Libertà democratica fumettistica – Un referendum sull’invasione migratoria è improponibile

democrazia?

La strage di Parigi non andrebbe letta in chiave esclusivamente europea. Diciamo che è l’unica fra le stragi più recenti di cui gli europei si sono accorti; pur essendo stata preceduta – pochi giorni fa – dalla bomba sull’aereo russo (224 morti), dalla carneficina del quartiere sciita di Beirut (42 morti) e da un paio di mattanze “minori” nell’Africa sub-sahariana.

Di fronte a tutto ciò, anche di fronte a tutto ciò, i governanti europei hanno continuato a far finta di niente, e semmai hanno intensificato gli sforzi per la “accoglienza”, per la “integrazione”, per la “solidarietà”, fingendo di non sapere che una parte dei nuovi arrivati svolge la funzione di avanguardia di un esercito invasore che si appresta ad aggredire l’Europa. Né si tratta di normali truppe combattenti, ma piuttosto di una “quinta colonna” che ha il compito di sobillare i tanti, i troppi musulmani residenti nell’Unione Europea (già prima dell’ondata siriana erano ben 26 milioni!) e di convincerli a prendere le armi contro i residenti “infedeli”. È in questa chiave che vanno letti alcuni fenomeni: come quello dei “foreign fighters”, musulmani con passaporto europeo (grazie allo ius soli) che vengono addestrati sui campi di battaglia e “restituiti” all’Europa, in attesa dell’ora X; o come quello degli attentati clamorosi, eclatanti, condotti non tanto o non soltanto per colpire i padroni di casa, quanto – soprattutto – per eccitare la fantasia dei musulmani più sprovveduti e per renderli disponibili e permeabili alle parole d’ordine jihadiste.

Queste sono cose note e arcinote negli ambienti diplomatici e dell’intelligence; e sono cose che certamente i diplomatici e gli uomini dei servizi hanno riferito ai loro referenti politici: capi di governo, ministri, organismi parlamentari. Sono cose che – quanto meno dopo l’attentato al “Charlie Hebdo” – avrebbero dovuto indurre i governanti europei ad alzare la guardia.

E, invece, l’hanno colpevolmente abbassata, come dimostra l’improvvisa (e sospetta) conversione di madame Merkel ad accogliere il nuovo flusso migratorio proveniente dalla Turchia. La Turchia – si badi – è un Paese che non ha ostacolato il sedicente Stato Islamico, chiudendo un occhio (tutt’e due, secondo i maligni) sull’andirivieni di foreign fighters e su un similcontrabbando di armi e rifornimenti destinati all’ISIS. E la Turchia – aggiungo – è sospettata di avere per certi versi favorito la nuova direttrice di marcia migratoria, per motivi noti e meno noti. Non mi stupirei – osservo per inciso – se si scoprisse che il passaporto falso di uno degli attentatori di Parigi sia stato fabbricato in Turchia.

In sostanza – tornando al tema dell’invasione – l’obiettivo di qualcuno è quello di trasformare l’Europa: dal punto di vista etnico, politico, culturale e, non ultimo, dal punto di vista religioso (anche se questo Papa sembra non essersene accorto).

Ma chi è questo “qualcuno”? I “qualcuno” – mi si perdoni il bisticcio – sono più d’uno. Certamente, la Turchia di Erdoğan è uno di questi soggetti: chiaramente, il suo obiettivo è di tornare ai fasti dell’Impero Ottomano, quando i possedimenti turchi si estendevano su tre continenti: dalla Libia all’Egitto, dall’Arabia alla Siria, dalla Tracia ai Balcani, fino all’altra riva dell’Adriatico, a poche braccia di mare dalle nostre coste. Certamente, gli Stati Uniti sono un altro dei “qualcuno”, essendo interessati a tenere perpetuamente sotto scacco un’Europa che solo la minaccia di un pericolo esterno (in questo caso il fondamentalismo islamico) può indurre ad accettare una colonizzazione sempre più evidente: NATO, basi militari, trattati di libero scambio, eccetera. Ma il “qualcuno” per antonomasia è rappresentato dall’apparato della speculazione finanziaria internazionale che intende impadronirsi dell’economia reale di tutti gli Stati, e che ha bisogno, ha disperato bisogno di ridurre la remunerazione del lavoro fino al raggiungimento degli standard miserabili dei Paesi più poveri del mondo.

E le nostre classi governanti (quella italiana e quella europea) che cosa fanno per opporsi a questi disegni? Nulla, assolutamente nulla. Anzi, fanno di tutto per favorirli. Lo fanno imponendo al popolo italiano (e ai popoli europei) di accogliere sul nostro suolo milioni di stranieri, in larga parte musulmani. Lo fanno propagandando un modello di società multietnica e multiculturale che è una scommessa con la morte. Lo fanno consegnando interi quartieri delle nostre città agli stranieri, costringendo il popolo delle periferie ad una coabitazione sempre più problematica.

E con quale autorità un Renzi o un Alfano decidono di attuare una accoglienza che il popolo italiano non vuole? Con quale autorità decidono che anche l’Italia debba rischiare attentati come quelli di Parigi perché «è fatale» che tra i milioni di immigrati che ospitiamo ci sia «una piccola parte» di terroristi? Perché – ripeto ciò che ho detto in altre occasioni – perché non si chiede al popolo italiano di pronunziarsi a favore o contro l’invasione migratoria?

Il perché ve lo dico io. Perché Renzi, Alfano, Boldrini e compagnìa cantante sanno benissimo che sarebbero sommersi da una valanga di NO. E perché le Eccellenze Loro vogliono continuare a fare l’esatto contrario del volere del popolo sovrano: in tutta libertà, senza vincoli di sorta, senza le fastidiose formalità di una normale democrazia.

D’altro canto – si sa – in Italia la democrazia viene evocata solamente il 25 aprile, anniversario della “liberazione” ad opera degli americani. Negli altri 364 giorni dell’anno è sufficiente obbedire ai “liberatori”.

Michele Rallo

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