Archivio di ottobre 2010

Treia: 8 dicembre 2010 – Inizio celebrazioni de “Il Sole Invitto 2010” – Presentazione del libro “La Figlia del Sarto” di Lucilla Pavoni

Eventi Paolo D'Arpini 9 ottobre 2010

Prefazione

 

Com’é nella nostra consuetudine dei festeggiamenti solstiziali iniziamo le celebrazioni de Il Sole Invitto, edizione 2010, l’8 dicembre con la presentazione del libro di Lucilla Pavoni sulla tradizione contadina marchigiana, il titolo é “La Figlia del Sarto”, l’evento si svolge nella sala Consiliare del Comune di Treia (vedi comunicato sottostante).

Altre manifestazioni a seguire saranno la festa di Santa Lucia del 13 dicembre con una passeggiata fino all’antica chiesa diroccata dedicata alla santa, che si trova lungo il percorso di uno storico sentiero francescano di Treia. Poi mi sposto in Emilia dove festeggeremo il solstizio invernale e compiremo il rito della consueta passeggiata notturna della “Notte senza tempo” del 31 dicembre, accogliendo così il veniente anno sperduti nella natura… Forse durante i giorni a cavallo fra Capodanno e l’Epifania riuscirò anche a fare un salto a Calcata, dove nel frattempo i miei successori Sofia e Felix stanno preparando diverse strenne natalizie ed addobbi naturali natalizi (stelle di sapone naturale, pigne dipinte, etc.) nonché frutti colorati di Calcata (cachi, noci e nocciole dorate), che resteranno esposti nella sede del Circolo Vegetariano VV.TT., in via del Fontanile snc a Calcata. Per le attività calcatesi potete chiamare allo 0761/587200. Infine sarò di ritorno nel mio “buen retiro” di Treia per la festa della Befana degli animali del 6 gennaio 2011 e per la chiusura delle celebrazioni de “Il Sole Invitto 2010”.

 

Comunque cominciamo con il programma dell’8 dicembre di Treia:

 

Con il patrocinio del Comune si svolge a Treia (Macerata) un importante appuntamento culturale. Il giorno 8 dicembre 2010 viene presentato al pubblico “La Figlia del Sarto” di Lucilla Pavoni, uno scrigno prezioso e magico di racconti e memorie del passato marchigiano, di vita contadina, di solidarietà umana, di aneddoti sulle diverse abitudini sociali e sulle profonde differenze ed alienazioni che sono andate sviluppandosi in questa regione (come d’altronde nel resto d’Italia e del mondo) a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso, con l’avvento dell’industrializzazione pesante e del consumismo. Lucilla é una ecologista antelitteram ma forse limitare le sue qualità con un’etichetta é persino restrittivo ed inopportuno. Infatti la saggezza da lei dimostrata é vera in ogni contesto, sia nel passato che nel futuro.

 

Programma dell’8 dicembre 2010 – Sala Consiliare di Treia

 

h. 16.30 – Apertura della Sala Consiliare al pubblico e inaugurazione della mostra di disegni originali, ispirati al testo, di Domenico Fratini, ed esposizione di foto d’epoca, pubblicate nel testo, raccolte da Nazareno Crispiani.

 

h. 17.00 – Benvenuto del Sindaco Dr. Luigi Santalucia e Vicesindaco Dr. Corrado Speranza.

Introduzione di Paolo D’Arpini, presidente del Circolo Vegetariano VV.TT.

Presentazione del testo e dell’autrice a cura della Dr.ssa Elisabetta Raponi

Lettura di brani tratti dal libro recitati dell’autrice stessa

Esecuzione di brani musicali popolari antichi con l’organetto

La manifestazione si conclude con una degustazione di prodotti contadini locali.

Info. circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0733/216293 – 338.7073857

………………….

 

Alcune indicazioni sul significato de Il Sole Invitto

 

Lo spirito non può essere scisso dalla materia, sono espressione l’una dell’altro. Il naturale afflato che si manifesta di fronte alla meraviglia di sé e del mondo…”  (Saul Arpino)

 

La festività del Dies Natalis Solis Invicti (”Giorno di nascita del Sole Invitto”) veniva celebrata nel momento dell’anno in cui la durata del giorno iniziava ad aumentare dopo il solstizio invernale.

