Archivio di febbraio 2013

In Italia sono 960 le aziende evasori totali e pure esentate da ogni controllo ed imposta e magari anche finanziate dallo stato

Il CESI intende suggerire l’aspirina per aggredire il TUMORE!

Il regime, sostenuto dalle pretestuose bande (arricchitesi in 67 anni!) di destra-sinistra-centro, con “apostolica benedizione dell’affarismo vaticano”, è ormai putrefatto!

Illumino un dettaglio, del quale NESSUNO parla, facendosene strumento: in Italyland 960 aziende NON emettono scontrini fiscali e fatture per le attività di lucro sui clienti.

Esse sono le aziende bancarie (che millantano d’essere “istituti”!), auto redattrici dei propri falsi bilanci, nelle pieghe dei quali nascondono MEGA trasferimenti di denaro all’estero, per proprie speculazioni, oltre truffe tangentizie identiche – se non superiori – a quelle svelate con MontePaschi.

Queste aziende sottraggono moneta – linfa per le attività produttive – ai cittadini ed allo Stato. Solo se conferissero per tassazione – alla pari con qualsiasi piccolo imprenditore – ciò che evadono ed eludono (tutto il denaro di ogni transazione è da loro “dragato”, per le norme vigenti), lo Stato potrebbe trarre risorse per OGNI SPESA! Rendendo obbligatoria e verificabile la “prima nota” delle aziende bancarie (prescindendo dagli emolumenti intascati dai “maggiorenti” anche mediante i “privilegi per la funzione”, che vanno limitati a non più di 10 volte lo stipendio minimo di un bancario!), si può far disporre la comunità nazionale di denaro liquido utile alla socialità (cultura e studio, sanità, giustizia, produzione, turismo, ricreazione-dopolavoro, ambiente, agricoltura, commercio, industria, ecc.).

Il regime, suddito degli affaristi apolidi d’oltre confine, va abbattuto anticipandone la putrescenza concreta e morale.

NON “ riforme” palliative! Ma rifacitura dello Stato, con dissoluzione delle false istituzioni burocratizzate (magistratura inetta e formalista, burocrazia centrale e periferica, corpi “militari” dèditi a spese e carriere, europa vigente e sistema bancario centrale europeo, ecc.).
Ricostruzione morale dei cittadini TUTTI.

Utopìa?

Si studi ciò che “commissariò” nel 1944 Domenico Pellegrini Giampietro!

Antonio Pantano

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Commento di G.V.: “Il vero problema della situazione è dato dal fatto che dentro queste organizzazioni criminali operano individui del tutto privi di COSCIENZA. Dal chiuso dei loro uffici, costoro emettono ordini di acquisto e di vendita basati esclusivamente su calcoli di guadagno a brevissimo. Essi conducono una battaglia senza esclusione di colpi contro i loro concorrenti, che sono della stessa RAZZA. Per costoro gli altri non esistono. Al punto di far fare al signor Mario Monti una “donazione” di qualche miliardino per garantire la carriera del figliuolo, che è già Vice Presidente. Si tratta di un regalo del popolo italiano. Col beneplacito plaudente del signor Bersan”

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Commento di M.F.O.T.M.: ”goldman sachs, jp morgan, citigroup, merryll lynch, bank of america, le famose big banks che controllano il mondo oramai stanno ostentando troppo il loro essere “razza eletta”. Il pentateuco viene smontato giorno dopo giorno anche archeologicamente non si trova niente a supporto del regno di Israele…… il che fa cadere anche tutta la teoria del cristianesimo…… (invenzione del popolo ebraico)”

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Commento di Paola Botta Beltramo: “Il PM di Milano Robledo, che ha fatto condannare 4 banche per i derivati forniti al comune di Milano (sono circa 600 gli enti locali coinvolti in questa truffa e numerose le aziende), intervistato il 29-1-2013 dal conduttore della trasmissione “Piazza pulita”, ha dichiarato che tutte le banche sono perseguibili per elusione/evasione fiscale. Auspica una banca di Stato. I presenti hanno convenuto che la situazione è gravissima.
Link Video: http://www.la7.it/piazzapulita/pvideo-stream?id=i659158″

