“Tu sei la terra che mi accoglie…!” – Volersi bene senza fingere e ritrovare l’umanità in noi stessi e negli altri

Caro Paolo…….

In questi giorni sto ricevendo le confidenze di alcune delle mie “sorelle” chi più chi meno, infelici e tormentate e le uso come specchio…. sono anch’io così? Adesso no di sicuro e vorrei tanto infondere in loro la fiducia in se stesse e negli altri……..  ma perché ci roviniamo a volte la vita, e la roviniamo agli altri, con le nostre stesse mani o, per meglio dire, con le nostre stesse menti?

Possibile che sia che la nostra mente, a volte, per ingannare la noia e quel sottile senso di inutilità che ci pervade, si sintonizza su un livello di “irritazione” di fondo per cui cerchiamo quello che non c’è, mentre abbiamo già tutto? bisogna essere pazzi per rendersi conto di questo e… chi è pazzo: chi se ne rende conto o chi, nella sua “ufficiale sanità mentale” si dibatte cercando inutilmente e facendo del male a se stesso e agli altri?

Ieri sera sono andata a fare una passeggiata al fiume (il Panaro) con la mia sorella Rosalba e i nostri cani e abbiamo incontrato un personaggio del paese, Mario, etichettato come “strano”, che ci ha appunto parlato del fatto che abbiamo tutto, lui diceva che abbiamo il Paradiso (e ieri sera era veramente un paradiso, con la luna ad est e il sole ad ovest, rosso come una palla di fuoco) e che andiamo cercando dell’altro. ci ha detto di essere stato chiuso in manicomio e di essere stato legato ad un letto…….ecc. ecc.

Ma, cosa più bella, ci ha declamato, mimandole, le sue ultime due poesie. una, breve, credo di ricordarmela per intero e te la voglio trascrivere:

io sono il sole che ti scalda,

io sono il cielo che ti abbraccia

io sono l’acqua che ti feconda

e tu sei la terra che mi accoglie

Caterina Regazzi

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