La “rinascita” del sole. Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente “sole fermo” (da sol, “sole”, e  sistere, “stare fermo”).

Infatti nell’emisfero nord a partire  dalla metà del mese  sino agli ultimi giorni dicembre il sole sembra fermarsi in cielo (fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore). In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.

Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21 dicembre, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre… Tutto parte da una osservazione attenta del comportamento dei pianeti e del sole, e gli antichi, per quanto possa apparire sorprendente, conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti degli astri.

 

Nel contempo il significato esoterico é anche quello della vittoria del reale che smaschera il fittizio, cioè quel che é vero, la crescita luminosa, diviene evidente mostrando così la finzione dell’apparire.

 

In questa epoca materialista viviamo in un mondo dove, nella penombra, il falso e l’artifizio hanno preso il posto del vero e del semplice. Questo è il meccanismo dell’apparenza che prende il posto del “naturale” -dell’intrinseca verità- e che favorisce gioco sterile dell’esteriorità. La seduzione della tenebra è allusione e miraggio, con essa si mostra ciò che l’altro vorrebbe vedere, è semplice barbaglio proiettivo di una immagine costruita a misura per attrarre l’altro. E chi è l’altro? Chi svolge la funzione separativa tra l’io e l’altro? Perché si sente la necessità di appropriarsi della attenzione dell’altro?

L’apparenza insomma è camuffamento mentre la chiara visione, potremmo dire la “chiaroveggenza” che si accompagna alla “luce” dell’intelligenza, é rappresentata dal Sol Invictus, ovvero la capacità percettiva di scorgere il bello in ciò che è, senza orpelli, senza luminarie, senza zavorra inutile di finzione incipriata.

 

Paolo D’Arpini

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Paolo D’Arpini: “Il vero federalismo é solo bioregionale – No alle Regioni carrozzoni, sì alle Province espressione della comunità locale…”

Mi tocca tornare sul discorso del “federalismo” vista la spinta governativa verso l’attuazione di una riforma che contribuirebbe ad alienare ulteriormente il senso dell’appartenenza al luogo allontanando vieppiù gli abitanti dalle istituzioni ed oscurando l’identità locale, nazionale ed Europea.

 

 

La costituzione degli Enti Regionali in Italia é stato uno dei mali della politica nostrana, tesa a spartirsi la torta amministrativa. Ha fatto comodo ai partiti che si sono creati delle piccole repubbliche all’interno dello stato contemporaneamente permettendo agli amministratori locali di mungere alle prebende pubbliche e gestire le ricchezze del popolo a fini personalistici. Prova ne sia -ad esempio- il gonfiamento paradossale della spesa sanitaria, con norme interne, attuazioni e finalità differenziate, con l’impossibilità di trasferimento da una Regione all’altra come si trattasse di stati esteri e  con la suddivisione delle cariche e degli enti fra i soliti congiunti politici, senza nessun reale beneficio per la salute pubblica. Ma non voglio parlare di questo… per ora!

 

L’Italia é un piccolo paese che per secoli ha patito il male della suddivisione in vari staterelli, il risultato é che solo dopo l’unità (di cui fra poco ricorre il 150° anniversario) si é ripreso a parlare di identità nazionale ed é stato possibile costruire un popolo, con tutte le difficoltà che ancora persistono e che sono visibili nella nostra società “spaccata” fra nord e sud… fra est ed ovest, fra isole e promontori…

 

Nel frattempo in Europa, a partire dalla fine dell’ultima guerra mondiale, é andato avanti un processo unificatorio che ora si chiama Comunità Europea. Questa unione é buona per il vecchio continente che ha subito per troppi anni divisioni e guerre intestine. La distribuzione dei poteri in chiave di separazione politica non aiuta assolutamente l’integrazione fra i popoli.

 

Perciò consideriamo quale potrebbe essere la conseguenza di un “federalismo”(come si prefigura questo che si vuole attuare) che parte dal concetto della separazione delle varie realtà della penisola ai fini di gestire “meglio” le singole ricchezze. Questa nuova parcellizzazione dell’Italia porterà ulteriori mali al popolo italiano ed all’Europa tutta. La costituzione di -a tutti gli effetti- nuove “repubblichette” indipendenti all’interno del contesto nazionale ed europeo non sarà un vantaggio per la comunità, anzi porterà guai, delusioni ed odi… E di questo non abbiamo bisogno proprio ora che la crisi economica galoppante e la spinta allo sfacelo morale si fa più forte in Italia e nel mondo.

