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Doriana Goracci: “…scacciata dal gotha di Facebook per colpa di una piastrella oscena..” – Forse é tempo di abbandonare il virtuale per un vero “ritorno a casa”…

Ante Scriptum

Una fortuna tremenda… Doriana é stata disattivata da Facebook..

Io da quando ebbi la malaugurata idea (su consiglio di Alba Montori) di iscrivermi al perfido sito non faccio altro che sperare che mi disattivino e che la smettano finalmente di mandarmi avvisi di ogni sorta.. Purtroppo non so bene come funziona la macchina infernale, per iscrivermi é stato relativamente facile.. ma per cancellarsi?

Ho dovuto lasciare la gestione della mia pagina su Facebook nelle mani della mia fidanzata Caterina, che é più pratica di certe cose, ed ora ci pensa lei (al mio posto) a districarsi in quel covo di anime perse…

Scherzi a parte (ma fino ad un certo punto…) son qui che medito sulla lettera di Doriana Goracci che potete leggere di seguito… mi ha fatto pensare molto… soprattutto nel paragrafo del famoso “ritorno a casa” che organizzammo assieme a Capranica… La verità é che stiamo troppo al computer e poco assieme per davvero.. questo é il senso…?

Mannaggia a Peter Boom ed a quando ha deciso di farmi regalare da un amico un vecchio computer… era appunto il 2007 o 2008 non ricordo bene… da allora non faccio altro che scrivere… scrivere e scrivere… ma é servito a qualcosa?

In un vecchio film… ancora Peter Boom, impersonando un vecchio monaco guardiano che bussava alla porta del novizio (in quel caso Troisi), diceva: “Ricordati che devi morire…!” Ed il novizio, probabilmente toccandosi le p.lle: “E mò me lo scrivo…!”

Paolo D’Arpini

 

Lettera ricevuta:

Il 12 ottobre 2010, la sottoscritta Doriana Goracci, è stata disattivata completamente dell’account da Facebook, forse grazie all’interessamento di una Vascabella “una ditta che da oltre vent’anni opera per promuovere la tecnica di: Cambio vasca in acrilico senza rompere piastrelle” e per 2 pugni di segnalazione, un’immagine offensiva, di cui riportavo la denuncia io per prima, delle donne e dell’UDI.

Riprendo la comunicazione in Rete da Reset-Italia.net fino a dove può essere accolta, non su Facebook, dove è iniziato dal 12 ottobre il periodo di confino obbligatorio, che non ho nessuna intenzione di pagare indebitamente, confortata da gruppi di Amiche e Amici sullo stesso Facebook e su Reset-Italia, dove collaboro come autrice da anni e senza interruzione per fare Giornalismo Partecipativo con Voci anche non iscritte all’Ordine. Una tassa da pagare, quindi che viene chiesta, oltre alle comuni e incessanti , che paghiamo in molti in Itaglia e all’estero, per la non proprio brillante e intelligente gestione in inglese, di chi decide cosa rimuovere, cosa è offensivo, cosa è lesivo per la dignità altrui. Ho avuto il difetto grave di accompagnare un’ immagine peraltro reperibile su un certa Vasca Bella e il sito dell’UDI, che è stata denunciata da centinaia di persone.

Il mio caso, non è un caso di Mala Informazione…sono una delle tante grulle e grulli che crede nella Libertà d’Espressione e di Informazione, a cui si chiede di pagare pegno a un team molto attento a ben altri Affari, fatti con le informazioni su di noi, cosa ci piace cosa compriamo per dove andiamo…tutte cosette che personalmente non mi sono curata affatto di nascondere, come ciò che reperivo in Rete, attraverso testimonianze e informazioni locali, buttate là tra migliaia di altre e che sono usa esaminare e raccogliere e magari ricollegare. Ma forse è osceno denunciare…come scrive l’UDI a Facebook.

Non è il mio Anno Zero, sono solita non essere trattata e aver accettato, contratti neanche occasionali, da nessun Media o Editore ma aver partecipato e collaborato con molti, a titolo di piacere e gratuito e in copy left.

Gli attestati di affetto e le iniziative che sono seguite in Rete, prima che me, onorano voi, per saper tradurre e ridare a chi ci legge, informazioni e tangibile affetto per l’umanità, che non è fatta solo di Affari e non si ferma a nuotare in una vasca e a fare da piastrella.

Come ho iniziato concludo , con un’altra informazione, di violenza inflazionata: “I carabinieri hanno arrestato, per duplice tentato omicidio, Salvatore Antonino Lombardo, 69 anni, pensionato.L’uomo ha provato a uccidere figlia (disabile) e moglie, rimaste ferite, nel Nisseno. La donna, alla quale il marito aveva chiesto con insistenza denaro, è riuscita a chiamare il 112, che ha trovato il pensionato con un mestolo da cucina in mano, che infieriva contro le due familiari.”

Quest’ ultimo affresco famigliare, farebbe sorridere vedendo l’arma casalinga usata, ma chi prova su di sé la violenza non ride affatto. Quanto all’automatica domanda, La risposta ti è piaciuta? del Team Facebook: No, non l’ho gradita affatto e neanche la Rete. Poi chiamatela Censura, sono abituata ad averla incontrata, la Signora.

