Archivio di novembre 2011

Italiani dopo aver letto questo articolo… rispondete a questa domanda: “Affidereste i vostri risparmi a Mario Monti?”

Questa la prima domanda che ogni italiano serio dovrebbe porsi.
Perché le dicerìe su un personaggio anche se parzialmente noto – e mai sufficientemente conosciuto proprio a in forza della sua apparenza, neutra, misurata ed essenziale, accattivante sia per i “politici” che per gli sprovveduti – imposto “formalmente” da un “rappresentante” politico esercitante il massimo ruolo istituzionale (politico… perché in servizio “di routine partitica” da 60 anni) alla guida del governo italiano, sono controverse ed infinite.

La “carriera” ufficiale di Mario Monti, redatta da consumati uffici stampa, gli accredita età da “maturo” nato 68 anni fa’ a Varese. Durante la seconda guerra mondiale, in epoca costituzionale di “regno” e “regime fascista”, e, ancora infante, durante il governo della primissima vera Repubblica Italiana – la Sociale – che lo ebbe cittadino per due anni, e, poi, passivo ed ignaro spettatore all’arrivo dilagante al nord Italia degli eserciti Alleati, da “vincitori”, alla fine della seconda guerra mondiale. Indi studi consueti in liceo milanese dei gesuiti (quanti sono coloro che studiarono dai gesuiti! Carlo Azelio Ciampi – scalatore da Bankitalia, poi “tecnico” al governo, Quirinale –, Luigi Abete, Gabriele Albertini, Giovanni Conso, Gianni De Gennaro, Steffan De Mistura, Giuseppe De Rita, Marcello Dell’Utri, Giuseppe De Rita, Luca di Montezemolo, Mario Draghi, Piero Fassino, Vito Gnutti, Enrico La Loggia, Carlo Maria Martini, Enrico Medi, Cesare Merzagora, Giambattista Montini, Massimo Moratti, Pierluigi Nervi, Leoluca Orlando, Amerigo Petrucci – guardato a spalla da Vittorio Sbardella -, Salvatore Rebecchini – sindaco DC di Roma nel dopoguerra, e fondatore della omonima dinastia “politico-palazzinara” -, Francesco Rutelli, Edgardo Sogno, Marco Staderini, e molti con “carriere di successo” ) laurea in economia alla Bocconi di Milano, ove si sfornano, maggiormente oggi, giovani che si prefiggono carriere di dirigenti e banchieri, o di “economisti”. Attività, questa, che, in pratica, vorrebbe indirizzare gli andamenti produttivi umani sempre e solo nel criterio del lucro e profitto ad ogni costo, e mai nel sano senso “sociale”, per il quale l’economia, “scienza empirica di indirizzo e studio delle attività produttive”, dovrebbe operare.

Rimarchevole è, per Monti, la “specializzazione all’università americana di Yale”, passaggio obbligato per approdare a rapporti e livelli “da gran mondo” e, come si rileva anche da internet (ormai “segreto conclamato” ma notissimo) , sede della importante setta massonica Skull and Bones, che si “votò”, per “vocazione filantropica” ma non disinteressata, al “nuovo ordine mondiale”.

2 = Goldman Sachs

Tralascio il “cursus honorum” del Monti. Passo subito alla di lui cooptazione nella “fondamentale” banca di affari – con poteri mondiali e ruoli sovra nazionali – Goldman Sachs, chiarendo il ruolo di questa nei “problemi” mondiali, dalla stessa “sovrintesi”. Se ne occupò il 15 dicembre 2011Virginia Di Leo in “Osservatorio Sicilia” pubblicando, col titolo “La waterloo politica italiana. Uomini Goldman Sachs innescano la crisi, uomini Goldman Sachs si propongono per risolverla …”, una analisi dettagliata. Quella Goldman Sachs cui il film “Inside Job” del 2010 (presentato a Cannes, Roma e gratificato con un “Oscar”) del regista Charles Ferguson, che lo sceneggiò con Chad Beck e Adam Bolt, si dedicò per spiegare la mega crisi finanziaria determinata negli USA nel 2008.

Goldman Sachs, fondata nel 1869 dopo la guerra civile americana, assunse ruolo non comune nella crisi del 1929, forte del suo peso ebraico (le affiliazioni religiose, come le origini etniche negli USA hanno fondamentale importanza – il gangsterismo, per esempio, è sovente prerogativa di siciliani, calabresi, ebrei, irlandesi, cinesi), per allearsi anche col sistema bancario gestito dal “conglomerato” dell’acciaio e degli armamenti del gruppo Morgan (protestante, ma “furfante scaltro tale da surclassare cento affaristi ebrei associati”, come osservò Ezra Pound negli anni ’30 del XX secolo). E la stessa ebbe sviluppo universale dopo Bretton Woods, sulla trama del “nuovo assetto mondiale” colà fissato per tempi indefiniti a partire dalla seconda guerra mondiale, per fissare la spartizione del potere tra USA ed URSS, fino a che a questa entità, additata come “comunista”, fu “concesso di esistere”. Nel ruolo conquistato dagli USA a Bretton Woods (convegno durato 22 giorni nel luglio 1944, sovrinteso dal “santone della scienza economica” John M. Keynes, il britannico definito “Bukow” da Pound) Goldman Sachs assunse funzione di “consulente di governi” sia in occidente che in oriente, con radice “liberista” per le privatizzazioni, ma si dedicò anche ad “acquisizioni industriali” ed al controllo di “materie prime”, determinando l’andazzo delle banche minori – dalla stessa sovrintese e sorvegliate – ad assorbire e guidare direttamente le attività produttive, al fine scoperto di controllare i flussi monetari e gestire e condizionare le tendenze ed i consumi dei popoli. Sul finire degli anni ’80 gestì anche la scalata di Microsoft e General Electric.

Criterio base fu di determinare flussi di alti e bassi nelle quotazioni delle borse internazionali, così che, per esempio, il titolo “Abacus 2007-AC1” fu ragione di inchiesta da parte della SEC – Securities and Exchange Commission – la accidiosa, ma pur sempre vegetante, commissione statale USA di controllo sulle borse – che condusse il 16 aprile 2010 alla incriminazione di Goldman Sachs. Con la logica conseguenza del naufragio al ribasso nelle borse mondiali di valanghe di titoli, “sventura” che stiamo ancor ora vivendo e che è, in apparenza, inarrestabile.

Come accadde tutto ciò, se non con la complicità di uomini di Goldman Sachs imposti nel potere politico?
Ricorda Virginia Di Leo : “Durante l’amministrazione Clinton l’ex direttore generale della Goldman Sachs, Robert Rubin, divenne sottosegretario al Tesoro. Nel 2004, Henry Paulson, amministratore delegato dalla Goldman, fece approvare alla Commissione dei Titoli e Scambi un aumento dei limiti sul rapporto di indebitamento, permettendo alle banche d’investimento di avere ulteriori prestiti [statali, cioè denaro dei cittadini americani, al minimo, e di coloro che degli USA sono debitori, nota mia] da utilizzare per manovre di speculazione. Nel 2005 Raghuram Rajan, capo economista del Fondo Monetario Internazionale (2003-2007) pubblicò un rapporto in cui annunciava il rischio che le società finanziarie, assumendo grandi rischi per realizzare enormi profitti a breve termine, avrebbero potuto far collassare il sistema economico. Nella prima metà del 2006 la Goldman Sachs vendette 3,1 miliardi di dollari di Cdo [Collateralized debt obbigation, cioé “titoli particolari” emessi da società veicolo e garantiti da obbligazioni di debito tra le obbligazioni e prestiti, in una serie di scatole cinesi di scarsa affidabilità vertenti su “scommesse per il futuro”, ma consuete nel “paradiso affaristico liberista speculativo americano”, nota mia] e in quel periodo l’amministratore delegato era proprio Henry Paulson.

Il 30 maggio 2006 George Bush lo nominò segretario del Tesoro e fu costretto a vendere le sue azioni della Goldman, intascando 485 milioni di dollari (e grazie a una legge di Bush padre non pagò nessuna tassa). Nell’aprile del 2010 i dirigenti della Goldman Sachs furono costretti a testimoniare al Congresso americano: Daniel Sparks, ex capo reparto mutui della Goldman (2006-2008) dovette riferire su alcune email in cui definiva certe transazioni “affari di merda”. Fabrice Tourre, direttore esecutivo prodotti strutturati della Goldman Sachs vendeva azioni che definiva “cacca”. Llyod Blankfein, presidente di Goldman, e David Viniar, vicepresidente esecutivo, sotto le pressanti domande del senatore Carl Levin, furono costretti ad ammettere che sapevano di vendere spazzatura.

Purtroppo anche il Presidente degli Stati Uniti di America, Barack Obama, ha confermato il potere mefistofelico della banca d’affari.
Completò Virginia Di Leo : “Il nuovo presidente della Federal Reserve Bank di New York (principale azionista della Fed) è William Dudley, ex capo economista della Goldman (che nel 2004 lodava i derivati). Capo del personale del dipartimento del Tesoro è Mark Patterson, ex lobbista della Goldman Sachs. A capo della CFCT si è insediato Gary Gensler, ex dirigente della Goldman Sachs che aiutò ad abolire la regolarizzazione dei derivati. Anche in Europa la Goldman manovra spregiudicatamente da tempo.

Nel 1999 la Grecia non aveva i numeri per entrare nell’euro. Quindi la Goldman truccò i bilanci. Su PressEurope Gabriele Crescente scrive: “Nel 2000 Goldman Sachs International, la filiale britannica della banca d’affari americana, vende al governo socialista di Costas Simitis uno “swap” in valuta che permette alla Grecia di proteggersi dagli effetti di cambio, trasformando in euro il debito inizialmente emesso in dollari. Lo stratagemma consente ad Atene di iscrivere il ‘nuovo’ debito in euro ed escluderlo dal bilancio facendolo momentaneamente sparire. E così Goldman Sachs intasca la sua sostanziosa commissione e alimenta una volta di più la sua reputazione di ottimo amministratore del debito sovrano.”.
Così la Di Leo, durante i passi esplorativi di Monti in vista dell’incarico di Governo.

3 = Goldman Sachs globale

Ed é umanamente naturale che quello di Goldman Sachs sia stato, nell’insieme e, sopratutto, negli ultimi venti anni, un “ambientino” dal quale qualsiasi persona seria (e timorata di “dio” – ma quale “dio”? – non quello del “dio denaro” adorato anche dalla banca vaticana I.O.R.) si sarebbe dovuta tenere lontana le mille miglia.

Invece Goldman Sachs fu “vivaio” di personaggi per incarichi pubblici negli Stati Uniti d’America. Il già citato Robert Rubin, che divenne Segretario al Tesoro nella presidenza di Bill Clinton. William Dudley, capo economista in Goldman Sachs dal 1986, lavorò per Timothy Geithner – Presidente della Federal Reserve di New York – per sorvegliare il dipartimento della compravendita di titoli di stato. Da vicepresidente di Goldman Sachs Henry M. Paulson divenne Segretario al Tesoro nella presidenza di George W.Bush. E così, da dirigente della banca, Robert Zoellich divenne vicesegretario USA, mentre Joshua Bolten finì capo gabinetto della Casa Bianca, e l’ex presidente Jon Corzine divenne Governatore del New Jersey.

Il “sorprendente”, in apparenza, è che il governo statunitense (Barack Obama è “solo presidente” per la forma, cioè esecutore di decisioni prese altrove e “ratificate dal parlamento, che è sintesi delle varie lobbies di potere ) abbia “sacrificato” – sotto l’evidenza di operazioni bassamente speculative e di ammanchi scriteriati, che costrinsero la S.E.C. ad intervenire sin dal 2003 – la banca Lehman Brothers ammettendola alla bancarotta, quando la finzione dei “mutui subprime” era stata fatta esplodere ad arte. Nella fattispecie, i “mutui fondiari” negli USA vennero volutamente concessi con facilità ai richiedenti per effimeri edifici di legno e cartongesso, al solo fine di tentare di equiparare il problema della casa alle case europee, che, proverbialmente, anche nella accezione più modesta, sono solide ed in pietra o cemento armato. Si aggiunga, poi, che lo spirito del consumismo accattivante sostenuto ad arte dall’economia capitalista che si ammanta di “liberismo”, si avvalse del valore “nullo” del denaro circolante e virtuale, proprio per creare giganteschi flussi monetari, ma di nessuna consistenza. In effetti l’intera operazione – gabbata e distorta da cronisti e politici, scrupolosi servili verso i “veri mega-banchieri” – rappresentò solo una “partita di giro” che ha permesso la continuità del sistema dominante (scrupolosamente “creatore di denaro dal nulla” ed usuraio) con l’apparente sacrificio di un “ramo parzialmente secco”, che è stato così abbattuto col fine della potatura rinvigoritrice.

4 = L’Italia di Goldman Sachs, salvo altri

Il “giardinetto italiano” è adeguato in proporzione.
Massimo Tononi, classe 1964, laureato nel 1988, fino al 1993 ha lavorato presso l’ufficio londinese della Goldman Sachs, occupandosi maggiormente di fusioni e acquisizioni tra imprese. Assistente di Romano Prodi nella seconda esperienza del professore alla guida dell’IRI (che l’IRI dissolse), nel 1994 tornò alla Goldman Sachs, di cui diventò partner “managing director”, per incarico che lasciò il 18 maggio 2006 per diventare sottosegretario all’Economia nel secondo governo Prodi, del quale aveva finanziato la campagna elettorale con 100.000 euro. Ma, caduto quel governo, tornò a Goldman Sachs fino al 2010, come partner della banca d’affari, e poi diventando “advisory director”.

Romano Prodi svolse la mansione di “senior advisor” di Goldman Sachs, dal marzo 1990, e come si è detto, fu “liquidatore” dell’IRI e… capo del governo italiano.

