A Roberto Zanchetta, sindaco di Ponte di Piave (Treviso): “Diciamo NO alla crudele macellazione rituale..”

Spettabile Sig. Sindaco, Roberto Zanchetta,

 

 

Le scriviamo questa lettera per esprimerle la nostra ferma opposizione alla sua proposta di aprire alla macellazione rituale il macello pubblico di Oderzo.

 

Tale opposizione nasce in primo luogo dal fatto che non solo siamo contro la macellazione rituale (islamica ed ebraica), ma contro ogni tipo di macellazione, ed inoltre dalla convinzione che per favorire l’integrazione di persone di culture diverse dalla nostra, non è assolutamente necessario assorbirne il peggio, e nello specifico accondiscendere a pratiche crudeli e che prevedano lo sfruttamento degli animali.

 

Tale genere di considerazioni le portiamo alla sua attenzione perché siamo convinti che un’amministrazione pubblica abbia il dovere non solo di gestire nel migliore dei modi un territorio che le è stato affidato, ma che abbia anche una responsabilità importante nella crescita morale e culturale dei propri cittadini; ed è a lei che ci rivolgiamo in quanto Sindaco perché è in questa veste che ha avanzato l’ipotesi – che noi riteniamo grave ed inaccettabile – di autorizzare la macellazione islamica per evitare problemi di igiene e di decoro legati ai frequenti ritrovamenti di teste mozzate e di altri resti di cadavere di capre e pecore nei fossati lungo le strade del suo Comune.

 

Vorremmo chiederle se ritiene davvero che il ritrovamento di pezzi di esseri senzienti in un fosso possa rappresentare un problema igienico o di decenza, o se invece non si tratti di un ritrovamento macabro che testimonia la crudeltà perpetrata nei confronti di animali indifesi in nome di una pratica religiosa.

 

Qualora lei ritenesse che tali ritrovamenti siano realmente solo legati a questioni igieniche, allora le proponiamo di far assistere alle macellazioni gli studenti delle scuole presenti nel suo Comune: si tratterebbe di una visita istruttiva e di una lezione pratica di igiene. Se invece ritiene che la presenza di teste mozzate abbandonate sul territorio comunale sia moralmente inaccettabile perché crudele, allora le chiediamo di agire di conseguenza, e di ritirare immediatamente la sua proposta.

 

In una società sempre più governata dalla violenza, dalla sopraffazione e dal diritto del più forte, crediamo sia indispensabile riconsiderare le nostre esistenze per tentare di evitare ogni pratica violenta nei confronti di chi (umano e non) è in grado di provare paura e dolore.

 

Ci attendiamo da lei, come primo cittadino, proposte differenti ed alternative, attività atte a diminuire la violenza e la sofferenza, ad educare i più giovani ad un concetto di tolleranza, di condivisione, di empatia e di rispetto; e non proposte che, con l’intento di evitare situazioni spiacevoli, permettano di relegare la sofferenza animale dentro le quattro mura di un macello, lontano dagli occhi di chi grazie alla visione antropocentrica della nostra società, ha il diritto di non vedere per non assumersi le proprie responsabilità.

 

Siamo consapevoli di avanzare tematiche che esulano la sua competenza (ma non la sua coscienza), ma che riguardano tutti noi in quanto esseri umani, e che un Sindaco con le sue sole forze non è certamente in grado di affrontare. Ma nel contempo siamo sicuri che l’esempio anche di una sola persona che ricopre un incarico pubblico, possa essere di grande aiuto per tutti coloro che intendono realmente acquisire una nuova consapevolezza.

 

Proporre di permettere di sgozzare degli animali, del tutto coscienti e consapevoli della loro sorte, per consentire una migliore integrazione di persone che seguono determinate pratiche religiose che impongono dei sacrifici, è del tutto sbagliato indipendentemente dalla religione e da chi la pratica. Capirà quindi che la nostra posizione prescinde da questioni di identità culturale, di religione o di etnia, la nostra è un’istanza puramente etica: non possiamo, in nome del quieto vivere, accondiscendere a tali crudeltà, e questo lo affermiamo con la piena consapevolezza che ciò che accade ogni giorno nei macelli “occidentali” non è molto diverso da quanto poc’anzi esposto. Un incremento di violenza e crudeltà è davvero per lei una soluzione ottimale a tale problema?

 

Siamo convinti che questa sia la strada più sbagliata che si possa imboccare, e continueremo a protestare e a chiedere a gran voce che tutto ciò finisca e che non si generi ulteriore sofferenza, per nessun motivo.

 

Il confronto con altre culture dovrebbe avere come risultato una crescita morale e culturale, e non la sopportazione delle altrui crudeltà per meglio difendere le proprie.

 

Adriano Fragano, Associazione Campagne per gli animali

 

Sottoscrive: Paolo D’Arpini, presidente del Circolo Vegetariano VV.TT.

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