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Mario Draghi il privatizzatore dell’acqua ex pubblica

Sono preoccupato ed indignato per le politiche del governo Draghi su un bene così fondamentale come l’acqua. Il grande movimento per la gestione pubblica dell’acqua è riuscito ad ottenere importanti risultati di cui il più notevole è stato senza dubbio la vittoria referendaria del 2011: 26 milioni di italiani hanno votato che l’acqua deve uscire dal mercato e che non si può fare profitto sull’acqua. Trovo incredibile che, in questi undici anni dal Referendum, nessuno dei sette governi che si sono succeduti abbia rispettato la volontà del popolo italiano. Se questa è democrazia, povera democrazia!

IN PIÙ C’È stato il tradimento dei 5 Stelle che avevano, come loro prima stella, la ripubblicizzazione dell’acqua. Per me è sempre più evidente che i nostri governi sono prigionieri dei poteri economico-finanziari. Questi poteri forti vedono nell’oro blu una fonte immensa di guadagno, soprattutto ora che, con il surriscaldamento, l’acqua potabile andrà sempre più scarseggiando. Oggi ci troviamo davanti a un governo neo-liberista di Draghi che sta spingendo di nuovo il nostro Paese verso la privatizzazione dell’acqua e non solo. Basta leggere il Pnrr, il ddl concorrenza, nonché il “benvenuto” dato all’incontro del Forum Mondiale dell’Acqua (Wwf) nel 2024, per rendersene conto.

Nel Pnrr Draghi mette a disposizione del settore idrico 4,3 miliardi di euro. A dir il vero, un po’ pochi per un settore così fondamentale. Ci vorrebbero decine di miliardi solo per riparare la rete idrica che perde il 40%. Questa sarebbe la più Grande Opera da finanziare, non il Ponte di Messina! Trovo assurdo poi che questi 4,3 miliardi andranno ad ingrassare le multiservizi del centro-Nord (Acea, A2A, Iren , Hera) che gestiscono industrialmente e privatisticamente l’oro blu. Nel Pnrr Draghi dice che il Sud è incapace a gestire in maniera industriale l’acqua, per cui i soldi stanziati andranno in buona parte alle multiservizi del Nord per gestire industrialmente l’acqua al Sud. Eppure anche al Sud ci sono realtà che gestiscono ottimamente l’acqua, come l’Abc (Azienda Speciale) di Napoli.

ANCORA PIÙ sconvolgente è il ddl Concorrenza che con l’articolo 6 impone la privatizzazione dei servizi pubblici dei Comuni, includendo anche l’acqua. Una norma che la Corte Costituzionale potrebbe dichiarare incostituzionale perché in contrasto con l’articolo 118 della Costituzione. Il Forum italiano dei movimenti per l’acqua pubblica ha lanciato una campagna per lo stralcio dell’art. 6 in tutti i consigli comunali e regionali. Ad oggi molti comuni e due consigli regionali (Friuli e Marche) hanno aderito alla campagna. Serve una mobilitazione dei comitati per l’acqua pubblica a premere su Comuni e Regioni per fare approvare una tale mozione.

NEL 2024, l’Italia, con la benedizione del governo Draghi, ospiterà il Forum Mondiale dell’Acqua. Questo Forum, sebbene sponsorizzato dall’Onu, è totalmente controllato dalle multinazionali dell’acqua, in primis Veolia e Suez. Sono quattro le città che hanno dato la disponibilità ad ospitarlo: Firenze, Roma, Matera ed Assisi. Sarebbe paradossale che proprio Assisi, la città di Francesco, il cantore di «sorella acqua», ospitasse quel Forum.

Questa tendenza a privatizzare l’acqua sta avvenendo mentre il Pianeta si sta paurosamente surriscaldando. E questo non solo nel Sud del mondo, ma anche qui in Italia: i ghiacciai si stanno sciogliendo, piove e nevica sempre di meno, per cui avremo sempre meno acqua potabile disponibile. Il World Resources Institute (Wri) afferma che l’Italia nel 2040 vivrà una situazione di “stress idrico”: avremo il 50% in meno di acqua disponibile. L’Onu già prevede per il 2030 che la popolazione mondiale potrà usufruire solo del 60% dell’acqua di cui avrà bisogno. Ma sarà l’Africa a soffrire di più per la scarsità di acqua potabile che porterà a morti, conflitti climatici, migrazioni. È finita l’era dell’oro nero, inizia l’era dell’oro blu.

ECCO PERCHÉ gli occhi cupidi della finanza si sono concentrati sull’acqua che è già quotata in borsa a Chicago. È una bestemmia! Ecco perché la nostra lotta per questo bene così prezioso (aria e acqua sono due diritti umani fondamentali!) deve continuare. L’Italia è stato il primo Paese in Europa che ha indetto un Referendum sull’acqua e l’ha vinto. Se la malapolitica italiana, dopo 11 anni, non è riuscita a tradurlo in legge, non possiamo demordere. È in ballo la vita di miliardi di persone.

«L’ACCESSO all’acqua potabile e sicura – afferma Papa Francesco in Laudato Si’ – è un diritto umano essenziale, fondamentale e universale, perché determina la sopravvivenza delle persone, e per questo è condizione per l’esercizio degli altri diritti umani».

Alex Zanotelli

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Ponte di Messina nel PNRR, Palestina libera, Afghanistan: il dramma continua, guerra tra magistrati, vita bioregionale e comunitaria…

Il Giornaletto di Saul del 13 maggio 2021 – Ponte di Messina nel PNRR, Palestina libera, Afghanistan: il dramma continua, guerra tra magistrati, vita bioregionale e comunitaria…

Care, cari, man mano che si scorrono le 2.500 pagine del Piano nazionale di ripresa e resilienza, si vede qual è l’indirizzo del governo Draghi. Questo PNRR è un piano di ammodernamento di un modello di sviluppo insostenibile, non promuove la transizione ecologica e non affronta alla radice le cause delle crisi che stiamo vivendo. Il cambio di visione in senso ambientale non si vede e il suolo appare come un semplice elemento su cui poggiare impianti per la produzione di energia. Ma la parte del leone la faranno le infrastrutture, addirittura il Ponte di Messina… – (Rete Ambientalista) Continua: https://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2021/05/pnrr-la-transizione-ecologica-del.html

Martinsicuro. Premio letterario – La Di Felice Edizioni e il Comune di Martinsicuro organizzano la XIII Edizione del Premio Letterario Città di Martinsicuro. Il premio è patrocinato dalla Casa della poesia in Abruzzo “G. D’Annunzio” e dall’Associazione Editori Abruzzesi.Tre le sezioni: poesia in verso libero, in metrica, in vernacolo. Scadenza: 28 maggio 2021 – Info: arsenioedizioni@libero.it”

Free Palestine. Stop the bombing – Scrive UNAC: “The forced removal of Palestinian residents of the Sheikh Jarrah neighborhood in Jerusalem and the escalation of attacks by colonial settlers and Israeli forces is nothing short of ethnic cleansing. It is reminiscent of the Nakba when Zionists took half of Palestine for a Jewish state. At that time, they ravaged Palestinian towns, massacred, terrorized and forced much of the Palestinian population to flee into neighboring counties. Today, the Israeli government is telling the Palestinian residents of Sheikh Jarrah that they must leave their generational homes so that Jewish settlers can take them….” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2021/05/12/free-palestine-stop-the-bombing/

Commento di Zeitun: “I cittadini arabi di Gerusalemme dimostrano un coinvolgimento senza precedenti nelle proteste a Gerusalemme. Tradizionalmente i cittadini arabi di Israele hanno evitato di unirsi alle lotte dei palestinesi. Tuttavia le recenti proteste di Gerusalemme segnano un radicale cambiamento…”

Afghanistan. Il dramma continua – Scrive Vincenzo Brandi: “E’ quasi passato sotto silenzio la notizia di un attentato in un liceo femminile di Kabul in Afghanistan che ha causato la morte di 55 studentesse ed il ferimento o la mutilazione di molte altre. Gli autori dell’attentato, che non aveva nessuno scopo militare, sono le agguerrite formazioni estremiste di fanatici islamici che non ammettono che le donne possano istruirsi, vivere libere e padrone del loro destino. C’è stato negli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso un governo laico afghano che aveva affrontato il problema della situazione medioevale in cui si trovavano le donne afghane. Il governo laico e progressista dell’epoca guidato dal Partito Comunista aveva imposto per legge l’istruzione obbligatoria per le ragazze fino alle scuole superiori. Gli Stati Uniti e la NATO decisero però che l’Afghanistan socialista, alleato dell’URSS, non doveva vivere. Furono armati fino ai denti i peggiori estremisti islamici del paese, mentre “volontari” arabi, organizzati da Al Qaida accorrevano per sostenere i rivoltosi…” – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2021/05/afghanistan-il-dramma-continua.html

Nota – L’Afghanistan semidistrutto è lasciato nel caos più completo e nelle mani di feroci bande estremiste islamiche. L’attentato al liceo femminile è un segnale di quale sia il quadro in cui si muove l’incerto futuro dell’Afghanistan.

Guerra intestina tra magistrati e influencer col rolex – Scrive Fulvio Grimaldi: “Magistrati che si sfracellano tra di loro, pur di togliere di mezzo colleghi che non nuotano nelle stesse paludi. (…) Succede quando, da sempre, ma oggi come non mai, si mette il paese in mano a provati e callaudati soggetti pseudo-italiani e cripto-alieni, delegati alla distruzione del paese per conto terzi, concorrenti, pseudo-alleati e cripto-nemici. Si potrebbe parlare di stragi da “fuoco amico”, però l’aggettivo non calza…” – Continua: https://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2021/05/guerra-intestina-tra-magistrati-e.html

Roma. Manifestazione pro Palestina – Scrive No War: “Manifestazione sabato 15 maggio 2021, a Roma in piazza dell’Esquilino, ore 16-19, indetta dalla comunità palestinese. Info: patrick@boylan.it”

Vita bioregionale e comunitaria in un contesto urbano – La mia vita è trascorsa in un contesto urbano, sono nato e vissuto a Roma ed ho anche abitato per diversi anni a Verona, avendo anche tentato un esperimento di ri-abitazione di un piccolo borgo abbandonato dell’Alto Lazio, Calcata, e dal 2010 mi sono trasferito in una cittadina delle Marche, Treia, e questo è un successivo passo avanti verso la mia ricerca di una sistemazione sociologica ideale, posso quindi affermare che massimamente il mio procedere “bioregionale” si è svolto in un ambito sociale “cittadino”…” – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2014/12/il-bioregionalismo-applicato-nelle.html

Ciao, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Impara le lezioni degli alberi: fai crescere le tue radici in profondità nella terra, diramati verso il cielo e sii generoso con i frutti che produci.” (Aldo Nardini)

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“Paracelso e Ippocrate sono stati uccisi e i suoi killer sono i medici?” – Intervista di Lorenzo Merlo con Paolo Lissoni

Intervista al professor Paolo Lissoni sul Covid-19 e sulla ricomposizione dell’uomo e della scienza, a cura di Lorenzo Merlo

Paolo Lissoni, 11 maggio 1954, uno che non si nasconde, uno che non media, uno che si è liberato dalle strutture che il ruolo e la formazione impongono. Nonostante la profondità e ampiezza dello sguardo e della conseguente ricerca, il suo filo rosso è nella semplicità o, meglio ancora, nell’immediatezza: “sono oncologo, psico-neuro-endocrino-immunologo, teologo e poeta”. È un conosciuto ricercatore della PNEI, psico-neuro-endocrino-immunologia.
Se da un lato la PNEI non può distinguere l’osservazione sull’uomo in separati settori della sua natura fisica e metafisica, dall’altro il suo profondo significato è identità di spirito e materia e dimensione fisica dello spirito.
Dal 1985 al 1998 ha lavorato nel reparto oncologia presso l’ospedale San Gerardo di Monza.
Il suo pensiero e la sua pratica sono semplici, ma straordinari se collocati nella cultura materialista che ci ha cresciuti e che ci avviluppa l’intelligenza. Dice il professore: “Il cancro è la malattia per eccellenza in quanto rappresenta il male del mondo. La particolare diffusione nella nostra epoca non è che l’indicazione di una perdizione dell’umanità. Tutti i malati che la portano, quando riconoscono di avere in sé il male del mondo, sviluppano le migliori condizioni endogene per l’autoguarigione, purché lo stadio del tumore non sia avanzato. La scienza, la vera scienza lo deve comprendere. E può accadere soltanto riconoscendo tanto la dimensione spirituale dell’uomo, – vera origine dei suoi problemi – quanto il messaggio della PNEI. La prima ad aver individuato la dimensione biochimica ed endocrinologica quale momento di unificazione tra materia e spirito. Il vero medico dovrà essere in grado di passare sui ponti dei sintomi per arrivare alle cause morali del cancro in particolare e di tutte le malattie in generale. La sola Scienza è quella che si occupa di Coscienza. La Scienza deve riunire materia e spirito”.
La ricerca l’ha condotto a riconoscere in un semplice esame emocromo, tanto la potenza di letalità del SARS-CoV-2 (Severe acute respiratory syndrome-coronavirus-2), quanto i dati utili per scoprire la precondizione di un incipiente stato tumorale. Un fatto sperimentale e già applicato ma al momento ancora non sufficientemente – inspiegabilmente – diffuso.
Per quanto il suo centro d’interesse sia la PNEI in funzione prevalentemente oncologica, ci è parso interessante parlare con il professore del momento attuale, del SARS-CoV-2, della Covid-19.
Le aspettative non sono andate deluse.


Dr. Paolo Lissoni

Per cominciare

Paracelso e Ippocrate sono stati uccisi e i suoi killer sono i medici?

Paracelso è stato ucciso, perché rappresenta la tradizione esoterica, mentre Ippocrate non mi risulta che sia stato ucciso, ma è tuttora imperante; cioè la medicina o come esteriorità o come religiosità. Tenga presente che Paracelso è descritto come mago, ma in realtà fu il primo nella storia umana che intuì che tutto è chimico, e quindi le malattie sono alterazioni chimiche. Passano 500 anni e io mi ritrovo a dire che sono alterazioni psico-neuro-endocrino-immuno-chimiche. Ecco la differenza in 500 anni fra il mio pensiero e quello del santissimo Paracelso, mio illustre predecessore.

Per prendere in esame il 2020, l’anno virale, lei impiega il termine pandemia?

Sì. E aggiungo, il dolore più grande che colpì il genere umano. Mi attengo alle parole di Gesù: “vi sarà un dolore tale come mai ve ne fu, né come mai più ve ne sarà”. Questo è quel dolore. C’è gente che vuole privarci anche della gioia di essere presenti nel più grande dolore del genere umano.

I casi di decessi fuori dalle fasce di età più avanzate già coinvolte da altre patologie, cioè la stragrande maggioranza dei decessi classificati per Covid-19, a cosa si possono ricondurre?

Oggi conosciamo che il minimo comun denominatore di tutte le predisposizioni, quindi obesi, anziani, ipertesi, è il difetto di una proteina – di cui la classe medica mondiale non ne sapeva pressoché nulla – senza la quale l’uomo muore. Questa proteina si chiama angiotensina 1-7. È prodotta dall’azione del recettore ACE2 (angiotensin-converting enzyme 2), quello che il virus utilizza per entrare nella cellula e destabilizzare la risposta infiammatoria. L’ingresso è facile se di guardia manca l’angiotensina 1-7. Questa, sarà ricordata un giorno come beata fra le molecole e sarà chiamata Angioliberina.
Se uno mi chiede il perché di questo nome, non so cosa rispondere, è come se mi fosse stato detto dal cielo. Ma è possibile? Siamo ai livelli di Padre Pio? Non sapevo niente di questa cosa del Coronavirus, e ora mi ritrovo in nove mesi ad essere fra i più esperti al mondo. Stiamo già in contatto con altri centri nel mondo, dove hanno capito questa cosa. Nel caso dell’Italia, abbiamo scritto al Presidente della Repubblica, all’Ordine dei medici di Milano, al Governatore Fontana due volte, al Papa, al viceministro della Sanità Pierpaolo Sileri. Per il momento risultato zero, se non da parte del Papa che, evidentemente ispirato dallo Spirito Santo, proprio recentemente ha parlato dei profeti.
E poi c’è un aspetto ginecologico del coronavirus. Il fluido vaginale, per la quota di estrogeni che contiene, stimola nell’uomo la produzione dell’ACE2. Praticamente il coronavirus ufficializza le proprietà terapeutiche del fluido vaginale. Rende plateali le differenze all’interno del genere umano.

Qual è la sua opinione sul potere infettivo degli asintomatici da Covid-19?

Ecco, su questo darei un parere, ma non è mia usanza dare un parere; questo dovrebbero dircelo i virologi, almeno dirci questo.

E sull’immunità dei guariti?

Sull’immunità dei guariti dovrebbero dircelo gli epidemiologi, e dire, ad esempio: il paziente guarito ha anticorpi per, ipotesi, tre, quattro mesi, o quello che è. Questo dato io non l’ho mai sentito in dieci mesi di tv, pur guardandole 15 ore al giorno. Vorrei saperlo anch’io.

E sui tempi di sussistenza del virus nell’ambiente?

Anche su questo non ho dati. Ma fin dall’inizio feci un ragionamento: i virus inviluppati, vale a dire quelli che hanno un rivestimento, che io sappia, vivono meno nell’ambiente. Ancora prima di averlo individuato e quindi di averne riconosciuto le sue caratteristiche gli si sono attribuite certe caratteristiche di durata in ambiente libero. Ovvero qualche ora. Ma quello che conta è che gli è stata attribuita una potenza infinita, a tal punto che a momenti si trasmetteva col pensiero, le cose, i guanti. Mentre invece non si è compresa la sua vera forza. Quella che gli ha permesso di colpire il genere umano in un settore di cui l’umanità non aveva coscienza. Cioè che il sistema ACE2/ angiotensina 1-7 è fondamentale per la vita. Senza questo sistema, cosa abbiamo? Esattamente i due sintomi causa di morte, la tromboembolia e la distress respiratoria. Non sono due sintomi diversi, ma sono l’espressione di un danno endoteliale disseminato, in quanto i recettori ACE2 sono presenti in tutto il corpo. Se non godono della presenza di angiotensina 1-7, le premesse per le patologie autoimmuni e neoplastiche è compiuta. E pensare che la letteratura scientifica già da cinque/dieci anni o più attribuiva angiotensina 1-7 effetti antinfiammatori, antitumorali, antifibrotici. E io mi chiedo come mai la comunità scientifica, quantomeno in Italia, non l’ha mai menzionata. Domanda a cui non so rispondere.

