Archivio di gennaio 2010

Intervento di Michele Trimarchi: “Neuropsicofisiologia come terapia per la patologia oncologica e paragoni con il metodo Luigi Di Bella”

La patologia oncologica rappresenta per l’organismo in toto la più grave forma di “ribellione” a quelle leggi fisiche e fisiologiche che regolano l’integrità psicofisica della comunicazione intracellulare, intercellulare, organica, in sintesi neuropsicofisiologica.

Un postulato di base sostanzia la Neuropsicofisiologia: E = M = I (Energia = Materia = Informazione). Ciò significa che gli atomi, le molecole, le cellule, gli organi, l’intero organismo scambia costantemente materia, energia, informazione.

Tali scambi avvengono attraverso processi elettromagnetici, biochimici, biofisici da cui tutta la materia biologica (e non) è costituita.

Comprendere il “linguaggio” elettromagnetico degli atomi e delle molecole ci consente di ricercare le cause non solo della patologia oncologica ma di tutta la nomenclatura della patologia medica.

Occorre tenere presente che la fisiologia umana nei suoi processi filogenetici ed ontogenetici è regolata da leggi fisiche “perfette” e solo le violazioni di tali leggi sono causa, nel tempo, di squilibri metabolici che, se non rimossi, possono provocare gravi patologie e, in ultima istanza, anche la morte.

Dato che Luigi Di Bella era e rimane fisiologo e scienziato e fonda la sua terapia su principi fisiologici strettamente correlati a quelle leggi fisiche che consentono l’armonizzazione delle funzioni dell’intero organismo e che la patologia è certamente una risposta a violazioni delle stesse leggi fisiologiche, ci sembra ovvio che tale terapia contrasta con chi ritiene che è necessario aggredire l’organismo per curare.

Tale ragionamento non è scientifico perché esclude la profonda conoscenza fisiologica dell’integrità psicofisica nel suo dinamismo.

Per “assurdo”, nel primo caso la patologia altro non è che l’estensione dell’azione della fisiologia finalizzata alla sopravvivenza dell’organismo fino alla rimozione della causa che induce lo “stato patologico”.

L’oncologia, quindi, non va vista come malattia, ma come logica conseguenza di un’azione il cui “obiettivo” è sempre e comunque sopravvivenza.

Esempio: se l’ignoranza spinge l’essere a nutrirsi con sostanze tossiche che l’organismo non riesce a smaltire, non ci dovremmo sorprendere nel vedere neoplasie nel fegato o nel rene, poiché l’unica risposta che può dare l’organismo è quella di aumentare quelle cellule che dovrebbero smaltire tale tossicità; così come una carenza di ossigeno nel sangue potrebbe indurre una neoplasia polmonare e ciò sarebbe ancora tentativo da parte dell’organismo per prolungare la vita.

Ecco perché  l’intervento neuropsicofisiologico è in grado di verificare quanto l’individuo è capace di gestire il proprio rapporto con la nutrizione e con un’auto-educazione capace di favorire l’espressione fisiologica dell’intero organismo.

L’essere umano ignora le potenzialità del mezzo principi nel quale si esprime e ciò lo conduce in situazioni conflittuali con se stesso e con l’ambiente naturale e sociale in cui vive; quindi, è l’ignoranza la causa prima di tutte le malattie e soprattutto degli infiniti conflitti che egli vive nell’arco della sua esistenza.

La Neuropsicofisiologia educa l’individuo ad una profonda conoscenza delle proprie potenzialità psicofisiche spingendolo, di conseguenza, verso l’autostima e la consapevolezza di come prevenire qualsiasi forma di malattia e soprattutto insegna che non siamo nati per soffrire ma possiamo anche progettarci il nostro benessere.

Michele Trimarchi – isn.npf@gmail.com

Abstract dell’intervista su  radiotvsanmarino  tg del 16/01/2010 h. 19,30

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I Ching mensile: Esagramma 19 – Lin L’Avvicinamento – Dal 21 gennaio al 19 febbraio

Lunario Paolo D'Arpini 20 gennaio 2010

Sopra: Kun, la Terra

Sotto: Tui, il Sereno, il Lago

La Serie: Quando ci sono grandi imprese da intraprendere, è possibile diventare grandi. Per questo segue il segno: l’Avvicinamento

Avvicinamento vuol dire diventare grandi.

Sentenza: L’Avvicinamento ha sublime riuscita. Propizia è perseveranza. Quando vi è l’ottavo mese è sciagura.

