Denunzia-Querela contro Boschi e Renzi per truffa ed altri reati, presentata a Roma il 15 dicembre 2015

renzi e boschi

Di seguito la denuncia querela che, Orazio Fergnani ed io, abbiamo presentato il 15 dicembre 2015. se volete aiutare questo paese replicatela ovunque. Giorgio Vitali

Ecco il testo:

ROMA, 15/12/2015

Al Comando stazione dei Carabinieri

SEDE

Alla Procura Della Repubblica Competente

Alla Alta Corte Penale Internazionale de l’Aia (I.C.C.)

E, p.c. Ad Altri

QUERELA/DENUNCIA CONTRO MATTEO RENZI ED I PIÙ ALTI AMMINISTRATORI DELLO STATO ITALIANO PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE PER ESTORSIONE ED ALTRI CAPI D’IMPUTAZIONE A SEGUITO DELL’EMANAZIONE DEL DECRETO LEGGE 180 DEL 16 NOVEMBRE 2015 E D.L. 183 DEL 22 NOVEMBRE 2015.

Più precisamente contro :

1) Il Sig.r Marcello Benedetti ex impiegato della banca Etruria di Civitavecchia;
2) Un direttore di filiale attualmente anonimo della banca Etruria;
3) Il Sig.r Lorenzo Rosi, presidente di Banca Etruria
4) Il Sig.r Pierluigi Boschi vicepresidente di Banca Etruria;
5) Il Ministro Maria Elena Boschi;
6) Il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella;
7) Il Presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi;
8) Il presidente della Camera Laura Boldrini;
9) Il presidente del Senato Pietro Grasso;
10) Tutti i rimanenti Ministri della Repubblica dell’attuale Governo Renzi;
11) Il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco;
12) Ed eventuali altri responsabili che venissero individuati nel corso delle indagini.-

Per le ipotesi dei reati p. e p. dagli articoli:

1) Riduzione in schiavitù (art.600 c.p.);

2) Alto tradimento (art.90 Costituzione, per i civili sopra indicati);

3) Attentati contro i diritti politici del cittadino (art.294 c.p.);

4) Corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio (art.319 c.p.);

5) Corruzione di persona incaricata di pubblico servizio (art.320 c.p.);

6) Abuso di atti d’uffico (art.323 c.p.);

7) Omissione di atti d’ufficio (art.328 c.p.);

8) Interruzione d’un servizio pubblico o di pubblica utilità (art.331 c.p.);

9) Frode nelle pubbliche forniture (art.356 c.p.);

10) Distruzione di materie prime o di prodotti agricoli o industriali o di produzione (art.499 c.p.);

11) Rialzo e ribasso fraudolento di prezzi sul pubblico mercato o nelle borse di commercio

12) Manovre speculative su merci (art.501 bis c.p.);

13) Turbata libertà dell’industria o del commercio (art.513 c.p.);

14) Istigazione o aiuto al suicidio (art.580 c.p.);

15) Riduzione in schiavitù (art.600 c.p.);

16) Furto (art.624 c.p.);

17) Rapina (art.628 c.p.);

18) Estorsione (art.629 c.p.);

19) Truffa (art.640 c.p.);

20) Appropriazione indebita (art.646 c.p.);

21) Abuso della credulità popolare (art.661 c.p.);

22) Ed eventuali altre fattispecie di reato che venissero rilevate nel corso delle indagini.-

LUOGO DI COMMISSIONE : Tutto il territorio italiano

TEMPO DI COMMISSIONE : Reati in corso di esecuzione;
Persone offese: la Repubblica italiana, tutti i Cittadini italiani, la Nazione italiana.

STRUMENTO DI RIFERIMENTO : Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale
Ratifica italiana: 12 luglio 1999, n. 232
Entrata in vigore in Italia: 20 luglio 1999
….. OMISSIS … Evidenziando che la Corte penale internazionale istituita ai sensi del presente Statuto e’ complementare alle giurisdizioni penali nazionali,

Articolo 4 Status giuridico e poteri della Corte
2. La Corte può esercitare le proprie funzioni ed i propri poteri quali preveduti nel presente Statuto, sul territorio di qualsiasi Stato Parte e mediante una convenzione a tal fine, sul territorio di ogni altro Stato.

Articolo 5. Crimini di competenza della Corte
1. La competenza della Corte è limitata ai crimini più gravi, motivo di allarme per l’intera comunità internazionale. La Corte ha competenza, in forza del presente Statuto, per i crimini seguenti:
a) crimine di genocidio;
b) crimini contro l’umanità;
2. La Corte eserciterà il proprio potere giurisdizionale sul crimine di aggressione successivamente all’adozione in conformità agli articoli 121 e 123, della disposizione che.. OMISSIS …

Articolo 6. Crimine di genocidio
Ai fini del presente Statuto, per crimine di genocidio s’intende uno dei seguenti atti commessi nell’intento di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso, e precisamente:
b) cagionare gravi lesioni all’integrità fisica o psichica di persone appartenenti al gruppo;
c) sottoporre deliberatamente persone appartenenti al gruppo a condizioni di vita tali da comportare la distruzione fisica, totale o parziale, del gruppo stesso;
d) imporre misure volte ad impedire le nascite in seno al gruppo;