L’immunità di un guarito da forma nulla o lieve è pari a quella di uno proveniente dalla terapia intensiva?

Anche questi sono tutti dati su cui non possiamo dire “secondo me”. Qualcuno li avrà, ma non li ho mai sentiti. Ecco, sarebbe molto bello se venissero detti in tv, anziché ogni giorno sentir dire “tot tamponi…tot positivi”, e altri dati senza autentico significato per capirci qualcosa. quando dopo otto mesi finalmente che interessi la percentuale. Ecco, ogni giorno invece ci sentiamo dire “tot tamponi, più di ieri, meno di ieri”. Quasi un anno così, ma ancora questi dati io non li ho sentiti in tv. È quello che dovrebbero dire i virologi e gli epidemiologi.

L’immunità di gregge è stata ostacolata dall’isolamento imposto anche agli asintomatici e/o ai sani, nonché ai negativi?

Sono domande che richiedono infiniti ragionamenti, anche questo è compito degli epidemiologi; bisogna attenersi alle fonti. Solo dai dati alla mano, uno può dare un parere autorevole. Io i dati che ho avuto alla mano sono le variazioni immunitarie nel corso dell’infezione, e da lì si capisce subito la drammaticità della malattia.

Primavera

Al tempo delle politiche di riduzione della medicina territoriale – e di conseguenza del primo livello di assistenza, quello operato in casa del bisognoso –, la classe medica come ha reagito, se lo ha fatto?

Lo ha fatto in modo emotivo e ultra ritardato, perché il primo problema non è stato quello. Il primo problema, ricollegabile al 1995, è stato quello di sottoporre la scienza ad un controllo etico. È un errore filosofico imperdonabile, perché poi, da quel minimo di conoscenze del marxismo e leninismo che ho, e qui in eterno sarò fedele, era ovvio che fosse in animo il controllo della ricerca scientifica. Oggi si sente dire “la scienza dice”, ma in realtà è come la libertà nella Rivoluzione francese… ci facevano le statue, ma giusto le statue.
Cioè, la scienza cos’è? Questa è la domanda che sottopongo al popolo italiano e all’Unione Europea: chi stabilisce oggi, in Occidente, cos’è scienza? Un tempo lo stabilivano le pubblicazioni scientifiche, che si potevano confermare e confutare. E poi, da un processo permanente espresso bene nel principio fondativo dell’epistemologia, una verità è vera finché non è confutata. Ecco questo modello non è più esistente da almeno vent’anni. Quindi qualcuno ha stabilito cosa si deve studiare e cosa non. Quello che mi stupisce verso i cosiddetti complottisti, è che il vero complotto, quello relativo alla proibizione dell’impiego delle molecole del corpo umano, stranamente non l’ha visto nessuno. Io l’ho visto.

Il 5 febbraio scorso è stato istituito dal Governo il Comitato Tecnico Scientifico. Questo, insieme alle posizioni del Dottor Burioni, che impressione le hanno fatto?

Io ho un’altra visione della scienza. Questo è un comitato tecnico, che dà delle organizzazioni. Comitato scientifico, per me e non solo, significava riunire i migliori scienziati italiani, come da pubblicazioni scientifiche. Quindi non dev’essere una scelta del computer, per la quale ci viene detto in mezz’ora chi sono gli studiosi di un dato argomento. La modalità dovrebbe essere un’altra. È necessario riunirli per interrogarsi sulla patogenesi del virus, cosa fra l’altro facilissima. Per me in questo modo avrebbe dovuto operare il Comitato scientifico.

Cosa ha pensato il febbraio scorso quando, per la prima volta, ha sentito parlare di SARS-CoV-2?

Mah, reazioni. Diciamo che forse un qualcosa di drammatico lo avevo intuito. Per le scarse conoscenze di virologia che avevo, non sapevo dare un parere, ma mi è sovvenuto in un istante meditativo che mi ha generato fondativa: “Cosa avviene quando il virus SARS-CoV-2 si unisce al recettore di membrana ACE2?” Non dobbiamo farci spaventare dalle parole, è semplicissimo. Angiotensing converting enzyme o ACE2 è una molecola sulla superficie delle cellule, come un’antenna, un recettore, che trasforma l’angiotensina 1, non in angiotensina 2, quella che tutti i medici conoscono come causa dell’ipertensione, ma in angiotensina 1-7, che ha effetti opposti, quindi ipotensivi, cardioprotettivi. Quest’immensa conoscenza è stata donata al mondo soprattutto da gruppi brasiliani, quali la dottoressa Simoes-e-Silva, il dottor Santos, rispettivamente di San Paolo, e di Belhorizonte, e altri autori, per un totale di quattro o cinque gruppi nel mondo, perfettamente consapevoli dell’importanza di questa molecola. Quando ho preso atto anch’io del suo valore, divenne immediatamente evidente che l’aggancio virus-recettore ACE2 non era solo per entrare nella cellula, ma era anche per impedire e bloccare una funzione fondamentale nel controllo della risposta infiammatoria. Perciò, la morte da coronavirus è da iper-risposta infiammatoria. È tristissimo che quale causa di morte, in tanti mesi, non si sia sentito altro dire nient’altro che dello stormo di citochine. Tengo a precisare che le citochine sono come minimo 40 tipi, con effetti diversissimi, alcuni simili, altri no. E quindi “stormo di citochine” poteva dirlo Giosuè Carducci; sentirmelo dire dagli immunologi è stato per me un dolore immenso.
Quindi, mi chiedeva cosa ho vissuto in febbraio-marzo? Devo essere sincero, la morte della scienza.
Inizialmente il coronavirus è stato sottovalutato e poi ci ha anche annebbiato con il numero dei morti. Ma quella quantità, era chiaro, nascondeva la verità, l’ignoranza, non faceva sospettare il disastro implicito in questo tipo di cultura scientifica. Senza la scienza l’umanità non è più umanità, non è più genere umano. Nel primo lockdown stavo male per questo e vedevo gli altri [medici, nda] in forma. Vedere morire la gente di un qualcosa che si sarebbe potuto risolvere in modo semplicissimo è stato straziante.

In realtà, quella stessa evoluzione della Scienza inerente la conoscenza della chimica degli stati di coscienza e delle sue relazioni con l’immunità, detta Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), perseguitata e scotomizzata dalla stessa scienza ufficiale, è la sola che possa rendere possibile una relazione endiadica fra psiche e corpo, come pure fra spirito e corpo, in definitiva fra Scienza e Teologia, non più antitetiche, bensì l’una fonte di illuminazione per l’altra. (1)

Rispetto ai virus precedenti, crede ci sia stata una superficialità nella preparazione della classe medica rispetto al nuovo virus Covid-19?

Quando nel 2004 scoppiò il problema dell’ebola, per ordine della Regione Lombardia ci costrinsero a prepararci a vedere quello che ora vediamo: intubazioni, terapie intensive, morti. Mentre al tempo dell’ebola tutti i medici erano stati preparati. Perché non l’hanno fatto con il coronavirus? Già questo basterebbe per dire che un piano maligno c’è stato. “Virus nuovo” dicevano. Ma però tutto era già pronto, tamponi, siero, eccetera. In questo sta la macchinazione.

A livello immunologico, quanto sta dicendo ora per il SARD-CoV-2, era valido anche per i virus precedenti?

Per l’ebola e la spagnola è diverso. Mentre rispetto alla SARS-1 sì, questo è un SARS-1 aggressivo.
Qui ci vuole un’intelligenza che solo la PNEI può sapere. Però tutti i dati utili per gestire il SARS-CoV-2 erano già prevedibili dalla SARS-1.

Cosa pensa sull’origine della particella infettiva? Fuga accidentale da laboratorio, fuga organizzata da laboratorio o selezione naturale in un animale ospite (pipistrello o pangolino), o che altro?

Qui devo dare una risposta che è un misto fra scienza, poesia, veggenza, chiaroveggenza. L’impressione mia è che, sapendo già dalla SARS-1 che il problema era l’affinità del virus per il recettore ACE2, è doveroso che qualcuno volesse manipolare il virus per renderlo meno affine la molecola. La spike protein – che vuol dire spina, corona di spine – del SARS-CoV-2, ovvero la parte antigienica suprema del virus, è molto simile a quella della SARS-1. Non credo sia un caso che la prima immagine che ho avuto venendo a conoscenza del nuovo virus, sia stata proprio una corona di spine Un fatto importante che lega il Covid-19 al male del mondo. La corona cristica ne è l’emblema. Oso sperare che chi eventualmente lavorava sul virus in laboratorio, lo facesse per ridurne l’affinità recettoriale. Forse qualcosa non ha funzionato, e come un Golem, ne è uscito un mostro. Questa è la versione scientifico-romantica che oso proporre.

E invece l’annuncio già dal 2005, o anche precedentemente, della SARS-CoV-2, a cosa fa pensare? E si sono già sentite previsioni di un prossimo virus ulteriormente potente.

Il terzo virus potrebbe essere encefalitico. La prevedibilità dipende dalla guerra cultural-economica, che deve essere combattuta dagli uomini di scienza e non solo per restituire all’umanità la libertà della scienza.

Cosa le ha fatto pensare l’invito dell’Istituto Superiore di Sanità ai medici di “preferibilmente” non praticare autopsie sui cadaveri che, secondo il referto, sarebbero morti per Covid-19, e di cremarne i corpi?

Io non ho questi dati e quindi non posso dire nulla, qualcuno se ne sarà occupato. L’amplificazione del problema delle autopsie mi sembra eccessivo e anche segno di non conoscenza, perché la patogenesi – e questo lo dico con autorità riferendomi a una nostra pubblicazione (2) che, forse prima al mondo, ha evidenziato il problema – e la gravità della patologia da Sars-CoV-2 si vedono dal banalissimo emocromo, dal crollo delle cellule fondative dell’immunità, i linfociti, e da un aumento smisurato delle cellule che innescano il processo infiammatorio, che sono appunto i monociti.
Avviene esattamente quello che avviene nei tumori, con la differenza che nei tumori metastatici avviene lentamente, nell’arco di mesi, mentre nel Covid-19 avviene in poche ore. Quindi, con il solo emocromo, un bravo immunologo avrebbe potuto dire: “Qui siamo di fronte a qualcosa di tremendo dal punto di vista del danno immunitario”. Ancora oggi nessuno lo fa.

Perché nonostante l’attendibilità dell’esame emocromo, quale indicatore dell’infezione da SARS-CoV-2 e, come ci ha in altra occasione riferito, anche per cogliere l’insorgenza dei tumori, non è diffuso?

Forse perché i medici non credono nel loro inconscio, sessualmente e cristologicamente represso, nel potere rigenerativo della vita, di cui il numero dei linfociti ne è espressione sintetica e simbolica.

Secondo il Dottor Montanari, noto farmacologo – critico dei confronti delle posizioni del Comitato tecnico scientifico per la scienza e della coniugata politica della gestione del Covid-19, nonché di quella nei confronti della vaccinazione quale solo rimedio alla prevenzione dell’infezione – la causa dei primi morti della scorsa primavera non è stata la polmonite interstiziale, come abbiamo sentito affermare e ripetere dalle voci governative e filogovernative, bensì la tromboembolia polmonare. In questa, la formazione di trombi nei vasi impedisce l’eliminazione di anidride carbonica e l’afflusso di ossigeno. Anche per questa ragione la ventilazione non è bastata alla sopravvivenza? Qual è la sua opinione?

Mi stupisce una banalità patogenetica del genere, quindi non uso neanche rispondere scientificamente. Rispondo con una metafora da allenatore: immaginiamo che un allenatore schieri due punte, se queste non si relazionano, tendenzialmente vanno meno a rete e tendenzialmente la squadra perde. Ecco, entrambi gli eventi, la polmonite interstiziale o un edema polmonare non cardiogeno o non solo, e la tromboembolia, hanno la stessa causa, che è il difetto di angiotensina 1-7, il quale porta ad un’aumentata permeabilità alveolo-capillare, e quindi alla distress e, automaticamente, a un danno di tutto l’endotelio, perché i recettori ACE2 sono dappertutto. Quindi cambia la capacità coagulativa dell’endotelio e scatena il fenomeno trombotico. Devo anche dire però che una quota minimale dei pazienti infetti da Covid-19 sviluppa il fenomeno opposto, cioè la coagulazione intravascolare disseminata, come si distingue dal banalissimo numero delle piastrine. Un paziente con linfociti e monociti in rapporto alteratissimo, quindi crollo dei linfociti, poi la piastrinosi, svilupperà una tromboembolia; con una piastrinopenia andrà verso la DIC (coagulazione intravascolare disseminata), che è invece la principale causa della morte di ebola.
Ma – non riesco a trattenermi dal ripeterlo – quello che mi ha allucinato è che ancora oggi nessuno ha capito che la malattia Covid-19 è un difetto acuto di angiotensina 1-7.
Supponiamo di non sapere di avere il diabete: uno senza l’insulina muore. Dramma al pronto soccorso. Poi qualche santissimo medico scopre che manca l’insulina. Temo che i nostri posteri diranno di noi la stessa cosa per Covid-19 e angiotensina 1-7.

Sempre secondo il Dottor Montanari, ci sono farmaci che permettono di gestire l’infezione senza dover ricorrere al vaccino, come per altro avvenuto con il precedente virus di tipo SARS. Il dottore dice che con l’eparina si può evitare la produzione di coaguli di sangue e con l’eurochinasi si può intervenire in caso si siano già formati. È una posizione condivisibile?

Eparina, primo giorno di medicina: di fronte a un processo coagulativo si usa l’eparina. È una nozione universale della classe medica. Il problema è che nessuno ha capito che c’è un difetto e qual è, per cui tutti a contestare. Ma cosa contestano? È come dire di vedere un conflitto fra due errori assoluti, e dico combattetevi tra di voi, non mi interessa questa guerra. Perché la scienza è santa e uno deve arrivare al meccanismo perfettissimo. Ma perché allora il coronavirus ci mette in crisi? L’ha capito perfino Cacciari. Chi deve capire la malattia coronavirus? Il virologo, l’immunologo, l’anestesista, il rianimatore, lo pneumologo, il cardiologo, il neurologo e anche il dermatologo nel dubbio. Il coronavirus dimostra che la frammentazione della scienza, di cui ci si lamentava solo a livello filosofico, ora è il dramma, per cui l’umanità subisce la corona di spine del coronavirus.

L’alta percentuale di decessi della primavera scorsa avvenuta nelle province di Brescia e Bergamo, a suo parere può avere una relazione stretta con la densità locale dell’inquinamento atmosferico ricco di sostanze tossiche?

Anche su questo darei un parere, ma non ho i dati per dare un parere. Verosimilmente sì, ma non vedo in tempi acuti come si possa intervenire.

Condivide le parole del Dottor Scoglio dello scorso giugno: “Molte delle zone dove c’è stato il numero maggiore di morti hanno avuto una campagna vaccinale a tappeto di antinfluenzale e antimeningococo”.
“Nessuno riprende il fatto che in Cina il primo dicembre 2019 è entrato in vigore l’obbligo vaccinale per tutta la popolazione. Quindi i vaccini devono aver influenzato negativamente gli eventi”?

Se ha i dati lo dica, se non ha i dati nessuno parli. Non esiste un “secondo me”, se uno ha i dati può dare un parere. Io questi dati non li ho, e quindi non so. Spero che il Dottor Scoglio non sia finito contro uno scoglio.

Sempre la primavera scorsa si parlava di una “seconda ondata” prevedibile per questo autunno, poi verificatasi. Qual era la sua opinione all’epoca? Condivideva la previsione?

Qui do un’opinione simil-scientifica, o para-scientifica. Vale a dire, fermo restando le discoteche, ecc., c’è da dire: se il virus non muta o non muta in modo tale da giustificare virulenze, allora chi muta? Muteranno le persone. Da che mondo e mondo è evidente anche tra gli psicosomatisti, ma di fatto è un’evidenza accessibile a chiunque, che le due stagioni dove il sistema immunitario è più vulnerabile per via del cambio di luce, casualmente sono la primavera e l’autunno. Quindi, fra i vari fattori, teniamo presente anche le variazioni non solo dell’afflusso alle discoteche, ma anche del corpo biologico dell’uomo. Questo è il punto dove il mondo non c’è più. Abbiamo dimenticato il corpo umano come è fatto. Abbiamo dimenticato la natura.

Nella primavera scorsa è stato sospeso l’utilizzo dell’idrossiclorochina (HCQ, hydroxychloroquine), principio attivo del Plaquenil, farmaco antimalarico a basso prezzo, considerato da alcuni utile per i malati da Covid-19. Cosa ne pensa?

Sentiamo chi è contro. Dirà che è cardiotossico. Sentiamo chi è a favore, il più delle volte uno si sentirà rispondere “non lo so se funziona”. O, i più illuminati diranno che la clorochina va bene, in quanto inibisce le citochine infiammatorie, l’IL-6 (interleuchina 6) e i TNFα (Tumor necrosis factor alpha), anche se poi la più coinvolta è l’interleuchina 17. Ma il vero meccanismo dell’idrossiclorochina è che è un attivatore del recettore ACE2, che fa sì che l’attività enzimatica dell’ACE2 sia accresciuta. Ma allora qual è il problema? La risposta è, avere disponibilità di angiotensina 1-7. E allora, fra una clorochina che questo effetto lo provoca – cosa che ci porterebbe a spendere una parola a favore dell’idrossiclorochina – ma che viene subito smentita dal fatto che il problema è attivare l’ACE2, potenziare la sua attività enzimatica per avere più angiotensina 1-7, io umilmente prescriverei l’angiotensina 1-7. E ripeto, io vedo il mondo sbranarsi fra due opposte fazioni, ma entrambe radicate nell’errore. Se uno vuole veramente la verità, e conoscesse veramente la patogenesi del coronavirus, darebbe l’angiotensina 1-7, non l’idrossiclorochina, la quale potrebbe produrre un beneficio solo nella misura in cui stimolasse la produzione di angiotensina 1-7. Senza dimenticare il fatto che la idrossiclorochina è cardiotossina, mentre l’agiotensina 1-7 è cardioprotettiva, ovvero che ha il potere di rigenerare le cellule cardiache.
La mia impressione è che si tratta di un discorso fra opinioni, ma nessuna delle due opinioni conosce i meccanismi chimici. Io invece la prima cosa che dico è “dimmi i meccanismi chimici e ti dirò chi sei”. Ma questo vedo che non è usanza fra i terrestri.