Da una Capranica autunnale, vi rimando motivo ed immagini registrate per un altro Ritorno a casa, era il 18 e 19 ottobre 2008. Vedi su:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=capranica+ritorno+a+casa+2008

Grazie per il rivogliamo su Facebook che avete organizzato. La Musica ci dà forza: ci incontreremo prima o poi, nella realtà.

Doriana Goracci

 

Questa è la realtà

no non cambierà

se non ti dai una mossa

Commenti disabilitati

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Doriana scrive: “Dopo il ritorno… sono rimasta a casa…”

 Sapete che si è da pochi giorni concluso l’evento del ritorno a casa, tenutosi a Capranica il 18 e 19 ottobre 2008. Sovente scriviamo un resoconto, soprattutto quando si tratta di incontri importanti, ma stavolta né io né Doriana abbiamo scritto qualcosa, almeno fino ad oggi,. Ed infatti oggi è successo che quasi inaspettatamente Doriana ha inviato questa letterina con delle URL di immagini relative al “nostro ritorno” su youtube.

You tube per me è off limits, è come se qualcuno mi dicesse “adesso prendi l’autobus, vai a Fiumicino e da lì parti per gli USA” …. Impossibile, non è proprio possibile, sono psicologicamente handicappato a fare una cosa del genere e come se mi chiedessero di “usare i miei poteri occulti per andare sulla luna”….. insomma non potrei proprio farlo. Come posso spiegarlo a Doriana? Forse se lo spiegassi a Luisa, almeno lei che mi conosce da qualche anno e sa che potevo andare a Roma solo se mi portava lei (non dico in braccio ma quasi!), accompagnandomi per tutto il tragitto per la mano come si farebbe per un bambino di tre anni (in verità ne ho appena 64). Insomma come fare a spiegare a Doriana che non vado su youtube? Siccome non posso spiegarlo non faccio altro che scriverlo qui magari sperando che lei un giorno legga questa nota sul sito.

Ed ecco lo scambio epistolare intercorso:

————————–   Doriana scrive: “A questi due link, puoi trovare una versione web, accorciata, dei due video presentati a Capranica il 18 e 19 ottobre. Nel primo, inquadrature e scorci di e nelle case, nel secondo interviste a residenti, abitanti del luogo. Li ho ricevuti adesso e li inoltro, sperando anche nella diffusione che vorrai dargli: lascio a te il giudizio e l’uso.http://it.youtube.com/watch?v=7Ok4SOPcbLk

http://it.youtube.com/watch?v=nrTJSpRFNB8&feature=related

Con amicizia,   Doriana Goracci ————————   Paolo scrive: “Oh cara Doriana, come stai? Grazie per questa segnalazione, come sai non ho mezzi “telematici” adeguati alla visione video, di cosa si tratta? Del documentario di tuo figlio o degli spezzoni di Stefano? Fammi sapere qualcosa dopo il ” nostro ritorno a casa”…. non hai scritto alcun resoconto o commento? Magari sarebbe stato anche il caso, visto che l’interesse per la manifestazione è stato notevole, se scrivi qualcosa mandalo che cerco di farlo girare anch’io. Ciao, PaoloP.S. immagino che tu non possa venire agli incontri di Calcata dal 31 ottobre al 9 novembre 2008, soprattutto l’8 novembre sarebbe importante, vedi tu!

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Doriana scrive:

Caro Paolo, da due giorni sono a casa, io, acciaccata e influenzata, ho pulito e rassettato, una settimana dopo il 18 e il 19, piena di incontri, pranzi e cene, proposte…da non farcela più. Non devi avere attrezzature particolari, per vedere, ma copiare incollare il link e miracolo appare….Mettilo sul sito, è importante e giralo a tutti i tuoi indirizzi! non ho scritto niente se non gli articoli, tanti, come mio solito. Quello su Oriolo, credo continui il filone. Farò di tutto per venire l’8, chissà se Peter viene, altrimenti sono certa che nessuno mi accompagna. ti voglio bene e ti penso e ripenso alle cose che ci hai raccontato, rimugino tutto, come un vecchio pentolone…

Doriana

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Post scriptum finale di Paolo per Ilaria e Doriana:

“Siccome questa pagina la inserisce sul sito Ilaria, che avrà anche letto il testo, e siccome Ilaria abita a pochi chilometri da Doriana, consiglio che Ilaria passi a caprinica a prelevare Doriana almeno per i giorni in cui Ilaria sarebbe comunque venuta all’incontro del Ciclo della Vita di Calcata”

Cari saluti a tutti.

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Tutti a Casa! Ecco, il figliol prodigo ritorna…. Esperimento di ecologia sociale e profonda.

category Comunicati Stampa ilaria 8 ottobre 2008

Una riflessione sul tema del  “Ritorno a Casa” è quanto mai necessaria,  queste brevi note che seguono vogliono essere una base di partenza per il cerchio di condivisione che si tiene su quest’argomento il 18 e 19 ottobre 2008 a Capranica.

  La casa comune. I separatismi, lo scollamento sociale e l’alienazione, persino fra compaesani, sono oggi inequivocabilmente percepiti da ognuno di noi. Mentre non si riconosce più nemmeno un membro della famiglia come nostro proprio come possiamo accettare ed accogliere chi non conosciamo, o pensiamo di non conoscere?  Viviamo in un mondo di stranieri e noi stessi siamo stranieri in questo mondo.Eppure con la globalizzazione si presupponeva che la “razza globale”, il concetto di comune appartenenza alla Terra, divenisse un dato acquisito, una realtà. Purtroppo non è andata così, la mancanza di coesione nella società urbana e consumista è ormai evidente.

