Archivio di ottobre 2010

Amritanandamayi, the hugging mother, ovvero “la madre abbracciona” – La mia esperienza verace con una bizzarra santona del Kerala – Velina D’Arpina iconoclastina -

Amrit é la bevanda degli dei che dona l’immortalità, con l’aggiunta del suffisso ananda, che significa beatitudine, diventa Amritananda, che è un nome religioso. I nomi religiosi solitamente vengono impartiti a coloro che si consacrano alla ricerca spirituale, insomma che si fanno monaci, da un Guru o da un capo di monastero autorizzato a dare “sannyas” ovvero a ordinare un monaco od una monaca che prende il voto di “rinuncia” ed indossa l’abito ocra del Sannyasi.

 

Attualmente tra quelli conosciuti che rispondano a questo nome ci sono due persone particolarmente preminenti. Uno é il maestro tantrico Sri Amritananda Natha Saraswathi che comunque dovrebbe avere ricevuto una regolare ordinazione a svolgere le sue funzioni, infatti il termine Saraswathi denota uno specifico ordine monastico nella linea di Shankaracharia.

 

L’altro, anzi l’altra, é una signora quasi sessantenne denominata Mata Amritanandamayi, conosciuta però in tutto il mondo come “the hugging mother”, in italiano schietto “la madre abbracciona”. Questa signora é nata e viveva, o forse ancora vive quando non é impegnata nei suoi viaggi planetari, sulla costa del Kerala, in un piccolo villaggio di pescatori chiamato Parayakadavu, nel distretto di Kollam.

 

Su questa santona abbracciona sono state scritte parecchie storie controverse, cito una sola fonte quella di Bronte Baxter (brontebaxter.wordpress.com ) in cui si dicono parecchie brutte cose sul suo conto… ma non voglio fare il maldicente, soprattutto non voglio basarmi su un “sentito dire”.

 

Ma una cosa mi ha molto meravigliato stasera, mentre sorseggiavo il mio cappuccino bollente in un baretto di Treia, spaparanzato su un divano davanti alla finestra più bella del mondo, e con in mano il prestigioso Corriere della Sera.. ecco che ti leggo.. Su mezza pagina di giornale con tanto di foto a colori con lei che abbraccia l’ennesimo aspirante (e sottostante pubblicità commerciale poiché si vede che l’argomento tira..).

 

Amma Amritanandamayi incontra diecimila devoti a Sesto San Giovanni”… E giù informazioni particolareggiate di come ella trasmetta la beatitudine attraverso il suo abbraccio amoroso.. di come i pretendenti alla beatitudine stiano buoni buoni in fila aspettando pazientemente il loro turno, di come abbia già abbracciato nel mondo almeno trenta milioni di persone…. (sorbole…!)

 

E qui non ho potuto fare a meno di mettermi sonoramente a ridere.. magari anche dando l’impressione agli avventori presenti di essere un po’ fuori di testa.

 

Ma come ci sono al mondo 30.000.000 di gonzi che credono alle favole…?”

 

Si vede che la gente non ha più nulla in cui credere o sperare nella vita se debbono ricorrere a questi mezzucci per sentirsi un po’ amati… il mondo é diventato troppo virtualizzato, non basta stare su Facebook e fare “amicizia” con migliaia di persone sconosciute.. uno alla fine desidera di avere un contatto fisico, di ricevere un gesto d’amore, magari finto, magari aspettando il turno come dal dentista, magari per 4 secondi.. ma almeno un “contatto fisico e reale”… e così 10.000 (diecimila) devoti italiani sono andati a Sesto San Giovanni a farsi abbracciare…. Quanto sia loro costato non si sa..

 

Ma quello che più mi ha meravigliato é che la notizia “inverosimile e fantasiosa”

delle prodezze abbracciatorie di tale “amma” apparisse sulle pagine del serioso Corriere della Sera… non ci si può fidare nemmeno più del Corriere… ormai con i media siamo agli sgoccioli… siamo arrivati ad “Anno Zero…”

 

E cosa ne pensano gli amici laici?

 

E va bene… qualcuno potrebbe anche dire.. “Cosa ne sa questo Paolo D’Arpini degli abbracci beatifici di Amritanandamayi?” Ed allora ecco che sono costretto a spiattellarvi uno stralcio del resoconto della mia visita all’abbracciona, avvenuta nel lontano 1985/6, quando era da poco iniziata la sua carriera..

 

 

Amritananda abita qui? “Forse cercavi Mata Amritanandamayi… ?”

