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Lettere “rassegnate”: Massimo Teodori, Doriana Goracci, Comitato Cittadini Liberi, Maria Mantello – Sì alla laicità ed a Giordano Bruno – No al concordato vaticano, a nuove autostrade ed al carbone bruciato…

Quei coraggiosi che potranno partecipare agli appuntamenti qui segnalati dovranno poi anche raccontarcene i risvolti e le conclusioni. Inoltre c’è un dibattito in corso sulla revisione dei patti lateranensi e sull’ubicazione dei laici nel contesto politico-istituzionale che merita un’attenta riflessione. Scusate se ho pubblicato tutto insieme ma non potevo fare altrimenti….

Buona lettura, Paolo D’Arpini

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Ciao Paolo. Ti mando questa interessante nota di Massimo Teodori a proposito dei laici. Mi pare ben centrata in chiave politica concreta. A presto. Gianfranco Paris

10 febbraio 09 – Alla vigilia dell’infausto 80° anniversario del Concordato Qualche riflessione per liberali, repubblicani, radicali, democratici, socialisti, laici…

Ricevo sollecitazioni sia dalla “Rifondazione del Partito liberale” che dal “Forum per l’unità dei repubblicani” per esprimermi anche su eventuali liste liberaldemocratiche per le europee.

1 – Da tempo ritengo che la più grande sciagura per l’Italia sia stata la scomparsa di forze della variegata famiglia politica che comprende, nonostante le differenze, i liberaldemocratici, i liberali, i repubblicani, i democratici laici, i socialisti liberali e i radicali d’ogni colore (d’ora in poi LD).

2 – Ho l’impressione che i LD entrati nel PDL e nel PD siano annegati, Non parlo di vicende personali ma di quel che riguarda il peso politico. Le esperienze, anche migliori, da Valerio Zanone a Benedetto Della Vedova, risultano politicamente insignificanti. Non parliamo poi dei “convertiti” di destra e di sinistra che pretendono arbitrariamente di continuare a chiamarsi laici, liberali, repubblicani, radicali, socialisti, ecc.

3 – Per molto tempo sono stato favorevole a una riorganizzazione bipolare (al limite bipartitica) del sistema politico. Oggi penso che per la famiglia LD si sia trattato di un pessimo affare. Senza espressione politica autonoma, la cultura laica LD, che pure oggi annovera molte personalità di prim’ordine, non esiste. La legislazione approvata negli ultimi quindici anni ne fa testo.

4 – Non credo che abbia senso la rifondazione di partiti tipo liberale, repubblicano, socialista democratico o simili. L’unica cosa che vale la pena di tentare è una unica, potenzialmente grande forza, che comprenda tutta la famiglia LD. E’ il progetto che fu tentato senza successo dal Partito d’Azione, poi negli anni Cinquanta dalla Terza forza mai nata, e quindi in tante altre maniere.

5 – Ma non ci sarà nulla che possa rappresentare tale forza LD se i tentativi che saranno fatti aggrappati a destra o a sinistra. Il punto dirimente è la ricostruzione dell’identità LD, e ciò comporta un’orgogliosa indipendenza e autonomia. Che non significa a un certo punto l’esclusione di compromessi politici da una parte o dall’altra: ma qualsiasi operazione “politicante” non può avvenire che dopo e non prima del recupero dell’identità, magari in splendido isolamento.

6 – Chi vuole dar vita a raggruppamenti che pregiudizialmente si schierano di qua o di là, è inevitabilmente destinato al vassallaggio che conduce al nulla politico.

7 – I radicali sarebbero i naturali co-protagonisti di una simile operazione. Ma finché c’è Pannella, qualsiasi tentativo è inutile. Da venticinque anni la strategia di Marco, anzi il suo chiodo fisso che persegue con una straordinaria energia, è la distruzione di qualsiasi forza politica laica. Perché l’unica cosa che deve rappresentare ed esprimere

l’intero mondo laico LD è la sua persona con i prolungamenti dei suoi seguaci, dei suoi strumenti di espressione e delle sue pulsioni personali. Purtroppo, questa è la realtà.