Raccontava un amico,  venuto a trovarmi da Veroli,  che in varie parti della Ciociaria è in corso  l’avanzata dell’infiltrazione mafiosa e -secondo lui- la colpa è solo della mancanza di solidarietà interna nella collettività. Dove non vi sono valori comuni  e si perde  il senso di appartenenza al luogo immediatamente subentrano gli interessi speculativi che cancellano ogni umanità e fratellanza. Ancora mi portava l’esempio di una piccola città come Frosinone, che ha cambiato completamente aspetto e vivibilità, lì -come a Roma-  la gente vive nello stesso palazzo e  non si conosce,  nemmeno si saluta né si interessa dei propri vicini, ognuno è  estraneo all’altro. Ecco il “contesto civile” nel quale ci siamo smarriti ed ora dobbiamo ritrovare la strada verso “casa”. La Casa di Tutti.  

Ma andiamo avanti con l’analisi. Questo sembra il tempo dello spezzettamento. In ogni parte d’Europa (e del mondo) si assiste ad un processo di frantumazione degli stati ed a forme esacerbate di separatismo, non solo per motivi religiosi, ideologici o di status, e nemmeno per ragioni di concorrenza commerciale od altro. Qual’è la motivazione di questo sgretolamento?  Blocchi monolitici di potere   economico e politico si stanno sbriciolando (vedi i recenti scossoni bancari in USa ed ora anche in Europa). La società umana si dibatte  nella forsennata ricerca di una nuova identità e modus vivendi, persino Bill Gates sul Time inneggia a un nuovo capitalismo “umano”.

Anche in Italia  il separatismo sta facendo  la sua parte e, con il regionalismo fiscale e la lotta alla scuola ed al pubblico impiego, sembra acquistare impeto una nuova spinta centrifuga. Nuove entità  economiche, basate sulla produttività amorfa (precariato, call center, veline, prostituzione, corruzione, etc),  sono in cerca di affermazione riconosciuta, mentre le forze sociali spingono alle porte dello Stato e percuotono le mura di una apparente legalità democratica che più non  regge le sorti della nazione. 

Vediamo inoltre che in oriente come in occidente i vecchi equilibri basati su una appartenenza etnica o culturale non sono più sufficienti a tenere incollati i vari popoli. Gli umani nel tentativo di uniformasi alla globalità hanno perso il senso della dignità e del rispetto per la diversità. Ancora ed ancora si distingue e si  giudica.  Non però nella pianificazione economica e sociale saldamente in mano a pochi esperti…

Ritengo che questa tendenza separativa dovrà necessariamente portare al  ri-accostamento interiore dell’uomo  verso l’uomo. In fondo quanto possiamo separarci da noi stessi senza perire? Ecco che l’allontanamento diviene  avvicinamento… la vita è  elastica e non può andare in una sola direzione. Ora  sorge la necessità di nuove forme di equilibrio, più radicate nella coscienza della comune appartenenza alla vita. Un avvicinamento alla coscienza universale. Infatti il senso di comune appartenenza porta alla condivisione del criterio di vita,  ad atteggiamenti simbiotici e ad uno  stato di coscienza comunitario. L’evoluzione richiede  che le persone non si riconoscano più nelle mode, negli sport, nel glamour, nel colore della pelle, etc. Separazione  è solo un concetto per giustificare  degli “indirizzi” personalistici ed egoici,   è una frattura radicale che spacca il mondo in due. Il pari diritto di abitare nel “condominio terra”,   non può  essere codificato  dalla nascita, dall’etnia, dalla nazionalità o dalla condizione economica, etc. bensì dalla capacità di rapportarsi al luogo in cui si vive in  sintonia con l’esistente. L’uomo, la razza umana nella sua totalità, e l’ambiente vitale  che lo circonda, sono un’entità indivisibile. 

Perciò il passo primo da compiere, per il Ritorno a Casa,  è  l’accettazione delle differenze, viste come fatti caratteriali che al massimo (in caso di persistente negligenza morale) possono essere ‘curate’ allo stesso modo di una idiosincrasia interna.  L’uomo ha bisogno di riconoscersi ‘unico’  nella sua individualità, che assomiglia ad un cristallo di neve nella massa di neve,  ma nella coscienza di appartenere all’unica specie umana.  Non passerà molto tempo -mi auguro- che le divisioni artificiali operate dalla mente umana scompariranno completamente ed al loro posto subentrerà un nuovo spirito di fratellanza, partendo dal presupposto delle reali somiglianze e della coesistenza pacifica. Queste somiglianze, in una società sempre più vicina a se stessa,  renderanno l’uomo capace di capire il suo prossimo, in piena libertà, e di amarlo come realmente merita. Tutti abitanti dello stesso pianeta, tutti a casa!