Gianni Letta dal 18 giugno 2007, mentre non era sottosegretario alla presidenza del consiglio dei Ministri del governo Berlusconi (fu tale nel secondo, terzo e quarto governo), fu nominato advisor di Goldman Sachs, come fu annunziato da “Il sole 24 ore”.
Mario Draghi, Vicepresidente e “Managing Director” di Goldman Sachs International per l’Europa tra il 2002 e il 2005, da associato venne incaricato delle “imprese e dei paesi sovrani.” A questo titolo, una delle sue missioni fu quella di vendere i prodotti finanziari “swap”, consentendo di dissimulare parte del debito sovrano che permise di truccare i conti greci. Lo sostiene il 14 novembre 2011 su “Le Monde” Marc Roche. La carriera di Draghi (classe 1947) lo vede dal 1984 al 1990 in carica di Direttore esecutivo presso il Consiglio di amministrazione della Banca Mondiale. Dal 1991 al 2001 è Direttore generale del Tesoro della Repubblica Italiana. Inoltre fu Presidente dello European Economic and Financial Committee. E nel 1993 fu Capo del Comitato per le “privatizzazioni” (operazione “liberista” che sovrintese alla svendita di “pezzi del patrimonio pubblico”). Da “Direttore generale del Tesoro” guidò la Commissione che stese il Testo Unico sugli “Intermediari e mercati mobiliari”. Dal 2002 al 2005 è stato vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs.

Per “scelta formalmente politica interna italiana”, ma raccomandata dall’estero, fu nominato Governatore della Banca d’Italia dal 29 dicembre 2005 al 31 ottobre 2011 (in proposito, famosa la ferma e sconcertante dichiarazione in collegamento diretto RAI-TV del già Presidente della Repubblica Cossiga, che lo “qualificò in maniera salacemente negativa” anni dopo quella nomina, avendone in seguito accertato ruoli ed origini “nel settore”). Ad aprile del 2006 venne eletto Presidente del Financial Stability Forum, divenuto Financial Stability Board dalla primavera del 2009, che ha funzione della realizzazione di un insieme integrato di misure politiche per affrontare i rischi per il sistema finanziario globale da parte delle istituzioni finanziarie di importanza sistemica (SIFI) e fissare il calendario attuativo per queste misure. Dal 1° novembre 2011 diviene Presidente della Banca centrale europea, in seguito a “compromessi” armonizzati tra il “sistema bancario centrale europeo” e le megabanche mondiali.

Mario Monti dopo la nomina (proposta ed effettuata dal governo Berlusconi) a Commissario Europeo sulla concorrenza, passò a Goldman Sachs, come riferisce “Le Monde” del 15 novembre 2011: “nel dicembre 2005 come “un membro del consiglio di ricerca di Goldman Sachs Global Market Institute ”. Secondo la banca, la sua missione è quella di consigliare “sulle questioni europee e questioni globali di ordine pubblico”. Ma a differenza di Mario Draghi, che aveva un socio, Mario Monti è un “apriporta”, di quelli incaricati di entrare nel cuore del potere Europa per difendere gli interessi della banca”. E la malizia di “ Le Monde” si spinge anche oltre, parlando della”incarnazione completa del “capitalismo di accesso”, in cui eccelle Goldman Sachs”, per poi chiedersi a raffica:

“Perché mai questo tecnocrate con l’etica esigente, è andato a immischiarsi nel mondo spietato dei banchieri centrali? L’avidità? L’ammirazione degli intellettuali italiani negli Stati Uniti? Necessità di partecipare al vero potere finanziario? Un po’ di questo, senza dubbio. Questo legame ha almeno consentito di succedere a maggio 2010 ad un altro uomo di Goldman, il suo mentore Peter Sutherland, ex commissario europeo, inoltre, alla Presidenza UE della Commissione Trilaterale, circolo prestigioso dell’élite economica e diplomatica internazionale”.

5 = Le “manovre finanziarie” per appropriarsi degli Stati

Chiariamo l’azione della Goldman Sachs. Fu lei, secondo MF – Milano Finanza – ad innescare le vendite (ma vere svendite!) dei BTP italiani per schiacciarne i prezzi, facendone poi incetta al minimo raggiunto. E si sostiene – a fronte della evidenza dei fatti – che sia artificiosa l’ondata di innalzamenti dello “spread” (la differenza in punti – centesimi di punto percentuale -) tra i BTP italiani e quelli germanici. Innalzamenti che si potrebbero risolvere ponendo ai vertici dei governi “uomini del sistema finanziario”, per poi far figurare miglioramenti solo dopo la loro operatività, certamente favorevole al giro bancario speculativo mondiale. Riprova è nel mercato borsistico dei giorni precedenti e simultanei allo insediamento di Mario Monti che vede le maggiori banche italiane non reperire, per i propri clienti, i pubblicizzati BTP a tassi “golosi” (rendimenti del 6 e 7%), ma “suggerisce” agli stessi “propri strumenti anche a breve termine” a tassi minori ma a costo alla pari.

Inutile dire che l’immissione ai vertici di governo riguarda uomini mai eletti pubblicamente (per quanto la formalità elettorale possa considerarsi seria ed attendibile, a fronte di leggi – come quella italiana – che vogliono i “candidati” nominati dai capi/padroni dei partiti, i quali si avvalgono del voto espresso dai rassegnati solo per convalida formale a proprio favore).
E, nel “programma del governo Monti” è stato definito a chiare lettere il cardine : la “dismissione” (ovviamente “a terzi”, che rischiano di essere “finanzieri e banche estere dotate di … masse di denaro virtuale”, o, comunque, “personaggi del solito giro buono”) del ricchissimo patrimonio pubblico immobiliare, per “soddisfare il debito contratto con le banche mondiali” e per le “esigenze del Mercato”! Forse si salverà il Colosseo di Roma ed il Canal Grande di Venezia (mere difficoltà di trasporto!), ma l’ENI (che figura “italiana” anche se è gestita “in proprio” da clientes del regime, senza che utili di sorta vengano “socializzati” con i cittadini tutti – secondo la proposta di legge n. 1292 presentata il 31 gennaio 1995 dal prof. Giacinto Auriti e sottoscritta da 18 senatori) potrebbe esser ceduta a “più esperti petrolieri esteri”, insieme con tutte le “concessioni sul suolo della penisola italiana” che hanno già gettito superiore a quanto rendono le concessioni in Libia.

6 = Trilateral

Panorama chiaro, anche se sconcertante.
Infatti, da venerdì 11 a domenica 13 novembre 2011 in Olanda, a L’Aia, Mario Monti avrebbe dovuto presiedere la riunione della “Regione Europea” (con 180 aderenti “ammessi”) della “Trilateral”, che è una chiusissima “combinazione associativa di personaggi gestori il potere mondiale” organizzata nel 1973 dal plutocrate e “politico” David Rockfeller, nella sezione italiana della quale, oltre Monti, militano:
Enrico Tomaso Cucchiani (Allianz, assicurazioni, finanziari, globalità),
Marta Dassù (Aspenia – Aspen Institute Italia),
John Elkann (Fiat Group,investimenti globali con “finanziamenti statali italiani”), PierFrancesco Guarguaglini (Finmeccanica – esperto/indagato per “fondi neri”, caro a tal Tremonti),
Federica Guidi (Ducati Energia, erede dal padre di una serie di c.d.a, presidente Confindustria “Giovani”),
Enrico Letta (già DC, vice “capo” PD, già “governante”, e…”nipote”),
Carlo Pesenti (Italcementi e altri “cementi europei”, C.d.a di UniCredit, Mediobanca e RCS MediaGroup),
Luigi Ramponi (senatore Pdl, già comandante generale della Guardia di Finanza e Direttore del SISMI),
Gianfelice Rocca (Confindustria, Techint group, cliniche),
Marcello Sala (vicepresidente banca Intesa Sampaolo, International Council del Bretton Woods Committee – Washington – e del Consiglio Direttivo di Diplomatia, C.d.a di AlexBank S.A.E.-Egitto),
Carlo Secchi (già parlamentare DC, docente già rettore università Bocconi, in C.d.a. di Pirelli, Italcementi, Mediaset, Allianz-Ras, Parmalat, Fastweb, e.Biscom, Fondazione Teatro alla Scala, TEM Tangenziali Esterne di Milano, Milano Serravalle, Premuda, La Centrale Sviluppo del Mediterraneo),
Maurizio Sella (comitato esecutivo A.B.I., presidente Banca Sella,ecc., cugino di omonimo “antibanchiere”),
Stefano Silvestri (servizi A.I.A., C.d.a. Federazione Aziende Italiane per l’Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza – AIAD ),
Marco Tronchetti Provera (già Telecomitalia, presidente di : Pirelli & C. S.p.A., Pirelli Tyre S.p.A (pneumatici), CAMFIN S.p,A., G.P.I. S.p.A, Marco Tronchetti Provera & C., S.a.p.a., Prelios S.p.A. (immobiliare), Fondazione Pirelli, Fondazione Silvio Tronchetti Provera, Fondazione Hangar Bicocca, vicepresidente di Mediobanca, membro di Esecutivo di Confindustria e C.d.a. di : RCS Quotidiani S.p.A., Università Bocconi, F.C. Internazionale Milano S.p.A., Alitalia – Compagnia Aerea Italiana S.p.A., Fondazione Cerba, Eurostazioni S.p.A.. In Consiglio Direttivo di Assonime, Assolombarda, in International Advisory Board di Allianz),
Franco Venturini (Corriere della Sera).
Della Trilateral fa parte anche Lucas Papademos, vice presidente della B.C.E., ma “economista” di base, ora, novembre 2011, imposto – “a furor di decisioni estere” per contrastare il “furor di popolo” e l’ipotetico referendum popolare circa la persistenza nella soggezione all’euro e nella assunzione dei debiti maturati dai governi di sinistra e destra in connivenza e consociazione – a capo del governo greco.

Ecco un altro spaccato del “sistema di esperti” che governa di fatto il mondo, o coadiuva i “signori del denaro e delle speculazioni con esso compiute”.

7 = Bilderberg ed Aspen, più altre consorterie e “confratellerie”

BILDERBERG
Si è molto fantasticato e scritto circa gli “ammessi” a questo Club ormai antico, creato in Olanda da magnati dell’alta finanza. Gli “invitati” alle riunioni sono, in via nominale, circa 120, ma le circostanze permettono elasticità.
Gli italiani partecipanti, oltre la famiglia Agnelli in passato dominante, oggi sono certamente (ma il novero è fluttuante, in virtù delle “nuove assunzioni e notorietà”) : Alfredo Ambrosetti, Franco Bernabé, Emma Bonino, Giampiero Cantoni, Lucio Caracciolo, Luigi G. Cavalchini, Adriana Ceretelli, Innocenzo Cipolletta, Gian C. Cittadini Cesi, Rodolfo De Benedetti, Ferruccio De Bortoli, Gianni de Michelis, Mario Draghi, John Elkan, Paolo Fresco, Gabriele Galateri, Francesco Giavazzi, Giorgio La Malfa, Claudio Martelli, Rainer S. Masera, Cesare Merlini, Mario Monti, Corrado Passera, Romano Prodi, Alessandro Profumo, Gianni Riotta, Virginio Rognoni, Sergio Romano, Carlo Rossella, Paolo Scaroni, Stefano Silvestri, Domenico Siniscalco, Barbara Spinelli, Giulio Tremonti, Marco Tronchetti Provera, Walter Veltroni, Ignazio Visco, Antonio Vittorino, Paolo Zannoni.

ASPEN INSTITUTE
Come si può verificare, è notevole la contiguità tra i su citati “club”, ed ora, aggiungendo anche il seguente elenco (certamente incompleto, perché basato esclusivamente sui nomi dei “dirigenti” più in vista) dei “partecipanti italiani allo Aspen Institute”, si può avere un quadro complessivo del “sancta sanctorum” immanente sulle teste degli italiani, al di fuori di ogni millantata “regola democratica”: Luigi Abete, Giuliano Amato, Lucia Annunziata, Alberto Bombassei, Francesco Caltagirone, Giuseppe Cattaneo, Fedele Confalonieri, Fulvio Conti, Maurizio Costa, Marta Dassù, Gianni De Michelis, Umberto Eco, John Elkann, Jean-Paul Fitoussi, Franco Frattini, Gabriele Galateri di Genola, Mario Greco, Giovanna Launo, Enrico Letta, Gianni Letta, Adelia Lovati, Emma Marcegaglia, William Mayer, Francesco Micheli, Paolo Mieli, Mario Monti, Lorenzo Ornaghi, Corrado Passera, Riccardo Perissich, Angelo Maria Petroni, Mario Pirani, Romano Prodi, Alberto Quadrio Curzio, Giuseppe Recchi, Gianfelice Rocca, Cesare Romiti, Paolo Savona, Carlo Scognamiglio, Lucio Stanca, Giulio Tremonti, Beatrice Trussardi, Giuliano Urbani, Giacomo Vaciago.
8 = Un “quadro” più eloquente

Emergono, anche nella fittizia “novità” del governo Monti, insediato di fatto il 16 novembre 2011, nomi apparentemente nuovi e sconosciuti. Ma i personaggi cui quei nomi appartengono sono indicati negli elenchi sopra proposti.

Per mero esempio, quando nel farsesco “toto-nomine” relativo al governatore della Banca d’Italia si ventilarono figure le più probabili e “certe”, i fatti, poi, rivelarono l’esistenza del “napoletano” Ignazio Visco, non certo “assunto” a dispetto del ruspante Bossi, che avrebbe preteso “un milanese”. Visco, vicedirettore generale di BankItalia, aveva sovrintendenza ai rapporti e servizi con l’estero. Ruolo non trascurabile, nel lungo lasso di tempo necessitato per “regolare” gli assetti degli investimenti monetari effettuati “in proprio” dal provvidenziale e pittoresco sedicente colonnello Gheddafi, gestore assoluto, in chiave personale e dispotica, del potere politico e finanziario del “florido” Stato di Libia.

