Mosca. Risultanze ed implicazioni del convegno 2022 del Valdai Club – L’Europa, il gas Usa e il discorso di Putin

Al convegno 2022 del Valdai Club, tenuto a Mosca dal 24 al 27 ottobre, c’erano i rappresentanti di 41 Paesi, tra cui Moldova, Afghanistan, Brasile, Cina, Egitto, Francia, Germania, India, Indonesia, Iran, Kazakistan, Sudafrica, Turchia, Uzbekistan e Stati Uniti. Tre quarti di Mondo, Italia non pervenuta. I nostri media dicono che la Russia è isolata.

Un assaggio: “Il cosiddetto Occidente sedicente liberista e progressista della cancel culture…”:

“Gli eventi attuali hanno messo in ombra le questioni ambientali […]. Le questioni relative al cambiamento climatico non sono più in cima all’agenda. Ma queste sfide cruciali non sono scomparse, non sono svanite, sono anzi aumentate. Una delle conseguenze più pericolose dello squilibrio ecologico è la riduzione della biodiversità. Ma gli altri tipi di diversità – culturale, sociale, politica, di civiltà – sono forse meno importanti? Eppure l’appiattimento, la cancellazione di ogni differenza è diventata quasi l’essenza dell’Occidente moderno. Cosa c’è dietro tutto questo? C’è innanzitutto la perdita del potenziale creativo dell’Occidente stesso e il desiderio di frenare, di bloccare il libero sviluppo di altre civiltà.

Naturalmente c’è anche un interesse manifestamente commerciale: imponendo i propri valori, le proprie abitudini di consumo, il conformismo, i nostri avversari – li chiamerò così, sarò cauto – cercano di ampliare i mercati dei loro prodotti. Non è un caso che l’Occidente sostenga che la propria cultura e la propria visione del mondo debbano essere universali. Se non lo dicono direttamente – ma spesso lo dicono anche direttamente – agiscono comunque in questo senso ed insistono […] sul fatto che questi stessi valori dovrebbero essere accettati incondizionatamente da tutto il resto della comunità internazionale. […] Ma la fiducia nella propria infallibilità è una condizione molto pericolosa: è ad un passo dal desiderio degli stessi “infallibili” di distruggere semplicemente chi non è di loro gradimento. “Cancellare”, come dicono. Riflettiamo perlomeno sul significato di questa parola. […]

I nazisti ai loro tempi arrivarono a bruciare i libri, ora i “liberisti e progressisti” occidentali sono arrivati a mettere al bando Dostoevskij e Tchaikovsky. La cosiddetta cultura della cancellazione e, in concreto, l’attuale cancellazione della cultura, impoverisce tutto ciò che è vivo e creativo e non permette al libero pensiero di svilupparsi in nessun ambito: né in quello economico, né in quello politico, né in quello culturale.
La stessa ideologia liberale oggi è diventata irriconoscibile. Mentre il liberalismo classico originariamente intendeva la libertà di ognuno come la libertà di dire ciò che si vuole, di fare ciò che si vuole, già nel XX secolo i liberali hanno iniziato a dire che la cosiddetta società aperta ha dei nemici […] e la libertà di tali nemici può e deve essere limitata o addirittura eliminata. Ora hanno raggiunto un tale livello di assurdità per cui qualsiasi punto di vista alternativo viene dichiarato come propaganda sovversiva e minaccia alla democrazia.

Qualsiasi cosa provenga dalla Russia è tutta una “macchinazione del Cremlino”. Ma guardatevi! Siamo davvero così onnipotenti? Qualsiasi critica nei confronti dei nostri avversari – qualsiasi! – viene percepita come un “complotto del Cremlino”, dietro c’è “la mano del Cremlino”. È un’assurdità. A che punto sono arrivati? Usate un po’ il cervello, dite qualcosa di più interessante, presentate il vostro punto di vista in modo più concettuale. Non si può dare la colpa di tutto agli intrighi del Cremlino.

Tutto ciò è stato profeticamente descritto da Fedor Michailovich Dostoevskij nel XIX secolo. Uno dei personaggi del suo romanzo “I demoni”, il nichilista Shigalev, descriveva così il futuro radioso che immaginava: “parto dalla libertà illimitata e approdo al dispotismo illimitato” – che, per inciso, è proprio ciò a cui sono arrivati i nostri avversari occidentali. Gli fa eco un altro personaggio del romanzo, Petr Verchovenskij, sostenendo che sono necessari il tradimento, la delazione, le spie e che la società non ha bisogno di talenti o abilità superiori: “A Cicerone viene tagliata la lingua, a Copernico vengono cavati gli occhi, Shakespeare viene lapidato”. Ecco a cosa stanno arrivando i nostri avversari occidentali. Cos’è questa se non la moderna cultura occidentale della cancellazione?

