Le cazzate dei giornaloni sulla troika che ci aspetta…

E basta con queste … cazzate: “PIU’ DEBOLI SENZA AMICI IN EUROPA” scrive un imbecille in prima pagina.

Li abbiamo forse persi negli ultimi tre mesi? E, prima, quali favori ci avevano fatto?

Sono gli stessi che hanno contribuito a far sprofondare i greci nella fame più nera e a ridurre “tutte” le loro piccole banche al quasi fallimento e ciò dopo che avevano fatto – a partire dal 2015 – tutto quello che aveva prescritto la TROIKA?

Vi fidereste di un dottore che fa morire tutti i pazienti che cura? Non parlo a vanvera. Negli ultimi mesi ho letto una mezza dozzina di libri scritti da Premi Nobel e da professori di Università ben più prestigiose della Bocconi.

La ricetta prescritta dalla TROIKA – basata sull’AUSTERITA’ auspicata da Alesina e Giavazzi della Bocconi – non poteva essere più sbagliata di così. Bisognava fare l’esatto contrario.

Uno dei membri della TROIKA – Il Fondo Monetario Internazionale attualmente diretto da una signora i cui migliori consulenti sono un parrucchiere e un truccatore – non ne ha azzeccata una – a detta del Premio Nobel Stiglitz – negli ultimi vent’anni

(a partire dalla crisi in Oriente del 97/99).

Dovunque – nel mondo – sia intervenuto, ha fatto danni o ritardato l’uscita dalla crisi.

L’attuale capo della BCE (il secondo membro della TROIKA) è stato messo in quella posizione da GOLDMAN SACHS – la più grande e potente banca d’affari del mondo.

Banca per cui aveva a lungo lavorato. Banca verso cui era stato generosissimo già negli anni 90. Lui era sulla nave da crociera quando, nel Tirreno – presente anche la Regina Elisabetta – gli allora potenti della Terra (Cina e India allora contavano ben poco) decisero come spartirsi i beni dell’Italia. Agli “amici” più cari furono quasi regalati. Anche allora la ricetta era “VENDERE SUBITO E A QUALSIASI PREZZO”.

La storia farà giustizia del comportamento di alcuni nostri rappresentanti (attualmente ancora sopravvalutati) che si adeguarono come “tappeti”. Non come

“venditori di tappeti” (come ci ha definiti il francese Moscovici immemore che i suoi due Presidenti valgono polvere).

I ciarlatani nostrani insistono (pur essendo digiuni di economia o essersi fermati al 1776 quando l’ottimo Adam Smith scrisse “LA RICCHEZZA DELLE NAZIONI”), dimenticando che allora c’era solo l’agricoltura e non c’erano Internet e globalizzazione, perché gli italiani facciano tutto quello che prescrive il dottor TROIKA. Senza fiatare. I tromboni sono loro.

Noi dobbiamo fare, se non l’esatto contrario, qualcosa di diverso.

Diverso, soprattutto, dal NEOLIBERISMO più sfrenato auspicato dai giornaloni.

L’appello odierno di Visco sul pericolo per le banche mi fa ricordare che – negli ultimi nove anni – le banche italiane si sono fatti sempre i cazzi loro con porcherie a iosa senza che lui facesse il minimo controllo. Mi ha rammentato che l’attuale capo della BCE, quando occupava la carica di Visco, APPROVO’ L’ACQUISTO DI ANTONVENETA da parte del Monte dei Paschi di Siena (a incassare fu la spagnola SANTANDER) al DOPPIO DEL SUO VERO VALORE. Si era addormentato o pensava alla Goldman Sachs? Sono parolai che, alla prova dei fatti, dimostrano di valere meno di zero ma predicano, predicano, predicano.

Veniamo a Juncker (il terzo membro della TROIKA). Il Presidente della Commissione europea vuole che noi seguiamo la ricetta propinata prima ai greci e poi ai portoghesi (che non stanno tanto meglio dei greci). Visti i risultati, NOI NON DOBBIAMO FARLO. Sarebbe un suicidio.

Come Dio vuole, noi italiani abbiamo ancora delle ottime capacità residue da impiegare dopo che tutti i nostri grandi industriali e soprattutto i loro eredi hanno portato all’estero migliaia e migliaia di miliardi.

Noi possiamo ancora riprenderci e farcela senza i Paesi del BENELUX.