Nel contempo, la triade consecutiva di nomi relativa a Monti, Ornaghi, Passera, emerge nel ristretto novero di 16 ministri del gabinetto Monti, tutti “di esperienza” certamente provata (e non avrebbe potuto essere differentemente, trattandosi di quasi tutti sessantenni), dall’alto delle venerande età tutti riguardanti. Squadra che non contempla un vero giovane, giacché s’ha da ritenere che “i professori”, capeggiati da un consumato e maturissimo “professore”, non hanno avuto alcuna considerazione e stima per chi ha età inferiore ai 39 anni, da poco compiuti, per mero esempio, da tal Benito Mussolini il 30 ottobre 1922, quando il re del tempo gli conferì incarico per un democraticissimo governo, che aveva nel partito del “leader” appena 36 deputati su 420 totali, ma che fu approvato da sonora maggioranza dei deputati del parlamento, senza il “suggerimento e la raccomandazione dei mercati esteri o della banca centrale del tempo”.

10 = Improprietà linguistica da parte del “prof. Monti”
Col monotono timbro di voce preannunciato dall’arguto comico Maurizio Crozza, il professore Monti – inspiegabilmente “promosso senatore a vita” per nessun merito culturale e artistico esplicato nella carriera, a vera illustrazione della Patria – nella sua esposizione al parlamento italiano, impropriamente abbondando di terminologie sottratte alla lingua inglese e al vernacolo americano (come se si fosse trovato ad esporre sue notizie ad un cenacolo di suoi accoliti), a totale danno della comprensione da parte dei cittadini tutti, ha mostrato nessuna conoscenza filologica della parola italianissima “corporativo”. Infatti, inserendola nel programma prospettato al Senato della repubblica – nel quale possono abbondare i comunque “diplomati e laureati” come abbondano gli incolti in filologìa e in pratica della corretta lingua italiana e relativi termini appropriati – quella espressione fu sparata a proposito degli interessi soggettivi di “corpo” riguardanti ordini professionali, conventicole o strutture analoghe. Certamente, l’alone “dotto” del colorito ed ameno predecessore Berlusconi (esperto soprattutto in storia romana, a proposito di Romolo e … Remolo, che esibì nella antica esperienza di intrattenitore su navi da crociera) ha lasciato profonda traccia, dalla quale è impossibile distaccarsi. E lo spasso aumenta al considerare che la “prestigiosa università” Bocconi ha annoverato il “nostro” quale rettore per anni, oltre che “docente”.
11 = “Smemorato”, “ignorante”, o … “mistificatore” ?

Ma “docente”, il prof. Monti, nella scienza, l’economia, che, nei fatti, non ne indovina una, almeno in Italia, dal 27 aprile 1945, da quando interruppe il mai più ripetuto gigantesco ruolo di Ministro delle Finanze della Repubblica Italiana, Sociale (perché realmente sensibile alla socialità ed ai problemi dei cittadini tutti), il professore (della università di Napoli!) Domenico Pellegrini Giampietro. Unico, nella storia umana, che, in piena guerra e sotto i bombardamenti distruttori (procurati scientemente dagli Alleati che l’Italia intesero dominare ed abbattere),e in danno della Penisola e dei cittadini, non infierì su di essi con inopportune tassazioni, ma “seppe utilizzare” le enormi liquidità monetarie e la “statica” riserva aurea custodite – in servizio di tesoreria statale – dalla Banca d’Italia s.p.a. a totale disponibilità e favore dello Stato, rendendo utile di bilancio di 20,9 miliardi di lire, pur avendo entrate ordinarie di 50,4 miliardi e spese per 359,6 miliardi. Bilancio riconosciuto anche dalla commissione ispettiva senatoriale degli USA presieduta dal sen. Winkersham, che così certificò pubblicamente il 25 agosto 1945, anche sulla stampa italiana.

Ma, certo, questo dato fondamentale, è volutamente ignorato dagli economisti odierni, per non far risaltare la incapacità dei ministri successivi al Pellegrini Giampietro, e la “calcolata negligenza”, in spirito di palese falsità, degli storici della scienza economica e dei fenomeni monetari. A chi intendesse confutare questa affermazione, indirizzo la consultazione (da me disponibile, o effettuabile sia presso l’ufficio storico della Banca d’Italia, sia presso l’Archivio Centrale dello Stato) della “Gazzetta Ufficiale d’Italia” (si noti la specificazione! Non del “regno d’Italia”! Regno in quel tempo non esistente di fatto e di diritto, a causa della “Resa senza condizioni” sottoscritta nel settembre 1943 dal “formale governo Badoglio incaricato dal re, che simulava d’esser capo dello Stato italiano,” e dai nemici dell’Italia, gli Alleati – USA, Gran Bretagna, Francia, URSS – [si consulti, al proposito, il prezioso volume composto, in “seconda edizione riveduta e aumentata” del nonagenario prof. Elio Lodolini “DAL GOVERNO BADOGLIO ALLA REPUBBLICA ITALIANA – Saggio di storia costituzionale del “quinquennio rivoluzionario” 25 luglio 1943 – 1° gennaio 1948 – (con aggiornamento al 2011)”, ediz. Associazione Culturale Italia Storica, Genova, maggio 2011, analitico e fornito di inoppugnabili citazioni di leggi e decreti]), anno 85°- Numero 159 – parte prima –, di Lunedì 10 luglio 1944 – XXII – che pubblicò a pag. 1050 il “DECRETO MINISTERIALE 28 giugno 1944 – XXII, n. 400, emesso dal Ministro delle Finanze, a firma: Pellegrini, e vistato dal Guardasigilli Pisenti, registrato alla Corte dei Conti il 1 luglio 1944-XXII, Atti ministeriali di governo, Registro 3, Foglio 132. Con questo Decreto, dal titolo “Nomina dell’Avvocato Giovanni Orgera a Commissario Straordinario della Banca d’Italia”, si sciolsero il Consiglio Superiore e il relativo comitato della Banca d’Italia e si sospesero “le funzioni delle assemblee generali dei partecipanti”, accollando, nel contempo, al “Commissario straordinario per l’Amministrazione della Banca d’Italia, nominato dal Ministro, tutti i poteri del Consiglio Superiore, del Comitato del Consiglio stesso, del Governatore, e del Direttore Generale”, di fatto ponendo la già “società di partecipanti” al totale servizio ed inglobamento dello Stato.

Affinché non sembri artificiosa la mia citazione, rinvìo al volume, da me da tempo pubblicato, “EZRA POUND E LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA”, ediz. Pagine, Roma, 2009, nel quale nelle pagine 102 e 138, almeno, indicai, se pur in sintesi, il fatto storico. Oltre che altri, antichi e numerosi saggi, nei quali ho ribadito l’accadimento.

12 = Note sul ruolo della Banca d’Italia e della B.C.E.
Chiarisco, comunque, il concetto. La Banca d’Italia ha, dalla costituzione, forma di società con azionisti un tempo “particolari” (Casse di Risparmio e Banche popolari a carattere locale, tutti gli Istituti previdenziali sociali dello Stato), che vengono ufficialmente definiti “partecipanti”, perché in percentuale al capitale nominale ( di € 156.000) ad essa attribuito dal tempo del Fascismo. Inquadrata nella grande e basilare Legge bancaria del 1936, dettata dal regime fascista, che pose ordine nel sistema delle aziende del settore, aveva – formalmente e di fatto – autonomia dallo Stato, cui forniva “servizio di tesoreria” secondo regole precise, per le quali allo stato avrebbe dovuto “prestare denaro” in casi di necessità. In pratica una “azienda esterna allo Stato”, ma ad esso collegata. Come tale, assoggettata alla regola di redazione di bilancio, con relativo utile da tassarsi a favore dello Stato. L’azione, per decreto, del Ministro delle Finanze della Repubblica Sociale Italiana, fece assumere direttamente allo Stato le attività della Banca d’Italia che, da eventuale creditrice e “depositaria di liquidità e riserve”, fu costretta a branca dello Stato e, per ciò, obbligata a rendere disponibile allo Stato – senza obbligo di lucro per essa! – tutte le necessità correnti e straordinarie dello Stato. In pratica, l’ipotetico “debito pubblico” dello Stato – e l’indebitamento conseguente dei cittadini – svanì automaticamente.

Rendo attuale il concetto. Se la Banca d’Italia s.p.a., e la sua sovrastante e “contenente odierna” B.C.E. – Banca Centrale Europea – “emittenti di denaro” senza riserve di garanzia, e, di conseguenza, nominali creditrici (creditrici di cosa, se ciò che dalle due succitate viene fornito è solo “carta” ?) della Repubblica Italiana, sia per la emissione che per i prestiti anticipati nel tempo, vedessero “annullati i vantati crediti” (perché fatti risultare da antichi “bilanci di addebito, sempre NON CHIARI”, e dei quali non si conosce la genesi! E va ricordato il magistero di Giacinto Auriti, che pretese sempre di conoscere il creditore e la natura del credito da questo vantato! ), oggi i cittadini italiani non sarebbero vessati dal sistema bancario mondiale con l’angosciante problema dell’infinito “debito pubblico”, che ogni giorno si incrementa, a causa dei tassi di interesse da quel sistema pretesi ed ottenuti, all’infinito!

13 = L’esempio della Repubblica Argentina
La Repubblica Argentina, per esempio, costretta da una serie di governanti legati e dipendenti, per loro interessi personali, dai mega banchieri internazionali, fu indotta al fallimento. Ma la avvedutezza della attuale, e di recente confermata, Presidente Cristina Fernández de Kirchner (del partito peronista, con forti connotazioni sociali), che proseguì integralmente, in pieno spirito “sociale”, l’opera intrapresa dal 2003 da, Néstor Kirchner, il marito, eletto da plebiscito popolare Presidente della repubblica, e poi immaturamente scomparso. Questi operò sul gigantesco debito, fatto salire dai governanti predecessori a regime di “fallimento”, subendolo con riserva, ma, nel contempo, imponendo un taglio quasi totale del 75% di esso nei confronti di tutti i creditori (essenzialmente le mega banche apolidi, che, nei rispettivi “paesi di base teorica”, riuscirono ad ottenere sentenze favorevoli dalle interessatissime ed “ubbidienti” magistrature delle aree di loro base nominale). Inoltre ripianò, imponendo proprie condizioni, il debito statale anche verso il famigerato Fondo Monetario Internazionale, al quale impedì – imitato poi dalla moglie, divenuta a sua volta Presidente – ingerenze e “controlli ispettivi” in Argentina. Ricontrattò con tutti i fornitori di servizi e nazionalizzò alcune industrie in precedenza “privatizzate” dai governanti (come è accaduto in Italia) di turno, tutti “rispettosi delle imposizioni dettate oltre confine”.

Così che oggi la Repubblica Argentina vive, e gode, una fase di alto sviluppo sociale nell’ambito di una vera stabilità politica. Esempio inconcepibile per i politici italiani di tutte le fazioni, e, maggiormente, per i personaggi della millantata “nuova onda” (ma in verità antica e decrepita, perché, comunque, legata a figure di apparentemente “non politici”, e “formalmente” tecnici, ma legatissimi ed incombenti sulla politica tutta) introdotti da Mario Monti.

14 = Tutti gli uomini del Monti
Col “pacato e sobrio” – ma tremendamente e freddamente monotono, di tonalità automatica, come le letture di Ciampi, Fazio e Draghi ammannite ogni 31 maggio alle Assemblee dei partecipanti di Banca d’Italia – linguaggio presentato in parlamento dal neo incaricato capo del governo Mario Monti, si sono anche “mostrati” i “suoi uomini”. La stampa di regime (salvo voci isolate!) li ha gabbati per “neofiti della politica”, dimenticando – o dando da intendere agli accidiosi “assorbenti” tivù, radio e giornali – che tutti i “magnifici 17 personaggi” (cabala! chissà cosa significherà) mostrati il 17 novembre hanno sempre avuto a che fare con la politica spiccia, sia per attivismo, che per contiguità, che per dipendenza diretta, che per indole, che per storia.
I 17 “uomini nuovi del Monti” figurano “tecnici”. E, per chi ha raggiunto e superato l’età naturale del pensionamento, c’è da chiedersi se un normale professionista, o funzionario, od anche impiegato ed operaio, non possa ritenersi “tecnico” a fronte della seria esperienza accumulata in oltre 40 anni di attività. E qualcuno, nel parlamento italiano, ha avuto l’ardire di indicare “eccellenze” questi “moschettieri del denaro e della arroganza”. Eccellenze di certo, ma partorite dal regime nel quale sono nati, allevati, istruiti. Coi risultati personali che, da stolti di facile palato, vengono ritenuti prestigiosi, da “eccellenze” forse anche invidiate (l’invidia è la proprietà degli incapaci e dei poveri di spirito!).