8 – Tentativi di dare consistenza alla cosa LD hanno bisogno di risorse politiche, risorse culturali, risorse organizzative, e risorse di leadership.

9 – Lascio agli amici giudicare se tutte queste risorse esistono. Io ne vedo poche, al momento. Per quel che riguarda le leadership, mi pare che quelle che vedo muoversi non hanno grande respiro e ripetono vecchi moduli e vecchi insuccessi. Ma forse mi sbaglio.

10 – Non vorrei avere gettata acqua sulle fiammelle che si stanno accendendo. Per quel che mi riguarda non sono disponibile per imprese velleitarie e di piccolo cabotaggio. Per altro, sì.     Massimo Teodori

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Sabato 14 Febbraio 2009 Tarquinia – Sala Sacchetti, via dell’Archetto n. 4

IL COMITATO DEI CITTADINI LIBERI

Per rispondere alle numerose richieste di documentazione relative alla riconversione a carbone della centrale di Civitavecchia e al progetto autostradale Civitavecchia- Livorno, tecnici e legali saranno a disposizione dei cittadini dalle ore 17 alle 19, per fornire chiarimenti e copia dei documenti illustrati nel convegno del 29 gennaio u.s.

Questo appuntamento sarà utile per mostrare il tracciato dell’autostrada, da Civitavecchia a Grosseto, per verificare nel dettaglio i costi ambientali ed economici,che il nostro territorio, rischia di pagare con il passaggio dell’autostrada.

E’ indispensabile, per avere una consapevolezza del danno che vorrebbero infliggere alla maremma, informarsi sulla perdita del valore economico delle aziende agricole e degli immobili abitativi,del pessimo rapporto costo-beneficio, proveniente dal passaggio dell’autostrada.

Chiunque abbia avuto notizie che vi sia un grande guadagno nell’essere trafitti da una rete autostradale, è importante che confronti le proprie conoscenze con quelle disinteressate dei tecnici.

Sono infatti molto pericolosi i proclami partitici che indicano guadagni clamorosi per l’imprenditoria locale,qualora arrivi il cantiere dell’autostrada, perché non sono reali, basti controllare i documenti ufficiali di chi guadagnerà sulla realizzazione del tracciato.

Non sono mai i territori su cui passa l’autostrada, piuttosto la politica che se ne occupa e i grandi appalti che vengono a costruire.Ancora una volta.

Il nostro comprensorio ha bisogno di essere valorizzato, per dare a tutte le realtà economiche la giusta opportunità di guadagno, senza svendere le qualità ambientali e paesisitiche, che verrebbero mortificate per l’eternità.

E’ come se un padre per fare economia per la propria famiglia, vendesse i propri figli, piuttosto che rimboccarsi le maniche e trovare un onesto lavoro da cui ricavare, un giusto guadagno, per tutti.

Per quanto riguarda la riconversione a carbone il comitato dei cittadini liberi, sarà a disposizione per dare in copia tutte le denunce che sono state inoltrate alla magistratura, compresa la diffida agli amministratori del comune di Tarquinia, fino all’ultima iniziativa rivolta alla commissione Europea.

La denuncia riguarda l’ennesima omissione degli organi di controllo, che non hanno rilevato i livelli di Ozono a Civitavecchia.

In vista della volontà delle amministrazioni comunali, che vogliono portare l’Osservatorio Ambientale a Tarquinia, diventa necessario conoscere tutte le omissioni che in questi anni, sono state commesse proprio dall’OA.

E’ vergognoso che i sindaci del nostro comprensorio, si siano solo occupati di prendere i soldi da Enel, senza neanche preoccuparsi di mettere un vincolo, una sola limitazione dei fattori inquinanti,negli accordi con Enel spa per la tutela della salute.

L’osservatorio ambientale è una farsa, invitiamo tutti a verificare sul sito ufficiale www.osservatorioambientale.org  se esistono i dati delle centraline, comunque presenti sulla mappa,oppure dove siano realmente. L’Ozono non è rilevato, nonostante l’allarme lanciato dai medici.

