Archivio di luglio 2009

Dialogo aperto fra te e me… fra io e tu… fra Laura e Paolo – Ma cosa sono tutti questi appellativi diversi, se non immagini nell’Uno?

Ante scriptum:

Brano di una lettera ricevuta e ritrasmessa: “…Ringrazia tantissimo Laura da parte mia! Ho avuto il piacere di conoscerla il primo maggio, quando venni a Calcata con l’amico Gabriele. Mi ha trasmesso l’idea di una donna molto forte e decisa, ma anche “temprata” a dovere dalle “tempeste” della vita! E comunque ti è vicina tanto…  questo lo percepisco chiaramente. Stasera.. -e forse non è un caso- mi sono “regalata” la visione di un film che definisco “sublime”: Il conte di Essex. Con una non più giovanissima Bette Davis, nelle vesti di Elisabetta la Grande, che ama follemente il suo Essex, ma che alla fine, rinuncerà a lui, ridestando l’immagine storica di inflessibile sovrana, in nome della solenne “promessa” che la lega eternamente alla sua patria Inghilterra! Ecco… Laura mi fa pensare ad una sovrana come Elisabetta, dura, rigida…. e nello stesso tempo desiderosa di spogliarsi di un ruolo che, forse, è solo una maschera, ormai fuori tempo..”!

A.P.

…………….

… Come diceva una storiella zen letta pochi giorni fa “…può darsi..”

Comunque oggi è una giornata particolare in cui ognuno mi comunica qualcosa. Prima questa vostra mail….. mi sa che gatta ci cova, con Antonella ci siamo scambiate solo poche parole quel giorno …

Poi Michela -a cui avevo girato tutta la faccenda dei Faleriani- mi ha scritto. “Mi è partita la mail senza che avessi finito di scrivere che gente così, se non sono proprio necessari, è meglio che rimangano nel loro brodo. Assurdo! Fatti scivolare tutto questo addosso.”

Il mio capo mi telefona, all’improvviso è stanco del lavoro, e mi dice “mi raccomando lei è il bastone della mia vecchiaia”

Oggi è tornato mio figlio da Milano, sono arrivata un’ora prima in stazione e poichè c’è una bellissima libreria su tre piani mi sono infilata per dare un’occhiata e cercare una guida sul Giappone.

Stavo vagando fra i vari reparti cercando la targhetta “Turismo” quando passo attraverso il reparto magia esoterismo spiritualità ecc. poggiato di traverso c’era un libro con la copertina celeste e delle immagini sfocate di persone che attraversavano una porta verso un cielo di nuvole…  mi chiamava e diceva prendimi in mano, l’ho fatto, ho letto il titolo “Liberi dal passato” come guarire dalle angosce del presente liberandosi dai traumi delle vite passate – di Denise Linn – ho pensato “toh e io che pensavo ai traumi della presente vita, invece bisogna scavare nei secoli e cercare di ricordare chi siamo stati e cosa abbiamo fatto” (!?).

Stavo per riporre il libro, in fondo io non credo veramente a queste cose, sono un essere raziocinante, ma lui mi diceva “non farlo, comprami”. Forse suggestionata dal commento di Antonella l’ho preso e presto mi accingerò a leggerlo e soprattutto a rispondere alle domande che chiede vengano poste a se stessi.

E in tutto questo io continuo a dirmi “… può darsi …..”

Laura

…………………

… fai benissimo a dirti “può darsi”, tanto ogni cosa che avviene avviene nel sogno. Spesso diciamo che la vita è un sogno e siamo quasi disposti a credere che sia vero ma non prendiamo mai in considerazione il fatto che noi stessi siamo sogno, non siamo diversi dalle immagini sognate. E sai perché non riusciamo a negare la nostra esistenza…?

Dipende tutto da quell’inconfondibile ed innegabile senso di “presenza” che ci dice “io sono”… Ecco l’io sono è la base di ogni altro pensiero e di ogni altra vicenda successiva in cui quell’”io sono” resta coinvolto… affermando “io sono questo, io sono quello, io voglio questo, io voglio quello, etc.”

Che meraviglioso miracolo è mai questo?

Te la ricordi quella bellissima poesia sul blog di Saul Arpino “Come è potuto accadere…” ?