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San Foca (Salento) – Issata la bandiera italiana su una boa, come gesto simbolico contro oleodotti gasdotti e trivellazioni a mare

LA BANDIERA D’ITALIA ISSATA IN MARE DAI CITTADINI a sottolineare l’inadempienza, quando non anche l’infamia, di chi deve difendere istituzionalmente il nostro territorio e non lo sta ancora facendo, mettendo a rischio la popolazione, il territorio e la sana e virtuosa locomotiva economica locale fondata su cultura, paesaggio tipico, salubrità, agricoltura e turismo!

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San Foca – nei pressi della Torre
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Venerdì mattina, 22 febbraio 2013, dopo aver vissuto amare giornate di evasione dei doveri da parte chi doveva vigilare e difendere il territorio istituzionalmente, ad ogni livello, a partire da quello governativo, fino al più piccolo ufficio di periferia, i cittadini si riuniscono sulla costa di San Foca vessata dalle multinazionali del gas che vi vorrebbero sbarcare e devastare ogni cosa, e in una manifestazione simbolica armeranno le imbarcazioni, i tradizionali gozzi in legno dei pescatori un tempo dipinti con gli occhi vigili sulla prua in segno apotropaico contro ogni male, ed altri natanti, per una riaffermazione della territorialità salentina sul mare antistante, dove per diverse settimane hanno scorrazzato le navi delle multinazionali del gas, semi-autorizzate da chi poteva interdire tali manovre, attività che hanno anche causato gravi danni ai locali operatori, pescatori che si son visti le reti distrutte, e non solo.

La vicinanza alla costa sotto ogni distanza minima di sicurezza, la tragedia sfiorata, che rischiava di trasformare San Foca persino in una nuova Isola del Giglio, come se già non bastassero le ansie apportate dal progetto della pericolosa sconquassante condotta del gas asiatico, e delle emissioni nocive e compromissioni paesaggistiche delle mega-infrastrutture industriali annesse nell’ entroterra immediato di Vernole!
Pseudo-autorizzate a scorrazzare da chi doveva vigilale affinché non fossero causati quei danni all’ integrità dei fondali ricchi di protettissime praterie di Posidonia oceanica, e relitti archeologici di ogni epoca, che invece sono stati causati, con trivellazioni non autorizzate che son state effettuate invece.

L’appuntamento è dunque al porto di San Foca alle ore 11.30, nei pressi della Torre.

In mare sarà simbolicamente posta una boa galleggiante con issata la bandiera nazionale italiana per ricordare alle istituzioni tutti i doveri di tutela dei cittadini, della salute, del territorio e del mare che sono stati disattesi del tutto, e a rimarcare il tutto, la presenza dell’Onorevole Elisabetta Zamparutti le cui interrogazioni parlamentari contro l’ infelice scelta dell’approdo del gasdotto nel basso Salento, sono state del tutto ignorate irresponsabilmente dal Governo!
Contro la colonizzazione industrializzante del territorio a cui il territorio e i suoi cittadini stanno ormai da mesi dicendo no plebiscitariamente e con sempre maggiore forza, contro i balletti volti a sfiancare gli operatori locali ed il cuore dei pacifici cittadini in merito alle varianti tecniche e di micro-ubicazione di una simile pericolosa abominevole infrastruttura non a dimensione di Salento, i cui impatti assolutamente non mutano al variare eventuale di questi micro-particolari con cui invece oggi si cerca di catalizzare l’attenzione della stampa, sviando il vero problema che è l’ assoluta anacronistica scelta del basso Salento per il passaggio del mega-gasdotto,si svolgerà subito dopo il simbolico evento in mare,
una importante conferenza stampa alla quale prenderanno parte