Rimane incredibile, come sia possibile, che un sindaco anteponga la sua ignoranza alla salvaguardia della salute della popolazione, bambini compresi, anziani compresi, malati compresi. www.cittadiniliberi.blogspot.com  

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Per il 14 febbraio 2009 vi propongo un video esilarante tra il Papa e Michelangelo. Da “Monty Python Live at the Hollywood Bowl”, 1982. Nel video John Cleese nella parte del Papa ed Eric Idle in quella di Michelangelo. “Hanno parlato di questo gruppo come “un innovativo approccio tipo “flusso di coscienza” andò oltre i confini di ciò che all’epoca era considerato accettabile, sia in termini di stile che di contenuto, ed ebbe un’influenza considerevole, non solo a livello britannico”.

Non è una cosetta di oggi ma di parecchi anni addietro eppure sempre calzante: Alla prima che mi fai ti licenzio e te ne vai! Ne abbiamo evidentemente combinate tante perché i licenziati aumentano vertiginosamente, come i signori Bonaventura. E come fu come non fu, non se ne è andato nessuno dal Corriere dei Piccoli : “Il Corrierino, come venne soprannominato, riuscì addirittura in alcuni numeri degli anni ‘60 a superare le 700.000 copie di tiratura, complice, secondo il direttore di allora, Zucconi, una forte epidemia di influenza… E così l’Italica strofetta, tale è rimasta con Prove di Forza esilaranti come il video…subendo i Fedeli Utenti altre influenze sante e prossime al sacrificio.

Un ultima curiosità: il 14 febbraio risulta essere festa laica per gli innamorati e religiosa al contempo, perché san Valentino li protegge, come vescovo e martire, mah…Dal momento che c’è chi commissiona in nome del Signore e chi si prende libertà …artistiche, per mantenere il sentimento degli innamorati del buonumore (sembra sia iniziato già Carnevale) ricordo che sabato ci sarà NO VAT 2009 a Roma. Per le Ceneri e gli anatemi c’è tempo…poco sembra. Doriana Goracci

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Giordano Bruno, 409 anni fa, dopo lunghi anni di carcere, a piedi scalzi e con la lingua stretta nella mordacchia, veniva condotto dal carcere del Sant’Uffizio a Piazza Campo dei Fiori per essere bruciato vivo. Era l’alba del 17 febbraio del 1600. Il Santo tribunale dell’Inquisizione Romana, presieduto personalmente dal papa, l’aveva condannato al rogo perché “eretico, impenitente, pertinace” ed anche i suoi scritti, posti all’indice dei libri proibiti, seguivano la stessa sorte sulla scalinata di S. Pietro….

Il prossimo 17 febbraio 2009 a Piazza Campo de’ Fiori alle ore 16.30, come ogni anno, L’Associazione Nazionale del Libero Pensiero “Giordano Bruno” ricorda il pensiero e l’attualità del filosofo. Un appuntamento da non mancare, soprattutto in questo momento storico in cui c’è chi tenta di reprimere fondamentali libertà e diritti.

Grazie fin da ora per la partecipazione e per la diffusione della notizia dell’evento. Cordialmente.   Maria Mantello – www.periodicoliberopensiero.it  

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Enel e Berlusconi riportano il nucleare a Montalto di Castro…. Un “regalo” alla Tuscia per l’equinozio autunnale 2008 – Leggi tutto!

category Comunicazioni di servizio ilaria 21 settembre 2008

“A pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca..” diceva  zio Giulio, mio conterraneo, quando sentiva puzza di bruciato nei movimenti di Palazzo. E stavolta mi riconosco pienamente in quello spirito ciociaro. Anche se non mi aggrada assumere la parte di Cassandra ma son già alcuni anni che continuo a denunciare la possibilità del ritorno al nucleare a Montalto di Castro e stavolta la frittata è stata bell’e servita….. 

Così la notizia riportata in prima pagina dal Nuovo Corriere Viterbese del 21 settembre 2008, un quotidiano locale ben informato:  “A Montalto ritorna il nucleare! Annuncio dell’Enel: lavori entro il 2012. Centrale operativa nel 2017. -e segue- Entro la prossima primavera il governo presenterà il piano energetico nazionale  che prevede anche l’avvio del nucleare. Lo ha annunciato il premier Berlusconi e lo conferma Giancarlo Aquilani, responsabile dell’area tecnica per il lavori dell’Enel. Nel piano è inserita la centrale di Montalto di Castro, dove i lavori  per la riconversione inizieranno entro il 2012….”