Questa storiella che mi hai raccontato oggi è una bella storiella.

In ogni caso prima di uscire fuori dal sogno dobbiamo analizzare al meglio il nostro sogno… e perché no… magari “intrufolandosi” nei meandri di un ipotetico passato, quello di vite anteriori o di esistenze diverse vissute come nostri avi, animali, piante, amebe, minerali, acqua, fuoco, aria, vuoto… sì arriviamo sino al vuoto. Cos’eri prima di nascere, prima di questo concetto “io sono”?

Prima di cominciare una catena di vite ci sarà stata una prima vita che tutte le precede… chi eri tu in quella vita? Era una vita? Oppure cosa?

Divertiti un po’….

Una verità l’ha scritta Antonella: “Io sono te e tu sei me…interno ed esterno…” (ma non nel senso che esistono molti sé… la coscienza ovviamente è solo una.

Mi sa che  troverai la tua lettera e questi pensieri in qualcuno di quei blog… Buonanotte, cara Laura.

Paolo

P.S. ci sono una quantità di immagini concrete, della vita quotidiana, del nostro incedere negli eventi, che premono alla porta della mente e vorrebbero apparire… ma le tengo a bada… per ora!

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Francesca Serra, Gilda Bocconi e la Grande Madre – Un viaggio interiore alla ricerca delle radici matristiche

Gentile Paolo, dopo tanti anni di studi e ricerche nell’ambito delle religioni e dell’antropologia, mi sono imbattuta nelle rivelazioni di Etain Addey che hanno rappresentato per me un punto di partenza importante sul Senso della mia ricerca e della vita stessa.  Da Etain a Vicki Noble ho incontrato così le figlie divine che custodiscono la madre divina.

Esiste un mondo sotterraneo e nascosto di donne che sanno, fanno, agiscono, proteggono, un movimento potente labirintico al cui centro c’é sempre lei la Madre.

Gilda Bocconi credo che fosse un’altra figlia nascosta, che ha scavato negli ipogei dello spirito, che si é lasciata abitare da chissà quale dea paleolitica, ma che anelava, io credo, solo alla Madre.

Non mi sono solo incuriosita a lei. Sento una corrispondenza profonda fra la mia anima e ha quanto lei ha lasciato scritto. Certi libelli non ci vengono dietro a caso. Stanno ad aspettarci nei posti meno vistosi.  Verità segrete esposte in evidenza. Per questo vorrei avere notizie di questa donna.

Così come di Etain ne ho voluto conoscere il corpo e la faccia, scoprendola tutt’uno con quanto aveva imparato dalla propria esperienza. Etain, Gilda, Marcella Rossi (aspra come il limone ma potente…) tutte figlie segrete… Disperse ma non sole. Protette da una poesia, un manoscritto, un cuore indagatore.

Francesca Serra

…………….

Risposta:

Della Grande Madre Gilda Bocconi aveva anche le sembianze… non solo la dolcezza e la visione interiore, non solo l’amore per la natura nella sua interezza e per l’antica storia dell’uomo. Era un’archeologa, come la più famosa Marija Gimbutas, e si era occupata di tutti gli aspetti femminili della civiltà etrusca e falisca. Aveva una profonda curiosità per tutto ciò che evocava la presenza femminile in ogni reperto, in ogni grotticella, in ogni bellezza nascosta. Le sue poesie erano dolci ed amorose. Non entrò mai nel meccanismo editoriale, da professionista intendo, i suoi libricini sono tutti autoprodotti, quasi ricordi di scuola, diari di momenti vissuti, stamapati in fotocopie. Gilda scriveva a mano oppure con una vecchia macchina da scrivere portatile, forse in memoria del periodo in cui andava in giro nell’Agro Falisco e Capenate, in vari luoghi d’Etruria, a scavare tombe, a grattare sui muri di tufo, a riportare alla luce statuine e vasi di coccio dalle forme matristiche. Scriveva a mano e batteva sulla sua macchina da scrivere gli appunti di viaggio, del suo viaggio interiore che però in qualche modo stava raccontando a chi voleva ascoltarlo, come te cara Francesca Serra…

Buon viaggio, Paolo D’Arpini

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“Militari italiani in Afghanistan, interessi economici e obblighi di schieramento..” – Non si chetano i dubbi sulle vere ragioni (Unocal) della “missione di pace”

Speriamo che Obama…….

