Archivio di gennaio 2010

Arcani dei Tarocchi ed astrologia karmica – Acquario e la Stella – di Angela Braghin

Lunario Paolo D'Arpini 17 gennaio 2010

L’Arcano dei Tarocchi  VXII raffigura Colei che dimora tra le acque, ovvero una donna nuda ed inginocchiata sotto un cielo stellato e luminoso. Nel cielo 8 sono le stelle che brillano tutte gialle (spirito) e tutte con 8 punte (Infinito, superamento dei limiti e della dualità).

Questo è il primo Arcano in cui l’essere umano appare senza abiti: ha raggiunto lo stadio della purezza e del distacco e quindi non ha nulla da nascondere. La luce che irradia si espande nell’Aria, mentre si inginocchia, poggiando una gamba a Terra e l’altra in Acqua. Questa creatura ha trovato il suo giusto collocamento nella terra, quindi ha un equilibrio con tutti gli altri elementi, ovvero con tutto il cosmo. Ha superato il Fuoco infernale del Diavolo e quello divino della Casa di Dio, ha superato l’ambivalenza insita nella sua natura, umana e divina.

La sua luce indica la via per uscire dall’eterno conflitto della dualità, la cui origine rsiede nell’orgoglio, e con umiltà si rivolge agli elementi. Solo l’Anima riesce a tenere uniti la materia e lo spirito in armonia.

Riversa da due anfore, dello stesso colore, acqua sessuale (di colore blu) e acqua spirituale (acqua gialla); con la mano sinistra feconda la terra e con la destra crea e nutre il liquido amniotico dal quale nascerà la Luna, riuscendo a trasmettere la forza universale di cui è dotata.

Questa donna nuda, inginocchiata e quindi ben salda sul terreno, ma irradiata dallo splendore delle stelle, ha saputo trasformare l’intelligenza in saggezza ricettiva e distribuisce con generosità la sua interiorità e ricchezza a tutto l’ambiente circostante.

Intorno a lei il paesaggio è caratterizzato da alberi (materia) e da un uccello pronto a spiccare il volo (spirito)  che richiama anche la simbologia dell’araba fenice, ad indicare che la Stella è il canale dell’Infinito e dell’eternità, del risveglio del cuore e dell’intelletto.

 La scomposizione dell’Arcano VXII porta all’Arcano VIII, (1+7) la Forza, che permette il superamento della conflittualità e della duplicità della natura umana.

Corrisponde al segno zodiacale dell’Acquario e nell’Albero della Vita rappresenta la Vittoria come manifestazione della forza del pensiero sulla realt

………..

Ed ora parliamo dell’Acquario – Segno solare 21 gennaio – 19 febbraio

Segno Fisso

Elemento: Aria

Signore del Segno: Urano e Saturno

Esilio: Sole

Esaltazione: Nettuno

Segno opposto: Leone

Metallo: Platino, oro

Segno opposto: Leone

L’Acquario è imprevedibile, stravagante ed eccentrico. Non fanno parte della sua natura emozioni intime o passioni accecanti, poichè filtra tutto con la mente ed è sostanzialmente distaccato dagli impulsi più immediati, lo è anche da sè stesso.

La personalità è bizzarra ed imprevedibile e fa dei rappresentanti di questo segno degli eclettici e dei ribelli, geni incompresi oppure temerari rivoluzionari.

La forte esigenza di indipendenza e libertà ed il grande amore per gli ideali spinge i rappresntanti del segno ad essere sempre pronti a battersi per qualche causa umanitaria ed a difendere i diritti dei più deboli ma fa di loro anche dei personaggi che non accettano compromessi e si rifiutano di confondersi con la massa. Infatti si identificano con i costumi e gli usi della società e dei tempi in cui vivono solo se si adattano alle loro esigenze e alle loro convinzioni e principi.

La natura duale, creativa e riflessiva, idealistica e concreta, viene loro attribuita dalle caratteristiche di Saturno che funge come catalizzatore che concretizza la forte carica e l’impulso creativo di Urano. Questo incrocio di raziocinio ed istinto, imprevedibilità ed estrosità è il principale responsabile del continuo senso di insofferenza per la quotidianità e le banalità dell’esistenza terrena e del bisogno costante di novità e di stimoli.