15 = Elenco dei ministri, confratelli nel gabinetto Monti
Mario Monti al ministero della Economia e Tesoro; Giulio Terzi di Sant’Agata agli “Esterni”; Anna Maria Cancellieri agli Interni; Paola Severini alla Giustizia; Gianpaolo Di Paola alla Difesa (che, di fatto, è “Guerra”, essendo l’Italia difesa dalla NATO, ed usando i militari per operazioni “belliche, con armi da guerra, che porterebbero la pace”solo mediante le armi); Renato Balduzzi alla Salute; Corrado Clini allo Ambiente; Francesco Profumo alla Pubblica Istruzione (da non confondersi con il più noto Alessandro Profumo, profumatamente strapagatosi in milioni di euri alla guida di Unicredit, che riuscì a condurre alla bancarotta, personaggio, comunque, nel giro dei bankieri-usurai, ed ispiratore di partiti politici soprattutto di aree di centro e sinistra, senza disdegnare la destra. Ma il Francesco Profumo, pur operando nella docenza universitaria, ha mani e sedere in consigli di amministrazione di banche, dato notissimo agli studenti che, subito, lo hanno contestato in piazza); Lorenzo Ornaghi ai Beni Culturali; Mario Catania all’Agricoltura; Corrado Passera allo “Sviluppo economico + Infrastrutture + Trasporti”; Enzo Moavero Milanesi agli Affari Europei; Piero Gnudi al Turismo e Sport; Fabrizio Barca alla Coesione territoriale (che non è la “disgregazione del territorio e ambiente”, ma tutt’altro, se non peggio!); Piero Giarda ai Rapporti col parlamento; Andrea Riccardi alla Cooperazione internazionale; Antonio Catricalà è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

16 = L’esempio Corrado Passera
Facile riferirci al Corrado Passera, “gentiluomo capo banca” che gode di reddito formale denunciato al fisco italiano di € 3.900.000 (reddito corrispostogli da compiacenti complici nei vertici bancari, a tutto danno degli azionisti e dei clienti della sua mega banca, vessati da tale non ragionevole ed inumano “salasso”). “Gentiluomo di cappa e spada” sia per trascorsi liceali in scuola gesuita (Montini docet!), sia per piena soddisfatta accettazione e gradimento certificati dal Bagnasco cardinale di Santa Romana Ecclesia, che è cittadino italiano quando si impegna nella Conferenza Episcopale Italiana – per conto della quale opera e pontifica -, sia quando usa il “debito” passaporto dello Stato Vaticano, per viaggiare ovunque. Passera che mai ebbe rapporti ufficiali con la politica, ma a questa – in buona sostanza di ambiente e clima democristiano – concesse linee di credito a gestori e bande partitiche. Come è avvenuto anche di recente, per finanziamenti industriali al gruppo NTV, che col Montezemolo (anima monetaria del così detto “terzo polo”) sta pencolando nello agone delle fazioni. E, sulla scia di così pesante influenza bancaria, urla vendetta la proposta sparata – che certamente sarà concretata in termini brevi di tempo futuri – di condurre tutte le transazioni, a partire dai pagamenti di entità modesta, al “forzoso” uso del bancomat, che è tessera di pagamento non comune, perché non concessa a chi non intenda avere rapporti con le banche, proprio a causa del suo alto costo di gestione, delle esorbitanti spese che la banca accolla per ogni servizio (e di ciò tratterò in capitolo specifico), e a causa della rarefatta difficoltà nel suo rilascio. Ovvio che il prospettato sistema di “pagamento” gratificherebbe ancora più il dominio delle banche e la loro ingerenza nella privatezza e riserbo degli individui, così facilmente controllati in ogni consumo, e, di conseguenza, censurabile – a discrezione di qualsiasi impiegatuccio di banca – in ogni scelta. E, per ciò, “indirizzabile e suggeribile” con plagiaria persuasione, a qualsiasi atto quotidiano.

A punto rappresento il mio ormai antico rilievo : perché mai ogni transazione monetaria deve essere accompagnata da scontrino fiscale o fattura, mentre tutte le aziende bancarie MAI emisero scontrino fiscale e/o fattura per ogni operazione da loro effettuata sia su addebiti per spese, sia su interessi e rimborsi per mutui, sia per commissioni da loro ottenute, o qualsiasi introito relativo alla loro attività? Ho la certezza che se ciò avvenisse, cioè : se le aziende bancarie tutte rilasciassero fatture e scontrini fiscali per i loro introiti, TUTTI i cittadini italiani potrebbero essere sollevati da qualsiasi tassazione loro imposta! Mi sappia contestare il signor Monti, esperto “professore di economia”, su questa base!

La “eccellenza” del signor Corrado Passera, inoltre, mai sentì il cristiano “dovere” (ammesso che esista tale sentimento, soprattutto per chi “maneggia denaro” e di denaro specula, e vive in ambiti chiusi, lontano dalle realtà quotidiane, solo mirando a trarre profitti macroscopici, a detrimento altrui) di non appropriarsi di denaro, conseguito o contrattato con suoi “complici”, in tale enorme ed “immorale” quantità! Se il personaggio accampa “diritti ottenuti” per “logiche di mercato”, non potrà accreditare a queste l’eccessivo ed “ indebito arricchimento ” che, sotto l’identico profilo, potrebbe accampare un vile scippatore di vecchiette, “ costretto dalla logica di mercato ” alla sua ignobile attività per poter esser considerato “ cliente ragguardevole in banca ”, in forza della sua “ scaltrezza e violenta destrezza ”.

Se il fine giustifica i mezzi, chi conquista emolumenti – anche in campo privato – di quantità non comune (salvo la vincita macroscopica fortuita mediante lotteria) ha il dovere morale di rendere conto a chiunque di ciò che ha introitato. Ciò anche se la Costituzione della Repubblica Italiana non annovera uno specifico articolo che obblighi a rendiconto chiunque sia al servizio dello Stato, o nello Stato rivesta qualsiasi carica.

17 = Enrico Letta, “uomo di Monti”, boss “cattolico” nel PD : catto- comunismo a servizio degli usurai
Citato in questa analisi più volte (Trilateral, scuola dai gesuiti, Aspen Institute, nipote del Gianni per discendenza da un prefetto massone), Enrico Letta è “stella polare” nel partitone di maggiore consenso tra gli elettori italiani, che mostrano di rinunciare ad ogni discernimento, rassegnati, come sono, nella “dipendenza” narcotica ordita su un generico “anti” che è sempre servile verso i gestori del denaro. Un po’ come i vecchi comunisti trinariciuti, gli affezionati al PD non si avvedono che il partito opera in funzione dell’alta finanza globalista, che ai tempi del Pci serviva la Mosca dei banchieri occidentali che l’Urss conducevano soprattutto nel tempo della “guerra fredda”. Il Letta Enrico ha “dovuto” ostentare in pieno parlamento la sua “devozione” al Monti col vergare un biglietto di “piena disponibilità”, spedito dal suo scranno e fatto recapitare ufficialmente da un commesso al “presidente del Consiglio” nella cadrega ufficiale. Il rito liturgico delle varie confraternite di stretta appartenenza pretende – come nelle funzioni nei templi massonici – osservanze, anche se ciò potrebbe far storcere il naso ai distratti elettori, i quali sono sempre costretti e propensi a dimenticare velocemente. E la palese osservanza, ma ostentata nella ufficialità, è atto di dovere.

18 = Spruzzate di “tutto”, buone per i potenti
Dalla vecchia democrazia cristiana allo stravecchio partito comunista, alle frattaglie massoniche dei “partitini” degli anni ’50 e ’60, alla destra missista e dipendente, allo spirito sessantottino, in senso partitico tutto è condensato nella squadra monticiana. Formale il “rispetto” della asetticità che Monti rappresenterebbe nei 67 anni di militanza in affari e governo. Egli ha tenuto – con tremula fermezza – ad allontanare da sé la diceria di rappresentare il mondo internazionale degli affari, del quale fino ad alcuni istanti prima dell’incarico ricevuto dal Quirinale era in carica, perfino con la attribuzione di “member of Moody’s Senior European Advisory Council”, non calunniosamente propalata nei canali internet ancora il 18 novembre 2011. E Moody’s è la privatissima agenzia di stima delle posizioni economiche, finanziarie e monetarie, di base statunitense, che attribuisce apprezzamenti agli Stati ed alle mega-aziende, determinandone anche la defunzione.

Fondamentale è stato l’assenso ed apprezzamento conferito pubblicamente dal cittadino italiano Angelo Bagnasco, presidente della C.E.I. e, passaporto vaticano, cardinale di Santa Romana Ecclesia. 4 osservanti e dichiarati attivi membri delle organizzazioni religiose cattoliche su 17 membri del governo italiano sono garanzia minima. Per contro, la sponda vetero comunista ne manifesterebbe solo 2. Il resto è rappresentanza formale della burocrazia. Ma il totale è, in chiave inoppugnabile, emanazione e garanzia per il sovranazionale mondo delle banche e del denaro, che ha creato la crisi mondiale vigente, e quella italiana in particolare.

Se si vuole celiare, si può soffermare l’attenzione alla attività incalzante del diplomatico di carriera preposto agli Affari Esterni, che nella ventennale presenza negli Stati Uniti d’America (inclusa la missione presso le Nazioni Unite) riuscì anche ad unire l’esperienza prestigiosa di ambasciatore d’Italia in Israele, nel quale triennio ebbe l’occasione della famosa visita con zucchetto in testa del maturo Gianfranco Fini (il termine Finì – con l’accento sulla “i” – fu coniato “per tabulas” da chi scrive nel 1995!) sulla “via di Damasco”. Via damascata che ha condotto il “brillante giovinotto pescatore subacqueo” alla sinecura di Montecitorio e, certamente, ad avvenire più “lucroso”. Con l’intermezzo della “sceneggiata” di distacco dal benefattore Berlusconi, per motivi di “campanilismo calcistico” (i calci si riferivano alle operazioni di scalata al potere!).

19 = Futuro per gli italiani ? “Lacrime e sangue?”
I “programmi elettorali”, come quelli di governo”, sono parole! I fatti che seguono sono stati sempre, in 66 anni di regime vigente, opposti alle promesse. Anche se a qualche neofita del potere scappa di esprimere la propria “vera intenzione”, come è accaduto, di introdurre in Italia l’energìa prodotta mediante il nucleare, ma abbandonata a furore di referendum popolare. E, senza mezzi termini, con tale dichiarazione (gabbata per opinione) si ribadisce il nessun concetto che, chi gestisce il potere, ha delle speranze del popolo tutto. Speranze di maggioranze, che, notoriamente, in democrazia non hanno diritto di cittadinanza. Così come si è confermato ufficialmente che la “ipotesi di tassazione dei patrimoni alti” mai verrà considerata, giacché tutti coloro che hanno fin’oggi “dato” dovranno continuare – con diligenza maggiore – a dare. Anche se viventi sotto la soglia dell’indigenza chiaramente indicata in € 15.000 annui.

20 = Perché maggioranza assoluta in parlamento per Monti?
Appare come un mistero!
Il “dimissionario” Berlusconi, negli sproloqui consueti reiterati anche mentre saliva e scendeva dal Quirinale per mostrare di continuare o non continuare nel governo (senza che alcuno lo avesse sfiduciato ufficialmente!), aveva promesso di rendere duro il futuro a chiunque. Per contro, il “suo” partito, a cominciare da lui, ha assicurato e conferito la totale approvazione parlamentare a Monti e governo. Simultaneamente imitato dagli atavici suoi “nemici” del PD, e dal minacciante Antonio Di Pietro, capo della Italia dei Valori, che dimenticò in un lampo – Alzheimer incipiente? – del reale calibro di “valori bancari e monetari” rappresentato dalla compagine di Monti tutta, oltre che dal suo capo in particolare. Maggioranza “bulgara” per Monti, ottenuta da Senato (281 favorevoli e 25 contrari sul limite minimo di 154) e Camera dei deputati ( 556 favorevoli e 61 contrari per 309 necessari per la maggioranza). Solo la Lega Nord si è opposta, con l’aggregazione di Domenico Scilipoti, che, con arguzia, ha agghindato a lutto – fascia nera sul braccio – il suo abito.
Governo tecnico?

Si ha la sensazione che tale unanimità di consensi sia “dovuta”, come accadde al “salvatore della patria” (“p” minuscola!) Ciampi – del quale ha dottamente fornito dati l’alto magistrato in pensione Bruno Tarquini, nel volume “LA BANCA, LA MONETA E L’USURA”, ediz. Controcorrente, Napoli, 2002 -, al massiccio valore monetario rappresentato da Monti, e dalla sua compagine, per far sopravvivere il teatrino di marionette della politichetta italiana, composto da una cinquantina di partitini e partitoni, tutti indifferenti alla salute dei cittadini, che nulla di nuovo e di edificante – in linea con 66 anni di regime – otterranno dal presente formale “governo di tecnici”, uomini della alta plutocrazia, tutti dotati di “redditi denunciati” superiori ad € 400.000 annui, oltre i privilegi accumulati nella loro non breve esistenza, grazie ed in forza di coloro che, ora, per la forma, fingono di avvicendare.

Ed ora rispondi alla domanda: affideresti tu, lettore, il tuo portamonete a Mario Monti?

Antonio Pantano

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Venticinque anni di Mondo Sabino.. raccontati da Gianfranco Paris

Nell’idea dei fondatori doveva essere un Porta Portese della Sabina. Ma due anni dopo, la mala gestio del primo amministratore ne decretò il fallimento. Fu allora che Sergio Carelli m chiamò per un tentativo di salvataggio della testata. Tirammo il carretto per due anni, e trovammo finalmente la formula giusta: un giornale di informazione con il servizio della pubblicità gratuita. Allora si andava in edicola e il gradimento si registrò subito nei conti consentendoci di diventare un settimanale.

Gli anni novanta furono entusiasmanti. L’importanza della testata nella comunità civile della Sabina tutta, compresa quella romana e delle altre zone limitrofe, è registrata nelle collezioni dei giornali depositate in tutte le biblioteche del nostro territorio che sono diventate una specie di enciclopedia della Sabina dove è possibile trovare di tutto.
Grande influenza avemmo anche sulla politica locale registrando fedelmente e senza servilismo ciò che accadeva tenendo sempre presente l’interesse della collettività.

Poi man mano i tempi sono cambiati, ma Mondo Sabino ha sempre mantenuto la sua linea fuori dai giochi, al servizio dei soli lettori che ha considerati i veri padroni della testata.

E’ stato dato ampio spazio alla cultura, il giornale è diventato la palestra dove la maggior parte di coloro che hanno dedicato le loro attenzioni al territorio hanno fatto le loro prime prove di scrittura.
Chiunque volesse occuparsi della Sabina aveva come punto di riferimento Mondo Sabino. Anche le Università cominciarono ad accorgersi di noi. Quanti studenti ci hanno consultato per le loro Tesi di laurea dedicate al tema del nostro territorio!

Tutto questo ci ha incoraggiato ad andare avanti, anche quando l’arrivo della stampa gratuita ha messo a dura prova la nostra capacità di resistenza. Ma la qualità è rimasta sempre di alto livello, quella dei collaboratori e quella dei lettori che poi in fondo sono la stessa cosa perché Mondo Sabino è il giornale dei suoi lettori, che ne sono anche i suoi collaboratori.