Paolo D’Arpini

Introduzione scritta per l’incontro di Capranica, 18  e 19 ottobre 2008. Arte   e  Tavola rotonda sul “Ritorno a Casa”  nella Sala Comunale Nardini.  Vedere programma particolareggiato:  http://www.circolovegetarianocalcata.it/category/compagni-di-viaggio/

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Capranica 18 e 19 Ottobre 2008: “Il Ritorno a casa”

Locandina Il ritorno a casaLibera espressione di arte, artigianato e testimonianze.
Tavola rotonda nella Sala Comunale Nardini di Capranica
con festa all’aperto nel centro storico, condividendo
il ‘cibo’ che ognuno vorrà portare.”Vivere nel luogo in cui si vive sapendo che è la nostra casa, significa essere del luogo”. Questo è il pensiero dell’ecologia profonda e corrisponde al sentire di chi non coglie alcuna differenza fra sé ed il luogo, di chi ritiene di esser figlio della terra!

Programma:
18 ottobre 2008: Sala Nardini, centro storico di Capranica
h. 16.00 – Inaugurazione Mostra sul tema del ‘Ritorno a Casa’
h. 16.30 – Dialogo, pareri, poesie e canzoni sul tema del ‘Ritorno a Casa’
h. 19.30 – Rinfresco con vino e dolci locali portati da ognuno.

Interverranno: Kay Mcarty, Peter Boom, Christa Ekfemann, Giorgio Vitali, Laura Lucibello, Letizia De Berardinis, Roberto Bisconti, Lapisanplus, Doriana Goracci e tutti quelli che lo vorranno.
Moderatore: Paolo D’Arpini.

19 ottobre 2008: Sala Nardini e luoghi aperti adiacenti.
h. 11.00 – Mostra di opere sul tema del “Ritorno a Casa”
h. 15.30 – All’aperto, nella Piazzetta del Palazzaccio-Via della Viccinella, se il tempo ce lo concederà, esposizione e banchetti del libero scambio, arte, artigianato, prodotti agricoli ed oggetti fatti a mano, proiezioni, poesie e canti, presentazione di libri e riviste.
h. 18.00 – Condivisione festosa delle specialità culinarie e casereccie.
Gran finale con le canzoni dell’ Orecchio Verde di Gianni Rodari, cantate da Stefano Panzarasa e tarantella al suono di nacchere e chitarra con Marina Canino.

Sono invitati i rappresentanti della Provincia di Viterbo, del Comune di Capranica, delle Associazioni culturali del territorio. Si ringraziano tutti coloro che vorranno collaborare, gioiosamente, alla buona riuscita del “Ritorno a Casa”.

Immagine locandina: Lapisanplus
Progetto grafico: Giuliana Liberatore
Realizzazioni audiovisive: Federico Maiorani

Per Informazioni e adesioni
www.circolovegetarianocalcata.it
tel. 0761/678477 – 0761/587200 – 3389400869

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Viaggio verso casa…. Stavolta forse l’indirizzo é quello giusto!

category Compagni di viaggio ilaria 5 settembre 2008

Capranica,   in preparazione del “Ritorno a Casa” del  18 e 19 ottobre 2008

Care amiche e amici, ciò che leggete di seguito è l’impegno scritto che si è assunto Paolo D’Arpini nel riportare brevemente gli interventi e le presentazioni di chi è intervenuto sabato 30 agosto in una casa, la mia, per vedere di mettere in piedi le due giornate di Ottobre: il 18 il 19. Abbiamo necessità di condivisione, proposte, contributi per vivere e convivere meglio e con interesse dell’altro, su questa terra, nel paesello e nel Paese. Vorremmo creare una storia scritta da noi e non dalla cronaca locale e nazionale o dalle amministrazioni, attente a ben altre notizie da far emergere o da affogare. Storie diverse, perché tali siamo, alla ricerca di Casa, della  recupero della nostra memoria, del presente fatto dalle nostre azioni quotidiane, le letture, le parole, i sapori, la musica e la pittura, i passatempi ricavati di notte o all’alba, l’ostinazione di voler vivere con amore quello che ci circonda, sia pure le quattro mura, che altrimenti crollano e ci trovano impreparati, disorientati e con sempre più paura ad affrontare ben altri ‘crolli’ di valori e salite vertiginose di costi, fosse pure il prezzo di mantenere la ‘baracca’ famigliare o vissuta in solitudine. Se credete e lo speriamo, scriveteci o telefonate, diamoci una mano, in questo ritorno….a casa, abbiamo circa un mese di tempo per poter condividere un fine settimana a Capranica e il nostro tempo futuro, insieme.
Metto in chiaro il contenuto, davvero lungo, di come è nata l’idea che diventa realtà, creata dalla nostra conoscenza, riconoscendoci, amici e cittadini, singoli e collettività, persone.  Doriana

In viaggio  verso casa.

Resoconto. 

Il 30 agosto  avevo un appuntamento con Doriana Goracci nella sua casa di Capranica per organizzare il prossimo incontro-convegno sul tema del Ritorno a Casa. Siccome non ho l’automobile e non vi sono mezzi di trasporto per andare sino lì ho fissato un pre – appuntamento qui da me a Calcata. La mattina verso le 11  arriva Celeste, da poco ritornata da un viaggio in India,  mi ha portato in regalo un pigiama variopinto ed una camicia di lino ed anche un drappo di cotone. Sistemo subito il drappo sul divanetto e lo inauguro cantando un inno al Guru ed alla Coscienza Universale.