Articolo 7. Crimini contro l’umanità
1. Ai fini del presente Statuto, per crimine contro l’umanità s’intende uno degli atti di seguito elencati se commesso nell’ambito di un esteso o sistematico attacco contro popolazioni civili, e con la consapevolezza dell’attacco:
c) Riduzione in schiavitù;
…. Omissis ….
k) Altri atti inumani di analogo carattere diretti a provocare intenzionalmente grandi sofferenze o gravi danni all’integrità fisica o alla salute fisica o mentale.
2. Agli effetti del paragrafo 1:
a) Si intende per “attacco diretto contro popolazioni civili” condotte che implicano la reiterata commissione di taluno degli atti previsti al paragrafo 1 contro popolazioni civili, in attuazione o in esecuzione del disegno politico di uno Stato o di una organizzazione, diretto a realizzare l’attacco;
b) per “sterminio” s’intende, in modo particolare, il sottoporre intenzionalmente le persone a condizioni di vita dirette a cagionare la distruzione di parte della popolazione, quali impedire l’accesso al vitto ed alle medicine;
c) per “riduzione in schiavitù” s’intende l’esercizio su una persona di uno o dell’insieme dei poteri inerenti al diritto di proprietà, … omissis …

e) per “tortura” s’intende l’infliggere intenzionalmente gravi dolori o sofferenze, fisiche o mentali ad una persona di cui si abbia la custodia o il controllo; in tale termine non rientrano i dolori, o le sofferenze derivanti esclusivamente da sanzioni legittime, che siano inscindibilmente connessi a tali sanzioni o dalle stesse incidentalmente occasionati;
….. omissis …
g) per “persecuzione” s’intende la intenzionale e grave privazione dei diritti fondamentali in violazione del diritto internazionale, … omissis….

Costituzione
ARTT. 35; 41; 42; 43; 47; 54. –

Premesso che preesistono:

1) PALESE ILLEGITTIMITA’ DEMOCRATICA DEGLI ORGANI UE

I Commissari hanno un potere illimitato derivante dal Trattato di Maastricht che all’art.145 dice : , e all’art. 157 : .Tutto questo in totale privazione dei diritti sovrani del cittadino e per di più, come accertato, in danno di questi…Come testimonia la segretezza di alcuni sostanziali e vitali Trattati Internazionali occultati e secretati alla pubblica opinione, fra i quali i più perniciosi : quelli di Lisbona; il M.E.S.; il Fiscal Compact; l’E.R.F.; di Velsen; il T.I.S.A.; il T.A.F.T.A.; il T.T.I.P.; lo STONE AX; etc., da noi sempre puntualmente denunciati e regolarmente archiviati da magistrati “disattenti”.

Tali provvedimenti citati, e tutti gli altri di quotidiana routine, non sono giuridicamente legittimi perchè non democraticamente supportati e convalidati dal volere sovrano popolare .

Gli organi della Comunità hanno disconosciuto il fine istitutivo della Comunità che è quello di
adoperarsi per realizzare “una crescita economica equilibrata su un’economia sociale di mercato che
mira alla piena occupazione a al progresso sociale (artt. 2, 1,21 T UE e 120 TF UE ) in un contesto di
“rispetto dei principi di una economia di mercato aperta ed in libera concorrenza”

Peraltro, ex art. 13 T UE UE tali organi devono assicurare il perseguimento dei predetti principi e la
Commissione in particolare ex art. 17 T UE.
Ebbene la collettivizzazione delle perdite finanziarie e il risanamento dei conti bancari a carico
dei conti pubblici (ED ORA A SEGUITO DELL’APPROVAZIONE E RATIFICA DELLA DIRETTIVA 2014/59 UE del 15 maggio 2014)… ANCHE DAI CONTI CORRENTI DEI CITTADINI dei paesi membri indebitati e quindi dei cittadini è del tutto antitetica ai principi fondamentali della Comunità UE(CDF), alla Costituzione UE e al Trattato.
L’ordinamento comunitario. ex art. 20 CDF richiede che siano messi sotto processo i responsabili della crisi ( governativi, bancari od altro).

Gli organi della Comunità, in violazione in particolare dell’art. 20 della CDF, dovevano invitare gli Stati a far mettere sotto processo i responsabili, nonchè consentire il fallimento delle banche.
Al contrario l’UE ha imposto di far pagare ai cittadini degli stati in difficoltà il debito e di colmare i debiti delle banche tramite imposte sempre a carico dei cittadini.

Ma ora la Commissione Europea ha fatto di molto peggio ed ha emanato la Direttiva 2014/59 del 15 maggio 2014 che i Parlamenti Nazionali ratificano una tale infame, oscena e demenziale legge risolutrice del problema della Finanza internazione della nota problematica del fallimento delle banche… Una legge che evita alle banche di fallire e che in vece sua riduce in fallimento i correntisti delle banche.. UN VERO E PROPRIO DELIRIO GIURIDICO E UNO STRAVOLGIMENTO TOTALE DEL CODICE CIVILE E FALLIMENTARE creando disparità di trattamento FRA CITTADINI E SOGGETTI GIURIDICI….

Con questo ulteriore affronto ai suoi cittadini/correntisti bancari la politica UE ha fatto del “Mercato” il principale suo valore , l’unico aspetto che non si potesse modificare per risolvere i problemi, mentre i Padri fondatori dell’Europa avevano dato scopi istituzionali primariamente umani, culturali e sociali.

