Archivio di giugno 2009

Calcata, il Circolo Vegetariano VV.TT. ed il Parco del Treja – Come eravamo nella memoria storica di Stefano Ardito

“In pratica, operiamo solo dal 1986: prima di quella data i contrasti tra le amministrazioni di Calcata e Mazzano ci hanno paralizzato”, ammette Gianni Guaita, mantovano trapiantato nel Lazio, direttore del Parco Valle del Treja. “La natura, però, è splendida. I boschi sono integri, le acque pulite. Qui vivono il merlo acquaiolo il martin pescatore, il gheppio, molti rapaci notturni. Appena fuori dai confini nidifica il lanario. Poi ci sono il tasso, l’istrice, la puzzola. La lontra si è estinta negli anni Settanta”.

E i problemi? “Il più serio è l’afflusso domenicale di romani. Il borgo di Calcata ha 40.000 visitatori l’anno, le cascate di Monte Celato 30.000. Il bracconaggio invece è ormai assente e i tombaroli non danno più fastidi”. Poi il solito “problema” dei fondi insufficienti.

Ma è soprattutto la vicinanza di Roma l’interrogativo del futuro. Nata dieci anni fa (nel 1982), senza un vero motivo, con l’etichetta di “parco suburbano” l’arca protetta sul Treja vede oggi la città avvicinarsi veloce. La domenica, l’ingorgo di visitatori rende invivibile Calcata. Che fare?

“Ci vogliono provvedimenti drastici”, si accalora Paolo D’Arpini, a Calcata dal 1976, fondatore del “Circolo dei Vecchi Tufi”, poi “Circolo Vegetariano VV.TT.” con 6.000 soci. “Il borgo e la zona vicina devono essere chiusi alle auto, bisogna iniziare i restauri. E occorre ampliare il parco”. Sul problema traffico, il Comune ha iniziato a muoversi. Del restauro e della legge abbiamo detto: risultato del paradosso di Calcata è che restaurare immobili condannati alla demolizione, oltre che costoso, è illegale. “Spero non si scateni una corsa ai soldi per Calcata, una piccola Irpinia della Tuscia che produca tutto tranne che i necessari restauri”, si preoccupa D’Arpini.

Per il parco, la questione è più sfumata. Esistono proposte per l’istituzione di un “Parco delle Forre” o “dell’Agro Falisco” esteso fino a Civita Castellana e al Soratte, e imperniato sul Treja. Includerebbe i santuari falisci di Civita. la Via Amerina romana, le splendide gole tra Castel Sant’Elia e Nepi. In tutto, da 7 a 10 Comuni. Potrebbe funzionare? “È una scommessa da tentare”, sostiene Gianluca Cerri, responsabile della Lega per l’ambiente di Civita Castellana. “Sono pessimista”, ribatte il direttore Gianni Guaita. “I parchi del Lazio funzionano solo dove sono piccoli, gestiti da uno o due Comuni. Che Nepi e Civita Castellana facciano pure loro. Ma che ci lascino il nostro”, taglia corto il sindaco Luigi Gasperini.

La sera, a Calcata, il tramonto sulla valle è splendido. Tra i vecchi tufi del centro, serate di musica e teatro riportano sempre più spesso gli abitanti di Calcata nuova a contatto con il paese della loro infanzia o di quella dei loro genitori. Tra i “contadini” e i “capelloni” comincia a farsi strada un linguaggio comune. “C’è spazio. per decentrare a Calcata e nei paesi vicini attività culturali, arte, addirittura ricerca”, spiega Paolo Portoghesi.

“A Calcata vecchia, una volta restaurata, potrebbero vivere e lavorare 300 o 400 persone”, prosegue Paolo D’Arpini. “Il decentramento, la rinascita dei vecchi borghi, la tutela dell’ambiente possono e devono andare d’accordo”. Ma il futuro non dipende solo dai vecchi e nuovi calcatesi. Saprà Roma, il mostro addormentato pochi chilometri a sud, controllare la sua espansione in modo da non schiacciare la ritrovata armonia di Calcata? Il borgo medievale e le tombe falische, i boschi e il canyon del Treja: a soli 40 chilometri dal centro di Roma, Calcata e i suoi dintorni offrono un concentrato delle attrattive dell’Alto Lazio vulcanico ed etrusco. La visita alla zona è possibile in ogni momento dell’anno.