Va beh non voglio riportare l’intero articolo, il senso è chiaro: Berlusconi ha intenzioni “serie”, meglio dire  “drammatiche”, non bastava il carbone “pulito”  a Civitavecchia ora si passa al nucleare “salubre” di Montalto,  un modo simpatico di regalare alla Tuscia  il  “premio di sudditanza”.

Gli abitanti della Tuscia devono accettare i regali del premier, accettare in silenzio e gratitudine che il loro territorio venga utilizzato  per i servizi sporchi. Non bastava il progetto del mega aeroporto low cost da istallarsi a Viterbo città (per accontentare gli abitanti di Ciampino e soprattutto Alemanno che non può più giustificare  quel casino sopra i cieli di Roma), non bastavano le discariche di rifiuti tossici nell’Agro Falisco, né il pompaggio costante e continuo delle acque minerali (con conseguente abbassamento e inquinamento delle falde acquifere), né il rapace allargamento della banlieu metropolitana con sempre nuovi casermoni a Nepi, Monterosi, Magliano Romano, Oriolo, Bracciano, Trevignano, etc. etc., Tutto ciò ed altro ancora non bastava per sancire che la Tuscia è la “sciaccuina” del Lazio, anzi d’Italia, e magari anche un po’ prostituta, visto che i suoi amministratori  spesso accettano le prebende “risarcitorie”  che il governo, la Regione, e l’Enel di tanto offrono per tacitare lo scontento.

Peccato che gli abitanti della Tuscia (forse troppo impegnati in sagre,  concorsi di bellezza e scaldaletti erotici)  siano così disattenti da non accorgersi che sono stati messi in vendita, loro, le loro terre ed il loro futuro. 

A Montalto ora torna anche il nucleare, un referendum è passato impunemente!

E le date? Avete notato le date? “Entro il 2012… ripartono i lavori per il nucleare” cioè la stessa data in cui si annuncia la “fine del mondo” nel calendario Maya. Ed il 2017? Magari porta pure sfiga ma forse  per quel periodo il governo Berlusconi sarà già caduto od almeno lo spero! 

Paolo D’Arpini  -  Referente per la Tuscia  della Rete Bioregionale Italiana.

  circolovegetariano at gmail.com Tel. 0761-587200

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Lettera aperta agli amici di Vivi Viterbo ed a tutti coloro che hanno a cuore l’Italia

Cari amici. Ho letto il commento (pubblicato nel sito di Vivi Viterbo) sulla analisi da me fatta riguardo la produzione energetica e l’autonomia politica in Italia.

Mi chiedete “cosa ne penso dell’atteggiamento possibilista del sindaco Carai di aprire la centrale di Montalto al nucleare” (sic) ?

Beh, quella centrale era nata proprio per il nucleare -assieme all’Enea della Casaccia un centro studi per portare avanti la ricerca su questo settore.

Dopo il referendum che dichiarò l’Italia paese denuclearizzato tanti nostri scienziati o sono emigrati o si sono dedicati ad altre attività. Vedi ad esempio Paolo degli Espinosa (che nasce come ingegnere nucleare dell’Enea) con il quale in passato studiammo varie soluzioni energetiche alternative (cogestione, fotovoltaico, lampadine a basso consumo, elettrodomestici migliorati, etc), assieme a lui ed altri tecnici amici presentammo un progetto specifico al comune di Nepi -di cui fui l’ispiratore e coordinatore- con i buoni auspici dell’allora assessore Di Giovenale e dell’allora non assessore Moreno Mengari e la benedizione della funzionaria regionale architetta Lidia Bonura (che vi potranno confermare i fatti).