 

C’é bisogno di solidarietà e di capacità di riconoscersi con il luogo in cui si vive senza però cancellare l’unitarietà della vita e la consapevolezza che il pianeta é uno come una é la specie umana. Non si può continuare a separare la comunità degli umani su basi etniche o “sociali” o “religiose” o “politiche”… L’integrazione é solo una ovvia conseguenza del vivere in luogo riconoscendolo come la propria casa. Perciò il vero federalismo può essere solo bioregionale ed il riconoscimento con il luogo di residenza deve avvenire nelle forme più semplici e vicine al contesto socio/ambientale in cui si vive. Questo contesto é ovviamente la comunità del paese, e della città che riunisce una serie di paesi in una comunità facilmente riconducibile ad una identità condivisa. Questa é la “Provincia”. Le Province lungi dal dover essere eliminate dovrebbero anzi assurgere al ruolo rappresentativo dell’identità locale e tale riconoscimento non alienerebbe la comunione ed il senso di appartenenza all’Europa ed al mondo bensì aiuterebbe il radicamento al luogo in cui si vive e la responsabilizzazione a mantenerlo sano e compatto.

 

C’é inoltre da dire che dal punto di vista storico le Province da tempo immemorabile hanno rappresentato il “luogo di origine” mentre le Regioni sono state create massimamente a tavolino per soddisfare esigenze politiche indifferenti alla comunità. Vedesi la costituzione del Lazio, formato per soddisfare le esigenze di una città che doveva essere la capitale di un nuovo impero, costituito smembrando la Tuscia, rubando territori all’Umbria (Rieti) e aree all’ex Regno di Napoli (Formia, Gaeta, etc.). Oggi Roma ed area metropolitana con i suoi 6 milioni di abitanti (più i non registrati, quasi altrettanti) ha completamente fagocitato il territorio e la gestione delle risorse relegando il ruolo delle Province storiche a quello di “fornitura di servizi e ubicazione di scomodi impianti inquinanti”… (Ma é logico quando si vede che i 9/10 dei residenti laziali stanno a Roma e siccome siamo in democrazia così deve andare…). In verità le grandi città metropolitane dovrebbero essere tutte “città regione” e magari pure decrescere.. se si vuole che il cancro da loro rappresentato non si propaghi al territorio…

 

Ma non voglio allargarmi troppo oltre l’argomento menzionato nel titolo.

 

Paolo D’Arpini, referente della Rete Bioregionale Italiana

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=bioregionalismo

 

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Altri articoli sul Bioregionalismo:

 

http://www.google.com/search?hl=it&client=gmail&rls=gm&q=rete+bioregionale+italiana&btnG=Cerca&aq=f&aqi=g1&aql=&oq=&gs_rfai=

 

 

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30 e 31 ottobre 2010: San Severino Marche – Incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana, in occasione di Samahin/Ognissanti – “Bentornati a Casa”

Eventi Paolo D'Arpini 7 ottobre 2010

Che l’incontro nazionale di quest’anno della Rete Bioregionale Italiana si manifesti in occasione della grande celebrazione di Samahin, da noi definita Ognissanti, é motivo di buon auspicio e di speranza.

 

Infatti il periodo della fine ottobre inizio novembre viene considerato da tempo immemorabile il momento dell’incontro fra le energie del Mondo di Sotto e quello di Sopra. Questo é il momento della Morte e della Rinascita, della fusione fra il Vecchio ed il Nuovo, é il momento in cui avviene la seminagione e si raccolgono gli ultimi frutti della buona stagione prima che inizi il freddo inverno.

 

Tutto il pensiero antico è orbitato per millenni attorno alla concezione unitaria dell’Universo con la Vita. La realtà sensibile, concreta, stabile, impersonificata in oggetti solidi (i primi simboli della religiosità sono… sassi, pietre… e luoghi di passaggio) è strettamente interconnessa con la vita nelle sue manifestazioni essenziali. Corporeità, sangue, linfa, nascita, morte, sessualità. E questo é anche il messaggio dell’ecologia profonda e del bioregionalismo applicato alla vita quotidiana.

