Israele: “Nessun stato palestinese è previsto…”

Nel 1990 l’O.L.P., l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e il suo Presidente Yasser Arafat, rappresentanti del popolo palestinese, decisero di sospendere la lotta armata per iniziare colloqui e giungere, attraverso negoziati, alla creazione di uno Stato Palestinese. Si chiamarono “Colloqui di pace per la creazione di uno Stato di Palestina”, citati semplicemente come “Colloqui di Pace”.

Sono trascorsi più di trent’anni. Il territorio in cui doveva crearsi lo Stato per i palestinesi era il 22% della Palestina storica e comprendeva la Cisgiordania con Gerico e Gaza, staccata però dal restante territorio previsto.

In questi 30 anni Israele, in violazione degli accordi, ha insediato in Cisgiordania un infinito numero di colonie sioniste dove si sono installati seicentomila ebrei estremisti religiosi o semplicemente di estrema destra. Nel contempo Israele ha costruito dentro la Cisgiordania un muro di segregazione razziale, apartheid, ed ha circondato Gaza con una barriera di ferro e filo spinato percorsa da corrente elettrica.

Da molti anni i palestinesi hanno scritto su grandi tabelloni ben visibili in Cisgiordania:

“Questa pace ci uccide”.

Nell’ottobre del 2021 il capo del governo si Tel Aviv ha stabilito che nessuno Stato palestinese era previsto. L’ha stabilito lui, che dispone di un esercito potente.

Quando leggo sui giornali o sento per l’etere la parola pace, in questi giorni soprattutto, so che il termine viene prostituito proprio come è stato prostituito in Palestina. Le sedicenti “democrazie” trattano la parola “pace” nel significato dato da Tacito alla Pax Romana “Hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato pace”.

Nessuno si lamenti allora se si dissotterrano le armi per impedire che Stati Uniti e Nato, e più in là Israele, continuino a desertificare il mondo.

Giorgio Stern

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