Poi abbiamo pensato di adeguarci ai tempi e siamo diventati anche noi un giornale a distribuzione gratuita. Il risultato immediato è che è aumentata notevolmente la tiratura e sono aumentati i lettori. Bastano pochi giorni perché le copie spariscano dai punti di distribuzione e si attenda prossimo numero. Ora è possibile leggere Mondo Sabino anche online nel sito www.mondosabino.it

Tutto ciò ci è di grande conforto e ci invita a continuare. E’ stata comunque una esperienza esaltante una di quelle che vale la pena di essere vissuta. Una forma di vero volontariato della informazione, di quello che non conosce compensi di sorta, con la sola soddisfazione di contribuire alla crescita della comunità civile.

E a questo modello ci abbiamo creduto fermamente tutti. Oggi alcuni non ci sono più. Gli anni 2000 hanno falcidiato la Redazione. 15 anni fa un tragico incidente stradale ci portò via Sergio Carelli, proprio poco dopo aver celebrato il 15° anniversario della Testata, una perdita gravissima che ci mise a dura prova di sopravvivenza.

Poi Marven, il vulcanico collaboratore della Sabina Romana, più tardi Luigi Cipriani, collaboratore della prima ora quando il giornale erano stato appena fondato, ora Alberto de Angelis, per il quale i giornale segna lutto in questo numero, che è stato a me vicinissimo negli ultimi dieci anni, insieme a Cipriani, ed dalla morte di quest’ultimo da solo.
Ma abbiamo ancora la forza di continuare, forze giovani hanno la voglia di rendere omaggio al lavoro svolto in tanti anni di forte impegno sociale. E noi gli saremo vicini perché spegnere questa luce sarebbe come spegnere una speranza. Lo dobbiamo soprattutto a quelli che non ci sono più e in loro memoria.

Gianfranco Paris
Direttore Responsabile Di Mondo Sabino

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Daniele Carcea: “Agenzie di rating e speculazione finanziaria anglosassone alla radice dei nostri mali….”

Attacco al debito italiano

Nel 1981 Nino Andreatta, Carlo Azeglio Ciampi ed altri fra politici, economisti e banchieri stipularono quello che fu chiamato “il divorzio fra Banca d’Italia e tesoro”. Perché si arrivò a questa operazione?
Già da molti anni il Comitato interministeriale per il credito e il risparmio aveva sancito l’obbligo per la Banca Centrale di acquistare in via residuale i bot invenduti. Cioè quando in un’asta del Tesoro di collocamento di titoli del debito pubblico, detta anche mercato primario, l’offerta di acquisto dei titoli era superiore alla domanda del mercato, veniva chiamata la Banca d’Italia ad intervenire per acquistare i titoli invenduti, stampando la moneta necessaria da dare al tesoro in cambio dei titoli.

Siccome, da molto tempo l’Italia si trovava a fronteggiare una inflazione a due cifre, dovuto soprattutto all’impennata dei prezzi petroliferi e nello stesso tempo il bilancio dello Stato era in disavanzo perenne a causa di un deficit spending continuo, dovuto alle pratiche concertative da sempre di gran moda in Parlamento, si pensò di sciogliere questo rapporto, che allora fu considerato perverso. Dopo il 1981 la Banca d’Italia non era più costretta a ricomprare i titoli invenduti e conseguentemente il Tesoro era costretto a ricollocare i titoli invenduti nelle aste successive, con evidente rialzo dei tassi di interesse, per renderli più appetibili agli investitori.

Dal 1981 al 1994 il rapporto debito pubblico ebbe un’impennata clamorosa, si passo da un rapporto al 55 per cento ad un rapporto al 120 per cento. Probabilmente si ebbe un contenimento dell’inflazione, sicuramente la mossa politica non ha funzionato, poiché i governi hanno continuato a spendere più di quello che incassavano in nome “della pace sociale”, ma l’aumento considerevole dei saggi di interesse per il servizio del debito, per i motivi suddetti, ha sicuramente contribuito a far esplodere il debito pubblico italiano. Sarebbe importante fare un confronto costi-benefici di questa scelta, fatta anche in prospettiva della futura entrata nell’Unione Europea.

Facendo un salto di 30 anni e arrivando ai giorni nostri, lo scenario è quello di un Europa sotto l’attacco dei mercati e della speculazione e in Europa i cannoni sono puntati sull’Italia, con gli spread sui titoli andati alle stelle, anche a causa di un governo di incapaci.

Nel 2008 scoppia tutto, perché il mondo è pieno di prodotti spazzatura, creati a causa di un sistema di totale deregolamentazione, che grazie alla alta leva finanziaria consente di creare prodotti finanziari per un valore di 8-10 volte superiore a quelli dell’economia reale. Si salvano le banche in barba ad ogni legge di libero mercato, aumentano i debiti pubblici dei Paesi che hanno sostenuto quel salvataggio e gli stessi Stati diventano oggetto di attacco da parte degli stessi istituti finanziari salvati da loro. Un paradosso incomprensibile con la logica e il buon senso.

Vengono colpiti, però i Paesi europei, perché? Perché Usa, Giappone e UK, pur avendo organizzato anche loro il sistema con la Banca Centrale detentrice della sovranità monetaria, stampano continuamente moneta per comprare i titoli del debito invenduti alle aste primarie.

Negli ultimi anni la Fed è arrivata a detenere quasi 3 miliardi di dollari di titoli a stelle e strisce, grazie anche alle operazioni definite di quantitative easing (facilitazione quantitativa). Lo stesso fa il Giappone che si è comprato un bel pò del suo debito e inoltre quello collocato sul mercato e tutto in mano di investitori e banche giapponesi.

Lo Statuto europeo invece ha impedito alla BCE di intervenire sul mercato primario per comprare titoli dei Paesi europei, lo ha fatto solo sul mercato secondario e su quantità parecchi limitate. Quindi è stato facile per la speculazione finanziaria guidata da quella anglosassone con la complicità delle agenzie di rating, innescare un attacco pilotato ai debiti sovrani dei Paesi europei e nello specifico a quelli considerati più deboli i Piigs.

Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna. Piigs fra cui all’inizio l’Italia non c’era, ma che ora è vi presente in maniera drammatica. la realtà è che i conti pubblici di questi Paesi non sono peggiori di quelli ad esempio di alcuni Stati degli Stati Uniti come California, Arizona o Minesota. Ma per questi garantisce (per ora) la stampante federale.
Un sistema per garantirsi da questi attacchi speculativi continui, potrebbe essere la costruzione degli Eurobond (Tremonti-Trichet) proposti già da tempo, ma non ancora partiti per l’opposizione della solita Germania.

L’eurobond sarebbe un meccanismo con cui si potrebbe rinegoziare una parte del debito di molti Paesi Europei, consentendogli di rifinanziarsi a tassi accessibili e accettabili, assolverebbero grosso modo, al compito che era delle Banche Centrali Nazionali prima dell’unificazione europea: intervenire stampando moneta, comprando i titoli e tenere i tassi di interesse bassi.

C’è da dire che queste operazioni di continuo indebitamento pubblico e privato in realtà non sono che il prolungamento di un agonia che prima o poi esploderà con effetti incontrollabili, ma è anche vero che non si capisce perché i Paesi europei debbano pagare più degli altri per questa follia mondiale chiamata avidità, pur non essendo quelli messi peggio di tutti.

Daniele Carcea

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Bilderberg? Non è un’associazione segreta… lo sanno tutti chi c’è dietro!

«TRILATERALE» – Monti: “…sempre all’erta sto…”

di Fosca Bincher

“Libero Club Bilderberg”
Complottisti e scenaristi si sono subito scatenati non appena è comparso nella lista dei ministri alla casella della Difesa l’ammiraglio Giampaolo Di Paola. I blogger lo avevano notato già da qualche ora. Il nuovo ministro è un beniamino dei media. Spesso lo intervistano su questioni militari, anche se non sempre ci azzecca. Nel febbraio scorso ha annunciato ad esempio che in Afghanistan era fatta. E non è sembrato proprio così. L’ultima intervista l’ha concessa sulle operazioni militari in Libia il 6 novembre scorso al Sole 24 Ore.

Che così scriveva nell’introduzione: «È questo l’autorevole punto di vista espresso dall’ammiraglio Di Paola in questa intervista a margine di un incontro organizzato dal gruppo italiano della Trilateral Commission a Milano ». Vai a guardare sul sito della Trilateral, e di quella riunione non c’è traccia alcuna. Quindi è evidente: la riunione non era pubblica. Ci doveva essere Monti, che era il padrone di casa.C’era Di Paola. Era il 5 novembre. Ecco il dubbio: non sarà mica che quel giorno si stesse compilando con Berlusconi in carica la lista dei ministri uscita ieri? Risposta difficile. E complottisti scatenati. Anche se molti scenari sarebbero venuti meno con un gesto banale: le dimissioni dalla Trilateral con comunicato stampa imposto in home page sul sito della spectre, dove oggi appare il faccione sereno di Mario Monti.

2 – I MASSONI E LA SINISTRA ITALIANA
Andrea Cinquegrani – tratto da “La Voce della Campania”Il Gruppo Bilderberg nasce nel 1952, ma viene ufficializzato due anni più tardi, a giugno del 1954, quando un ristretto gruppo di vip dell’epoca si riunisce all’hotel Bilderberg di Oosterbeek, in Olanda. Da quel momento le riunioni si sono svolte una o due volte all’anno, nel più totale riserbo. In occasione di una delle ultime, nella splendida e appartata resort di Sintra, in Portogallo, il settimanale locale News riportò una notizia secondo cui il Governo avrebbe ricevuto migliaia di dollari dal Gruppo per organizzare «un servizio militare compreso di elicotteri che si occupasse di garantire la privacy e la sicurezza dei partecipanti».Ma torniamo agli esordi. I primi incontri si sono svolti esclusivamente nei paesi europei, ma dall’inizio degli anni ‘60 anche negli Usa. Tra i promotori – precisano alcuni studiosi della semi sconosciuta materia – occorre ricordare due nomi in particolare: sua maestà il principe Bernardo de Lippe, olandese, ex ufficiale delle SS, che ha guidato il gruppo per oltre un ventennio, fino a quando, nel 1976, è stato travolto dallo scandalo Lockheed; e Joseph Retinger, un faccendiere polacco al centro di una fittissima trama di rapporti con uomini che per anni hanno contato sullo scacchiere internazionale della politica e dell’economia.

Borghezio «La loro ambizione – viene descritto – era quella di costruire un’Europa Unita per arrivare a una profonda alleanza con gli Stati Uniti e quindi dar vita a un nuovo Ordine Mondiale, dove potenti organizzazioni sopranazionali avrebbero garantito più stabilità rispetto ai singoli governi nazionali. Fin dalla prima riunione vennero invitati banchieri, politici, universitari, funzionari internazionali degli Usa e dell’Europa occidentale, per un totale di un centinaio di personaggi circa».Ecco cosa hanno scritto alcuni giornalisti investigativi inglesi nel magazine on line di Bbc News a pochi giorni dal meeting di Stresa. «Si tratta di una delle associazioni più controverse dei nostri tempi, da alcuni accusata di decidere i destini del mondo a porte chiuse. Nessuna parola di quanto viene detto nel corso degli incontri è mai trapelata. I giornalisti non vengono invitati e quando in qualche occasione vengono concessi alcuni minuti a qualche reporter, c’è l’obbligo di non far cenno ad alcun nome.

I luoghi d’incontro sono tenuti segreti e il gruppo non ha un suo sito web. Secondo esperti di affari internazionali, il gruppo Bilderberg avrebbe ispirato alcuni tra i più clamorosi fatti degli ultimi anni, come ad esempio le azioni terroristiche di Osama bin Laden, la strage di Oklaoma City, e perfino la guerra nella ex Jugoslavia per far cadere Milosevic. Il più grosso problema è quello della segretezza. Quando tante e tali personalità del mondo si riuniscono, sarebbe più che normale avere informazioni su quanto sta succedendo».

Invece, tutto top secret. Scrive un giornalista inglese, Tony Gosling, in un giornale di Bristol: «Secondo alcune indiscrezioni che ho raccolto, il primo luogo nel quale si è parlato di invasione dell’Iraq da parte degli Usa, ben prima che ciò accadesse, è stato nel meeting 2002 dei Bilderberg».

Di parere opposto un redattore del Financial Times, Martin Wolf, più volte invitato ai meeting: «L’idea che questi incontri non possano essere coperti dalla privacy è fondamentalmente totalitaria; non si tratta di un organismo esecutivo, nessuna decisione viene presa lì».Fa eco uno dei fondatori, anche lui inglese, lord Denis Healey: «Non c’è assolutamente niente sotto. E’ solo un posto per la discussione, non abbiamo mai cercato di raggiungere un consenso sui grandi temi. E’ il migliore gruppo internazionale che io abbia mai frequentato. Il livello confidenziale, senza alcun clamore all’esterno, consente alle persone di parlare in modo chiaro».

MARIO MONTI Ed ecco cosa scrive un altro studioso di ordini paralleli e di gruppi e associazioni che agiscono sotto traccia, Giorgio Bongiovanni. «Bilderberg rappresenta uno dei più potenti gruppi di facciata degli Illuminati (una sorta di super Cupola mondiale, ndr). Malgrado le apparenti buone intenzioni, il vero obiettivo è stato quello di formare un’altra organizzazione di facciata che potesse attivamente contribuire al disegno degli Illuminati: la costituzione di un Nuovo Ordine Mondiale e di un Governo Mondiale entro il 2012.

Sembra che le decisioni più importanti a livello politico, sociale, economico-finanziario per il mondo occidentale vengano in qualche modo ratificate dai Bilderberg».«Il Gruppo – scrive ancora Bongiovanni – recluta politici, ministri, finanzieri, presidenti di multinazionali, magnate dell’informazione, reali, professori universitari, uomini di vari campi che con le loro decisioni possono influenzare il mondo. Tutti i membri aderiscono alle idee precedenti, ma non tutti sono al corrente della profonda verità ideologica di alcuni membri principali». I veri ‘conducator’- secondo questa analisi – i quali a loro volta fanno anche parte di altri segmenti strategici nell’organigramma degli Illuminati.

