Velina D’Arpina “malandrina” del 19 giugno 2009 – Calcata Nuova: “Vescovo nuovo, chiesa nuova…. sistemi vecchi!”

Ante Scriptum:

“Viterbo – Sarà consacrata domenica 28 giugno 2009 la nuova Chiesa dei Santi Cornelio e Cipriano, realizzata a Calcata, e progettata da Paolo Portoghesi, Giovanna Massobrio e Antonio Machetti. La cerimonia, in programma nella cittadina viterbese alle ore 16.00, sarà officiata da Monsignor Romano Rossi, vescovo di Civita Castellana. L’altare, le immagini del Redentore, della Madonna e dei Santi protettori di Calcata sono opera di Paolo Borghi, mentre i dipinti delle Cappelle laterali sono stati realizzati da Luigi Frappi. (17.06 – Adnkronos)”

Questa la notizia telegrafica d’agenzia con le notizie sostanziali sulla “dedicazione” della chiesa nuova di Calcata nuova ai SS. Cornelio e Cipriano, protettori del borgo.

Già mi ero occupato giornalisticamente di questo evento, avendo pubblicato sul sito del Circolo alcune indiscrezioni e commenti:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/06/12/la-chiesa-nuova-di-calcata-nuova-dedicata-ai-ss-cornelio-e-cipriano-viene-inaugurata-domenica-28-giugno-2009/  -

Ma è giusto che la notizia “ufficiale” venga rilasciata attraverso le News di Libero dal flash dell’ADN Kronos, un’agenzia “vicina” (per storia politica e culturale) all’arch. Paolo Portoghesi.

Comunque, e qui arriviamo allo scopo della mia velina odierna, mi son permesso di indagare ulteriormente sull’evento inaugurale, raccogliendo alcuni commenti ed informazioni di prima mano dal sacrestano “storico” di Calcata, il buon Filiberto.

Ieri l’altro mentre mi avvicinavo arrancando al solito baretto di Calcata nuova ecco che ti trovo proprio fuori della sacrestia il sacrestano che armeggiava con un tagliaerba. “Buongiorno Filiberto, come stai? Ho saputo che il 30 giugno c’è l’inaugurazione della chiesa nuova, sei contento? A che ora si svolge la funzione? Sono proprio curioso di vedere questa nuova chiesa e cercherò di partecipare anch’io alla cerimonia… a proposito chi la officerà?”. A questa sfilza di domande, poste tutte insieme per evitare dimenticanze, Filiberto, con il suo solito sorriso che non si capisce bene se ride o piange (dovuto ad una semiparesi facciale di qualche anno fa), mi risponde: “La cerimonia si doveva tenere a metà giugno ma è stata rimandata per intoppi con gli ospiti attesi dal professore, si svolge il pomeriggio perché gli ospiti non possono venire la mattina, ma non ci sarà posto in chiesa per te o per chiunque altro, i sedili interni sono tutti occupati dagli ospiti, il popolo potrà però assistere dall’esterno”.

“Come sarebbe a dire dall’esterno? E chi viene a svolgere la funzione?”

“Da tempo c’è un accordo con il vescovo di Civita Castellana, non quello vecchio, Divo Zadi, che non c’è più, quello nuovo, Romano Rossi…. il fatto è che gli invitati di riguardo alla funzione sono tanti e la chiesa è piccola, quindi sono previsti solo posti esterni in piedi”.

“Vescovo nuovo, chiesa nuova…. sistemi vecchi!” Penso io, ma faccio finta di nulla e rivolgo un cenno comprensivo verso il sacrestano, in fondo lui è uno del popolo come me… ma stavolta avrà il suo bel posto dentro la chiesa, fra gli officianti ed i chierichetti e gli ospiti d’onore. Nel frattempo rivivo in un “flash” (non d’agenzia) tutta la storia “ecclesiastica” di Calcata, mentre osservo il parroco che sta lì davanti alla costruzione prefabbricata in cemento armato, bassa e compatta, che fin’ora e servita da luogo di culto, da quando cioè negli anni ’70 la comunità paesana si è trasferita qui alle piane del paese nuovo… lasciando la vecchia chiesa e il vecchio borgo ai forestieri. E’ qui in questa struttura da terremotati, o forse nell’adiacente sacrestia, che nel 1982/83 (la data è sempre incerta) sparì la sacra reliquia del Prepuzio di Gesù. Un reperto storico, che giunse a Calcata nel 1527 con i lanzichenecchi, e che fino agli anni settanta veniva portata in processione nella strade del paese vecchio, il primo gennaio di ogni anno. (vedi url:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=Prepuzio+di+Ges%C3%B9+ )