Lo studio da noi presentato a Nepi andava nella direzione soprattutto del risparmio energetico e del riciclaggio e della produzione di biogas. Purtroppo il comune di Nepi dopo qualche conferenza, e diversi articoli sui giornali (da me scritti su Paese Sera, Messaggero, Il Giornale d’Italia, Corriere di Viterbo, Avvenimenti, Mondo Sabino, Cuore, etc.) insomma fatta la bella figura sulla carta -come si dice- abbandonò l’attuazione del piano che comportava diverse mosse .. sociali e politiche (insomma era troppo impegnativo ed evidentemente il comune di Nepi voleva solo fare una bella figura di facciata).

Fatto sta che dopo quell’esperienza, io personalmente continuai la battaglia con la proposta dell’attuazione immediata della raccolta differenziata e del riciclaggio con Stefano Zuppello ed i “centri di raccolta ecologici”, che univano il divertimento e la socialità al compostaggio ed alla differenziazione utile dei rifiuti e produzione di biogas (mi sa che saranno trascorsi oltre 3 lustri), mentre l’ingegnere degli Espinosa trovò sponde meno bucoliche ma più redditizie e si fece paladino assieme ai Verdi (strano ma vero!) dei termovalorizzatori, anzi il primo che propose fu proprio a Civita Castellana. Non so se ricordate la battaglia cruenta che ne nacque parecchi anni fa in cui alla fine persi ogni aggancio politico per la mia opposizione a quella discarica con inceneritore che era prevista proprio a ridosso del Parco del Treja, su progetto di Ambiente Italia e Verdi (alla Regione Lazio il maggiore sponsor era Giovanni Hermanin, assessore all’Ambiente dei Verdi e presidente regionale Legambiente, che credo ora stia con i “margheritini” del PD). Le cose andarono proprio così ed io fui esautorato da ogni “incarico” politico e passai all’agricoltura… Infatti, a causa della mia battaglia cruenta contro quell’impianto, fui scacciato dai Verdi e da Legambiente (nelle cui fila militavo da anni), anche perché con la mia opposizione (e rivolta popolare che ne seguì in tutti i paesi dell’Agro Falisco) contribuii fortemente alla caduta della giunta rossa di Civita e provocai la non rielezione di Badaloni alla Regione. A Civita Castellana -per “merito” mio- vinse Giampieri ed alla Regione Lazio vinse Storace.

E siccome sono sempre stato un laico e non un politicante venduto (il mio motto è “giustizia e libertà”) fui allontanato ignominiosamente anche dai vari giornali di sinistra (sui quali scrivevo ogni giorno) e dal bel mondo intellettuale, sempre di sinistra (contemporaneamente sberleffato dalla destra), del quale sino allora ero una stella nascente…. ed un “guru”…

Mi son divertito, ho fatto il mio dovere, mi son preso gli schiaffi in faccia, e non ho nulla da rimpiangere ma adesso dire che sono a favore del nucleare mi sembra un po’ esagerato…. e poi non mi va di dare un’altra possibilità a Paolo degli Espinosa, visto che lui è proprio ingegnere nucleare mentre io son solo “agricoltore” e “scribacchino” (dicono i giornalisti professionali).

Ho fatto questa lunga premessa per farvi capire il retrovia nel quale mi muovo…. E a questo punto affermo: “Dal punto di vista della ricerca scientifica sarebbe opportuno che anche il nucleare venisse ripreso come opzione, ma non in forma produttiva. Ovvero sono favorevole a continuare la ricerca sul nucleare, in attesa del famoso “nucleare pulito”, o fusione fredda, ma non sono per nulla d’accordo di impiantare una centrale nucleare a Montalto od in qualsiasi altro luogo in Italia”.

Perché dico ciò? Semplice, la tecnologia attuale è troppo pericolosa, lo vediamo con i continui incidenti degli impianti in Francia (ed altrove) ed inoltre c’è il problema gravissimo delle scorie, che sono assolutamente non smaltibili, e che resterebbero un veleno incombente per le generazioni a venire….. e questo non possiamo permettercelo. Tra l’altro ho il dubbio che già vi sia del materiale fissile inutilizzato sia alla Casaccia che a Montalto ma queste cose ovviamente non si possono dire (anche se ve le sto dicendo).

Passiamo quindi al discorso del ritorno all’idroelettrico e dello sviluppo fotovoltaico che mi sembra al momento l’alternativa più percorribile, per ripartire da una produzione locale (in previsione della dismissione dei mega-impianti a carbone e policombustibile di Civitavecchia e Montalto di Castro).