Da Roma, Calcata si raggiunge percorrendo la via Cassia e quindi deviando verso Mazzano Romano, oppure per la via Flaminia, toccando poi Faleria. Se si arriva da nord, occorre lasciare l’autostrada del Sole (Al) al casello di Magliano Sabina e passare per Civita Castellana. I bus di linea della società Acotral fanno capolinea a Roma in viale Giulio Cesare, accanto alla stazione Lepanto della metropolitana. Il Parco regionale della valle del Treja ha sede e uffici nel centro storico di Mazzano Romano. I tratti più suggestivi del fiume sono quelli tra Mazzano Romano e le cascate di monte Gelato, e quello a valle di Calcata, dove un bellissimo sentiero un po’ ingombro di vegetazione conduce ai castelli in rovina di Foiano e Paterno. Dal ponte sul Treja tra Calcata e Mazzano, un sentiero sale ripido alle poche rovine della città falisca di Narce, mentre una carrareccia verso sud raggiunge un santuario falisco accanto al fiume e prosegue poi verso le necropoli di Pizzo Piede, di Monte Li Santi e del Fosso della Mola di Magliano.

Una carta del parco è in distribuzione gratuita presso gli uffici dello stesso (06/9049295); vari itinerari ed escursioni nella zona sono descritti nel secondo volume di “A piedi nel Lazio” (Stefano Ardito – Edizioni Iter, 1984). Per saperne di più su incontri, concerti e stage in programma a Calcata, il riferimento migliore è il Circolo Vegetariano VV.TT.  (0761/587200) che è anche sede locale della Lega per l’ambiente. Una giornata può essere sufficiente per una presa di contatto con Calcata e la valle del Treja.

I dintorni, però, offrono numerosissime altre mete. Tra queste, il monte Soratte, sacro ai Falisci, la Riserva naturale di Nazzano, i laghi di Bracciano, Martignano e Vico, i centri storici di Nepi, Sutri e Castel Sant’Elia, i resti della romana via Amerina. Da non perdere Civita Castellana, principale centro della zona. Il museo archeologico, ospitato nella severa fortezza del Sangallo, conserva numerosi reperti di Narce e dintorni. Nei pressi è lo splendido duomo del XII secolo, mentre accanto al Treja sono i santuari falisci di Celle, Vignale e dei Sassi Caduti. Tra i molti testi utili per saperne di più su questa terra, consigliamo Città e necropoli dell’Etruria di S. Steingraber (Newton Compton, 1983) e la Storia del paesaggio dell’Etruria meridionale di T.W. Potter (La Nuova Italia Scientifica, 1985).

Stefano Ardito (Airone 1992)

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Sui retroscena di come questo articolo fu scritto, leggere in url:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/06/02/calcata-amarcord-proiezione-del-video-calcata-citta-invisibile/

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Origine dei Veda, delle Upanishad e le guaine o “maschere” che velano il Sé nella descrizione Vedantica

Il Vedanta, letteralmente “dopo i Veda” è la scuola di pensiero dell’Assoluto non duale “Brahman” descritto nelle Upanishad, i testi filosofici vedantici (posteriori ai Veda).

Sulla datazione dei Veda e del Vedanta le opinioni degli studiosi, storici e religiosi, divergono alquanto. La differenza di vedute è soprattutto fra ricercatori occidentali e quelli indiani. Secondo gli europei, proni al credo filo occidentale di una culla di civiltà medio-orientale e mediterranea, i Veda sono posti attorno al primo millennio a.C. e le Upanishad al periodo appena antecedente la nascita del Buddha storico (VI secolo a.C.). Ovviamente secondo gli storici indiani le date si allontanano moltissimo.

Recenti esami compiuti a mezzo satellite, confermano l’esistenza del fiume Sarashwati parallelo dell’Indo prosciugatosi attorno al V millennio a.C. avvalorando quindi le descrizioni fatte nel Mahabarata (un testo upanishadico) che vengono perciò poste in antecedenza a quella data. Il Mahabarata descrive anche l’affondamento nel mare della città di Dwarka e vestigia di questa città sono state effettivamente ritrovate sommerse vicino alle coste dell’oceano indiano. Inoltre il ritrovamento di Moenjo Daro e Harappa, nell’attuale Pachistan, e la loro datazione fissata attorno al X millennio a.C. fanno presumere che la civilizzazione dell’Indo e del Saraswati sia la più antica sulla faccia della terra. Simboli religiosi ed altari riconducibili al sistema vedico sono stati ritrovati negli scavi di quelle città, da questo se ne deduce che i Veda, trasmessi oralmente, sono contemporanei e precedenti a qualsiasi altra tradizione.