Se MPS ha fatto perdere ad azionisti, obbligazionisti, risparmiatori e Stato italiano 40 miliardi, la Deutsche Bank ha fatto perdere ai tedeschi almeno 10 volte tanto e il suo “vero” bilancio è rimasto fallimentare. Se la Germania ha un surplus commerciale spropositato (e nocivo per tutti gli altri Paesi) è anche perché – con l’introduzione dell’euro – non è stato più possibile adeguare i cambi della varie economie e il nostro – come ho già scritto – doveva essere 1500 e non 1936. Fu da parte dei nostri dirigenti (del cui valore ho già parlato) un grosso errore.

I TEDESCHI AVREBBERO COMUNQUE ACCETTATO PERCHE’ ERANO LORO A PREMERE PER L’EURO.

Pochi anni dopo noi abbiamo contribuito a pagare per la riunione delle due germanie. Non scassino gli zebedei se noi vogliamo provare a fare un piccolo avvicinamento delle due italie. Se noi rinunciassimo al reddito di cittadinanza e facessimo tutto quello che vuole Salvini, per il nostro parolaio tutti gli Stati europei tornerebbero ad essere nostri “amici”? Anche quelli che non vogliono darci aiuto alcuno per il problema dei migranti? Gli piacerebbe che regalassimo ai suoi padroni qualche altro bel pezzo dell’Italia? La smetterebbe di romperci? Assolutamente no.

Sono più di vent’anni che ci ammorba in difesa delle ristrette elites e sparlando ogni giorno dei poveri diavoli trattandoli come “merde”. Gliel’ha fatto persino notare Mieli.

Il terzo membro della TROIKA è stato – per diciotto anni – Presidente del Lussemburgo e si è comportato come aiutante di campo dei maggiori evasori fiscali (compresi i nostri due più grandi) del mondo intero.

Che diritto ha di venirci a fare la predica? Consigli ai nostri evasori, di cui conosce nomi e patrimoni, di restituire all’Italia le tasse che non hanno versato.

Solo quando l’avranno fatto seguiremo i suoi consigli. Dal 1992 ad oggi il nostro AVANZO PRIMARIO è stato il migliore (Germania compresa) dell’Europa.

IL NOSTRO STATO HA INCASSATO PIU’ DI QUANTO HA SPESO. Abbiamo avuto la grossa palla al piede degli interessi ma ciò non sarebbe avvenuto se non ci fosse stata una consistente evasione fiscale.

Dopo la BREXIT (che porta all’esclusione della City di Londra) i maggiori paradisi fiscali europei sono: Lussemburgo, Belgio, Olanda e Malta. Anche questi quattro erano nostri amici?

Il BENELUX è stato tra i fondatori della Comunità europea. Ora BElgio, NEderland e LUXemburg rubano ciascuno per proprio conto, facendosi così concorrenza e aumentando l’importo complessivo dell’evasione.

Il Lussemburgo ha un reddito pro capite che è quattro volte il nostro. Se i cittadini di DUBAI poggiano il culo sul petrolio, quelli del Lussemburgo lo tengono al caldo sulle sedie su cui si accomodano per contrattare con i maggiori evasori mondiali la tassa sul reddito che sono disposti a pagare. Si aggira sull’UNO PER CENTO. Capite cosa vuol dire? Vuol dire che Juncker è più bandito di Al Capone, ché sono molte le persone che si sono suicidate a causa sua.

I lussemburghesi consentono ai più ricchi (e ai più ladri) di impoverire ulteriormente i Paesi più poveri e poi vengono a dirci di ridurre le spese? Se questo è lo stato dei fatti perché – tutti i santi giorni – i giornalisti continuano a menarla con lo spread?

Se diversi “protetti” dai giornaloni presentano bilanci fallimentari, anche ciò è colpa dello spread? Io penso che se loro non ne parlassero per quattro giorni di seguito lo spread (che non influisce proprio su niente) tornerebbe ad essere una delle migliaia di dati che giornalmente vengono riportati dai quotidiani economici.

E se il tasso per i mutui sale dall’1,4% all’1,6% non è colpa dello spread ma delle banche che si sono accorte che l’1,4% era un tasso pericoloso per i loro bilanci futuri.

Luigi Caroli – 24 novembre 2018 -

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