Pasqua, religione e barbarie – La tradizione dell’agnello pasquale… che accresce i peccati del mondo

Mancano pochi giorni alla Pasqua dell’anno 2014 e ormai la consueta strage di animali innocenti e inermi è stata completata o quasi. Ma spero che questo mio scritto serva comunque a far riflettere coloro che stanno per mangiare quello che fino a pochi giorni fa era un animale appena nato, un nostro fratello.

Mangiare l’agnello a Pasqua è una tradizione. Ma cosa sono le tradizioni? Un perpetuarsi di atti che vengono compiuti per le più svariate ragioni, da anni, secoli e talvolta millenni.

La tradizione è un qualcosa che si compie sempre uguale e lo scopo di questo ripetersi, come nel caso dell’usanza millenaria di mangiare agnello a Pasqua, è uno solo: mantenere l’Umanità legata al passato affinché non possa emanciparsi, non possa migliorarsi, non possa crescere, non possa evolversi. La tradizione è sinonimo di stasi, di immobilità spirituale e anche fisica, perché, se lo spirito non si evolve, non può farlo neppure il nostro corpo.

In sostanza, le tradizioni sono la palla al piede dell’Umanità, che la tengono incarcerata ai pregiudizi e all’impossibilità di esprimere tutto il suo potenziale. Non a caso gli scienziati dicono che l’uomo usa si e no l’8/10% delle capacità del suo cervello. Perciò, finché rimarrai legato e osservante delle tradizioni, non ti svilupperai mai.

Le tradizioni sono spesso di origine religiosa e infatti sono le religioni che le portano avanti con ricorrenze annuali di riti e pratiche spesso cruente, a scapito ovviamente dei più deboli e indifesi, gli animali. A quale secondo scopo ? Distrarre gli uomini dall’eventualità che essi pensino, che ragionino con le loro teste, perché se ragionano potrebbero capire che attorno a loro è stato costruito un velo di nebbia che impedisce di vedere la realtà e li tiene separati dalla vera vita.

Perciò, a Pasqua, e anche dopo, fatti guidare di più dalla testa e dal cuore e meno dal palato.

Marco Bracci

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