“Eravamo a pochi metri l’uno dall’altro ma non ci siamo visti né sentiti” – Strano destino per Luca Bellincioni che è venuto a Calcata a cercarmi il 14 luglio 2009

Ho trovato sul tavolo del Circolo un sacchetto di frutta e verdura e due biglietti in cui Luca Bellincioni mi annunciava la sua visita, purtroppo non mi ha trovato… Quella che segue è uno stralcio della corrispondenza intercorsa dopo…

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Caro Luca, ho visto i tuoi biglietti ed il pacchetto di verdure… ma mannaggia perché non mi hai chiamato? Lo sai che vivo dabbasso, nello stesso terreno, a pochi metri dal localetto del circolo. Bastava che tu mi facessi una voce. Ora sono le 17. passate e credo che tu sia ripartito… La prossima volta avvisami quando arrivi, bastava un messaggio in segreteria od una semplice mail. Pazienza!

Paolo

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Ciao Paolo, io sono noto per le mie sorprese e non volevo perdere la buona reputazione… a parte questo, non mi hai ancora dato il tuo num. di tel. – anche se non so se ce l’hai – e non volevo però darti appuntamento via e-mail perché non è detto che in mezzo alla settimana Roma si riesce ad oltrepassare da Sud… e quindi arrivare a Calcata da Aprilia non è sempre possibile (in tempi razionali) e non scherzo. Comunque sono passato tre volte e le prime due ho anche chiamato il tuo nome sperando fossi nei dintorni ma evidentemente la voce non era abbastanza alta. Poi ho chiesto in giro ed una ragazza mi ha detto che forse eri andato al lago con i nipotini e che tornavi la sera. Sicché – avendo un appuntamento nel pomeriggio a Tarquinia – sono andato via. Nondimeno, nel frattempo che ti aspettavo, mi sono fatto una splendida passeggiata dal paese fino alle rive del Treja, dove ho incontrato una bella famigliola di cinghiali che si abbeveravano… Poi sono andato a cercare il Castello di Paterno ma non ci sono riuscito. Ho fatto la sterrata con l’auto per qualche chilometro (paesaggio magnifico! Non ci ero mai stato!) ma poi è diventata troppo sconnessa e troppo in discesa e ho parcheggiato. Ho proseguito per qualche centinaio di metri a piedi ma non sapevo se stessi girando a vuoto perché ad un centro punto c’era un bivio e io mi sono tenuto sulla destra e mi sono venuti i dubbi. Contando poi il caldo torrido, ho desistito… L’unico dettaglio che forse ti può aiutare a capire dove sono arrivato (perché mi faresti un piacere se mi dicessi come ci si arriva) è che nel punto dove sono tornato indietro si vedeva bene Civita Castellana di fronte, mentre sulla destra su una collina uno splendido, antico e grosso casale (quello che si vede anche dalla Flaminia) e al di sotto una vasta cava.

Ad ogni modo ho potuto confermare l’assurdità del progetto eolico non solo per il suo impatto su tutto il paesaggio dell’Agro Falisco (visto che – come sappiamo – l’impatto dell’eolico industriale va ben al di là del sito dove sono installate le torri!) ma anche per la scelta stessa del sito, poiché esso è praticamente il cuore della porzione più pregevole dell’intero territorio di Faleria! Per di più tutta la zona è ormai segnalata da cartellonistica turistica del parco, il che fa pensare ad un prossimo allargamento dell’area protetta, e l’area fra Foiano e Paterno ci rientra in pieno. Sempre rimanendo ai ridicoli progetti eolici della zona, per quanto riguarda invece la papabile centrale eolica sulla strada fra Calcata Nuova e Magliano, anche qui ci stanno prendendo praticamente in giro poiché tale area è già pienamente inserita nel Parco di Veio, e anch’essa segnalata da tabelloni turistici, per cui la Regione credo abbia ben altri progetti rispetto alla devastazione di un territorio in cui invece sta investendo risorse e progetti, senza contare che esistono le zone di protezione pre-parco e quidni non sarebbe nemmeno possibile fare una centrale ai margini di uno dei due parchi (Treja o Veio). Infine mettiamoci che Zaratti non è scemo e che conosce bene il Lazio, per cui non credo che getterebbe via “al vento” un territorio così pregevole. A parte tutto questo, e venendo alle cose belle, ho potuto notare quanto sia bella Calcata in mezzo alla settimana, senza il turismo ammorbante della domenica. Un vero Paradiso. Spero di rivenire a trovarti quanto prima, magari con Daniela, anche se nelle prossime settimane siamo in vacanza, prima per un trekking sui Monti della Duchessa, poi in campeggio al Lago di Bolsena. Teniamoci in contatto. Spero che gli ortaggi ti siano stati graditi (e utili). Ciao!

