Roma. Pseudo manifestazione per “la pace” convocata a Roma per il 5 novembre 2022…

DOMANDA: Un governo guidato da Giorgia Meloni potrebbe aiutare la via diplomatica?

ALEX ZANOTELLI: “Non credo, lei è schierata con Draghi, che rappresenta il sistema economico militarizzato”.

Risposta precisa e condivisibile.

Purtroppo, però, la manifestazione del 5 novembre è oltremodo ambigua. Il suo manifesto di convocazione, a partire dal “Condanniamo l’aggressore, rispettiamo la resistenza ucraina, ci impegniamo ad aiutare, sostenere, soccorrere il popolo ucraino, siamo a fianco delle vittime” si dimentica di almeno una cosa che pure non è stata dimenticata da ufficiali dei Marines, da diplomatici Usa e da giornalisti anche mainstream: gli sforzi di Putin per evitare questa guerra e le sue ripetute richieste di negoziato tutte rigettate dagli Stati Uniti.
Dimenticandosi volutamente di questo dato di fatto, parallelamente alla stesura del manifesto i convocatori hanno scritto all’ONU perorando negoziati. Sembra uno scherzo o un’azione di ignoranti.

Come mai non hanno fatto nulla quando poco prima che scoppiasse il conflitto si è saputo, perché lo si è saputo, che anche l’ennesima proposta di negoziazione di Putin era stata respinta dalla Nato? Tentare di prevenire un conflitto non è meglio che cercare di chiuderlo dopo decine di migliaia di morti?

Come mai non è stato fatto nulla quando si è saputo, perché si è saputo, che i negoziati di pace di Istanbul sono stati interrotti da Zelensky su pressione degli USA e degli UK che hanno proibito la pace promettendo al suo posto l’invio di ogni genere di aiuti di guerra?

Come al solito si guarda il fotogramma del 24 febbraio e non tutto il film. Così dalla solidarietà al popolo ucraino sparisce quella alle popolazioni del Donbass martoriate da anni dai nazisti ucraini. Non hanno diritto alla menzione, non hanno diritto all’esistenza, nemmeno in un “manifesto per la pace”.

A seguire ecco i soliti riferimenti a stupri e torture. Già, ma chi è che li fa? I Russi, si lascia intendere, come sentenzia il Ministero della Verità.
Dove pensano di poter arrivare i convocatori con questa dichiarata incapacità di in subordinazione, con questa totale mancanza di indipendenza etica e intellettuale? Alla pace? Ma davvero?
Non lo vedono che si stanno arruolando nelle file del “sistema economico militarizzato”?

Onore alla zampata del vecchio Alex Zanotelli, che dimostra di avere ancora capacità di analisi.
Peccato che la zampata si fermi a metà e che questo vanifichi tutto.

Mi chiedo: dove erano tutte queste centinaia di volonterose associazioni durante gli 8 anni di guerra civile, quando stupri, torture e crimini di guerra degli ucro-nazisti erano documentati persino da Amnesty e dall’OCSE (tutti gli ultimi rapporti scomodi dell’OCSE sono invece stati insabbiati, letteralmente chiusi sotto chiave)?

Dormivano. Non è una domanda, ma un’affermazione: dormivano. Si sono svegliate adesso che la Russia ha mobilitato 300.000 uomini e la Russia ha iniziato “a fare sul serio”, cosa che fino a un mese fa aveva evitato di fare.
Non so se è troppo tardi, ma di sicuro è molto tardi.

Ci sono state decine di occasioni per mobilitarsi per la pace prima della guerra. Se non altro tutte le volte che, dopo un rifiuto della Nato a negoziare, Putin ripeteva “Attenzione. La Russia odia la guerra, ma è pronta a farla”. Non era chiaro cosa stava per avvenire? Va bene non ascoltare me, che conto poco. Ma almeno stare ad ascoltare uno che conta molto, no?
No, nessuno muoveva un dito, nessuno proferiva verbo.

Il manifesto di convocazione della manifestazione del 5 novembre non è equilibrato. Nemmeno si sforza di prodursi nell’esercizio di ripartire equamente le responsabilità. No. È un manifesto che fa propria la narrazione unilaterale atlantista.

So che migliaia di persone, e anche molte organizzazioni, vi aderiranno in buona fede, e invocare la pace è sempre giusto. Ma è anche indispensabile capire da dove proviene il pericolo per essa. E non basta capirlo, occorre anche dirlo.

Che Guevara affermava che gli Stati Uniti erano la più grande minaccia per il mondo. Aveva buone ragioni. Lo aveva verificato a Cuba, in tutta l’America Latina e in Vietnam. Ma oggi una grave minaccia gli Usa lo sono ancora di più, perché oggi la guerra serve disperatamente a loro per mantenere la supremazia globale e i suoi privilegi. La pace invece favorirebbe i suoi competitor e il resto del mondo per crescere in indipendenza, ricchezza e benessere.

È tanto elementare quanto dannatamente storico.

Quindi va bene che ci sia la pace, va bene invocarla.

Ma un manifesto per la pace deve iniziare con domande imbarazzanti, non con le certezze elargite da una delle parti belligeranti e dalla sua propaganda di guerra…

Pier Pagliani

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