Così dopo aver meditato e cantato preparo un pranzetto di farro e soya,  alle 13 e 30 arriva a piedi dal paese nuovo Francesca, ci porta una vaschetta di frutta selvatica  e mentre siamo a tavola finalmente arriva anche Giorgio Vitali da Roma, il nostro accompagnatore motorizzato. Abbiamo ben mangiato ed    ecco ci pronti alla partenza. Celeste però non viene perché aspetta l’idraulico a casa. Mentre siamo in piazza pronti a montare in macchina il satanasso da lontano mi apostrofa “ai convegni, va pure alle conferenze, schifoso..”. Faccio finta di nulla perché non è bene ritagliare alle provocazioni sataniche, ed ecco ci  partiti….  A Capranica non troviamo parcheggio e dopo inutili tentativi di avvicinamento alla fine Giorgio lascia la macchina davanti all’ufficio dei Vigili Urbani  e ci avviamo a piedi al centro storico, così ci godiamo la bellezza del paese vecchio,  alla ricerca della Via Castelvecchio.

Siamo arrivati, in ritardo sul ruolino di marcia e non più in tempo per la visita all’orto “di guerra” di Doriana, ma siamo arrivati. La casa è bella spaziosa e ben arredata con mobili antichi e di buon gusto, nella grande cucina all’ingresso c’è una tavola imbandita con ogni ben di Dio, more, uva, olive, torte, tarallucci ed altro ancora…

Doriana dopo averci mostrato tutte le bellezze della sua dimora, compresa la magica cantina, ci invita a  prender posto. La cucina forse è piccola per l’incontro? Quanta gente è attesa?   “Verranno parecchie persone” afferma Doriana ed infatti dopo un po’ giungono le prime signore di Capranica, curiose ed allegre, una di esse mi chiede “Che a Calcata vi vestite tutti così? – alludendo al mio costume variopinto- ed io le rispondo “no, solo io  e poi questo abito è un regalo ricevuto proprio stamattina dall’India  e l’ho indossato per l’occasione”. Doriana ci invita a questo punto a sedere sul grande divano del salone “Forse qui stiamo più comodi, che  ne dite?”. Arriva altra gente e Doriana ci accompagna  allora in  terrazza “qui  all’aperto forse è meglio”. Dopo qualche tempo che già abbiamo iniziato a far conoscenza,   dato il continuo afflusso di nuovi venuti alla fine Doriana ci riporta tutti in cucina e così ci troviamo sparsi davanti la tavola imbandita, seduti alle bene meglio, anche per terra.  Inizia la condivisione delle proposte e dei pareri sul Ritorno a Casa ed ognuno a turno si presenta e dice qualcosa di sé. Qui riporto alcune frasi significative di quanto espresso da ognuno dei presenti.

Comincia Doriana con un’introduzione sullo scopo dell’appuntamento odierno, ci parla della necessità di vivere in armonia con le persone del luogo in cui viviamo, del significato che diamo al “ritorno a casa” e di come sarebbe bello se ognuno si sentisse a casa, poi  dice: “Qualcuno di Capranica, qui presente, prima d’oggi nemmeno si conosceva, porteremo la storia del nostro ritorno a casa il 18 e 19 ottobre nella Sala Nardini, senza etichette di associazioni  né affidandoci alle istituzioni, siamo solo persone che si cercano per conoscersi e riconoscersi, ognuno con la sua storia. Questa secondo me è politica nel senso antico del termine: terra, luogo, casa, circolazione di idee e di sentimenti”.

Faccio la proposta di raccogliere i commenti per un “documento interattivo” e tutti acconsentono e quindi  scrivo  velocemente questi appunti mentre ognuno a turno ed ordinatamente prende a parlare. 

Kay, musicista, dall’Irlanda: “Per me venire in Italia è la casa, amo il Mediterraneo, gli irlandesi non avevano sino al secolo scorso in criterio della vita in città esistevano solo villaggi  effimeri, per le fermate durante la continua transumanza interna.  C’è da noi un duplice modo espressivo per dire casa  home oppure house qual è la differenza? Ad esempio per gli ebrei, altro popolo nomade, la casa è il tempio dove si unisce fisica e metafisica”.

Katalina, giovane e bella dalla Romania: “Abito in Italia da 14 anni, metà della mia vita. Qual è la mia casa? Gli immigrati a volte non si pongono questa domanda per non toccare note dolenti, il 18 e  19 ottobre vorrei leggere e raccontare storie di emigranti ed esiliati, credo ci potrà aiutare tutti nella comprensione di chi siamo…”

Laura, artista,  fra Roma e Calcata: “I miei genitori sono di posti diversi ed anch’io non ho mai saputo di dove sono.. di Roma, del nord del sud? Alla fine ho sentito che la casa è il luogo in cui mi trovo, un luogo interno,  ora qui a Capranica è casa mia”.

Crista, artista, tedesca di Capranica: “All’inizio ho pensato che fosse banale chiedersi cos’è il ritorno a casa? Ho fatto sempre traslochi in vita mia,  una volta mi sono accorta, durante l’ennesimo spostamento, che su tutti mobili, sul retro, c’erano vari cartellini proveniente da.. spedito il..  Ora ho cominciato pensare alla casa e nel pensiero l’ho intuita come la casa dei miei nonni, una casa ideale, è forse questo il tornare a casa?”.