La politica della Comunità Europea; del Consiglio Europeo; del Consiglio dei Ministri, della BCE e della Commissione rispetto alla crisi economica e finanziaria, è inappropriata ed illegittima in quanto posta in essere in violazione dei principi fondamentali che hanno ispirato la Comunità stessa.

2) La collettivizzazione delle perdite finanziarie e il risanamento delle banche tramite le imposte a carico dei cittadini degli Stati membri ed il coinvolgimento dei cittadini/correntisti bancari nel pagamento dei debiti contratti dalla loro banca è semplicemente folle e contrario a qualunque principio giuridico e ancorpiù ai fondamentali della Comunità UE…, alla Costituzione UE, e al Trattato sotto ogni profilo.

Far pagare ai cittadini, tramite tagli ai salari, alla spesa pubblica, alla cultura, alla ricerca, all’istruzione, non bastava più …. Adesso si coinvolgono addirittura direttamente i cittadini nel pagamento dei debiti della banca di cui sono esclusivamente clienti correntisti… ma in quanto depositanti somme di denaro… (follemente dal punto di vista di questa direttiva 2014/59…) RISULTANO ANCHE CREDITORI… e in quanto tali (non se ne capisce, né giustifica la “ratio”)… costretti a pagare i debiti della banca… attraverso prelievi forzosi…

4) Inoltre, adottando ed imponendo insostenibili provvedimenti tributari a danno dei cittadini e delle imprese gli organi della comunità hanno violato gli art. 15 e 16 ( diritto di lavorare e libertà d’’impresa) della Carta dei diritti fondamentali dell’Ue , nonchè dell’art. 20 della stessa ( uguaglianza davanti alla legge) e 41 ( diritto ad una buona amministrazione. Altro principio violato è quello della tutela dei consumatori (art. 169 e ss. TF UE).

5) Il testo del decreto legge 183 del 22 novembre 2015 che recepisce la direttiva oggetto della presente querela è illuminante ed è stato già oggetto di recente querela.

Detto in sintesi e brutalmente significa che dal 1 gennaio 2016, se la vostra va in crisi dovrete pagare voi con i vostri conti correnti, azioni ed obbligazioni.

Oggi con limite superiore a 100 mila euro, ma si potrebbe finire a 30 mila come già accade in Germania”.

Tutto ciò in barba ad ogni buonsenso, logica, diritto…da quanto contemplato nella Costituzione e persino nel codice civile e penale. I giornali e el Tv di Stato opportunisticamente tacciono …. visto che ormai sono finanziati solo dallo Stato… in quanto tutti avendo capito che razza di maggiordomi del potere sono…. nessuno se li compra… e neppure crede loro..

Tra qualche mese (sempre sottaciutamene e sotterraneamente….) noi correntisti diventeremo tutti soci delle banche, sempre con le consuete regole contrattuali per quanto riguarda i miseri cittadini… Le perdite saranno ancora di quanto non siano ora di tutti, i profitti restano i loro ….. della consueta serie … perdite pubblico/sociali… utili privatissimi dei soliti noti…

Però essendo loro per assioma buoni.. oltre che i depositi protetti (cioè i depositi ammessi al rimborso da parte di un sistema di garanzia dei depositi, fino a 100.000 euro), sono escluse le passività garantite, le disponibilità detenute dalla banca per conto del cliente (per esempio il contenuto della cassetta di sicurezza o i titoli depositati in un conto apposito), o i crediti da lavoro o dei fornitori (e cacchio vorrei ben vedere). L`autorità di risoluzione può escludere altre categorie di crediti, al ricorrere di determinate condizioni secondo una valutazione da fare caso per caso”.

INSOMMA UNA LEGGE PENSATA DA CANI (scusandoci coi cani), FATTA CON I PIEDI (per non dire peggio).. DA MAGGIORDOMI DEL POTERE FINANZIARIO MONDIALISTA… PER SERVI DELLA GLEBA E NON PER CITTADINI CHE CON ONORE SOSTENGONO OGNI GIORNO COL LORO SANTO E DEGNISSIMO LAVORO LO STATO E LE ISTITUZIONI E VENGONO RIPAGATI CON TALE SPREGEVOLE CONSIDERAZIONE E SQUALLIDA “MONETA” …

Ma l’aspetto più moralmente, economicamente e socialmente distruttivo di tutta questa infame saga …è che all’origine della vicenda è una diffusissima, plateale, generalizzata truffa ed estorsione messa in atto dalla banda delle banche… e cioè la consapevole azione da parte di tutta la filiera dei funzionari della banca di ogni ordine e grado che scientemente da anni raggirava, turlupinava, blandiva, allettava, minacciava, ingannava, abbindolava….

In una parola : truffava …

I propri quasi sempre ignari, e comunque fiduciosi clienti/correntisti… per la massima parte del tutto inconsapevoli del rischio a cui i loro interlocutori andavano esponendoli…

VEDERE LE DICHIARAZIONI SPONTANEE DI COLPEVOLEZZA DEL FUNZIONARIO DI BANCA CHE “VENDETTE” LE POLPETTE AVVELENATE AL SIG.R Luigino D’Angelo di Civitavecchia morto suicida qualche giorno or sono.

