Veto sulla nomina di Elio Lannutti a Presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche

Vorrei entrare nel merito del veto posto dal PD (e non solo) per il ruolo di Presidente della Commissione d’inchiesta sulle banche al Senatore Elio Lannutti del Movimento Cinquestelle.
Premesso che il Senatore Lannutti non gode più della mia stima da quando ha giustificato l’alleanza del PD con i pentastellati, adducendo motivazioni che potrei accettare dall’elettore medio, inconsapevole di alcuni scenari, ma non da chi ha dimostrato negli anni di conoscere il Cartello finanziario internazionale e quanto esso sia radicato all’interno del partito democratico, cosa che rende quell’alleanza, a tutti gli effetti, un tradimento verso il paese e la consegna degli italiani al proprio aguzzino.
Farlo in maniera consapevole, non ha nessuna giustificazione.

Entrando, però, nel merito della sua esclusione dalla carica di Presidente della nascente Commissione d’inchiesta sulle banche, a causa del fatto che il figlio lavori per la Popolare di Bari, è una cosa inaccettabile.
Inaccettabile perché lo stesso PD non ha detto nulla, in passato, sul fatto che Mario Draghi che ha firmato miliardi e miliardi di derivati per l’Italia, avesse il figlio Giacomo Draghi passato poi ad occuparsi di vendita di strumenti derivati denominati in euro presso la Morgan Stanley.
Non hanno detto nulla, anzi hanno permesso, che il Governo Monti liquidasse in anticipo proprio alla Morgan Stanley, un contratto derivato sottoscritto con il Ministero dell’Economia. Operazione che fu oggetto di un’inchiesta della Corte dei Conti per danno erariale di 4 miliardi. E guarda caso, proprio il figlio di Monti lavorava per quella stessa banca d’affari americana.
Parliamo di derivati di miliardi di euro bruciati ai danni degli italiani e conflitti d’interesse di enormi proporzioni passati nell’assoluto silenzio. Ed ora il Pd si pone il problema che la Commissione d’inchiesta delle banche potrebbe essere presieduta da chi ha un figlio che lavora nella Popolare di Bari.

Il grande Totò direbbe: “ma mi faccia il piacere”.

Francesco Amodeo


www.francescoamodeo.it

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