare il distanziamento politico, e nella prassi, tra i partiti comunisti e all’interno del movimento contro l’imperialismo e la guerra, che così non esprime le sue potenzialità.

Le forze politiche, le riviste, i movimenti che sottoscrivono quest’Appello chiedono con forza ai partiti comunisti italiani e alle forze e ai movimenti per la pace e contro le politiche imperialiste di guerra di invertire immediatamente la rotta e di avviare una politica di forte unità.

Per difendere la Costituzione Italiana che al suo art. 11 stabilisce che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”, contro l’entrata in guerra dell’Italia, contro l’invio delle armi e delle risorse economiche all’Ucraina, per l’uscita dell’Italia dalla NATO, contro l’attacco sociale che il governo Draghi porta alle condizioni di vita delle masse e a ciò che rimane dello stato sociale, perché l’Italia svolga un ruolo di mediatore di pace, chiediamo che tra i partiti comunisti italiani e le altre forze che lottano contro l’imperialismo si apra subito un tavolo volto all’unità d’azione e alla costruzione di un più ampio movimento contro la guerra e contro l’attacco di classe del governo Draghi.

Noi, sottoscrittori di questo documento/appello, ci saremo! E per tutte queste ragioni, come primo segno dell’unità che richiediamo, ci costituiamo nel Coordinamento Nazionale Comunista contro la guerra e contro l’imperialismo.

“La Città Futura”, rivista comunista;
Associazione Nazionale e rivista comunista “Cumpanis”;
Carlo Formenti, “Il Socialismo del XXI Secolo”;
Comunisti di Arezzo;
Comunisti per la Costituente;
Convergenza Socialista;
Federico Giusti, Movimento No Nato, No Base militare
“Camp Darby” Pisa;
“Gramsci Oggi”, rivista comunista;
Movimento per la Rinascita del P.C.I. e per l’Unità dei
Comunisti;
Progetto Comunista, Sardegna;

Per eventuali adesioni/Informazioni: coord.comunista@gmail.com

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Agenzia italiana del farmaco: “Disponibili i medicinali anakinra, baricitinib e sarilumab per il trattamento del COVID-19″

Comunicati Stampa Paolo D'Arpini 30 settembre 2021

Comunicato Stampa Aifa: n. 665 – Nella riunione straordinaria del 23 settembre 2021, la Commissione Tecnico Scientifica (CTS) di AIFA ha valutato le nuove evidenze che si sono rese disponibili all’utilizzo per il trattamento del COVID-19 di anakinra, baricitinib e sarilumab, farmaci immunomodulanti, attualmente autorizzati per altre indicazioni.

I tre farmaci, pur avendo proprie specificità, si aggiungono al tocilizumab nel trattamento di soggetti ospedalizzati con COVID-19 con polmonite ingravescente sottoposti a vari livelli di supporto con ossigenoterapia. Tale decisione, basata sulle evidenze di letteratura recentemente pubblicate, allarga il numero di opzioni terapeutiche e nello stesso tempo consente di evitare che l’eventuale carenza di tocilizumab o di uno di questi tre farmaci possa avere un impatto negativo sulle possibilità di cura.

Nella riunione del 28 settembre 2021, il CdA di AIFA ha approvato l’inserimento dei tre farmaci anakinra, baricitinib e sarilumab nell’elenco della L.648/96, che consente la copertura a carico del Servizio Sanitario Nazionale.

Il provvedimento sarà efficace dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Fonte: https://www.aifa.gov.it/-/aifa-rende-disponibili-i-medicinali-anakinra-baricitinib-e-sarilumab-per-il-trattamento-del-covid-19

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No alle “case chiuse” si alle “famiglie aperte”

Matteo Salvini sta mettendosi in mostra a tutto campo, da quando è diventato ministro dell’Interno (forse sperando di raccogliere ulteriori consensi in vista di ipotetiche prossime elezioni) e lancia tutta una sequela di sconce proposte. Ma temo soprattutto per una sua boutade profferita recentemente riguardante la legalizzazione della prostituzione, ovvero la riapertura delle “case chiuse”. Trovo questa proposta alienante e segnale di una retromarcia sociale che se venisse attuata porterebbe indietro la nostra società al tempo del papa re (il primo che legalizzò il commercio carnale a fini impositivi).