Peter, scrittore olandese, da Bagnaia: “Abito qui in provincia di Viterbo da moltissimi anni eppure non riesco a sentirmi a casa,  ho tentato in tutti i modi di trasmettere la mia voglia di comunicare e di cercare di cambiare l’immobilismo in cui sento che l’Italia è castigata… a volte sono molto sfiduciato, però ho un pezzo di terra, mi piace fare l’orto, accudire la gatta, parlare con gli amici…”

Maria, donna della Romania: “Mi trovo bene qui a Capranica, per me questa è casa mia”.

Ika, pediatra, dalla Romania: ” Quando giunsi qui… (piange) cercavo una casa, lasciai la mia casa, dov’è ora la casa? Quando torno in Romania vado solo al cimitero a piangere i miei morti e qui mi sento emarginata… (Doriana interviene narrando di come Ika l’abbia aiutata con il suo coraggio e del suo sorriso quando iniziò a vivere a Capranica, incoraggiandola molto in questa sua scelta..)

Mira, professoressa, da Manziana: “La casa? Forse una patria,  l’intimità, la  libertà, l’importanza data… in fondo mi accontento della mia vita, sono a casa”.

Adelaide,  casalinga, originaria di Capranica e ritornata da poco: “Ho abitato per tanti anni a Novara, mio marito carabiniere,  ora son tornata e mi sento felice…”

Giorgio, chimico romagnolo,  da Roma: “Sono nato in Romagna,dove c’è un detto riportato da Alfredo Oriani: il vero romagnolo è  tale se sta a Roma! Concordo con lui e ritengo che il senso di estraneità  provato da Peter dipenda tutto dalla chiusura psicologica che qui da noi è causata dal solo Vaticano. La gente ha paura, non si espone, vive nell’ignavia in conseguenza della pressione millenaria esercitata dallo stato pontificio”.

Mariagrazia, insegnante, nativa di Viterbo abitante a Roma: “Ora sto tornando a Viterbo,  mi sono sentita a casa in vari posti e vorrei che la mia casa fosse ovunque, mi sento però sempre in prova, in continuo cercare, in attesa”.

Nel, giramondo, dalla Spagna: “Ho messo il dito sulla mappa in  un area etrusca falisca, ed  è venuta fuori Capranica. Ora ho una casa qui ma sono come un nomade che sente la casa ovunque. Ho rinunziato all’eredità paterna, alla casa avita, mi sento cittadino del mondo, ma ora la mia compagna è incinta… e la legge non approva il nomadismo vuole solo poter controllare i cittadini attraverso il domicilio, la stanzialità. Nel mio girovagare ho percepito il senso di ospitalità che la gente provava nell’accogliermi, sentivo gratitudine e voglia di far bene. Civiltà significa ospitalità…”

Francesca, giovane donna col pancione: “Sono nata a Foggia, vissuta a Bologna, sono pugliese, non lo so? Ora non provo radicamento, vorrei stabilirmi in un posto non per necessità ma per la bellezza del posto, così mi ritrovo a Capranica”.

Sivio, funzionario statale, da Ladispoli: “Mi chiedo spesso qual è la mia identità culturale, è quella la casa? Ho abitato a lungo a Parma ora son tornato a Ladispoli. Cerco di portare anche qui a Tolfa etc. l’esperienza di apertura ma vecchi amici che ora si son messi in commercio mi dicono -vieni qui, mangia e stai zitto- mi sono accorto dell’ipocrisia della politica che si maschera da associazionismo culturale solo per creare inserimenti di potere, come ho osservato nel WWF o Legambiente, peccato”.

Maurizio,  impiegato, da Roma: “Sto qui a Capranica  ma non ci sto, sono figlio di un ufficiale dei CC, ho vissuto 9 trasferimenti. La casa è il luogo in cui ci si rispecchia, un’immagine a propria  somiglianza,  è l’ambiente umano in cui vivi,  un punto di riferimento che si adatta alle esigenze, un modo di rapportarsi con la società e l’ambiente,  dove tu non sei fesso ma nemmeno furbo, un punto d’incontro scambio convivenza,  è la casa?”.

Licia, casalinga da Roma: “Sono nata in Abruzzo, a Sulmona,  sento che la casa è tornare alle radici, dove sei nato, la comunità degli affetti,  insomma il luogo originario. Ma spesso quel luogo è stato evacuato, spopolato, a volte si ripopola di persone che lì son nate lasciando il loro cuore, il posto degli antenati. Nella vecchia casa di Sulmona che ora sto ristrutturando c’erano alle pareti le foto di tutti i miei parenti, stando lì le foto era come se loro ancora ci fossero… A volte sento che solo l’accoglienza può ricostruire il senso di comunità ma a Roma si vive nel distacco e nella mononuclearità. La vera casa è il posto dell’anima….”.

Francesca, artista, da Calcata: “Di origini varie, ex romana, viaggiatrice intensa, ho trovato la mia casa sulla terra che circonda l’abitazione di Calcata che mia madre mi ha donato. I miei viaggi ovunque andassi servivano solo per tornare qui, in fondo, ma per la Birmania ho provato un grande attaccamento, un collegamento karmico che mi ha commosso, forse è lì che vorrei abitare, non lo so?”