Non sta bene approfittare di un morto per parlare del vivo… Ma d’altronde certi argomenti di politica internazionale attirano l’attenzione pubblica solo se c’è una notizia di cronaca nera dietro. Lo abbiamo visto anche per temi di costume, vedi tutti gli strascichi mondani che ha comportato la morte “misteriosa” di “jacko”….

Il fatto che il soldato italiano morto in servizio in Afganistan fosse ingaggiato come “volontario” (la prassi bifida per cui se succede qualcosa di brutto si può dire che i militari già conoscessero il rischio a cui andavano incontro) non cambia la sostanza dei fatti… Il governo Italiano -double face- (D’Alema, Prodi e Berlusconi) si è impegnato a partecipare alla “missione di pace” in Afganistan e quindi è stato messo in conto che qualche morto ci deve pur essere, è la prassi della guerra…. Lo dimostrano le prese di posizione dei vari esponenti politici che furono coinvolti nella decisione di inviare le truppe in Afganistan…

Sul Corriere del 15 luglio 2009 si legge: “Napolitano dichiara: “C’è la necessità di portare avanti l’impegno in Afganistan insieme alla comunità internazionale” . Berlusconi aggiunge: “Operazione indispensabile”. Seguono dichiarazioni di consenso di Fassino, Casini e Di Pietro.

Separatamente (per posta elettronica) compare invece una dichiarazione dell’opinionista Antonino Amato, il quale commenta: “Insomma, i nostri politici, in continua e costante lite sui problemi di casa nostra, sono tutti determinati nella “difesa della Patria”. Pronti ad “uccidere l’ultimo afgano per insegnargli la democrazia”, disposti ad “inviare in quelle lontane terre l’ultimo italiano per consentire all’Unocal di costruire i suoi gasodotti”. Loro, i nostri politici, restano in Italia, a predicarci “l’amor di Patria”, in Afganistan contano di mandarci i soldati”.

Il fatto che l’ipocrisia politica dell’esportazione della libertà e della democrazia in Afganistan sia stata smascherata dalle recenti normative sessiste, in tema di diritto comiugale, la cosidetta “Shia Family Law” che consente lo stupro delle proprie mogli ai maschi afgani, è passata quasi sotto silenzio. Che questa legge assurda sia stata firmata da Karzai, eletto democraticamente dal popolo afgano, e che rappresenti un picco di recrudescenza oscurantista nemmeno raggiunto al tempo dei Talebani, importa poco le masse…. L’importante è la facciata che i nostri soldati stanno lì a morire (volontariamente), con le benedizioni double face dei politici italiani, per salvare la libertà democratica in Afganistan.

Sotto sotto mi viene da pensare che quell’oltranzista di Antonino Amato abbia pure qualche ragione quando sarcastiscamente afferma: “A meno che….. A meno che non ritiriamo i nostri soldati dall’Afganistan e li sostituiamo coi nostri politici. Tutti ferventi patrioti, all’insegna di “Armatevi e partite”. E se ci mandassimo loro a combattere e a morire in Afghanistan?”

E perché no? Se ci mandassimo D’Alema, che invece se ne sta in barca a Gallipoli, oppure il Cavalier Berlusconi Silvio, che gioca alle belle statuine a Villa Certosa? Non sarebbe più consono? Ma loro vogliono che ci vadano i “volontari” (meglio chiamarli disoccupati), che firmano per avere una paga con “contributo extra” per rischi di caduta.. sul fronte. E così vogliono pure i petrolieri dell’Unocal.

Sempre sulle pagine del Corriere del 15 luglio u.s. si apre uno spiraglio di speranza, la speranza del momento che ha nome Obama: “Obama rassicura gli alleati: Via d’uscita da Kabul”.

Staremo a vedere.

