Sant’Antonio abate pensaci tu! 17 gennaio 2009 in provincia di Viterbo si accendono i fuochi… si sente già puzza di fumo…!

Il santo Abate Antonio viene raffigurato a fianco di un suino scodinzolante ed è stato preso come esempio cristiano di protezione degli animali. La festa ricorre il 17 gennaio di ogni anno e segna l’inizio del Carnevale ed anche quest’anno si svolgerà in vari parti d’Italia e della Tuscia, con grandi arrosti sul “focarone ” di salsicce e salsicciotti.

Tanto per cominciare occorre dire che se una volta l’accensione del fuoco avveniva in modo rituale, con attenzione e rispetto, oggigiorno nella fretta di vedere la fiamma alta in molti paesini della Tuscia (ed anche altrove) si è preso ad accendere il fuoco con litri e litri di kerosene e spesso addirittura vi vengono gettate sopra carcasse di gomme d’auto. Potete immaginare la puzza, il nero e l’inquinamento che questo sistema comporta ed anche la qualità degli arrosti….

Vorrei anche chiarire l’imbroglio attraverso il quale questo abate, che viveva nel deserto, è stato nominato “protettore degli animali”. Spesso nei santini si vede il monaco che ha un maiale al fianco che non è però un suo amico per la vita ma solo un simbolo per ricordare la cura da lui scoperta per il “fuoco di Sant’Antonio” una malattia della cute che veniva appunta guarita usando un intruglio di grasso di maiale. In ogni caso si presupponeva che il maiale venisse accoppato per ricavarne il miracoloso grasso. Un po’ come nella pubblicità del pollo Arena dove si vede un galletto tutto contento che fa chicchirichì per poi finire direttamente al forno. Insomma è sempre il diavolo che fa le pentole… ma riuscirà a fare anche i coperchi?

Per capire il meccanismo “diabolico” ora vi narro un’altra storiella ridicola al proposito del significato che viene dato a certe tradizioni. Tantissimi anni fa in un tempio falisco si stava compiendo un rito sacrale in onore della figura materna di Giunone. L’offerta rituale era una bacinella di latte appena munto che veniva offerto al fuoco sull’ara. Mentre i sacerdoti erano tutti presi nella recitazione delle sacre sillabe ecco che un gatto si avvicina di soppiatto e prende a leccare il latte, quando se ne accorgono è ormai troppo tardi, non si può offrire alla divinità un’offerta contaminata… perciò viene scacciato il gatto riempita un’altra bacinella di latte e si rinnova la cerimonia. Manco a dirlo il gatto scacciato dalla porta rientra dalla finestra e nascostamente riprende il pasto interrotto ed ancora una volta, tra l’esecrazione dei sacerdoti, viene scacciato malamente e la funzione deve ripartire ex novo. La cosa va avanti ancora per due o tre volte finché gli officianti, che non riescono a fermare il gatto e nemmeno possono ucciderlo perché sarebbe di cattivo auspicio, decidono di chiuderlo dentro ad un sacco e di appenderlo fuori del tempio. Passarono gli anni ed i secoli… ancora oggi c’è un’usanza in qualche paesetto della Tuscia in occasione della festa del santo patrono  di legare un gatto fuori della chiesa….

Scusate la blasfemia… pagana ma non succede forse la stessa cosa anche ad Orvieto in occasione della crudele festa della Palombella che si svolge al Duomo?

E va bene, concludo!

Quest’anno in occasione della Festa di Sant’Antonio Abate, il 17 gennaio 2009, invito i volenterosi a sostare pensosi e riflessivi di fronte ad un maiale vivo, anzi una scrofa, e lì rendersi conto dell’animalità e dell’umanità di chi osserva e di chi viene osservato.

Appuntamento al Circolo Vegetariano di Calcata alle h. 12 del mattino, e siccome è ora di pranzo chiedo ai partecipanti di portare con sé qualche leccornia da fornire alla “bestia”, per almeno farci perdonare di tutti i malintesi sin’ora perpetrati nei suoi confronti.

Paolo D’Arpini

“L’aspetto umano non implica intelligenza umana e, viceversa, l’intelligenza umana non implica necessariamente che si debba avere un corpo umano. Ai sapienti importa solo l’intelligenza, poco essi si curano dell’apparenza, mentre al contrario gli uomini del volgo badano solo all’aspetto esteriore e non si danno pensiero dell’intelligenza”.

 (Lìeh Tze – mitico saggio cinese).

Post Scriptum:

Il 22 aprile di quest’anno, in occasione della Giornata della Terra, verrà consegnata all’ONU la petizione internazionale per promuovere il vegetarismo nel mondo:

http://www.circolovegetarianocalcata.it/2008/10/29/petition-food-vs-feed-nourrir-la-population-vs-nourrir-les-animaux-cibo-contro-alimentazione-animale/#comment-78

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