 

Stavolta le indicazioni che mi sono state date son chiare e dettagliate, con tanto di piantina, disegno della laguna, alberi e barche sul mare: “Ecco qui abita Amritananda, la santa madre che tutti ama e tutti abbraccia..”.  Così  disse mio fratello Alessandro, salutandomi mentre mi accingevo alla partenza per l’India.

 

 E così partii con mio figlio, a cui facevo da padre e da madre, il mio ultimo nato Felix, che aveva appena  un anno e mezzo, e me lo stavo portando appresso a conoscere una “madre spirituale” (almeno questa era l’intenzione), forse quella Madre Amritananda del Kerala. Il Kerala è al sud dell’India sulla costa dell’Oceano Indiano.  Eravamo pronti a partire dal terminal dell’aeroporto di Fiumicino, Felix ed io, non sapendo chi  fosse il più emozionato e meravigliato di questo lungo viaggio  verso il mare… l’oceano dell’amore che speravamo di trovare in India…

 

Qualche genitore maschio che legge ha mai provato a viaggiare da solo con un bambino di  un anno e mezzo che ancora si  fa i bisogni addosso ed a malapena cammina? Questa era  la mia situazione, che mi  ero scelto per riscattare la mia funzione di padre e madre precedentemente alquanto trascurata, per ritrovare una dignità attraverso  la dedizione ed il sacrificio. Potrei scrivere un libro solo sui ricordi di quel lungo viaggio  e sulle vicissitudini e prove patite, lo farò un’altra volta… 

 

 Dopo un mese “natalizio” di permanenza riposante a Ganeshpuri, in Maharashtra, decisi di andare a cercare questa santa madre di cui avevo sentito  parlare e lasciai quel luogo ospitale per recarmi da questa Amritanandamayi in Kerala.

 

Per giungere nella sua dimora-ashram (a quel tempo ancora in costruzione) bisognava passare una palude  in barca  e raggiungere la costa, abitata da soli pescatori.

 

L’impressione ricevuta appena arrivato fu quella di essere entrato in una sorta di “teatrino”. Nell’ashram c’era una balconata sulla quale il pubblico era ammesso e dabbasso, su un palco, si esibiva Amritanandamayi  in canti e danze estatiche. Le persone residenti nella comunità erano transfughi di vari altri ashram,  ex Hare Krishna, ex cristiani, ex di qua e di là…. Non mi trovavo bene per nulla in questa congenie di abbandonatori monoteisti, però tenevo duro, aspettavo almeno il contatto diretto con l’Amrita (nettare) dell’Ananda (gioia).

 

Dopo alcuni giorni di penitenza in mezzo a quegli strani devoti, tutti occidentali (salvo i membri dello staff che governava) ed alquanto sciroccati, pensate che uno addirittura mi rimproverò perché disse che lo “facevo eccitare” distogliendolo dalla sua austerità poiché lasciavo girare per l’ashram l’unico bimbo residente, Felix,  seminudo…. (roba da chiodi in fronte….). Un’altra volta  mi persi sulla battigia dell’oceano e nessuno dei pescatori sapeva (o voleva) indicarmi il posto della comunità (e chissà cosa volevano significare con quella presunta ignoranza …?).

 

Infine avvenne l’incontro pubblico e ravvicinato con la madre, in una capanna allestita per l’occasione, tutti i devoti infervorati ed agitati, e la madre che faceva appropinquare uno alla volta i suoi ammiratori e li abbracciava singolarmente.

 

Sapete che sono della Scimmia, vero?! Malgrado la situazione alquanto complessa, e sotto controllo di un paio di guardie del corpo che stavano ai lati della madre, non potei trattenermi dal verificarne la “santità” e allorquando venne il mio turno dell’abbraccio, lasciai  che ella abbracciasse prima mio figlio Felix e poi a mia volta la abbracciai e la strinsi come si stringe una donna (avete capito bene!)….

 

Immediatamente percepii il suo disagio e sentii il suo corpo femminile tremare imbarazzato, immediatamente fui allontanato dai suoi custodi.. ma ero “soddisfatto” per la buona riuscita della prova, l’indomani stesso me ne partii senza rimpianti….

 

Paolo D’Arpini

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Doriana Goracci: “…scacciata dal gotha di Facebook per colpa di una piastrella oscena..” – Forse é tempo di abbandonare il virtuale per un vero “ritorno a casa”…

Ante Scriptum

Una fortuna tremenda… Doriana é stata disattivata da Facebook..