Qui dabbasso riferisco dei dati specifici sul tema del fotovoltaico che ho ricevuto oggi dall’ecologista Marco Palombo.

Fotovoltaico: nel mese di luglio 2008 in Italia nuove installazioni per una potenza di 20 MW. Nel mese di Luglio 2008 sono stati installati nuovi impianti fotovoltaico per più di 20 MW. In valore assoluto il fotovoltaico resta ultraminoritario, in Italia 158 MW, ma la percentuale di incremento annuo e’ attualmente superiore al 100%. Quindi l’obiettivo di 3000 MW nel 2016, indicato nel decreto ministeriale 19/02/2007, appare già da ora decisamente sottostimato, pur considerando che gli incentivi del DM 19/02/2007 sono limitati ad un totale di 1200 MW, più gli impianti entrati in funzione entro 14 mesi dal raggiungimento di questo limite (24 mesi per i soggetti pubblici). Gli incentivi notevoli, anche se poco pubblicizzati e conosciuti, in un periodo di stagnazione (o recessione) economica, hanno messo in moto un movimento notevole di persone che in questo momento lavorano nel fotovoltaico e spingono le nuove installazioni. Manca l’impegno della politica e dell’ informazione che hanno interessi nei rigassificatori, nel nucleare (?), negli inceneritori; ma anche i movimenti ambientalisti e contro la guerra dovrebbero capire che lo sviluppo del fotovoltaico e’ un fenomeno che li riguarda.

Ed ora chiudo, non posso continuare oltre se no smettete voi di leggere….. e vi saluto con affetto e simpatia.

Paolo D’Arpini

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Energia elettrica ed autonomia politica in Italia

category Comunicati Stampa ilaria 31 luglio 2008

Il 30 luglio 2008 è stata  avviata a Torre Valdaliga nord (Civitavecchia) la riconversione della centrale ad olio combustibile che viene sostituito dal cosiddetto “carbone pulito”. Questo secondo alcuni è un passo necessario per l’abbassamento del tasso d’inquinamento  nella produzione energetica, ed in verità,  anche se all’inaugurazione c’erano  Scaiola e Letta del governo Berlusconi (era atteso anche lui il Cavaliere ma forse l’opportunità politica gli ha consigliato di non farsi vedere), quest’impianto fu voluto dal governo Prodi e votato dalle stesse forze (verdi, comunisti, etc) che ora montano la protesta.

Ed allora perché  ho espresso la mia solidarietà ai cittadini di Tarquinia che protestano per la polluzione di fumi e veleni  sul loro territorio ? 

E qui debbo dire che capisco perfettamente i tarquiniesi che si vedono inquinare (senza vantaggi di ritorno) per scelte non loro, come capirei le proteste degli abitanti dell’arco alpino che  vivono a ridosso delle centrali nucleari Francesi. Noi compriamo energia elettrica dalla Francia ma le loro centrali sono  ai confini con l’Italia (che è un paese denuclearizzato). Queste incongruenze della povera Italia hanno una storia lunga   dietro….  La storia inizia con il “boom” economico del dopoguerra, con la creazione dell’Eni e con la scomparsa  (uccisione?) di Mattei il suo presidente battagliero che si era messo in testa di rendere il nostro paese “autonomo” dal punto di vista energetico. L’autonomia dello Stivale non è mai piaciuta  alle Grandi Potenze, l’Italia poteva anche sviluppare una sua economia industriale purché restasse succube e ricattabile. Vedi ad esempio, una cosa che può sembrare banale, la sostituzione della canapa (che per legge fu proibita dal trattato di pace con gli USA) per poter introdurre il nylon e le fibre sintetiche.  Ma andiamo per ordine.  Il nostro Paese sino alla fine degli agli anni ‘50 ed in parte ‘60 del secolo scorso ricavava la massima parte di energia elettrica  attraverso centraline idroelettriche poste lungo i fiumi che scorrono nel mezzo di  tutte le città italiane (infatti le città una volta nascevano proprio lungo i fiumi per  ovvia ragione  approvvigionativa). Ricordo ad esempio che proprio in quegli anni -in cui abitavo a Verona- andavo spesso  a passeggiare in periferia e sulla diga che sbarrava l’Adige e da cui si ricavava l’energia per tutta la città.

