Franco Libero Manco: “Filosofia di vita vegetariana”

Molti considerano fuori luogo chiedere leggi a favore degli animali mentre giornalmente si assiste a fatti di crudeltà inauditi dell’essere umano verso i suoi stessi simili. Nei dibattiti pubblici si discute ininterrottamente di diritti umani, di giustizia sociale, di solidarietà, di pace ecc., ma parlare della violenza e dell’ingiustizia perpetrata giornalmente agli animali è considerato un argomento a dir poco seccante, inappropriato, di nessuna importanza, tanto che si rischierebbe la derisione ad intercalare questo problema tra i grandi problemi umani.

Ce lo vedete il papa, il presidente della Repubblica o del Consiglio nei dibattiti pubblici a chiedere rispetto e amore per gli animali? Non solo cadrebbe in contraddizione con se stesso dal momento che nessuno di questi risulta essere vegetariano, ma avrebbe la reazione furente di tutte le lobby dell’industria di allevamento e macellazione.

La nostra filosofia di vita va oltre la logica antropocentrica: noi siamo profondamente convinti che i crimini tra umani dipendano proprio dalla capacità di separare la violenza umana da quella all’animale, l’ingiustizia umana da quella all’animale, dalla nostra indifferenza verso la sofferenza dell’altro, del diverso, del debole, del piccolo. Aver ucciso il rimorso verso la condizione cui abbiamo condannato l’immensa folla degli animali, nostri fratelli, questo è il più imperdonabile dei peccati.

Non ci si rende conto che le nostre scelte alimentari quotidiane ci mettono drammaticamente in contraddizione con noi stessi. Non ci si rende conto della diretta correlazione esistente tra il fregarsene delle tremende condizioni di miliardi di animali e della loro agonia prima di mangiarceli, per soddisfare la nostra malsana degradante sete di sangue e di carnami. Siamo abituati a considerare gli animali sacrificabili ai nostri deviati piaceri gastronomici, perché così è sempre stato, e questo fa comodo a chi mentre parla di giustizia, di doveri e libertà, non gli puoi chiedere di rinunciare alla bistecca per essere coerente con la giustizia che proclama.

Nei dibattiti pubblici, tra qualche sporadico nutrizionista indipendente ed uno male informato, quando quest’ultimo giustifica il consumo di prodotti animali, nel momento in cui si sfiora il problema etico alzano le mani a guisa di arresa, come per dire “se è una questione etica allora nulla da eccepire”. Come se parlare di etica fosse l’ultima delle appendici, un problema relegato a ai poeti, ai sentimentali, ai romantici, a coloro che vivono una dimensione utopistica, irrazionale. Mentre l’etica è ciò che regge il mondo, ciò che fa dell’uomo un essere evoluto, dotato di coscienza, di sensibilità e senso di giustizia.

Ma una cultura sociale, sostenuta da quasi tutte le grandi religioni, che autorizza a non percepire i sensi di colpa delle nostre azioni a danno di creature innocenti, anzi inclina, favorisce, giustifica e benedice la violenza sul più debole, può trascinare l’umanità in una tremenda nemesi di dolore. A chi manca il sentimento di giustizia e di compassione non dovrebbe essere eletto a governare un popolo.

Avere rimorsi di certe nostre azioni che generano ad altri sofferenza serve a non farci cadere nei medesimi errori e ad impegnarci ad essere migliori. Non avere nulla da rimproverare a se stessi questo è ciò che rende liberi e forti. Ma se la nostra vita è motivo di dolore o morte per chiunque allora la nostra esistenza è una maledizione per la creazione tutta.

Franco Libero Manco

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