Vivendo nella società malsana in cui viviamo gli ottimizzatori finanziari ed i politici considerano la prostituzione una voce del PIL, quindi per essi se la prostituzione esiste è meglio “regolamentarla”, ovvero “legalizzarla” per un suo miglioramento utilizzativo, esattamente e coerentemente come stanno cercando di fare per il consumo di droga, e cioè: se il tabacco e l’alcol vengono regolarmente venduti e tassati per quale motivo accettare questi e non legalizzare l’altra?

Perché mantenere sacche incontrollate di mercato abusivo, di cui si avvantaggia solo la mafia? Meglio che sia tutto legale e controllato… Ma questa è una visione “utilitaristica” che posso comprendere ma non condividere….

Ma tornando al discorso della prostituzione, se si sente la necessità della promiscuità sessuale sarebbe preferibile la costituzione di famiglie aperte ed allargate. E questo vale sia per le esigenze di uomini che di donne senza sperequazione alcuna. Insomma nella sessualità e nella libertà personale, che non nuoccia agli altri, ci vuole elasticità, ferme restando le attenzioni per le fasce sociali più deboli, come i minori.

D’altronde se osserviamo le abitudini sessuali dei nostri “consanguinei” primati antropomorfi scopriamo che spesso la promiscuità è preponderante… ed è un fatto perfettamente naturale. Come è naturale, e lo è da tempo immemorabile (sia per l’uomo che per gli animali) l’uso di sostanze inebrianti. Persino nella religione cristiana il vino è considerato elemento sacrale, come l’uso della ganjia lo è nell’induismo.

Ma non ha senso legalizzare la pratica del meretricio solo perché si sente il bisogno di ricavare entrate dal “turpe mercato”, come non ha senso degradare la società attraverso lo smercio “certificato” di droghe od il gioco d’azzardo legale.

Scrivevo in calce ad un mio articolo di ecologia sociale: “La soluzione per lo scollamento sociale in corso sta nel superamento dei modelli consumistici, in primis, per ritrovare in una socialità aperta nuove espressioni per la solidarietà umana, contemporaneamente abbandonando il permanere nei grandi agglomerati urbani e rinunciando ai parossismi culturali (musiche preconfezionate, televisioni, sport idioti, giochetti virtuali, etc) in modo da ricreare in noi lo stimolo primario della gioia di vita e la capacità creativa per produrre qualcosa che abbia lo spirito del necessario e del bello”.

Paolo D’Arpini

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Lupercalia e le origini di San Valentino, la spiritualità naturale, i ministri italiani accolgono i golpisti venezuelani, karma e reincarnazione, asilo nel bosco, oroscopo cinese alla scuola di Hòu…

Il Giornaletto di Saul del 13 febbraio 2019 – Lupercalia e le origini di San Valentino, la spiritualità naturale, i ministri italiani accolgono i golpisti venezuelani, karma e reincarnazione, asilo nel bosco, oroscopo cinese alla scuola di Hòu…

Care, cari, i giorni di Lupercalia furono una simpatica festa d’epoca romana che si celebrava dal tredici al quindici di febbraio in onore del dio della fertilità Luperco. Essendo molto gradita tra la popolazione ancora non del tutto convinta del cristianesimo, fu tra le ultime festività ad essere stata “ri-posizionata” dal paganesimo all’allora nuova fede. La soppressione avvenne solo alla fine del V secolo ad opera di Papa Gelasio I, il 49° Vescovo di Roma. È facile supporre che la popolarità dei Lupercàli derivasse dalla conduzione - la festa era celebrata da giovani sacerdoti chiamati Luperci, seminudi con le membra spalmate di grasso e una maschera di fango sulla faccia, e consisteva sostanzialmente nel molestare per strada giovani donne compiacenti e in età fertile. La festa fu spostata sulla figura di San Valentino… (James Hansen)