Ciò significa che non furono gli europei “ariani” a invadere l’India bensì l’esatto contrario, cioè furono gli “ariani” dell’Indo e del Saraswati ad diffondere la loro civiltà prima in Persia e poi in Europa, le cui lingue son dette di origine indo-europea. Ciò è stato confermato anche dall’analisi glottologica sull’origine degli idiomi parlati sul pianeta, essendo il ramo indo -ovvero il Prakrito ed il Sanscrito- fra i più antichi fra quelli derivanti dal “nostratico” la prima lingua universale, comune a tutti i Sapiens sapiens.

Però debbo interrompere questa spiegazione psico-storica e riportare l’attenzione alla descrizione psico-somatica delle “maschere” che ricoprono il Sé (evocata nel titolo di questo articolo).

Secondo il Vedanta sono cinque le “guaine” (in sanscrito “kosha”) che nascondono il Sé al sé (l’Io assoluto all’io relativo). Esse sono “annamaya”, “pranamaya”, “manomaya”, “vijnanamaya” e “anadamaya”.

Annamaya è la guaina composta dal cibo, il corpo fisico. I suoi costituenti sono i cinque elementi nello stato grossolano, in vari gradienti di mistura. Dello stesso materiale sono fatte le cose del mondo oggettivo sperimentato.

Pranamaya è la guaina dell’energia vitale (nella Bibbia “soffio vitale”) è quella che denota la qualità vitale, la sua espressione è il respiro, in sanscrito “prana” e le sue cinque funzioni o “modi”: “vyana” quello che va in tutte le direzioni, “udana” quello che sale verso l’alto, “samana” quello che equipara ciò che è mangiato e bevuto, “apana” quello che scende verso il basso, “prana” quello che va in avanti (collettivamente vengono definiti con il termine “prana”). Alla guaina del “prana” appartengono anche i cinque organi di azione, ovvero: la parola, la presa, il procedere, l’escrezione e la riproduzione.

Manomaya è la guaina della coscienza, o mente individuale, le sue funzioni sono chiedere e dubitare. I suoi canali sono i cinque organi di conoscenza: udito, vista, tatto, gusto ed olfatto.

Vijnanamaya è la guaina dell’auto-coscienza, o intelletto, cioè l’agente ed il fruitore del risultato delle azioni. Questa maschera, od involucro, è considerata l’anima empirica che migra da un corpo fisico ad un altro (nella teoria della metempsicosi).

Anadamaya è la guaina della gioia, non la beatitudine originaria che è del Brahman, essa è la pseudo beatitudine (sperimentata nel sonno profondo) del cosiddetto “corpo causale”, la causa prima della trasmigrazione, Un altro suo nome è “avidya” ovvero nescienza od ignoranza del Sé.

Secondo lo studioso T.M.P. Mahadevam è possibile riordinare queste cinque maschere in tre “corpi”:

“annamaya”, il corpo fisico grossolano; “suksma-sarira” il corpo sottile, l’insieme delle tre guaine di prana mente ed intelletto (”pranamaya, “manomaya” e vijnanamaya”);

“karana-sarira”, il corpo causale della guaina “anandamaya”.

E’ per mezzo di questi tre corpi che noi sperimentiamo il mondo cosiddetto “esterno” nei tre stati di veglia, sonno e sonno profondo.

L’esperienza empirica si manifesta attraverso le cinque guaine, proiettate o riflesse nel concetto di “spazio” e “tempo”, senza di esse la coscienza relativa di un “mondo” non potrebbe sussistere. Come diceva il grande saggio e maestro dell’advaita-vedanta, Ramana Maharshi: “L’individuo è formato da cinque guaine, perciò tutte e cinque sono implicate nel termine “corpo”. Vi è un mondo separato dal “corpo”? Dì ci sono persone che senza “corpo” hanno l’esperienza del mondo?”