Paolo D’Arpini

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“Eravamo a pochi metri l’uno dall’altro ma non ci siamo visti né sentiti” – Strano destino per Luca Bellincioni che è venuto a Calcata a cercarmi il 14 luglio 2009

Ho trovato sul tavolo del Circolo un sacchetto di frutta e verdura e due biglietti in cui Luca Bellincioni mi annunciava la sua visita, purtroppo non mi ha trovato… Quella che segue è uno stralcio della corrispondenza intercorsa dopo…

………….

Caro Luca, ho visto i tuoi biglietti ed il pacchetto di verdure… ma mannaggia perché non mi hai chiamato? Lo sai che vivo dabbasso, nello stesso terreno, a pochi metri dal localetto del circolo. Bastava che tu mi facessi una voce. Ora sono le 17. passate e credo che tu sia ripartito… La prossima volta avvisami quando arrivi, bastava un messaggio in segreteria od una semplice mail. Pazienza!

Paolo

……………..

Ciao Paolo, io sono noto per le mie sorprese e non volevo perdere la buona reputazione… a parte questo, non mi hai ancora dato il tuo num. di tel. – anche se non so se ce l’hai – e non volevo però darti appuntamento via e-mail perché non è detto che in mezzo alla settimana Roma si riesce ad oltrepassare da Sud… e quindi arrivare a Calcata da Aprilia non è sempre possibile (in tempi razionali) e non scherzo. Comunque sono passato tre volte e le prime due ho anche chiamato il tuo nome sperando fossi nei dintorni ma evidentemente la voce non era abbastanza alta. Poi ho chiesto in giro ed una ragazza mi ha detto che forse eri andato al lago con i nipotini e che tornavi la sera. Sicché – avendo un appuntamento nel pomeriggio a Tarquinia – sono andato via. Nondimeno, nel frattempo che ti aspettavo, mi sono fatto una splendida passeggiata dal paese fino alle rive del Treja, dove ho incontrato una bella famigliola di cinghiali che si abbeveravano… Poi sono andato a cercare il Castello di Paterno ma non ci sono riuscito. Ho fatto la sterrata con l’auto per qualche chilometro (paesaggio magnifico! Non ci ero mai stato!) ma poi è diventata troppo sconnessa e troppo in discesa e ho parcheggiato. Ho proseguito per qualche centinaio di metri a piedi ma non sapevo se stessi girando a vuoto perché ad un centro punto c’era un bivio e io mi sono tenuto sulla destra e mi sono venuti i dubbi. Contando poi il caldo torrido, ho desistito… L’unico dettaglio che forse ti può aiutare a capire dove sono arrivato (perché mi faresti un piacere se mi dicessi come ci si arriva) è che nel punto dove sono tornato indietro si vedeva bene Civita Castellana di fronte, mentre sulla destra su una collina uno splendido, antico e grosso casale (quello che si vede anche dalla Flaminia) e al di sotto una vasta cava.

Ad ogni modo ho potuto confermare l’assurdità del progetto eolico non solo per il suo impatto su tutto il paesaggio dell’Agro Falisco (visto che – come sappiamo – l’impatto dell’eolico industriale va ben al di là del sito dove sono installate le torri!) ma anche per la scelta stessa del sito, poiché esso è praticamente il cuore della porzione più pregevole dell’intero territorio di Faleria! Per di più tutta la zona è ormai segnalata da cartellonistica turistica del parco, il che fa pensare ad un prossimo allargamento dell’area protetta, e l’area fra Foiano e Paterno ci rientra in pieno. Sempre rimanendo ai ridicoli progetti eolici della zona, per quanto riguarda invece la papabile centrale eolica sulla strada fra Calcata Nuova e Magliano, anche qui ci stanno prendendo praticamente in giro poiché tale area è già pienamente inserita nel Parco di Veio, e anch’essa segnalata da tabelloni turistici, per cui la Regione credo abbia ben altri progetti rispetto alla devastazione di un territorio in cui invece sta investendo risorse e progetti, senza contare che esistono le zone di protezione pre-parco e quidni non sarebbe nemmeno possibile fare una centrale ai margini di uno dei due parchi (Treja o Veio). Infine mettiamoci che Zaratti non è scemo e che conosce bene il Lazio, per cui non credo che getterebbe via “al vento” un territorio così pregevole. A parte tutto questo, e venendo alle cose belle, ho potuto notare quanto sia bella Calcata in mezzo alla settimana, senza il turismo ammorbante della domenica. Un vero Paradiso. Spero di rivenire a trovarti quanto prima, magari con Daniela, anche se nelle prossime settimane siamo in vacanza, prima per un trekking sui Monti della Duchessa, poi in campeggio al Lago di Bolsena. Teniamoci in contatto. Spero che gli ortaggi ti siano stati graditi (e utili). Ciao!