Un efficiente sistema immunitario è sufficiente e in che percentuale per ridurre il rischio di contagio da SARS-CoV-2?

Per il contagio no, per il quale valgono le indicazioni date dal Ministero della Salute, per controllare l’evoluzione della malattia, certamente. Purtroppo una reale valutazione dello stato immunitario non considerata da nessuna clinica del mondo, per cui l’immunità resta un concetto e non elemento misurbile, pur essendo deducibile dall’emocromo, ovvero dal rapporto linfociti/monociti, il cui crollo è tipico segno dell’evolutività dell’infezione da Covid-19.
In ogni caso è da sapere che il sistema immunitario di una persona entro l’età della pubertà non solo produce più melatonina di qualunque epoca successiva della vita, ma anche una quantità maggiore di angiotensina 1-7. Con l’avvento della pubertà, l’attività delle ghiandole sessuali la produzione si riduce.

Autunno

Come le sembra la politica governativa dei DPCM in questi giorni autunnali?

La mia idea è appunto marxista-leninista e quindi concepisco un’altra scienza, un altro mondo. Per me la comunità scientifica deve essere una struttura sacra che riunisce i veri sapienti e amanti di una nazione, non certo persone che non conoscono la scienza medica.
Non posso dare un parere autorevole, è una scelta politica. Certamente sottolineo un tentativo più o meno inconscio o implicito di creare anche una situazione negativa, e questo si dimostra dal termine “distanziamento sociale”. Quindi questa viziatura è sadica. Bastava dire distanziamento interpersonale. Si è dato al lockdown una valenza, certamente aldilà delle scelte correttissime, ma certamente una valenza in qualche modo maligna. Il messaggio subliminale del lockdown era un lockdown anche intra-psichico.

Col senno di poi la libertà concessa nella scorsa estate le pare avventata?

Probabilmente il vero problema sono stati i trasporti. Almeno nella mia umile esperienza di Milano, l’evento che mi sembra che abbia destabilizzato, più che le scuole, sono i trasporti.

Perché, a suo parere, nonostante la grandissima audience di questi mesi, non è stata diffusa una campagna destinata ad educare come implementare le difese immunitarie? Perché non sono circolate indicazioni su come rinforzare polmoni e deacidificare l’intestino?

Perché è esattamente ciò che non si vuole. Cioè il corpo umano deve essere abbandonato. Dal 1995 in poi, anche il ricercatore studia molecole inventate. Io da solo mi son trovato a tamponare questa opera maligna, cosa che dovrebbe essere di tutti i medici cattolici o comunque credenti del corpo umano, della creazione o concepimento divino. Ho studiato gli ormoni della pineale, il sistema cannabinoide, l’ossitocina, l’ormone naturoretico e ora anche l’angiotensina. Perché li studio? Perché il primo dovere di un medico è studiare il corpo umano. E non fa differenza se sia stato buttato in terra da un extraterrestre o creato da Dio. Il corpo umano non lo studia più nessuno. Nessuno più studia la patogenesi.

Cosa pensa riguardo il vistoso fenomeno di protagonizzazione di certi personaggi pubblici e dello scoscio di notizie televisive unificate durante questi mesi?

Io credo che questo attuale governo rischi l’impiccagione. E le cose che ho visto fare in questi mesi non le dimenticherò mai. Tanta falsità. In tv è tutto controllato, già si sa cosa un medico deve dire.
Gran parte dei virologi italiani non hanno ancora capito la prima fase del coronavirus: il problema è la mancanza dell’attività dei recettori ACE2.

Una persona con il sistema immunitario diciamo integro, quanto può solcare il mare delle infezioni? In particolare nei confronti di quelle generate dai virus che hanno fatto il salto di specie.

Il sistema immunitario oggi è diventato una parola, come un tempo il colesterolo, sinonimo di soteriologico [salvezza, liberazione da una condizione non desiderata, nda]. Il sistema immunitario è il grande assente in clinica, nessuno sa come valutarlo. Per cui, si passa dall’estremo di non guardare neanche il numero dei linfociti nell’emocromo, oppure di osservare uno scatenamento di dosaggi delle sottopopolazioni linfocitarie o di alcune delle 44 citochine interleuchine, e nessuno che dia un parere in merito, che ne sappia cogliere il significato. Io da anni ho umilmente pubblicato – e la comunità scientifica me ne rende omaggio – il banalissimo rapporto fra queste due cellule estreme, i linfociti antitumorali, tranne alcune sottopopolazioni, e i monociti che innescano la risposta infiammatoria e quindi la progressione tumorale, come dimostrato dal santissimo Professor Alberto Mantovani. Nonostante ciò, di fatto, a livello clinico, nessuno guarda questa cosa. Come detto, nel caso del coronavirus, si può stabilire la gravità dello stato del paziente da un banalissimo emocromo. Ecco, il grande assente nella vicenda coronavirus – almeno finora – è stato l’emocromo.

Un ambiente biologico leggermente basico è utile per la riduzione virale del SARS-CoV-2?

Questo devono dirlo i virologi. Non ne ho idea. Qualcuno, oso pensare l’abbia studiato, ecco.

In che misura ci si può curare a casa, da soli o con l’assistenza del medico di famiglia?

Per i credenti c’è l’Angelo custode, che ha svolto un ruolo grandissimo e nessuno ne ha parlato, voglio spendere io una parola a favore degli Angeli custodi.
Nel mondo di oggi può tuttavia essere normalissimo che l’ammalato ne sappia più del medico. Basta digitare https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov e si può consultare l’abstract di qualunque dato d’interesse medico. Anche se generalmente l’ammalato legge la notizia, non ne sa cogliere il peso medico. Quindi il ruolo del medico oggi corrisponde a quello del saggio, che da un parere in base alla sua saggezza, ammesso che sia neutra, non inquinata da crassi interessi.
Ma non si può dire dopo mesi e mesi che non c’è una terapia ufficiale e che le uniche cose sono il desemetasone e l’eparina, o addirittura gli antibiotici, che adesso fortunatamente sono usciti di scena. Non è possibile che la comunità scientifica mondiale in nove e passa mesi non sappia dire quale sia la cura del Covid-19. Io e alcuni altri centri al mondo, che Dio li benedica, ci siamo sbilanciati: c’è un difetto molecolare che casualmente è antitrombotico e antidistress, ma questo si sa da dieci anni. Cari colleghi medici, basta digitare Pubmed e biologic effects of angiotensin 1-7. Troverete l’universo.

Quali sono le sue indicazioni per implementare la forza del sistema immunitario? Vitamina C, vitamina D e vitamina K2 – queste ultime due da considerare come binomio sebbene assunte a distanza – le sembrano idonee al rinforzo?

K2, vitamina C e D li escluderei, perché la prima modulazione del corpo umano è neuroendocrina. Cioè il sistema immunitario studiato in vivo è l’ombra di quello del vivente. Questo è il principio della PNEI; ecco perché il mondo, rifiutando la PNEI, rifiuta sé stesso, il proprio corpo.
Il sistema immunitario sottostà a una fondamentale regolazione neuroendocrina, con due sistemi, quello pineale cannabinergico – che immuno-stimola soprattutto l’immunità anticancro, ed è antinfiammatorio – e dal sistema oppioide, che invece sopprime la risposta immunitaria anitumorale, soprattutto attraverso gli oppiodi di tipo Mu. Il cervello produce infatti, sia oppioidi che sostanze cannabinoidi; ecco, questi due sistemi presiedono, il primo alla risposta infiammatoria, mentre il secondo alla crescita maligna.

E come attivare il sistema cannabinoide e tenere a freno quello oppioide?

Dipende dal livello in cui uno è, cioè dipende dal livello in cui una condizione simil patologica è presente. C’è il livello mentale: se io penso che ogniqualvolta tocco, non so, il sapone, mi viene l’orticaria, probabilmente prima o poi mi verrà. Per guarire, suppergiù, basta che uno mi dica che non era vero. Poi c’è il livello psichico, in cui viene già coinvolta la vita emotiva e quindi l’immunità inizia ad avere una leggera alterazione della regolazione neuroendocrina: in questo caso bisogna intervenire con qualche medicina, con la fitoterapia, la floriterapia, l’omeopatia, la magnetoterapia. Poi la malattia diventa fisica-reversibile, si vede il danno: faccio la gastroscopia e vedo effettivamente il danno. Poi c’è l’ultima fase, quella irreversibile. Quindi la saggezza del medico, non a caso nella lingua araba medico, fra i tanti modi, viene detto “Hakim il saggio”, dovrebbe essere quella di stabilire a che livello è la malattia. Di fronte a malattie tipo il tumore metastatico disseminato siamo in presenza di difetti irreversibili, in cui la ghiandola pineale è istologicamente alterata. Per cui perfino Gesù Cristo, al posto di un miracolo, direbbe “prendi la melatonina” [molecola prodotta di notte dalla ghiandola pineale, nda].
E invece abbiamo due deliri. Il delirio di chi pretende di materializzare una molecola, tipo gli omeopati, e chi invece darebbe delle molecole laddove basta il consiglio.

Perché la ghiandola pineale è centrale per la ricerca medica e del benessere?

In quanto è il solo organo del corpo umano in grado di modulare la biologia umana, in particolare il sistema immunitario, in relazione alle condizioni energetiche del cosmo, in particolare il ritmo circadiano luce/buio. Essa è attiva in modo decrescente negli anni, fino all’atrofia in età anziana e a volte anche prima. Per questo le persone più in là con gli anni sono meno protette dal contrarre l’infezione.

È possibile indebolire il virus prima che entri nelle cellule?

Questo lo devono sapere i virologi. Il mio compito è come modulare la risposta immunoifiammatoria del paziente, che se esagerata è mortale.

Che indicazione condivide per la gestione a casa dei sintomatici?

Per me è un delirio, perché essendoci una cura e vedere che non è impiegata è davvero difficile da sostenere. Ecco, potessi dare il mio parere, direi due cose ultra semplici. Uno, l’emocromo: se un paziente ha i livelli di linfociti altissimi, raramente evolverà distress. Quindi, la prima cosa che i responsabili devono domandarsi è, tra i sintomatici, chi potrebbe evolvere? Adottando l’emocromo avrebbero immediatamente la risposta. Anche con il sesto senso, la troverebbero, ma ce l’hanno in pochi, con l’emocromo è più facile. Però non lo usa nessuno.
Secondo punto, se l’Italia fosse stata una comunità scientifica vera e fraterna, era ovvio che in dieci mesi ci sarebbe stato tempo di trovarci, e certamente sia la mia opinione, che quella di altri altissimi centri nel mondo, almeno sette, avrebbe portato l’attenzione sull’angiotensina 1-7.
Mi rendo conto, non per orgoglio ma per compito, che l’Italia, in merito alla questione Covid-19, ha perso un prestigio che poteva essere assoluto, e questo mi dispiace. Soprattutto per la Lombardia. Cioè, nessuno al mondo ha capito la patogenesi del coronavirus come noi. Chi l’ha capito in parte, li conosciamo uno per uno, per nome e cognome, ma solo in parte, perché hanno capito molto ma non l’aggancio all’angiotensina 1-7.
Se finisce il dialogo scientifico, il passo successivo sono le armi.

L’intervallo estivo non è stato sfruttato per fornire ai medici di base gli strumenti e la formazione per la gestione domestica dei nuovi malati previsti per l’autunno. Che dire?

La formazione presuppone la conoscenza. Come posso formare se io stesso non so? Cioè, chi sa cosa avviene nel coronavirus? Chi lo sa lo dica. Io penso di saperne qualcosa e lo dico. Soprattutto perché mi pare che nessuno lo sappia.
Il coronavirus evidenzia i limiti della scienza. Un tempo, della frammentazione della scienza, si lamentavano solo i poeti e i filosofi. Ora è l’umanità tutta che prende atto di quell’errore di scomposizione dell’uomo in parti tra loro impermeabili. E, paradosso supremo, nessuno nel mondo scientifico l’ha riconosciuto. L’aver sacrificato l’unità della scienza, se prima era solo una sofferenza filosofica -– santissimo Hegel mi capirà in cielo – ora l’umanità constata che è un danno essenziale e esistenziale.

In un mondo caratterizzato dalla frammentazione del Sapere in un numero sempre più grande di Scienze specialistiche come avviene appunto nell’epoca attuale, quello del Timeo costituisce un insegnamento ancora estremamente valido, consistendo esso nel riconoscere nella Filosofia il principio di unità delle conoscenze delle singole Scienze. Infatti, fra i vari Dialoghi di Platone, il Timeo rappresenta certamente quello in cui più che in ogni altro vengono analizzate le singole Scienze, affrontandole non con la pretesa di esprimere una verità assoluta, bensì quella verosimilmente più vicina al vero, secondo cioè un criterio di verosimiglianza, concetto questo che verrà ribadito oltre 2000 anni dopo da Martin Heidegger, uno dei principali filosofi del XX secolo. (3)

È di questi giorni la notizia dalla radiazione dall’Albo dei Medici del Dottor Gava. Non è il solo ad aver subito quel trattamento con motivazioni di non ortodossia. Ha seguito la vicenda o qualche caso assimilabile? Che ne pensa?

Non ho seguito la vicenda di Gava. Sulla radiazione dipende il motivo. Io in genere sono per l’amore assoluto, però ci sono a volte anche anche errori tali che impongono un intervento. Bisogna vedere il motivo, per cosa è stato radiato.

In un documento che si chiama “Lettera aperta al governo del Regno Unito, ai governi del mondo e ai cittadini del mondo”, pubblicato a firma della World Doctors Alliance – un’associazione internazionale indipendente di personale medico di tutti i titoli – è affermato un punto di vista non in linea con quanto promulgato dai governi e comunicato dai media di regime. Le loro contestazioni sono grossomodo corrispondenti a quanto viene ora sostenuto dagli stessi media, dai cosiddetti negazionisti, ovvero null’altro che individui non disponibili a considerare definitiva la voce governativa. Tutto ciò, cosa le fa pensare in termini di informazione medico-sanitaria e in termini politici?

Per esprimermi vorrei sapere i termini della questione; non conosco la disputa di questa associazione.

Le risulta la predisposizione all’infezione da SARS-CoV-2 in funzione del gruppo sanguineo? Condivide il pensiero che il gruppo 0 sia quello naturalmente più protetto?

Ecco, non è che condivido, c’è una pubblicazione scientifica che lo dice. Se uno mi da i dati, lo ascolto; se è in grado di confutarli, pure. Ma in questo caso c’è una pubblicazione scientifica

I cibi prebiotici e probiotici sono da consigliare in modo uniforme indipendentemente dal gruppo sanguineo del destinatario?

Ma, ecco. Anche chi difende i gruppi sanguigni, come il Dottor Mozzi, il problema è che non sa neanche dire il perché. E allora non è vero? Ma dire che non è scientifico non significa sostenere che non è vero, significa semplicemente che non è attestabile. Secondo l’insegnamento degli immunologi, nei gruppi sanguinei si riscontra, unico caso in natura, che dispongono differenti anticorpi ancora prima di avere avuto contatti con i rispettivi antigeni. Come fanno a conoscere ciò con cui non sono mai venuti a contatto? Forse si può considerare probabile che l’evoluzione dei gruppi sanguigni sia andata parallelamente a mille eventi, tra cui il plurimillenario millenario tipo di dieta. Ma queste cose dovrebbe dirle chi crede nei gruppi sanguigni. Cioè oggi si dice l’opinione, ma uno deve darne il fondamento scientifico e le motivazioni ipotetiche. Ma non ha valore fare un’ipotesi che scaturisce da un’ipotesi.

Tachipirina a parte, medicine considerate utili per curare la prima fase della malattia e di facile accesso economico sono risultate introvabili. Contemporaneamente sono state governativamente consigliate quelle più care. Le risulta?

A me non risulta. Le cose utili mi risulta si trovino dappertutto. La prima è la melatonina, ma non lo sostengo per culto idolatrico e fondamentalistico. Piuttosto perché tutti gli effetti che comporta – l’aumento di interleuchina-6, di TNF, e aggiungo, di IL-17 (interleuchina 17) – praticamente sono sotto il dominio della melatonina.
Casualmente, in tutti questi mesi siamo stati quotidiani testimoni di una, due, tre e anche quattro pubblicità di melatonina, seppur coi nomi differenti. Possibile che a nessuno sia venuto in mente che forse la melatonina non è solo buona per dormire?
L’altra molecola utile è una molecola cannabinoide. Anche qui, non per il culto dei cannabinoidi, ma perché sono potenti inibitori della IL-17. E allora cosa abbiamo di utile? Il CBD (cannabidiolo), che rientra nei prodotti galenici con ricetta medica e il banalissimo PEA (palmitoiletanolamide), la molecola scoperta dalla santissima Rita Levi Montalcini, sebbene sottovalutato, in quanto la stessa ditta non ne conosceva la potenza.
Ma perché tutti questi buchi di conoscenza? Per il buco supremo, che non è una sorta buco nero astronomico. Consiste nel fatto che, ancora oggi, si nega che il sistema immunitario abbia una regolazione neuroendocrina. Per cui melatonina e cannabinoidi hanno senso scientifico. Sebbene la casistica sia limitata, è uscito un lavoro negli Stati Uniti, nella rivista Journal of Infectiology (4) in cui, è stato dimostrato che i pazienti esposti alla melatonina, in modi e dosi differenti e per ragioni diverse, magari per l’insonnia, hanno avuto una incidenza minore di evoluzione in insufficienza respiratoria.
Come mai queste notizie scientifiche non si diffondono? Viene il sospetto che il cosiddetto complottismo sia in realtà l’alter ego di un contro-complottismo, come tra servizi segreti. Ormai non si può ragionare senza temere la presenza di infiltrati e di provocatori, di diversivi e menzogne reiterate finché diventano verità.

Integrare, in specifiche patologie quali l’artrite reumatoide e la sclerosi multipla, un antidolorifico naturale – la palmitoiletanolamide (PEA) – rappresenta una rivoluzione nel trattamento del dolore. Si tratta di un efficace analgesico naturale, senza effetti collaterali [...]. Efficace rimedio per la cura di numerose patologie associate a un dolore cronico. [...] La PEA è una molecola lipidica prodotta naturalmente nell’organismo a partire dal N-acetilfosfatidiletanolamide (NAPE), in risposta a stimoli neuronali. Essa è presente in numerosi alimenti, in particolare nel latte e nel tuorlo d’uovo. (5)

C’è una melatonina da preferire tra quelle in commercio?