Nelle relazioni personali tutto questo si traduce in una sostanziale infedeltà sessuale e mentale ma mai sentimentale.

Infatti, vivono i loro rapporti all’insegna della più completa e totale libertà e non sono gelosi. Quella è un’arma ricattatoria che usano solo quando vogliono far sentire in colpa il partner, al quale perdonano eventuali scappatelle, riconoscendo ed accettando di poter godere della stessa libertà nelle relazioni intime. Privilegiano amori allegri e disimpegnati, intriganti e cerebrali,che possano essere complici di giochi divertenti e non troppo coinvolgenti.

Si sconsiglia il matrimonio, ma se questa dovesse essere la scelta, il coniuge prescelto sarà una persona che dovrà vivere costamente in loro adorazione o sottomissione,ed abituarsi all’intensa vita sociale alla quale questi soggetti non hanno intenzione di rinunciare, neanche dopo il matrimonio. Hanno infatti un vero e prorpio bisogno di allargare costantemente la propria cerchia di conoscenze ed amicizie.

Queste ultime sono fondamentali, poichè ricoprono un ruolo primario ma possono essere fonte di sofferenza se  si rivelassero deludenti.Tendono ad essere poco o scarsamente indulgenti con il loro prossimo, e se dovessero sentirsi feriti In quel caso, preferiscono tagliare ogni contatto, tirando fuori una inaspettata collera ed impulsività, chiudendo di netto e senza ripensamenti, perchè già pronti a nuove conoscenze.

Disposti a grandi sacrifici per la propria famiglia, risultano freddi e distaccati anche con i figli, ai quali insegnano da subito ad essere indipendenti e non adotteranno nei  loro confronti modelli educativi tradizionali o proibitivi.

Il mito attribuito al segno dell’Acquario è quello di Prometeo, che per rendere gli uomini meno indifesi, rubò dalla casa di Atena uno scrigno in cui vi erano l’intelligenza e la memoria, rendendo il genere umano più forte e meritevole. Le conseguenze della libertà e della conoscenza comportano sempre un prezzo da pagare, e non sempre si sa chi pagherà per potersi liberare dall’oscurantismo.

Nodo Nord in Acquario/Nodo Sud in Leone

Il Nodo Discendente in Leone simboleggia precedenti esistenze nelle quali tutto ruotava intorno alla personalità,mentre il Nodo Ascendente in Acquario mira a trasformare il futuro del soggetto per spingerlo a porsi al servizio dell’umanità.

Dalle passate esistenze, ha ereditato una tendenza a disprezzare gli altri e a circondarsi di persone importanti a causa di un intenso orgoglio. Infatti, questo soggetto, crea una netta divisione tra nobili e gente comune, mettendo sè stesso e coloro che lo circondano su un piedistallo.

Costantemente, il forte ego della sua vita precedente si affaccia in modo minaccioso, impedendogli di raggiungere la felicità che cerca. Questa configurazione nodale causa delle grandi difficoltà all’interno del matrimonio; poichè l’individuo ha la costante tendenza a dominare coloro che lo circondano, se impossibilitato nel farlo, diventa una sorta di eremita, liberandosi così da tutte le responsabilità che lo disgustano. Il suo vero conflitto ruota intorno a ciò che è artificiale e ciò che è reale. C’è tanto martirio e tanto romanticismo nel suo Nodo Discendente in Leone, tale per cui si identifica con facilità nel ruolo di Don Chisciotte mentre rincorre e combatte contro i mulini a vento! Deve imparare a lasciar cadere le maschere, scoprendo che, alcune ostentazioni egocentriche provengono dalle precedenti esistenze, e contibuiscono poco e male nell’aiutarlo a trovare la felicità nell’attuale vita.

Con coloro che gli sono cari e vicini si comporta in modo molto protettivo; ha però la tendenza a vagabondare ed incontrare sulla sa strada molti relitti della società. In questa zona d’ombra in cui si consumano veri e propri disagi sociali, trova nuovi orizzonti da esplorare e da conquistare. Per una causa giusta, sarà pronto a sacrificare la sua intera vita, non gli interessa tanto essere simpatico quanto essere ammirato per le sue imprese gloriose.

Attraverso il Nodo Ascendente in Acquario, impara a superare il senso di prestigio e di orgoglio accumulato e a sviluppare al suo posto il senso di fratellanza universale. Potrà essere così il protagonista di un’avventura unica, che potrà portare ulteriore progresso alla civiltà.