In quella data si svolge ancora la cerimonia, con banda e processione, ma solo per festeggiare i Santi Patroni, gli stessi ai quali la nuova chiesa di Calcata nuova è stata dedicata: Cornelio e Cipriano.

Chiedendomi “Chissà se i santi da lassù osservano e verranno ad abitare contenti in questa inedita struttura un po’ strana e futurista?”, me ne ritorno agli sprofondi del paese vecchio, dove vige l’anarchia ed il disordine più neri. Altro che ospiti di riguardo! Con le strade invase da cartelli e carabattole di uno sderenato che nessuno controlla e con l’ingresso del Parco del Treja dedicato alle reliquie del consumismo… le traboccanti immondizie e residuati vari del “Teatrino Calcata” fine settimanale, anche questo un segnale del cambiamento dei tempi… Ma chi glielo dice all’ADN Kronos? Veramente ci ho provato parecchie volte, ma sono stato ignorato, è vero che mi chiamo anch’io Paolo… ma D’Arpini… e con queste riflessioni chiudo anche questa odierna Velina D’Arpina “malandrina”.

Grazie per aver letto sin qui e per l’aiuto che vorrete dare a divulgare questa velina.

Vostro affezionato, Paolo D’Arpini – circolo.vegetariano@libero.it  

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La Chiesa nuova di Calcata nuova, dedicata ai SS. Cornelio e Cipriano, viene inaugurata domenica 28 giugno 2009

Un giorno prima della ricorrenza dei patroni di Roma, i SS. Pietro e Paolo, a Calcata nuova si inaugura la nuova chiesa dei SS. Cornelio e Cipriano. Lo conferma il confermato sindaco, Luciano Sestili, in un’intervista rilasciata ad un quotidiano viterbese. Con l’inaugurazione di questa importante opera, progettata dagli architetti Paolo Portoghesi e Giovanna Massobrio, il nuovo centro di Calcata completa le strutture necessarie alla comunità.La forma particolare del nuovo luogo di culto ha creato molto scalpore nell’ambito architettonico, ecco ad esempio cosa è stato scritto su “Fides et Forma”:

( http://fidesetforma.blogspot.com/2009/06/ecco-voi-la-chiesa-mulinex-di-calcata.html )

“Accadrà il pomeriggio del prossimo 28 giugno a Calcata (VT) la dedicazione della nuova Chiesa, SS. Cornelio e Cipriano, progettata dall’Architetto Paolo Portoghesi. Il noto architetto autore della moschea di Roma e di quella di Strasburgo vive ormai da anni nel borgo medievale di Calcata. Evidentemente data la sua permanenza in quel luogo avrà deciso, con la compiaciuta approvazione delle varie autorità coinvolte, di progettare questo nuovo luogo di culto. Senza voler scendere in oziose dissertazioni sull’architettura del grande – perché negarlo – Paolo Portoghesi, vi sottoponiamo le immagini della vecchia chiesa dei SS. Cornelio e Cipriano e quelle della nuova. A voi il giudizio! D’altro canto il problema è non la perfezione o la bellezza delle forme, ma il fatto che quei volumi dovrebbero incarnare una Chiesa e non un’astratta opera di estro architettonico”.

