YEMEN, L’ITALIA SMETTA DI APPOGGIARE I CRIMINI SAUDITI

gentiloni

Lettera aperta al Ministro Gentiloni

Ministro, Le scriviamo mentre siamo impegnati in sit-in e digiuni contro i bombardamenti sauditi in Yemen, un ennesimo crimine. Ci sembra incredibile che Lei esprima “comprensione” per i Saud e dia a intendere che l’Arabia saudita bombarda lo Yemen (con molte vittime civili) anche per prevenire un’ulteriore diffusione del terrorismo!

I Saud, come altri petromonarchi e come gli uomini d’affari del Golfo,
insieme ai paesi della Nato hanno fomentato in modo diretto e
indiretto le forze terroriste, da Al Qaeda (e Al Nusra) a Daesh/Isis.
Daesh settimane fa in Yemen ha fatto una carneficina ai danni proprio
delle moschee degli houthi contro i quali l’Arabia saudita combatte
con i suoi aerei (italiani?) e l’appoggio determinante degli Usa.

L’Arabia saudita sostiene terroristi sedicenti islamici sin dai
mujahidin nell’Afghanistan degli anni 1980, e in tempi recenti in
Iraq, Libia e Siria. Ci sono le prove. E l’Italia per anni ha fatto
parte degli “Amici della Siria” insieme a sauditi, qatarioti,
statunitensi eccetera.

L’Italia deve dissociarsi dai bombardamenti sauditi. Così come deve
dissociarsi dal continuo sostegno armato offerto da petromonarchi,
Stati uniti e Turchia a gruppi armati in Siria.

RETE NO WAR (tel 3312053435)

…………….

COMUNICATO INIZIATIVE NO WAR

NO WAR: “CONTRO I BOMBARDAMENTI SAUDITI IN YEMEN”, SIT IN E DIGIUNI
DAVANTI ALL’AMBASCIATA SAUDITA

Il 9 e 10 aprile davanti all’ambasciata dell’Arabia saudita a Roma
esponenti della Rete No War (alcuni in digiuno di protesta)
manifestano nuovamente contro i criminali bombardamenti sauditi sullo
Yemen, che – con il pretesto di contrastare i ribelli houthi -
uccidono civili e aiutano il propagarsi di Al Qaeda, nemica degli
houthi. L’ingerenza saudita nello Stato viola tutti i principi
dell’umanità e del diritto. Lo Yemen è uno Stato povero ma
strategicamente importante (per il controllo dei traffici marittimi
fra Mediterraneo e Oceano indiano) e là l’Arabia saudita combatte per
la sua supremazia, accusando i ribelli houthi di essere foraggiati
dall’Iran, il suo grande nemico.

Nel denunciare il fatto che l’attacco guidato dai sauditi hanno già
ucciso 540 persone (74 bambini) e fatto 1.700 feriti, la Rete No War
sottolinea anche il fatto che questa guerra contro il popolo e gli
houthi sta aiutando, in Yemen, le forze più sanguinarie come al Qaeda
nella penisola araba e Daesh (sedicente Stato islamico), che ha
rivendicato settimane fa la strage di centinaia di fedeli in preghiera
nelle moschee houthi.

Già sabato 4 aprile a Roma, la Rete No War ha convocato una PRIMA
manifestazione davanti all’Ambasciata dell’Arabia saudita contro
l’aggressione al popolo dello Yemen da parte della petromonarchia. E’
stata la prima manifestazione di occidentali contro quest’ultima
vergogna. http://stefanomontesi.photoshelter.com/gallery-image/Rete-No-War-manifesta-contro-Arabia-Saudita/G0000.pycuumI28Y/I0000Y6ZSnn6FpZc

Hanno partecipato alcuni attivisti della stessa Rete. Ancora una
volta, come accade dal 2011, è latitante l’opposizione sociale alle
guerre che l’Asse della guerra composto da Nato e Golfo portano avanti
sfasciando intere regioni (Medioriente, Africa del Nord, Africa
sub-sahariana) con bombardamenti diretti oppure fomentando gruppi
terroristi locali, da Al Qaeda fino a Daesh. Non ci sono abbastanza
parole per condannare l’infernale politica di guerra e di sostegno al
terrorismo perpetrata da decenni dai petromonarchi e dai loro alleati
occidentali.

Come si legge sui cartelli della manifestazione, Rete No War chiede
all’Italia che si dissoci e smetta di vendere armi al suo primo
compratore: i sauditi appunto. Rete No War lancia l’idea di una
giornata internazionale di azione sull’Arabia saudita – nel contesto
di una netta dissociazione anche dall’operato delle altre
petromonarchie e della Nato.

Rete No War denuncia il ruolo dell’Arabia saudita anche nel fomentare
il terrorismo in Siria. E coglie l’occasione che intimare all’Italia
di dissociarsi dalla politica di Usa e Turchia che stanno addestrando
altri gruppi armati in Siria, dove la tragedia dura da quattro anni.

per Rete No War
3312053435

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