Doriana, pensionata, da Capranica: “Di genitori di varia  origine, ho abitato a lungo a Roma, Forse sentivo la casa originaria in Toscana, in campagna dov’era nato mio padre, una casa senz’acqua,  ma con gli animali, la campagna e la famiglia accogliente. Ricordo un circolo ricreativo gestito da una donna maschiaccio…  la solidarietà della gente. Di mia madre ho solo pensieri ed immagini senza ricordo, le storie raccontate del deserto nordafricano. Idealmente ho sentito per la prima volta il senso di casa nell’accoglienza ricevuta da povera gente a Santorini, un’isola greca, che stavo visitando con il mio primo marito,  una ragazzina prima ci parlò lungamente sul molo dove pensavamo di pernottare, dopo un  po’ giunse il padre e ci invitò da loro, una casa semplice e ci fece dormire sul fienile al primo piano, la mattina la moglie ci offrì caffè, uva e pane e ci disse -quando ripassate di qua tornate a trovarci, questa è casa vostra-   Ho percepito allora che la Grecia  è anche casa mia. Ma lo stesso sento  qui a Capranica, ad esempio quando l’altro ieri ero sparito il mio gatto, ero molto preoccupata ed ho anche pianto temendo che fosse stato ucciso, una bambina di qua  ha bussato alla porta e mi ha detto -posso farti compagnia, come stai Doriana?- Il gatto alla fine l’ho ritrovato ed anche il senso di comunità…”

Caterina, artista, milanese di Capranica: ” Son qui da tre anni, non ho mai avuto una casa di proprietà ora ce l’ho  ma abito ancora in un posto in affitto dove ho concentrato tutte le mie cose… La casa degli avi è andata distrutta  ma nei pensieri no…”.

Silvana, friulana di Capranica: “Dai boschi del Friuli ai boschi di Capranica, il viaggio è lungo e breve allo stesso tempo… Mio padre era un ufficiale dell’esercito sempre in continuo trasferimento. Ricordo la casa dei miei nonni come luogo fisso,  sentivo che la mia terra è il Friuli, montagne, cascate, la gente che capivo, la gentilezza… Ho abitato a Roma per tanti anni ed ho vissuto in molte case, sentivo le presenze rimaste,   ancora abito a Roma al cento storico ma ho acquistato un a casetta qui  Capranica, davanti ad un bosco,  per nostalgia? Non lo so, ma casa per me non è stato sociale, non sento la mistica della casa, sono al di fuori di ogni schema,  forse la casa è il mio corpo, tendo verso questa casa che è materia e spirito, memoria, immagini, sentimenti, emozioni, insomma la mia interiorità. Il ritorno a casa è il mio giungere a me. Partire da me e giungere a me”.

Flaviano, uomo di cultura, da Ronciglione: “Amo questa mia terra etrusca, la storia di Ronciglione, la ribellione ottocentesca dei  ronciglionesi contro i francesi che distrussero per vendetta la città, l’archivio storico, da seimila abitanti che c’erano  la città si ridusse a tremila,  le cartiere, le ferriere, la civiltà distrutta… ma non la forza ed il coraggio di ricominciare.  Al tempo dei Farnese Ronciglione era un distretto con  9 paesi sotto di sé, la municipalità arrivava sino a Borghetto (alle porte di Roma). Mi sento etrusco ed orgoglioso di esserlo, accetto tutti e mi piace condividere la cultura con tutti, noi diciamo -se nun so’ matti come noi nun li volemo-  per questo che ogni anno organizziamo il premio letterario il Roncio, per scoprire  quelli come noi… Ricordo da giovane, quando facevo l’insegnante di educazione fisica, ebbi contatti con tanta gente… americani che erano come ragazzini de 12 anni,  russi sempre seri, africani, asiatici… ma tutti dicevano: come si sta qui non si sta in nessuna parte del mondo!”       

Giulia, pensionata, da Capranica: “Quando ero in Australia ero Italiana e ora che son tornata qui sono forestiera…”          

Claudio,  studente,da Roma: “Non capisco cos’è la casa. Non sento di appartenere, tra un po’ mi trasferisco in Inghilterra chissà se lì la trovo?”.

Letizia, di passaggio appena arrivata: “Sono qui da appena tre giorni,  grazie per avermi accolta. Vengo da Roma, non ho mai viaggiato ed ora ho ascoltato tutti i vostri interventi, sono anche timida,  non ho sentito sin ora il senso di appartenenza ma ho sempre sperato di trovare un posto in cui sentirmi a mio agio. Suono il violino e vorrei che la mia nuova casa di caprinica diventasse un luogo per condividere esperienze e cultura…”-

Roberto, compagno di Letizia: “Estendo a tutti l’invito di Letizia, anch’io sono un musicista, nato a Roma e vado in giro dicendo -civis romanus sum-  pensando che non c’è posto mejo de Roma, poi mi son detto -ecco questo posto va bene per me,  la Tuscia, luogo di confine fra Roma ed Etruria, questo è un orizzonte piacevole da dipingere…”.

Daniela, impiegata, da Capranica: “Ora abito a Capranica,  ho amato Roma ma mo’ la odio…  amo la Grecia ed il mare, il luogo ideale che ho sentito e dove immagino umanità e calore. Qui ho una casa in cui ho iniziato ad investire il mio tempo, sono in prova, pendolare…” 

Arrivati alla fine del giro, tutti si sono buttati sulla tavola imbandita  arraffando a man bassa dalle leccornie tentatrici….