Lupercalia – Dal punto di vista astrologico a partire dalla metà di febbraio si avverte, almeno nello spirito, l’inizio della primavera. Certo non è la primavera astronomica è un’avvisaglia di primavera. Questo è un periodo ancora  freddo  ma riprende a crescere la durata del giorno ed anche l’aria a volte si addolcisce ed invita i piccoli germogli, che stentano a uscir dal suolo, ad avventurarsi fuori alla luce del sole. In questi giorni, emo un’aggiunta di energia, chiamiamola una scorta psico-energetica, che consente di affrontare condizioni straordinarie e crisi acute -come avviene talvolta alle piantine che si avventurano al sole e ricevono invece la gelata- è una questione di vita o di morte! Il significato recondito dei Lupercali sta a rappresentare l’incontro-scontro degli opposti: Yang (il caldo), Yin (il freddo)…” – Continua: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2019/02/12/treia-lupercalia-e-preparativi-per-la-festa-dei-precursori-2019/

P.S. – Ed in questo spirito stiamo cucendo  il programma per la Festa dei Precursori del Circolo Vegetariano VV.TT.,  che si terrà dal 25  al 28 aprile 2019 a Treia. Gli argomenti che verranno  trattati vertono sulle tematiche di spiritualità laica che ci contraddistinguono. Come in passato l’evento si svolge in collaborazione con altre realtà locali in sintonia (come l’associazione Adesso Yoga ed Auser Treia)  per mostrare aspetti diversi dell’espressione spirituale…

La spiritualità naturale – La coscienza è come il profumo di un fiore, la materia si organizza in vita organica e la coscienza è la sua espressione. Ma si potrebbe anche affermare che la Coscienza è alla base della materia ed attraverso di essa prende vita ed assume identità L’identità, dal punto di vista della Coscienza astratta, è come la forma  ed il nome per gli organismi viventi, semplice manifestazione senza reale sostanza autonoma. Da un caleidoscopio con cinque vetrini dentro e tre specchietti ai lati  si manifestano innumerevoli figure. Il moto è la chiave. E la coscienza è la capacità di riconoscimento. Spirito = coscienza e intelligenza… – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2012/09/letica-non-etica-e-la-morale-non-morale.html

Firenze. Uscire dalla NATO – Scrive Alex Zanotelli: “A Firenze, il 7 aprile 2019, al Teatro Odeon in Piazza Strozzi, dalle ore 10 alle 18: Convegno internazionale per l’uscita dell’Italia dalla NATO. Siete tutti invitati! Info: 393 998 3462″

Vibrata protesta contro i ministri italiani che accolgono i golpisti venezuelani – Scrive Marinella Correggia: “Come potete leggere qui (sotto), non solo Salvini ma anche Moavero ha incontrato i golpisti del Venezuela fra i quali Ledezma, repressore dei venezuelani per decenni e architetto di colpi di Stato! Protestiamo mandando email come gruppi o come singoli, nell’oggetto potremmo mettere: Ministro Moavero ecco la storia criminale dei golpisti venezuelani che lei ha ricevuto!…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2019/02/12/vibrata-protesta-contro-i-ministri-italiani-che-hanno-accolto-a-braccia-aperte-i-golpisti-venezuelani/

Trieste. Comunisti sentimentali – Scrive Gianluca Piaciucci: “Giovedi 14 febbraio 2019, alle ore 17.30, alla Libreria Lovat, Viale XX Settembre 20, Luciana Castellina, giornalista, scrittrice, militante politica, già parlamentare ed eurodeputata del PdUp e del PCI, presenterà  il suo ultimo libro Amori comunisti (edizioni Nottetempo, 2018) le cui pagine illustrano un aspetto, forse poco indagato, della vita privata dei comunisti, quello sentimentale. Info: rosa1914rossa@yahoo.it”