Non c’è motivo di preferirne una piuttosto che un’altra.

Tanto l’angiotensina 1-7, quanto la melatonina hanno anche un’azione preventiva dell’evoluzione infiammatoria, o solo curativa? Come stimare la posologia per prevenire o curare l’infezione da SARS-Cov-2?

Assumendo melatonina e angiotensina 1-7 si compie un’utile azione a favore del sistema immunitario. Sempre nell’articolo già citato di Infectiologyjournal.com , abbiamo pubblicato le dosi nel nostro studio preliminare. (6). Nei confronti dell’angiotensina 1-7, che è diuretica, è opportuno ricordare di controllare la pressione per evitare dosi che l’abbassino eccessivamente.

Il SARS-CoV-2 è stato realmente isolato?

È stato ultra-isolato in tutte le sue varianti. Come da normale routine virologica.

Inverno

Con il mantenimento del test RT-PCR (tampone nasale), nonostante la sua alta percentuale di fallacia, possiamo andare avanti ad oltranza. Ovvero potenzialmente la crisi infettiva non terminerà mai. C’è da pensare male o si tratta di una modalità che cesserà di essere impiegata in quanto riconosciuta inattendibile?

Qui siamo stati tutti testimoni di uno stato ansiogeno assoluto. Cioè l’atteggiamento giusto era già, fin dall’inizio, abbinare il tampone con la sierologia. Ma ancora oggi non abbiamo dei dati. Al loro posto abbiamo dieci mesi nei quali ogni giorno hanno fatto tot tamponi, tot cose; ma che si dica la percentuale, quanti su quanti. Per cui è stata una vergogna epidemiologica, purtroppo.

Il test sierologico (prelievo sanguineo) è invece uno strumento definitivamente attendibile?

Direi assolutamente sì. Ma era la prima strategia, cioè vedere la risposta immunitaria, che non potevamo sapere, ma che andava subito ricercata. Ricordiamo tutti che il primo che parlò “facciamo una sierologia” fu il sindaco di Milano, Giuseppe Sala. Il tempo del coronavirus ha sviluppato una despecializzazione dei ruoli. Sentiamo il medico fare lo psicologo, lo psicologo fare il sociologo. Niente di male, però questo spettacolo io sinceramente non lo dimenticherò mai. Nella mia percezione ho assistito alla despecializzazione delle funzioni sociali.

A parte la giostra dei dati incompleti e fuorvianti che ci gira intorno da mesi, qual è o quali sono i dati che mancano per comprendere meglio il fenomeno?

Anche il dato più banale. Non ne ho mai sentito parlare in tv: dei tamponi positivi, quanti richiedono un’ospedalizzazione? L’1%, il 10%? Questa mi sembra un’informazione che doveva essere data all’istante, è un calcolo elementare e non l’hanno fatto o quantomeno comunicato, non è come intuire l’angiotensina 1-7. Quindi il difetto del coronavirus, ripeto, a livello scientifico-patogenetico, è una vergogna planetaria. E in parte anche una vergogna epidemiologica, e questo si poteva e si doveva evitare.

I tempi di produzione brevi – rispetto ai precedenti – del vaccino per la SARS-CoV-2, implicano un rischio maggiore per eventuali danni alla salute, rispetto al medesimo vaccino confezionato in tempi più lunghi? Saranno le relative prove cliniche di sicurezza a venire meno?

Io penso di no, nel senso che i tempi lunghi sono dettati non dalla sperimentazione in sé, ma da cose burocratiche, è verosimile che tutto sia fatto in modo perfettissimo.
I tempi di produzione brevi in teoria sì, alzano i rischi, ma, ripeto, spesso la lunghezza dei tempi è indotta da eventi burocratici. Per dire, se uno volesse fare uno studio, a volte basta una settimana, però per avere le autorizzazioni magari ci vogliono tre mesi. Per cui se, come spero che sia stato fatto, l’abbreviare i tempi sia stato solo l’abbreviare non la valutazione dell’efficacia ma della burocrazia, penso che non ci sia nessun rischio. La domanda vera che io invece pongo è: “chi ha stabilito di comprare certi vaccini e non altri?” Io avrei preso il vaccino della Russia.

Per quale motivo?

Per motivi affettivi, dato il mio amore per la Russia.

Sulla percentuale di immunizzazione del vaccino, nonché sulla sua durata si sentono opinioni contrastanti. Che idea si è fatto?

Un’efficacia c’è senz’altro. Vedremo poi in che misura.

Prevede discriminazioni tra vaccinati e astenuti?

Assolutamente no.

Il vaccino in preparazione è di tipo nuovo. Quelli finora prodotti contenevano il virus morto o indebolito allo scopo di stimolare il sistema immunitario affinché producesse gli opportuni anticorpi. Ora si tratterrebbe di un vaccino di tipo OGM: verrebbe iniettata una molecola di RNA che si andrebbe a collocare direttamente sul nostro DNA, modificandolo definitivamente. Dobbiamo tralasciare o considerare l’eventualità di problemi immediati, a medio e a lungo termine, anche generazionale? Tutto ciò può essere considerato una premessa per la produzione dell’uomo.2?

Questi sono dei deliri apocalittici. Cioè l’unica verità è che non è il vaccino tipico, vale a dire non è il virus attenuato. Non vorrei sbagliarmi ma mi sembra che la tendenza sia prendere un virus innocuo, tipo un adenovirus, e inserirgli la parte antigienica del corona, vale a dire la proteina spike. Ecco questo è un essere artificiale. Non sono in grado di dare un parere su questo, i colleghi avranno agito bene. Innestano parte di RNA e in questo senso è un virus creato, in quanto in natura non esiste un adenovirus che abbia la proteina del corona.
In merito al timore che vada ad innestarsi nel DNA del vaccinato, penso sia un’invenzione. Non c’è evidenza scientifica. Varrebbe per tutti i vaccini.
Mi chiede se similmente non accade anche per gli OGM. No, anche se gli OGM sono organismi geneticamente determinati. Mi trovo nel mezzo fra due cose che non condivido. L’uomo ha il diritto di migliorare il creato, ma non di crearne uno artificiale. Nel caso degli OGM non so da che parte collocarli. Mentre, nel caso della medicina sono testimone di ciò che è accaduto. Cioè si è sostituito al corpo umano un corpo artificiale, in quanto amputato proprio da quelle strutture che espandono gli stati di coscienza, quali la ghiandola pineale, il sistema cannabinoide, il sistema ossitocinico ed ora, grazie alle conoscenze donateci dal fratello Covid-19, anche il sistema angiotensina 1-7, si creano molecole artificiali, in particolare i monoclonali. La principale molecola che modula il sistema immunitario, l’unica in grado di aumentare i linfociti, è la famosa IL2 (interleuchina-2), che di fatto non è disponibile per la cittadinanza. Purtroppo son queste le cose che mi scandalizzano, tutto il resto spero che sia fatto in modo perfettissimo.
A me stupisce come tutti vedano cose strane e tutti non vedano il vero dramma dell’attuale umanità, privata della sua naturale immunità.

I vaccinati in generale sono maggiormente esposti ad infezioni nel primo periodo di 10/15 giorni? E sono maggiormente virulenti nel medesimo lasso di tempo?

Non conosco l’argomento, ma ripeto queste sono tematiche che non dovrebbero essere opinioni, ma dati. Chi ha i dati lo dica.
Sul fatto dei vaccini certamente c’è un buco, ma non sul vaccino, per il modo di studiare l’evento. Ad esempio, se uno mi interrogasse a proposito dell’emocromo, del rapporto linfociti-monociti – che con altri autori abbiamo presentato in qualità di esame fondamentale per gran parte delle malattie umane e per monitorare sinteticamente e facilmente lo stato immunitario – se mi chiedesse com’è dopo un vaccino, avrei delle informazioni attendibili sullo stato di quel sistema immunitario. Ma pare che nessuno scienziato al mondo abbia studiato questo fenomeno. Quindi sono dei limiti nel modo procedurale della scienza, non nel vaccino in sé.

Quanti emocromi ha visionato nel tempo? La loro segnalazione del rapporto linfociti/monociti indica anche il tipo di patologia in corso o soltanto lo stato qualitativo del sistema immunitario? Può far comprendere anche il tipo di tumore?

Di pazienti oncologici, giudicati incurabili, a migliaia e di ogni tipo di tumore. Un centinaio di Covid-19 e di malattie autoimmuni.

La sua opinione sull’OMS e sull’ISS? La partecipazione all’OMS di Bill Gates, la sua predizione sulla pandemia, la sua mano nella casa produttrice di vaccini, il suo potere economico, sono innocui?

Dovrei rispondere come il governatore De Luca: “non suscitatemi cose che mi danno reazione”, una reazione vomitevole.

Quanto il vaccino è da concepire come indispensabile per debellare la particella infettiva?

È fondamentale. Ride: Io personalmente dopo il sesso amo i vaccini. La mia critica è che non si è studiata la patogenesi del coronavirus, che potrebbe insegnare al genere umano una reinterpretazione di tutta la scienza medica. Questo è il mio dolore. Personalmente, nessuno ama al mondo i vaccini come me, perché dimostrano l’infinita potenza del sistema immunitario, in grado di agire contro molecole antigieniche passate, presenti e future, per via del riarrangiamento genico, perché ogni linfocita del nostro corpo è già preposto a riconoscere anche molecole future. Che poi ci siano problematiche umane, metalli pesanti e via dicendo, non lo so. Però ecco, non dobbiamo confondere il vaccino come concetto epistemologico da eventuali limiti umani nello studiare gli effetti della vaccinazione e nella preparazione dei vaccini. Certamente un mondo dove ognuno fa il suo vaccino non è il massimo agli occhi di eventuali extraterrestri, non è il massimo nel comportamento umano. C’era un momento in cui, se uno non sapeva cosa fare, quasi quasi faceva un vaccino anziché fare le parole incrociate. Non è bello che sia così. Io speravo che tutto partisse dall’OMS.

Che percentuale effettiva di protezione può produrre?

Non ho dati per dare una risposta.

Plasmaferesi, clorochina, azitromicina sono utili per una cura? Possono essere considerate un’alternativa al vaccino?

Ho già risposto in precedenza. Per ogni sostanza è necessario sapere in che modo agisce, il resto sono chiacchiere. Comunque, in alternativa al vaccino assolutamente no. Ma se uno sa i meccanismi di ciò che serve, correggere il difetto di angiotensina 1-7, allora si dia l’angiotensina 1-7.
Supponiamo che anche l’idrossiclorochina abbia un’azione utile alla produzione di angiotensina 1-7. Ma allora mi chiedo, perché devo usare una molecola concepita per altri meccanismi? L’idrossiclorochina è un modulatore inibitorio di alcune citochine infiammatorie ed è un attivatore dell’ACE2. Ma il problema è che manca l’angiotensina 1-7. Quindi la sua azione è limitata.
La molecola angiotensina 1-7 che, come detto, diverrà nota col nome Angioliberina, confermerà negli anni le proprietà da noi già dimostrate a livello sperimentale (7) e cambierà i destini del genere umano. E allora verranno giorni in cui, come Virgilio, anche noi diremo “haec olim meminisse iuvabit”, cioè, un giorno sarà dolce il ricordo anche di queste cose.

La questione del mutamento del SARS-CoV-2 tende a invalidare l’efficacia del vaccino?

Purtroppo la mutazione è una complicazione. Vedremo come andrà a finire.
Cosa si può associare? A livello teorico è potenzialmente utile nella cura della malattia Covid-19 tutto ciò che blocca la risposta infiammatoria, in particolare quella indotta dalla IL-17, quindi la magnolia, le foglie di ulivo, i fiori di loto, il fungo cordyceps, oppure che tamponino il difetto di angiotensina 1-7, responsabile di una risposta infiammatoria potenzialmente mortale, quindi innanzitutto la somministrazione della stessa angiotensina 1-7. Non certo il plasma, che è una mitologia dei secoli scorsi. Eventualmente anche i monoclonali, oppure, meglio ancora, la stessa molecola, cioè l’ACE2, ricombinante, cioè l’enzima che porta alla produzione dell’angiotensina 1-7. Forse qualche centro al mondo ha fatto questa cura. Il virus si lega a questa molecola, viene poi distrutto dai macrofagi, e lascia libere le cellule. Questa è una strategia saggia, ma ancora più saggio è dare ciò che manca. E in definitiva non è che manchi l’ACE2. Piuttosto, il virus inibisce la produzione di angiotensina 1-7. Quindi si interrompe l’interazione tra la spike protein del virus e l’angiotensina 1-7 e il gioco – patologico – è fatto. In realtà qualcuno la conosceva l’angiotensina 1-7, ma inizialmente la limitava alla funzione cardiovascolare, l’opposto della più nota angiotensina 2.
L’angiotensina 1-7 è invece regolativa del sistema immunitario. E torno a ripetere, non si capirà mai il sistema immunitario finché non si studia in vivo come se fosse in vitro.
In vitro non è possibile perché il sistema immunitario è inseparabile dalla sua regolazione neuroendocrina. Ma questa era un’evidenza nota ai tempi dei Beatles e dei Rolling Stones. A me stupisce che ciò che negli anni Ottanta era evidenza planetaria, oggi sia diventato oggetto di meditazioni trascendentali. L’immunità esiste nel vivente solo come modulato dal sistema psiconeuroendocrino. Che è l’equivalente chimico del nostro vissuto psichico o spirituale. Perché è bene che l’umanità lentamente impari anche la differenza fra l’anima e lo spirito.

Miopia in corso?

Tra le varie figure che abbiamo sentito e visto esprimere la loro opinione più o meno argomentata, più o meno dogmatica o faziosa, quale ha trovato più interessanti e utili?

Sinceramente, nessuno. La persona più saggia che ho sentito in tv in questi dieci mesi è stato il filosofo Cacciari, quando giustamente, vista la ressa di voci, si chiedeva e chiedeva: “chi deve tirar le fila nel coronavirus, il pneumologo, il cardiologo, l’infettivologo, il virologo?”; questa è l’unica domanda saggia.

Il costo psicologico di quanto stiamo vivendo, in particolare per le persone sole e i giovanissimi, sarà facilmente assorbito e dimenticato o comporterà strascichi incidendo sulla stabilità e relazionalità individuale, sulla concezione del prossimo, sulle relazioni, sulla formazione di uomini compiuti?

Per me rimarrà per sempre. Anche fra mille/duemila anni si parlerà di questo evento come il più triste della storia umana. C’è chi parla di opportunità, ma quale opportunità? L’insegnamento del coronavirus è un’umiliazione planetaria del genere umano. Hanno voluto elaborare una scienza medica artificiale? Ecco le conseguenze.

Per qualcuno, la grande precarietà lavorativa – eccezionalmente amplificata dai numerosi fallimenti di piccole imprese – la grande disoccupazione, lo smart-working prima imposto e poi celebrato, l’imposizione – quantomeno mediatico-culturale – della vaccinazione per il Covid-19, quella nei confronti dell’influenza e la relativa interferenza virale, l’implicato squilibrio nella relazioni soprattutto infantili, sono realtà che supportano l’idea di un progetto di controllo crescente degli individui a scopi egemonici di forti potentati finanziario-economico-liberisti? Se non proprio un complotto pianificato/organizzato, un contesto che, chi ne ha le doti, saprà sfruttare a proprio vantaggio e, il cui prezzo è comunque interamente pagato dalle caste che supportano il vertice della piramide.

Qui la lettura è ovviamente trascendentale. Io personalmente appartengo alla tradizione essenica, e, umilmente, siamo stati i primi nella storia umana a teorizzare il divenire umano come uno scontro fra la luce e la tenebra. Purtroppo, ciò è stato interpretato in senso morale, quindi in termini di bene e male, quando invece si tratta fondamentalmente di due umanità: una fondata sull’amore, sul piacere e sulla conoscenza e l’altra fondata sul potere, sul sadismo e soprattutto sul fare della scienza una sfida a Dio, o comunque una specie di rivolta prometeica. Quindi non c’è nessun complotto, ci sono due umanità che si affrontano, si sfidano per stabilire chi governerà la futura umanità. Se si leggono tutte le letterature, ogni nuova epoca inizia con uno scontro. Così è l’Iliade, così la Bhagavad-Gita. È un momento fisiologico, o meglio ontologico, della storia umana. Durante gli ultimi duemila anni siamo stati tutti come l’elettroforesi delle proteine. La metafora è meravigliosa per capire l’umanità. Eccola. Normalmente le proteine sembrano tutte uguali: sottopongo una carica elettrica e alcune proteine, come per esempio le albumine, migrano, mentre altre in direzione opposto. Ecco, così è l’umanità. Sottoposta ad un’irradiazione d’amore, reagisce in due modi opposti. Quindi non sono complotti.
Certamente, dal punto di vista non interpretativo-morale nel senso di causa o colpa, ma dal punto di vista fenomenologico, siamo stati tutti testimoni di una sperimentazione, voluta o non voluta lo sa solo Dio, ma certamente una sperimentazione di massa. Cioè, anziché studiare lo stress e l’effetto dello stress sul topo, abbiamo di fronte una sperimentazione di massa creata dal destino, in cui abbiamo constatato che l’umanità sottoposta a uno stress si ammala, cioè non è più umanità. Quindi è certo una sperimentazione voluta o generatasi – non sta a me dirlo – e l’effetto è stato quello di vedere come reagisce il corpo umano e l’individuo se lo sottoposto a incredibili e rapidissimi cambiamenti nel suo modo di relazionarsi.

Da parte di coloro che non vorranno vaccinarsi, è ragionevole il timore di vedersi ridurre la libertà che sarà invece lasciata ai vaccinati?

Speriamo siano pochi quelli che non saranno vaccinati, che non lo saranno per loro scelta, nel senso che c’è una aliquota – i virologi la sanno stabilire – di vaccinati che permette di ottenere la cosiddetta immunità di gregge. Il mio timore non è il vaccino, è l’organizzazione. E vorrei che fosse un’organizzazione facile, vorrei che fosse un gesto bellissimo dello Stato, con un’organizzazione meravigliosa, che intervenga in aiuto anche il personale dell’esercito. Oso immaginare che ci sia una bella gestione almeno nel vaccino. [L’intervista è stata raccolta prima dell’avvento del vaccino, nda].

