Marcia per la pace Perugia – Assisi

La Marcia per la pace Perugia – Assisi è una manifestazione del movimento pacifista italiano. Si svolge solitamente tra fine settembre e inizio ottobre, approssimativamente ogni due/tre anni, e si snoda per un percorso di circa 24 chilometri, da Perugia fino ad Assisi.
La prima marcia si svolse domenica 24 settembre 1961 su iniziativa di Aldo Capitini e voleva essere un corteo nonviolento che testimoniasse a favore della pace e della solidarietà dei popoli. Capitini prese spunto dai pacifisti anglosassoni che nel 1958, guidati dal filosofo Bertrand Russell, si radunarono ad Aldermaston per una protesta antinucleare. Ad Assisi sfilarono circa 20 000 persone tra cui Arturo Carlo Jemolo, Guido Piovene, Renato Guttuso ed Ernesto Rossi. In prima fila accanto a Capitini, Giovanni Arpino e Italo Calvino [1]. Nel libro Opposizione e liberazione Capitini descrisse l’esperienza della marcia:

“Aver mostrato che il pacifismo, che la nonviolenza, non sono inerte e passiva accettazione dei mali esistenti, ma sono attivi e in lotta, con un proprio metodo che non lascia un momento di sosta nelle solidarietà che suscita e nelle noncollaborazioni, nelle proteste, nelle denunce aperte, è un grande risultato della Marcia”

In questa occasione venne per la prima volta utilizzata la Bandiera della pace, simbolo dell’opposizione nonviolenta a tutte le guerre. All’indomani della prima Marcia Aldo Capitini fondò il Movimento Nonviolento. Il Movimento Nonviolento rifiutò, come richiesto da più associazioni, di rendere annuale la periodicità della marcia, per evitare di trasformarla in uno stanco rituale. La seconda (1978), alla quale parteciparono circa 15 000 persone [2], venne quindi organizzata in occasione del decimo anniversario della morte di Capitini, mentre la terza (1981), alla quale parteciparono tra le 70 e le 100 000 persone, avvenne per commemorare il ventesimo anniversario della prima.

La quarta marcia (1985) segnò una discontinuità dalle precedenti perché aveva sin dal titolo un preciso obiettivo politico: il blocco delle spese militari italiane attraverso una apposita campagna. Aderirono le confederazioni sindacali, il Partito Comunista e le Acli, che garantirono una presenza tra le 40 000 e le 50 000 persone [3].

A partire dalla quinta (1988), la paternità della marcia passò ad alcuni enti ed associazioni che diedero vita, nel 1996, alla Tavola della Pace. Il Movimento nonviolento ne organizzò una autonomamente nel 2000 cui parteciparono circa 5 000 persone. La più numerosa fu quella del 2001 cui parteciparono, secondo gli organizzatori, circa 350-400 000 persone [4].

· I Marcia per la Pace – 24 settembre 1961 – Per la pace e la fratellanza tra i popoli
· II Marcia per la Pace – 24 settembre 1978 – Mille idee contro la guerra
· III Marcia per la Pace – 27 settembre 1981 – Contro la guerra: a ognuno di fare qualcosa
· IV Marcia per la Pace – 6 ottobre 1985 – Contro il riarmo, blocchiamo le spese militari
· V Marcia per la Pace – 2 ottobre 1988 – Per un’Europa nonviolenta
· VI Marcia per la Pace – 7 ottobre 1990 – In cammino per un mondo nuovo
· VII Marcia per la Pace – 1º novembre 1992 – Liberi dalla mafia, dalla corruzione e dalla violenza
· VIII Marcia per la Pace – 26 settembre 1993 – La guerra nell’ex Yugoslavia: fermiamola
· IX Marcia per la Pace – 24 settembre 1995 – Noi popoli delle Nazioni Unite
· X Marcia per la Pace – 12 ottobre 1997 – Noi popoli delle Nazioni Unite per un’economia di giustizia
· XI Marcia (straordinaria) per la Pace – 16 maggio 1999 – Contro la doppia guerra del Kosovo
· XII Marcia per la Pace – 26 settembre 1999 – Un altro mondo è possibile: costruiamolo insieme
· XIII Marcia per la pace – 24 settembre 2000 – Mai più eserciti e guerre
· XIV Marcia per la Pace – 14 ottobre 2001 – Cibo, acqua e lavoro per tutti
· XV Marcia (straordinaria) per la Pace – 12 maggio 2002 – Appello all’Europa: Per la Pace in Medio Oriente
· XVI Marcia per la Pace – 12 ottobre 2003 – Per un’Europa di pace
· XVII Marcia per la Pace – 11 settembre 2005 – Mettiamo al bando la miseria e la guerra. Riprendiamoci l’Onu. Io voglio, tu vuoi, noi possiamo
· XVIII Marcia per la Pace – 7 ottobre 2007 – Tutti i diritti umani per tutti
· XIX Marcia per la Pace – 16 maggio 2010 – Abbiamo bisogno di un’altra cultura!
· XX Marcia per la Pace – 25 settembre 2011 – Per la pace e la fratellanza dei popoli
· XXI Marcia per la Pace – 19 ottobre 2014 – Perugia-Assisi per la pace e la fraternità

