IMU (Imposizione Povertà Unificata) ed il dottor stranomonti… Ovvero: come imparai ad amare la tomba!

Abitare a Treia è una grande fortuna, da qui si capisce come funziona il mondo. E da cosa si capisce? Ma è semplice da quel che accade giorno per giorno e da come le cose dall’alto immediatamente si riflettono sul basso. Qui non parlo del Cielo e della Terra bensì del governo e dei sudditi.

Ad esempio oggi ho scoperto che il buon ministro Clini, in piena sintonia con il suo presidente, ha scovato una nuova tassa indiretta per salassare i cittadini: l’assicurazione obbligatoria sugli immobili.

Perché? Ovvio, gli immobili sono a rischio terremoti alluvioni incendi etc. e lo stato non può permettersi di accollarsi i danni civili per cui il cittadino deve arrangiarsi, “prevenire” il danno -si dice- ed assicurarsi su tutti i malanni naturali che incombono sulle proprietà. Questa mossa di Clini è un grande aiuto a portare avanti l’assoggettamento totale del popolo, perseguito dal governo dei professori.

I professori rispetto ai comuni “politici ignoranti” hanno il pregio di aver studiato e sanno come in passato i poteri imperiali hanno dominato il popolino.

Ad esempio l’IMU (Imposizione Povertà Unificata) è una invenzione dell’impero britannico. L’imposta sulle abitazioni vide la luce nell’800 nei possedimenti indiani della corona. Allorché un “furbo” vicerè pensò bene di tassare le case degli indigeni. La cosa sembrò tanto irreale e “persino” infernale ai poveri indiani che essi, anticipando la nonviolenza gandhiana, si inventarono una forma di protesta passiva: la morte in vita, si chiamava, Ovvero tutti si astennero dallo svolgere qualsiasi attività di ogni genere, non solo l’astensione dal lavoro ma anche quella dal cibo, dal lavarsi, etc. etc. Ognuno si piazzò fuori della porta di casa e si accoccolò in attesa della morte. Una protesta siffatta gli inglesi non l’avevano mai vista. Magari una rivolta, che so, un attentato, una parolaccia, un mugugno… ma che uno si lasciasse morire per una tassa.. non era mai capitato.

Ma perché gli indiani rifiutarono quella tassa iniqua sulle loro case? Semplice, gli indiani sono gente semplice e fatalista, se si sentono espropriati del diritto di avere un riparo allora a che serve vivere? Se la propria casa non è più la tua ma viene ipotecata dallo stato che ne chiede un riscatto annuale per lasciartela in uso allora vuol dire che il primo requisito della vita, quello di un riparo garantito, scompare e perciò è inutile vivere. Ma gli inglesi sono furbi, oltre che cattivi, essi costrinsero la gente a bastonate a riprendere le loro attività.. ma siccome lo spirito del popolo si era talmente fiaccato da impedire un normale svolgimento delle attività produttive dopo un po’ la tassa fu tolta e tutto riprese come prima.. Ovvero con l’esazione di imposte dirette ed indirette sugli utili.

Però i professori hanno studiato la storia, soprattutto il monti che è un professore di economia, senza capirne i reconditi significati. Evidentemente lo scopo dei professori non è quello di pareggiare il bilancio dello stato o di arricchire la nazione. No, quello scopo potrebbe essere ottenuto in modo immediato e semplice, togliendo alle banche il diritto di signoraggio sull’emissione monetaria, evidentemente lo scopo punitivo dei professori è quello di indebolire sempre più il nerbo della creatività italica, che persino sotto Franceschiello, riusciva a produrre inventiva e lavoro. Insomma bisognava pensare ad un qualcosa che togliesse ogni speranza agli italiani. Ed ecco la bella pensata: IMU.

Ed ora vediamo come agisce questa tassa. Il popolo -si sa- ha sempre cercato di difendere la sua famiglia e cosa è più protettivo di un ricovero, di un tetto sotto il quale sentirsi sicuri? Certo, ci sono gli imprevisti, le inondazioni, i terremoti, ma queste cose succedono una tantum mica ogni anno con regolarità. E quando succedono la famiglia si rimbocca le maniche e ricostruisce. Successe poi, con la diminuzione del numero dei figli, che le case dei nonni e degli zii venissero ereditate, Così magari uno si trova con tre case, una nel paesello dei nonni, una nella città dei genitori ed un’altra in cui si vive con la propria famiglia. Queste case restano lì un po’ per ricordo e per rispetto degli avi, un po’ perché ci si va in pellegrinaggio due o tre volte all’anno od anche in vacanza e magari si spera che un giorno potranno essere d’uso a quel figlio od a quella figlia ancora studenti.

Cosa succede con l’IMU? Improvvisamente quelle case diventano un peso, ogni anno bisogna pagare una tangente allo stato per poterle usare e la tangente è esosa, molto esosa. Allora si cerca di correre ai ripari e si mettono in vendita le case avite che non vengono più usate continuativamente. Ma cosa succede? Ogni italiano mette in vendita una o due case e il mercato crolla. I prezzi delle abitazioni vanno a stracci, ed in alcun modo non si riesce a venderle, per via dello sbilanciamento di richiesta-offerta.

Lo vedo qui a Treia. Quando arrivai tre anni fa c’erano sì dei cartelli vendesi in giro ma non molti, le case in vendita erano quelle di chi per un motivo o per l’altro aveva lasciato il centro storico per andare a vivere nei borghi o causa trasferimento di lavoro in altri luoghi. Con l’avvento dell’IMU i cartelli si sono moltiplicati e sono scomparsi gli acquirenti.

Perché chi è disposto ad acquista una tassa? Chi vorrebbe pagare per ottenere un bene che comporta di dover pagare ulteriormente ogni anno una tassa? E non si tratta solo di IMU. Per avere una casa agibile devi pagare l’imposta sui rifiuti anche se non la abiti, devi pagare l’acqua, devi pagare l’elettricità, devi pagare il gas, devi pagare altre innumerevoli piccole e grandi gabelle che su di essa gravano. Oppure devi abbandonarla completamente, cioè rinunciare all’uso, tagliare tutte le utenze e renderla di fatto inagibile. Ma anche questo non ti salva dalle responsabilità civili, da qui la bella pensata del Clini sull’assicurazione obbligatoria. Infatti anche il Clini lavora allo stesso scopo del monti. Ovvero tagliare il nervo produttivo italiano.

Meno hai meglio stai.

Il lavoro non ce l’hai? Non paghi le tasse. La casa ti è stata pignorata? Ne occupi una abusivamente o vai sotto i ponti. Il cibo manca? Provvederà la Caritas cristiana. Sul ponte sventola bandiera bianca? Ci penserà Grillo! Sei proprio ridotto al minimo? Per fortuna la mafia c’è ed una mano è sempre disposta a dartela, in cambio di piccoli servigi….

Il monti è furbo, sa come realizzare il suo scopo!

Paolo D’Arpini

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