Le case farmaceutiche, multinazionali in primis, hanno il profitto come scopo. L’equazione è semplice, più malati, più denaro. Il guadagno delle case farmaceutiche è da sempre vergognoso. La differenza, a loro favore, tra costo di produzione di un farmaco e suo prezzo sul mercato è spaventosa. C’è una difesa a tutto ciò per la persona comune? A suo parere, la ricerca dovrebbe essere in mano allo Stato? E come si potrebbe fare, visto che non può permetterselo? Meno spese militari?

Ora è tardi. Questa diagnosi andava fatta nel 1995. E la feci. Forse per la prima volta in assoluto. Cioè la ricerca deve essere in mano dello Stato, ma non nel senso burocratico, nel senso che devono essere le menti migliori della mia generazione a decidere cosa è scienza, come direbbe Allen Ginsberg nella sua poesia Howl. Oggi si può sapere chi sono le menti migliori della my generation? Certo, basta digitare online e si può vedere il curriculum, bastano cinque minuti. Era sempre stato così, in analogico, ma così. In ambito medicina i concorsi pubblici non erano – salvo rarità – falsificabili. Poteva accadere in quanto il valore dato alle pubblicazioni era altissimo. Anche con raccomandazioni e conoscenze era difficile frodare i colleghi più meritevoli.
Dal ’95, per effetto di una legge che sappiamo tutti da chi fu fatta al tempo del governo Dini-Bindi e quando Formigoni era governatore della Lombardia si è spianata la strada alla scienza: non più ai più illuminati e più santi, ma i più astuti e più politicizzati.
Questo è un errore di cui io ho parlato nel momento in cui si verificava, ma nessuno ancora oggi se ne è accorto. Non dico del mio intervento, ma del cambio di registro e delle sue conseguenze scientifiche, sociali, politiche, istituzionali, sanitarie. Oggi l’umanità si sta lamentando di una mancata diagnosi che purtroppo andava fatta molto prima.
Per quanto riguarda le case farmaceutiche sataniche, ecco una volta tanto voglio spendere una parola a loro favore. A me non sembrano così astute, e faccio un esempio. Come detto e ridetto prima, la proteina più coinvolta nel coronavirus è l’interleuchina-17. E chi conosce veramente la patogenesi del Covid-19, ha certamente subito osservato la similitudine tra SARS-CoV-2 e SARS-1, quindi l’importanza della stessa interleuchina 1-7. C’è un prodotto di una casa farmaceutica, il monoclonale anti-IL-17, che si chiama secukinumab che non è emerso quale farmaco utile. È stupefacente che la casa produttrice non si sia data da fare per proporlo. Si è lasciato che si diffondesse la voce solo del monoclonale anti-interleuchina-6, il famoso tocilizumab. Per questo dico che le case farmaceutiche non risultano poi così furbe e astute.

Lo spirito di soccorso e dedizione nei confronti del bisognoso dei medici di oggi è venuto meno? È stato scalzato da interessi vanesi e venali?

La prima dedizione di un medico è la scienza. Tra un medico dagli occhi glaciali ma che prescrive, supponiamo, la melatonina ad un malato di cancro avanzatissimo, e che propone solo terapie palliative, e un medico che come San Francesco va a trovare ogni mezzanotte gli ammalati (tranne ora che c’è il lockdown) ma non prescrive la melatonina. Agli occhi miei, e di Gesù Cristo, è più grande il primo dei due.
La prima santità del medico è la conoscenza, la scienza. La sua attitudine moralistica non conta nulla. E ritorno sul punto: in questo periodo son tutti bravi, ma come mai nessuno ha voluto visionare gli emocromi dei tamponi positivi? Fanno gesti meravigliosi, di abnegazione, dedizione al lavoro e di empatia col prossimo, ma qualcuno ama ancora la scienza nella sua purezza virginale?

Spessore metafisico

Gli organi del nostro corpo infatti portano su di loro i segni delle nostre precedenti sofferenze fisiche e psichiche, infezioni, atrofie, infiammazioni, sclerosi e degenerazioni, fino alla trasformazione maligna. Lo stato funzionale ed anatomico degli organi del nostro corpo rappresenta così la sintesi vivente della nostra storia esistenziale con i suoi errori, le sue ignoranze, le sue ingenuità, le sue trascuratezze e le sue fobie. (8)

Oltre alla dimensione fisica, è opportuno occuparsi anche di quella metafisica, sottile, spirituale? Cattivi sentimenti, risentimenti d’ordine vario, così come forti emozioni negative, hanno relazione con il sistema immunitario?

Immensamente. Ma è necessario, anzi sostanziale riconoscere il ponte sul quale l’effetto di uno stato psicologico impegnativo transita verso il sistema immunitario. Che un evento stressante induca a un’aumentata incidenza di tumori, è verissimo, ma è il tramite che fa testo.
Oggi psicologi e medicina sono tra loro incollati: a un dato medico rozzo si associa un dato elegante psicologico. Ma il punto è – ed è anche il solo della psiconeuroendocrinoimmunologia – quali molecole mediano tra emozioni e patologia? Come un’emozione può demolire il sistema immunitario? Perché gli stati di piacere e gli stati di estasi mistica sono pariteticamente immunostimolanti e protettivi dall’incidenza di tumori? Perché le molecole che entrano in gioco sono esattamente quelle che ci segnala la PNEI: gli ormoni della pineale, i cannabinoidi e, oltre all’ossitocina, fondamentale per la vita relazionale affettiva (e ricordiamo che la sindrome autistica ha un difetto anche di ossitocina). All’opposto, abbiamo osservato che tutte le molecole generata da una vita di stress, d’ansia e di depressione, vale a dire i peptidi, e i peptidi oppioidi e le catecolamine, sono immunodepressivi. Per cui, anni fa avremmo dato una dimensione esclusivamente morale al passaggio da metafisico a fisico. Perché se uno fa il bravo, si ammalerà di meno. Ora non più. Ora siamo al cospetto di molecole prodotte da noi stessi sotto l’impulso di vissuti personali. Ora più di ieri anche la scienza ha trovato la sua strada per la verità, già pronunciata migliaia di anni fa dalle tradizioni sapienziali. Ecco, la relazione è vera è in termini autobiologici. Avere consapevolezza che la biologia umana, noi stessi siamo, esistiamo per l’amore e l’apertura al mondo, riduce considerevolmente il rischio di autoammalarsi. Viceversa, ridurre la vita entro le consuetudini e i ruoli implica una pressione abnorme, implica trovarsi a difendere e sostenere dogmi, a esprimere i comportamenti dettati dai vizi capitali. Un gran bel pregresso per crearsi un destino a rischio patologia. La questione non è dunque relativa a una dimensione religiosa né etica, è intrabiologico. In questo consiste il pensiero che io presento come la vera opinione cristiana sulla scienza. Cioè la biologia non è indifferente allo spirito.
Ma l’attuale scienza non è più scienza, perché una scienza che ha creato un corpo umano artificiale e non studia il corpo umano, le sue strutture fondamentali per la regolazione della sua vita, cioè quelle già dette relative alla ghiandola pineale, al sistema cerebrale cannabinoide e ora aggiungiamo anche l’angiotensina 1-7. Se non ti occupi di questi elementi non operi nella scienza. Allora, se escludiamo il corpo umano, qualunque cosa si dica è nella falsità.

[…] la potenza del male consiste nella sua capacità di dare ordini alla mente umana manipolandone l’inconscio, senza lasciare alcuna traccia dell’ordine impartito. Una delle massime evidenze di questa strategia satanica è quella che riguarda il modo di insegnare la Scienza medica, da cui emerge che in tutte le Università d’Occidente venga costantemente in modo simil-seriale escluso lo studio solo di quelle strutture biologiche connesse con la vita spirituale e dalle quali dipende l’esprimersi dello spirito nel corpo biologico, innanzitutto a partire dalla ghiandola pineale, ritenuta ancora una semplice vestigia del passato. (9)

Conosce il lavoro di Candace Pert e di Bruce Lipton? Che ne pensa?

Certo, entrambi. Solo che si sono limitati ai primi studi sviluppati dalla PNEI.

Cosa ne pensa di Ryke Geerd Hamer, interdetto dall’albo dei medici in Germania, padre del figlio, colposamente assassinato a fucilate nel 1978 dal principe Vittorio Emanuele di Savoia. Il quale, osservando il tumore insorto in lui stesso a causa del vissuto per la perdita subita, ha sviluppato una ricerca che, sostanzialmente, correla in modo diretto un forte shock con l’avvio del processo canceroso?

Certo, lo conosco, di fama. Solo che lui proietta in sé e sul prossimo. I limiti scientifici della sua modalità sono tre: avere proiettato all’esterno un vissuto psichico; l’assenza del sistema immunitario, vero tramite tra psiche e biologia; citare immagini tratte dalla tac cerebrale che ha visto solo lui.

La PNEI è la scienza medica che studia la mediazione chimica dei dati di coscienza ed emozioni e il loro influsso sullo stato di salute del sistema immunitario?

Perfettissimo. Però dal punto di vista pratico, abbiamo come minimo, sono tre specialità in una: uno deve essere endocrinologo, immunologo e neurologo/psichiatra, o comunque deve conoscere anche la struttura nervosa. La probabilità statistica che un medico abbia queste competenze è bassissima.
Ci tengo poi a dire come la PNEI, che doveva solo unire la psiconeuroendocrinologia e l’immunologia, si è trovata a tamponare i buchi dell’endocrinologia studiando la pineale, e i buchi dei neurologi studiando il sistema cannabinoide, nonché quelli degli immunologi studiando le citochine. Ma non doveva essere compito della PNEI. Il suo compito era di unire queste tre conoscenze.

Perché le citochine – molecole proteiche – sono centrali nella PNEI?

Perché l’immunità non è solo una questione fisica tra cellule, come pensano ancora purtroppo tanti immunologi. Le cellule immunitarie comunicano per contatto, ma anche rilasciando ormoni, piccole ghiandole endocrine che entrano in circolazione. Sono proteine prodotte dalle cellule immunitarie attivate che tutto regolano. Per tutto, intendo la proliferazione cellulare, la risposta infiammatoria, la risposta fibrotica. Teniamo presente che la vecchiaia è una aumentata fibrosi degli organi. Ecco, per cui c’è questo binomio risposta infiammatoria-evoluzione in fibrosi che probabilmente è il dramma della sindrome post Covid-19, in cui il danno infiammatorio può portare ad un’evoluzione fibrotica. Come si può intervenire? Tutti dicono fisioterapia, ma non io. Perché la conoscenza delle citochine ci rende edotti sulla sua azione patogenetica. Allora, chi induce la fibrosi post Covid-19? Il TGF-β è la risposta. C’è qualcosa che abbassa il TGF-β? Certo che c’è, è l’angiotensina 1-7 più di tutti e, umilmente aggiungo, anche la melatonina. Se qualcuno chiedesse perché lasciar fuori il CBD e i cannabinoidi, la risposta è semplice, perché non è stato ancora dimostrato, mentre è dimostrato che i cannabinoidi agiscono inibendo la produzione di interleuchina 17-A, forse la più coinvolta nella patogenesi da Covid-19.
L’interleuchina 17 è il massimo veleno del corpo umano, così come l’angiotensina 1-7 è la miglior terapia, soprattutto se associata alla melatonina.
Io vedo un pianeta dove la scienza è morta per questioni economiche e d’interesse. Ma a livello epistemologico lo è in esclusiva in Italia.

Comunque la PNEI ha il necessario per poter affermare quanto è vero che il vissuto e il soma fanno corpo unico e così sono da intendere. Come aggiornare la cultura medica e non solo affinché si riconosca il limite delle specializzazioni?

Ovviamente quest’analisi è molto sottile però, avendo avuto modo di crescere anche nella mentalità filosofica, lo posso dire. Dietro ad ogni affermazione biologica c’è implicita una concezione antropologica. Una è quella duale, anima e corpo, e tutti erroneamente l’attribuiscono a Cartesio. L’altra è quella della fenomenologia, che io considero uno dei più grandi virus psichici del genere umano. Questa, propone una teoria monista: l’uomo è tutto intero corpo e tutto intero spirito. Anche i teologi sono divisi se schierarsi di qua o di là. Cartesio aveva posto il dualismo, ma aveva già cinquecento anni fa identificato nella ghiandola pineale – non tanto la sede dell’anima, come diceva lui, che è una versione, diciamo immaginifica – il tramite per il collegamento della coscienza al corpo. Oggi, cinquecento anni dopo, lo dice anche la vera scienza. In realtà – lo dico sia come uomo di scienza che di teologia – la definizione perfetta di uomo è quella inconsapevolmente rispettata da tutti fin dalla prima comunione, ovvero il dogma di Calcedonia: chi è Cristo? Due nature unite e distinte. Come è l’uomo? Unito e distinto. Quindi il mondo dibatte fra due falsità. L’uomo non è né dualista ma neanche un tutt’uno. L’uomo è due nature, come Cristo, unite e distinte.

Quante autoguarigioni? Quanti curati e quanti guariti a mezzo dei principi PNEI?

Autoguarigioni rarissime. Per i pazienti oncologici, considerati incurabili, la cui sopravvivenza attesa è inferiore a sei mesi, sono vivi a un anno oltre il 50% e a cinque anni attorno al 10%. Circa 200 milioni di persone nel mondo che sopravvivrebbero per almeno cinque anni con pochi euro al mese. Sono infatti due miliardi le persone che moriranno di tumore.
Come dimostrato da uno studio dell’agosto 2003 (10) pazienti considerati terminali dalla medicina ufficiale, sono tutt’ora in vita.

In occasione dei processi di guarigione ha assistito anche a un’evoluzione delle consapevolezze della persona, relative all’origine della malattia?

Tutte le guarigioni PNEI si associano ad evoluzioni di coscienza. Perché in questo tipo di cura è richiesta la consapevolezza del paziente nei confronti del senso della cura che sta facendo.

L’effetto trasformante della coscienza nei processi della vita è una trasmutazione grazie alla quale questi processi si avvicinano sempre di più alla loro vera natura. Come se nello stato di coscienza “infernale” le nostre energie, non sapendo cosa vogliono davvero, sbagliassero obiettivo, allontanandosi dai loro percorsi naturali. Quando ogni parte dell’uomo si ricorda cosa vuole davvero, la malattia diventa salute, e quella che prima era una parodia della vita diventa qualcosa che fino a quel momento era stato solo un’ombra. (11)

Tutto ciò potrebbe valere anche nei confronti di malattie quali il Covid-19?

Certo, in modo ancora più evidente, ovviamente secondo altre dinamiche.

La gestione della salute come cambierebbe con una diffusa cultura PNEI?

Ovviamente si partirebbe dalla scuola, ma non so cosa ne penserebbe la nostra attuale bravissima ministra Lucia Azzolina. Per primo, la dimensione spirituale dev’essere insegnata dallo stato, come pensava Leibniz. Cioè l’uomo è naturalmente spirito, quindi l’uomo che crede in Dio o no è comunque di natura spirituale. E quindi la società deve essere approntata sulla trinità dell’uomo. E allora chi è il grande politico? Colui che farà il bene del corpo, dell’anima e dello spirito dei suoi cittadini.
Sono inoltre convinto che sia stata una scelta politica quella di levare lo studio della filosofia nelle facoltà di medicina. È stato un vero e proprio protocollo politico.
La prevenzione non deve corrispondere a una ricerca poliziesca di un danno già presente – supponiamo 300 di colesterolo – ma dev’essere la ricerca di quelle alterazioni presenti le quali è verosimile che una persona sviluppi in uno stato di malattia. Quali sono questi esami che entreranno nella diagnostica di screening di massa nel futuro? Esattamente la valutazione di quelle strutture che presiedono all’integralità biologica, la melatonina, valutabile sulle urine del giorno e della notte. Con una produzione notturna di melatonina di due o tre volte superiore a quella diurna, siamo informati sul buono stato di salute della persona. Poi, tutta la complessità del sistema cannabinergico del corpo umano si può valutare osservando l’enzima che distrugge i cannabinoidi, il FAAH, Fatty Acid Amide Hydrolase. Se questo enzima è alto, quella persona ha un ipotono cannabinoide e quindi una iper-tendenza infiammatoria.
Ecco, per cui la prevenzione presuppone una nuova conoscenza e una nuova diagnostica. Modalità che sono state seguite fin verso il qui pluricitato 1995. Poi la scelta sanitaria fu politica e qualcuno volle decapitare l’idea che sosteneva quelle scelte. Tra cui, esattamente quegli esami che se avessimo seguitato a sostenere in questi venticinque anni, probabilmente ora vincere il coronavirus sarebbe stato un problema facilissimo.

Dovremmo passare da una scienza e da una cultura meccaniciste ad una relativa al campo, al contesto in cui gli eventi insorgono nella persona. Una cultura quindi non più di protocolli universali e dogmatici, ma fondata sul principio che la realtà vissuta dal soggetto è nella relazione che ha avuto con le vicende fisiche e metafisiche che compongono la sua biografia?

Eh sì, ma non ho mai visto che da un programma scaturisse un mutamento di registro. Il cambiamento della scienza, ma di qualunque realtà, deve avvenire dall’interno. Quindi il primo atto è migliorare ciò che c’è. E questo è platealmente evidente nella chemioterapia anti tumorale, la cui efficacia e tolleranza è migliorata da un approccio congiunto PNEI. Tutto ciò che c’è ha un senso e non possiamo in modo apodittico condannare o sovraesaltare.
La parola “integrato” difatti si sta imponendo, ma nessuno si chiede “ma cosa voglio integrare?” È la drammatica parola delle medicine complementari. “Integriamo”, sì, ma cosa? Noi, la PNEI, proponiamo come sintesi di ogni integrazione la condizione immunitaria, che è oggi, grazie a Dio, visibile perlomeno a livello clinico, e che consente al medico di avere un senso prognostico del paziente. Parlo ancora del banale rapporto linfociti-monociti, che è l’esame principale, che è fortemente alterato nel caso del coronavirus. Ogni volta che sento gente disquisire sulla questione delle autopsie “sconsigliate”, eccetera, mi rammento che a tutti è sfuggito il vero complotto, cioè non vedere neanche l’emocromo, non interpretarlo, e allora dico, complottisti di tutto il mondo unitevi.
Cosa intende quando dice – l’ho letto in un suo lavoro – che “serve una diagnostica di laboratorio che trasferisca le indagini ad una condizione prepatologica”?