 

Infatti – come disse un saggio contemporaneo, Nisargadatta Maharaj – noi non possiamo essere altro che una parte integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera possiamo esserne separati.

Nella visione di questa “interezza” viene perciò riproposto il messaggio del bioregionalismo e dell’esperienza spirituale ed ecologista da ognuno vissuta.

 

Programma: San Severino Marche – Nel podere di Lucilla Pavoni

 

30 ottobre 2010:

h. 10.00 – Accoglienza e familiarizzazione con il posto, presentazione dei vari partecipanti.

h. 12.00 – Preparazione collettiva del pasto con il cibo bioregionale da ognuno portato e condivisione.

h. 14.00 – Vesseille (lavaggio piatti e pentole e riordino della sala)

h. 14.30 – Percorso di riconoscimento delle  erbe spontanee per onorare il luogo

h. 16.30 – Prima sessione di condivisione delle esperienze e proposte per la continuazione del percorso bioregionale, seduti in cerchio davanti al camino acceso, ognuno parla a rotazione. Sono benvenuti interventi poetici e canti.

h. 19.30 – Preparazione collettiva del pasto serale e vesseille. Ci si ritira per la notte, chi in tenda, chi nella pensioncina di San Severino, chi nella casa di Sonia a Jesi e chi a Treia (vedi indicazioni sottostanti).

 

31 ottobre 2010:

h. 10.30 – Seconda sessione di condivisione delle esperienze e proposte bioregionali.

h. 12.00 – Preparazione collettiva e consumo del pasto e vesseille.

h. 14.30 – Breve passeggiata nei paraggi della casa di Lucilla

h. 16.00 – Terza sessione di condivisione esperienze e proposte e conclusioni finali

h. 18.00 – Attorno al fuoco, per chi intende ancora fermarsi, racconti sul significato del Samahin/Ognissanti e canti in sintonia

 

La casa di Lucilla Pavoni, che ospita l’incontro, si trova su una bellissima collina isolata alle pendici dell’appennino marchigiano. Ecco come raggiungerla:

Da San Severino Marche seguire la strada per Apiro/Cingoli.

Superare Cesolo e Marciano, arrivati al bivio per Apiro/Cingoli prendere la direzione per Apiro.

Superare le frazioni Palazzata e Corsciano sino all’indicazione per Ugliano, dopo circa 700 metri sulla destra imboccare stradina in terra battuta seguendo la freccia che indica la casa di Lucilla.

 

In caso di difficoltà potete anche chiedere al baretto di Corsciano, oppure in extremis telefonare a Lucilla al 338.7073857.

 

Attenzione, tutti sono invitati a contribuire all’evento portando dalla propria bioregione di provenienza cibo e bevanda. Venire armati di buona volontà e pazienza. Per il pernottamento: è possibile campeggiare nel terreno di Lucilla con la propria tenda o con il camper. Chi volesse stare più comodo può prenotare -in tempo utile- alla pensioncina 7 Rose di San Severino (Tel. 0733/635202).

Oltre al campeggio in tenda, altre sistemazioni gratuite (salvo un’offerta volontaria) possono essere reperite presso l’abitazione di Sonia a Jesi, oppure a Treia (entrambi i luoghi sono a pochi chilometri di distanza da San Severino) in entrambi i casi é opportuno portare con sé sacco a pelo e stuoia e -nel caso- anche brandina pieghevole.

 

Informazioni ulteriori sul programma e sulle sistemazioni telefonando a Paolo 0733/216293 – o scrivendo a saul.arpino@gmail.com

 

L’incontro del 30 e 31 ottobre 2010 é aperto a tutti coloro che si riconoscono nella Carta degli Intenti della Rete Bioregionale Italiana:

 

Bentornati a Casa!

 

Una bioregione è un luogo geografico riconoscibile per varie caratteristiche: clima, suoli omogenei, specie vegetali e animali, bacini idrografici nella loro integrità, versanti montani, eccetera, ma anche le culture umane, considerando in particolare quelle prodotte da popoli che da tempo immemorabile hanno saputo convivere in armonia con tutto questo.

