Vicende collaterali e commenti sulla sentenza assolutiva di Amanda Knox… – Fu vera innocenza?

Non volevo assolutamente occuparmene.. com’è buona norma per un informatore contrario all’esibizione di fatti di cronaca nera… ma a questo punto la vicenda di Amanda Knox è diventata un fatto di costume… Ogni giorno leggo commenti sulla sua assoluzione e sulla sua deificazione stellare… Purtroppo va a finire sempre così, i cattivi ragazzi pompati dai media diventano stars…

Ma comincio con i pareri ricevuti in questi ultimi tre giorni, il primo è quello di Giorgio Vitali:
“UN’ALTRA PRESA PER I FONDELLI, LA CAUSA CONTRO LA BELLA AMERIKANINA DI PERUGIA. Ne ho parlato con la gente semplice. Tutti si aspettavano l’assoluzione. La logica del potere è una sola: il negro in galera, oppure anche alla morte se negli USA, e l’amerikana NON si tocca. Tutto il resto è CONTORNO…”

Segue il commento di Andras Kocsis:
“Questo è un ragionamento troppo semplicistico ed ideologico. Io sono un accanito anti-Amerikano (con la kappa) perché sono fermamente convinto che questo paese lontano, d’origini sopratutto Inglese, è il vero “Impero Del Male”. Detto questo, il problema vero del processo di Perugia non è la CORTE, bensì l’apparato INVESTIGATIVO. Troppi errori in molti delitti, tristemente famosi. Il presidente della corte, in un modo molto pacato (ed anche amaro) ha spiegato che era sin “troppo facile” prendere questa decisione, poiché i ” fatti giudiziari” (non la ” vera verità ” che sanno solo gli imputati) hanno reso OBBLIGATORIO questa decisione. Questa volta la tua “bella” l’AMERIKANATA non c’entra nulla…”

Replica di Giorgio Vitali:
“Il problema dell’informazione resta sempre quello della selezione del messaggio. Anche il Cristianesimo, che è pieno di proposizioni di carattere filosofico e teologico, nonché dettami comportamentali e quant’altro, alla fine si deve ridurre a qualcosa di sostanziale; si dice quindi: DIO E’ AMORE. Che poi è puro Platonismo. Nel caso di Perugia, la questione si riduce alla sostanza che è quella percepita dalla maggioranza degli italiani: NON disturbare il PADRONE. Il padrone, a casa sua (Italy) fa quello che vuole e tu, italyano, col tuo apparato giudiziario, non mi puoi colpire. (Vedi il caso Cermis e tanti altri, come gli assassinii di guerra….) Forse che nel Congo belga ad un belga che aveva ucciso un negro si sarebbe fatto un processo? Ad un inglese in India? Ad un francese in Indocina? Questo è quanto. (Leggere: Sterminate quelle bestie. di Sven Lindqvist, Ponte alle Grazie, 2000; Il viaggio di un uomo nel cuore di tenebra alle origini dei genocidi perpetrati dagli europei). Per quanto riguarda poi la disfunzione del nostro sistema giudiziario, sarei un ingenuo se ci credessi. L’Italia è uno strano paese che funziona a comando. Il doppio gioco è la sua essenza. Il compromesso è il sistema di governo. NULLA SFUGGE a chi controlla il sub-sistema Italia. La quale deve subire sì la colonizzazione atlantica, ma col criterio storicamente collaudato di ARLECCHINO SERVO DI DUE PADRONI, tale sistema ha permesso alla Chiesa (ricordiamo che per molti popoli la Chiesa ha rappresentato l’Italia per millenni, essendo i preti italiani, gesuiti in testa, gli unici italiani che vedevano intrigare a casa loro). Il nostro sistema giudiziario funziona nella maniera in cui DEVE funzionare, e sempre a seconda delle esigenze. (A volte ci si chiede come sia possibile che…. mentre altre volte…. per rispondere è sufficiente far riferimento alle precedenti considerazioni)”