Prima di vedere il danno anatomico, per esempio con una gastroscopia o quello molecolare con il colesterolo a 300 o la glicemia a 250, avvengono eventi che un tempo potevamo postulare filosoficamente, mentre oggi li conosciamo scientificamente. Avvengono alterazioni nei due sistemi preposti alla modulazione neuroimmunologica; li ricordo: l’unità funzionale ghiandola pineale-sistema cannabinoide, ora da integrare con la lezione del coronavirus, ovvero con il sistema ACE2/ angiotensina 1-7. Se questi due sistemi non funzionano, prima o poi si avrà il problema, che potrà essere cardiovascolare, neoplastico, o tipo autoimmune, potrà essere neurodegenerativo quindi Alzheimer o morbo di Parkinson. In tutti i casi, il minimo comun denominatore è il fatto che salta l’equilibrio fra risposta infiammatoria e risposta antinfiammatoria. In questo equilibrio c’è tutta la storia evolutiva della specie umana. I sistemi antinfiammatori umani, la ghiandola pineale, i cannabinoidi e questa nuova angiotensina 1-7. La triade sacra è dunque: melatonina, CBD e angiotensina 1-7. La cosiddetta attuale scienza medica ha già messo in croce melatonina e CBD. Vediamo come reagirà nei confronti dell’angiotensina 1-7.
Il sistema immunitario, dispone di 45 citochine, 40 delle quali sono dette interleuchine. Gran parte delle citochine sono pro-infiammatorie. Sono antiinfiammatorie, il TGF-β (Transforming growth factor beta), l’interleuchina 10, l’interleuchina 35. Queste ultime purtroppo sono glicoproteine che hanno purtroppo effetti immuno-soppressivi, specie sull’immunità antitumorale. E allora come provvede il corpo umano? Con un equilibrio le cui radici non sono più nelle citochine, nel sistema citochinico, ma nella risposta immunitaria. Perciò attraverso il sistema pineale-cannabinoidi-angiotensina 1-7 presiede neuroendocrinologicamente alla risposta antinfiammatoria. Senza la pineale non si muore subito ma la qualità della vita peggiora di mese in mese; senza una funzionalità dell’angiotensina 1-7 l’uomo muore, cioè il corpo sviluppa una risposta infiammatoria che diventa incontrollabile, coronavirus docet, o per trombosi o per distress, il meccanismo – mi dispiace che il Dottor Montanari pensi diversamente – è lo stesso dovuto alla stessa causa.
Ma ecco allora la colpa degli omeopati. Dico, il coronavirus vi da modo di dire: “vedete che avevamo ragione noi, che non è l’agente patogeno ma la risposta patologica immuno-infiammatoria della persona?” Più volte ho detto loro di usare la formula “risposta biologica”. Il loro orgoglio li ha portati a perdere. Gli omeopati non hanno capito l’omeopatia. Non gli interessa evolvere. Perché loro dicono che non si può dimostrare l’omeopatia – e sono il primo a dirlo, i meccanismi dell’omeopatia agiscono sul corpo eterico, finché non si fotografa non lo si può dimostrare – ma gli effetti sì, e questo loro non lo fanno.

La fisica quantistica non è presente nei suoi argomenti. In che termini è fuori o è in sovrapposizione alla prospettiva PNEI?

Io, per la mia tradizione essenica condivido il testo base, fondativo di tutti i veri studiosi delle scienze magiche, La guarigione esoterica. È stato scritto da Alice Bailey nel 1921 sotto dettatura medianica di un monaco tibetano, un certo Djwal Khul. Chi conosce la letteratura teosofica ne è al corrente. Vi si trovano due cose che premono alla gerarchia dei maestri: una, quando l’endocrinologia, la psicologia e la medicina saranno uno, leggasi PNEI, e l’altra, quando sarà fotografato il corpo eterico. Sono questi due i compiti chiesti all’umanità, ai discepoli della nuova Era. La psiconeuroendocrinoimmunologia clinica è opera esclusivamente di un gruppo dichiaratamente riferito e coniugato alla tradizione essenica. Per il secondo compito, si sperava che il resto del mondo si occupasse della fotografia del corpo eterico. (12)
Ecco, se chi si occupa di fisica quantistica mi fa fotografare il corpo eterico, mi viene spontaneo di dire che già in quella fotografia a Kirlian si poteva vedere l’aura eterica. Quindi mi rifiuto di credere che in cinquant’anni la tecnologia non sia andata avanti a sufficienza per fotografare il corpo eterico. Quando un fisico quantistico mi fotograferà il corpo eterico, lo prenderò in considerazione. Per il momento possiamo farne a meno.
Si può dire che in campo medico, con la PNEI, stiamo assistendo ad una sorta di sincretismo sapienziale tra la ricerca della Tradizione orientale, olistica, e quella analitica d’Occidente? Uno sviluppo peraltro già avvenuto con la fisica quantistica in merito alla concezione della realtà, della materia, dell’oggettività, nonché della realtà nella relazione.

No, sincretismo è quello della fisica quantistica. È sintesi quello della PNEI. Che differenza? Sincretismo è un mettere assieme senza una logica originaria, fondativa, unitiva, e quindi si prendono un po’ teorie della medicina cinese, un po’ dalla fisica quantistica; ecco questo è sincretismo. Quella della PNEI è sintesi, cioè tutte le sapienze riferite all’essere umano – medicina, psicologia e filosofia, teologia, sociologia, sessuologia e giurisprudenza – devono riconoscere una verità identica. Ecco la PNEI pone questa verità, ovvero che il corpo umano è strutturato dall’amore, per l’amore e in funzione dell’amore. La PNEI rende scienza ciò che un tempo era o poesia, o teologia o filosofia. Questo era il lieto annuncio all’alba del terzo millennio, ineunte direbbe Giovanni Paolo II: è già ineunte da vent’anni ma ancora ineunte non lo vedo.

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 COVID-19 Disease as an Acute Angiotensin 1-7 Deficiency: A Preliminary Phase 2 Study with Angiotensin 1-7 in Association with Melatonin and Cannabidiol in Symptomatic COVID19 -Infected Subjects (13)
[La patologia da Covid-19 come un’acuta carenza di angiotensina 1-7: la fase 2 di uno studio preliminare con angiotensina 1-7 associata a melatonina e cannabidioli in soggetti sintomatici infetti da Covid-19. nda]
Quanto affermato dal professor Paolo Lissoni nella presente intervista, è relativo a uno studio realizzato insieme al gruppo di ricerca dell’Istituto di Medicina Biologica di Milano. Il cui risultato è stato recentemente trasmesso al Journal of Infectiology (Grand Rapids, Michigan, USA), che lo ha accettato il 30 dicembre 2020, ed è in attesa di pubblicazione. È una ricerca dedicata all’angiotensina 1-7 associata alla melatonina e al cannabidiolo quale terapia idonea al Covid-19.
Qui il link dell’articolo integrale, dal quale estrapoliamo qualche brano.

Questo studio preliminare intende proporre come un approccio neuroimmune, che consiste nell’associazione della melatonina e del CBD con l’angiotensina 1-7, sia un effettivo e non tossico regime di terapia per i sintomi collegati al Covid-19, che può inoltre controllare l’evoluzione clinica della malattia e ridurre il bisogno di ospedalizzazione.
[...]
È risaputo che il recettore ACE2 è la chiave per l’entrata del Covid-19 all’interno delle cellule umane. L’ACE2 è poi l’enzima responsabile per la generazione dell’angiotensina 1-7.
[...]
L’angiotensina 1-7 può inoltre prevenire lo sviluppo di una sindrome respiratoria acuta da distress (acute respiratory distress syndrome: ARDS), e il fenomeno trombotico, che rappresentano le maggiori complicazioni dovute all’infezione da Covid-19.
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Gli effetti antinfiammatori dei cannabinoidi dipendono in gran parte dai loro effetti inibitori sulla secrezione della IL-17, che costituirebbe la principale citochina infiammatoria coinvolta nell’infezione da Covid-19.
[...]
La malattia da Covid-19 potrebbe essere considerata come una acuta e severa patologia neuro-endocrina-immune, per il fatto che coinvolge sia il sistema immunitario che quello neuroendocrino, con un risultato finale di un’acuta carenza di angiotensina 1-7.
[...]
Dal punto di vista fisiopatologico, la terapia principale per il Covid-19 dovrebbe essere la somministrazione di angiotensina 1-7. Questa affermazione è altresì giustificata dal fatto che tutti i fattori predisponenti le complicazioni cliniche dovute alla malattia da Covid-19, incluse ipertensione, obesità, diabete, età e sesso maschile, sono caratterizzate da una già ridotta produzione endogena di angiotensina 1-7.
[...]
Nessuno dei pazienti trattati con melatonina e CBD, con o senza una somministrazione concomitante di angiotensina 1-7, hanno avuto bisogno di ospedalizzazione per complicazioni polmonari o altre importanti complicazioni.
[...]
Inoltre, da un punto di vista psico-emozionale, tutti i pazienti che hanno ricevuto la terapia neuroimmune hanno subito un sollievo dall’ansia, un migliore stato di coscienza, e un miglioramento nella qualità del sonno.
[...]
In conclusione, oltre al ruolo fondamentale svolto per la prevenzione dell’infezione dalla distanza interpersonale e dalle mascherine, questo studio propone come un’ulteriore via per controllare la diffusione da Covid-19 sia quella di agire sulla risposta biologica dei pazienti migliorando la loro potenza antinfiammatoria.

Incarichi professionali
Dal 2016 IMBIO Istituto di Medicina Biologica, via Giacinto Gallina, 10 Milano
Dal 2016 International PNEI Institute of Milan, Via Mauro Macchi, 10 Milano
2004-2005: Professore Ordinario del primo corso mondiale di specializzazione in Psiconeuroimmunologia Clinica presso l’Università Ambrosiana di Milano
Dal 2001: Membro dell’Editorial Board della rivista internazionale Neuroendocrinological Letters
Dal 1999: Docente presso la Scuola di specializzazione in Chemioterapia dell’Università degli Studi di Milano
Dal 1999: Docente del corso di Oncologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca
Dal 1999/2000: Docente del corso elettivo di Neuroimmunomodulazione nei Tumori solidi presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano-Bicocca
Dal gennaio 1999: Dirigente medico 2B presso il servizio di Oncologia Medica del reparto di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale San Gerardo di Monza
Dal 1995: Membro dell’Editorial board della rivista internazionale Advances in Cancer therapy
Dal 1990: Revisore delle pubblicazioni per conto di diverse riviste scientifiche internazionali, in particolare British Journal Cancer, European Journal of Cancer, Oncology
Dal 1985 al 1998: Oncologo Medico presso il Reparto di Radioterapia Oncologica dell’Ospedale San Gerardo di Monza
Dal 1984 al 1985: Assistente Medico presso il Nucleo Operativo Tossicodipendenze della USLL di Monza
Dal 1980 al 1984: Assistente Medico presso il Centro Auxologico di Piancavallo

Riconoscimenti
2003: Premio per le ricerche nel campo della Neuroimmunoterapia dei Tumori conferito dal National Cancer Institute di Washington
1996: Premio per la Medicina Olistica conferito dal Ministero della Sanità della Repubblica di San Marino

Bibliografia
Paolo Lissoni, Nicoletta Merli, Oncologia integrata e Pnei. Il ruolo delle terapie bio-naturali, Baiso (Re), Verdechiaro, 2019
Paolo Lissoni, Il romanzo delle Pnei, Baiso (Re), Verdechiaro, 2019
Paolo Lissoni, PNEI stella cometa della medicina moderna. La scienza dei magi. Elementi avanzati di Pnei Spirituale, Io sono edizioni, 2019
Paolo Lissoni, Giusy Messina, Il dottor Cristo: il Cristo come medico, Milano, Natur, 2019
Paolo Lissoni, La medicina essenica da Qumran alla psiconeuroendocrinoimmunologia, Milano, Natur, 2011
Paolo Lissoni, Dalla medicina dei Profeti alla Pnei, Baiso (Re), Verdechiaro, 2019
Paolo Lissoni, Arianna Lissoni, Giusy Messina, Franco Rovelli, L’immunità nell’unità della vita, Milano, Natur, 2017
Paolo Lissoni, Giusy Messina, Franco Rovelli, I fondamenti teorici della clinica dello spirito, Milano, Natur, 2015
Paolo Lissoni, La via per una Sessualità spirituale, Milano, Natur, 2013
Paolo Lissoni, La Scienza dei Profeti, Milano, Natur, 2008
Paolo Lissoni, Teologia della Sessualità, Milano, Natur, 2007
Paolo Lissoni, Medicina e Vangelo nel solo Corano, Milano, Natur, 2006
Paolo Lissoni, Principi di Psiconeuroendocrinoimmunologia clinica, Milano, Natur, 2006
Paolo Lissoni, La psicologia nelle malattie tumorali, Milano, Natur, 2004
Paolo Lissoni, Teologia della scienza, Milano, Natur, 2003
Paolo Lissoni, Vademecum della nuova umanità. Dalla tradizione essena la soluzione ai Conflitti Ancestrali che affliggono il genere umano, Baiso (Re), Verdechiaro, 2020
Paolo Lissoni, Una Umana esistenza. 1972-2020 dalla Via delle Indie al dramma del Coronavirus, Baiso (Re), Verdechiaro, 2020

Le ricerche sperimentali e cliniche condotte per più di vent’anni nel campo della Psiconeuroimmunologia si sono tradotte in 698 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali e straniere. Questi studi hanno apportato un contributo determinante a livello internazionale, in particolare sulla fisiologia della ghiandola pineale, la valutazione psiconeuroendocrina dei pazienti oncologici, sul significato prognostico della prolattina nel carcinoma mammario, sull’evoluzione dell’immunoterapia dei tumori con interleuchina-2 (IL-2), sulla fisiopatologia immunoendocrina nei pazienti oncologici.
Tali ricerche hanno permesso di realizzare il primo esempio storico di applicazione clinica – sia a livello diagnostico che terapeutico – della Psiconeuroendocrinoimmunologia (PNEI), giungendo in questo modo all’elaborazione di una nuova specializzazione medica.
L’apporto fondamentale all’evoluzione della PNEI è confermato in particolare attraverso numerose pubblicazioni, tra le quali segnaliamo:

Lissoni P., Viviani S., Bajetta E. et al., A clinical study of the pineal gland activity in oncologic patients, Cancer, 57: 837, 1986
Lissoni P., Esposti D., Esposti G. et al., A clinical study on the relationship between the pineal gland and the opioid system, J Neural Transm, 65: 63, 1986
Lissoni P., Barni S., Rovelli F. et al., Lower survival in metastatic cancer patients with reduced interleukin- 2 blood concentrations, Oncology, 48: 125, 1991
Brivio F., Lissoni P., Tisi E. et al., Effects of a preoperative therapy with interleukin-2 on surgery-induced lymphocytopenia in cancer patients, Oncology, 49: 215, 1992
Lissoni P., Pittalis S., Vigorè L. et al., The heart as an immunomodulator organ, Cardiol Eld, 1: 227, 1993
Lissoni P., Fumagalli L., Paolorossi F., Mandalà M., Changes in lymphocyte number during cancer chemotherapy and their relation to clinical response, The International Journal of Biological Markers, 14, 2: 115-117, 1999
Lissoni P., Chilelli M., Villa S., Cerizza L., Tancini G., Five years survival in metastatic non-small cell lung cancer patients treated with chemotherapy alone or chemotherapy and melatonin: a randomized trial, Journal of Pineal Research, 35(1):12-5, 2003
Lissoni P., Messina G., Rovelli F., Merli N., Cusmai R., Brivio F., Lissoni A.,
Di Fede G., The Biochemical Fundamental Biomarkers of The Status of Health Against Cancer and Cardiovascular Diseases: Presence of Cortisol and Melatonin Circadian Rhythms, Normal Blood Levels of Fatty Acid Amide Hydrolase (FAAH) and Transforming Growth Factor-Beta (TGFBeta), and Normal Values of Lymphocyte-to-Monocyte Ratio (LMR) and Atrial Natriuretic Peptide (ANP)-to-Endothelin-1 (Et-1) Ratio, Journal of Immunological Sciences, 3(3): 1-5, 2019
Lissoni P, Rovelli F, Monzon A, Privitera C, Messina G, Porro G, Di Fede G., Lissoni A., Colciago M., Pelizzoni F., et al. Evidence of Abnormally Low Lymphocyte-To-Monocyte Ratio In Covid-19-Induced Severe Acute Respiratory Syndrome. Journal of Immunology and Allergy, 1(2):1-6, 2020
Lissoni P, Rovelli F, Monzon A, Messina G, Porta E, Porro G, Pensato S, Martin E, Sassola A, Caddeo A, Galli C, Merli N, Valentini A, Di Fede G. COVID-19 Disease as an Acute Angiotensin 1-7 Deficiency: A Preliminary Phase 2 Study with Angiotensin 1-7 in Association with Melatonin and Cannabidiol in Symptomatic COVID-19 -Infected Subjects. Journal of Infectiology, 3(2): 13-16, 2020

Note
1 – Paolo Lissoni, Teologia della Scienza – Scienza è Conoscenza, s.l., Natur, 2003 pp. 17-18
2 – https://www.inrca.it/inrca/files/Marzio/Documenti/Evidence%20of%20Abnormally%20Low%20LMR.pdf
3 – Paolo Lissoni, Teologia della Scienza – Scienza è Conoscenza, s.l., Natur, 2003, p. 15
4, 6, 7 – https://www.infectiologyjournal.com/articles/covid-19-disease-as-an-acute-angiotensin-1-7-deficiency-a-preliminary-phase-2-study-with-angiotensin-1-7-in-association-with-melatonin-and-cannabidiol-in-symptomatic-covid19-infected-subjects
5 – Paolo Lissoni, Approccio naturale integrato PNEI alle malattie autoimmuni, Baiso (Re), Verdechiaro, 2020, p. 63
8 – Paolo Lissoni, Dalla Medicina dei Profeti alla PNEI. L’Amore e il Piacere come unici veri fondamenti di ogni santità spirituale e di ogni perfetta salute fisica. Baiso (Re), Verdechiaro, 2019, p. 61
9 – Paolo Lissoni, Dalla Medicina dei Profeti alla PNEI. L’Amore e il Piacere come unici veri fondamenti di ogni santità spirituale e di ogni perfetta salute fisica. Baiso (Re), Verdechiaro, 2019, p. 58
10 – https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/12823608/

11 – Claudio Naranjo, Viaggio di guarigione, il potenziale curativo nella terapia psichedelica, Roma, Spazio Interiore, 2016
12 – Aura o corpo eterico o energetico. Fisicamente si esprime come una luminosità che avvolge il corpo fisico. Energeticamente indica la condizione intima di equilibrio della persona.
13 – https://www.infectiologyjournal.com/articles/covid-19-disease-as-an-acute-angiotensin-1-7-deficiency-a-preliminary-phase-2-study-with-angiotensin-1-7-in-association-with-melatonin-and-cannabidiol-in-symptomatic-covid19-infected-subjects

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Risultato della ricerca:

Tutte le basi NATO in Italia – Ed “Il soave profumo dell’imperialismo” – Recensione

GENERALITÀ
Una base è essenzialmente una località circondata da segreto che, per definizione, può nascondere segreti. Ciò che esiste al suo interno, uomini e materiali, è difficile, quando non impossibile, da conoscere nel dettaglio. Una base si configura come un’isola incastonata all’interno del nostro territorio nazionale, una porzione di superficie alla quale non si può avere libero accesso (cosa che sarebbe, invece, legittimo concedere, se non altro, alle Autorità preposte) e che, nel contempo, alla pari delle sedi diplomatiche (ma queste ultime avendone pieno diritto) gode di prerogative di extraterritorialità. Non solo. Gli USA hanno basi sparse in tutto il Mondo. Quelle ospitate in alcune porzioni di superficie del nostro territorio da una parte non sono accessibili ai diretti controlli istituzionali (e quando lo sono, lo sono segretamente, cioè con formule truccate), dall’altra fanno parte di una ragnatela che le connette ad altre basi. La loro stessa esistenza, in tal modo, viola i confini statali senza alcun riguardo per gli accordi internazionali. Viene quasi da ridere al pensiero che i nostri confini siano violati dagli immigrati clandestini. Mi pare che nel caso delle basi si sia in presenza di ben altri immigrati e di ben altri clandestini. Anche qui, come in altre faccende, ciò che manca, innanzitutto, è la decenza!

