Weller Simona a Calcata 1978 – 2008

A partire da sabato 31 maggio 2008 sarà possibile conoscere, nel suo studio laboratorio di Piazza Umberto I° di Calcata, l’artista Simona Weller.

La presenza di Simona a Calcata è ormai trentennale, da quando vi giunse negli anni ‘70 del secolo scorso, già internazionalmente riconosciuta ed affermata, e da qui ella non è più partita… In questi giorni è stato ultimato il restauro del suo nuovissimo atelier-galleria, a cura dell’arredatore Sandro Barbagallo, e così le opere dell’artista da me conosciuta per prima a Calcata (prima in tutti i sensi) saranno esposte in un laboratorio centrale e spazioso, dove sarà anche possibile assistere alla produzione in progress delle sue creazioni.
Per me che incontrai Simona nel 1978 (vedi su epopea del circolo) questa esibizione permanente in piazza, vicinissimo alla mia ex Galleria Depend’arp (dove ella mostrò pubblicamente i suoi lavori in prima assoluta a Calcata) è un segno di forte ripresa culturale. Infatti ritengo che le opere di Simona rappresentino fortemente il senso di sciamanesimo, magia, stregoneria delle immagini. La sua è poesia visiva pura. Le parole talvolta impresse nei suoi quadri sono in inglese, la lingua veicolare del momento, ma idealmente sono scritte in linguadoca, la lingua del Midì, del mare, dei viaggi mediterranei.

Ricordo in una non lontana estemporanea di poesia concettuale e grafica, il testo di Hobo Marussig: “Marinara: odo l’ode” – mentre Simona in un’opera del 2007 scrive “No wawe combs the sea (Nessun’onda agghinda il mare)”.. . Ed è proprio in questo porsi viaggiando, marittimo, che già era presente nella sua prima mostra da me organizzata a Calcata credo nel ‘79, che la peculiarità di Simona Weller si manifesta, ella è l’eterna viaggiatrice delle immagini, in sospensione grafica lirica, Elverio Maurizi definisce la sua creatività “dipingere con le parole”.

E’ una vera fortuna che artisti come Simona Weller abbiano resistito alle vicende tragicomiche del forzato sviluppo artistico culturale di Calcata dove -a volte- arte si intende persino paccottiglia e scarabocchi sui muri. Mi auguro che l’apertura di questa “nuova” galleria elevi il livello e serva da buon esempio…. Contemporaneamente anch’io “levo un’ode” benevola nei confronti degli artisti storici che meritano, fra cui: Costantino Morosin, Athon Veggi, Marijcke van der Maden ed Angela Marrone, mentre ad altri giovani o da poco arrivati volenterosi, come Lughia, Sofia Minkova, Enrico Abenavoli, Clara Magliocchetti e Laura Lucibello, va il mio sincero incoraggiamento a proseguire nel bene.

Il non critico d’arte, Paolo D’Arpini

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