La Casa in cui si viene a trovare il Nodo Discendente indica il settore della vita che è particolarmente appesantito dal desiderio di appagamenti personali. La Casa in cui si trova il Nodo Ascendente rivela il modo in cui l’individuo può liberarsi dai legami egoici, realizzando una missione a favore dell’umanità 

Angela Braghin – angela.braghin@libero.it

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Recensioni librarie: “2012, il mondo non finirà” di Marzia Nicotri – “Ipazia” di Adriano Petta e Antonio Colavito – “Lo spazio delle varianti” di Vadim Zeland

IPAZIA – Vita e sogni di una scienziata del IV secolo di Adriano Petta e Antonino Colavito (La lepre edizioni 2009)

     Era ora che si gettasse un po’ più di luce su questa straordinaria figura femminile, antesignana e portabandiera della liberazione della donna, nonchè esempio fulgido di difesa della libertà di pensiero, soprattutto di fronte alle minacce sempre più pesanti dell’oscurantismo ecclesiastico, proprio nel momento epocale dell’affermazione definitiva della Chiesa come braccio religioso del potere, a conseguenza degli infami editti di Teodosio.

     La minuziosa ricostruzione storica del periodo si avvale di numerose fonti, scegliendo di vestirsi della forma di romanzo storico; scelta che non possiamo che condividere, poichè si aggirano così le probabili paludi  del far accademia sull’arida esposizione  di fatti e nozioni.

     L’impianto narrativo ci restituisce perciò un’intrepida scienziata tutta infervorata dall’amore per la conoscenza, intesa e vissuta come vera e propria missione di vita, fino a sacrificare – non senza dolore – l’amore terreno e le comodità materiali, per arrivare poi al sacrificio ultimo della vita.

     Al nostro rispetto e ammirazione per la studiosa alessandrina, fin qui semisconosciuta per la trascuratezza di un certo settore della cultura (e forse proprio in virtù di essere stata donna in un’epoca in cui : donna = 0) si aggiunge così quell’amore che sempre coinvolge i lettori quando si confrontano con una travolgente protagonista come lei: conoscerla è amarla, in sostanza.

     A chi potrà apprezzare in lei la filosofa più che la scienziata piacerà comunque di più la seconda parte (la prima tratteggia la sua biografia e sottolinea il suo essere donna di scienza) di molto più immediata efficacia, in cui veniamo introdotti alle sue speculazioni più profonde e veniamo così in contatto con le pieghe più delicate dell’animo di Ipazia. Assistiamo, si direbbe con la stessa emozione da lei provata, alla magìa con cui le spirali della mente cosmica, srotolandosi nella rivelazione dei segreti numinosi che custodiscono, avvolgono il pensiero di una giovane donna fin troppo capace di andare oltre il pensiero e di dialogare umilmente con l’infinito ricavandone un alimento perpetuo per la ragione. Si compie così la dolce investitura, scende il mantello di un eterno carisma su di lei, e la luce trafigge per sempre l’anima. Il suo palpitare trasfigura il tempo e dissolve il turbinìo della polvere dei secoli inducendo la vista a spaziare sulle certezze del conoscere: il suo essere donna ce le rende più amiche, facilitandocene il fluire dentro di noi come un sublime dono d’amore.

     E, nonostante una prima parte in  cui i dialoghi (a cui si affida l’elaborazione dello scenario storico ancor più che all’azione vissuta) sono a volte troppo lunghi e prolissi, basta leggere questa seconda parte e, sfogliando le pagine, arrivare all’epilogo, per farci accarezzare da un brivido antico e sommesso quando il nostro cuore rigurgita la stessa supplica espressa dal suo compagno e amico Shalim:

     “….Dove sei, mio sogno perduto? Forse un giorno tra infiniti altri sentirai uno stanco passo sulla polvere arida di un sentiero nascosto…. fermati, allora, e parlami del cielo  e delle stelle, fa che la polvere si levi verso l’alto, che il mio cuore riprenda a pulsare, che il mio corpo diventi luce. L’attesa è infinita, ma io sono in cammino.”

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LO SPAZIO DELLE VARIANTI –  Come scivolare attraverso la realtà di Vadim Zeland (Macro edizioni, 2009)

     Un libro insolito per uno sguardo sulla realtà da un punto di vista ancora più insolito.

