Lettera a Renzi affinché ci ripensi.. e faccia approvare una legge elettorale democratica

al Premier (in fieri) Matteo Renzi

Ancora per una legge elettorale rispettosa della democrazia

Due punti fondamentali.
1. L’esclusione di chiunque sia indiziato di reato; non può entrare, non può candidarsi.
Perché il Parlamento è l’organo della legge; e chi vi entra dev’essere ineccepibile su questo punto;
dev’essere esemplare nel rispetto della legge.
Come avviene in altre delle maggiori nazioni europee.
Non possiamo più continuare con un Parlamento corrotto come quello dell’attuale legislatura,
e delle altre passate, con decine di persone disoneste e corrotte (nell’attuale 114 hanno problemi con la giustizia); non possiamo continuare ad essere la più corrotta tra le maggiori nazioni europee; e questo nel Parlamento stesso.
È evidente che anche la legge Severino è solo un primo passo e non basta, che bisogna andare oltre, verso un’onestà intatta.

2. La riduzione della presenza in Parlamento a due sole candidature. Due sole in vita.
Sempre per il principio di sovranità popolare: il cui esercizio dev’essere il più possibile aperto a tutti i cittadini; che devono succedervisi il più possibile.
Non ristretto a pochi, che vi restano per anni ed anni, quando non per una vita intera.
Nell’Atene antica le magistrature potevano essere ricoperte per un solo anno in vita;
proprio affinché molti potessero avvicendarvisi; e affinché nessuno se ne appropriasse.

Bel prodotto l’Italicum di Renzi e Berlusconi; belle le innovazioni di Renzi in accordo col vecchiume di Berlusconi, bello l’incontro di ambizione e criminalità.
Dove la democrazia è negata
con l’assenza di elezioni primarie generalizzate;
con i candidati scelti non dai cittadini ma dai partiti, in lista chiusa;
con candidati che possono presentarsi in più collegi, in luoghi estranei, cui non appartengono e che non conoscono;
e senza una legge sul conflitto d’interessi.
Renzi inizia davvero bene la sua grande carriera la comincia assoggettando il PD alla Destra, iniziando così la sua ulteriore distruzione.

Prof. Arrigo Colombo .

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