FUNZIONI
Da un punto di vista specificamente militare, una base è un luogo dove possono essere custodite delle forze ma anche un luogo di ridistribuzione e proiezione delle stesse. All’interno essa permette l’addestramento d’uomini e mezzi e lo svolgimento di “operazioni di spionaggio e sabotaggio”. Il riserbo mantenuto su tali luoghi consente anche la sperimentazione d’apparecchiature segrete e può essere un punto di riferimento per la condotta della navigazione elettronica.
A quanto risulta da una serie di inchieste giudiziarie, in Italia le basi NATO sono state utilizzate come nascondiglio clandestino per operazioni speciali che facevano capo a “Gladio” (esercito anticomunista organizzato da NATO-CIA) e anche da deposito di armi per la medesima organizzazione. Si è ipotizzato inoltre che le “operazioni” consistessero in organizzazioni di “colpi di stato” e in “attentati” (1960-1985).
In particolare, attraverso accordi “sotterranei” tra i servizi Usa (la Cia) e quelli italiani (Sifar) fu a suo tempo possibile la costituzione di “Basi Nazionali Clandestine” (BNC, come quelle operanti con la Gladio) e di depositi di armi nascosti (i cosiddetti Nasco), oltre alla costruzione di gruppi di operatori speciali dei servizi chiamati “Ossi”, la cui identità rimaneva celata tramite l’uso di documenti segreti. In seguito, la seconda Corte di Assise di Roma con sentenza del 21 dicembre 1996, dichiarò tali gruppi “eversivi dell’ordine costituzionale”. Ma ciò non è tutto. Sin dal 1952, con uno dei primissimi accordi segreti, i servizi americani ed italiani si accordarono per la costruzione della base di Capo Marargiu di Gladio in Sardegna. Si trattava “ufficialmente” di una base italiana, tuttavia progettata e pagata dagli Usa, che avrebbe ospitato, in caso di colpo di Stato (auspicato per evitare l’ingresso del PCI nell’area di governo) i personaggi considerati politicamente pericolosi (i cosiddetti enucleandi). La lista di questi “deportabili”, circa seicento fra uomini di cultura, politici e professionisti di varia estrazione politica e sociale, esiste tuttora, ma nessuno si è mai fatto carico di renderla pubblica.
In maniera più che esplicita. nell’accordo italo-statuniitense del cosiddetto piano Demagnetize (smagnetizzare i comunisti), un’altra diavoleria uscita fuori dalle menti malate degli ultra-atlantici, si legge: “I governi italiano e francese non devono essere a conoscenza, essendo evidente che l’accordo può interferire con la loro rispettiva sovranità nazionale”. Com’è evidente, nel caso specifico, erano addirittura esclusi dalla conoscenza i governi italiano e francese, mentre tutto si svolgeva a livello dei Servizi Segreti dei rispettivi Paesi, in combutta con la CIA.

DEPOSITO DI ARMI
Può capitare – e capita – che armi bandite nell’ambito dello Stato ospite (ad esempio le mine antiuomo), siano invece tranquillamente conservate nei depositi di armi delle basi NATO, in attesa di essere utilizzate. Nel nostro paese, infatti, è stato stabilito che tali armi venissero distrutte, ma nelle basi USA ne continuano a rimanere conservati grandissimi quantitativi: da lì possono essere spedite in tutto il mondo, in tal mondo violando anche la legge italiana che limita e condiziona la vendita delle armi, ma che non vale per le basi straniere. Per quanto se ne sappia, allo stato attuale, Milano, dopo New York, è la seconda piazza del Mondo, per la vendita di armi.
Solo per fare qualche esempio, nelle basi NATO di Aviano nel Friuli e Ghedi in Lombardia, sono presenti novanta testate atomiche e noi sappiamo che un referendum ha stabilito – nel nostro paese – la messa al bando dell’energia atomica per usi civili, figuriamoci per usi militari. Va precisato che le armi nucleari e i vettori custoditi in alcune basi sono nelle condizioni di portare distruzione anche oltre i confini italiani, in altre parole ben al di là di quei limiti che la Costituzione considera come “riferimento” per il concetto di difesa. Sono così violati gli articoli 11 (primo e secondo comma), l’articolo 78 e l’articolo 87 (nono comma), e ci troviamo di fronte ad una deroga al principio del ripudio della guerra ed alle prerogative del Parlamento ed alle procedure costituzionali previste per lo stato di guerra. Va detto in ogni caso, per onestà, che dopo la partecipazione diretta dell’Italia, intesa quest’ultima non come somma indistinta d’individui, bensì come espressione delle congreghe governative rappresentative dei poteri forti (talmente forti da essere totalmente “asserviti agli interessi” dei Padroni d’Oltre Oceano!), alla cosiddetta “Guerra del Kosovo”, essa, da un punto di vista istituzionale è già completamente compromessa, sporcata, infangata dal lordume guerrafondaio tipico d’ogni capitalismo che si rispetti.

PERSONALE
Riguardo al numero dei soggetti utilizzati all’interno delle basi Usa e Nato in Italia, non è del tutto noto, circostanza che configura in ogni caso un altro segreto idiota. Ad ogni modo, secondo le solite fonti ufficiose, dovrebbe trattarsi di circa 13.000 militari e 15.000 civili, dipendenti da 18 comandi di vario rango. La maggiore concentrazione di uomini si ha nelle basi di Camp Ederle (Vicenza), Aviano (Friuli), Camp Darby (Toscana), Napoli (Campania), Sigonella (Sicilia) e S. Vito dei Normanni (Puglia, parzialmente smobilitata e riusata temporaneamente in occasione della guerra del Kosovo e recentemente dismessa).

RUOLO STRATEGICO
L’Italia rappresenta una delle più importanti basi di stazionamento e logistiche per le operazioni dentro e oltre la regione immediata. A proposito della regione centrale europea, l’Italia presenta il vantaggio militare di profondità strategica garantendo, allo stesso tempo, una presenza-chiave sulla linea del fronte nel Mediterraneo.
Il ruolo strategico delle basi USA in Italia è fuori discussione: l’Italia contribuisce attivamente alle cosiddette “operazioni di sicurezza”. In realtà si tratta solo d’”azioni di disturbo nei confronti di Paesi sovrani”. Da ultimo, nelle missioni contro la Jugoslavia, le basi Nato in Italia ebbero un ruolo essenziale nel sostegno alle operazioni in Bosnia, in Serbia e nel Kosovo. Inoltre lungo lo spartiacque Veneto-Friuli è presente una linea di postazioni missilistiche, servite da una vera e propria catena di radar e in Puglia, nel 1957, furono installati 30 missili a medio raggio (2500 Km) con testata atomica.
Com’è noto le basi Usa e Nato in Italia sono state nel tempo costituite sulla premessa di un presunto “stato di necessità” per fronteggiare la minaccia sovietica, all’insegna della segretezza e in rapporto ad una esigenza di protezione rispetto al blocco di Varsavia.
La minaccia sovietica (che del resto fu una minaccia presente solo nelle menti malate dei generali yankee e di qualche collega “pari” italiano) è ora visivamente scomparsa. Non sono però scomparse le basi, anzi, a tal proposito, si nota addirittura un deciso incremento nella loro consistenza in uomini e mezzi. Un esempio è la base di Aviano, che, in tempi recenti, ha visto quasi raddoppiare il personale operativo interno.
Se la guerra fredda è finita, c’è da chiedersi perché tali esigenze di sicurezza e segretezza siano ancora esistenti. E c’è da chiedersi, ancora, se si possa continuare a tenere il Parlamento all’oscuro di tutto ciò che succede all’interno di queste sedi extraterritoriali, considerabili a tutti gli effetti “covi di sovversione contro la sovranità del nostro Paese”. A proposito di tale pasticcio non sarà inutile ricordare che esistono dei “protocolli segreti aggiuntivi della Nato” che, ancora a distanza di oltre mezzo secolo, non conosciamo né sommariamente né tanto meno nei dettagli. Si tratta ovviamente di una materia che ci fa capire chiaramente la condizione di “sovranità limitata” in cui ci troviamo, tacitamente accettata da tutti i governi della Repubblica.

POSIZIONE GIURIDICA
Se andiamo ad esaminare il retroterra giuridico che ha permesso il sorgere di queste basi in Italia, troviamo l’articolo 80 della Costituzione in base al quale è stabilito che la stipula dei trattati internazionali, essendo di natura politica, prevede arbitrati o regolamenti giudiziari, e qualora comportasse (com’è prevedibile) anche variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di legge, è stabilito che siano le Camere ad autorizzarne la ratifica tramite specifiche norme di legge. E tuttavia sappiamo che molti accordi internazionali rientranti nelle categorie dell’articolo 80 non sono mai stati sottoposti alla ratifica delle Camere ed alla ratifica, cosa ancora più grave, del Presidente della Repubblica, come previsto dall’articolo 87. In pratica, come più volte ripetuto, “molte basi sono sorte al di fuori della conoscenza e dell’autorizzazione del Parlamento”.
È osservabile che operazioni più o meno segrete abbiano comportato in Italia la creazione di un numero enorme di basi ed insediamenti con la presenza di militari USA, ma fra questi solo alcuni sono stati sottoposti a verifica, in particolare solo quelli per i quali si prevedeva dovesse esservi uno scambio con un altro paese contraente e, conseguente ratifica. La verità è che alcuni trattati sono noti solo a livello governativo o, addirittura, dei servizi segreti. A parere dello scrivente è del tutto inconcepibile che né il Parlamento, né il capo dello Stato siano stati messi a conoscenza di taluni accordi.
Il deputato Mauro Bulgarelli, promotore di un referendum per smantellare qualsiasi armamento nucleare sul territorio italiano, redasse a suo tempo una proposta di legge per la desecretazione dei documenti di Stato, nonché per fare luce sulle troppe questioni che rimangono nascoste all’opinione pubblica, dalle basi militari alle stragi.
È chiaro che, pur di evitare che le Autorità venissero a conoscenza, in qualche modo, di questi accordi segreti, gli addetti ai lavori non sono stati con le mani in mano, ingegnandosi nel creare qualche inghippo. Uno fra i tanti, per esempio, ha ideato il farraginoso concetto di “accordi in forma semplificata”, il che vuol dire, in pratica, che la conclusione dovrebbe spettare al governo per effetto di delega. In maniera più specifica si dice poi che nella questione interviene il problema del segreto: si afferma in ultima istanza che tutto ciò che riguarda le basi è coperto dal segreto e da una non altrimenti precisata “riservatezza”. Conclusione: di fronte a tutto questo, anche le espressioni della sovranità nazionale, Camere in testa, devono inginocchiarsi.
Del resto l’articolo 64 della Costituzione recita: “Ciascuna delle due Camere e il Parlamento a Camere riunite possono deliberare di adunarsi in seduta segreta”. Sta a vedere se sia il caso di fidarsi del Parlamento. Forse non più di quanto ci si possa fidare dei servizi segreti!
Tutto ciò premesso, a tutt’oggi in Italia non esiste una distinzione chiara tra basi USA e basi NATO con presenza statunitense. È, infatti, difficile determinare se e a quale titolo le basi, le installazioni e le infrastrutture presenti nel territorio italiano siano riconducibili alla NATO oppure siano legate ad accordi bilaterali Italia – Stati Uniti.
Da ciò deriva che tutte le installazioni gestite dagli statunitensi sono al tempo stesso comandi o infrastrutture della NATO e delle forze armate nordamericane. Tale ambiguità ha come conseguenza che non si sa mai con certezza chi dovrebbe esercitare la sovranità su queste installazioni, se gli statunitensi o gli italiani.
Complessivamente abbiamo quattro tipi di basi militari:
Basi e infrastrutture concesse in uso agli USA, in base agli accordi segreti del 29 giugno 1951 e del 20 ottobre 1954. In base a tali accordi, e solo in teoria, le installazioni sono poste sotto comando italiano e i comandi USA detengono il controllo militare su equipaggiamento e operazioni.
Basi NATO, in base agli accordi dell’Alleanza Atlantica.
Basi italiane “precettate” per l’assegnazione alla NATO, cioè messe a disposizione del blocco militare d’Oltre Oceano, in base agli accordi dell’Alleanza Atlantica.
Basi promiscue (USA, NATO e Italia), in base agli accordi segreti di cui sopra e in base agli accordi dell’Alleanza Atlantica.

COSTO DI MANTENIMENTO
Mauro Bulgarelli, deputato verde, denuncia: ogni anno gli italiani versano in media 400 milioni di euro per mantenere ufficiali e soldati dell’esercito Usa di stanza nel nostro territorio, da Aviano alla Maddalena, da Ghedi a Camp Derby.
Tale dato è compreso nell’importante documento denominato “Report on Allied Contributions to the Common Defense” (rapporto sui contributi degli alleati alla difesa comune), dove possiamo estrapolare notizie riguardanti l’impegno complessivo del nostro fisco verso gli USA.
Questo documento, consegnato nel marzo 2001 dal Segretario alla Difesa al Congresso degli Stati Uniti, contiene a pag. 6 della sezione I, questa strabiliante notizia: “Italia e Germania pagano, rispettivamente, il 37 (l’Italia) e il 27% dei costi di stazionamento di queste forze (le forze armate USA, ndr)”. Nel 1999, il tributo versato da Roma a Washington è stato pari a 530 milioni di dollari (circa 480 milioni di euro), mentre nel 2002 i contribuenti italiani parteciparono alle spese militari statunitensi per un ammontare di 326 milioni di dollari. 3 milioni furono dati in denaro liquido, il resto sotto forma di sgravi fiscali, sconti e forniture gratuite riguardanti trasporti, tariffe e servizi ai soldati e alle famiglie. La maggior parte dei pagamenti, si legge nelle carte ufficiali del Governo di Washington, nascono da “accordi bilaterali” (”bilateral agreements” nei testi originali) tra Italia e Stati Uniti, il resto viene dalla suddivisione delle spese in ambito Nato.
Dal documento “Nato Burdensharing After Enlargment”, pubblicato nell’agosto 2001 dal Congressional Budget Office (Ufficio per il Bilancio) del Congresso USA, apprendiamo che il metodo di prelievo (alias di furto) adottato dagli USA, con la complicità dei governi italiani e a danno dei cittadini di questo paese coloniale, si chiama “burden-sharing” (”condivisione del peso”).

In particolare (capitolo III, pagina 27), si legge, i comandi militari USA stimano che grazie a questi accordi, soltanto per le opere e i servizi nella base di Aviano, “i contribuenti – (taxpayers) – americani hanno risparmiato circa 190 milioni di dollari”. E non è finita qui. Ancora nel rapporto “Defense Infrastructure”, consegnato nel luglio 2004 al Congresso da parte dell’”Ufficio governativo per la trasparenza”, (pag. 18) si legge che “nel bilancio 2001, Germania e Italia hanno dato i maggiori contributi, valutati rispettivamente in 862 e in 324 milioni di dollari”. Si tratta, spiega il rapporto, di contributi diretti e indiretti “aggiuntivi rispetto a quelli della Nato”.
C’è da chiedersi, a questo punto, cosa succederebbe nel caso in cui (eventualità “molto remota”) un qualche governo italiano, decidesse, in ordine alla difesa degli interessi nazionali, di disporre, come del resto sarebbe nel diritto di ogni Stato Sovrano (ma l’Italia, non lo è) di disporre la chiusura di una base militare. Da documenti più volte apparsi su Internet si evince che “i pagamenti di denaro italiano agli Stati Uniti non finiranno nemmeno nel caso ipotetico di chiusura di basi e installazioni nel nostro Paese”. Tale situazione è da imputare a specifici patti siglati dai governi di Roma e Washington e denominati “Returned Property – Residual Value”, peraltro reperibili negli atti ufficiali del Congresso americano. Si tratta di un meccanismo, tuttora in vigore, confermato di recente. In un’interessante testimonianza rilasciata dal colonnello Dean Fox (capo del Genio dell’Aviazione Usa in Europa) ai parlamentari degli Stati Uniti l’8 aprile del 1997, si legge che “Il ritiro (delle truppe, ndr) e la conseguente restituzione di alcune ex basi degli Stati Uniti alle nazioni ospitanti ha creato l’opportunità per gli Stati Uniti di reclamare il valore residuale come risarcimento degli investimenti statunitensi”.
In pratica, siamo alla presenza di un diritto al pagamento delle “migliorie” apportate dalle forze armate Usa a territori che avrebbero avuto prima un valore inferiore. È un po’ il discorso dei colonialisti che dicono: è vero vi abbiamo occupato, però vi abbiamo fatto strade, infrastrutture e quant’altro. Ora pagateci! Gli accordi riferiti all’Italia sono descritti (pag. 17) nelle “osservazioni preliminari” del rapporto che l’Ufficio della Casa Bianca per la trasparenza (il Goa) ha consegnato al Congresso nel luglio del 2004. In tale documento si legge che “Italia: gli accordi bilaterali stabiliscono che se il Governo italiano riutilizza le proprietà restituite entro tre anni (dalla restituzione, ndr), gli Stati Uniti possono riaprire le trattative per il valore residuale”.