Due in particolare: la Trilateral e la Commission of Foreign Relationship, nata nel 1921, la quale riunisce a sua volta tutti i personaggi che hanno fra le loro mani le leve del comando negli Usa. «Questi membri particolari – prosegue Bongiovanni – sono i più potenti e fanno parte di quello che viene definito il ‘cerchio interiore’. Quello ‘esteriore’, invece, è l’insieme degli uomini della finanza, della politica, e altro, che sono sedotti dalle idee di instaurare un governo mondiale che regolerà tutto a livello politico e economico: insomma, le ‘marionette’ utilizzate dal cerchio interiore perché i loro membri sanno che non possono cambiare il mondo da soli e hanno bisogno di collaboratori motivati e mossi anche dal desiderio di danaro e potere».

Passiamo, per finire, alla Trilateral, vero e proprio luogo cult del Potere nascosto, in grado comunque di condizionare i destini del mondo. Ovviamente ‘sponsorizzato’ della star dell’imprenditoria multinazionale, come Coca Cola, Ibm, Pan American, Hewlett Packard, Fiat, Sony, Toyota, Mobil, Exxon, Dunlop, Texas Instruments, Mutsubishi, per citare solo le più importanti.

L’associazione nasce nel 1973, sotto la presidenza “democratica” di Jimmy Carter e del suo consigliere speciale per la sicurezza, Zbigniew Brzezinsky, il vero deux ex machina. A ispirare il progetto, le famiglie Rothschield e Rockfeller, i Paperoni d’America. Un progetto che ha irresistibilmente attratto i potenti del mondo, a cominciare proprio dai presidenti Usa, con un Bill Clinton in prima fila.

Così descriveva Giovanni Agnelli la Trilateral: «Un gruppo di privati cittadini, studiosi, imprenditori, politici, sindacalisti delle tre aree del mondo industrializzato (Usa, Europa e Giappone, ndr) che si riuniscono per studiare e proporre soluzioni equilibrate a problemi di scottante attualità internazionale e di comune interesse». Il solito ritornello.Di diverso avviso il giornalista Richard Falk, che già nel 1978 – quindi a pochissimi anni dalla nascita – scrive sulle colonne della Monthly Review di New York: «Le idee della Commissione Trilaterale possono essere sintetizzate come l’orientamento ideologico che incarna il punto di vista sopranazionale delle società multinazionali, che cercano di subordinare le politiche territoriali a fini economici non territoriali». E’ la filosofia delle grandi corporation, che stanno privatizzando le risorse di tutto il pianeta, a cominciare dai beni primari, come ad esempio l’acqua: non solo riescono a ricavare profitti stratosferici ma anche ad esercitare un controllo politico su tutti i Sud – e non solo – del mondo. La logica della globalizzazione.

E i bracci operativi di questo turbocapitalismo sono proprio due strutture che dovrebbero invece garantire il contrario: ovvero la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale.

«Entrambi – scrive uno studioso, Mario Di Giovanni – sotto lo stretto controllo del ‘Sistema’ liberal della costa orientale americana. Agiscono a tutto campo nell’emisfero meridionale del pianeta, impegnate nella conduzione e ‘assistenza’ economica ai paesi in via di sviluppo». E proprio sull’acqua, la Banca Mondiale sta dando il meglio di sé: con la sua collegata IFC (Internazionale Finance Corporation) infatti sta mettendo le mani sulla gran parte delle privatizzazioni dei sistemi idrici di mezzo mondo, soprattutto quello africano e asiatico, condizionando la concessione dei fondi all’accettazione della privatizzazione, parziale o più spesso totale, del servizio. Del resto, è la stessa Banca a calcolare il business in almeno 1000 miliardi di dollari…

Scrive ancora Di Giovanni: «Le decisioni assunte dai vertici della Trilateral riguarderanno sempre di più quanti uomini far morire, attraverso l’eutanasia o gli aborti, e quanti farne vivere, attraverso un’oculata distribuzione delle risorse alimentari. Decisioni che riguarderanno l’ingegneria genetica, per intervenire nella nuova ‘umanità’. In una parola, tutto ciò che definitivamente distrugga il ‘vecchio’ ordine sociale, cristiano, per la creazione di un nuovo ordine.

Ma tutto questo senza particolari scossoni. Non vi sarà bisogno di dittature, visto che le democrazie laiche e progressiste, condotte da governi di ‘centrosinistra’, servono già così efficacemente allo scopo. Governi che riproducono – conclude – una formula già sperimentata lungo l’intero corso del ventesimo secolo e plasticamente rappresentata dal passato governo Prodi-D’Alema: l’alleanza fra la borghesia massonica e la sinistra, rivoluzionaria o meno».

3 – TUTTI I NOMI DEGLI ITALIANI IN BILDERBERG

Pubblichiamo l’elenco delle personalità italiane che hanno preso parte almeno una volta dal 1982 ad oggi, si summit internazionali dei Bilderberg. Sotto a ciascun nome, la qualifica che ricoprivano al momento dell’ultima partecipazione. Con l’asterisco rosso, i nomi dei partecipanti al summit del 2004 di Stresa. Con quello azzurro, coloro che vengono indicati come “membri” o che hanno rivestito cariche di vertice all’interno della lobby.

AGNELLI GIOVANNI *
AGNELLI UMBERTO *
AMBROSETTI ALFREDO * Presidente Gruppo Ambrosetti
BERNABE’ FRANCO * Ufficio italiano per le iniziative sulla Ricostruzione nei Balcani
BONINO EMMA Membro della Commissione Europea
CANTONI GIAMPIERO Presidente BNL
CARACCIOLO LUCIO * Direttore Limes
CAVALCHINI LUIGI G. Unione Europea
CERETELLLI ADRIANA Giornalista, Bruxelles
CIPOLLETTA INNOCENZO Direttore Generale Confindustria
CITTADINI CESI GIAN C. * Diplomatico USA
DE BENEDETTI RODOLFO * CIRDE BORTOLI FERRUCCIO * RCS libri
DE MICHELIS GIANNI Ministro degli Affari Esteri
DRAGHI MARIO Direttore Min. Tesoro
FRESCO PAOLO Presidente FIAT
GALATERI GABRIELE Mediobanca
GIAVAZZI FRANCESCO * Dicente Economia Bocconi
LA MALFA GIORGIO Segretario nazionale PRI
MARTELLI CLAUDIO Deputato – Ministero Grazia e Giustizia
MASERA RAINER S. Direttore generale IMI
MERLINI CESARE * Vicepresidente Council for the United States and ItalyEMMA BONINO URLA MONTI MARIO * Commissione Europea
PADOA SCHIOPPA TOMMASO * BCE Banca Centrale Europea
PASSERA CORRADO * Banca Intesa
PRODI ROMANO * Presidente UE
PROFUMO ALESSANDRO Credito Italiano
RIOTTA GIANNI * Editorialista La Stampa
ROGNONI VIRGINIO Ministero della Difesa
ROMANO SERGIO Editorialista La Stampa
ROSSELLA CARLO Editorialista La Stampa
RUGGIERO RENATO * Vicepresidente Schroder Salomon Smith BarneySCARONI PAOLO * ENEL Spa
SILVESTRI STEFANO * Istituto Affari Internazionali
SINISCALCO DOMENICO Direttore Generale Ministero Economia
SPINELLI BARBARA Corrispondente da Parigi – La Stampa
STILLE UGO Corriere della Sera
TREMONTI GIULIO * Ministro dell’Economia
TRONCHETTI PROVERA MARCO * Pirelli Spa
VELTRONI VALTER Editore L’Unità
VISCO IGNAZIO * Banca d’Italia
VITTORINO ANTONIO Commissione Giustizia UE
ZANNONI PAOLO * FIATI PRINCIPALI VIP ESTERI AL SUMMIT 2004
DAVIGNON ETIENNE (Suez-Tractebel)
TAYLOR MARTIN (Goldman Sachs International)
ACKERMANN JOSEF (Deutsche Bank AG)
BARNAVIE ELIE (Department of History, Tel Aviv)
BOLKESTEIN FRITS (Commissione Europea)
BOOT MAX (Wall Street Journal)
BOREL DANIEL (Logitech International)
BURGMANS ANTONY (Unilever)
CAMUS PHILLIPE (European Aeronautics Defence and Space)
CLARKE KENNETH (British American Tobacco)
COLLINS TIMOTHY C. (Yale School of Management, Trilateral Commission)
DAVID GEORGE A. (Coca-Cola Hellenic Botting Company)
DE CASTRIES HENRI (AXA Insurance)
DE VRIES GUS (UE coordinatore antiterrorismo)
DERVIS KEMAL (Banca Mondiale GR)
DIAMANTOPOULOU ANNA (Comm. Europea Affari Sociali)
EDWARDS JOHN (Senatore, candidato alla presidenza USA)
GATES MELINDA F. (Gates Foundation)Gianni Agnelli GEITHNER TIMOTHY F. (Presidente Federal Reserve Bank of New York)
GRAHAM DONALD E. (Washington Post Company)
HEIKENSTEIN LARS (Governatore Swedish Central Bank)
HUBBARD ALLEN B. (Presidente E&A Industries)
ISSACSON WALTER (Presidente Aspen Institute)
KERR JOHN (Direttore Shell)
KISSINGER HENRY A. (Kissinger Associates Inc.)
LONG YONGTU (Boao forum for Asia)
LOPES PEDRO M. SANTANA (Sindaco di Lisbona)
MYKLEBUST EGIL (Scandinavian Airline)
NOOYI INDRA K. (Presidente Pepsi Cola Inc.)
OLLILA JORMA (Presidente Nokia Corporation)ROCKEFELLER DAVID (JP Morgan International Council)
ROSS DENNIS P. (Washington Institute for Near East Policy)
SIKORA SLAWOMIR (Presidente Citibank Handlowy)
SOCRATES JOSE (Membro del Parlamento Europea)
TRICHET JEAN-CLAUDE (Presidente European Central Bank)
UNDERDAL AROLD (Rettore Università di Oslo)
VASELLA DANIEL L. (Presidente Novartis AG)
VERWAAYEN BEN J. M. (British Telecom)
WEBER JURGEN (Deutche Lufthansa AG)
WOLF MARTIN H. (Commentatore economico Financial Times)
WOLFENSON JAMES D. (Presidente Banca Mondiale)2 – I SUMMIT ANNUALI DELl’ORGANIZZAZIONE
SAINT MORITZ/ SVIZZERA 2011
Tremonti Giulio, ministro economia,
Scaroni (Eni),
Monti (Bocconi),
Elkhan Jhon (Fiat)
Bernabè (Telecom)
(tra gli altri: Micklethwait The Economist, Trichet banca centrale europea,SPAGNA/ BARCELLONA 2010
Franco Bernabe, Telecom Italia
Mario Draghi, governatore banca d’Italia
Jhon Elkhan presidente Exor, vice pres Fiat
Mario Monti, pres università Bocconi di Milano
Padoa Schioppa Tommaso, “former minister of Finance, pres. Notre Europe”
Romano Prodi Fondazion for Worlwide Cooperation
(tra gli altri: LAGARDE, Christine, ministro economia Francia, GRAHAM Donald editore Washington Post, DEUSS Nass editore del giornale tedesco Die Zeit, OLIVERNES Denis editore deLe Nouvel Observateur, TRICHET jeanclode, presidente banca centrale, WOLF Marthin Associate editor Financial Times, BREDOV e MCBRIDE dell’Economist.BERNABE VOULIAGMENI / GRECIA 2009
Bernabe (Telecom)
Draghi (Banca d’Italia)
Elkhan (Fiat)
Monti (Bocconi)
Padoa Schioppa (già ministro dell’Economia)
Prodi Romano (già primo ministro, già presidente commissione europea)

CHANTILLY VIRGINIA / USA 2008
Bernabe (Telecom)
Draghi (banca Italia)
Elkhan (Fiat)
Monti (Bocconi)
Padoa Schioppa (ex…)

ISTANBUL / TURCHIA 2007
Bernabè
Elkhan
Monti
Padoa Schioppa (ministro finanze)
Tremonti (vice presidente camera deputati)
(tra gli altri Barroso pres comm europea, corrispondente Herald Tribune,MARIO DRAGHI OTTAWA / CANADA 2006
Bernabe (vice presidente Rotschild Europe)
Elkhan
Monti
Padoa Schioppa
Scaroni (eni)
Tremonti (vice presidente Camera)
(relatori due giornalisti de l’Economist)

GERMANIA 2005
Bernabe (Rotschild)
Elkhan
Monti (Bocconi, già commissario europeo)
Padoa Schioppa
Scaroni
Siniscalco (ministro Economia)

STRESA / ITALIA 2004
Ambrosetti (gruppo Ambrosetti)
De Benedetti Rodolfo (Cir)
Bernabe
De Bortoli Ferruccio (Rcs libri)
Caracciolo Lucio (Limes)
Draghi
Galateri (Mediobanca)
Giavazzi Francesco (prof Bocconi, advisor banca centrale europea)
Merlini Cesare
Monti
Passera (intesa)
Riotta (editorialista Corsera)
Scaroni (Enel)
Siniscalco
Tremonti
Tronchetti Provera
Visco Ignazio (Banca d’Italia)John Elkann VERSAILLES / FRANCIA 2003
Ambrosetti
De Benedetti Rodolfo (Cir)
Bernabè
Draghi
Monti (comm europea)
Panara Marco (giornalista Repubblica)
Passera (Intesa)
Poli Roberto (Eni)
Scaroni (Eni)

CHANTILLY / USA 2002
Draghi (Goldman S.)
Padoa schioppa

SVEZIA 2001
Bernabe
Draghi
Gros-Pietro
Monti
Padoa Schioppa
Riotta Gianni (editorialista la Stampa)

BELGIO 2000
Agnelli Giovanni
Agnelli Umberto
Ambrosetti Alfredo
Bernabe (rappresentante governativo ricostruzione balcani)
Fresco (Fiat)
Padoa Schioppa
Riotta Gianni (La Stampa)
Ruggiero Renato
Tremonti

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ROMA, 18/11/2011 – Presentata ai Carabinieri una querela denuncia contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; il Presidente della B.C.E. Mario Draghi; il Presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi; il Presidente della Camera Gianfranco Fini; il Presidente del Senato Renato Schifani; tutti i componenti dello Pseudo-governo dei tecnici nominati da Monti… ed altri

ROMA, 18/11/2011 – Presentata ai Carabinieri una querela denuncia contro il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; il Presidente della B.C.E. Mario Draghi; il Presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi; il Presidente della Camera Gianfranco Fini; il Presidente del Senato Renato Schifani; tutti i componenti dello Pseudo-governo dei tecnici nominati da Monti… ed altri

Al Comando Generale dei Carabinieri
V.le Romania, 45

Alla Procura Della Repubblica Competente

E, p.c. Ad Altri

QUERELA/DENUNCIA CONTRO :

1) Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano;
2) Il Presidente della B.C.E. Mario Draghi;
3) Il Presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi;
4) Il Presidente della Camera Gianfranco Fini;
5) Il Presidenti del Senato Renato Schifani;
6) Tutti i componenti dello Pseudo-governo dei tecnici nominati da Monti;
7) Tutti i Ministri dei governo Berlusconi (all’apparenza appena dimesso, esautorato?);
8) Tutti i segretari dei partiti dell’arco parlamentare;
9) Tutti i Parlamentari che hanno accettato passivamente il “Golpe”;
10) Tutti i consiglieri delle banche nazionali e non di cui costoro sono emanazione;
11) E quant’altri coinvolti nei fatti qui descritti che si ravvisassero nel corso delle indagini.