Sino ad un certo punto questa produzione energetica localizzata funzionò,  il problema di ampliarne la quantità  venne solo con l’avvento del modello consumista, per  produrre utensileria perlopiù di plastica, quali: suppellettili, mobili, giocattoli, stoviglie, etc. Da quel momento l’Italia si dovette piegare al sistema della produzione elettrica concentrandola in grossi impianti che  funzionavano (e funzionano) ad olio combustibile.  Sappiamo quali erano gli interessi delle case produttrici del petrolio e così andò a finire che diventammo sempre più schiavi di scelte economico-politiche “atlantiche” che non erano per nulla negli interessi nazionali.   Poi ci provammo con il nucleare, anche questo non per nostro interesse, ma fu abbandonato in seguito ad un referendum nazionale. Ci  abbiamo infine riprovato con il metano ma anche questo (lungi dalla ricerca di fonti nostrane) arriva da paesi  che possono chiuderci i rubinetti -Russia ed Algeria- anche perché le condotte italiane sono “terminali”  ovvero non “transitano” sul nostro territorio nazionale ma finiscono qui…

Ma torniamo a parlare di come si potrebbe risolvere il problema energetico nella penisola. Certo il “carbone pulito” è meno inquinante del petrolio ma anch’esso viene importato come il metano e  come lo sarebbe l’uranio (se si volesse tornare al nucleare). Di cosa è ricca l’Italia? Per antonomasia canora si dice “chisto è ‘o paese do sole..” quindi si potrebbe ricorrere al solare, ma attualmente i pannelli solari anch’essi inquinano, soprattutto nella fase produttiva del silicio necessario al loro funzionamento,  ma si potrebbe (sviluppando la sperimentazione in tal senso) allungarne la capacità di raccolta e la  durata (che oggi arriva a circa vent’anni).

Ciò non sarebbe però sufficiente per soddisfare le esigenze della grande industria del futile. Si potrebbero allora  realizzare impianti ad idrogeno, in effetti i motori ad idrogeno  esistono da anni (basti pensare ai razzi che vanno a questo propellente) e tra l’altro la scissione dell’acqua in idrogeno ed ossigeno sarebbe facilmente ottenuta con pannelli solari, ma l’idrogeno non piace ai potentati economici che campano sul petrolio. Si potrebbe ricorrere all’eolico ma qui subentrano fattori di carattere estetico ambientale, oppure alla geotermia e persino ai famigerati  “termovalorizzatori”  ma anche questi inquinano (la cosa da ridere è  che inviamo la plastica  differenziata delle nostre immondizie in Germania, pagando per lo smaltimento, e poi la Germania con essa ci produce corrente elettrica che rivende all’Italia…. e noi  paghiamo 2 volte….). 

Una soluzione intelligente potrebbe derivare dalla riconversione dei rifiuti organici e dei liquami in biogas, un ciclo concluso come si dice in gergo, ad esempio in certi paesi dell’Asia nei villaggi si produce elettricità dal gas ottenuto con la cacca degli umani e degli animali.   Insomma tutte queste opzioni potrebbero andar bene… l’importante -per ora- sarebbe diversificare al massimo e cercare di rendere la produzione energetica il più possibile “autonoma” e non soggetta a ricatti esterni.  Ma per far questo serve una chiara volontà e coraggio politico e soprattutto un reale decentramento  produttivo. Teoricamente anche forze come la Lega, attualmente al governo,  dovrebbero essere interessate a tale decentramento ma questa scelta non piace alla grande industria ed alle multinazionali e (come abbiamo visto in altri casi)…. i conflitti di interessi  sono troppo forti.

In verità per rendere  l’Italia libera da ricatti energetici occorrerebbe che il modello consumista venisse rivisto, la produzione industriale oggi è tutta tesa al superfluo (imballi, ciarpami ed  involucri usa e getta) ed andrebbe riordinato tutto il sistema  di produzione e riciclo rispettando la  “sostenibilità ecologica ” e le reali necessità  sociali.