Ecco l’articolo apparso su “Repubblica “ di Federica Angeli del 12 dicembre 2015 qui :

http://www.repubblica.it/economia/2015/12/12/news/_ho_luigi_sulla_coscienza_ma_l_ordine_di_mentire_ci_arrivava_dalla_banca_-129285719/

“Ho Luigi sulla coscienza, ma l’ordine di mentire ci arrivava dalla banca”

TARQUINIA – “Io Luigino me lo sento sulla coscienza perché mi sono comportato da impiegato di banca e se fossi stato una persona che rispettava le regole non gli avrei fatto fare quel tipo di investimento”. Marcello Benedetti è un ex impiegato della banca Etruria di Civitavecchia. Licenziato un anno fa da quella filiale per un procedimento penale che ha in corso, Marcello ora monta caldaie in giro per la sua città. Il contratto delle obbligazioni acquistate da Luigino D’Angelo, il pensionato che si è tolto la vita per aver perso 110mila euro, porta la sua firma. Benedetti accetta di rilasciare l’intervista a patto che non si sfiori l’inchiesta che lo ha travolto, e che non riguarda i bond subordinati: su questo non può rilasciare dichiarazioni.

Fu lei a “convincere” Luigino ad investire i suoi risparmi in obbligazioni subordinate?
“Sì, Luigino fu uno dei primi clienti della banca a cui proposi questo investimento”.

Lo mise al corrente dei reali rischi che correva in questo tipo di operazione?
Gli occhi si inumidiscono. “Firmò il questionario che sottoponevamo a tutti, nel quale c’era scritto che il rischio era minimo per questo tipo di operazione”.

Una bugia scritta in un contratto?
“In realtà nelle successive carte che il cliente firmava, era presente la dicitura “alto rischio”, ma quasi nessuno ci faceva caso. Era scritto in un carteggio di 60 fogli”.

E voi impiegati non mettevate al corrente i clienti?
“Avevamo l’ordine di convincere più clienti possibili ad acquistare i prodotti della banca, settimanalmente eravamo obbligati a presentare dei report con dei budget che ogni filiale doveva raggiungere. L’ultimo della lista veniva richiamato pesantemente dal direttore “.

Eravate però perfettamente al corrente di cosa significasse vendere ai vostri clienti delle obbligazioni subordinate, giusto?
“Sì. Ogni anno c’era un aumento del capitale e per farlo dovevamo chiamare tutti i clienti e fargli rivedere azioni, obbligazioni, etc”.

Che rapporto aveva lei con Luigino?
“Lo conoscevo benissimo, sia lui che la moglie Lidia. Era uno dei clienti più diffidenti e convincerlo a fare proprio quel tipo di investimento non fu facile”.

Ma lei nella sua filiale è ricordato per essere quello sempre in cima alla classifica dei report settimanali.
“Sapevo fare bene il mio lavoro. E quando mi resi conto che l’emissione delle obbligazioni subordinate era troppo frequente da parte della banca Etruria capii che era possibile un imminente fallimento. Mi venne in mente dunque di mettere al riparo alcuni clienti, tra cui appunto Luigino. Per cercare di far avere loro la liquidazione sia delle subordinate che delle ordinarie, proposi di fare una gestione di fondo. Ricordo che dissi a Luigino: “Non succederà mai niente alla banca, ma se dovesse in questo modo salvi i tuoi risparmi”. Ma lui non volle farlo: il suo problema era che voleva un rendimento semestrale cosa che la gestione del fondo non gli garantiva. Accettarono solo una quarantina di clienti, svuotai il comparto delle obbligazioni. Gli altri sono andati a finire come lui: hanno perso tutto”.

Pare di capire che la linea fosse quella di mentire al cliente, o meglio, di omettere verità. È così?
“È così. Quando i clienti venivano a chiederci la liquidità la banca ci diceva di rispondere che non ne aveva e che non sapevamo quando sarebbe stata disponibile. Quando si facevano insistenti, dovevamo dirgli che quelle obbligazioni erano finite nel mercato secondario e che non si vendevano”.

Un castello di menzogne senza che la coscienza di nessuno di voi, lei compreso, avesse un sussulto?
“Eravamo tutti in una sorta di sudditanza psicologica. Dal 2007 al 2014 le azioni sono crollate da 17 euro e rotti a 1 euro e 50 e questo era indicativo del fatto che dovevamo dirottare le entrate su altri prodotti e che dovevamo fargli acquistare la qualunque, anche le subordinate. Avendo ingolfato i creditori medio-piccoli tutti noi convincevamo i più danarosi assicurandogli che sarebbe stato un bene per loro, un affare seguendo i nostri consigli. E poi via con lo slalom di bugie, rassicurazioni e risposte evasive”.

Ha parlato di pressioni psicologiche.
“All’interno della banca ci dicevano che la banca era sull’orlo del fallimento, e che l’aumento di capitale serviva a salvarci e che se non ci fossimo dati da fare la banca avrebbe chiuso e noi saremmo stati licenziati. Ecco perché ognuno di noi convinceva più clienti possibili”.

La logica del mors tua vita mea l’ha spinta a tradire la fiducia dei suoi clienti?
Scoppia a piangere Marcello Benedetti. “Questa è la cosa che non mi perdonerò mai. Aver tradito chi credeva in me. E alla luce della tragedia accaduta al signor Luigino, so che non potrò mai trovare pace né perdonarmi”.

