Risanare l’economia è facile, basta liberarla dal cappio del signoraggio bancario

Per risanare una economia qualsivoglia, sono indispensabili:

1) La sovranità monetaria (lo hanno sottolineato anche gli economisti Bruno Amoroso, Nino Galloni e Martin Wolf, tra gli altri), essendo la moneta strumento della circolazione intermediata delle merci (pure la circolazione immediata è possibile, ma entro evidenti limiti),
2) Il controllo politico popolare sulla sovranità monetaria,
3) L’intelligenza sufficiente a gestire nel migliore dei modi i termini (1) e (2), il che include una doverosa coscienza sindacale di classe.
Questi tre punti indicano una linea in piena controtendenza alle direttive Bce-UE-Fed-Fmi-Usa, il che rende il problema concretamente indigesto (alla finanza ‘apolide’).

E tutto ciò accade in un mondo mediamente ancora così ignorante che moltissimi credono ancora che i prestiti vengano erogati dalle banche sottraendoli dai risparmi dei depositi, benché persino il Financial Times (24.04.14) e i report della Banca d’Inghilterra (Bank of England, Quarterly Bullettin, n°1, 2014) abbiano chiarito che è vero il contrario: la banca eroga il prestito creando moneta dal nulla, senza contabilizzarla in attivo (il che configura un falso logico e giuridico, come più che giustamente osservava Giacinto Auriti, voce certamente autorevole, essendo il denaro una fattispecie giuridica, poiché afferente le relazioni sociali tra gli individui), sicché tale circostanza, conferma Wolf, genera inevitabilmente instabilità finanziaria che approda inevitabilmente a crisi indotte sempre più gravi.
“Spogliare le banche private del potere di creare denaro” è, nientemeno, il titolo di un articolo pubblicato da Wolf sula Financial Times, spiegando che tale potere deve essere restituito alla collettività (poiché in una società sana il ministero del Tesoro dovrebbe essere governato dal controllo politico democratico reale dei cittadini).

Le lobby bancarie hanno finora distrutto l’economia Usa (a partire dal 1913), quella dell’Europa occidentale (a partire dall’introduzione dell’eurocrazia), e minacciano in modo consistente di distruggere pure l’economia britannica (secondo l’europarlamentare Godfrey Bloom).

Ma poche voci, finora, ancor troppo poche, si sono levate contro questo catastrofico stato di cose.
Il danno gravissimo del potere che si lascia in concessione alla finanza ed ai banchieri privati era già stato denunciato con forza da Lor Bertrand Russel nel 1930, come elemento di devastazione di ogni equilibrio sull’economia reale e sul benessere dei popoli.

E’ indispensabile che le analisi e le voci di dibattito continuino a moltiplicarsi e diffondersi, a questo riguardo.

Vincenzo Zamboni

Post Scriptum

La Banca d’ Italia è stata sempre privata , le basi furono buttate fine 1800 con la fusione del banco di Sicilia Napoli Roma neanche Mussolini riusci a statalizzare la banca d Italia ma con un meccanismo riusci a metterla sotto controllo fino al 1981….. Colpo di grazia 1992. ( il governatore sceglie il tasso di sconto ovvero gli interessi da SOLO).
Precisazione:
I tassi di sconto sui TDS furono suggeriti e poi approvati dal consigliori Mario Draghi che a quei tempi era funzionario alla Banca d’Italia e componente nella commissione tecnica presso il Ministero del Tesoro, a cui suggerì allora Andreattta che gli interessi dovevano essere fissati dal mercato finanziario internazionale e non dal Ministero(famoso divorzio stato-banca) ovvero a favore dei speculatori incalliti. “Mors tua vita mea” A kitt è murt i stramurt.
Bene.
E chi suggerì ad Andreatta di suggerire ?
E’ qui che il discorso si può fare interessante.
Nino Galloni, in una intervista, dichiarò “Pressioni del mondo politico e finanziario internazionale insostenibili”, traduzione in breve: minacce e ricatti dei poteri forti.
Da indagare con cura.

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