Commento alla decisione: l’Avvicinamento. Il solido penetra e cresce. Sereno e devoto, il solido sta nel mezzo e trova corrispondenza. “Grande riuscita per conformità” questo è il corso del cielo. “Quando viene l’ottavo mese vi è sciagura”. La caduta non si fa aspettare a lungo.

Immagine: Al di sopra del lago è la terra: l’immagine dell’Avvicinamento. Così il nobile è inesauribile nella sua intenzione di insegnare, e senza limiti nel sostenere e proteggere il popolo.

Dopo il Solstizio invernale, la forza luminosa è nuovamente in fase crescente. Il bene comincia a farsi strada e trova accoglienza in luogo influente.

Questo è un tempo pieno di speranza,la primavera si avvicina e la gioia è alla portata di chiunque la voglia afferrare. L’importante è impegnarsi con perseveranza per raggiungere l’obiettivo.

Per sfruttare il favore del tempo, è necessario un lavoro deciso e perseverante. La primavera non dura in eterno; se si affronta il male prima che sia del tutto manifesto, lo si potrà combattere e lo si potrà padroneggiare.

Come il lago mostra la sua inesauribile profondità, così il saggio è inesauribile nella sua propensione ad insegnare agli uomini. E come la terra è ampia, e sostiene ed alimenta tutte le creature, così il saggio cura e sostiene tutti gli uomini senza escludere una parte dell’umanità con barriere di qualsiasi natura.

Occorre prestare attenzione e non perdersi nelle correnti del tempo ed essere nel giusto. Infatti il destino reca con sé anche il regresso, ma se viene suscitato in tempo un movimento di ascesa, sarà abbastanza forte per contrastare anche il destino nel momento in cui le sue conseguenze, senza le dovute precauzioni, comincerebbero a farsi sentire.

Consiglio dell’esagramma: che abbia inizio un vero e proprio cambiamento! Muoviti, incontra, apri la strada alle novità e sarai così capace di sormontare qualsiasi ostacolo si frapponga sulla via, e di essere un modello d’esempio positivo per gli amici e per tutti coloro che ti seguiranno! Ma solamente individuando da subito gli errori ti srà possibile correggerli ed evitare il peggio. Basta sapersi guardare dentro con saggezza per trovare la strada giusta per affrontare una decisione importante. E così sarai capace di esprimere sensazioni profonde su ciò che è giusto e vero.

Angela Braghin   angela.braghin@libero.it

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Vegetarismo e salute: “Codex Alimentarius, truffa alimentare mascherata da normativa igienico-sanitaria..?”

Quello che doveva essere uno strumento a difesa della sicurezza alimentare e della salute dei consumatori (il Codex Alimentarius) sta rivelando la sua vera faccia.

Per la produzione e la commercializzazione di prodotti alimentari su tutto il globo terrestre, infatti, viene autorizzato l’utilizzo di sostanze chimiche che ne dovrebbero garantire la sicurezza sotto il profilo di igienicità. Ma nulla viene detto sui possibili effetti collaterali e sul residuo potere nutrizionali degli alimenti trattati con sostanze quali micotossine, idrocarburi aromatici policiclici; desoxynivasol; acrilamide; cadmio.  Per i pesci si teme per il metilmercurio e per il piombo.

Recentissima è poi l’autorizzazione ad aumentare fino a quasi il

doppio il livello delle aflatossine nelle nocciole, noci, pistacchi e fave di cacao. Eppure è risaputo che fin dagli anni 60 le aflatossine venivano utilizzate dai ricercatori per indurre i tumori negli animali per poi studiarli. Pertanto, le stesse non sono “potenzialmente” cancerogene; ma SONO cancerogene e basta! Di conseguenza nessuno ci dice il livello personale (e non quello statistico) di sopportazione di tali additivi.

Uno dei prodotti, vanto della genialità italiana, il gelato, rischia di subire conseguenze gravissime dall’aggiunta delle aflatossine; se pensiamo che il latte (componente principale del gelato) viene munto da mucche trattate con l’ormone della crescita, allevate con prodotti transgenici (OGM), mescolati ad elevate dosi di antibiotici; e che a ciò si aggiungono le aflatossine delle nocciole, dei pistacchi e del cacao (altro componente fondamentale), i gelatieri italiani non possono non condurre una strenua opposizione per chiedere la eliminazione degli additivi dannosi e per la tutela di un prodotto sano e sicuro, a reale tutela della salute dei consumatori.