Paolo D’Arpini

“Com’è che l’esistenza umana si è procurata un orologio prima che esistessero orologi da tasca o solari?…Sono io stesso l’”ora” e il mio esserci il tempo? Oppure, in fondo, è il tempo stesso che si procura in noi l’orologio? Agostino ha spinto il problema fino a domandarsi se l’animo stesso sia il tempo. E, qui, ha smesso di domandare.” (M.Heidegger – Il concetto di Tempo)

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Faleria, 24 giugno 2009: “Eolo è anche un Dio” – L’amministrazione falisca procede indefessa verso l’eolico pesante… e la situazione precipita

Sono offeso ed avvilito in seguito alle decisioni amministrative formalizzate in data 24 giugno 2009, in cui il comune di Faleria ha deliberato di dedicare una parte del suo territorio vergine, Monte dei Porcari, all’installazione di piloni eolici. Si tratta di un territorio che è adiacente al Parco del Treja e che in passato la nostra associazione aveva proposto di inserire nel parco stesso.Addirittura era stato costituito un apposito comitato per facilitare questa operazione di tutela ambientale ed il 4 ottobre 2008, nella stessa Faleria con il patrocinio dello stesso comune, avevamo organizzato una manifestazione per proporre l’ampliamento del parco…. e proteggere il territorio dalla rapina (vedi url: http://www.google.com/search?sourceid=gmail&q=Citt%C3%A0%20regione%20bioregione%202008 ). Ora al danno si uniscono le beffe, in quanto quella natura vergine e di assoluta importanza ambientale e storica (essendo connessa alla permanenza e morte di Ottone III) vedi articoli in url: http://www.google.com/search?sourceid=gmail&q=Ottone%20III%20a%20Fogliano ) viene stuprata e depredata della sua verginità dal comune che dovrebbe proteggerla.Sono orrificato e deluso grandemente dal comportamento dell’amministrazione comunale di Faleria e del sindaco Pierluigi Bianchi. Un’incidenza ambientale si grave non si proponeva nell’Agro Falisco dal tempo del progetto nefando di installare, più o meno nella stessa area, una discarica con inceneritore per RSU, da parte dell’amministrazione comunale di Civita Castellana.

Sento e capisco il grido di dolore della terra e degli esseri viventi che vedranno distrutto il loro habitat dall’ingordigia energivora del Pierluigi Bianchi, novella Salomé, e dei suoi scherani, minoranza e maggioranza unite nella vergogna, che all’unanimità hanno, proprio il giorno di San Giovanni Battista, decretato la decapitazione di Fogliano.

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Segue nota relativa alla delibera:

In un consiglio comunale composto dal Sindaco, con 6 tra assessori e consiglieri di maggioranza, e due di minoranza la decisione é stata presa senza dibattito, unanimità per designare 185 ettari del bosco di Fogliano a parco eolico, un numero massimo di 15 generatori nel territorio piú lontano dal centro comunale, al confine con i comuni di Calcata e Castel Sant’Elia, potenza stimata 30 Megawatt, un grosso margine per Faleria ed i suoi cittadini.

Il primo passo é fatto, il comune si é dotato degli strumenti necessari per iniziare questo percorso, la delibera adesso sarà attuativa e da questa si passera al bando per avere i progetti di realizzazione tra cui scegliere quello piú adatto.

Solo due note a latere di questa decisione, la prima fare ipotesi sulla realizzazione fisica di questo parco, mi sembra impossibile, la realizzazione di cui parliamo ha un costo di circa 45 milioni di Euro, l’efficienza massima di un impianto eolico può essere calcolata utilizzando la Legge di Betz, che mostra come l’energia massima che un generatore qualunque possa produrre (ad esempio una pala eolica) sia il 59,3% di quella posseduta dal vento che gli passa attraverso. Tale efficienza è molto difficile da raggiungere, e un aerogeneratore con un’efficienza compresa tra il 40% al 50% viene considerato ottimo. Se a questo aggiungiamo che la potenza stimata dei generatori viene calcolata con un vento medio durante l’anno di 11/13 metri secondo e che nel Comune di Faleria e piú in generale nel territorio tra Roma e Viterbo dove noi ci troviamo le mappe eoliche stimano un vento medio annuo di 3 o 4 metri al secondo e che la scala é esponenziale si ha che la percentuale per cui bisogna moltiplicare i famosi 30 Megawatt é del 6 o 7 % per un totale nella ipotesi ottimistica di 2,1 Megawatt, di risultato medio.

