Saul Arpino News: “STORIA DI UN VIAGGIO GALEOTTO PER LE TERRE DI ROMAGNA ALLA RICERCA DEL BEL VIVERE E DELL’AMORE PROFANO”

…in cui si narra del viaggio di ritorno verso Spilamberrto e dell’avventura in quel di Riccione..

 Frate Saul Arpino, addivenutosi all’idea di un peregrinare romantico per le calli e le valli costiere di terra di  Romagna, avvedutosi altresì di essere accompagnato dalla di lui donzella desiderosa di effluvi marini et gaudenti libagioni et cantiche et carole et ballonze, s’addivenne presso la Pieve di Sancto Abbondio, et cum preci et sermenti divisava di promettere ad detto sancto una peripatetica di sermoni onde convertere gratie ad essi la peccatrice gente che accalcasi nè li ignudistici lochi del culto marino, vulgo dicti: circhi acquatici.

Ordunque addivenendo nelle vicinanze di un loco detto “il Riccione” ( alias Ricchione, essendo da tempo ultradecennale tale loco addivenuto, per scelta touristica della Administratione Comunale, loco di ritrovo di ricchioni, alias checche, alias frosci, alias gay), egli dirigevasi verso codesta località addimandando a persone da essocolà provenienti, ove fusse tale infernal girone di immondi seppur bagnati trastulli. Ne ebbe risposta chiamarsi essoloco AQUAFAN. Nel progredire il cammino, frate Arpino ebbe cognoscentia che in dette acque, commiste con le carni uname di masculi et fimmine et fimminielli squizzavano animali aquatici di ogni espezia, provegnenti dai paesi del peccato e delle spezie peccaminose. Essi erano, misti a delfini, orche, sorche, uccelli-pesce, uccelli-lepre, chimere, lumache folgoranti, pesce-torpedine e financo balena-torpedone. Insomma, peggio della peggior fantasia di Jeronimus Bosch, mescolati a meduse ottenute con tecniche ricombinantesi, granchi onnivori dei mari del Corallo, pesci luna ottenuti da incroci OGM con pietre lunari et feti abortiti di lucertole marine.

Occorre a tal uopo ricordare esservi altra interpretatione del nomignolo di Riccione, come discendente da Piccione, animale di  natura ibrida aduso a servire qual trastullo d’ignobili perversioni. Dicesi inoltre l’ibrido picchione discendere da archetipi ibridi quali Espirito Xanto, non sapendo noi di che trattarsi trattando di tale Espirito, nè masculo nè femmina, nè dio nè homine nè animale nè metallo nè eziandio ligneo TOTEM essendo costui.

Giuntovi frate Arpino, ed avendo versato regolare obolo, avviossi solo et soletto verso una grande costrutione nella quale individuava la Nuova Babele. Da essa torre egli divisava di poter predicare ai peccatori le parole di sancto padre Saul Arpino.

Avviossi pertanto lui lungo la scala che portava alle supreme altezze. Nella lunga et dolorosa salita egli avvedevasi di gente ignuda che scivolava per lunghe direttrici ed interpretava, siccome gli insegnamenti di sancto padre Saul, come peccatori di Sodoma et Gomorra precipitantisi agli inferi per la spinta di sancto arcangelo Gabriello. Giuntovi cum sommo stratio  sed sine vertigo al vertice di detta torre babelica, Egli cominciava lo suo sermone che così esprimeva: Praeadamitae sive exercitatio super versibus 12,13,14, capitis v. Epistolae D. Pauli ad Romanos. Sistema theologicum ex praeadamitarum hypotesi pars 1.Tale sermone essendo directo alla confutatione della predeterminatione dell’Humano genere nel cuore della simia. Sed, aveva Egli da poco dato initio alla verbalizzatione che, multa cum malitia, un ignudo demone sospingevalo cum lo pede, nel vortice che aprivasi ai suoi piedi. Multo fu lo sbigottimento di nostro fratre Arpino che sentivasi il risucchio del vortice infernale attrarlo nei gorghi del peccato et multo fue anche lo sgomento per trovarsi nel mezzo delle acque limacciose da sporchitia di mille corpi umani trasudantisi spermi et altri liquori nauseabondi. Aggiungasi a ciò che il nostro fratre Arpino non era aduso a nautiche exibitioni.

Ma accorse pro miraculo nostra matre sancta Aphrodyte che, sorgente dalle acque ancorchè putride, elevava lo nostro amato fratre at breve altitudine, etiam trasportavalo at locanda nomata BAR, ove rianimavalo cum nero beverone etipico nomato KOFI. Riavutosi nostro fratre Arpino, et rese gratiae at nostra matre Venere, figlia del Grande Dio Giove, egli avviossi cum la di lui consorte alla cerca di altre predicationi per lo bene della humana sorte.

Georgius Graccus Vitalicus

CRONACHISTA.

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