L’avv. Giuseppe Ursini  (Codacons) interviene a tutela della salute dei consumatori italiani, chiedendo che vengano riparametrate le componenti del Codex (al momento libellus) Alimentarius attraverso la realizzazione di accordi che in primo luogo rispettino i prodotti naturali e la loro commercializzazione, ed in secondo luogo tutelino la salute dei consumatori (garantita dall’art. 32 della Cost.) ponendosi al di sopra di interessi privatistici e commerciali di qualsiasi natura e provenienza.

A tale scopo si sollecita sin d’ora gli organi competenti a formulare le rituali opposizioni (per le aflatossine) nelle sedi competenti.

 Ferruccio Iannarilli

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Commento aggiunto da Franca Rosa Amore

Io credo che gli Organismi istituzionali e Ufficiali, da sempre, ma specialmente in questi ultimi tempi, fanno di tutto per fornire una versione ufficiale  “pubblica”, che poi, in realtà, si rivela molto diversa una volta divenuta legale e applicata.

Sull’argomento Codex, gli allarmi sono tanti, ripetuti e circostanziati, io non me ne intendo affatto, diffondo ciò che mi SEMBRA valido e utile………..MA CI SARA’ PURE UNA BASE DA DOVE VENGONO…… E PREGO DI CERCARLA E CIRCOSTANZIARLA altrimenti, facciamo solo chiacchiere e non veniamo più creduti…..  rosaamore2008@alice.it

L’unico sito ufficiale relativo al codex alimentarius è il seguente:  http://www.codexalimentarius.net

Altri articoli pubblicati sul nostro sito: http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=codex+alimentarius

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Alimentazione vegetariana, macrobiotica e bioregionale – Ricetta del mese: miglio e radicchio, carciofi alla giudia e cuoricino di San Valentino

Nell’alimentazione vegetariana macrobiotica e bioregionale, è essenziale consumare solo i frutti che madre Terra generosamente regala durante la stagione del momento e sarà dunque utile conoscere la verdura e la frutta disponibile per questo mese.

Per quanto riguarda la verdura, abbiamo broccoli, cavolfiori, cavoli, finocchi, il radicchio e gli spinaci. Mentre per la frutta le arance, i kiwi e i mandarini.

Una pietanza gustosa e completa,si può realizzare con il miglio e il radicchio.

Dopo aver fatto tostare un po’ il miglio in una pentola con poco olio, aggiungete due tazze d’acqua (dopo averci fatto sciogliere un dado vegetale) incoperchiate e lasciate cuocere a fuoco moderato per circa un quarto d’ora e una volta cotto, non mescolate e lasciate riposare il miglio cotto per circa cinque minuti. Nel frattempo, soffriggete un po’ di cipolla in poco olio, aggiungendo un po’ d’acqua calda e il radicchio, che va cotto per un quarto d’ora circa. Unite il radicchio al miglio, aggiungete un po’ di prezzemolo e un pò di farina (possibilmente integrale) e friggete l’impasto in poco olio d’oliva.

Se amate particolarmente i carciofi, potete provare la famosa ricetta romana dei “carciofi alla giudia” così chiamati poiché consumati dagli ebrei durante la festa del Kippur, giorno di espiazione nella religione ebraica.

Pulite i carciofi eliminando la parte viola, quella più esterna senza intaccare la parte interna, e procedere finchè il carciofo non si sia aperto tutto, proprio come una rosa. Immergete i carciofi in una bacinella ricolma d’acqua per almeno una decina di minuti. Condire il cuore del carciofo con sale e abbondante pepe ed immergere i carciofi in abbondante olio, caldo ma non bollente, per circa una decina di minuti.

Tolti dall’olio, lasciateli riposare un po’, e una volta freddati, tentate di aprirli proprio come una rosa che sboccia. Poneteli nuovamente a friggere nell’olio, ma a testa in giù, in modo da essere fritti anche all’interno. Diventati dorati e croccanti, serviteli ben caldi!

E per chi fosse tanto innamorato, proprio da essersi ridotto alla stregua di un “carciofo”, può immolarsi ai fornelli per il proprio amore e cucinare il suo dolce cuore utilizzando una pasta-sfoglia (fare attenzione, che non contenga burro di derivazione animale!) e degli stampini a forma di cuore di diverse dimensioni. Una volta nati cuori e cuoricini, adagiateli sopra la carta da forno, spolverateli con dello zucchero (integrale o di canna) e infilate nel forno per una ventina di minuti (a 180 gradi). A metà cottura, girate i cuori e spolverate l’altro lato, in modo da ottenere una leggera caramellatura.

Da consumarsi squisitamente ed esclusivamente con la persona che si ama, sempre ammesso ce ne sia soltanto una!