E da considerare con attenzione anche l’articolo apparso il 13 dicembre 2015 su La Stampa:

http://www.lastampa.it/2015/12/13/economia/letruria-ora-deporta-i-dipendenti-che-hanno-venduto-i-titoli-spazzatura-JBSQtteAgc5y5RZzF2kFYI/pagina.html

L’Etruria ora “deporta” i dipendenti che hanno venduto i titoli spazzatura
Lo sfogo del direttore di filiale: «Seguivamo le indicazioni dei manager. Adesso ci trattano come truffatori, eppure molti di noi hanno perso tutto»

13/12/2015
Maria Corbi – inviata ad Arezzo

Certo che è strano (o forse no, è elementare nella sua chiarezza), ma dal 23 novembre, il giorno dopo il «salva-banche», in Banca Etruria c’è una deportazione in massa di dipendenti, funzionari, direttori, da filiale a filiale. «Un normale avvicendamento necessario per la riorganizzazione», fanno sapere dall’Istituto di credito. Ma i risparmiatori rovinati dai consigli scellerati dei promoter di cui si fidavano e poi dal «salva-banche» la pensano diversamente. «Spostano le persone che conosciamo e che loro hanno usato per farci comprare obbligazioni spazzatura». Certo la tempistica degli spostamenti, il giorno dopo il naufragio dell’arca bancaria con sopra i risparmi di migliaia di persone, è sospetta, come dice Letizia Giorgianni, portavoce delle vittime del «salva-banche», oggi in piazza alla Leopolda (e Renzi potrebbe riceverli). Così quando vai a cercare dipendenti e direttori delle filiali della Banca Etruria per capire cosa sta succedendo ti rispondono che le comunicazioni sono affidate alle relazioni esterne della sede centrale.

Tutti hanno avuto indicazione di non parlare. Ma qualcuno di loro fa fatica a mantenere questa consegna del silenzio. Il peso di quello che è capitato è troppo. E così, alla fine, un direttore, con lunga carriera in una delle filiali della provincia decide di parlare. Uno sfogo più che un’intervista e a condizione che sia protetta la sua identità. Ieri era un giorno di riposo per lui, ma non di tranquillità. «E come faccio a stare tranquillo? Questa vicenda ha rovinato tanta gente e anche noi dipendenti. Oggi tutti ci trattano come dei truffatori di vecchietti».

Offrire titoli ad alto rischio, a chi mette in banca i risparmi di una vita come lo definisce? «Guardi che chi ha delle colpe pagherà e certamente anche tra noi dipendenti ci sarà chi ha avuto delle responsabilità. Perché offrire un’obbligazione subordinata a 10 anni a un anziano di 80 anni non si fa. Ma in tanti casi i dipendenti erano in buona fede. Hanno seguito le istruzioni dei dirigenti del commerciale. Ci veniva detto che dovevamo piazzare questi prodotti che servivano a ricapitalizzare la banca. Molti dipendenti, più di 500 gruppi familiari, sono rimasti fregati anche loro». Lei? «Anche io ho perso il valore delle azioni che avevo comprato e che avevo fatto comprare in famiglia».

Il direttore ha bene in testa la classifica delle responsabilità. «Prima di tutto la Banca d’Italia che nel 2013 richiese l’emissione di subordinate per patrimonializzare la banca. E si sapeva la situazione. Potevano almeno mettere come indicazione quella di rivolgere questo tipo di investimento solo ai mercati istituzionali, escludendo i piccoli risparmiatori».

Secondo responsabile: la politica. «Potevano salvare tutti. C’erano due miliardi pronti nel fondo di tutela depositi interbancario. E il governo doveva insistere con l’Europa sostenendo la verità e cioè che quei soldi non erano aiuti di Stato visto che provenivano da banche private. Potevano farlo e poi magari si andava a un contenzioso con l’Europa come con le quote latte, ma intanto si salvavano tanti risparmiatori incolpevoli». Il padre della ministro Boschi? «Faceva meglio a fare un passo indietro per rispetto della sua figliola quando è stato nominato vice presidente». Lei è d’accordo alla rivalsa sui beni degli amministratori della banca che hanno permesso tutto questo? «Sì certamente, chi ha sbagliato deve pagare. E adesso invece stiamo pagando solo noi dipendenti, trattati come appestati. Stanno facendo passare un messaggio terribile, che per salvare il nostro posto di lavoro abbiamo mandato a fondo tante famiglie che si fidavamo di noi».

Difficile per chi non ha più niente pensare il contrario no? Visto che è palese il conflitto di interesse del dipendente di una banca che desidera che sia solida e ripatrimonializzata ed è anche consulente al risparmio. «Certo lo capisco, ma le assicuro che i dipendenti delle banche oggi sono distrutti e hanno agito in buona fede. Non siamo noi il bersaglio da colpire, adesso, ma chi si copre dietro di noi».

Le rifaccio la domanda: eravate pressati dalla sede centrale

vendere queste obbligazioni? «Sì, c’erano riunioni dove ci veniva spiegato il prodotto spingendoci a collocarlo, ovviamente».

Adesso la proposta Padoan: «Una soluzione all’italiana, non si riuscirà a rimborsare tutti e verrà fuori una grande confusione».