-) l’ Onorevole Elisabetta Zamparutti, della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati che ha presentato nei mesi trascorsi alcune interrogazioni parlamentari sul problema dei gasdotti e dell’infelice ipotesi di un loro passaggio dal basso Salento, dalla costa Otrantina, come da quella di Melendugno e Vernole;

-) l’ Onorevole Sergio D’Elia, fondatore dell’ associazione Save Salento-Salviamo il Salento, tra le primissime associazioni, insieme alla rete di comitati del Forum Ambiente e Salute, a suonare i corni di allarme ed avvertire tutto il Salento dell’ imminente rischio gasdotto, che ha poi da lì portato alla nascita dei comitati specifici iperattivi sul territorio a sua difesa contro questa e altre sciagure ambientali e paesaggistiche;

-) rappresentanti degli operatori turistici di Melendugno, le cui marine sono insignite delle “Cinque Vele” e della “Bandiera Blu” per l’ eccellenza ambientale e paesaggistica del contesto costiero, nonché dell’entroterra;

-) i biologi per la difesa di un sito costiero che è sede prioritaria di nidificazione della iper-protetta tartaruga marina Caretta caretta;

-) i pescatori;

-) i rappresentanti dei comitati ambientalisti locali iperattivi da mesi sul territorio nell’attività di informazione e denuncia delle innumerevoli criticità insite nell’ ipotesi gasdotti;

-) i rappresentanti delle amministrazioni di Melendugno e Vernole.

FORUM Ambiente Salute – forumambientesalute@gmail.com

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Ultima cena a Treia…… prima della partenza per Spilamberto

Oggi è mercoledì 20 febbraio, è già arrivato il momento del mio ritorno a Spilamberto, le giornate passano comunque sempre velocemente e manco a dirlo, se sei serena e stai bene, passano ancora più in fretta. Siamo arrivati a Treia con Paolo sabato all’ora di pranzo e domani (giovedì) riparto.

Quest’ultima giornata, è stata a dir poco frenetica, soprattutto se confrontata con le giornate che solitamente passiamo qui a Treia. Per me, che non devo, come Paolo, fare il Giornaletto di Saul, qui a Treia, ci sono anche parecchi momenti di noia, ma ben vengano!
Per me: sveglia alle 7, quando Paolo si è alzato per andare a spedire il Giornaletto, poltronimento fino alle 8, poi giù dal letto, mi sono vestita e siamo andati alla colazione di rito nel bar della porta perchè per il Grottino il mercoledì è giorno di chiusura.

Poi di corsa a casa: ieri sera, presa dallo sconforto per la luce che saltava in continuazione (il “salvavita”), ho chiamato l’elettricista che già aveva fatto un lavoro per noi e avevamo preso appuntamento per stamattina alle 9-9 e mezza ed infatti alle 9 e mezza si sono presentati due baldi giovani a cui abbiamo raccontato l’accaduto e dopo un po’ di “pensa che ti ripensa”, abbiamo provato a staccare la presa della lavastoviglie, che da mesi, forse anni, non viene più usata. Vorrei non dire niente, ma da quel momento, la corrente non se n’è più andata. Sembra incredibile quanto possiamo essere dipendenti da un servizio che fino a un secolo fa non esisteva: niente illuminazione, niente computer, niente riscaldamento, niente lavatrice e, per chi la usa, niente televisione ….

Paolo comunque, si sta già attrezzando per la sopravvivenza bruta, oggi pomeriggio abbiamo comprato al supermercatino di Passo di Treia due scatole di candele, di legna ne abbiamo fatta una bella scorta lo scorso anno e così…. ma speriamo che l’elettricità continui a funzionare!