Luca

P.S. Spero che – sebbene alla fine non ci siamo visti – tu abbia gradito il fatto che volevo farti una sorpresa.

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Carissimo Luca, la tua è un’avventura che merita di essere ricordata dai posteri… inserirò la narrazione sul blog. Nel tardo pomeriggio ti ho mandato il programma di Sant’Oreste.

Chi ti ha detto che sarei andato al lago non mi conosce bene, non vado al lago da almeno 10 anni. Se sei arrivato sino in vista di Civita Castellana evidentemente hai percorso la Narcense e quel casale che sta in alto su una collina è quasi a Civita. Mi avevano detto che la strada è interrotta per via del taglio dissennato dei bochi e dell’abbandono lungo la strada delle ramaglie. Sicuramente sarai passato nel tratto di Faleria dove vorrebbero installare i piloni eolici.

Il mio telefono per il futuro è 0761-587200

Grazie per i viveri che mi hai lasciato, le prugne erano molto mature e le ho mangiate subito, ma tu hai pranzato o sei vissuto di sola aria?

Paolo

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Caro Paolo.

Ho vissuto di sola aria come quasi sempre faccio quando sono in giro. Del resto, quando sono di fronte alla bellezza della natura non sento più la fame (almeno per qualche ora…). Ma ho bevuto moltissimo (per sopravvivere). Le prugne sono di mia zia. Il resto è del’orto dei miei. Tutta roba tipica dell’Agro Pontino. E “biologica”, ovviamente….

Ma perché non vai al lago da 10 anni (a proposito, quale lago??!?!?!? Vico o Bracciano?)? Hai la fortuna di avere dei laghi meravigliosi nei paraggi, è un peccato non approfittarne.

Quanto al mio tragitto, si vedeva che c’erano stati grossi tagli, ma onestamente ho visto di peggio. Niente ramaglie sulla strada invece. Ma ancora non ho capito se ci sono andato vicino a Paterno o no.

Se un giorno apriranno i cantieri in quella zona io sarò lì. Stiamo parlando davvero di uno scempio senza precedenti. Lì il paesaggio è praticamente un dipinto, ma forse il sig. sindaco di Faleria non c’è mai osato o più semplicmente non glie ne frega un fico secco del suo territorio ma vuole “farsi bello” facendo risparmiare 10 euro al mese i suoi elettori sulla bolletta. Un territorio di imparagonabile bellezza, decantato da artisti e viaggiatori, oggi svenduto davvero per un piatto di lenticchie. Speriamo che non accada e che tutto si risolva in un buco nell’acqua. Lo stesso anemometro sarebbe in realtà uno scempio da evitare. Lì tutto è perfetto e bellissimo: nessuno ha il diritto di privare di tale bellezza le generazioni future. E la mia lotta è per loro, non per me che questi paesaggi fino a oggi me li sono goduti. A proposito lo sai che domani (mi ha invitato Oreste Rutigliano) fanno un convengo a Roma sull’eolico selvaggio? Dopo gli sfregi che stanno facendo in Sicilia e i nuovi progetti nella Tuscia si sta verificando una nuova attenzione al problema. Speriamo bene. Luca

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Non dubito che fosse tutto biologico, le prugne in effetti erano dolcissime. Da una decina d’anni mi sono beccato un’otite cronica all’orecchio destro, al minimo sentore di umidità vedo le stelle, figurarsi se dovessi andare al lago ed immergermi nell’acqua… purtroppo ho dovuto rinunciare a quella gioia, ora anche per lavarmi debbo usare il sistema cinese (con un canevaccio imbevuto d’acqua bollente da strofinarmi addosso) così almeno risparmio un sacco d’acqua. Prima andavo a tutti laghi, Bracciano, Martignano, Vico, piscine calde e fredde, etc.

Ho visto il programma di Roma, buona fortuna!

Questo fatto che tu non abbia trovato ramaglie sul terreno mi insospettisce… quegli amici di Faleria mi avevano detto che non si passava più per andare a Paterno… boh? Ma tu hai preso proprio la Narcense? La strada che comincia dalla Piazza Roma dove parcheggiano le macchine, dove sono i secchioni stracolmi d’immondizia, e poi sempre avanti?

Va beh, una strada di sicuro l’hai fatta!

Ciao, Paolo

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