Io da quando ebbi la malaugurata idea (su consiglio di Alba Montori) di iscrivermi al perfido sito non faccio altro che sperare che mi disattivino e che la smettano finalmente di mandarmi avvisi di ogni sorta.. Purtroppo non so bene come funziona la macchina infernale, per iscrivermi é stato relativamente facile.. ma per cancellarsi?

Ho dovuto lasciare la gestione della mia pagina su Facebook nelle mani della mia fidanzata Caterina, che é più pratica di certe cose, ed ora ci pensa lei (al mio posto) a districarsi in quel covo di anime perse…

Scherzi a parte (ma fino ad un certo punto…) son qui che medito sulla lettera di Doriana Goracci che potete leggere di seguito… mi ha fatto pensare molto… soprattutto nel paragrafo del famoso “ritorno a casa” che organizzammo assieme a Capranica… La verità é che stiamo troppo al computer e poco assieme per davvero.. questo é il senso…?

Mannaggia a Peter Boom ed a quando ha deciso di farmi regalare da un amico un vecchio computer… era appunto il 2007 o 2008 non ricordo bene… da allora non faccio altro che scrivere… scrivere e scrivere… ma é servito a qualcosa?

In un vecchio film… ancora Peter Boom, impersonando un vecchio monaco guardiano che bussava alla porta del novizio (in quel caso Troisi), diceva: “Ricordati che devi morire…!” Ed il novizio, probabilmente toccandosi le p.lle: “E mò me lo scrivo…!”

Paolo D’Arpini

 

Lettera ricevuta:

Il 12 ottobre 2010, la sottoscritta Doriana Goracci, è stata disattivata completamente dell’account da Facebook, forse grazie all’interessamento di una Vascabella “una ditta che da oltre vent’anni opera per promuovere la tecnica di: Cambio vasca in acrilico senza rompere piastrelle” e per 2 pugni di segnalazione, un’immagine offensiva, di cui riportavo la denuncia io per prima, delle donne e dell’UDI.

Riprendo la comunicazione in Rete da Reset-Italia.net fino a dove può essere accolta, non su Facebook, dove è iniziato dal 12 ottobre il periodo di confino obbligatorio, che non ho nessuna intenzione di pagare indebitamente, confortata da gruppi di Amiche e Amici sullo stesso Facebook e su Reset-Italia, dove collaboro come autrice da anni e senza interruzione per fare Giornalismo Partecipativo con Voci anche non iscritte all’Ordine. Una tassa da pagare, quindi che viene chiesta, oltre alle comuni e incessanti , che paghiamo in molti in Itaglia e all’estero, per la non proprio brillante e intelligente gestione in inglese, di chi decide cosa rimuovere, cosa è offensivo, cosa è lesivo per la dignità altrui. Ho avuto il difetto grave di accompagnare un’ immagine peraltro reperibile su un certa Vasca Bella e il sito dell’UDI, che è stata denunciata da centinaia di persone.

Il mio caso, non è un caso di Mala Informazione…sono una delle tante grulle e grulli che crede nella Libertà d’Espressione e di Informazione, a cui si chiede di pagare pegno a un team molto attento a ben altri Affari, fatti con le informazioni su di noi, cosa ci piace cosa compriamo per dove andiamo…tutte cosette che personalmente non mi sono curata affatto di nascondere, come ciò che reperivo in Rete, attraverso testimonianze e informazioni locali, buttate là tra migliaia di altre e che sono usa esaminare e raccogliere e magari ricollegare. Ma forse è osceno denunciare…come scrive l’UDI a Facebook.

Non è il mio Anno Zero, sono solita non essere trattata e aver accettato, contratti neanche occasionali, da nessun Media o Editore ma aver partecipato e collaborato con molti, a titolo di piacere e gratuito e in copy left.

Gli attestati di affetto e le iniziative che sono seguite in Rete, prima che me, onorano voi, per saper tradurre e ridare a chi ci legge, informazioni e tangibile affetto per l’umanità, che non è fatta solo di Affari e non si ferma a nuotare in una vasca e a fare da piastrella.

Come ho iniziato concludo , con un’altra informazione, di violenza inflazionata: “I carabinieri hanno arrestato, per duplice tentato omicidio, Salvatore Antonino Lombardo, 69 anni, pensionato.L’uomo ha provato a uccidere figlia (disabile) e moglie, rimaste ferite, nel Nisseno. La donna, alla quale il marito aveva chiesto con insistenza denaro, è riuscita a chiamare il 112, che ha trovato il pensionato con un mestolo da cucina in mano, che infieriva contro le due familiari.”