Poi c’era (e c’è ancora) un problema ad un occhio di Paolo. Da un paio di giorni aveva cominciato a dargli fastidio e la cosa andava sempre peggiorando. Ieri sera ci siamo decisi ad andare dal medico di base che ha prescritto un collirio consigliando, se non avesse fatto effetto, di andare al pronto soccorso dell’Ospedale di San Severino. Neanche a farlo apposta, proprio oggi eravamo invitati a pranzo dalla nostra cara amica Lucilla, che abita ad Ugliano, due passi dopo San Severino.

E così, dopo che se ne erano andati gli elettricisti, siamo partiti alla volta dell’ospedale, fermandoci però a Borgo a fare acquisti di granaglie per le galline Ciccì e Coccò e di un telo di plastica per approntare per loro, un piccolo riparo.

All’Ospedale tutto si è svolto abbastanza velocemente (soprattutto la visita!), ma è incredibile la burocrazia che impera sovrana, facendo perdere un mucchio di tempo sia ai pazienti, che al personale (va beh che loro son pagati per quello): Attesa – Accettazione – spedizione al secondo piano reparto oculistico – ricerca di qualcuno a cui dare la carta – sala d’attesa – visita (circa 4 minuti) – prescrizione di una pomata con antibiotico e cortisone – di nuovo accettazione – foglio per il pagamento dell’eventuale ticket – cassa – numerino e attesa di quelle che non sai quanto possano durare. Fortunatamente dopo un po’ arriva il turno di Paolo, che essendo un pensionato con la minima, è esente dal ticket, ma bisognava avere dietro la carta, e Paolo la carta non ce l’aveva. Per fortuna un’impiegata gentile ha fatto una ricerca in rete ed ha verificato che l’esenzione c’era veramente e gliene ha cortesemente stampata anche una copia. Meno male!

Lucilla ci aspettava preoccupata dalla notizia per sms che eravamo al P.S., ma prima delle 13 eravamo a casa sua dove ci ha accolto con la sua solita generosità, sorrisi, abbracci e calore. Un ottimo e abbondante pranzetto, condito da chiacchiere, racconti, programmi per il futuro, dubbi sul da farsi. L’abbiamo invitata alla Festa dei Precursori a Treia dal 25 al 28 aprile e all’Incontro Collettivo Ecologista di Vignola del 22 e 23 giugno. Sarà sicuramente dei nostri!

Siamo rientrati presto, avevamo ancora tante cose da fare. Sulla strada ci siamo fermati a fare un po’ di spesette: oltre alle già citate candele, un bel pezzo di formaggio pecorino, fichi secchi e noccioline tostate e salate per alleviare un po’ la solitudine del mio Paoletto che domani resterà qui senza di me.

Arrivati a casa siamo subito andati nell’orto col telo di nylon pesante, forbici e cordicelle e, utilizzando anche delle vecchie canne, abbiamo preparato un bel riparo contro la pioggia per le galline, ci abbiamo messo sopra delle frasche e vecchie potature di ulivo per abbellire il tutto e sotto delle cassette, di cui una con dentro dell’erba secca e un uovo che Paolo aveva trovato girando per l’orto. Sarà stato deposto ieri od oggi, ma glielo abbiamo lasciato lì, forse così adotteranno la cassetta come loro nido.

Beh, il più, almeno per oggi è fatto, domani si vedrà!
Stasera, per finire in bellezza, ultima cena con pizza al taglio e pane e marmellata. Il finale di serata è riservato……

Caterina Regazzi

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Chiediamo un papa vegetariano ed ecologista… Basta con le stragi di sangue

Non v’è istituzione che non abbia levato la sua voce in difesa degli animali, eccetto la Chiesa cattolica

E’ tempo che la Chiesa interpreti le nuove esigenze dello spirito umano, che valorizzi e sostenga la ricchezza morale delle nuove generazioni che chiedono amore e rispetto per tutti gli animali senzienti.

E’ tempo che la Chiesa condanni la violenza agli animali, che si dissoci da ogni crudeltà commessa nei loro confronti da parte dell’uomo.