Grandi erano i pensatori, e sono grato – sarò sincero – ai miei assistenti per aver trovato queste citazioni.
Cosa si può dire a riguardo? La storia metterà sicuramente ogni cosa al proprio posto e cancellerà non le più grandi opere dei geni della cultura mondiale universalmente riconosciuti, quanto piuttosto coloro che oggi per qualche motivo hanno deciso di avere il diritto di disporre di questa cultura mondiale a loro discrezione. La presunzione di queste figure è fuori scala, come si suol dire, ma tra qualche anno nessuno ricorderà più i loro nomi. E Dostoevskij continuerà a vivere, così come Tchaikovsky e Pushkin, che lo si desideri o meno. […]

Tutto questo, senza esagerare, non è nemmeno una crisi sistemica, ma proprio dottrinale del modello neoliberale americano dell’ordine mondiale. Non hanno idee in senso creativo e sviluppo positivo, semplicemente non hanno nulla da offrire al mondo se non la conservazione del proprio dominio. Sono convinto che la vera democrazia in un mondo multipolare presupponga innanzitutto la possibilità per ogni nazione, per ogni società, per ogni civiltà di scegliere la propria strada, il proprio sistema socio-politico. Se gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno un tale diritto, allora senz’altro lo hanno anche i Paesi asiatici, gli Stati islamici, le monarchie del Golfo Persico e gli Stati di altri continenti. Naturalmente anche il nostro Paese, la Russia, ha questo diritto e nessuno potrà mai imporre al nostro popolo che tipo di società dobbiamo costruire e su quali princìpi. […] Lo sviluppo deve avvenire nel dialogo tra le civiltà, sulla base di valori spirituali e morali. Le varie civiltà hanno una diversa comprensione dell’uomo, della sua natura – ma spesso essa è diversa solo in superficie, e tutte riconoscono la suprema dignità e l’essenza spirituale dell’uomo. Ed è estremamente importante il terreno comune, la base comune su cui possiamo e dobbiamo costruire il nostro futuro. […]

Sovranità e sviluppo indipendente non implicano in alcun modo isolamento e autarchia, ma piuttosto una cooperazione attiva e reciprocamente vantaggiosa basata su princìpi giusti ed equi. Se la globalizzazione liberale è spersonalizzazione, imposizione del modello occidentale al mondo, l’integrazione, al contrario, consiste nel liberare il potenziale di ogni civiltà a beneficio della collettività, a beneficio del bene comune. Se il globalismo è un diktat (perché alla fine si riduce a questo), al contrario l’integrazione consiste invece nell’elaborare strategie comuni che siano vantaggiose per tutti. A questo proposito, la Russia ritiene che sia importante avviare più attivamente meccanismi volti a creare grandi spazi basati sull’interazione di Paesi vicini la cui economia, il cui sistema sociale, base di risorse e infrastrutture si completino a vicenda. Questi grandi spazi, in sostanza, costituiscono anche la base di un ordine mondiale multipolare – la base economica. Dal loro dialogo nasce la vera unità dell’umanità, che è molto più complessa, peculiare e sfaccettata rispetto alle idee semplicistiche di alcuni ideologi occidentali. L’unità dell’umanità non si costruisce a suon di “fai come me”, “sii come noi”, ma si forma tenendo conto e sulla base delle opinioni di tutti, rispettando l’identità di ogni società e nazione. Questo è il principio su cui può svilupparsi un’interazione a lungo termine in un mondo multipolare”. (Invio notizie a cura di Jure Eler)

- Il prezzo del gas per l’Europa lo decide Washington, non Amsterdam. Manlio Dinucci:
https://youtu.be/6mSviy1tFsk?t=1085

- Il rischio di guerra nucleare è reale – VisioneTV:
https://youtu.be/6mSviy1tFsk?t=1504

Notizie di cronaca RAI – https://www.rainews.it/articoli/2022/10/putin-nessuno-sar-mai-in-grado-di-cancellare-la-russia-50845c58-2f05-43da-8de2-d4c01bef0614.html

Il discorso di Putin al Valdai Club. Videosintesi: https://www.youtube.com/watch?v=tGN8XCuT2Tc
Traduzione testo integrale: https://casadelsole.tv/discorso-di-vladimir-putin-al-valdai-discussion-club-integrale/

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Commento a latere: “Anche se ogni passaggio del discorso pronunciato ieri da Vladimir Putin meriterebbe un articolo, ve ne e’ uno che viene riportato ampiamente e con approvazione dai media non-occidentali. “Il crollo dell’Unione Sovietica ha distrutto l’equilibrio delle forze. L’Occidente si e’ sentito vincitore e ha proclamato un ordine mondiale unipolare in cui solo la sua volontà, la sua cultura e i suoi interessi avevano il diritto di esistere. Ora questo periodo storico di dominio incontestato sul mondo sta volgendo al termine. Il mondo unipolare sta diventando una cosa del passato. Siamo a un punto di svolta storico. Si apre il decennio più pericoloso, imprevedibile e allo stesso tempo importante dalla fine della seconda guerra mondiale. L’Occidente non è in grado di governare da solo l’umanità, ma sta disperatamente cercando di farlo. E la maggior parte dei popoli del mondo non vuole più sopportare tutto cio’. Questa è la principale contraddizione della nuova era.”
(@LauraRuHK)

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