Reincarnazione e karma – Il mio parere sulla reincarnazione? E’ come la ricorrente fioritura e fruttificazione di un albero. I risultati del processo vitale possono variare in seguito alle condizioni ambientali e temporali. La capacità di adattamento e risposta a tali condizioni è insita nella “coscienza” della pianta. Le modificazioni, sia a livello di mutazioni esterne che di adattamenti interni, non sono espressione di “volontà”, quindi non comportano una responsabilità diretta. Insomma il risultato è in conseguenza di una serie di fattori congiunti e collegati inestricabilmente gli uni agli altri… – Continua: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2018/02/11/la-reincarnazione-non-esiste-e-nemmeno-il-karma-2/

Commento di Nisargadatta Maharaj: “CON LA MORTE LA COSCIENZA INDIVIDUALE VIENE LIBERATA DAL CORPO E SI FONDE CON QUELLA UNIVERSALE, CHE NON È LEGATA AL TEMPO-SPAZIO. CAPIRE CHE VOI SIETE QUELLA COSCIENZA IN CUI OGNI CORPO SI MANIFESTA, PRIMA DI MORIRE È CIÒ CHE PORRÀ FINE AD OGNI NASCITA/MORTE”

Asilo nel bosco, per bambini liberi… – Scrive Paolo Mai: “Gli asili nel bosco sono presenti ormai in ogni angolo del pianeta e la loro ricchezza più grande è che non si presentano come scuole che seguono modelli educativi rigidi ma come percorsi educativi aperti alle pedagogie critiche del passato e del presente. Tutti gli asili nel bosco svolgono le proprie attività in natura, tutti hanno un rapporto educatore-bambino/a che è al massimo uno a dieci e non uno a venticinque come nelle altre scuole tradizionali, tutti mettono al centro “muoversi, esplorare, apprendere” tra creatività, passione del fare e cooperazione, per il resto ciascun progetto percorre sentieri autonomi partendo dalle idee del gruppo educativo…” – Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2019/02/bambini-liberi-nellasilo-nel-bosco.html

Montesilvano. Parapicologia – Scrive Grazia: “25° Convegno Internazionale di Ricerche Parapsichiche e Bioenergetiche. “L’uomo multidimensionale: oltre i confini della mente”. Sala congressi del Grand Hotel Adriatico di Montesilvano (PE) il 4, 5, 6 e 7 Aprile 2019. Siete invitati cordialmente. Info: convegnoparapsi@gmail.com”

Oroscopo cinese alla scuola di Hòu – Scrive Paola Turrini: “Ho capito che nel sistema cinese il movimento degli elementi è circolare e costante e che tutto parte dalla TERRA che è matrice universale che tutto nutre e sostiene e che insieme al Cielo produce i cinque elementi: TERRA-METALLO-ACQUA-LEGNO-FUOCO. Questi cinque stati di mutamento possono essere maschili – yang – o femminili – yin. Noi esseri umani siamo una espressione di questi cinque elementi che ci formano psichicamente dalla nascita e che ciclicamente si ripropongono a noi con l’intento di migliorarci andando a scoprire le nostre mancanze così da poterle colmare attraverso un percorso di autoanalisi e consapevolezza, è un percorso spirituale…” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2018/02/approccio-allarte-delloroscopo-cinese.html

Ciao, Paolo/Saul

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Pensieri poetici del dopo Giornaletto:

“Una persona sicura dei suoi mezzi non ha bisogno di affossare gli altri per affermarsi. Sono i mediocri e gli invidiosi che temendo il confronto tramano alle spalle di chi eccelle!” (Michele Meomartino)

Un messaggio di Caterina: “Musica da Tituvannamalai con Upahar Anand e compagni – https://www.facebook.com/caterina.regazzi/videos/10217179788557278/ -”