E’ tempo che la Chiesa favorisca e sostenga la cultura vegetariana e animalista nel suo interno, che trovino accoglienza e sostegno i molti cattolici vegetariani, per evitare evasioni verso religioni più sensibili alle tematiche animaliste.

E’ tempo che la Chiesa torni al piano originale di Dio come comandato in Gen 1,29: “Ecco, io vi do ogni erba che produce seme ed ogni albero in cui è frutto saranno il vostro cibo…”e come auspicato da molti santi. E’ tempo che torni all’antica alleanza come in enunciato in Os. 2,20 : “In quel tempo farò per loro un’alleanza con le bestie della terra e gli uccelli del cielo e con i rettili del suolo”; E’ tempo che la Chiesa riconosca quanto scritto in Sap. II 23.26: “Poiché tu ami tutte le cose e nulla disprezzi di quanto hai creato”.

La planetaria sofferenza degli animali non può restare inascoltata dalla Chiesa di Cristo. Come potrebbe avverarsi il Regno di Dio profetizzato da Isaia se l’uomo non torna in pace con i suoi fratelli animali? L’amore e la compassione dell’uomo verso gli animali non può che portare maggiore grandezza spirituale all’essere umano e renderlo più giusto e sensibile anche nei confronti degli uomini.

Come il fratello più grande ha il dovere di aiutare e guidare il minore e non approfittare delle sue possibilità per sottometterlo, sfruttarlo, violentarlo, ucciderlo, l’uomo ha il dovere di custodire la natura e di proteggere le creature più deboli che Dio gli ha affidato in Gen. 2,13: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”.

Noi crediamo che il seme gettato da Gesù deve dare i suoi frutti, deve ampliarsi nei suoi contenuti etici, civili e spirituali, procedere nella sua evoluzione fino ad includere anche gli animali senzienti con i quali divide la Terra. L’estensione del sentimento di pietà verso gli animali indurrebbe a maggiore compassione l’animo umano nei confronti degli uomini. Infatti, come potrebbe l’essere umano nuocere al suo simile se fosse educato al rispetto di ogni essere vivente?

Per il bene dell’uomo e della Creazione tutta, ci auguriamo sentitamente che il nostro appello arrivi al cuore dei cardinali che saranno chiamati ad eleggere il nuovo papa.

Nella speranza (anche se remota) che la nostra istanza per un papa animalista e vegetariano arrivi ai cardinali che eleggeranno il nuovo papa, vi invito caldamente ad inviare la nostra lettera (alla quale potete aggiungere o levare quello che volete) a sedi e testate giornalistiche vicine al mondo vaticano:

segreteria.redazione@avvenire.it; civcatt@lacivltacattolica.it; emailornet@ossrom.va; sedoc@vatiradio.va; famigliacristiana@stpauls.it; ; nunzital@tin.it; ccee@telenet.ch; comece@comece.org; segreteria.redazione@avvenire.it; civcatt@lacivltacattolica.it;

Estremamente utile sarebbe avere la possibilità di far pervenire direttamente ai cardinali il nostro appello.

Chi fosse d’accordo scriva al vaticano la seguente lettera:

GIORNATA INTERNAZIONALE PER LA SENSIBILIZZAZIONE DEL MONDO RELIGIOSO ALLA CONDIZIONE DEGLI ANIMALI

In tutte le grandi religioni Dio ha parlato per mezzo dei suoi Figli e dei suoi Profeti chiedendo amore per tutte le creature. E’ tempo che le religioni ascoltino la Sua parola.

Più che in ogni altro periodo dell’anno la Pasqua, come il Natale, è per gli esseri umani un momento di gioia,
per milioni di animali è un appuntamento con il terrore e con la morte a causa dell’uomo.

CHIEDITI: DIO APPROVEREBBE?
Come possiamo sperare nella misericordia di Dio se siamo impietosi verso le sue creature?