 

Per bioregionalismo si intende la volontà di ri-diventare nativi del proprio luogo, della propria bioregione. Possiamo fare tutte le scoperte possibili, usare la tecnica, la scienza; possiamo andare sulla luna e comunicare via satellite, ma alla base della nostra sopravvivenza fisica, psichica e spirituale ci sono questi alberi, queste erbe, questi animali, queste acque, questo suolo del luogo dove viviamo. L’evoluzione sociale e tecnologica è ecologicamente compatibile solo su “piccola scala”, localmente e ancorata ad una visione olistica del sapere.

 

L’idea bioregionale consiste essenzialmente nel riprendere il proprio ruolo all’interno della più ampia comunità di viventi e nell’agire come parte e non a parte di essa, correggendo i comportamenti indotti dall’affermarsi di un sistema economico e

politico globale, che si è posto al di fuori delle leggi della natura e sta devastando, ad un tempo, la natura stessa e l’essere umano.

 

Il bioregionalismo si rifà ai principi ecocentrici , riconoscendo che l’equilibrio ecologico esige una profonda trasformazione nella percezione che abbiamo come esseri umani riguardo al nostro ruolo nell’ecosistema planetario. Questa consapevolezza non è qualcosa di completamente nuovo, ma affonda le sue radici negli antichi saperi dei popoli nativi in ogni parte del mondo e nelle grandi tradizioni spirituali occidentali e orientali.

 

Il modo più appropriato per iniziare a ri-abitare non è attraverso leggi o regolamenti imposti, ma ponendosi in prima persona in relazione al luogo in cui si vive: scoprendone i significati, gli scambi, individuandone i contorni, dedicandosi ad attività sostenibili con la propria bioregione.

 

L’idea bioregionale, punta ad inserirsi nelle pieghe della società; per riuscirci diverse possono essere le modalità, i linguaggi e le forme, ma, al di là delle differenze, ciò che accomuna i bioregionalisti è la consapevolezza di essere parte di un insieme senziente.

 

L’idea bioregionale è ispirata dai sistemi naturali e selvatici; per sua natura, pertanto, si esprime attraverso la forma decentrata.

 

Nell’introdurre questo concetto, si richiede la sensibilità di esporlo in modo che ogni persona, gruppo o realtà sociale lo senta proprio e nel proprio luogo si organizzi per radicarlo.

 

………..

 

Ciao a tutti e grazie del passaparola…

 

Paolo D’Arpini

 

Altri articoli in tema:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=rete+bioregionale+italiana

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Ecologia sociale, rapporti fra genitori e figli ed evoluzione genetica

“Genitori e figli. E’ attraverso questo rapporto che la natura sviluppa il suo piano di evoluzione genetica…” (Saul Arpino)

 

Ante scriptum

Quella che segue é una lettera ricevuta da una madre che analizza i suoi rapporti con la figlia adolescente anche nella considerazione di quel che fu il suo rapporto -ai suoi tempi- con i suoi genitori. I tempi sono cambiati ma le problematiche -genitori figli- sia pur diverse, manifestano quelle stesse tendenze, che nella psicanalisi vengono definite di attrazione repulsione emulazione, tese comunque al superamento dello specifico modello fornito dai genitori. Insomma il figlio deve poter dimostrare a se stesso ed ai genitori che é in grado di accrescere il bagaglio genetico ereditato.. ed in questo tentativo si intraprende un “nuovo” percorso che a volte cerca di escludere le esperienze già vissute dai genitori.

 

Ma é poi possibile? In effetti é solo una continuazione in altri termini…. Posso dire anch’io di aver compiuto questo percorso.. ricordo ad esempio quando mio padre morì e mi fu consegnato -in memoria- un malloppo di suoi scritti e considerazioni sulla vita, ebbene sapete che ho fatto? Ho lasciato il bauletto da qualche parte sino a potermelo completamente dimenticare (difatti non so più nemmeno che fine abbia fatto) ed ho continuato a scrivere a modo mio.. pensando che in ogni caso l’eredità di mio padre era già dentro di me e quindi non avevo bisogno di riscontri esterni e di comparazioni con lui.

