Complotto internazionale – Papa Francesco non demorde e prosegue la sua battaglia riformatrice

Papa Francesco resiste

«Un reato, atto deplorevole che non aiuta». Papa Francesco rassicura i fedeli parlando all’Angelus del nuovo vatileaks. «So che molti di voi sono stati turbati dalle notizie circolate nei giorni scorsi a proposito di documenti riservati della Santa Sede che sono stati sottratti e pubblicati», dice papa Francesco.

E aggiunge, subito, chiaramente: «Per questo vorrei dirvi anzitutto che rubare quei documenti è un reato, è un atto deplorevole che non aiuta. Io stesso avevo chiesto di fare quello studio, e quei documenti io e i miei collaboratori già li conoscevamo bene e sono state prese delle misure che hanno cominciato a dare dei frutti, anche alcuni visibili».

E ancora: «Ma voglio dirvi anche che questo triste fatto non mi distoglie certamente dal lavoro di riforma che stiamo portando avanti con i miei collaboratori e con il sostegno di tutti voi. Sì, con il sostegno di tutta la Chiesa, perché la Chiesa si rinnova con la preghiera e con la santità quotidiana di ogni battezzato».

Il Papa chiede ancora di essere accompagnato dalla preghiera «senza lasciarvi turbare, ma andando avanti con fiducia e speranza». Prima dell’Angelus, papa Francesco aveva spiegato anche quali sono le cose che i cristiani non devono fare. E aveva indicato in superbia, avidità e ipocrisia, i tre difetti degli scribi, i maestri della legge, i tre difetti che non devono avere i seguaci di Gesù. Papa Francesco, all’Angelus, commenta il brano del Vangelo facendo l’identikit del cristiano.

E spiegando che essi non devono essere come i farisei che amano «ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti», nascondendo falsità e ingiustizia. «Mentre si pavoneggiano in pubblico», ricorda Francesco, «usano la loro autorità per “divorare le case delle vedove”, che erano considerate, insieme agli orfani eagli stranieri, le persone più indifese e meno protette. Infine, gli scribi “pregano a lungo per farsi vedere”. Anche oggi esiste il rischio di assumere questi atteggiamenti. Ad esempio, quando si separa la preghiera dalla giustizia, perché non si può rendere culto a Dio e causare danno ai poveri. O quando si dice di amare Dio, e invece si antepone a Lui la propria vana gloria, il proprio tornaconto».

Al contrario, i cristiani devono prendere esempio dalla vedova del Vangelo che getta le sue monetine nel tempio. «Appena due spiccioli», commenta il Papa, ma «Gesù osserva attentamente quella donna e richiama l’attenzione dei discepoli sul contrasto netto della scena.

I ricchi hanno dato, con grande ostentazione, ciò che per loro era superfluo, mentre la vedova, con discrezione e umiltà, ha dato “tutto quanto aveva per vivere”; per questo – dice Gesù – lei ha dato più di tutti. A motivo della sua estrema povertà, avrebbe potuto offrire una sola moneta per il tempio e tenere l’altra per sé. Ma lei non vuole fare a metà con Dio: si priva di tutto.

Nella sua povertà ha compreso che, avendo Dio, ha tutto; si sente amata totalmente da Lui e a sua volta Lo ama totalmente. Gesù, oggi, dice anche a noi che il metro di giudizio non è la quantità, ma la pienezza; non è questione di portafoglio, ma di cuore. Amare Dio “con tutto il cuore” significa fidarsi di Lui, della sua provvidenza, e servirlo nei fratelli più poveri senza attenderci nulla in cambio.

Di fronte ai bisogni del prossimo, siamo chiamati a privarci di qualcosa di indispensabile, non solo del superfluo; siamo chiamati a dare il tempo necessario, non solo quello che ci avanza; siamo chiamati a dare subito e senza riserve qualche nostro talento, non dopo averlo utilizzato per i nostri scopi personali o di gruppo».

C’è differenza tra cuore e portafoglio, dice il Papa, perché si può avere il portafoglio pieno, ma il cuore vuoto. Il Papa racconta un aneddoto di Buenos Aires: una mamma a tavola con i tre figli e stavano mangiando cotoletta alla milanese. Bussano alla porta e uno dei bambini va ad aprire.

Era un mendicante e la mamma dice ai bambini: “cosa facciamo? Gli diamo da mangiare?” e al sì dei bambini la mamma taglia a metà ciascuna delle loro cotolette. I bambini allora protestano dicendo alla mamma di prendere dal frigo, ma la mamma spiega che si dà del proprio. «Quel giorno sono sicuro che hanno avuto un po’ di fame, ma hanno imparato qualcosa di importante», sottolinea il Papa indicando quella «vecchietta» del Vangelo come modello da seguire.

Famiglia Cristiana

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