Ed infine … ma principalmente da considerare quanto riportato .. , su il Fatto Quotidiano : http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/12/11/salva-banche-la-boschi-il-papa-e-il-caso-banca-etruria/2295547/

Salva banche: la Boschi, il papà e il caso Banca Etruria
di Andrea Scanzi | 11 dicembre 2015
Ieri, presentando il libro di Vespa, il ministro Boschi ha detto che suo padre è una persona perbene e che Banca Etruria non ha ricevuto favoritismi dal (suo) governo. Ne prendo atto e non fatico a crederci. Certo, magari sarebbe stato bello che ieri la Boschi avesse preferito al libro di Vespa la sua città, in questi giorni devastata dal caso Banca Etruria, ma capisco che dopo aver regalato a giugno la città al centrodestra imponendo un candidato smisuratamente debole e dopo che il suo governo (e la “sua” banca) hanno contribuito a gettare nella miseria migliaia di cittadini, Arezzo non sia ora la prima città che le venga in mente. Infatti, ad Arezzo, ieri c’era Salvini. E la Boschi no.

E’ assai probabile che, di fronte al disastro ormai conclamato, il governo Renzi non potesse fare altro che anticipare il bail-in di gennaio 2016 al 22 novembre scorso. I danni erano stati fatti prima, molto prima. Con gli omessi controlli, con i conflitti d’interesse, con i favori ai soliti noti. Con le regole cambiate in corsa, con l’atteggiamento di Bankitalia, con quello della Consob. Con una congrega di (pagatissimi) dirigenti che hanno fatto più danni della grandine. Già: ma la Boschi davvero non sapeva tutto questo?

Delle quattro bad bank “salvate”, la Banca Etruria è sempre sembrata più banca delle altre. L’ho detto anche ieri a Piazzapulita e qui desidero riassumere e integrare.

Dal 2011 fino al commissariamento dell’11 febbraio 2015, il papà Pierluigi faceva parte del Cda Etruria. Non appena la figlia Maria Elena diventa ministro, il papà diventa vicepresidente della Banca. Non solo: il ministro è azionista e il fratello è dipendente. Conflitti di interesse come se piovessero. La Banca Etruria viene commissariata a febbraio 2015, per un buco di 3 miliardi, sei volte il suo patrimonio netto, ma le obbligazioni subordinate vengono ancora sbolognate agli ignari e incolpevoli risparmiatori (che il governo Renzi vuole far passare per “speculatori”). Bankitalia, constatando le “forti criticità crescenti” e una situazione disastrosa, commina multe per 2.5 milioni di euro al cda della Banca. Viene multato per 144mila euro anche Pierluigi Boschi. Per cosa? “Carenza organizzazione e controlli interni, carenza gestione e controllo del credito, violazioni in materia di trasparenza, omesse inesatte segnalazioni”. Praticamente non ha fatto niente di tutto quello che doveva fare: anzi, ha fatto l’esatto contrario. Senz’altro persona “perbene”, come dice la figlia, ma che verosimilmente ha sbagliato lavoro.

La Banca Etruria, che Travaglio definì a febbraio “salotto di cattolici e massoni”, … OMISSIS …

C’è poi un altro aspetto. Da fine ottobre 2014 a gennaio 2015, strani movimenti riguardano alcune banche popolari. Su tutte l’Etruria. La banca è in crisi, ma molti di colpo si mettono a comprare azioni convinti che da marzo quelle azioni varranno molto di più. Perché? Non è dato sapere, ma è forse dato supporre. Nel pomeriggio del 20 gennaio 2015, in neanche due ore, il governo Renzi – tramite decreto – trasforma le banche popolari con almeno 8 miliardi di attivo in Spa. Chi ci guadagna di più? Guarda un po’: Banca Etruria, che registra in borsa la migliore performance dell’anno (+62.5%).

La Boschi, durante il Consiglio di ministri che vara rapidamente il decreto, non c’è. E’ assente. Ma questo non basta forse per non parlare di conflitto di interessi. Ah: molte di quelle plusvalenze e speculazioni “indovine”, che faranno poi supporre casi di “insider trading”, arrivavano da Londra. A Londra, del tutto casualmente, sta anche Davide Serra, noto finanziatore renziano col suo fondo Algebris. Serra ha poi dichiarato di non avere mai comprato azioni Banca Etruria, ma di avere acquistato molto prima – a inizio 2014 – azioni del Banco Popolare, salvo poi rivenderle pochi giorni prima del decreto. Perdendoci non pochi soldi (acquistate a 13,76, rivendute a 9,72). Non è tenuto a farlo, ma sarebbe interessante sapere a chi le ha vendute.

Ed infine, come puro argomento di riflessione…

Giordano, la storia vergognosa: che lavoro faceva il direttore
http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/11859020/carichieti-autista-direttore-giordano.html#.Vm2WlL7mpgs.facebook

Di Mario Giordano – 12 Dicembre 2015

Può una banca essere guidata da un autista? Ma sì, proprio un autista, formalmente inserito in organico come commesso e incaricato di trasportare sulla berlina di servizio il direttore generale: pare che la Cassa di Risparmio di Chieti la comandasse proprio lui. Mani sul volante e occhio al consiglio d’ amministrazione, scalava la quarta e pilotava le nomine. Il credito italiano rischia di sbandare? Ecco: in Abruzzo pensavano di aver risolto il problema affidandone il controllo allo chauffeur. Almeno così rivela Banca d’ Italia nella relazione con cui, nel settembre 2014, commissaria la CariChieti.

… OMISSIS …

Si tratta, per altro, di un personaggio particolare. Amico di Remo Gaspari, che gli fece da testimone di nozze, ribattezzato «Mister Preferenze» per le sue performance alle elezioni comunali, Domenico Di Fabrizio, 65 anni, ha lavorato alla CariChieti per una vita. Licenza media, modesta cultura, profilo basso. Non ha mai fatto carriera.