ed ora l’opinione di Simone Sutra:
… vorrei aggiungere un commentino, per quel che vale, sui fatti del processo di Perugia che è stato già ampiamente commentato nelle due ultime issues del Giornaletto di Saul.
Credo che finché non si va veramente a monte dei fenomeni non si potrà avere una visione impersonale e distaccata delle cose, senza che la partecipazione emotiva ci faccia propendere, in base a parametri quanto mai soggettivi e quindi sempre discutibili, dall’una o dall’altra parte. Mi spiego meglio. Sento definire l’America “l’impero del male” e bisogna ammettere che c’è molto di vero in questa frase. Ma come la mettiamo con l’impero del male che sta dentro di noi, dentro ciascuno di noi? E’ facile credersi superiori oppure “buoni” senza rendersi conto che questo genere di giudizi, come ogni giudizio del resto, non definisce tanto chi lo subisce quanto chi lo esprime. Anche a me sta sulle palle la cultura americana e tutte le brutture che ha partorito nel corso degli ultimi centocinquanta anni o giù di lì. Però mi sembra puerile e limitante cadere nel solito meccanismo dei buoni e dei cattivi, come chiunque che cada nella trappola orrenda della politica, delle opinioni politiche, dei rossi contro i neri e della destra contro la sinistra. Non ci si accorge che sono due facce della stessa medaglia? La medaglia è quella del dualismo che da sempre divide e impedisce all’uomo di comprendere veramente come stanno le cose e di ritornare alla sua primordiale unità, quella che pervade il cosmo. Prendere parte per una cosa o per un’altra non fa che perpetuare questo stolido meccanismo, questo perpetuo giro di giostra da cui non si esce mai, questa ridicola lotteria in cui nessuno vince mai. Ci si prende in giro e si è di un’ingenuità patetica quando si pensa che un voto possa cambiare le cose per davvero. Tutt’al più sostituirà un governo con un altro, diverso, che però farà altrettante cazzate se non peggio, come le varie rivoluzioni che si sono susseguite nel corso della storia. Bisogna invece astrarsi da tutta questa feccia, la politica, le istituzioni, gli stati e i governi stessi (tutti e non solo quello del “nemico pubblico numero 1″- Berlusconi (mi sembra davvero comico che si continui ad incolpare un solo uomo degli sfaceli d’Italia), e capire che solo cambiando noi stessi, profondamente e radicalmente – e non in base ai paradigmi obsoleti e disfunzionali di questo mondo, di questa società – il mondo cambierà. Berlusconi, la giustizia assurda o meglio non-giustizia di questo paese (ma dove può davvero esistere la giustizia in mezzo agli uomini?) e tutte le comparse e attori di questa farsa , fra cui noi stessi, sono solo marionette create per farci rodere il fegato ed indirizzare la mira sempre verso il bersaglio sbagliato: un governo, un giudice,un partito, e quant’altro invece che verso noi stessi, veri creatori di questo sciagurato psicodramma. La realtà è un palcoscenico consensuale che vive e si perpetua grazie alla nostra partecipazione e sostegno. Se invece dicessimo basta? Io personalmente non mi riconosco nei modi di fare di questo assurdo mondo di cui sono solo un passeggero, perciò non ho nessuna intenzione di alimentare le sue dinamiche malate e tristi. Meglio riservare le proprie energie per il cambiamento che davvero conta e che risuona non solo a livello fisico ma soprattutto ai livelli più alti a cui si esprime la realtà umana, ben al di sopra di queste cretinate per cui si fa il tifo contro o a favore, I giudizi, l’etica e la morale sono solo invenzioni dell’uomo, convenzioni che vengono costantemente scavalcate e rese obsolete dal “progresso” (!!!!!!) – forse è più adeguato dire dal “progredire” – della civiltà, e ci impediscono di vedere che al di là delle varie caricature, macchiette e cartoni animati della politica eccetera è in gioco un potere che solo noi concediamo, rinunciando al nostro: quello della sovranità dell’anima individuale.
Un’ultima annotazione: nessuno di noi può sapere qual’è il karma di una persona, che sia una bella amerikana, un ingenuo negretto o un architetto figlio di papà.
OGNUNO SIA RESPONSABILE DI SE STESSO, e se ci riesce è già tanto.
Scusa per non essere stato breve.

……….

A voi l’ardua sentenza…
Paolo D’Arpini

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