Milioni di animali di ogni specie pagano con la sofferenza e con la morte il prezzo di assurde tradizioni.
Vitellini, coniglietti, maialini… saranno strappati alle loro madri per subire una morte crudele.

Perché causi ad altri ciò che non vorresti per te stesso?
Astieniti dal mangiare la carne di qualsiasi animale.
Vi sono tante cose buone da mangiare senza uccidere animali innocenti
che come te e me amano la vita, soffrono e hanno terrore della morte.

CRISTIANESIMO
Gesù si è sostituito all’agnello per far cessare questa usanza crudele.
Come si può uccidere e divorare l’agnello nel cui simbolo Gesù si identificato?
GESU’ HA DETTO:
“Sono venuto a porre fine ai banchetti e ai sacrifici di sangue e se non smetterete di offrire sacrifici e di mangiare carne e sangue l’ira di Dio non si allontanerà da voi” (Vangelo degli Ebrei)
“Gli animali sono vostri fratelli, se li fate soffrire fate soffrire me” (Vangelo dei 12 Apostoli)
L’angelo dice a Maria: “Tu non mangerai carne né berrai bevande forti perché il bambino è consacrato a Dio dal ventre di sua madre… Forse che i pesci vengono a voi a chiedere la terra e i suoi frutti? Lasciate le reti e seguitemi”. (Pergamene del Mar Morto)
“Io vi chiederò conto di ogni animale ucciso…”( Vangelo della Pace)
“Maledetti siano i cacciatori perché saranno a loro volta cacciati” (Vangelo della vita perfetta)

S. Pietro nel Clemente Humilis del 2° secolo dice: “Il consumo di carne è innaturale e contaminante quanto la pagana adorazione dei demoni: quando vi prende parte l’uomo diviene compagno di tavolo dei diavoli”.
S. Gregorio di Nazianzeno: “Mangiare carne è un’ingiustizia abominevole”.
S. Giovanni Crisostomo: “Mangiare la carne è innaturale e impuro”.
Porfirio:“Gesù ci ha portato il cibo divino, il cibo carneo è nutrimento per i demoni”.
S. Girolamo: “Dopo che Cristo è venuto non è più consentito mangiare carne. L’uomo deve tornare a cibarsi come Adamo prima del Peccato”.

INDUISMO: “La carne degli animali è come la carne dei nostri figli” (Krisna)
BUDDISMO: “Il mangiare la carne elimina la Grande Bontà, spegne il seme della grande compassione (Buddha)
ISLAMISMO: “Esiste una ricompensa per chiunque fa del bene agli animali” (Maometto)
EBRAISMO: “Non arrechiamo danno agli animali affinché la loro anima non gridi contro di noi, poiché l’anima è il sangue, l’anima di ogni carne è nel sangue” (Giudaismo, dal Libro della Figura)
CONFUCIANESIMO: “Evitate la mostruosità di tiranneggiare animali, di sfruttarli da vivi, e poi l’indecenza di mangiarli da morti, dopo averli assassinati” (Confucio)
MAZDAISMO: “Chi rinuncia a cibarsi delle carni martoriate degli animali avrà lo spirito santo e la verità” (Zoroastro)

REGALATI UN CUORE NUOVO, UNA COSCIENZA PIU’ GIUSTA E SENSIBILE
REGALATI UN ATTO D’AMORE, DIVENTA VEGETARIANO: NE BENEFICERANNO LA TUA ANIMA,
LA TUA COSCIENZA, LA TUA SALUTE, IL TUO PORTAFOGLIO E TUTTO L’AMBIENTE

NON IMBANDIRE LA TUA TAVOLA DI DOLORE E DI VIOLENZA
Vieni con noi. Aiutaci a realizzare un mondo migliore, senza più violenze e ingiustizie, né sull’uomo, né sull’animale, né sulla natura.