Il secondo punto che volevo segnalare, é relativo alla partecipazione alla vita e alle decisioni pubbliche del cittadino di Faleria, questo consiglio comunale oltre ad essere stato pubblicizzato nel mio sito che é ben poca cosa, é stato annunciato con lettera diretta del Sindaco a molti cittadini e lo stesso annuncio é stato affisso per le vie del paese, bene nonostante questo sforzo profuso, al consiglio era presente solo una persona oltre me, per altro giunta con notevole ritardo, deve essere frustrante per chi si dedica al bene di tutti avere un uditorio di volta in volta sempre meno interessato e sempre piú distaccato come se le decisioni che si vogliono condividere non avessero effetto alcuno sulla vita di tutti i giorni, invece é vero il contrario, e vero pure che poi senza informarsi la gente critica o prende le parti non sul merito delle questioni (non avendone conoscenza) ma in relazione alle persone coinvolte. Quando il pensiero é nulla, ben amara deve essere la soddisfazione del suo controllo. MC.

http://www.faleria.info/Art_articolo.asp?Id=405

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Di queste nefandezze ho già informato Italia Nostra, Assessorato Ambiente Regione Lazio e Sovrintendenza dei Beni Culturali Lazio, oggi scrivo anche alla Provincia di Viterbo.

Paolo D’Arpini

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Lettera inviata alle Istituzioni in data 26 giugno 2009:

All’On. Filiberto Zaratti, Assessore per l’Ambiente, della Regione LazioAlla Dr.ssa Annamaria Affanni, Soprintendenza Beni Culturali Lazio

Al Presidente Alessandro Mazzoli, Amministrazione Provincia di Viterbo

p.c. Al Sindaco, avv. Pierluigi Bianchi, Comune di Faleria

p.c. Al Direttore, Dr. Gianni Guaita, Parco Valle Treja – Mazzano Romano

p.c. Al Dr. Oreste Rutigliano, Italia Nostra Lazio

p.c. Al Dr. Carlo Ripa di Meana, Italia Nostra Italia

p.c. Al Dr. Luca Bellincioni, Ambiente e Paesaggio 2000

Gentili e stimati Signori, con la presente Vi informo che in data 24 giugno 2009 è stata approvata una delibera all’unanimità del consiglio comunale di Faleria che sancisce l’intenzione di quel comune di utilizzare una parte del suo territorio per installarvi un certo numero di piloni eolici. Tale delibera è propedeutica all’incarico di uno studio di fattibilità ed all’istallazione di un anemometro nell’area indicata. Oggi, inoltre, son venuto a conoscenza del fatto che è prevista una modifica di detta delibera per varianti in merito al luogo in cui si progetta l’ubicazione del cosiddetto parco eolico.

Sin’ora sono a conoscenza che l’area complessiva da destinare a “parco eolico” é quella denominata al catasto come “bosco di Fogliano” o “monte dei Porcari”, adiacente al sito “Fogliano di mezzo” dove insiste il castello in cui morì l’imperatore Ottone III, la parte interessata al progetto eolico è posta tra il castello e il Parco della Valle del Treja.

L’area complessiva è di 185 ettari ed equivale ad un rettangolo di un km per 1,8 km. Le pale previste sono 15 la distanza tra una pala ed un’altra deve essere di 300 mt. (cosi ha dichiarato il sindaco durante il consiglio), questo per valutare l’altezza delle pale è un buon indizio….La potenza stimata a pieno regime è di 30 Megawatt.

Espongo qui alcune delle ragioni che sconsigliano l’attuazione di detto progetto:

1) la carenza di flusso eolico nella zona indicata

2) l’incidenza ambientale dei piloni sul paesaggio conservatosi integro e d’aspetto “antico”

3) l’importanza storica e culturale della zona

3) la contiguità o vicinanza del Parco Valle del Treja

4) la mancanza di vie comunicative esistenti che obbligherebbe alla costruzione di infrastrutture e quindi alla distruzione del paesaggio per farvi transitare i mezzi pesanti.

5) l’ostruzione a qualsiasi ipotesi di sviluppo in chiave agricola, turistica ed ambientale, con l’eventuale inserimento dell’area nel Parco Valle del Treja, etc.

