Sardine, ovvero: le codine del capitalismo liberista…

Le Sardine, dopo il sostegno al PD in Emilia, hanno dunque fatto visita ai Benetton e ad Oliviero Toscani. Il cerchio quindi si chiude. Pellizza da Volpedo dipinse, in un famigerato quadro, giovani operai fieri e consapevoli pronti a rivoltarsi; di contro, oggi, una semplice foto rivela una gigantesca trasformazione di stile, di forma, di intenti. Un cinquantennio di consumismo, di privatizzazioni, di televisione spazzatura, di pubblicita’ istupidente, di legislazione svilente i principi costituzionali, di pseudo-cultura borsistica e di capitalismo finanziario incontrollato, ha prodotto, insomma, una assuefazione, un rilassamento etico, una incapacita’ di comprendere cosa significhi indipendenza e cosa significhi volontà di non farsi governare dal mercato privato internazionale.

L’ Italia, in parole semplici, sta purtroppo cedendo, appare non in grado di attribuire valore primario alla facolta’ di autodeterminazione, accetta di farsi guidare dai mercati, appare priva di forza reattiva, e’ fuorviata da gruppi mediatici e dai collusi -inveterati e spudorati- insediati nelle istituzioni, collusi appunto con coloro che non hanno interesse a garantire l’autonomia dell’Italia.

Le Sardine sono un’appendice del capitalismo omni-privatizzatore, l’ esercito giovanile che si presta a stabilizzare e ad avallare il sistema dominante fondato sulla proprietà e sulla gestione privata della produzione e dei flussi di moneta.
Eppure io dissento e sono sicuro che moltissimi Italiani, come me, non approvino il solco verso cui siamo stati diretti.
Ma sta diventando maledettamente tardi.
Il Popolo Italiano dovrebbe riuscire ad esigere un legislatore mosso dallo scopo di arginare la dittatura privatizzatrice e di riconcepire il primato della cosa pubblica e della democrazia-sovrana.

Si farà in tempo ?

Salvatore Gullì

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Commento di G.V.: “La politica è guerra e va affrontata come tale. Se ogni volta che un generale, constatata la superiorità del nemico, si ritirasse e rinunciasse alla lotta, non avremmo storia (che è fatta, per l’appunto, di battaglie vinte in condizioni di minorità). Nella società attuale, caratterizzata dalla complessità, è difficile l’emersione di qualcuno che in qualche modo non abbia agganci. La riuscita politica sta nell’indirizzare gli eventi nella direzione a noi più favorevole, malgrado le difficoltà…”

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