Angela Braghin – angela.braghin@libero.it

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Adi Shankaracharya, l’incarnazione di Shiva, e le “Cinque strofe sulla salvezza”

Adi Shankaracharya (788 – 820 d.C.)  è  quel grande sapiente, saggio e santo che ristabilì in India   la dottrina  Advaita  (Non Duale)  che per un periodo era stata negletta  a causa della propagazione del buddismo,  del jainismo e di altri culti.  Adi significa “originario” Shankara è uno degli epiteti di Shiva ed Acharya  sta per “maestro”.  I suoi commentari originali sulle Upanishad,   sulla Bhagavad Gita e sui Brahmasutra  riportarono in luce le profonde implicazioni spirituali dell’Advaita che stava stagnando anche in seguito ad una pratica religiosa ortodossa e superficiale (in auge a quel tempo),  sostenuta dalla casta sacerdotale brahmina. Egli, nella sua pur breve esistenza, reintegrò il vero significato del Vedanta  rendendolo inoltre comprensibile alle masse e  confutando le formali dottrine buddiste (mahayana, etc.)  che pian piano uscirono dalla consuetudine religiosa  dell’intera India.   Egli  fondò inoltre  quei  “maths” (istituti spirituali)  posti alle cinque direzioni, di cui i capi spirituali portano il suo nome.  Al nord a Badrinath, nel sud a Kanchi, nell’est a Puri, nell’ovest a Dwarka ed al centro a Sringeri. In ognuno di questi monasteri c’è un maestro che deriva la sua autorità da uno dei  principali discepoli di  Adi Shankaracharya.

Shankara,  dicevamo, è uno degli appellativi di Shiva. Shiva dal punto di vista tradizionale viene considerato l’aspetto della Trinità preposto alla distruzione.  Ma  tale distruzione comprende anche l’ego, o l’ignoranza,  ovvero quell’identità separata che impedisce all’uomo di riconoscersi Uno con l’Assoluto.  Perciò  Shankara sta a significare “favorevole, propizio” . Egli è l’Assoluto stesso, l’amore  indicibile che sorge dal principio “Io” privo da ogni identificazione, la pura consapevolezza di Sé (in sanscrito Atman).  Shiva viene anche definito: “Satyam-Shivam-Sundaram”  cioè Vero, Auspicioso e Incantevole.

Molte le storie che potrei raccontare su Shiva e su Shankaracharya,  ma non mi pare  questo il momento e  perciò mi limito alle poche immagini  evocate e passo alla traduzione del canto che, secondo me,  più rappresenta l’insegnamento del grande Acharya, esso si chiama  Nirvanasatkam, ovvero:

 

Sei strofe sulla salvezza

 

Io non sono né la mente cosciente né quella inconscia,

non l’intelletto  né l’ego,

né le orecchie o la lingua, né i sensi dell’olfatto, vista o tatto,

e nemmeno l’etere,  l’aria, il fuoco, l’acqua o la terra.

Io sono Coscienza e Beatitudine.  Io sono Shiva! Io sono Shiva.

 

Io non sono  il prana o le cinque arie vitali,

né i sette componenti  del corpo, né le cinque guaine o corpi.

Non la parola, né le mani od i piedi, non l’ano né l’organo sessuale.

Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!

 

Neppure sono avversione od attaccamento,  avarizia o illusione.

Non arroganza né il sentimento di gelosia, nulla di tutto ciò.

Né rettitudine,  ricchezza o piacere sono miei.

Io sono Coscienza e Beatitudine. Io sono Shiva! Io sono Shiva!

 

Io non sono la virtù né il vizio,  né godimento o  dolore.

Non sono la preghiera né il luogo sacro, non sono le scritture né i sacrifici.

Io non sono il cibo, né chi lo mangia, né l’atto di mangiarlo.

Io sono Coscienza e Beatitudine.  Io sono Shiva! Io sono Shiva.

 

Non la morte, né il dubbio, né il senso di classe,

nemmeno il padre,  la madre o questa nascita mi appartengono.

Io non sono fratello o amico, neppure maestro o discepolo, veramente.

Io sono Coscienza e Beatitudine.  Io sono Shiva! Io sono Shiva.

 

Io sono senza pensiero, senza forma, io sono onnipervadente,

sono ovunque,  eppure sono oltre  in tutti i sensi.

Io non sono né il distacco né la salvezza, nulla che possa misurarsi.

Io sono Coscienza e Beatitudine.  Io sono Shiva! Io sono Shiva!

……..

Possa  Shiva  illuminare la mente di chi legge!  

Paolo D’Arpini

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