Purtroppo Giorgio sollecita il ritorno, per motivi di tachimetro al parcheggio, non possiamo fermarci a cena dall’ospitale Doriana e saluto tutti con un abbraccio collettivo.  Francesca lancia l’idea di fermarsi a Sutri dove c’è una sagra, a me non va ma vengo messo in minoranza e così debbo far buon viso a cattivo gioco…  

Infine il ritorno… e …  per ultimo   la scoperta  che il satanasso, che vive in una grotta poco distante, per invidia, non so, o forse per  “vendicarsi” (a mo’ di Giuda) delle sue disgrazie  ha gettato un vecchio secchio di plastica con i residui delle sue cacate davanti la mia porta di casa.

Pazienza, sono dentro la mia casupola, accendo il computer e rispondo ad un paio di lettere: 

“Ecco, mia cara Antonella, sono appena tornato da questa intensa e strana condivisione, ho preso parecchi appunti ma stasera non posso scrivere, ho la testa troppo pesante di varie cose. Però domani lo farò… come va con il tuo  esperimento d’indipendenza?”.

Ed ancora: “Cristina, sorellina mia, viviamo proprio in un mondo assurdo e pieno di strane immagini, quasi tutte finte, eppure l’umanità latente che si manifesta in questa finzione mi commuove e mi fa sentire felice di essere anch’io umano. Sono appena tornato da Capranica da un incontro per organizzare un altro incontro sul Ritorno a Casa che si terrà sempre lì il 17 e 18 ottobre. Beh,  le persone che oggi ho conosciuto mi sono sembrate molto umane e tutte desiderose di trovare la vera casa… come veramente tutti ne abbiamo bisogno….”

Ed all’agronomo  Altieri che mi parla sempre dei problemi degli ogm,  ho scritto i  più possibile a tono: “Stasera ho fatto una lunga chiacchierata con Giorgio (l’amico chimico) sulle malefatte delle multinazionali che brevettano gli ogm e del tentativo in corso, dopo il granturco e la soia, di brevettare anche il riso.  Ho saputo dell’opposizione dell’India ma ciononostante negli USA hanno brevettato il riso basmati il che significa che se i produttori indiani vogliono vendere questa qualità di riso negli USA debbono pagare la royalty…. Poi c’è quella causa persa in Canada da un produttore agricolo tradizionale che aveva fatto causa, credo alla Monsanto, per aver impiantato una grossa coltivazione ogm adiacente il suo podere ma la causa dell’agricoltore è stata persa perché gli inquisiti hanno dimostrato che era stato il produttore biologico che aveva causato l’ibridazione delle coltivazioni ogm…. con le sue piante naturali… roba veramente assurda e quasi da non credere….  Poi è venuto fuori anche il discorso degli incendi divampati in Grecia lo scorso anno (ed anche in Italia) dovuti (sembrerebbe) alla  “necessità” di  riforestare  con le piantine ogm  di produzione israeliana, acquistate per strani accordi dai governi menzionati.  Insomma, caro Altieri,  parla parla e son venute fuori un sacco di cosette che ora non racconto perché le mail sono tutte controllate e non vale la pena passare agli spioni certe notizie, che loro ovviamente sanno ma non che anche noi le sappiamo, forse… ma per quello che può importare….  Intanto in Islanda continua la costruzione della banca del seme…..  Passo alla cronaca di stasera  (sempre  tornando a casa) per raccontarti che  mi hanno portato per forza a Sutri,  dove c’era la sagra del fagiolo, centinaia di persone in piazza, musica ad alto volume, un focheraccio acceso sotto gli alberi che pareva di stare all’inferno, quei poveri rami investiti dalle scintille che mi facevano pena, l’aria puzzolente di carne abbrustolita, luci accecanti, qualche traballante, donne in tiro esibizionista, vecchi bavosi e sbrodolosi, solo una signora con due bambini piccoli aveva l’aria umana (forse era del sud), non ho assaggiato nulla neanche un fagiolo né un bicchier d’acqua,  ho sopportato in silenzio la caciara ed ho fatto finta di niente, non potevo protestare perché ero ospite in macchina e come facevo a ritornarmene a casa da solo? Al ritorno a Calcata, a casa (sic… per modo di dire), anche qui macchine e macchine sulla strada, la via frequentata da sderenati,  nei ristorantacci  aperti la puzza di carne bruciata, mondezza in giro e risa sguaiate, insomma un altro inferno. Spero che dove stai tu sia un po’ meglio… qui si può vivere decentemente solo uno o due giorni alla settimana, quando non ci sono turisti né venditori di collanine, né satanassi  mascherati da robin hood…  forse  anche meno di un giorno o due alla settimana… forse solo qualche ora, ma almeno sono ancora vivo…. “ 

Ed infine con buona pazienza, stamattina, raccolgo le immondizie sparse che ho detto prima. Che posso farci? Di fronte alla pazzia senza speranza di redenzione non resta che adattarsi ulteriormente…  e con il sacchetto traboccante vado a depositare lo “sfregio” nei cassonetti  belli pieni dell’immondizia  prodotta da vari altri satanassi, dai  turisti, dai negozietti finti e dai numerosi “ristorantini” e “baretti”  di cui ho vi già raccontato….  

Paolo D’Arpini

Stavolta ne è uscito proprio un romanzo!

Scusate per la lunghezza e grazie se, per caso,  avete letto sin qui!