Sessismo animale, carne e preghiere espiatorie – Incongruenze religiose delle fedi che consentono l’uccisione di animali

Nessuna istituzione come quella cattolica ha ostacolato, e ancora oggi ostacola, l’adozione di un sistema alimentare vegetariano, in difesa degli animali e della salute umana.

Il dominio incontrollato sulla natura e sugli animali posti a sua completa disposizione da un dio tutt’altro che giusto, equanime e misericordioso, da una parte produce nel clero un senso di insensata superiorità egemone, dall’altra lo rende indifferente verso la sofferenza e la morte dell’animale e, spesso, degli esseri umani e quindi di fatto gli impedisce il raggiungimento della vera dimensione spirituale, della vera spiritualità che inevitabilmente richiede la compassione universale.

Santi, mistici, anacoreti, padri del deserto, grandi iniziati, filosofi ecc. di ogni tempo e religione avevano intuito l’infausto influsso della carne sulla libido e raccomandavano a coloro che intendevano procedere nella vita della realizzazione spirituale l’assoluta astinenza dal sangue, dalla violenza e dalla carne causa di umori fautori dell’impulso irrefrenabile della libido.

Ma la religione cattolica non è mai ritenuto considerare tali importanti insegnamenti, neanche quelli dei suoi Santi e Padri della Chiesa, anche se ai prodotti carnei è attribuibile gran parte il fenomeno della porno-pedofilia dei preti, senza menzionare la pornografia papale che ha contraddistinto la chiesa nel Medioevo.

Mentre la Chiesa cattolica da una parte avversa in modo spesso ossessivo ogni espressione sessuale, dall’altra non si cura degli effetti prodotti da certi alimenti che riscaldano e appesantiscono il sangue favorendo l’impulso predatore, e le pulsioni sessuali specialmente “quelli del basso ventre”, come ricordava San Basilio, a causa di particolari reazioni bio-chimiche prodotte nell’organismo, come una specie di afrodisiaco che crea dipendenza e volontà di dominio, sconvolgendo l’equilibrio mentale, oltre a quello fisico e spirituale.

Secondo altri Maestri, il fatto di cibarsi di carne risulta dannoso anche per chi intende praticare la meditazione, perché le energie negative che si assorbono quando si assimila la carne di animali brutalmente uccisi impediscono una perfetta armonizzazione delle proprie energie con quelle dell’universo. Tutti i grandi yogi indiani si astenevano dalla carne. Nella religione ebraica mangiando cibo kosher (o kashèr) si riducono le proprie facoltà spirituali. “Tutto ciò che mangiamo diventa parte integrante del nostro sangue e poiché ‘il sangue è l’anima’ mangiando cibi vietati diventano parte della nostra anima rendendo impuri noi stessi”.

La spinta del sesso nel mondo animale spesso si manifesta in modo impetuoso portando i contendenti a lotte furibonde: mangiando la carne degli animali si assumono le caratteristiche degli animali che probabilmente producono negli esseri umani le medesime irrefrenabili pulsioni.

Il profondo e viscerale disprezzo per gli animali, l’avversione millenaria unita alla facoltà avuta da Dio a disporre della vita degli altri esseri viventi, genera nel prete (e in gran parte di quei cattolici che ambiscono la bistecca) una sorta di delirio di onnipotenza. E a pagarne le terribili conseguenze sono stati gli animali che a miliardi sono stati e vengono martirizzati e uccisi per deliziare il palato dei cristiani. Disgraziatamente, eccetto pochi illuminati, alla stragrande maggioranza dei cristiani gli animali sono sempre piaciuti… in padella, possibilmente caldi. Ma questo, sicuramente, Cristo non lo approverebbe.

«Se infatti tutto ciò che vive e si muove è stato creato per essere mangiato dall’uomo mi si risponda perché allora gli elefanti? Perché i leoni? Perché gli orsi, i leopardi, i lupi? Perché le vipere, gli scorpioni, le cimici, le zanzare e le pulci? Perché l’avvoltoio, l’aquila, il corvo, lo sparviero? Perché la balena, il delfino, la foca, e le piccole lumache sono state create?». Il santo afferma che ci sono dei cibi i quali, pur non intaccando il corpo, appesantiscono l’anima e incentivano la libidine. Come cibi, egli consiglia solamente l’olio, la frutta e i legumi, che sono facili alla digestione. Il santo asserisce poi che anche nella mitologia greca vi era un’età dell’oro in cui era proibito mangiare carne e gli uomini si nutrivano solo di frutta, in parallelo con il racconto della creazione nella Genesi. Esalta la vita di Ciro, re dei persiani, che adottò una dieta vegetariana. Parla poi degli esseni, che con i farisei e i sadducei rappresentavano per san Girolamo le tre suddivisioni del popolo eletto; agli esseni vanno le sue lodi, poiché si astenevano dal mangiare carne e dai rapporti sessuali. Infine elenca altri esempi di vegetarianismo nel mondo pagano. «Anche se l’umanità intera si trovasse d’accordo sulla scelta di mangiare carne, l’uso della carne resterebbe controindicato per quell’essere casto e celeste che è il cristiano». (San Girolamo IV sec)

Franco Libero Manco

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