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La “Festa del Sacrificio”, una festa dannosa per l’ambiente…

Il “sacrificio” del montone, costoso per animali, salute e ambiente (per esempio in Niger)

Durante l’Eid al Adha, la festa del sacrificio per i musulmani che cade in questi giorni, il sangue scorre a fiumi dalle gole di capre, pecore e montoni sgozzati pubblicamente in ricordo del famoso episodio di Abramo e Isacco. Da tempo i musulmani vegetariani mettono in discussione questo rituale, sostenendo che il sacrificio va inteso come miglioramento di sé. In particolare i sufi invitano alla moderazione nei consumi, ricordando l’ammonizione di Maometto: «Il vostro stomaco non diventi un cimitero». Uno studioso indo-britannico, Hafiz Masri, ha condotto a lungo campagne contro questa uccisione di massa e ha scritto libri in materia (per esempio Animals in Islam).

Sul lato della salute, un articolo di Gulf news riferisce che durante l’Eid al Adha gli ospedali si riempiono di «vittime»: gli umani che si sono ingozzati di carne a colazione, pranzo e cena. Con effetti tossici soprattutto per chi già soffre di colesterolo e malattie cardiovascolari.

Intanto, come leggiamo in un servizio della Bbc, nel saheliano Niger la cottura delle carni successiva al sacrificio (localmente chiamato Tabaski) determina un picco nel consumo di legna da ardere. Nella capitale Niamey in due o tre giorni tocca cucinare 400.000 ovini, bruciando almeno 50.000 tonnellate di legna, un quinto del totale annuale. Il taglio di alberi e arbusti dà un grande contributo alla desertificazione, in un circolo vizioso certo innescato dai cambiamenti climatici.

Soluzioni? L’Agenzia per l’ambiente di Niamey dichiara: «Bloccheremo camion, asini e cammelli con carichi eccessivi di legna da ardere verso la capitale. Stiamo cercando un modo per ridurre i consumi, e fra questi l’uso di recipienti di metallo e il ricorso al carbone. Chiediamo alle persone di usare questa fonte».

Dalla padella alla brace?

Marinella Correggia

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Articolo collegato: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2018/08/19/dal-21-agosto-sino-al-25-agosto-2018-ricorre-per-i-musulmani-la-festa-del-sacrificio-che-non-e-una-festa-e-non-e-nemmeno-un-sacrificio-e-solo-un-crudele-massacro/

Mio commentino su macellazione senza stordimento halal e kosher. Tale macellazione è prevista sia per il rito islamico (halal) che giudeo (kosher) durante tutto l’arco dell’anno. La deroga alla legge nazionale vigente che obbliga allo stordimento preliminare è stata approvata con Decreto Legge 1° settembre 1998 n° 333, con cui viene permesso, anche nel nostro paese di sgozzare gli animali, con i metodi praticati per motivi religiosi dagli islamici e dagli ebraici. Questa pratica, era stata proibita in Italia nel 1939, perché ritenuta estremamente crudele ed è stata di nuovo permessa dalla legge di cui sopra, che il “verde” Pecoraro Scanio ha fatto, prima, passare alla commissione agricoltura della camera e che poi è stata votata nel 1998 da una maggioranza “democratica” che a parole si dichiarava contro ogni crudeltà, ma che nei comportamenti ha dimostrato invece, come in questo caso, di essere indegna di rappresentare in parlamento una società civile. Paolo D’Arpini

Post Scriptum: lo stesso discorso ora riservato alla macellazione islamica e giudea viene sollevata ricorrentemente in occasione delle mattanze cristiane: pasqua e natale et similia. Il problema religioso è reale visto che le religioni consentono le mattanze rituali e la continua uccisione di animali innocenti, per uso alimentare, quando se ne potrebbe fare benissimo a meno… Usiamo gli occhiali se abbiamo difetti alla vista, il paraocchi non serve…

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