Vaso di notte… rotto a Calcata (Nuova), i vandali colpiscono nelle tenebre! Cronache tragicomiche da un paese scisso

Calcata si sa è un paese scisso, le realtà son due: Calcata Nuova dove vive la maggior parte degli abitanti originari, circa 800 persone, e Calcata Vecchia, con 60 residenti, dove vige un teatrino scenografico fine-settimanale visitato da migliaia di persone. Anch’io, per rispetto alla realtà calcatese, mi sono scisso in due: da una parte incarno Paolo D’Arpini l’inventore del “fenomeno Calcata” e dall’altro sono Saul Arpino, nipote del primo e narratore della verità intrinseca del “luogo Calcata”.

Stavolta non so come raccontarvi questa storia, in che veste farlo, come Paolo D’Arpini o come Saul Arpino? Fa niente vengo al dunque e decidete poi voi come prenderla….

Ieri pomeriggio, venerdì santo, Don Henry il nuovo sub-parroco di Calcata Vecchia ha organizzato una caratteristica processione per le vie del paese, armato di crocefisso e seguito da una colonna di penitenti con candele in mano, intonava un canto quaresimale e poi sui gradini della chiesa improvvisava una predica a ricordo della passione di Gesù, spendendo anche due parole sul dramma corrente del sisma abruzzese: “Non sappiamo perché queste cose succedono – ha detto – perché questa tragedia ha toccato tanti nostri fratelli che in questo giorno di passione vengono sepolti, ma possiamo solo dire che questa è la volontà di Dio…”. Con questa dichiarazione superiore fatta autorevolmente da don Henry ogni pensiero cattivo sulla crudeltà del destino (o l’incuria degli uomini) svaniva come nebbia al sole… “La volontà di Dio è insondabile, indiscutibile..”.

Stamattina come al solito mi sono avventurato a svolgere le mie incombenze quotidiane, prima fermata i secchioni dell’immondizia per vedere se ci fosse qualche offerta per la mia maiala, ho trovato un sacchettino minuscolo appeso al chiodo con due mezzi limoni spremuti e quattro foglie di cicoria rinsecchite, attorno a me vicino ai nuovi contenitori –già vecchi- per il riciclaggio di carta, vetro e plastica, montagnole d’immondizia varia sparpagliata per terra. Su alcuni secchioni più in là ho visto i due rami di palma che ieri facevano bella mostra ai lati della chiesa, ora gettati via inossequiosamente sopra al pattume… la sacralità dura poco a Calcata!

Un po’ ovunque scorgevo tracce di degrado ed abbandono, gli sderenati non si peritano di villaneggiare il borgo lasciando tracce del loro malessere. Il tragitto dal borgo antico verso il paese nuovo sembra un percorso di guerra, una via crucis dello scempio urbano, ma che posso farci? Qui siamo in terra di nessuno non è la Terra Santa…. Finalmente arrivo alle piane, ove c’è una parvenza di decoro, giungo nella piazza Risorgimento e scorgo un manipolo di carabinieri e forze dell’ordine assortite che fanno capannello… “chissà cosa è successo?” Mi chiedo.

Al solito baretto scopro che ieri notte, la notte del venerdì di passione, alcuni vandali hanno compiuto un misfatto, lì nella stessa piazza Risorgimento, proprio nel giardinetto ove ci sono le giostrine dei bambini, è stato gettato a terra un vaso (o due vasi) di fiori che erano poggiati a fianco della fontanella. Forse ubriachi che non hanno rispettato l’astinenza del venerdì, forse stranieri, hanno rotto il vaso (o i due vasi) spargendo a terra la terra e sradicando alcuni fiori, uno dei due vasi sembra irrimediabilmente perduto l’altro forse è ancora recuperabile. Per questa ragione, per appurare e controllare le modalità del danno e del ripristino, due carabinieri, due vigili, vari curiosi, sono indaffarati (od indagano non so) osservando frontalmente i due operai del comune che tentano di rimettere in sesto i vasi rotti recuperando la terra sparsa e raccogliendo i fiori da ripiantare..

La buona volontà non manca a Calcata (Nuova) almeno si cerca di rimediare al malfatto, almeno in uno dei due luoghi denominati Calcata c’è una parvenza di presenza istituzionale che vigila e protegge il bene pubblico. Sono contento di aver assistito a questa espressione di efficienza e me ne torno giù agli sprofondi dove impera il disordine e l’anarchia, ma almeno siamo “liberi” (scusate l’eufemismo poco appropriato).

Comunicato congiunto: Saul Arpino, corrispondente embedded in Calcata, e Paolo D’Arpini, forestiero di passaggio in Calcata.

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