Il nostro ricordo di padre Nicola Giandomenico: uomo di pace e dialogo
di Beppe Giulietti
Sono passati 20 anni da quando, il 13 gennaio del 1996 nasceva, ad Assisi la Tavola della Pace, luogo di incontro e di dialogo tra persone e movimenti, differenti e diversi, ma uniti dalla volontà di costruire i ponti dell’inclusione sociale, della nonviolenza, della solidarietà, del rifiuto del razzismo, dell’odio, della guerra, del terrorismo, della ingiustizia sociale che fornisce benzina ai signori della morte.
Da allora quella esperienza ha percorso migliaia di chilometri non solo lungo gli itinerari delle tante marce tra Perugia ed Assisi, ma anche attraverso l’impegno quotidiano per favorire la nascita di una cultura della pace, anche nel pieno di uno spirito dei tempi che preferirebbe spesso scegliere la via breve dei muri, della repressione, del rifiuto di conoscere l’altro, soprattutto quando arriva da mondi lontani. Questo cammino ventennale é stato accompagnato dalle vite di migliaia di donne e di uomini, dall’impegno di tanti e tra, questi, in occasione dei 20 anni della Tavola della Pave, ci sembra giusto ricordare padre Nicola Giandomenico, il francescano che ha davvero dato la vita per questo progetto. Nella foto che Flavio Lotti, infaticabile ed appassionato animatore della Tavola, ha voluto ripubblicare sul sito della associaziome e scattata in occasione del decennale del 2006, davanti alla torta, seduto nella sua carrozzella, c’ é proprio Lui, Nicola, già colpito dal male che lo avrebbe portato alla morte,con il sorriso ironico di sempre; felice di aver potuto festeggiare il battesimo di una delle sue creature, di uno dei suoi tanti sogni diventati realtá, a dispetto di chi cercava e cerca di vanificare ogni speranza nel futuro. Fu sempre Lui a suggerire la legge con la quale si decise di istituire la ” Giornata del dialogo tra credenti e non credenti” e di legarla al 4 ottobre, festa nazionale nel segno di San Francesco e Santa Chiara, un progetto che, tra non poche difficoltà, insieme a Padre Enzo Fortunato, riuscimmo a portare a conclusione. Questo frate pugliese ,che aveva scelto Assisi come luogo di preghiera e di impegno religioso e civile, é stato uno dei protagonisti delle iniziative di pace della Chiesa, instancabile tessitore di relazioni, impegnato sul fronte dei diritti umani, tenace oppositore di ogni guerra, ma anche di ogni parola o gesto ispirato dalla logica della violenza. Quando il terremoto colpí dolorosamente l’Umbria, i suoi confratelli, e la stessa Basilica, utilizzó tutte le sue forze residue per favorire la ricostruzione e per sanare le ferite, quelle fisiche e quelle spirituali. Quell’ultimo sforzo contribuì a minare gravemente il suo corpo, e due mesi dopo la inaugurazione della Basilica restaurata fu colpito dalla malattia.
Da quel momento fu costretto a vivere in carrozzella e a lunghe e faticose cure, ma quando lo andavi a trovare non parlava mai di sé, ma chiedeva del mondo, delle guerre, della politica; voleva sapere e partecipare e, nonostante le difficoltà e i limiti imposti dalla malattia, si sforzava di intervenire, e quando la parola non seguiva il suo sforzo, provava con il gesto, ti suggeriva con lo sguardo, e comunque compartecipava dei progetti e delle lotte, senza mai abbandonare la speranza, senza cedere al legittimo sconforto di chi, dopo aver percorso migliaia di chilometri, si trovava costretto a guardare il mondo da una finestra.

Il 12 novembre del 2009 moriva nel lettino della sua cella che si affacciava sulla vallata di Assisi, ricca dei ricordi e delle testimonianze di Francesco, il Santo che Nicola aveva scelto di amare e di seguire.
Mai come in questa occasione ci sembra giusto ricordarlo con quella sorta di decalogo che amava recitare ai suoi confratelli e regalare agli amici e alle amiche della Tavola della Pace:

1- credere nel positivo.
2- Rifiutare il pregiudizio
3-Riannodare i fili rotti.
4-Trascendenza della pace, vitalitá della preghiera
5-Osare per la pace
6-Spazio alla fantasia e alla creatività.
7-Credere nel cambiamento
8-la pace ha le sue strade: solidarietà,dialogo,la fraternità.
9-la pace ha delle basi: veritá, giustizia,amore,libertà.
10-La pace é un punto di arrivo, non di partenza.

Grazie Nicola.

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