Altre notizie e commenti sul nuovo tempio si trovano anche su “Oriens Forum” ( http://www.oriensforum.com/index.php?topic=1356.0 ), non sembra però che l’evento inaugurale abbia sin’ora avuto una grande divulgazione, anzi pare proprio che passi un po’ in sordina… Il parroco, don Dario, ha organizzato una raccolta fondi per l’acquisto delle panche (con un certo successo) e sta preparando il programma per la funzione ma ancora non si sa da chi verrà celebrata la messa (pare comunque che intervenga il vescovo di Civita Castellana), in questo sia lui che il suo vice, don Henry, non si sbottonano. Forse hanno in mente qualche prelato di spicco, di cui per scaramanzia non vogliono fare il nome in attesa della conferma definitiva.

Le uniche notizie trovate sulle funzioni previste sono quelle relative al coro, pubblicate dal maestro Pasquale Brandimarte su http://www.fisacromatica.net/forum/topic.asp?TOPIC_ID=5934 , in cui è detto: “Il giorno 28 giugno 2009 a Calcata (VT), ci sarà la Dedicazione della nuova Chiesa, SS. Cornelio e Cipriano, progettata dall’Architetto Paolo Portoghesi. Elisa e Pasquale Brandimarte sono i maestri concertatori per i rispettivi cori polifonici di Rignano Flaminio e di Calcata. Ah, non vi ho dato l’indirizzo per vedere i lavori, rimedio subito: www.helpmusic.net – Saluti a tutti Voi, Calcante”.

Ricordo che in questi ultimi anni -da quando è iniziata la costruzione della nuova chiesa- di tanto in tanto c’erano state visite di vari architetti stranieri, soprattutto asiatici, che venivano ad ammirare la nuova creazione sacra di Portoghesi. Sul progetto un paio di articoli sono stati scritti sui giornali locali ma ritengo che l’evento sia molto importante infatti, oltre l’interesse che riveste per la comunità calcatese, questo luogo di culto è particolarmente significativo perché segue la costruzione di due moschee (Roma e Strasburgo) e quindi ristabilisce una par condicio religiosa, non solo in chiave estetica -fra l’espressione architettonica di stile musulmano e quella di una nuova estetica cristiana- ma anche dal punto di vista  “sincretico spirituale”.

Paolo D’Arpini

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“Se gli asinelli di Calcata fossero diventati navette…” – La proposta del Circolo vegetariano che fece discutere tutto il mondo non fu attuata per mancanza di lungimiranza e fantasia…..

Osservo in questi giorni lo stato di degrado in cui si trova la piazza Roma, antistante il borgo di Calcata, malgrado le centinaia di migliaia di euro spesi per il rifacimento dell’impiantito la spianata è intasata dalle auto in sosta selvaggia nel fine settimana, un “parcheggio” abusivo che si dipana per almeno tre kilometri lungo la strada provinciale, non solo ostruendo il traffico di transito ma anche imbruttendo e volgarizzando la bellezza del borgo. L’invasione automobilistica incontrollata è il risultato della mancanza di lungimiranza e fantasia dell’amministrazione che da allora non ha voluto risolvere il problema in modo ecologico, lasciando che il disordine prendesse il sopravvento.

Sarebbe stata certamente diversa Calcata se fosse stata approvata la proposta del Circolo Vegetariano, fatta nel lontano 1994, di pedonalizzare tutto il centro storico e di istituire parcheggi a distanza collegando il borgo antico con bus navetta ed anche con un servizio di “corrozzelle” trainate da asini, soprattutto per l’uso dei bambini. Son trascorsi inutilmente 15 anni da allora ma credo che risollevare il tema sia perlomeno opportuno… Qui di seguito inserisco due articoli, fra le centinaia che apparvero sulla stampa nazionale ed internazionale, senza dimenticare i numerosi servizi televisi delle reti Rai e Mediaset, etc.

Paolo D’Arpini

Ad memoriam et memento:

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Gli asinelli di Calcata diventano “navette”..

Secondo Giordano Bruno era la creatura piu’ sapiente, ma la storia e la letteratura gli hanno riservato un ingiusto trattamento: l’ asino e’ stato sbeffeggiato e insultato. E anche oggi, quando lo si nomina, spesso e’ solo per ricordarne la testardaggine o la scarsa intelligenza. Il simpatico animale avra’ però nei prossimi giorni una possibilita’ di rivincita. Poco lontano da Roma, a Calcata, gli ambientalisti e l’urbanista Paolo Portoghesi hanno avuto un’interessante idea per rivalutare il ruolo dello sfortunato equino: perche’ non affidare il collegamento tra il nuovo parcheggio ancora in costruzione e l’antico borgo del Comune a calessi trainati da asinelli? L’iniziativa è piaciuta all’amministrazione, che si sta gia’ organizzando per realizzarla.

