Vegetarismo etico: “Durata della vita animale senza l’intervento umano.. senza castrazioni interinali, ingravidazioni artificiali, macellazioni rituali, eccetera”

I polli, come le galline, dovrebbero vivere in media 20 anni ma vengono uccisi a 5-6 settimane di vita; le galline ovaiole vengono soppresse ad un anno e mezzo di vita;

i pulcini maschi vengono macinati entro un’ora dalla nascita;

il maiale dovrebbe vivere almeno 20 anni ma viene abbattuto a 5 mesi di vita;

le scrofe gravide vengono uccise a 2-3 anni di esistenza;

la mucca da latte dovrebbe vivere in media 30 anni ma dopo 5-7 anni di vita viene inviata al mattatoio;

i vitelli vengono uccisi a 4 mesi di vita;

i  tori vengono lasciati vivere per 18-20 mesi e poi abbattuti;

il montone vive normalmente 20 anni;

agli agnelli è concesso di vivere solo per 6 mesi;

l’anatra può vivere fino a 15-20 anni, viene sacrificata dopo 3-4 mesi;

un’oca vive per 30-40 anni, ma il supplizio dell’ingrasso forzato la uccide dopo qualche mese di vita.

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La castrazione dei suini maschi destinati al consumo umano è una pratica abituale nella maggior parte dei paesi dell’Unione europea, in cui si castra praticamente il 100% di questi animali, come risulta dal progetto europeo GCAShttp://w3.rennes.inra.fr/pigcas/index.htmpigcas/index.htm).

            Il settore produttivo europeo, attraverso il COPA-COGECA, si è dichiarato favorevole al mantenimento della pratica della castrazione con le diverse tecniche utilizzate nel rispetto della normativa vigente.

            Stati come la Spagna, in cui la percentuale di castrazione è inferiore alla maggior parte dei paesi europei, hanno manifestato pubblicamente la volontà di mantenere le attuali tecniche di castrazione, come auspicato dagli altri paesi. Una riprova di quanto detto è offerta dal progetto europeo ALCASDE, i cui risultati sono in attesa di pubblicazione.

            Determinati prodotti che arrivano ai consumatori non possono essere ottenuti senza la castrazione degli animali. A tale riguardo, non si sono mai registrate pressioni dei consumatori volte a frapporre difficoltà alla tecnica della castrazione. Parimenti, i consumatori non hanno mai auspicato (nemmeno nell’ambito del progetto Alcasde) un rafforzamento generale delle norme attuali sul benessere degli animali. I gruppi di difesa degli animali non sono rappresentativi delle domande dei consumatori europei.

            La legislazione attuale (direttiva 2008/120/CE1 del Consiglio, del 18 dicembre 2008, che stabilisce le norme minime della protezione dei suini (versione codificata)) prevede già le norme per la protezione dei suini durante la castrazione e permette le diverse tecniche attualmente in uso.

            La produzione di maschi interi (non castrati) è un’alternativa alla castrazione dei suini, ma in nessun caso dovrà essere imposta come unica opzione, dato che le diverse tecniche di castrazione devono continuare ad essere permesse (risultati del progetto Alcasde, non ancora pubblicati). Questo principio sarà rispettato nelle conclusioni e nella proposta che la Commissione adotterà in materia.

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Cerchiamo di non scendere mai a compromessi con la nostra coscienza accettando di mangiare carne o pesce quando siamo invitati, cioè nel momento migliore per dare testimonianza della nostra filosofia di vita. Ricordiamoci che mangiare pesce è eticamente più grave che mangiare carne di animali terricoli perché se con il corpo di una animale ucciso si “sfamano” molti individui, per nutrirsi di pesce è necessario sacrificare la vita di molti animali marini e il dolore non è più o meno grave a seconda della dimensione fisica dell’animale ucciso, né la vita ha meno valore a seconda della specie di appartenenza.

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Cambiamenti climatici e povertà, l’Onu: “Per salvare il mondo seguire una dieta vegana”

Dieta vegana contro la fame nel mondo, gli effetti dei cambiamenti climatici e la povertà. Secondo quanto affermato dall’Onu, riportato dal Guardian, per salvare il mondo è necessario un minor consumo di prodotti animali: la cucina ricca di carne e latticini sarà nel prossimo futuro “insostenibile”. “Gli impatti sull’agricoltura cresceranno sostanzialmente a causa dell’aumento della consumazione di prodotti animali da parte della popolazione – ha affermato il rapporto United Nations Environment Programme delle Nazioni Unite (Unep) – Contrariamente al combustibile fossile, è però difficile trovare alternative: la gente deve mangiare. Una notevole riduzione di questi tragici impatti sarebbe possibile solo con un cambiamento globale della dieta”.

Una dieta vegetariana appare essere la “migliore soluzione” per la sopravvivenza del nostro pianeta. Secondo gli autori del rapporto i prodotti animali causano più danni rispetto alla produzione di minerali, plastica o metalli: l’agricoltura, in particolare solo per la produzione di carne e latticini, rappresenta il 70% del consumo globale di acqua dolce, 38% dello sfruttamento delle terre e il 19% dell’emissioni di gas serra. Il gruppo di esperti ha inoltre classificato prodotti, risorse, attività economiche e trasporto secondo il loro impatto sull’ambiente. Dai risultati è stato evidenziato che l’agricoltura risulta essere “al pari” con il consumo dei carburanti fossili in quanto il consumo di entrambi è aumentato drasticamente a fronte della crescita economica.

“I prodotti animali causano più danni che la produzione di minerali da costruzione come la sabbia o il cemento, la plastica o i metalli – ha commentato Edgar Hertwich, capo autore del rapporto -. La biomassa prodotta e i raccolti per gli animali sono tanto pericolosi quanto la fusione dei combustibili fossili”. (Tiscali)

 

Ricerca a cura di Franco Libero Manco

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