     Cavalcando l’onda delle scoperte della fisica quantistica l’autore teorizza – in base a sue esperienze personali – la realtà come un insieme di campi energetici informativi. E fin qui, niente di nuovo.

     Nuova, invece, originale e penetrante è l’indagine che l’autore svolge sulle modalità di funzionamento di questi campi energetici, e soprattutto rilevante è lo smascheramento dei vortici  – creatisi a nostra insaputa ma con la nostra complicità – mediante i quali si attuano potentissimi meccanismi di potere ripetitivi, micidiali ed inesorabili.

     Un libro che ci restituisce la consapevolezza di essere, oggi più  che mai, creatori del nostro destino e che ci mette in grado di sottrarci alle dinamiche dei “pendoli” – così li definisce – che nel loro oscillare, alimentato dalle energie psichiche allo stato puro (questa affermazione va letta nel seguente modo:  essere attivamente pro o contro qualcosa non che fa apportare energia a un sistema ultimamente manipolativo) delle masse, mettono in atto una vorace politica unicamente volta alla loro sussistenza, e tutto inglobano, assorbendo e triturando l’individualità dei singoli. Non esistono modi per contrastare questa azione, e ci si può solamente sottrarre ad essa mediante la presa di coscienza delle sue dinamiche e rifiutandone di esserne parte. In sostanza siamo padroni di scegliere di non farci divorare, per banale che possa apparire il concetto; ma è molto più vero di quanto normalmente si creda, e soprattutto di importanza maggiormente vitale di quanto ci si possa mai render conto.

     Impertinente e puntiglioso, un po’ zen e un po’ galileiano, punta il dito sui cadaveri dell’ignoranza frettolosamente seppelliti per non dare adito ai vivi di effettuare illuminanti autopsie.

     “E’ tutto molto semplice: ottenete quello che voi stessi ammettete nello scenario della vostra vita” 

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2012: IL MONDO NON FINIRA’ Di Marzia Nicotri (Edizioni Mylife, 2009)

     Con molto buon senso l’autrice smonta, procedendo di passo leggero e con trasparente ironia, l’isteria da catastrofe preannunciata di cui si ammanta la fatidica data, smascherando anche giochi poco puliti da parte dei media che naturalmente sono il veicolo di manipolazione per eccellenza, perfino in questo caso.

     I vari “mille e non più mille” delle epoche passate, dichiara l’autrice, rispondono all’atavica e inconscia paura, presente nell’immaginario collettivo, della distruzione ciclica: minaccia effettivamente reale ma connaturata alla vita sulla Terra quanto lo è la morte.

     Si punta quindi il dito sul fatto che le tanto paventate catastrofi, naturali e non, sono minacce reali ma ciò fin da quando l’uomo ne ha memoria; e non c’è nessun indizio che lasci presagire che ci sia una sorta di accordo cosmico in scadenza nel 2012 per farle scatenare tutte insieme, come invece propone la tendenziosità di certi mezzi di informazione e di paranoici autori  che però nel frattempo impinguano il portafoglio vendendo paura: si vorranno comprare un posto sull’Arca come nel film?

     Il fatto è che, come sottolinea l’autrice, la maggior parte dei fenomeni meteorologici e di altro tipo sfuggono nel modo più totale al determinismo e quindi alla prevedibilità: per di più la mitica data evocata dal calendario Maya è stata  – volutamente – interpretata come fine del mondo mentre il popolo mesoamericano indicava con essa solo la fine di un ciclo, più o meno lungo.

     Fattuale e rassicurante: non fasciamoci la testa prima di rompercela, in sostanza, è il messaggio.

E poi, in fin dei conti:   “Qualsiasi evento accada in un dato momento è il meglio che possa accadere in quel momento. Ogni altra conclusione è il risultato delle nostre idee riguardo a ciò che dovrebbe accadere o come ci aspettiamo che accada, e anche questi sono soltanto concetti”

 

Recensioni a cura di Simone Sutra – itdavol@tin.it

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Spiritualità laica, spiritualità naturale, spiritualità umana… sono tutti sinonimi che indicano la stessa auto-consapevole “Meraviglia di Sé” comune ad ogni essere senziente

In uno degli ultimi numeri del Giornaletto di Saul

http://saul-arpino.blogspot.com/2010/01/il-giornaletto-di-saul-del-15-gennaio.html

ho letto un messaggio di Marco Bracci sul costituendo partito di Democrazia Atea.  Per quanto riguarda la considerazione che anche l’ateismo è una forma di religione, mi trovo pienamente d’accordo con la tua visione . Io sono soltanto un laico e sono totalmente indifferente al tema della divinità e dell’ateismo. In ordine alla distinzione tra politica e religione, io credo che tra i due termini non ci sia alcuna differenza.