Promotori:
Associazione Vegetariana Animalista: www.vegetariani-roma.it; Movimento dell’Amore Universale www.universalismo.it
Circolo Vegetariano VV.TT. – www.circolovegetarianocalcata.it

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Caterina Regazzi: “La storia di Ciccì e Coccò, due galline salvate dal macello ed ospitate a Treia…”

Qualche mese fa ho coronato un piccolo sogno: acquistare la parte di orto di Treia che era dei vicini e così oggi possiamo pensare di utilizzarlo liberamente ed integralmente.

Un piccolo grande problema di questo orto è la massiccia infestazione da lumache. Dico “infestazione”, ma le lumache lì sono a casa loro, dove sono sempre state e quindi….diciamo allora, “presenza”.

Mia nonna e mia madre, le lumache, anche se solo occasionalmente, le mangiavano; ricordo di una volta che io ero in vacanza a Treia e le andammo anche a cercare nei campi, poi le facemmo “spurgare” per un paio di giorni nella farina e poi saranno state cucinate… Spero di non far inorridire i vegetariani stretti o i vegani, ma l’equilibrio dell’ambiente naturale si basa anche su questi sistemi e sicuramente i nostri progenitori si cibavano abbondantemente di piccoli animali come questi, così come fanno ricci, galline ed altri animali frugiviri od onnivori.

E proprio pensando a che tipo di “lotta biologica” si poteva mettere in atto contro le nostre lumache, pena l’impossibilità di coltivare alcunchè, senza veder bucherellate tutte le foglie commestibili come è stato finora nel nostro pezzetto, a Paolo è venuto in mente che potevamo ospitare, magari temporaneamente, nel nostro orto una o due galline. Mi sarebbe piaciuto anche avere dei ricci, li ho già avuti tempo fa, in gabbia, e sono animali molto simpatici ed estremamente vitali e ghiotti di lumache, che mangiano sgranocchiandole con tutto il guscio, ma i ricci non si trovano comunemente e facilmente, escono di notte e non è semplicissimo catturarli.

E così abbiamo deciso: che galline siano! Inizialmente avevamo pensato ad una singola gallina, ma la signora Adele dell’allevamento di ovaiole in batteria (con gabbie modificate) che conosco, mi aveva consigliato di prenderne due, perché, mi aveva detto “una da sola si intristisce e potrebbe anche morire!” E abbiamo anche pensato (veramente io non ero tanto d’accordo) di prendere proprio due galline di batteria, magari a fine carriera per ridare la libertà a due esserini destinati di lì a poco, ad essere macellati e a vivere fino alla fine del periodo di allevamento, in gabbia. Ma, per una gallina, vissuta sempre per la sua pur breve vita, in gabbia, si, ma con la pappa pronta ed al calduccio, la libertà è una cosa che vale la pena sperimentare e vivere?

L’orto è abbastanza grande, praticamente incolto, pieno di erbe commestibili, lumache, terra e tericcio, sassolini, con una piccola integrazione di pane secco sbriciolato, farine raccattate qua e là e magari un po’ di granturco spezzato non dovrebbero aver problemi. Un problema potrebbe esserlo la temperatura esterna: siamo a metà febbraio, la primavera è ancora lontana, lo sbalzo di temperatura è notevole. Strada facendo, mentre arrivavamo a Treia guardavo gli orti lungo la strada e ho visto diverse galline e altro pollame all’aperto, ma quelle sono galline ruspanti, abituate a vivere all’aperto, e ben felici di questa situazione. Chissà se le nostre galline saranno contente e riusciranno ad adattarsi…. ho pensato.

Sabato mattina, io e Paolo, prima di prendere l’autostrada siamo passati all’allevamento, la signora Adele ci ha portato nel capannone e con fare lesto e svelto ha alzato uno dei lati della prima gabbia e ha afferrato per le zampe le due galline più vicine. Ce le ha messe in una scatola, ben chiusa, ma con alcune aperture per lasciar passare aria a sufficienza, perché non si liberassero a svolazzare per la macchina. Tre ore e mezza di viaggio non sono poche ed ero anche un po’ preoccupata…. Non soffriranno il mal d’auto? Non avranno paura di questa nuova esperienza?