Nella speranza che questa mia comunicazione preliminare possa esserVi utile per stabilire la verità dei fatti e delle condizioni in cui il territorio si verrebbe a trovare in caso di continuazione dello snaturato progetto comunale di Faleria, passo a salutarVi con stima.

Paolo D’Arpini – Presidente Circolo vegetariano VV.TT. 01030 Calcata (Vt) Sito Web: www.circolovegetarianocalcata.it    Email:  circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0761/587200

Sottoscrive: Daniela Cortiglia – Presidente Ass. Culturale Onlus Oreas daniela.cortiglia@fastwebnet.it  

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Faleria, Calcata e Civita Castellana si “danno” all’eolico – A Faleria lo decidono nella Sala della Misericordia, il 24 giugno 2009, alle h. 18.30 – “Cui prodest?”

Potrebbe essere un “danno” sia dal punto di vista paesaggistico, che acustico, ed anche economico, perché queste zone non sono particolarmente adatte all’eolico. Però potrebbe essere un “vantaggio” per investire un po’ di denaro pubblico in uno studio di fattibilità…..

Infatti è così che funziona… non basta vivere nel posto e sapere il movimento dei venti, delle acque, degli animali, conoscere la qualità dei terreni e tutto sul proprio territorio. Oggi astute norme burocratiche impongono che per qualsiasi progetto amministrativo di rilievo venga fatto uno studio di “fattibilità”, di solito eseguito a costi altissimi da aziende specializzate in analisi tecniche, le quali stabiliscono “su un pezzo di carta” quello che chiunque già conosce…. l’utilità di tali studi è unicamente di chi li ordina e di chi li esegue e molto spesso restano un preliminare “assoluto”, ovvero si paga lo studio ed il progetto non viene attuato poiché si sapeva già tutto… lo studio era solo una scusa… per far lavorare i “tecnici”.

Faleria, Calcata e Civita Castellana si “danno” quindi da fare a progettare l’installazione di mastodontici piloni ad elica nell’Agro Falisco, forse sperando che così il territorio “prenderà il volo”. Ma in queste zone di forre Eolo non spira, se non sporadicamente. Inoltre nell’area di Calcata quasi tutto il territorio è destinato a parco (quello della Valle del Treja) quindi l’unico spazio libero per istallarvi i piloni sarebbe nelle adiacenze dell’abitato, con conseguenze prevedibili.

Già nel programma della riconfermata Giunta di Calcata, presieduta da Luciano Sestili, si parlava di ricorrere all’eolico come fonte di risparmio energetico, ed ora vediamo che il sindaco Pierluigi Bianchi di Faleria promuove un incontro pubblico, il 24 giugno p.v., per illustrare i progetti eolici da lui previsti, in accordo evidente con il comune di Calcata e come pare -da notizie “ventilate” in loco- anche con quello civitonico. Forse il sedicente “ambientalista verde” Gianluca Cerri, diventato assessore a Civita Castellana, non essendo riuscito a rovinare l’Agro Falisco con la discarica ed inceneritore da lui appoggiata 10 anni fa, ora ci vorrà riprovare con le pale eoliche… Non so, con il “venticello” che tira, come sventolerà la bandiera dell’attuale vicesindaco Danilo Corazza, sedicente “ambientalista rosso”, questo è il mistero della “rosa dei venti” in corso.

Qui di seguito uno stralcio della lettera inviata ai cittadini di Faleria dal sindaco Bianchi:

Caro concittadino/a,

In questi giorni stiamo attuando una serie di iniziative, nei settori della tutela ambientale e del risparmio energetico, consistenti nell’avvio della raccolta differenziata porta a porta, e nella partecipazione a progetti finalizzati all’installazione, nel territorio di Faleria, di fonti rinnovabili, quali il fotovoltaico (energia solare) e l’eolico (energia del vento)….

É nostra intenzione anche dare il via alla sperimentazione, finalizzata a verificare la possibilità di impiantare nel nostro territorio un parco eolico, e cioè “pale” per la produzione di energia, derivante dall’utilizzo del vento.

Il sito che abbiamo individuato, al fine di limitare l’impatto, é lontano dal paese, ed in zona difficilmente accessibile, precisamente nell’area comunale di Monte dei Porcari.

I vantaggi che deriverebbero da tale iniziativa, alla comunità di Faleria, oltre a quello di partecipare alla produzione di energia pulita, sono molteplici, poiché l’installazione di ogni singola pala porterebbe, per i 30 anni successivi, un incasso per il comune, di benefit, pari a circa 25/35000 Euro.