Paolo D’Arpini

 

……………lettera ricevuta

 

Caro Paolo

.a proposito dei discorsi riguardo a mia figlia Giulia, ho ripensato a come ero io alla sua età e a cosa mi piaceva fare: mi piaceva si accontentare i miei (con la scuola) ed infatti andavo benino, per il resto mi piaceva ascoltare il rock (David Bowie, Genesis, Jethro Tull), il country (Crosby, Stills, Nash and Young, Joni Mitchell), qualche cantautore italiano (De Gregori, poco Guccini, pochissimo De Andrè) e correre dietro ai ragazzi, oppure trovarmi con le amiche a parlare di ragazzi e ascoltare la musica. Se incontravo un ragazzo interessante che ascoltava la mia stessa musica o, meglio ancora, suonava la chitarra, 2+2, l’invaghimento era garantito. Se mia madre mi avesse chiesto di andare a una qualsivoglia riunione le avrei riso in faccia (nonostante io fossi una brava e rispettosa ragazza).

 

Se Giulia oggi e domani va alle riunioni degli studenti a Roma per lo sciopero dell’8 ottobre contro la Gelmini io mi posso solo togliere tanto di cappello. Io non ne ho mai capito niente di politica, sono di sinistra perché mio padre era comunista (come dice la canzone di Gaber) e perché tendenzialmente credo che dovremmo avere tutti gli stessi diritti e le stesse opportunità, indipendentemente dalla famiglia di origine e dalle spinte che ti può dare (ma capisco che nella realtà è ben diverso), che non dovrebbe valere la legge del più forte e di chi alza di più la voce, che si dovrebbe condividere la vita di più con gli altri, partendo dal tempo e dallo spazio, passando poi alle cose materiali (un buon pranzo consumato insieme, un letto in più che ci sia sempre in una casa per ospitare chi è di passaggio), fino alla condivisione delle emozioni delle idee e dei sentimenti….. ma è così difficile….. sono io carente o sono gli altri?

Non so perché partendo da Giulia sono passata a questo discorso. Comunque da quello che mi hai detto stamattina ho capito che non sei molto abituato ad immedesimarti negli altri, invece come bene scriveva, Bettelheim nel suo bellissimo libro “Un genitore quasi perfetto” per capire i propri figli bisogna sempre ripensare a come eravamo noi alla loro età. E’ vero che siamo ognuno diverso, col nostro, almeno in parte, diverso corredo genetico, e le esperienze vissute fanno il resto. Infatti io faccio fatica a capire Giulia perchè io, col mio DNA e le mie esperienze, ero molto diversa da lei, ero una di quelle “brave bambine” abituate a compiacere i genitori, mentre Giulia fa tutto il contrario, come se volesse provare fino a che punto arriva il mio amore per lei. Io, quand’ero bambina, nel dubbio, facevo di tutto per farmi volere bene, non volevo rischiare di perderlo, quell’amore………..

Scusa questo sfogo un po’ psicoterapeutico..

Daniela

 

………

Altri articoli su Ecologia Sociale:

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Il Giardino della Memoria di Pozzuoli – Breve cronistoria per una “Heimat Flegrea” – Rilancio della proposta di legge per la libertà di tumulazione nel proprio terreno

Questo Giardino è stato realizzato per ricordare LE DONNE E GLI UOMINI che in questo luogo sono vissuti, LE RADICI NATURALI E CULTURALI del luogo, Pozzuoli via Sangennaroagnano 84

 

PAGINE DI STORIA

 

  • 9.000 anni fa, nel clima temperato (dopo l’ ultima glaciazione, Wurm), nasce l’ Agricoltura Mediterranea ed il culto della DEA MADRE (l’ AREA MATRIFOCALE si estende dai Balcani all’ Italia Meridionale), inizia la “CULTURA DELLA VITE E DELL’ OLIVO”: dapprima i CIMMERI, quindi i GRECI e i ROMANI importano alberi ed ortaggi quì, nei Campi Flegrei

  • circa 4.000 anni fa tre eruzioni vulcaniche (AGNANO, ASTRONI E SOLFATARA) collocano in sito questo fertile SUOLO PIROCLASTICO: nasce così la Legenda Ellenica dei CICLOPI