…. OMISSIS …

La Carige di Genova divenne famosa perché il gran capo Giovanni Berneschi aveva accumulato un tesoro da pascià ai danni dei risparmiatori (35 milioni di euro in Svizzera, 8 immobili e una cassaforte
piena di dobloni d’ oro e 30 prestigiosi Rolex), tanto che persino il figlio intercettato diceva di lui: “‘Sto cretino qui ha sicuramente rubato… ma se avesse rubato solo due milioni di euro nessuno diceva nulla…”. E la Ubi Banca, la famosa Bazoli’ s bank, presentata con il presuntuoso motto “Fare banca per bene” è finita nel mirino della Procura di Bergamo per una serie di operazioni bislacche, fra le quali l’ acquisto di beni di lusso (con i soldi della banca) che poi venivano rivenduti a prezzi irrisori ad amici e parenti. Fra questi uno yacht di 36 metri e il Cessna Citation 500, aereo a nove posti dell’ ex agente di vip Lele Mora.

L’ impressione è che con le magnifiche quattro di oggi si sia appena cominciato a scoperchiare il pentolone. Le banche italiane infatti sono una palude di amicizie e relazioni, intrecci di politica e favori. Sono come Robin Hood, ma all’ incontrario: tolgono ai poveri per dare ai ricchi. Non riescono a tenere in piedi i conti perché sono troppo impegnate a tenere in piedi le loro clientele.

Basta vedere il pasticcio che è stato fatto con le Fondazioni, che sono il vero cancro del sistema: per legge dovrebbero svolgere funzioni di utilità sociale, sostenere il territorio, promuovere beneficenza e comunità locali. In realtà continuano a controllare le banche con i loro consigli di amministrazioni pieni di politici, ex politici, trombati e raccomandati.

Usano la solidarietà per coprire i loro intrallazzi. Appena provi a toccarle, si mettono a strillare: “Volete danneggiare il volontariato, il no profit, il terzo settore?”.

… OMISSIS …

E per completare la panoramica delle indiscrezioni che stanno man mano emergendo … finora mai smentite… :

Che sbadati i genitori di Renzi: si sono scordati di dichiarare la loro nuova società, e il nuovo socio in affari. E chi sarà mai? Non sarà mica l’ex presidente di Banca Etruria, Lorenzo Rosi. Perché il mondo è molto piccolo, ma questa è davvero una coincidenza bislacca

Bechis scopre che Tiziano e Laura Renzi hanno dichiarato di non avere novità patrimoniali nel 2015, eppure sono diventati socio e amministratrice di una società in cui c’è anche Nikila Invest, ovvero quella che si è comprata (a un ottimo prezzo) il teatro comunale di Firenze, e per cui lavora anche Lorenzo Rosi, patron (cacciato da Bankitalia) di Etruria…

http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/che-sbadati-genitori-renzi-si-sono-scordati-dichiarare-loro-114877.htm

Anna Maria Greco per “il Giornale” 13 dic 2015 14:02

Occhiali a specchio, musica ritmata di sottofondo e documenti in mano Franco Bechis lancia la sua accusa su Facebook dal suo quotidiano «Abitacolo», registrato nell’auto in mezzo al traffico cittadino.

E l’accusa è pesante, perché investe direttamente il premier Matteo Renzi, attraverso la sua famiglia. E si riassume nel termine: conflitto d’interessi.

In sostanza, il vicedirettore di Libero dice che il padre del capo del governo, Tiziano e la madre Laura Bovoli, hanno giurato il falso «sul proprio onore», nelle dichiarazioni patrimoniali d’obbligo come genitori del premier, pubblicate sul sito di palazzo Chigi del 2014 (relative al 2013) e confermate senza variazioni nell’agosto 2015, in cui si cita solo la ditta a nome di Tiziano Renzi e la società Eventi Sei, di cui è presidente con l’8 per cento la signora Laura (azioniste le figlie).

Perché hanno nascosto la scottante verità, di essere in affari con Lorenzo Rosi, presidente di Banca Etruria prima del commissariamento, oggi nell’indagine della Procura di Arezzo. Hanno nascosto l’uno, Tiziano Renzi, di avere il 40 per cento della società Party srl di Rignano sull’Arno e l’altra, Laura Bovoli, di esserne amministratore delegato unico.

Società fondata nel novembre 2014, dunque prima della seconda dichiarazione patrimoniale dei Renzi, di cui uno dei due soci era la Nikila Invest, società immobiliare che compra grandi complessi e li trasforma in resort di lusso per immetterli sul mercato internazionale. Consocio dell’avventura è appunto Rosi, che ha creato con altri soci, «misteriosi» secondo Bechis, una terza società legata a questi affari, la Egnazia Shopping. Con essa ha fatto un bell’affare con il Comune di Firenze, di cui è sindaco il renziano Dario Nardella, successore dello stesso premier, sottolinea il giornalista.

…. OMISSIS ….

Proprio allora Rosi, si getta nella nuova avventura e investe il suo denaro creando la Ignazia Shopping, che lo lega a papà Renzi.

«Confitto d’interessi gigante», denuncia dopo le rivelazioni di Bechis Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia, chiedendo la testa del premier. «È gravissimo – dice – che i genitori del premier abbiano volontariamente omesso di citare le loro reali cariche societarie nella dichiarazione che devono alla Presidenza del Consiglio. In un paese normale un premier normale si sarebbe già dovuto dimettere».