Luca

P.S. Spero che – sebbene alla fine non ci siamo visti – tu abbia gradito il fatto che volevo farti una sorpresa.

…………………………..

Carissimo Luca, la tua è un’avventura che merita di essere ricordata dai posteri… inserirò la narrazione sul blog. Nel tardo pomeriggio ti ho mandato il programma di Sant’Oreste.

Chi ti ha detto che sarei andato al lago non mi conosce bene, non vado al lago da almeno 10 anni. Se sei arrivato sino in vista di Civita Castellana evidentemente hai percorso la Narcense e quel casale che sta in alto su una collina è quasi a Civita. Mi avevano detto che la strada è interrotta per via del taglio dissennato dei bochi e dell’abbandono lungo la strada delle ramaglie. Sicuramente sarai passato nel tratto di Faleria dove vorrebbero installare i piloni eolici.

Il mio telefono per il futuro è 0761-587200

Grazie per i viveri che mi hai lasciato, le prugne erano molto mature e le ho mangiate subito, ma tu hai pranzato o sei vissuto di sola aria?

Paolo

……………

Caro Paolo.

Ho vissuto di sola aria come quasi sempre faccio quando sono in giro. Del resto, quando sono di fronte alla bellezza della natura non sento più la fame (almeno per qualche ora…). Ma ho bevuto moltissimo (per sopravvivere). Le prugne sono di mia zia. Il resto è del’orto dei miei. Tutta roba tipica dell’Agro Pontino. E “biologica”, ovviamente….

Ma perché non vai al lago da 10 anni (a proposito, quale lago??!?!?!? Vico o Bracciano?)? Hai la fortuna di avere dei laghi meravigliosi nei paraggi, è un peccato non approfittarne.

Quanto al mio tragitto, si vedeva che c’erano stati grossi tagli, ma onestamente ho visto di peggio. Niente ramaglie sulla strada invece. Ma ancora non ho capito se ci sono andato vicino a Paterno o no.

Se un giorno apriranno i cantieri in quella zona io sarò lì. Stiamo parlando davvero di uno scempio senza precedenti. Lì il paesaggio è praticamente un dipinto, ma forse il sig. sindaco di Faleria non c’è mai osato o più semplicmente non glie ne frega un fico secco del suo territorio ma vuole “farsi bello” facendo risparmiare 10 euro al mese i suoi elettori sulla bolletta. Un territorio di imparagonabile bellezza, decantato da artisti e viaggiatori, oggi svenduto davvero per un piatto di lenticchie. Speriamo che non accada e che tutto si risolva in un buco nell’acqua. Lo stesso anemometro sarebbe in realtà uno scempio da evitare. Lì tutto è perfetto e bellissimo: nessuno ha il diritto di privare di tale bellezza le generazioni future. E la mia lotta è per loro, non per me che questi paesaggi fino a oggi me li sono goduti. A proposito lo sai che domani (mi ha invitato Oreste Rutigliano) fanno un convengo a Roma sull’eolico selvaggio? Dopo gli sfregi che stanno facendo in Sicilia e i nuovi progetti nella Tuscia si sta verificando una nuova attenzione al problema. Speriamo bene. Luca

…………….

Non dubito che fosse tutto biologico, le prugne in effetti erano dolcissime. Da una decina d’anni mi sono beccato un’otite cronica all’orecchio destro, al minimo sentore di umidità vedo le stelle, figurarsi se dovessi andare al lago ed immergermi nell’acqua… purtroppo ho dovuto rinunciare a quella gioia, ora anche per lavarmi debbo usare il sistema cinese (con un canevaccio imbevuto d’acqua bollente da strofinarmi addosso) così almeno risparmio un sacco d’acqua. Prima andavo a tutti laghi, Bracciano, Martignano, Vico, piscine calde e fredde, etc.