“Il problema dei parcheggi e’ drammatico . racconta il sindaco di Calcata Luigi Gasperini .. La domenica c’ e’ un movimento di 500 600 macchine che, non potendo parcheggiare nella piazzetta ottocentesca vicina al borgo, s’ammassano sulla strada provinciale, con gravi problemi per il traffico”. Deciso dunque che e’ indispensabile utilizzare una nuova area per i posteggi, gia’ identificata nella zona Montorso, s’ e’ presentato il problema di come permettere ai turisti di arrivare in poco tempo in centro.

Le alternative: il bus, la navetta, o gli asinelli. Gli animali candidati al servizio appartengono proprio al noto urbanista che ogni fine settimana si allontana da Roma per raggiungere i suoi cascinali in tufo, nella zona ottocentesca di Calcata, di fronte al borgo. A monte dell’ abitazione, in alcune grotte naturali, Portoghesi ha ricavato un rifugio per una ventina di somari, che alleva con affetto. “Ho iniziato vent’ anni fa . ricorda . sulla scia dell’ emozione lasciata in me da un film di Bresson intitolato “Au hasar Balthasar”, che raccontava il mondo attraverso gli occhi di un asino. E infatti il mio primo asinello lo chiamai Balthasar. Lo salvai dalla macellazione”. Il significato dell’ iniziativa per Portoghesi e’ legato soprattutto alla sopravvivenza degli animali: “Trovandogli un lavoro e’ possibile evitarne la scomparsa. Ai primi del secolo gli asini erano intorno al milione, ora ne esistono solo poche migliaia e alcune specie sono in via di estinzione. Bisognerebbe fare come nei Paesi anglosassoni, dove non solo gli asini sono protetti, ma sono anche molto ricercati per la loro cavalcatura tranquilla”.

E alle eventuali obiezioni degli animalisti Portoghesi risponde: “I calessi dovrebbero affrontare un dislivello al massimo di 15 metri, il percorso per l’ animale non sarebbe per niente faticoso”. Intanto il progetto e’ in piena fase di lancio. Gia’ oggi, alle 6.55, “Uno Mattina” si colleghera’ con Calcata dove a parlare di asini e carrozzelle ci saranno il sindaco Luigi Gasperini, il presidente del Circolo vegetariano Paolo D’ Arpini e, naturalmente, Paolo Portoghesi. Seguira’ una dimostrazione pratica, con gli animali impegnati a percorrere davanti alle telecamere il breve tragitto che conduce alla piazzetta di Calcata.

Laura Martellini

10 gennaio 1994 – Corriere della Sera

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Guerra degli asini a Calcata, il borgo dei vip romani.

Gasperini e il presidente del Circolo vegetariano, Paolo D’Alpini, insistono da qualche settimana per proporre gli asini come mezzi di trasporto anti-smog alternativi all’automobile: sia come «taxi» a quattro zampe, sia come auto di servizio per i due vigili urbani e le quattro guardie del parco della Val Treja. Un’altra Capalbio. Calcata è a 50 chilometri da Roma, ai margini meridionali della provincia di Viterbo, ed è divisa tra il borgo medioevale e la parte nuova, più popolosa, ricostruita a qualche chilometro su fondamenta più sicure. Il borgo vecchio ricorda Capalbio, e come Capalbio è stato ripopolato da «esterni» che non si sono mai perfettamente integrati con i calcatesi doc. In tutto sono 930 anime profondamente divise. E i somari di Portoghesi hamno dato fuoco alle polveri di una tensione latente.  La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la trasmissione del 10 gemnaio di Unomatattina. Le telecamere della Rai hanno ripreso Portoghesi e consorte, il sindaco, Paolo D’Arpini e i loro ciuchi da una parte, e dall’altra un gruppo di manifestanti con tanto i cartelli, quelli che non vogliono Calcata diventi «il paese dei somari».