Pochi giorni fa ho letto un passo su Napoleone in ordine alla religione: NAPOLEONE APPREZZA LA RELIGIONE E ANZI LA CONSIDERA INDISPENSABILE COME AMMORTIZZATORE SOCIALE.  PER LUI IL CATTOLICESIMO ERA IL CULTO PIU’ FAVOREVOLE AL MANTENIMENTO DELL’ORDINE  E DELLA TRANQUILLITA’ MORALE. CHE  FA SI CHE IL POVERO TROVI SEMPLICE E NATURALE CHE DIECI STUFE ARDANO NEL MIO PALAZZO, MENTRE LUI MUORE DI FREDDO? CHE IO ABBIA DIECI VESTITI NEL MIO GUARDAROBA? CHE SULLA MIA TAVOLA SI SERVA AD OGNI PASTO QUELLO CHE POTREBBE SFAMARE UNA FAMIGLIA PER UNA SETTIMANA? E’ LA RELIGIONE CHE DICE CHE IN UN’ALTRA VITA IO SARO’ COME LUI, ANZI CHE EGLI SARA’ PIU’ FDELICE DI ME”.

Non è però solo questo l’incontro tra “politica e religione”. A sua volta sul Mein Kampf di hitleriana memoria così si legge: POICHE’ L’IDEA DEL MONDO NON PUO’ SOPPORTARE NE’ RITENERSI PAGA DI ESSERE UN PARTITO VICINO AGLI ALTRI MA RICHIEDE DI ESSERE CON FORZA DI ESSERE ACCETTATA COME LA SOLA ED ESCLUSIVA, COSI’ COME RICHIEDE CHE TUTTA LA VITA PUBBLICA VENGA MODIFICATA E ADATTATA ALLE SUE IDEE. PERCIO’ NON PUO’ PERMETTERE CHE ESISTA ACCANTO A SE’, LA SITUAZIONE PRECEDENTE. CIO’ E’ VALIDO PER LE RELIGIONI. ANCHE IL CRISTIANESIMO NON POTE’ APPAGARSI DI COSTRUIRE IL SUO ALTARE: DOVETTE PER FORZA DISTRUGGERE LE AREE PAGANE. SOLO COMINCIANDO CON QUESTA ENTUSIASTICA INTOLLERENZA  POTE’ FORMARSI LA FEDE INDISCUTIBILE, DI CUI L’INTOLLERANZA E’ PROPRIO LA NECESSARIA CONDIZIONE PRELIMINARE. ……….ATTUALMENTE L’INDIVIDUO DEVE NOTARE CON SOFFERNZA CHE NEL MONDO ANTICO, MOLTO PIU’ LIBERO DEL MODERNO, APPARVE, CON LA VENUTA DEL CRISTIANESIMO, LA PRIMA PAURA SPIRITUALE. ………  LE  QUALITA’ ORATORIE DI UN CARATTERE DI UN APOSTOLO E DI UN DOMINATORE SARANNO PIU’ CAPACI DI CONVINCERE ALLA NUOVA VOLONTA’ INDIVIDUI NATURALMENTE  INDEBOLITI NELLE LORO CAPACITA’ DI RESISTENZA, CHE INDIVIDUI ANCORA NEL COMPLETO POSSESSO DELLE LORO FACOLTA’ VOLITIVE ED INTELLETTUALI. A QUESTO SCOPO E’ UTILE PURE L’ARTIFICIALE E SEGRETA SEMIOSCURITA’ DELLE CHIESE CATTOLICHE, I CERI ACCESI, L’INCENSO, IL TURIBOLO, ECC.

