Lucilla Casta: “…la favola della fine del tutto e del grande cambiamento…”

Lunario Paolo D'Arpini 17 aprile 2011

Una Metafora tra il Sole e gli abissi dell’esist​enza…

C’era una volta un Tronco abbarbicato alla Montagna, che non voleva staccarsi e se ne stava così da secoli, eppure la Montagna avrebbe voluto scrollarselo di dosso come fosse un parassita che le stava succhiando ogni forza ! Che strano ! Avrebbe dovuto essere la Montagna a trarre beneficio dal Tronco con le sue radici, che poteva permettere di ricordare alla Montagna, che c’erano altre dimensioni ben più MUTANTI di lei nel tempo del GRANDE CAMBIAMENTO, eppure invece il Tronco non partecipava affatto alla Comunicazione Olistica dell’esistenza, non faceva foglie e frutti da anni e quindi non era più creativo ! Ma allora si decideva a dichiararsi MORTO finalmente ? Eppure no ! Era agonizzante da anni e ritardava la sua morte al fine poter restare abbarbicato alla Montagna, non si fidava neppure di morire, sapeva che ridotto così sarebbe andato solo alla GRANDE DISSOLUZIONE in cui tutto è annullato e scompare via da ogni esistenza, la fine di tutto ..

Ma non era la fine tanto agognata di cambiamento di stato della Materia che quindi Evolve. Era invece la totale sparizione ! L’inferno del fuoco che avanza e brucia, dissolve nelle sue spire, chi non ha più linfa vitale e quindi può essere solo materia da essere bruciata  per essere polverizzata e resa leggera, senza più alcuna consistenza, LA FINE DEL TUTTO. Intanto passò di lì un Cavaliere a cavallo che ammirando il panorama all’orizzonte ebbe un sussulto di entusiasmo e il cavallo invece si imbizzarrì e disarcionò il Cavaliere che nello scossone ebbe solo l’impulso di aggrapparsi al primo appiglio che trovasse vicino a Se. E allora il Tronco si trovò abbarbicato a Se questo Cavaliere impaurito e infreddolito avendo pure perso il suo mantello, che cominciò a gemere al fine qualche Passante o Viandante si fermasse ad aiutarlo. Sotto c’era lo strapiombo e il Cavaliere non osava lasciare quella presa al Tronco, mentre la Montagna osservava tutto incuriosita e anche divertita “ Finalmente era successo qualcosa di nuovo “ Sopraggiunse un tremendo temporale e tuoni e fulmini irruppero e un piccolo terremoto scosse anche le viscere della Montagna, che aprì le sue membra, che aprì anche una fenditura e fece crollare anche il Tronco col Cavaliere sotto, nel Grande Lago, ove nessuno era potuto scendere in quanto non c’era una via possibile di RITORNO. Il Tronco diventò una zattera per il Cavaliere che vi restava aggrappato, fino a che una Terra soffice avvolse le radici del Tronco, che ritrovò una linfa nutrirlo e si sentì con una Corrente interna che lo alimentava, che a sua volta pareva ridare un vigore pure al Cavaliere ancora abbarbicato nell’abbraccio al grande Tronco. Il Cavaliere riprese la sua Forza e si guardò attorno, non c’era alcuna via possibile per Ascendere. Rimasero così per anni mentre il Tronco che aveva rimesso radici a terra nutriva il Cavaliere coi suoi frutti e continuava a crescere verso l’alto fino a che divenne così alto, che il Cavaliere decise di salire fino alla vetta dell’Albero e ritrovare la Via del Sole. Così fu e arrivato in cima vide una comitiva che lo trasse in salvo … Stava allontanandosi dall’Albero che mesto silenzioso accettava il suo triste destino di restare ancora solo, eppure ad un certo punto il Cavaliere si volse verso lui e lo ringraziò per averlo riparato e alimentato … Tornò giorni dopo con tanta gente e tutti salirono sulla vetta dell’Albero per scendere anche loro nella Valle Profonda

 Lucilla Casta

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