  • lungo 30 secoli circa 120 GENERAZIONI di donne e di uomini coltivano e curano questi orti e questi frutteti

  • nel 305 (presso la vicina Solfatara) è decapitato il Vescovo di Benevento del nuovo Culto Cristiano, SAN GENNARO

  • dopo il 1.000’ tutti parlano in LINGUA ITALIANA

  • alla fine dell’ 800’ GIUSEPPE FALVELLA DI TRAMUTOLA acquista la tenuta con TERRENI e CASOLARI

  • NEL 1929 FILIPPO FALVELLA E VITTORIA CALCAGNO scrivono un’ altra pagina della STORIA DI QUESTO LUOGO: costruiscono la casa, dove nascono GIUSEPPE (BOBBY) e MARIA CONCETTA FALVELLA

  • dal matrimonio del primo con IDA ZOLLI nasce VITTORIA, dal matrimonio della seconda con AMEDEO PORTA nascono PAOLA e DANIELA, dal matrimonio di VITTORIA con PASQUALE BARRICELLI nascono GIOVANNI e GIULIA (CAMILLA), dal matrimonio di PAOLA con PAOLO LABERINTI nasce LUCA, dal matrimonio di DANIELA CON ALBINO ALBINI nasce LUIGI AMEDEO, ecc.

  • dal 1955 al 2010 quì vive IDA ZOLLI-FALVELLA, scrivendo così l’ ultima pagina della STORIA DI QUESTO LUOGO

  • negli anni ’30-’90 tutta la Zona Flegrea è tutelata da VINCOLI ARCHEOLOGICI, STORICI, PAESISTICI E NATURALISTICI

  • con LS 30/3/2001 e LR 9/10/2006 Stato e Regione Campania regolano LA CREMAZIONI E LA CUSTODIA DELLE CENERI

  • nel 2010 il GIARDINO DELLA MEMORIA e’ realizzato da GIUSEPPE (BOBBY), VITTORIA FALVELLA e ANGELO CAIAZZO

 

ALBERI, MATERIALI E SIMBOLI

 GLI ALBERI E LA VEGETAZIONE sono quelli che, prima la natura, poi gli uomini, hanno importato e fatto evolvere nei Campi Flegrei

  •  
    • I MATERIALI, poveri, grezzi e con colori intonati al grigio-bruno del terreno piroclastico, sono propri delle tecnologie tradizionali della Zona Flegrea

    • LA LUNA è il simbolo del ciclo delle stagioni

    • LA DEA MADRE è il simbolo dell. Agricoltura Mediterranea

    • IL CICLOPE è il simbolo dei Campi Flegrei con le periodiche eruzioni

  • SAN GENNARO è il simbolo del Culto Cristiano

    • DANTE ALIGHIERI, padre della Lingua Italiana, è il simbolo della Cultura Laica e della Storia

 

LAPIDI 

  • FILIPPO FALVELLA 1882 – 1967

  • VITTORIA CALCAGNO FALVELLA 1900 – 1984

  • IDA ZOLLI FALVELLA 1935 – 2010

  • GIUSEPPE (BOBBY) FALVELLA 1933 – ….

  • SE TROVO QUALCOSA DI INTERESSANTE VE LO FACCIO SAPERE”

 

Roberto Falvella

……….

 

Mia risposta:

 

Ho visto il “luogo” e l’ho sentito molto affine al mio “luogo”. Tu sai che anni addietro inviammo una petizione al Parlamento per la tumulazione ecologica nel proprio terreno vedi:

1. Sten. 579 s020

Paolo D’Arpini, e numerosi altri cittadini, da Calcata (Viterbo), chiedono un provvedimento legislativo per la libertà di sepoltura e cremazione ecologica …

www.camera.it/_dati/leg13/lavori/stenografici/sed579/s020.htm – 4k – 

 

Anche la Repubblica pubblicò la richiesta, il 5 dicembre 1995 (pag. 21), purtroppo non passò per la solita opposizione ecclesiastica, ma almeno la tumulazione e dispersione delle ceneri nel proprio terreno in Campania é possibile… Qualcosa di buono Bassolino l’ha fatta! Sono spiritualmente a te vicino….

Paolo D’Arpini

 

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