Potrei io stesso sentire e comprendere con quanta facilità il popolano si sottomette all’incanto di una messinscena “religiosa”. Ma infine, caro Paolo, permettimi di dire che non condivido il concetto di spiritualità laica. Anche in un recente incontro con il regista Bertolucci sul suo film ”L’ora di religione”, si parlò di spiritualità laica. Ebbene io, in detta sede, affermai che la spiritualità, quando esiste non è né laica né religiosa, ma è semplicemente umana. Inoltre obiettai che quella che chiamiamo spiritualità religiosa non esiste. La spiritualità per essere tale non deve avere alcun interesse, né attuale né futuro. Quella religiosa invece tende ad un ipotizzato interesse futuro: cioè la felicità (post mortem) della eventuale nostra anima…   

Saluti e sempre grazie dei vostri messaggi che mi consentono di allargare la mia sfera di conoscenza 

Massimo Sega – socialita@tiscali.it

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Caro Massimo,  riguardo l’uso del termine  “spiritualità”  sono d’accordo con te, infatti questa parola  è riferibile alla spiritualità umana, tout court.  Tant’è che l’ho definita spesso, per chiarire meglio che non si tratta di una espressione religiosa,   anche più semplicemente ” spiritualità naturale” o “spiritualità laica”.

La verità è che la parola “laico” sta proprio ad indicare “chi è aldifuori di ogni contesto religioso e di ordinamento sociale” e letteralmente vuol dire   “naturale, semplice, comune”… Infatti la parola “layman” in inglese ha mantenuto il significato originario di “uomo comune” e perciò il termine  “laico” non sta a rappresentare   -come falsamente attribuitogli dalla chiesa cattolica-  un cristiano non ordinato nella struttura clericale gerarchica della chiesa.

 Spero di essere stato chiaro e ti abbraccio con immutata simpatia. Cari saluti, Paolo D’Arpini

Per un ulteriore chiarimento in proposito ti invito a leggere i numerosi articoli sul tema:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=spiritualit%C3%A0+naturale

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“Matteo Molent trasportato dall’ospedale di Gorizia a Udine con urgenza… Per salvargli la vita? No per predargli gli organi…..” – La drammatica denuncia di Nerina Negrello dell’ennessima uccisione legale per favorire i soliti Frankenstein

Era un giocatore di basket, di soli 21 anni, atletico, magari pieno di idealità, magari NON Donatore, studente di ingegneria a Udine, ma un malore in campo l’ha messo in mano ai predatori della sanità ed è stato ricordato dai giornalisti come se fosse un’offertissima sul bancone del supermercato: “paghi uno-prendi quattro”. Gli hanno predato 2 reni, il fegato, le cornee e chissà quanti tessuti.

Noi giovani della Lega Nazionale Contro la Predazione di Organi e la Morte a Cuore Battente ci identifichiamo con Matteo Molent per età e siamo offesi per quello che gli hanno fatto e per come l’hanno liquidato, e lo vogliamo dire pubblicamente e soprattutto agli amici e compaesani di Tiezzo di Azzano Decimo (Pordenone) dove viveva.

Non entriamo nel merito della diagnosi riportata dai giornalisti in quel modo confuso ed esaltato, che in genere prelude e giustifica il successivo sacrificio umano dell’espianto (”colto da arresto cardiaco e… (successivamente) da aneurisma cerebrale” quanto mai opportuno per la dichiarazione di ‘morte cerebrale’). Quello che stigmatizziamo è la frase “La famiglia in un ultimo gesto di generosità, ha autorizzato l’espianto degli organi”. Bugiardi, dovevano più onestamente scrivere “I medici hanno chiesto alla famiglia di firmare la donazione degli organi del figlio senza informali che l’espianto avviene a cuore battente e sangue circolante”.

Ma il figlio era maggiorenne, quindi la famiglia non poteva donarlo, poteva però opporsi e fermare quell’espianto, se i medici li avessero informati in modo veritiero della prassi cruenta. Adesso quella famiglia avrà il tormento fino alla fine dei suoi giorni, ma ai trapiantisti che hanno raggiunto l’obiettivo non gliene importa nulla e ai mediocri giornalisti pubblicisti men che meno: il loro compito è di convincere altre famiglie a dare gli organi dei propri cari. Così favoriscono i medici garantendosi le porte aperte dell’ospedale per interviste ed altri articoli.