Per le ipotesi dei reati p. e p. dagli articoli:

1) Alto tradimento (art.90 Costituzione);
2) Concorso formale in reato continuato (art.81 c.p.);
3) Pene per coloro che concorrono nel reato (art.110 c.p.);
4) Circostanze aggravanti (art.112 c.p.);
5) Attentato contro l’integrità l’indipendenza e l’unità dello Stato (art.241 c.p.);
6) Intelligenze con lo straniero a scopo di guerra contro lo Stato italiano (art.243 c.p.);
7) Corruzione del cittadino da parte dello straniero (art.246 c.p.);
8) Infedeltà in affari di Stato (art.264 c.p.);
9) Attentato contro la Costituzione dello Stato (art.283 c.p.);
10) Usurpazione di potere politico o comando militare (art.287 c.p.):
11) Attentati contro i diritti politici del cittadino (art.294 c.p.);
12) Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art.319 c.p.);
13) Corruzione di persona incaricata di pubblico servizio (art.320 c.p.);
14) Abuso d’ufficio (art.323 c.p.);
15) Omissione di atti d’ufficio (art.328 c.p.);
16) Interruzione d’un servizio pubblico o di pubblica utilità (art.331 c.p.);
17) Usurpazione di funzioni pubbliche (art. 347 c.p.);
18) Associazione a delinquere (art.416 bis);
19) Circostanze aggravanti (art.456 c.p.);
20) Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.476 c.p.);
21) Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati (art.477 c.p.);
22) Falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.479 c.p.);
23) Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati (art.480 c.p.);
24) Falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici (art.481 c.p.);
25) Falsità materiale commessa dal privato (art.482 c.p.);
26) Falsità ideologica commessa dal privato in atti pubblici (art.483 c.p.);
27) Falsità commesse da pubblici impiegati incaricati di un pubblico servizio (art. 493 c.p.);
28) Istigazione o aiuto al suicidio (art.580 c.p.);
29) Riduzione in schiavitù (art.600 c.p.);
30) Furto (art.624 c.p.);
31) Truffa (art.640 c.p.);
32) Circonvenzione di persone incapaci (art.643 c.p.);
33) Abuso della credulità popolare (art.661 c.p.);
34) Ed eventuali altre fattispecie di reato che venissero rilevate nel corso delle indagini.-

LUOGO DI COMMISSIONE : Tutto territorio nazionale

TEMPO DI COMMISSIONE : Reati in corso di esecuzione;

Persone offese: la Repubblica italiana, tutti i Cittadini italiani, la Nazione italiana.

Questa è una denuncia che chiede al potere giudiziario di prendere una chiara ed inequivocabile posizione rispetto a questi illeciti, politici, finanziari, economici, morali.

Considerazione

Qualche anno fa è stata la seconda volta dalla instaurazione della Repubblica che siamo chiamati a dare il nostro espresso voto confirmativo su un argomento basilare della vita politica : la modifica della parte seconda della Costituzione.

Era ora che, come inserito dai Padri Costituenti previdentemente nello stesso testo della Costituzione, che ben avevano capito, conoscevano ed immaginavano la possibile limitatezza della Costituzione nell’evolversi della società nel divenire del tempo, qualcuno ponesse mano alla modifica, non del dettato dei principi costituenti dello Stato Italiano e della Repubblica, ma allo snellimento, ammodernamento, attualizzazione del testo della Costituzione.

Era ora che si cambiasse e soprattutto che qualcuno si degnasse di chiedere il nostro parere.

Ricordo che la costituzione degli Stati Uniti d’America è stata modificata ben ventisette volte da quando è entrata in vigore, e gli Statunitensi non ci trovano nulla di strano ad aggiornarla periodicamente per metterla al passo con la mutazione dei tempi.

Il testo della Costituzione all’articolo 1 comma 2 dice :

” ….La Sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”;

All’articolo 56 seguita molto congruamente :

” ……La Camera dei Deputati è eletta a suffragio universale e diretto” ;

Ed anche all’articolo 58 continua molto avvedutamente :

“…..I Senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di età”;

ma da questo punto in poi incominciamo a deviare dalla retta via logica e razionale di procedere ed appaiono le incongruenze, illogicità, assurdità… i paradossi le sottrazioni di potere e Sovranità del popolo.

E quindi la Costituzione all’articolo 83 cita :

“…Il Presidente della Repubblica è eletto dal parlamento in seduta comune dei suoi membri…….”.

Ma non era stabilito all’articolo 1 che ….La Sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione? Perché mai il popolo dovrebbe demandare il potere della sovranità popolare ad altri senza validi motivi??, e quando mai l’ha, o l’avrebbe, fatto???;

La Costituzione all’articolo 59 riporta :

…. E’ senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica!!

Prima riflessione

Mai in tutta la storia della Repubblica che ci sia stato un uomo col senso delle istituzioni (vedi articolo 3) ed abbia rinunciato consapevole dell’affronto all’uguaglianza tra cittadini.

Seconda riflessione

Allora per la stessa logica demenziale, per equità di trattamento, dovrebbero essere nominati consiglieri a vita con potere di voto tutti coloro che sono stati presidenti di un qualche ente, altrettanto tutti quelli che sono stati presidenti di consigli d’amministrazione di aziende private, e tutti i presidenti di ogni genere di istituzione fino a giungere al condominio di casa.

Sì perché sennò verrebbe contraddetto l’articolo 3 , come fino ad oggi è stato ed è, articolo 3 che dice :

“…. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

Il che mi sembra venga evidentissimamente smentito dagli articoli già citati e da quelli di seguito evidenziati.

E questo è un vulnus insanabile ed assoluto, indegno della cosiddetta “Carta Costituzionale!” che già solo per questo motivo andrebbe abrogata, riscritta e corretta secondo logica, razionalità e soprattutto in onore del principio di eguaglianza di trattamento e di diritti fra cittadini.

In particolare in merito ai rapporti tra cittadini e le istituzioni dello Stato.

Ma non s’era stabilito all’articolo 1 che ….La Sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione?
Vedi articolo 3 ??.

E allora… perché mai (art.59)

Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cinque cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.

Io mi domando …. Ma come può il nostro primo funzionario dirigente dello Stato, dipendente a tempo determinato, il Presidente della Repubblica, che già il nostro Consiglio d’Amministrazione (Il Parlamento) ha nominato usurpando il nostro legittimo diritto di elezione, senza interpellarci né consultarci, nominare a sua volta altri funzionari dello Stato a nostra insaputa a cui però egli (primo funzionario) ci costringe a pagare la loro congrua e pingue prebenda mensile di circa quaranta milioni di vecchie lire, nonché tutte le regalie e pertinenze del caso.

Non vale la pena di entrare nella disamina dei meriti che hanno permesso la traslazione di queste cariatidi dal Quirinale al Senato, perché la Costituzione non lo prevede, e soprattutto non ce ne sono.

Voglio però focalizzare l’attenzione sul fatto che stipendiando immeritatamente ed indebitamente i sette attuali senatori a vita, che noi non abbiamo eletto (di qualunque tendenza noi fossimo questo è un dato di fatto), costoro influenzano il dibattito politico e le votazioni (senza averne titolo e mandato popolare), determinando così le sorti politiche, economiche e sociali del Paese, ancor più falsando e distorcendo la Volontà Popolare e l’esito delle votazioni parlamentari.

È mai ammissibile e tollerabile quanto descritto in un paese che si definisce democratico?

Ora, in questi giorni di metà novembre ci tocca sopportare quest’ulteriore affronto alla volontà popolare, alla sovranità del cittadino, al sacrosanto diritto dell’elettore di vedere a capo del Governo …….se non il proprio eletto….. quantomeno di uno degli eletti, seppure del partito antagonista…..

No!!

Analisi sintetica dei fatti :

1) Il Presidente della Repubblica ….. che (come abbiamo sopra ben visto),,, io ….. e nessuno dei cittadini elettori si è mai sognato di eleggere a Presidente…….

2) Designa un tizio non eletto da nessuno…… (che è consulente e collaboratore della Goldman-Sachs da “illo tempore”……

3) il quale a sua volta nomina ministri degli emeriti personaggi da nessuno votato e meno che mai eletto, dove la volontà popolare e la sovranità dei cittadini proprio non ha avuto nessuna occasione per esprimersi… ed al contrario è stata spudoratamente beffata, raggirata e truffata.

4) ed oggi ci ritroviamo dei perfetti usurpatori che nessuno ha votato, né eletto… a dirigere il paese;

5) personaggi che hanno violato ogni norma costituzionale e ogni linea di Diritto e ogni Sovranità popolare e che non hanno nessuna investitura popolare… e che sono in totale carenza di mandato istituzionale…

6) e che in barba a tutte le norme, regolamenti, logica, Diritto, a partire da oggi hanno la ferma intenzione di prendere in futuro decisioni a scapito ed in danno del popolo;

7) popolo che in una repubblica democratica e libera, come noi dovremmo essere, ha il titolo assoluto, imprescindibile, inequivocabile, inalienabile di sovranità sulle proprie decisioni.

8) Sovranità che nessuno, neppure, e meno che mai, il Presidente della repubblica può sottrarre ai legittimi detentori …. Che sono soli e soltanto i CITTADINI.

Ora veniamo alla sequela di situazioni che si sono venute a creare in questi ultimi giorni…

In estrema sintesi il governo Berlusconi è stato assalito da ogni posizione mediatica, politica, giudiziaria… anche con attacchi frontali al direttamente alla persona, alla sua famiglia, alle sue aziende…

Berlusconi si è difeso abbastanza gagliardamente su molti fronti ma alla fine la settimana scorsa, quando sono stati portati attacchi alle sue aziende, è stato toccato sul tenero… e quando in pochi giorni ha perso qualche centinaio di milioni in valore azionario delle sue aziende ha capito che era arrivato il momento di adivenire a più miti consigli…

Dopodichè ha rassegnato le dimissioni….

Fin qui siamo in tema di ricatti, ma riguardano lotte di potere fra visioni politiche in lotta di basso impero….in un regime in disfacimento è comunque illegale, ma comprensibile… e soprattutto pur se coinvolge i sacrosanti diritti dei cittadini ad essere ben governati… e certamente non lo eravamo … però di rilevante a livello penale (che coinvolgesse i cittadini) non c’era nulla al momento di macroscopicamente ravvisabile…..

Ora però le cose si sono aggravate e nei comportamenti sopra descritti ci sono rilevanti e notevoli fattispecie di reato.

Pure se è lecito e previsto che il Presidente della Repubblica nomini fino a cinque senatori a vita…. che secondo me è un furto legalizzato, è comunque previsto dalla Costituzione e quindi in questo momento legittimo…..

Certo l’averlo fatto in previsione di una nomina a capo del futuro governo è davvero emblematico di una intenzionalità di delinquere, sapendo di delinquere, e tentando di giustificare ed avvalorare in qualche modo un’azione che si sa perfettamente essere contro il dettato costituzionale e soprattutto contro il VOLERE E LA SOVRANITA’ POPOLARE.

E in considerazione del fatto che in questo particolare momento storico/economico/politico di eccezionale gravità il Paese è chiamato a prendere delle gravissime decisioni che ne cambieranno obbligatoriamente la storia…..

Non è accettabile un comportamento del genere…e cioè che sia chiamato a governare il Paese una masnada di usurpatori, che in barba a tutte le regole che ci siamo dati… prenda impunemente, arbitrariamente ed usurpativamente decisioni epocali sulle spalle dei Cittadini –Sovrani che sono stati scavalcati da degli infami con le ghette ed i colletti bianchi, travestiti da persone per bene si sono impossessati delle leve del POTERE..

Come si potrebbe chiamare una simile concatenazione di avvenimenti?????

Non so voi, io tutto questo lo chiamo:

COLPO DI STATO

Da parte delle banche internazionali

Ma chi sono gli autori, almeno quelli manifesti?

Mario Monti – presidente del consiglio:

A) Dal 2010 è presidente europeo della Commissione Trilaterale, un gruppo di interesse di orientamento “neoliberista” fondato nel 1973 da David Rockefeller

B) è membro del comitato direttivo del Gruppo Bilderberg (molto chiacchierato gruppo di affaristi) e dato che le discussioni durante questa conferenza non sono mai registrate o riportate all’esterno, questi incontri sono stati oggetto di critiche ed anche oggetto di varie teorie del complotto.

C) al 2005 è international advisor per Goldman Sachs e precisamente membro del Research Advisory Council del Goldman Sachs Global Market Institute, presieduto dalla economista statunitense Abby Joseph Cohen.