Quest’ ultimo affresco famigliare, farebbe sorridere vedendo l’arma casalinga usata, ma chi prova su di sé la violenza non ride affatto. Quanto all’automatica domanda, La risposta ti è piaciuta? del Team Facebook: No, non l’ho gradita affatto e neanche la Rete. Poi chiamatela Censura, sono abituata ad averla incontrata, la Signora.

Da una Capranica autunnale, vi rimando motivo ed immagini registrate per un altro Ritorno a casa, era il 18 e 19 ottobre 2008. Vedi su:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=capranica+ritorno+a+casa+2008

Grazie per il rivogliamo su Facebook che avete organizzato. La Musica ci dà forza: ci incontreremo prima o poi, nella realtà.

Doriana Goracci

 

Questa è la realtà

no non cambierà

se non ti dai una mossa

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Vegetarismo come evoluzione sociale… allorché il cristianesimo rinuncia alla sua funzione etica e morale in funzione dell’interesse materiale…

Nella vita, come il fratello maggiore ha il dovere di aiutare e tutelare il minore, chi ha maggiori possibilità ha il dovere civile, morale e spirituale di tendere la mano al bisognoso, al più debole, all’indifeso, all’innocente.

Solo in questo si manifesta la legge dell’amore e della condivisione annunciata da Gesù e dai grandi mistici di ogni tempo e paese, senza peccare di orgoglio e senza fare della posizione di vantaggio uno strumento di sfruttamento e di sottomissione.
 
            Secondo le Scritture Dio per mezzo dei profeti, in Genesi 2, 25, dà all’uomo il compito di tutelare la natura: “Il Signore Iddio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden perché lo coltivasse e lo custodisse”; poi Gen. 2,18 per evitare che l’uomo peccasse di orgoglio attribuendo a se stesso dannose prerogative, afferma la somiglianza tra gli uomini e gli animali “Non è bene che l’uomo sia solo, gli voglio fare un aiuto che gli sia simile. Allora Il Signore Iddio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e le condusse all’uomo per vedere come le avrebbe chiamate.”

In questo contesto viene usata la parola BARA’, cioè creazione diretta sia per l’uomo che per gli animali e la parola NEFESCH per indicare l’unico spirito infuso sia negli uomini che negli animali. E prescrive precisi codici di comportamento dell’uomo nei confronti dei suoi compagni di viaggio:“Il giusto ha cura del suo bestiame” (Prv: 12,10); “Quando vedrai l’asino del tuo nemico accasciarsi sotto il carico non abbandonarlo a se stesso: mettiti con lui ad aiutarlo” (Es: 23,5), e raccomanda:“Non devi arare con un bue ed un asino aggiogati insieme”Dt: 22,10; poi per evidenziare la preziosità e l’importanza della presenza e del valore degli animali nella vita dell’uomo, Dio si serve di molti animali come messaggeri della sua parola; come l’asina di Balaam (Num. 22,22), i corvi di Elia (1 Re 17,2), la balena di Giona, la colomba dell’Arca, dello Spirito Santo nel battesimo di Gesù, i leoni nella fossa di Daniele, il cane di Tobia, l’asinello del giorno delle Palme, l’agnello di Dio di cui parla Giovanni con riferimento a Gesù.
 
Inoltre Dio chiede rispetto della fatica degli animali che accomuna alle fatiche dell’uomo e in Es: 23,12 prescrive: “Per sei giorni farai i tuoi lavori ma nel settimo giorno farai riposo perché possano godere quiete il tuo bue, il tuo asino ed ognuna delle tue bestie”, e per bocca del profeta in Lv: 24,18 annuncia una dura punizione verso coloro che causano violenza agli animali: “Colui che percuote a morte un capo di bestiame lo pagherà: vita per vita”. Dio non solo chiede rispetto per gli animali ma, straordinariamente, anche per le piante: “Quando cingerai d’assedio una città non ne distruggerai gli alberi colpendoli con la scure. L’albero della campagna è forse un uomo per essere coinvolto nell’assedio?” (Dt: 20,19), perché “La misericordia dell’uomo riguarda il prossimo, la misericordia del Signore ogni essere vivente” (Sr: 18,12); con ogni creatura infatti Dio ha stabilito un’alleanza: “In quel tempo farò per loro un’alleanza con le bestie della terra e gli uccelli del cielo e con i rettili del suolo” (Os. 2,20), perché come afferma in Salmi 50: 10-13: “Sono mie tutte le bestie della foresta, animali a migliaia sui monti. Conosco tutti gli uccelli del cielo e ciò che si muove nella campagna… Mangerò forse la carne dei tori, berrò forse il sangue dei capri?”. Non solo, ma Dio si addolora della sofferenza degli animali a causa dell’uomo e per bocca del profeta dice: “Per la malvagità dei suoi abitanti le fiere e gli uccelli periscono” (Gr: 12,4) e dà un preciso comando al profeta a tutelare le sue creature simile al comando che diede in Genesi ad Adamo: “Pasci quelle pecore da macello, che i compratori sgozzano impunemente e i venditori dicono: Sia benedetto il Signore, mi sono arricchito, e i pastori non se ne curano affatto. Neppur io perdonerò agli abitanti del paese” oracolo del Signore Ecco, io abbandonerò gli uomini l’uno contro l’altro, l’uno in balia dell’altro, non mi curerò di liberarli” (Zc:11,4-6).
 