Arrivati a Treia un po’ stanchi ed affamati abbiamo lasciato le nostre cocche dentro la scatola in una stanza tranquilla e silenziosa ed abbiamo velocemente pranzato.

Poi abbiamo “assemblato” un piccolo riparo con alcune cassette da frutta, da posizionare nell’orto dove ci sembrava più opportuno, l’abbiamo sistemato sul posto e siamo andati a prendere le galline. Abbiamo dovuto tagliar loro un po’ di penne delle ali per evitare che oltrepassino la recinzione che non è molto alta. Insomma, per farla breve, le abbiamo messe dentro al riparo e abbiamo aspettato per vedere il loro comportamento. Sono rimaste per un po’ dentro, un po’ indecise sul da farsi, guardandosi intorno come fanno le galline, muovendo la testa e girando lo sguardo qua e là. Poi, piano piano, prima una e poi l’altra, sono uscite ed hanno cominciato ad esplorare una piccolissima zona circostante e a dare qualche beccata qua e là, sul terreno. Avevamo anche predisposto una pentolaccia vecchia con l’acqua e un po’ di cibo in una vaschetta di alluminio, ma non sembravano affatto interessate. Le abbiamo momentaneamente abbandonate augurando loro e a noi stessi che si trovassero a loro agio in questo ambiente nuovo per loro.

Al mattino seguente mi sono alzata di soprassalto dal letto avendo sentito un co-co-co-co!!!!!! inusuale, mi sono affacciata alla finestra ed ho visto un gatto scuro e ben nutrito che correva a tutta velocità su per la scala che porta giù nell’orto e poi per il vicolo ed ho pensato “speriamo bene!”, poi mi sono alzata, vestita e scesa giù a controllare, con molta apprensione, la situazione.

Vicino, ma non dentro al riparo c’era una delle due sorelle, ma nessuna traccia dell’altra…. sigh! Ma non c’erano penne in giro ed ho pensato che un gatto non poteva aver fatto fuori e portata via una gallina… forse qualcuno le aveva viste ed era venuto a “fare spesa”. Pazienza, ma non sembrava proprio un buon inizio. Poi……. mi volto dalla parte opposta verso l’altra estremità dell’orto e vedo spuntare tra gli arbusti… il piumaggio arancione dell’altra….. Che felicità! Sono andata subito ad vedere cosa stesse facendo e stava raspando una zona con delle frasche che sembrava già un nido e in mezzo alle frasche cosa ti vedo? Un meraviglioso uovo, grande, pulito e con un bel guscio sano, che naturalmente ho preso ringraziandone l’autrice, piena di commozione.
Insomma per il momento sembra che tutto vada per il meglio, la libertà acquisita, inaspettatamente, forse neanche immaginata e per questo non desiderata, se la sono trovata così fra capo e collo; speriamo che la sappiano apprezzare e riescano ad adattarsi alle nuove condizioni. Del resto, come giustamente dice Paolo, gli uccelli vivono anche sempre all’aperto, in natura, non hanno né riparo né pappa pronta.

La libertà è un valore tanto sbandierato, ma questa esperienza insegna, nel suo piccolo, che a volte per vivere a pieno la libertà bisogna rinunciare a qualche sicurezza e bisogna guadagnarsela con spirito di adattamento a situazioni inusuali, per noi cresciuti in un periodo di benessere che ci è stato concesso senza alcuna fatica.

Avendo superato la prima notte abbiamo così provveduto a “battezzarle”: Ciccì e Coccò, Ciccì è quella più smilza e meno intraprendente, Coccò più grossa e più “esploratrice”.

Benvenute, Ciccì e Coccò!

Caterina Regazzi

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