Ho visto il programma di Roma, buona fortuna!

Questo fatto che tu non abbia trovato ramaglie sul terreno mi insospettisce… quegli amici di Faleria mi avevano detto che non si passava più per andare a Paterno… boh? Ma tu hai preso proprio la Narcense? La strada che comincia dalla Piazza Roma dove parcheggiano le macchine, dove sono i secchioni stracolmi d’immondizia, e poi sempre avanti?

Va beh, una strada di sicuro l’hai fatta!

Ciao, Paolo

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Energy security – The current crisis is also a political crisis, which translates into a global leadership gap… (with an article of Isabelle Chevalley)

Reuters:The impact of the financial crisis on energy security could be about much more than just the price of oil.

The crisis in the financial world could open up new ways of working in the energy world, argue Dr Heiko Borchert and Karina Forster. Here they look at the impact on energy companies and countries and how the crisis may force them to change. At first sight the current crisis is about financial and economic failures. But much more is at stake.

The transatlantic community has based its international leadership role on the belief that private sector self-regulation yields superior economic benefits. The current crisis has undermined this assumption.

So the current economic crisis is also a political crisis, which translates into a global leadership gap. Structural instability will be the main outcome of this power wrangling. Nowhere is this more obvious than in the energy domain.

Resource-rich countries continue to use their assets to advance their own interests, broaden their areas of influence and create alliances with like-minded partners.

The world’s dependence on energy supply continues to grow, making energy security a strategic priority. The current economic crisis may have driven down prices and slowed economic growth. But this is nothing more than a pause.

Resource-rich countries continue to use their assets to advance their own interests, broaden their areas of influence and create alliances with like-minded partners. Similarly, energy-transiting and -importing countries are also attempting to leverage their positions. These forces are about to change the nature of international affairs.

Reuters:

Resource rich countries and the financial crisis: a changing landscape?

So far, the transatlantic community has not found convincing answers to these challenges. This is unfortunate.

We see the following likely impacts of the financial crisis on the energy sector.

The impact on energy suppliers.

Russia, Iran and Venezuela all seem to have been hit hard by the current crisis. Some observers believe that ‘energy nationalism’ has been tempered. Others argue that whatever price concessions such countries may accept will be short-term and tactical in nature. In addition, several analyses point to the growing number of unemployed migrant workers due to investment cut-backs, particularly in the energy sector. This could become a source of social unrest in Central Asia and certain Gulf states.

A recent analysis by Stratfor suggests that foreigners make up 69% of the population of Kuwait (whose share of world oil reserve is 8%) and 80% in Qatar (whose share of world gas reserves is 14%). In Saudi Arabia, by contrast, foreigners account for only 25% of the population. Furthermore, the Saudi Arabian Monetary Agency invested more cautiously than other Gulf state sovereign wealth funds, providing it with greater financial security.

The consequences for energy companies.

The crisis is having mixed consequences for energy companies. On the one hand, increasing capital costs make investments more difficult. This is a problem for the renewable energy industry because investment costs are higher than in other energy sectors. Higher capital costs are also a problem for transmission and pipeline companies, which need long-term financing for infrastructures, and oilfield services companies. On the other hand, energy-supplying countries tend to become more open towards multinational companies, as they need partners to help shoulder the high costs of energy projects. This could open new opportunities for cooperation.

For strategic and environmental reasons, the world must reduce its dependence on fossil fuels. But lower investment could slow the development of renewable energy technologies

Cash creates political leeway.

Some energy producers have accumulated significant foreign exchange reserves, giving them more political leeway. In what could be seen as a sign of changing times, US Secretary of State Hillary Clinton assured China in February 2009 that Chinese holdings of US treasury securities, which amounted to $740 billion at the end of January 2009, remained a valuable investment. In addition, cash-strapped energy companies seem more willing to compromise. In a February 2009 deal, China reportedly managed to purchase crude oil from Russian Rosneft at about one-third of the common market price.

Climate change policy under pressure.