Con tali risorse, che nel bilancio comunale di Faleria sarebbero realmente ingenti, (pensa che tutto il gettito annuo dell’addizionale IRPEF e pari a circa 79.000 Euro) garantiremo a questo paese (non alla mia Amministrazione che, stante i tempi di realizzazione, probabilmente non se ne potrà avvantaggiare) stabilità economica e prosperità per il futuro.

Ma la realizzazione del parco eolico, darà benefici diretti ed immediati anche a tutti i cittadini, poiché ove lo stesso venisse realizzato, é nostra intenzione destinare ad ogni famiglia, un bonus energia (sconto bolletta) pari, approssimativamente, a 100 Euro l’anno.

Queste nostre proposte sono gia state tradotte in fatti concreti, in quanto: La approvazione dello schema di convenzione per lo studio preliminare della fattibilità del parco eolico avverrà nel PROSSIMO CONSIGLIO COMUNALE, che si terra il giorno 24 Giugno alle ore 18.30, presso la sala della Misericordia…

Il Sindaco e l’Amministrazione comunale.

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Ed ancora di seguito una lettera chiarificatoria pubblicata sul sito www.faleria.info di Marco Corradi:

Stabilità economica e prosperità.

Nei giorni scorsi sono stati affissi per il paese e ai più fortunati è stata recapita a casa la lettera che allego qui sotto, non è la prima volta, ma il fatto è degno di nota, con la lettera non solo veniamo resi partecipi ma veniamo invitati a partecipare al prossimo consiglio comunale, dove verrà presa una importante decisione.

Ben vengano queste novità, la partecipazione, se informata, è sicuramente utile, non è e non dovrà essere un eccesso di democrazia, le responsabilità a pochi delegati (eletti) è il nostro sistema che continua a dimostrarsi come uno dei meno inefficienti, ma l’aprire le porte del sacro consiglio (sono state sempre aperte), con un invito diretto e cosa del tutto meritoria.

Detto questo passiamo ad affrontare le questioni esposte, tutte rivolte ad un uso consapevole e virtuoso dei due maggiori problemi che ci attanagliano, in particolare a noi Italiani, l’immondizia e le risorse energetiche, dico noi italiani semplicemente perché abbiamo un territorio limitato ed una carenza cronica di fonti energetiche tradizionali.

Dicevamo l’immondizia, da Settembre passeremo alla raccolta porta a porta, ben venga, chi la sperimentata dopo un periodo di rodaggio oggi ne è entusiasta, magari con l’avanzare delle tecnologie si delegherà sempre di più alle macchine il compito di separare i diversi tipi ma per infondere un sano principio di consumo consapevole e non compulsivo la differenziata può essere un modo molto efficace di apprendimento.

Il solare, molto interessante anche questa iniziativa, esistono gia da tempo progetti e realizzazioni di questo tipo paradossalmente sono stati i paesi nordici a fare da apripista ma in Italia gia dal 2002 comuni illuminati (o semplicemente finanziati) hanno ipotizzato, progettato e realizzato le scuole solari, questi progetti hanno enormi vantaggi se figli di una vera pianificazione rivolta al risparmio energetico ed alle politiche sane del fare, diversa cosa è, se come capitato e stigmatizzato anche su giornali nazionali, fatta l’installazione non si prevedono opere di manutenzione ordinaria e straordinaria sprecando in 2-3 anni le migliaia di euro, del contribuente, necessarie per la realizzazione dell’opera.

Ma la sensibilità in questo campo sta cambiando, le opere pubbliche tendono sempre piú a non essere opere di facciata per raccogliere voti in prossimità di elezioni, ma interventi integrati in un progetto più ampio che a causa e nonostante le limitate risorse disponibili si deve sviluppare in periodi più lunghi.

Veniamo alla terza notizia, la realizzazione di un campo eolico nel territorio di Faleria, qui purtroppo non mi trovo assolutamente in sintonia con la decisione presa, ovvero quello di “dare il via alla sperimentazione, finalizzata a verificare la possibilità di impiantare nel nostro territorio un parco eolico”, non perché l’eolico sia da disprezzare anzi il costo per Kw/h è sicuramente inferiore a qualsiasi altro, non sono d’accordo perché l’eolico può essere installato in zone adeguate e predisposte .