Se nel Vecchio Testamento vi sono delle prescrizioni intese a tutelare in qualche modo gli animali, nel Nuovo, inteso dal cristianesimo come perfezionamento dell’Antico, non vi è traccia nè alcun richiamo a tali precetti. Da ciò se ne deduce che il rispetto per gli animali è considerata dal mondo cristiano una prescrizione da superare non da attuare e ampliare. Il fatto che Gesù, stando ai testi canonici, non si sia mai espresso in tal senso, porta a due conclusioni: o Gesù non era sensibile al dolore degli animali o i testi evangelici sono stati manomessi. Ma io credo fermamente che Gesù fosse un uomo coerente e ritengo valida la seconda ipotesi, come confermano i vangeli apocrifi.

Franco Libero Manco

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Roma 2010 – Società del benessere e morte nell’indifferenza… Bollettino di una guerra non dichiarata.. in tempo di pace

Ante scriptum

 

Una donna scaraventata ferita a terra , molte persone che la schivano e se ne vanno. Lunghissimo  il minuto in cui nessuno l’accosta…  

Tristi visioni del nostra normalità, nelle grandi e nelle piccole città, mi preoccupano e mi indignano. Ricordo sagge antiche esclamazioni , che dobbiamo fare nostre.

“Odio gli indifferenti. L’indifferenza è abulia è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti ” (A.G.)

 

R-esistenza

Nei nostri “anni di piombo”, non dimentichiamolo, imperò la “cultura della indifferenza” profusa dalle Istituzioni. Per farla assorbire più celermente furono emanate due leggi liberticide ed intimidatorie (ad integrazione delle leggi in vigore, codice Rocco): la Reale e la Cossiga. Per chi non ricordasse, sto parlando della tesi denominata “Opposti estremismi” e della ricetta “fatevi gli affari vostri” (gente per bene) che, agli estremisti, ci pensa papà (lo Stato).

 

Un autentico e perentorio invito a nozze a quel popolo che aveva convissuto, senza tanti problemi, col regime fascista ed era stato totalmente indifferente a quei pochissimi (rari) “sovversivi”. Sostengo che, rispetto a quei tempi, oggi c’è l’aggravante della perdita del valore della Vita. Indifferenti alle decina di migliaia di persone morte all’anno per inquinamento dell’aria (fonte OMS – v. indagine del 2005) e, per lo stesso motivo, dell’aumento annuale della percentuale dei bambini che si ammalano nell’apparato respiratorio; indifferente alle oltre 4.000 persone morte all’anno per incidenti stradali ed oltre un migliaio di lavoratori all’anno nei cantieri; indifferenti agli oltre 300mila feriti all’anno negli incidenti stradali dei queli il 20% con invalidità permanente. Cioè, “invalidi veri” ignorati mentre, sotto i riflettori, ci vanno gli invalidi fasulli. Stronco qui questa interminabile lista. Penso che ci siamo capiti.

 

Penso che siete tra coloro che si sentono feriti nell’apprendere la posizione del sindaco di Roma. Roma, la città che registra una mobilità del 56% privata che produce tre persone morte alla settimana e circa 70 feriti al giorno; che ha una illegalità diffusa e non repressa; che è indifferente alla sicurezza stradale (quella dei morti) perché la vede come …….. “prima presero i lavavetri ed io non ero lavavetro; poi presero i barboni ed io non ero barbone; poi presero le prostitute ed io non ero prostituta; poi presero i rom ed io non ero rom; poi presero me e non c’era nessuno a protestare”.