D) È advisor della Coca Cola Company., etc., etc.;

Corrado Passera – Sviluppo Economica:
amministratore delegato di Banca Intesa,artefice dell’integrazione tra Banca Intesa e Sanpaolo IMI dando vita a Intesa Sanpaolo;

Elsa Fornero – Lavoro e Pari Opportunità:
Vice Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo, membro della
commissione di esperti valutatori presso la World Bank (2003-4);

Piero Gnudi – ministro senza portafogli:
consigliere di amministrazione di Unicredito Italiano;

Fabrizio Barca – ministro senza portafogli per la Coesione territoriale
direttore di Area nel Servizio Studi della Banca d’Italia S.P.A., Capo del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione ….. poi al Tesoro con Carlo Azeglio Ciampi, dove ha diretto il dipartimento per le politiche territoriali di sviluppo. I

Piero Giarda socio di “ASTRID” e dell’Aspen Institute.

Francesco Profumo
Già membro del Consiglio di Amministrazione di Reply, di Fidia SpA, Unicredit Private Bank, il 12 aprile 2011 è stato nominato membro del Consiglio di Amministrazione di Telecom Italia e ha svolto ruolo di Consigliere per Il Sole 24 Ore e per Pirelli.

Paola Severino
Ha difeso, tra gli altri, Romano Prodi nel processo sulla vendita della Cirio, il legale della Fininvest Giovanni Acampora nel processo Imi-Sir, Francesco Gaetano Caltagirone nell’inchiesta di Perugia su Enimont, Cesare Geronzi pr il crac della Cirio
. Ha lavorato nello studio di Giovanni Maria Flick prima che il professore fosse nominato Guardasigilli del governo Prodi, ha rappresentato l’Unione delle comunità ebraiche nel processo al nazista Erich Priebke, e tra le società-colosso alle quali ha dato assistenza legale ci sono Eni e Telecom. Di Benedetto, marito della più nota Paola Severino, l’ ex funzionario che diventò commissario Consob…. di Paolo Di Benedetto si sapeva solo che era amministratore delegato della società di gestione dei fondi di investimento delle Poste. Di Benedetto è dal marzo 2000 amministratore delegato di BancoPosta Fondi Sgr. Lo ha nominato l’ ex amministratore delegato delle Poste Corrado Passera.

Elsa Fornero
Vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa San Paolo. Vicepresidente della Compagnia di San Paolo. Sposata all’economista Mario Deaglio Presidente del Consiglio di amministrazione di Consel SpA, società finanziaria a Torino, del Gruppo Banca Sella e partecipata da Alleanza Toro, fratello di Enrico Deaglio di “lotta Continua”.

Il principale responsabile Napolitano, demolitore ed usurpatore, sorretto dalla casta dei giornalai, dei pennivendoli (ex di “Lotta Continua” e “Potere Operaio”, e dai vari TG, ha forzato I tempi della crisi, nominando senatore a vita Monti con il chiaro fine di incaricare l’economista della Goldman Sachs e Della BCE alla guida del governo, ancor prima di aver consultato I partiti della maggioranza uscente e dell’opposizione. …….

Questo sopra descritto è materia sufficiente ed abbondante per l’evidenza della flagranza dei fatti e dell’immediato arresto e incardimento del processo per direttissima…….

Ecco in aggiunta altri apporti di Paolo Barnard che faccio miei in “toto” e documentano tutte le fasi e sviluppi di questa infame e predefinita non-casuale concatenazione di eventi.

I Fatti
I golpisti finanziari che hanno terminato la nostra democrazia dopo 63 anni di vita sono stati condotti al Palazzo italiano da Mario Draghi e dal Group of Thirty. Ad attenderli dentro il Palazzo vi era Giorgio Napolitano, da 35 anni uomo di punta in Italia del Council on Foreign Relations degli USA e amico delle loro multinazionali, come da lui stesso dichiarato molti anni or sono su Business Week.

Si consideri quanto segue:

1) La sovranità legislativa italiana, quella economica ed esecutiva, già compromesse dai Trattati europei e dall’Euro (si legga Il Più Grande Crimine 2011), sono state terminate del tutto. Ciò è evidente persino nei titoli del Corriere (della sera) di questi giorni, non c’è bisogno di leggere Barnard o altri.

2) Le misure di austerità – si legga la rapina della pubblica ricchezza e del futuro di milioni di famiglie italiane attraverso un collasso pilotato dell’economia che tali misure portano senza dubbio – non hanno ora più ostacoli, e sono espressione del volere di poteri finanziari non eletti dagli italiani. Il Parlamento non ha avuto voce in capitolo, ha dovuto obbedire di corsa, cioè è stato esautorato di fatto da forze straniere.

3) Saranno decenni di sofferenze e lacrime e sangue per i cittadini, un impoverimento mai visto dal 1948 e tanti morti anzi tempo a causa della demolizione dei servizi. I punti 1, 2 e 3 formano i contenuti sufficienti per un’accusa di alto tradimento della patria da parte di Mario Draghi e di Giorgio Napolitano, che devono essere incriminati e arrestati.

Se pensate che questa sia retorica di un esagitato, si legga la letteratura economica americana sulla crisi dell’Eurozona per fugare ogni dubbio, e si visiti l’Irlanda o la Grecia, vittime prima di noi di questi golpisti.

Questo è un colpo di Stato.

Mario Draghi è membro del Group of Thirty (GOT), dove la sua presenza segna il più scandaloso conflitto d’interessi della storia italiana, alla luce del disastro democratico che stiamo vivendo (prendano nota i demenziali travagliati dipietrosi che per anni sono corsi dietro al conflitto d’interessi del presunto ladro di polli e hanno ignorato quello dei veri ladri planetari).

Il lavoro dell’eccellente Corporate Europe Observatory ha denunciato il GOT e ciò che vi accade. Fondato nel 1978, è una lobby dove impunemente i grandi banchieri si mischiano a pubblici funzionari di altissimo livello.

Ecco i principali membri: Jacob A. Frenkel, di Jp Morgan Chase – Gerald Corrigan, Managing Director del Goldman Sachs Group – Jacques de Larosière, Presidente del Gruppo UE sulle risposte alla crisi finanziaria – William C. Dudley, ex Goldman Sachs oggi alla Federal Reserve di NY – Mervyn King, governatore della Banca Centrale d’Inghilterra – Lawrence Summers, ex ministro del Tesoro USA, oggi al Bilderberg Group – Jean-Claude Trichet, uno dei padri dell’Euro, ex governatore della BCE – David Walker Senior Advisor, Morgan Stanley International – Zhou Xiaochuan, governatore Banca Centrale Cinese – John Heimann, Istituto per la Stabilità Finanziaria – Shijuro Ogata, Vice Presidente, Commissione Trilaterale – inoltre vi sono passati Tommaso Padoa-Schioppa (ex Min. Finanze) e Timothy Geithner (attuale Min. Finanza USA). Ripeto: Draghi ne è membro oggi.

Cioè, in esso si mischiano i lobbisti della finanza bancaria più criminosa della Storia e i pubblici controllori delle medesime banche.

Mario Draghi arriva alla BCE fra il 31 ottobre e il primo novembre.

Il colpo di Stato finanziario contro l’Italia si svolge nella settimana successiva, il governo eletto ne è spazzato via.

Mario Draghi poteva fermare la mano degli speculatori golpisti semplicemente ordinando alla BCE di acquistare in massa i titoli di Stato italiani.

Infatti tale acquisto avrebbe, per la legge basilare che li regola, abbassato drasticamente i tassi d’interesse di quei titoli, il cui schizzare in alto a livelli insostenibili stava portando l’Italia alla caduta nelle mani degli investitori golpisti.

Essi sarebbero stati fermati, resi inermi di fronte al fatto che la BCE poteva senza problemi mantenere a un livello basso costante i tassi sui nostri titoli di Stato. Ma Mario Draghi siede alla BCE e non fa nulla.

Non siate ingannati dalla giustificazione standard offerta per questo rifiuto di acquistare titoli italiani da parte della BCE.

Vi diranno che le è proibito per statuto, ma non è vero: infatti clausole come la SMP Bond Purchases lo permettono, e anche le regole sulla stabilità finanziaria del trattato d Maastricht, come scritto di recente da Marshall Auerback e da altri. Draghi poteva agire, eccome.

Risultato: il golpe.

Da ora le elite finanziarie sono col loro aguzzino Mario Monti al governo a Palazzo Chigi. Fine della democrazia italiana fondata nel 1948. Comandano i mercati, non il Parlamento.

Tutto ciò è stato ampiamente discusso da Mario Draghi con i suoi camerati al Group of Thirty, secondo un copione che trapelava da anni sulle pagine della stampa finanziaria anglosassone.

Silvio Berlusconi era stato avvistato più volte dell’esistenza di quel copione: “L’Italia ha problemi gravissimi, ha bisogno di una iniezione di libero mercato con riforme economiche neoliberali… fra cui ridurre le tasse, tagli all’impiego pubblico e alle pensioni, rafforzare il settore dei servizi privati, e rendere più facili i licenziamenti”, cioè esattamente quello che sta accadendo in queste ore nelle riforme che il golpe ci ha imposto, facendosi beffe, come già detto, del Parlamento non più sovrano.

La prescrizione in corsivo è del Neoliberista fanatico Alberto Alesina nell’Aprile del 2006. Lo stessa anno in cui Draghi prendeva il comando della Banca d’Italia, dopo aver lasciato la banca d’investimento più criminosa del mondo, Goldman Sachs, in cui resse una posizione di comando nel settore Europa proprio mentre la Goldman aiutava la Grecia a truccare i propri conti pubblici nel 2002.

Draghi mentì negando di essere stato in carica a Golman Sachs nei mesi della truffa, ma fu smascherato dalle audizioni del Senato USA, nientemeno.

Tornando al golpe.

Le conseguenze sociali, le sofferenze per milioni di italiani per decenni, la scure che si abbatte sul futuro dei nostri piccoli, sui pochi preziosi anni che rimangono agli anziani indigenti, sull’ambiente, e sulla democrazia, saranno tragici. Nell’ordine di migliaia di volte peggiori di qualsiasi danno le mafie regionali abbiano mai potuto infliggere all’Italia, e col concreto pericolo di prostrarla per intere generazioni.

Alla luce di tutto ciò, e mentre si fatica a non emigrare di fronte all’idiozia epica di masse di italiani che festeggiano l’arrivo dei golpisti (sic), è doveroso chiedere l’incriminazione e l’arresto per alto tradimento di Mario Draghi e di Giorgio Napolitano in quanto cittadini italiani.

Tutto ciò premesso, con riserva di fornire ulteriori chiarimenti, se del caso, e facendo riferimento al dettato degli artt. :

241 Attentato contro l’integrità l’indipendenza e l’unità dello Stato;
243 Intelligenze con lo straniero a scopo di guerra contro lo Stato italiano;
246 Corruzione del cittadino da parte dello straniero;
264 Infedeltà in affari di Stato (art.264 c.p.);
283 Attentato contro la Costituzione dello Stato;
287 Usurpazione di potere politico o comando militare;
294 Attentati contro i diritti politici del cittadino;

ed in particolare agli artt. 283, 287 e 294.

In conclusione e ribadendo ….E’ mai possibile che in un Paese che si dichiara democratico…..
e in cui il Potere e la Sovranità sono in capo esclusivo del cittadino ……

a) ci sia un tizio, dal passato molto chiacchierato che si chiama Presidente della Repubblica che i Cittadini non ha mai votato e meno che mai ha eletto che…..

b) a sua volta nomina un emerito “sconosciuto” che nessuno ha mai votato, né eletto..

c) Il quale usurpatore a sua volta convoca una combriccola e consorteria varia per la maggior parte sotto contratto delle banche sia nazionali che internazionali …. ed incarica questi ceffi in un momento transizione epocale come questo di decidere le sorti e di prendere decisioni di lacrime e sangue sulla pelle dei CITTADINI ITALIANI, che mai si sono sognati né di votarli, né di eleggerli, né di incaricarli… ma a cui per di più, colmo della beffa, devono pagare un profumatissimo stipendio.

Questo è semplicemente folle….. oltre che incostituzionale, (vedere artt.61 – 87 – 88 – 90)

CHIEDIAMO

di procedere per la penale punizione dei colpevoli, nonché richiedere gli opportuni sequestri di documenti cartacei e telematici, azioni, etc., ai fini di:

a) assicurare la prova dei reati;

b) impedirne la soppressione e l’inquinamento;

c) impedire la continuazione dei reati;

d) assicurare la solvibilità dei responsabili nei confronti dello Stato e dei cittadini cui deve essere risarcito l’ingente ed immane danno morale ed esistenziale cagionato con i comportamenti che si descrivono.

Sollecitiamo pure l’esecuzione di opportune perizie per la conferma della qui fornita ricostruzione.

Ricordo, sottolineo ed enfatizzo ad uso di chi mi legge rammentando l’ obbligatorietà dell’azione penale in caso di evidenti violazioni di legge e l’altrettanto obbligatorio arresto in caso di flagranza di reato, e qui se ne sono verificate a josa, ricordo altresì il giuramento prestato nei confronti della Legge, delle Istituzioni, della Repubblica, dello Stato e dei Cittadini italiani tutti, a cui l’operato di questo giudice si deve uniformare e deve rispondere, e di cui noi a nostra volta saremo severi giudici.

Chiediamo quindi la punizione nei termini di legge per tutti i reati sopra contestati, e quant’altro ravvisabile nell’esposizione dei fatti a scaturenti dalle indagini, il ripristino della legalità, della giustizia e le più severe sanzioni e condanne previste dalla LEGGE.

Ci riserviamo inoltre di costituirci parte civile nell’instaurando procedimento penale;
e, ai sensi dell’ex art. 408 c.p.p., chiediamo di essere avvisati in caso di richiesta di archiviazione.

IN FEDE.

Orazio Fergnani

VIA DI BACCANELLO, 16 00060 FORMELLO – ROMA
MOBILE 392 654 68 68

E-MAIL : oraziofergnani@tiscalinet.it

Ed altri Firmatari

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