Per far funzionare le pale eoliche è necessario il vento, il vento deve essere possibilmente forte, è sufficiente che sia anche mediamente forte, ma deve esserci, e deve essere adeguato per almeno 3000 delle 8000 ore di ogni anno. Per capire che a Faleria queste condizioni non esistono non serve fare uno studio, ma semplicemente conoscerlo o se si vuole essere piú precisi andare/navigare su siti piú o meno istituzionali(<ahref=”http://atlanteeolico.cesiricerca.it/viewer.htm”>atlanteeolico</a>) dove si trovano le mappe del vento di tutto il territorio nazionale, dalle quali risulta che la ventosità media del territorio di Faleria è molto bassa equivale a 3-4 metri secondo ad una altezza di 25 mt da terra e si arriva a 4-5 metri secondo a 75 mt di altezza, con queste velocità molti generatori eolici non iniziano a produrre (non riescono a girare).

Ovviamente, in questo campo la tecnologia ha fatto e sta facendo passi da gigante, e probabilmente gia oggi ci sono generatori in grado di sfruttare il vento a bassissima velocità, ma in questi casi l’aspetto economico deve essere rivisto, gli impianti normali costano allacciati alla rete circa 1,8 milioni di Euro a Megawatt, per quelli innovativi il costo sale, siamo pronti a spendere queste cifre?

Comunque sia, nella lodevole attenzione dedicata alla tutela ambientale, ed al risparmio energetico mi trovo qui ancora a sottolineare l’invito a tutti a partecipare al Consiglio Comunale che si terrà Mercoledì 24 giugno 2009 alle ore 18.30, presso la sala della Misericordia.

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Bene, invito anch’io la popolazione a partecipare all’incontro della Misericordia… e speriamo che San Giovanni -e pure Sant’Antonio- ci salvino “da lu demonio…”!

Saluti a voi tutti, Paolo D’Arpini

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I Ching mensile: Esagramma 44 Kou – Dal 22 giugno al 22 luglio

Lunario Paolo D'Arpini 22 giugno 2009

Sotto vi è il trigramma Sun e sopra il trigramma Kien.

Kou significa “Il Farsi Incontro”, riceve il suo significato dalla linea oscura che sale dal basso. Nella serie è detto: “Con la risolutezza ci si imbatte certamente in qualche cosa, per questo viene il segno “il farsi incontro” che vuol dire “imbattersi”. Si allude ad un momento in cui il principio oscuro (femminile) inaspettatamente e segretamente si infiltra dal basso.

La sentenza.

Il farsi Incontro. La ragazza è potente.

Non bisogna sposare una ragazza simile.

Questo significa, in chiave patriarcale, che non si può vivere durevolmente con lei.

Commento alla decisione, in chiave matriarcale.  Quando cielo e terra si incontrano, tutte le creature acquistano solide forme. Quando il solido incontra il mezzo ed il giusto, ogni cosa sotto il cielo progredisce con splendore. Grande invero è il senso del farsi incontro.

Nota. In Cina il matrimonio è un’istituzione che deve durare. Quando invece una ragazza (in questo caso una nata nel periodo indicato) si avvicina a cinque uomini vuol dire che la sua indole non è pura e non si può vivere durevolmente con lei, perciò non bisogna sposarla. Ma ciò che si deve evitare nella società umana (patriarcale) ha invece un significato nello svolgimento degli eventi naturali… (nel senso che, se la donna non avvicina l’uomo, nulla ne sorge…).

L’Immagine.

Sotto il cielo vi è il vento. L’immagine del farsi incontro. Così fa il principe quando emana i suoi ordini e li proclama ai quattro venti.

Commento sulla quinta linea. Qui si considera l’arrivo della prima linea (femminile) che sale dal basso come fosse un melone, che viene riposto a maturare fra le foglie di salice. Perciò non ha luogo alcun intervento violento ed il frutto che ci è dato in custodia, lasciando che pervenga alla sua naturale completezza (insomma si aspetta che spontaneamente il femminile si conceda). Ed ecco che matura da sé. Il frutto ci tocca in sorte, non è una cosa fatta ad arte, bensì un decreto del destino al quale ci si attiene…. (chiaro?).

Paolo D’Arpini -  spirito.laico@libero.it

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