Ma finché si continuerà a voler produrre energia in grosse centrali inquinanti come non potrei offrire la mia solidarietà ai cittadini di Tarquinia?

Paolo D’Arpini    

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“La casa delle servitù….”

Una normativa recente del governo berlusconico lascia trapelare un’intenzione precisa e sottintende una ulturiore perdita di “libertà” e possibilità di controllo della cosa pubblica da parete dei cittadini. Alla faccia del nome “casa delle libertà” qui si va sempre più verso la “casa delle servitù”….Questo che segue è il commento scritto su una mail di Ecologia Politica Yahoo Groups da Beatrice Bardelli:
“Il governo tira dritto: ormai è una specia di mantra.
Oggi il pugno di ferro arriva anche sulla politica energetica. Non solo con il nucleare, su cui si avvia l’individuazione dei siti per le centrali. Anche con una forte compressione dei diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini. Insomma, «cosucce» come la salute pubblica… etc.
Con una norma di 14 righe il governo attribuisce in modo esclusivo al Tar del Lazio la giurisdizione su «tutte le controversie, anche in relazione alla fase cautelare e alle eventuali questioni risarcitorie, concernenti il settore dell’energia». Tale giurisdizione vale anche per i diritti garantiti dalla costituzione. In altre parole, i giudici amministrativi del Tar del Lazio sono chiamati a sostituire i giudici ordinari nella tutela dei cittadini. Che significa? Semplice: se gli abitanti di un Comune per esempio della Val d’Aosta considerano un pericolo per la loro salute l’installazione di una centrale o di un termovalorizzatore (leggasi inceneritore ndr), con questa norma non possono più rivolgersi al tribunale del luogo, ma solo al Tar del Lazio. Più spese, tempi più lunghi, avvocati lontani: tutto più difficile. E non solo. Di solito la magistratura ordinaria oltre ad essere più vicina al cittadino, è molto più autonoma dal potere politico rispetto a quella amministrativa. Basti pensare che alcuni membri del Consiglio di Stato (il grado di appello rispetto al Tar) sono di nomina governativa.
La norma in questione (articolo 18 del disegno di legge della manovra triennale) non si ferma qui. Anzi, forse questa disposizione è la meno nociva. Molto peggiore è il successivo comma 3 dello stesso articolo. Una sorta di blocca-processi in campo energetico. Il testo infatti dispone che l’attribuzione di competenze al Tar si applica anche ai processi in corso. Dunque, «l’efficacia delle misure
cautelari emanate da un’autorità giudiziaria diversa (dal Tar del Lazio, ndr) è sospesa fino alla loro conferma, modifica o revoca da parte del Tar, cui la parte interessata può riproporre il ricorso e l’istanza cautelare». Insomma, tutto ciò che la magistratura ordinaria ha deciso finora viene spazzato via con un colpo di spugna: i cittadini devono ricominciare daccapo rivolgendosi al Tar. In questo modo «saltano» anche le disposizioni emanate dai giudici in presenza di pericoli di danno imminente o irreparabile. Si sbloccano cioè quelle sospensioni decretate dalla magistratura per evitare possibili pericoli per la salute dei cittadini. Questa disposizione è chiaramente riferita ai progetti in corso: non certo ai futuri 8o futuribili) siti nucleari”.

Cosa c’è sotto? Difficile da dire oggi. Sta di fatto che nella Penisola sono in ballo parecchie partite energetiche, che valgono miliardi di euro. Dal recupero del carbone, che l’Enel chiede da molto tempo (vedi il caso Montalto Civitavecchia ndr.), ai rigassificatori. Ce ne sono 10 in costruzione: da Livorno a Trieste, da Porto Empedocle a Gioia Tauro. E ora c’è anche la norma che blocca qualsiasi sospensiva.

Vedete voi come volete prendere questa “notizia” … anche se può essere vista come una “interpretazione parziale” ciò non toglie che i dubbi siano legittimi e i timori fondati su quella che è un’ulteriore perdita di “intervento” da parte dei cittadini sulle decisioni prese dal governo.

Vostro Affezionato,
Paolo D’Arpini