Sinistra divisa. La diatriba sui ciuchi ha diviso anche gli ambientalisti alla D’Arpini e gli ultrà animalisti, il nucleo di Rifondazione comunista arroccato nel Borgo e i «signorotti», il sindaco e Portoghesi. L’accusa? «Parlano di asini per non parlare dei problemi veri: il degrado di Calcata, la mancanza di parcheggi, le frane, le strade interrotte». La giunta Pds-Psi-Dc rischia di cascare sull’asino e schiva la proposta. «L’affronteremo solo quando sarà formalizzata», dice l’assessore all’Urbanistica Alberto Clementoni, indipendente.

La proposta del Circolo Vegetariano è riassunta così in un documento: «Fare del Borgo un’isola “somarabile” con permesso di accesso ai soli quadrupedi e agli uomini appiedati, allora sì che Calcata diventerebbe un vero paese ideale». Aggiunge il sindaco Gasperini: «Che male c’è se una navetta di asini con o senza calesse porta i turisti dal parcheggio al centro storico?». Ma alcuni ex sessantottini di Calcata gradiscono i ciuchi. Gli animalisti, per esempio, sono preoccupati per la sorte dei somari. Gasperini ribatte: «Gli animalisti non c’entrano un cavolo. Noi non vogliamo sfruttare l’asino, ma riscoprirlo e rivalutarne la figura in chiave di protagonista. Una volta in tutte le famiglie c’era almeno un asinello. Ci si caricava la legna, era un -mezzo locomotorio (dice proprio così, ndr), contribuiva alla crescita sociale. Andrebbe reintrodotto nella lavorazione della terra». Il sindaco si sposterà in asino blu? «A portata d’asino ci girerei. E nelle grandi città diffonderei le carrozzelle, a Roma ripristinerei le Botticelle a trazione equina. L’asino poi è meno veloce ma più affidabile e mansueto del cavallo». Somari targati.

Convinto delle sue idee, Gasperini stupisce i vigili di calcata, i cugini Paolo e Giorgio Giovannetti: «Mi avete chiesto un mezzo nuovo? Invece dell’auto vi do un asinello con un grande stemma del Comune per girare nei centro».  Paolo Giovannetti invoca ragioni di decoro: «Un, vigile in divisa a dorso d’asino non si è mai visto. Tanto vale andare a piedi. eppoi non ho il diploma d’equitazione, non saprei dove parcheggiarlo, come mantenerlo…». A rischio di passare al ciuco anche i quattro guardiaparco del Treja.; «Girano con una Land Rover e una panda», dice Gasperini, «e fanno un gran baccano. Il rumore inquina, le ruote rovinano le mulattiere che cambino cavalcatura». Portoghesi osserva dall’alto la varia umanità che s’accapiglia. «Abito a Càlcata da molti anni, l’ho scelta perché il paesaggio ricorda molto quello di Roma prima della speculazione edilizia. Si appassionò ai somari vent’anni fa dopo aver visto il film di Robert Bresson, Au hasard Baithazar, imperniato sulle peripezie d’un ciuco. «Anche la Fao ha lanciato l’allarme, l’asino è una specie in estinzione», lamenta l’architetto, «la razza di Pantelleria non c’è più neanche a Pantelleria.

L’asino è un animale molto intrigante, simboleggia ignoranza e intelligenza. Giuseppe su un’asina condusse Maria e Gesù in Egitto, e Cristo su un’asina bianca entrò a Gerusalemme la domenica delle Palme.  Gli scrittori l’apprezzano. Nel mondo anglosassone è un quarto di secolo che è un animale da compagnia: c’è una signora inglese che ha una decina di cliniche per somari ed è riuscita ad accreditare l’idea che chi ha casa in campagna. fa bene ad acquistare un asino: per la manutenzione del prato, perché è amico dei bambini, ed è una buona cavalcatura»….. .

Marco Ventura.

La Repubblica – 12 gennaio 1994