“Alberi e Santi…” – Racconto di una gita ad Amelia, al Centro di Unità Premananda, nel giorno di Ognissanti, fra alberi d’ulivo ed acque sorgive…

Caro Paolo, mi hai detto che sarebbe stato “bene” che avessi scritto io un resoconto della nostra “gita” ad Amelia di domenica, giorno di Ognissanti: Suppongo che ti riferissi alla visita al “Centro di Unità Premananda” e non anche a quella alla mia amica Raffaella, che, come dici tu “è un po’ sciroccata”  (…veramente  intendevo che venisse inserita anche la visita a Raffaella che pur essendo sciroccata come noi tutti è una persona degna e generosa, prova ne sia la sua accoglienza con la minestrina calda… . Nota del Redattore: P.D’A)

Del resto, siamo tutti un po’ “sciroccati” e tutti, chi più, chi meno, ci attacchiamo a delle immagini, a delle esperienze fuori da noi, per poter dare un valore “aggiunto” alla nostra vita. Sai bene che non comprendo te in queste mie interpretazioni, se vuoi, col beneplacito di Rosalia, un po’ infantili.

Certo che la bellezza e la positività, la realtà di noi stessi e di ciò che ci circonda, la dovremmo e la DOVREMO trovare dentro di noi, anche se ancora non ho realizzato se questo è un processo che può comportare anche uno sforzo, una tensione (non credo), oppure se è un evento che ci può colpire all’improvviso, come ci appare all’improvviso un arcobaleno, o un raggio di sole che, inatteso, entrando da una fessura della finestra socchiusa, ci mostra le particelle più minuscole visibili ad occhio nudo solo per chi le  sa cogliere…….. regali inaspettati o sotto sotto…… attesi?

Il Centro di Unità Premananda è un luogo meraviglioso, sia dal punto di vista naturale, che strutturale (energetico?, spirituale?), Rosa e Sergio sono sicuramente due persone speciali, gentili, amabili e  desiderosi di fare partecipi delle loro conoscenze ed esperienze quante più persone possibile e di condividere, per diffondere il loro messaggio, le visite dei “santi” (scusa ma non so come definirli) che si avvicendano nel loro centro, ripeto, bellissimo e accogliente, anche se forse  un po’  “troppo satvico” ………………….

…se non fosse per quella natura rigogliosa, per quella pianta di uva succosa e dolcissima, per quella tana di istrice o di tasso ai piedi dell’ulivo secolare, per quel giardino di erbe aromatiche e officinali delle quali, per fortuna, Rosa non ricorda tutti i nomi, per quegli ulivi che chissà quante ne hanno viste,  e da quante mani sono stati toccati, e quante bocche hanno assaggiato i loro frutti…….. per cui andrebbero solo amati e ringraziati.

Ecco: dovremmo prendere più esempio dagli alberi………. e lo pensavo il giorno che sono partita per Calcata, mentre, in auto, percorrevo la strada per raggiungere l’ingresso dell’A1. Il viale che si percorre è fiancheggiato da un lato da un filare di alti platani, che da una parte sono limitati dall’asfalto e dall’altra da un fosso abbastanza profondo. Eppure loro sono lì, maestosi, immobili e bellissimi, protesi verso il cielo, forti, e sembrano felici.

Ma noi siamo esseri umani, sempre inquieti, altalenanti fra il desiderio e la paura…….. Il mio “santo” l’ho trovato, io, lui, il resto……. è la vita.

E proprio adesso mi è ricapitato fra le mani il uno dei volantini della mostra di Luciano Laffi……..  “prova a immaginare che….. non ci sia nulla….. neanche queste parole…… Vivresti meglio!”

Caterina Regazzi

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