“La casa delle servitù….”

Una normativa recente del governo berlusconico lascia trapelare un’intenzione precisa e sottintende una ulturiore perdita di “libertà” e possibilità di controllo della cosa pubblica da parete dei cittadini. Alla faccia del nome “casa delle libertà” qui si va sempre più verso la “casa delle servitù”….Questo che segue è il commento scritto su una mail di Ecologia Politica Yahoo Groups da Beatrice Bardelli:
“Il governo tira dritto: ormai è una specia di mantra.
Oggi il pugno di ferro arriva anche sulla politica energetica. Non solo con il nucleare, su cui si avvia l’individuazione dei siti per le centrali. Anche con una forte compressione dei diritti costituzionalmente garantiti dei cittadini. Insomma, «cosucce» come la salute pubblica… etc.
Con una norma di 14 righe il governo attribuisce in modo esclusivo al Tar del Lazio la giurisdizione su «tutte le controversie, anche in relazione alla fase cautelare e alle eventuali questioni risarcitorie, concernenti il settore dell’energia». Tale giurisdizione vale anche per i diritti garantiti dalla costituzione. In altre parole, i giudici amministrativi del Tar del Lazio sono chiamati a sostituire i giudici ordinari nella tutela dei cittadini. Che significa? Semplice: se gli abitanti di un Comune per esempio della Val d’Aosta considerano un pericolo per la loro salute l’installazione di una centrale o di un termovalorizzatore (leggasi inceneritore ndr), con questa norma non possono più rivolgersi al tribunale del luogo, ma solo al Tar del Lazio. Più spese, tempi più lunghi, avvocati lontani: tutto più difficile. E non solo. Di solito la magistratura ordinaria oltre ad essere più vicina al cittadino, è molto più autonoma dal potere politico rispetto a quella amministrativa. Basti pensare che alcuni membri del Consiglio di Stato (il grado di appello rispetto al Tar) sono di nomina governativa.
La norma in questione (articolo 18 del disegno di legge della manovra triennale) non si ferma qui. Anzi, forse questa disposizione è la meno nociva. Molto peggiore è il successivo comma 3 dello stesso articolo. Una sorta di blocca-processi in campo energetico. Il testo infatti dispone che l’attribuzione di competenze al Tar si applica anche ai processi in corso. Dunque, «l’efficacia delle misure
cautelari emanate da un’autorità giudiziaria diversa (dal Tar del Lazio, ndr) è sospesa fino alla loro conferma, modifica o revoca da parte del Tar, cui la parte interessata può riproporre il ricorso e l’istanza cautelare». Insomma, tutto ciò che la magistratura ordinaria ha deciso finora viene spazzato via con un colpo di spugna: i cittadini devono ricominciare daccapo rivolgendosi al Tar. In questo modo «saltano» anche le disposizioni emanate dai giudici in presenza di pericoli di danno imminente o irreparabile. Si sbloccano cioè quelle sospensioni decretate dalla magistratura per evitare possibili pericoli per la salute dei cittadini. Questa disposizione è chiaramente riferita ai progetti in corso: non certo ai futuri 8o futuribili) siti nucleari”.

Cosa c’è sotto? Difficile da dire oggi. Sta di fatto che nella Penisola sono in ballo parecchie partite energetiche, che valgono miliardi di euro. Dal recupero del carbone, che l’Enel chiede da molto tempo (vedi il caso Montalto Civitavecchia ndr.), ai rigassificatori. Ce ne sono 10 in costruzione: da Livorno a Trieste, da Porto Empedocle a Gioia Tauro. E ora c’è anche la norma che blocca qualsiasi sospensiva.

Vedete voi come volete prendere questa “notizia” … anche se può essere vista come una “interpretazione parziale” ciò non toglie che i dubbi siano legittimi e i timori fondati su quella che è un’ulteriore perdita di “intervento” da parte dei cittadini sulle decisioni prese dal governo.

Vostro Affezionato,
Paolo D’Arpini

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