Il fatto è che lo Stato-padrone non ha il coraggio di dire apertamente alla popolazione che le Disposizioni Transitorie della L. 91/99 art.23 rendono lo Stato proprietario dei nostri corpi e solo se è documentata un’opposizione scritta del malato, o della famiglia si ferma il “tritatutto” statale. Furbescamente il medico coordinatore dei trapianti chiede la firma illegale per pararsi il “fondo della schiena”, nella eventualità che il risveglio dal dolore porti i familiari a sporgere denuncia. E’ dal 1999 che si attende il Decreto attuativo del Ministro per la manifestazione di volontà personale, stabilito dalla legge, ma non è stato emesso perché alla lobby trapiantistica torna più facile catturare la firma illegale dai genitori offuscati dal dolore evitando all’un tempo l’inevitabile dibattito sul silenzio-assenso previsto dalla legge dopo il Decreto.

Quel trasporto dall’ospedale di Gorizia all’Ospedale di Udine doveva allertare gli amici e la famiglia! “Matteo Molent è morto”,  NO è stato dichiarato ‘morto cerebrale’ ed è stato trasportato a Udine solo per l’espianto.

Comitato Giovani

Matteo Ciarimboli Presidente Nerina Negrello – 15 gennaio 2010

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“Orte e Magliano Sabina dicono NO alla sconcia proposta di Silvio Berlusconi” – Lettera di protesta dei bioregionalisti della Tuscia e della Sabina per contrastare il progetto di centrale nucleare nel loro territorio

“Il governo “straniero”  berlusconico,  occupante la nostra terra,  progetta una nuova centrale nucleare al confine fra Sabina e Tuscia: tra Orte e Magliano Sabina…  e noi diciamo:  NO!”

Apprendiamo che fra i luoghi papabili per una nuova centrale nuclare il governo berlusconico sta individuando un sito a cavallo tra Sabina e Tuscia. Il posto è tra il territorio di Orte e Magliano Sabina.

I bioregionalisti dell’alto Lazio si ribellano a questa proposta sconcia,  inquinatrice e schiavista.

L’alto Lazio ha già dato con le centrali di Montalto di Castro (a carbone e policombustibile) e di Civitavecchia (policombustibile). L’alto Lazio non è terra di frontiera dove installare ogni struttura infestante e degradante che fa comodo agli affaristi di governo. Faremo sentire la nostra voce potente contro questi progetti devastanti  del  potere besrlusconico (una potenza straniera occupante  gli apparati  dello Stato).

Intanto invitiamo   Emma Bonino, visto  che l’altra candidata alle regionali del Lazio è  sicuramente  prona al volere berlusconico, di prendere chiara posizione in merito ed altrettanto chiediamo al segretario regionale del PD, Alessandro Mazzoli.

In tal senso  scrive l’amico bioregionalista  Gianfranco Paris (a proposito dell’ubicazione delle nuove centrali): “Cose scellerate! Io sarò candidato alle regionali nella lista  reatina di Emma Bonino. Combatterò a tutta forza. Bisogna sconfiggere questi scellerati. Un abbraccio. 

SEGUE IL COMUNICATO DEGLI AMICI RADICALI: “Il segretario regionale del PD Mazzoli interroga la Polverini sulla ipotesi di costruzione di due centrali nucleari nel Lazio, l’una a Montalto di Castro, e l’altra – e questa è una novità – non a Borgo Sabotino (LT) ma tra Orte e Magliano, il che “rappresenta una gravissima minaccia per la provincia di Viterbo e per tutta la regione”.

Come si sa, i radicali sono storicamente antinucleari per ragioni di sicurezza ambientale, anche se in questa fase all’intero piano nucleare del governo fanno una opposizione basata su un discorso costi/benefici, che non dia il fianco al governo per una contrapposizione ideologica.

Tuttavia, la sicurezza è ancora un tema, e dislocare due centrali nucleari ai margini di una stessa provincia, siamo d’accordo con Mazzoli, è scellerato. Ma il viterbese Mazzoli, non dimentichi la provincia di Rieti, a cui margini (o dentro?) questa nuova centrale dovrebbe nascere.

Marco Giordani, segretario Sabina Radicale – Rispondi a: sabinaradicale@googlegroups.com -

Paolo D’Arpini – Circolo Vegetariano VV.TT. di Calcata 

Referente per la Tuscia della Rete Bioregionale Italiana

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