… OMISSIS…

CONCLUSIONI

Non riesco neanche a trovare parole adeguate ad un simile summa di responsabilità in questa marea montante di reati di ogni genere in danno dei risparmiatori della Banca Etruria, dei correntisti, dei cittadini italiani riguardo ai diritti contorti, distorti, denegati, annullati, sottratti.

Noi di AlbaMediterranea di nuovo rilanciamo nella fase attuale.. ricapitolando in base a quanto fino a qui prodotto oggi in Italia ed in Europa abbiamo :

Da una parte la truffa gigantesca messa in atto dai funzionari di ogni ordine grado delle quattro banche massicciamente coinvolte in questa mega truffa

…. Banche ora salvate dagli infami che hanno proposto e ratificato con leggi nazionali (D.L. 180 del 16 novembre 2015 e 183 del 22 novembre) uno sgorbio osceno del “Diritto”…

dall’altra … ed in aggiunta contemporaneamente …. la perdita del diritto alla Proprietà (beni /opere /risorse /identità personale/culturale) istituzionalizzata per legge dall’Europa e ratificata e confermata anche dallo pseudo (ed abusivo) Parlamento italiano..;

Una doppia martirizzazione (attraverso infame contorsione e travisazione logico/giuridica) del cittadino creatore di valore reale… che invece di essere salvaguardato dagli infami truffatori, non solo non viene tutelato ed assistito … ma al contrario pure perseguitato per essere stato truffato…

Ed infine… sul terzo lato… l’aspetto dei conflitti di interesse, di insider trading, di aggiotaggio ravvisabili nella catena di dirigenza a cominciare dalle varie banche per finire ai ministri e alla presidenza della Repubblica … tutti personalmente coinvolti….…

Se fossimo un giudice indagatore non saprei da che parte cominciare… (si fa per dire!) ….

Noi sapremo perfettamente da dove cominciare …

E Lei Procuratore lo sa???

Insomma all’apparenza un delirio del paradosso e non – senso…

Una follia generalizzata ed istituzionalizzata… ma solo apparenza.

Uno scenario sinteticamente rappresentabile come una vittima di un investimento stradale, che dolorante sul bordo della strada, viene rapinata dai presenti all’evento… ed infine il poliziotto giunto sul luogo invece di soccorrerla e tutelarla… la stupra ….

Da considerare come altri scempi istituzionalizzati dai subdoli saccheggiatori (dicasi rappresentanti delle massime cariche dello Stato ed istituzionali…) che ci hanno spogliato di ogni diritto, ogni sovranità, ogni bene ed ogni risorsa di qualunque genere e natura di cui noi disponessimo… finanche quello che … seppure nella povertà ed indigenza più assoluta comunque contraddistingue un popolo libero da un popolo schiavo….. comunque dotati …

Dell’inalienabile diritto di proprietà personale.

Questa condizione noi la chiamiamo RIDUZIONE IN SCHIAVITU’…

Per tutti questi, motivi, ragioni, diritti… CHIEDIAMO QUINDI

di procedere all’immediato arresto di coloro in epigrafe che rifiutassero di aderire alle finalità di difesa e tutela dei DIRITTI dei CITTADINI, della piena applicazione delle residue liberta democratiche garantite delle Istituzioni e dalla piena realizzazione del dettato della Costituzione e dei Codici dello Stato, come qui ampiamente descritto, di procedere per la penale punizione dei colpevoli ai fini di:

a) assicurare la prova dei reati;
b) impedirne la soppressione e l’inquinamento delle prove
c) impedire la continuazione dei reati;
d) assicurare la solvibilità dei responsabili nei confronti dello Stato e dei cittadini italiani cui deve essere risarcito l’ingente ed immane danno reale, morale ed esistenziale cagionato con i comportamenti che si sono descritti.

Ricordo, sottolineo ed enfatizzo ad uso di chi mi legge rammentando l’obbligatorietà dell’azione penale in caso di evidenti violazioni di legge e l’altrettanto obbligatorio arresto in caso di flagranza di reato, e nelle descrizioni qui prodotte se ne sono verificate a josa, ricordo altresì il giuramento prestato nei confronti della Costituzione, delle Istituzioni, della Repubblica, dello

Stato e dei Cittadini italiani tutti, a cui l’operato di questo giudice si deve uniformare e deve rispondere, e di cui noi a nostra volta saremo severi giudici.

Chiediamo quindi la punizione nei termini di legge per tutti i reati sopra contestati, e quant’altro ravvisabile nell’esposizione dei fatti a scaturenti dalle indagini, il ripristino della legalità, della giustizia e le più severe sanzioni e condanne previste dalla LEGGE.

Ci riserviamo inoltre di costituirci parte civile nell’instaurando procedimento penale;
e, ai sensi dell’ex art. 408 c.p.p., chiediamo di essere avvisati in caso di richiesta di archiviazione.

Chiediamo inoltre di essere avvisati in caso di proroga del termine delle indagini preliminari, ex art. 405 c.p.p., e di essere sentiti personalmente

IN FEDE.

……………………..

Fonte: https://docs.google.com/viewer?a=v&pid=sites&srcid=ZGVmYXVsdGRvbWFpbnxhbGJhbWVkaXRlcnJhbmVhMXxneDozYjYzMjg5Yjc5NWMzZjU4

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