 

Sinceramente, durante il regime ti sentivi forte perché vivevi difendendo il sacro Valore della dignità della tua persona (nel mare della indifferenza). Le carneficine ed i massacri avvenivano in terre lontane e coperti dal silenzio. Oggi avvengono sotto i nostri occhi e siamo noi quelli che usano il silenzio.

 

E non vedo tanto vicino il momento del nostro possente urlo liberatorio.

 

Vito De Russis

 

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Zodiaco Cinese: Stagione del Cinghiale con esagramma dell’I Ching “La Frantumazione” – Sessione di studio a Treia il 7 novembre 2010

Lunario Paolo D'Arpini 13 ottobre 2010

Continuano a Treia le sessioni del corso gratuito, tenuto da Paolo D’Arpini, per l’apprendimento degli archetipi psichici  secondo il sistema zodiacale  cinese e l’I Ching. L’I Ching é un antichissimo testo di psicologia analogica, basata su esempi, segnali, simboli ed immagini. Lo stesso Carl Gustav Jung lo considerò un libro di grande sapienza ed in effetti il suo studio, seguendo l’intuizione immediata che trapela dalle sue “immagini” più che la sua comprensione intellettuale,  é in grado di aprire molte porte sui misteri della mente.

 

Il sette novembre 2010, in corrispondenza della Luna Nuova si tiene il terzo incontro, stavolta si comincerà ad esemplificare e tentare di interpretare le valenze connesse al mese corrente. Questa é la stagione del Cinghiale o Maiale (dal 24 ottobre al 21 novembre).

 

Il Cinghiale (Zhu) é l’ultimo dei dodici segni, corrisponde nell’oroscopo occidentale al segno dello Scorpione. Il suo elemento fisso è l’acqua, la sua stagione l’autunno e il mese Novembre.

 

Colui che nasce nell’anno del Cinghiale (1947, 1959, 1971, 1983, etc.), o che ha un aspetto nel Cinghiale (nati in questo periodo dell’anno o nelle ore tra le 21 e le 23) è semplice e dotato di una grande forza d’animo. Ha una personalità onesta, semplice e allegra ma al tempo stesso sa essere premuroso, solido e coraggioso. Assapora la vita sotto ogni aspetto: amante delle passioni di qualsiasi genere, è incapace di resistere alle tentazioni. In particolare, ama la famiglia e il proprio lavoro, nel quale si impegna con costanza e pazienza. Tra i suoi difetti principali spiccano l’ostinazione e l’eccessiva ingenuità, che lo porta a rasentare l’infantilismo e un forte senso di possesso. Idealista e romantico, si preoccupa anche degli aspetti più materiali dell’esistenza, risultando contraddittorio agli occhi di chi non ne conosce a fondo la personalità. Può essere infatti generoso fino a farsi carico dei fardelli altrui, ma al tempo stesso peccare di egocentrismo. Poco gli si addicono professioni in cui è richiesta diplomazia e arte oratoria, la sua natura non gli consente di perdersi in chiacchiere!

 

Ma questi aspetti sono più comprensibili, ad esempio, se si studia il significato dell’Esagramma dell’I Ching connesso alla stagione del Cinghiale. Questo esagramma é il n. 23 Po (La Frantumazione), esso simboleggia il tempo in cui scende la brina ed inizia l’inverno. Più che il freddo è l’umidità a farsi avanti con le sue nebbie… e tutto sembra corrodersi in un lento discioglimento.

 

Commento alla decisione: “Non è propizio andare in alcun luogo”: gli ignobili crescono. Il nobile considera l’alternarsi di diminuzione ed aumento, pieno e vuoto; poiché questo è il corso del Cielo.

 

Commento: Il tenero altera il forte con la sua opera graduale ed inavvertibile. Le linee Yin sono in procinto di divenire assolute. Dai trigrammi se ne deduce l’atteggiamento che il nobile deve assumere in tempi simili. Egli è devoto secondo le qualità del trigramma Kun e quieto secondo la qualità del trigramma Ken.  Ciò significa che egli non imprende nulla perché questo non è un momento opportuno.

 

Vi aspetto dunque per approfondire il discorso… la sessione inizia alle h. 10 del mattino e si protrae per l’intera giornata, ognuno é invitato a portare del cibo vegetariano che verrà poi condiviso fra i presenti.  Nel primo pomeriggio é anche previsto un break con passeggiata sotto le rupi di Treia per raccogliere alcune erbe commestibili.

 

Prenotazioni allo 0733/216293 oppure scrivendo a circolo.vegetariano@libero.it

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