Meditando a Spilamberto: “Considerazioni sulla vita che vive sulla vita…” di Caterina Regazzi

Caro Paolo,  ho letto il commento di Giorgio Vitali alle considerazioni su mio cugino, che sagge parole! http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2010/05/eulogia-del-cacciator-cortese-le.html

Non voglio innescare una di quegli interminabili botta e risposta, ma solo esprimere una  sequenza di pensieri e sensazioni che oggi, mentre me ne andavo in giro per le colline intorno casa mia, mi sono passati per la mente. Hai detto, a proposito della sua conoscenza della natura e degli uccelli: “Si, ma lui li conosce perché gli vuole sparare!” . Sarà anche vero, così come è vero che tu conosci le erbe spontanee perché le raccogli per mangiarle. http://saul-arpino.blogspot.com/2010/05/il-giornaletto-di-saul-del-15-maggio.html

Trasponiamo spesso il nostro modo di pensare agli altri, ma c’è sempre questa corrispondenza? Una cosa è certa: i nostri ragionamenti, più o meno banali, più o meno contorti, sono spesso, per non dire sempre finalizzati all’ottenimento della ragione, alla dimostrazione di una teoria o di un modo di vedere le cose che consideriamo “nostro” ed invece, anche questo è il frutto del nostro corredo genetico e del nostro vissuto, cioè, la possibilità di “scelta” è veramente relativa e modesta.

Per esempio, in questo momento, se dovessi scegliere con la ragione, invece di stare qui a scrivere queste considerazioni, neanche originali, ma ormai trite e ritrite, dovrei andare a sistemare la cucina, fare la spesa, cucinare qualcosa e invece c’è un impulso più forte di me a continuare.

Cacciatori ed ecologisti: se parli con i primi sono gli ecologisti che non conoscono l’ambiente (e spesso è vero), che sono “fanatici”, che sono utopisti e che non hanno contatto anche con la realtà, mentre per gli ecologisti, per farla breve, i cacciatori sono praticamente tutti delinquenti. E poi ci meravigliamo che ci siano le guerre! Ci attacchiamo ad un’opinione e sembra che chi non la condivide, sia un nemico da combattere o, nella migliore delle ipotesi, un beota che bisogna cercare di convincere a tutti i costi.

Come in tutte le categorie ci sono persone coscienti e serie e persone presuntuose e arroganti da una parte e dall’altra. A questo mondo c’è, ci dovrebbe essere spazio per tutti, ve lo immaginate un mondo in cui la pensiamo tutti nello stesso modo? Io non vorrei viverci!

Tu spesso mi parli dell’uomo “frugivoro” a giustificazione del vegetarianesimo, ma a me questo discorso non convince. Se l’uomo non fosse fatto per mangiare anche, se vuole, un po’ di carne, si sarebbe estinto da quel dì. La carne avrà il colesterolo, ecc. ecc., ma ci sono persone che mangiano tonnellate di carne e stanno benissimo e altre che sono vegetariane e muoiono di cancro.

Ci sono tante motivazioni che spingono al vegetarianesimo e io le condivido quasi tutte, ma non quella che l’uomo non è fatto per mangiare la carne. Per me può. Un po’. Occasionalmente. Se ne ha voglia. Consapevole di quello che c’è dietro (l’allevamento intensivo, la macellazione e i modi per tornare alla natura anche nel consumare carne, che secondo me, esistono).

Riguardo al “se ne ha voglia”: ricordo me bambina, inappetente su tutto, ma specialmente nei riguardi della carne. Mia madre mi cuoceva la famosa “fettina” (ma che fine ha fatto?) pensando di nutrirmi in maniera più “efficiente”, io masticavo, masticavo ogni pezzetto e poi dicevo: “Non va giù!” e toccava sputarlo.. Forse ero, allora, una vegetariana inascoltata. E dietro al cibo, comunque, ci sono tante di quelle cose! Non c’è solo il soddisfacimento di un bisogno fisiologico, ma un bisogno affettivo (in senso di dare e avere), sociale e culturale. Ci si ritrova il più delle volte a tavola, se vuoi bene a qualcuno gli prepari una bella cenetta, “a tavola non s’invecchia”, le trasmissioni di cucina sono le più frequenti ormai in tv (anche se non la vedo lo so) negli scaffali delle librerie i libri di cucina abbondano e chi non ne ha mai comprato o regalato uno? Anche i libri di cucina vegetariana non mancano e sembra facciano a gara con quelli di cucina tradizionale nel presentare prelibatezze. Possibile che l’uomo abbia creato tante ricette a base di carne senza capire che si avvelenava?  Come fanno in quei paesi dove devono mangiare carne perché molto altro non c’è? (L’uomo la cellulosa non la digerisce).

Mentre andavo su per le colline stamattina ho visto una pianta che mi piace moltissimo quando, come in questi giorni, è fiorita: la sulla, la conosci? E poi c’erano acacie, maggiociondoli, sambuchi, rose canine, botton d’oro e tanto, tanto verde e una piantina, simile al timo, ma che timo non è, chissà! Ci volevi tu, lì con me, un giorno ti ci porterò, spero molto presto.

Ah! Il mio unico gatto maschio, quello invalido, non sta per niente bene. Magò (la cagnetta) ogni tanto si mette lì e se lo lecca tutto con la sua grande lingua morbida. Sono una dolcezza.

Caterina Regazzi

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Commento

Prendo ogni argomento come una riflessione utile ad approfondire il significato della vita… Non ci sono pareri più buoni e pareri meno buoni… i pareri sono solo proiezioni mentali legate al tipo di educazione ricevuta, alle propensioni innate, alla  caratteristiche archetipali che contraddistinguono ognuno di noi… perciò, pur essendo “specchi” della nostra anima…  non rappresentano mai la verità… ma solo un’immagine riflessa di quel che consideriamo “verità”.

Paolo/Saul

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