It is an open question whether the current momentum for climate change policies will last. For strategic and environmental reasons, the world must reduce its dependence on fossil fuels. But lower investment could slow the development of renewable energy technologies. The high costs of these investments may result in lower carbon dioxide abatement goals. If current goals remain in place, producers may transfer carbon dioxide-intensive production processes to regions with lower standards. This could improve the carbon dioxide balance of one region at the expense of another, sparking diplomatic tensions. Finally, subsidies for renewable energies could come under pressure. They have already led to trade disputes between the United States and the European Union (EU).

Reuters:

The financial crisis has challenged energy suppliers, companies – and customers.

Growing role of the state.

The state’s role may grow as a direct outcome of the financial crisis. Governments will act as financers of energy infrastructure investments. Governments may also re-enter the energy sector as active players, either via state-owned companies or as shareholders. Finally, companies could turn to governments to build new energy infrastructures such as carbon dioxide storage facilities and pipelines.

Changing regulatory systems.

Self-regulation seems to have failed in the financial domain. This will have major consequences for multinational energy companies that prefer government non-interference. Government support will likely come with strings attached. One major question is whether governments will continue to guarantee the preferential regulatory treatment of renewable energies.

In addition, Michael Levi of the Council on Foreign Relations recently observed that ‘tax credits have suddenly become all but useless as struggling companies find themselves with little if any tax burden to write off.’ This could entail a shift from incentive-based regulation to more traditional regulation and government spending.

What to do?

These variables mean that guaranteeing energy security has become more difficult. In addition, recent events have shown that energy security has the potential to drive a wedge between EU member states, and between them and the United States. Transatlantic partners should do their utmost to avoid a division over energy issues.

The current economic crises creates opportunities for cooperation with energy producers.

In fact, the current economic crises creates opportunities for cooperation with energy producers. Scientific and technological cooperation with energy producers could boost energy efficiency and help protect the climate.

Time for concrete action

For too long members of the transatlantic community have projected their regulatory preferences on other countries. A strategic dialogue on energy security must more actively engage with the Istanbul Cooperation Initiative, the Gulf Cooperation Council, the International Energy Forum and the Organisation of the Petroleum Exporting Countries. These institutions should stimulate dialogue on how economic prosperity, energy policy, regional stability, and environmental goals could be combined.

In addition, there is a need to advance direct engagements with national oil and gas companies, which could serve as spearheads to improve energy efficiency in energy producing countries and to advance the safety and security of energy infrastructures.

Together with energy producers and other key energy consumers, a “Global Compact for Sustainable Energy Infrastructure Investments” could be launched.

This initiative should bring together multinational and state-owned energy companies, investment banks, international financial institutions, sovereign wealth funds and technology companies. This Compact would analyse the mix of energy technologies most suitable to meet regional economic development plans and environmental goals, prioritise infrastructure investment projects, and stimulate multinational research and development initiatives.

The safety and security of energy infrastructures is of key importance to all stakeholders involved in the global energy supply chain.

Two issues are of key importance: First, the external dimension of infrastructure protection, i.e. the dependence on infrastructures hosted in third countries, which should receive more attention. Joint risk analyses should be conducted and best practices on security measures could be exchanged. Second, maritime security is vital to secure energy transports at sea. This creates opportunities for new international joint ventures to provide security of port facilities and strategic sea lanes. And these are areas which directly impact NATO.

Dr Heiko Borchert and Karina Forster of IPA Berlin have previously written studies for Germany’s Ministry of Defence, Switzerland’s Department of Foreign Affairs and the European Commission, focusing largely on energy security.

…………..

Commento:

Il documento soprastante edito dalla NATO e diramato dalla Reuters va chiaramente nella direzione di consigliare i governi dell’alleanza atlantica verso le energie rinnovabili. Similmente si è espresso lo scienziato naturalizzato americano R. Dulbecco ed anche vari eponenti della Comunità Europea. Ciò non ostante il Governo di Sivio Berlusconi contro ogni ragionevolezza economica ed ecologica punta sul nucleare.

Leggete in URL un interessante articolo sulla non economicità dell’uranio e della scelta nucleare, scritto da Isabelle Chevalley, esponente di un partito di centro destra liberale in Svizzera:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/10/25/%e2%80%9calla-ricerca-dell%e2%80%99uranio-perduto%e2%80%9d-nucleare-berlusconico-%e2%80%a6-semiserio/  

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