In parole povere la conseguenza di tale clausola è che, oltre al pagamento dell’indennizzo, l’accordo prevede il riuso delle terre, in seguito all’aumento del rimborso. Appare a questo punto, grottesca la norma che prevede che gli Usa paghino alla nazione ospitante i danni ambientali, se non altro perché in un rapporto della Commissione governativa per le basi militari all’estero (9 maggio 2005) si legge che finora questi costi sono risultati “limitati”. Del resto danni ben più che ambientali, come la “strage del Cermis”, sono rimasti impuniti ed hanno ridicolizzato il nostro Paese, sbeffeggiato dalla giustizia USA. In conclusione: esiste un’intesa bilaterale USA-Italia, ma in caso di dismissioni di basi, il nostro Paese deve risarcire gli USA per “l’investimento” e se il sito militare chiude c’è anche l’indennizzo! Tutto giusto, come sempre.

QUANTE SONO LE BASI USA IN ITALIA?
In Italia esistono ufficialmente 120 basi dichiarate, oltre a 20 basi militari Usa totalmente segrete ed ad un numero variabile (al momento sono una sessantina) d’insediamenti militari o semplicemente residenziali con la presenza di militari USA. Per quanto riguarda le basi segrete, non si sa ovviamente dove siano, né che armi e che mezzi vi si trovino.

SIGLE
Usaf: aviazione;
Navy: marina;
Army: esercito;
Nsa: National Security Agency [Agenzia di Sicurezza Nazionale];
Setaf: Southern European Task force [Task Force Sudeuropea]

ABRUZZO
Basi di avvistamento radar.

BASILICATA
Pietraficcata (MT) – Centro di telecomunicazioni USA/NATO. Base segreta di avvistamento radar.
Cirigliano (MT) – Comando delle forze navali USA in Europa.

CALABRIA
Crotone (KR) – Stazione di telecomunicazione NATO-USA e radar NATO.
Monte Mancuso (CZ) – Stazione di telecomunicazione NATO-USA. Si ritiene che nel passato i militari USA vi abbiano nascosto alcune testate nucleari da utilizzare in caso di aggressione e invasione sovietica.
Nicastro (CZ) – Stazione di telecomunicazione NATO-USA.
Sellia Marina (CZ) – Stazione di telecomunicazione NATO-USA (USA con copertura NATO).

CAMPANIA
Agnano Terme (NA) – (nelle vicinanze del famoso ippodromo, km 10 da Napoli): Base dell’US-Army.
Bagnoli (NA) – Quartier generale della NATO, sede di vari comandi di unità di servizi USA. È il più grande centro per le telecomunicazioni del Mediterraneo dell’US Navy che coordina tutta l’attività di comunicazione, comando e controllo del Mediterraneo. Comandi vari. A breve e medio termine questa base potrebbe subire un piccolo ridimensionamento.
Capodichino (NA) – Aeroporto; base aerea utilizzata dall’USAF e dagli aerei dell’US Navy. Ha sostituito di recente quella dislocata presso Bagnoli (NA). Si estende nel suo sobborgo-satellite di Cirigliano ed ospita 3.500 uomini. Vi sono dislocate attività di supporto e logistiche ed anche importanti comandi della NATO, oltreché il comando della VI Flotta.
Castel Volturno (CE) – US Navy Villaggio Coppola Via Delle Acacie.
Giugliano in Campania (CE) – (Vicinanze del lago Patria, km 14 da Napoli) – Stazione e centro di telecomunicazione Comando Satcom.
Grazzanise (CE) – Aeroporto militare della nostra aeronautica. Base aerea (saltuaria) usata dall’USAF – Base di partenza per aerei diretti nel Kosovo. Nel 1999, ed anche in altre occasioni, sono atterrati e poi ripartiti diversi F-117 e F-16C, nonché degli F/A-18D Strike Eagle.
Ischia (isola di) (NA) – Stazione (antenna) e centro di telecomunicazione USA con copertura NATO.
Lago di Patria (CE) – (Comune di Castel Volturno) – Stazione e centro di telecomunicazione USA, Comando Satcom.
Licola (NA) – (Comune di Pozzuoli) – Stazione (antenna) e centro di telecomunicazione USA.
Monastero (AV) – Stazione e centro di telecomunicazione (postazione radar) USA. Base militare. Installazioni per i collegamenti radio navali e aerei del Mediterraneo.
Mondragone (CE) – Centro di Comando USA e NATO sotterraneo antiatomico protetto: è qui che sarebbero spostati i comandi USA e NATO in caso di guerra. Funziona anche una stazione di telecomunicazione NATO.
Monte Camaldoli (NA) – Stazione e centro di telecomunicazione USA.
Monte Massico (CE) – Stazione e centro di telecomunicazione.
Monte Vergine (AV) (Comune di Mercogliano) – Stazione e centro di telecomunicazione (postazione radar) USA. Base militare. Installazioni per i collegamenti radio navali e aerei del Mediterraneo.
Napoli – Installazioni concesse in uso agli Stati Uniti. Importante base logistica durante la guerra del Kosovo. Quartier Generale Alfsouth della NATO, il Comando Sud dell’Alleanza (Comando supremo forze alleate sud Europa): Comando Compagnia della Security Force del Corpo dei Mariners; Comando Supremo Forze Navali USA sud Europa; Comando sommergibili del Mediterraneo; Comando Supremo delle Forze Aeree (flotta) USA per il Mediterraneo (Sud Europa); Comando della caccia aerea alla flotta sovietica (fino al 1991); Gruppi sommergibili; Sottomarini alleati nel Mediterraneo; Forze aeronavali alleate nel Mediterraneo; Comando in Capo delle Forze Aeree Alleate del Sud-Europa (COMAIR-SOUTH). Sede di un reparto aereo di collegamento per i comandi NATO. US Naval Supporty Activity, Cal. Marinella.
Alfsouth è competente su un’area di responsabilità che comprende cinque paesi membri (Grecia, Ungheria, Italia, Spagna e Turchia) e va dallo Stretto di Gibilterra al Mar d’Azov, comprendendo il Mediterraneo e il Mar Nero. Dal punto di vista della struttura militare della NATO, Alfsouth è sottoposto al Comando alleato europeo (Ace) e a sua volta ha alle sue dipendenze sei comandi subordinati: le Forze aeree alleate Sud (Airsouth) e le Forze Navali alleate (Navsouth), entrambi di stanza a Napoli, e i quattro comandi subregionali di Verona (Jesouth), di Larissa (Grecia, Jesouthcent), di Izmir (Turchia, Jesoutheast) e di Madrid (Spagna, Jesouthwst).
Il porto di Napoli viene normalmente utilizzato dalle unità civili e militari USA. Da Napoli (insieme a Livorno) transitano ogni anno 5.000 contenitori carichi di materiale militare. – È sede della VI Flotta (di stanza a Gaeta).
Nisida (NA) – (isola collegata con ponte-diga alla terraferma) – Quartier generale della NATO (Base US Army) con 4.000 uomini. Base navale USA. Base chiusa di recente.
Pozzuoli (NA) – - Uso dell’aeroporto da parte della NATO. US Navy – Uff. Carney Park – tel. 081-5263418.

EMILIA ROMAGNA
Bologna – Staione trasmittente del Dipartimento di Stato USA.
Castiglione di Cervia (RA) – Base missilistica. Base aerea di partenza di aerei italiani per il Kosovo.
Lido delle Nazioni (FE) – Base missilistica USA-NATO.
Miramare (RI) – Aeroporto. Stazione di telecomunicazioni NATO e USAF (US Department of State), distaccata presso il VII Reggimento Aviazione dell’Esercito Italiano.
Monte Cimone (MO) – Stazione di telecomunicazione USA e USAF con copertura NATO.
Monte S. Damiano (PC) – Base aerea USA con copertura NATO. Base aerea di partenza di aerei italiani per il Kosovo. Presidio militare e base USAF con copertura NATO. Base dell’aeronautica militare italiana. I soldati USA sono giunti nel 1991, in occasione della 1aGuerra del Golfo. Vi stazionano i Tornado del Cinquantesimo Stormo e del CLV Gruppo dell’AMI.
Parma (PR) – Deposito dell’USAF con copertura NATO (forze aeree della NATO).
Passiano di Coriano (FC) – Base missilistica.
Pieveottile – Sito missilistico contraereo Hawk della NATO.
Pissignano (RA) – (Comune di Cervia) – Base aerea utilizzata dalle forze militari USA e aeroporto NATO. Nel sito sarebbe presente un’area di stoccaggio di scorie radioattive e armi nucleari. Nella zona di confine tra la provincia di Cesena e quella di Ravenna, si trova l’aeroporto militare di Cervia-San Giorgio dove sono di stanza il XLVIII ed il LII Air Expeditionary Wing con F-15 e A-10.
Poggio Renatico (FE) – Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) della NATO. Combined Air Operation Center #5. Deployable Combined Air Operations.
Rimini (RI) – Gruppo logistico USA (Munitions Support Squadron) per l’attivazione di bombe nucleari. Nell’immediato entroterra si trova un gruppo logistico americano per l’attivazione di bombe nucleari.
S. Egidio di Cesena-Chiaviche (FC) – Base missilistica.
S. Giorgio di Cesena (FC) – Base aerea di partenza di azioni per il Kosovo.
S. Giuseppe di Comacchio (FE) – Base missilistica.
Villa Basse (FE) – Base missilistica.
Zibello (PR) – Sito missilistico contraereo Hawk.

FRIULI – VENEZIA GIULIA
Aquilieia (UD) – Base missilistica.
Aviano (PN) – È la più grande base avanzata, la principale base aerea Nato del nord-Italia e la più grande base aerea del Mediterraneo. Ha un deposito nucleare e un centro di telecomunicazioni dell’USAF in Italia. Ospita un ragguardevole numero di forze aeree USA, il 40° gruppo aereo tattico USA, la 16ma Forza Aerea ed il 31° Gruppo da caccia dell’Aviazione USA., nonché uno squadrone di F-18 dei Marines. Base importante per funzione strategica e per uomini e mezzi impiegati. In base ai dati forniti dal Base Structure del 2008, oltre 3.500 soldati.
In questa base sono dislocate le forze operative pronte al combattimento dell’USAF (un gruppo di cacciabombardieri) utilizzate in passato nei bombardamenti in Bosnia. Importante base logistica durante la guerra del Kosovo. Con oltre 170 aerei (la maggioranza americani, con una minoranza di canadesi, spagnoli e portoghesi) è stata la principale base di partenza delle missioni NATO verso la Jugoslavia. Ospita inoltre 50 cacciabombardieri F-16 e 50 bombe atomiche. Negli anni ‘90 Aviano ha ospitato l’Awacs, l’Airbone Warming and Control System per il controllo del Mare Adriatico. Sedi: AAFES-Base exchange Warehouse, via de Zan; AAFES-Base exchange Europe Car Rental – via Aeroporto; AAFES-Base Exchange Manager – via Pedemonte Main Store Manager – via Pedemonte; AAFES-Aviano-Eao- via de Zan, 58; AAFES-Base exchange Ford New Car Saòles – via Pedemonte; Aeronautica Militare Comando Aeroporto Aviano – Via Pordenone.
Nel 1998 si verificò la strage del Cermis. Un aereo militare decollato dalla base di Aviano per un volo di addestramento, durante una manovra errata, tagliò i cavi di una funivia, uccidendo 20 persone. A tutt’oggi, per quell’atto criminale, nessun militare USA è stato punito.
Caneva (PN) – Base missilistica con installazioni sottomarine.
Casarsa (PN) – Base degli elicotteri NATO e della Unites States Air Force in Italia.
Cividale del Friuli (UD) – Comando Nato (Nato mainteb. Supply organisation).
Cordovado (PN) – Base missilistica.
Maniago (PN) – Poligono di tiro addestrativo utilizzato dallUS Air Force (USAF). Il 27 novembre del 1986 due bombe inerti da esercitazioni caddero da un aereo che stava sorvolando la zona, finendo a pochi metri da alcune persone. In seguito si appurò che l’incidente era stato causato da quattro veicoli militari che stavano compiendo una manovra durante un’esercitazione. Un altro incidente simile era accaduto due anni prima, quando una bomba staccandosi da un aereo, era andata a finire sul tetto di una abitazione, penetrando fino al pavimento della cucina.
Rivolto (UD) – (km 3.5 da Codroipo) – Aeroporto militare usato da una Base dell’USAF. Vi transitano F16C/J Fighting Falcon e F-117 Nighthawk alle dirette dipendenze del Comando US.Air-Force di Aviano.
Roveredo in Piano (PN) – Deposito armi e munizioni dell’USAF.
S. Bernardo (UD) – Deposito di munizioni dell’US Army. Base che risulta essere semplicemente un deposito munizioni dell’esercito atlantico.
S. Donà di Piave (PN) – Base missilistica.
Trieste (TS) – Base navale USA. Sede una base navale utilizzata a seconda dei bisogni della marina americana.
Udine (UD) – Comando NATO – Base dove la presenza americana è stata ridotta.
Vivaro (PN) – Poligono della VI Flotta USA.

LAZIO
Casal delle Palme (LT) – Scuola di telecomunicazioni della NATO su controllo USA.
Ciampino (Roma) – Aeroporto militare utilizzato dall’USAF (base saltuaria) – Strutture tecnico-logistiche. Installazione concessa in uso Agli Stati Uniti.
Gaeta (LT) – Importante installazione USA per funzione strategica e per uomini e mezzi impiegati. Base permanente navale che ospita alcune unità maggiori (in particolare la nave ammiraglia) e il comando della VI flotta USA, oltre alla Squadra navale di scorta alla portaerei “La Salle”. Basi di avvistamento. Ospita in tutto 40 navi, inclusa una portaerei, 175 velivoli e 25 militari. È previsto il suo trasferimento a Taranto. Sede di un importante comando della NATO. US Navy – Corso Italia, 71; US Navy Uffici Child Devel – Via Calegna, 28; US Navy Te Con Csa – Lungomare Caboto Giovanni, 504.
Latina (LT) – Centro di ricerca della NATO (con compiti molto complessi). Communication and Informatation Center School (NCISS).
Monte Cavo – Stazione per la telecomunicazioni statunitensi con copertura NATO. Vi si trovano anche installazioni sotterranee.
Monte Romano (VT) – Poligono addestrativo (saltuario) di tiro utilizzato dall’US Army.Vi si addestrano le truppe del SOCOM (Comando per le Operazioni Speciali), detti dei “Berretti Verdi”.
Pratica di Mare (Roma) – (km 3 da Pomezia) Base aerea di partenza di aerei italiani per il Kosovo.
Rocca di Papa (Roma) – Stazione di telecomunicazioni USA con copertura NATO.
Roma – Comando aereo per il Mediterraneo centrale della NATO. Centro di coordinamento logistico interforze USA-NATO, stazione NATO (collegio NATO per la Difesa). Defense College (US Navy).
Vigna di Valle (Roma) (Comune di Bracciano) – Base aerea importante.

LIGURIA
Finale Ligure (SV) – Stazione di telecomunicazioni dell’US-Army.
La Spezia (SP) – Base NATO dove fanno abitualmente scalo unità navali americane.
S. Bartolomeo (SP) – Centro addestramento antisommergibile di Saclant, che effettua studi oceanografici attinenti alla ricerca di sommergibili. Centro ricerca NATO per la guerra sottomarina. (Comando Undersea Research Center- Saclantcen). composto da tre strutture: il Saclant, il Maricocesco e la Mariperman.

LOMBARDIA
Cavriana (MN) – Antenne telecomunicazioni NATO collegate con quelle presenti a Affi (Verona), Bagnoli (Napoli) e Ischia (Napoli).
Grole di Castiglione delle Stiviere (MN) – USAF – AFCS – Comm. Det. 2189-19 Antenne telecomunicazioni situate sopra una collina (Monte Corna).
Ghedi (BS) – Superficie 10 km2. Munitions Support Squadron – Distaccamento dell’USAF. Risulta una struttura composta da diversi piani sotterranei che in questa base coprono interessanti attività segrete.
Stazione di comunicazione, nonché deposito di bombe nucleari “B61″, grossi contingenti di ordigni atomici (di recente la maggior parte di questi è stata spostata altrove, ma non sempre fuori dell’Italia). L’armamento nucleare risulterebbe presente sin dal 1961. Attualmente sembra che in un bunker sotterraneo (totale 11 bunker) siano disposte almeno 90 bombe nucleari. Le armi dovrebbero essere utilizzate da caccia Tornado dell’Aeronautica Militare. Sarebbero inoltre presenti 3 bunker in grado di sopportare attacchi di tipo nucleare, chimico e batteriologico costruiti tra il 1993 e il 1996 e contenenti attrezzature in grado di far sopravvivere 200 persone. Risulta che oltre a 1500 italiani stazionino permanentemente circa 150 militari USA con una permanenza media di 2 anni. È stata una base aerea di partenza di aerei italiani per la prima guerra del Golfo, l’intervento nell’ex Jugoslavia, la guerra in Afghanistan il Kosovo. Aeroporto Militare – Via Olivari. Base dell’aviazione italiana, ma anche una stazione di comunicazione, ma soprattutto deposito di bombe nucleari USA.
Milano (MI) – High Readiness Forces Land (HQ).
Montichiari (BS) – Base dell’USAF – Il personale americano è stato ridotto.
Mortara (PV) – Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) della NATO.Remondò (PV) – (comune di Gambolò) – Base US-Army. All’apparenza sembrerebbe presente un radar per la sorveglianza aerea, ma vi sarebbe nascosto molto di più. La base ospiterebbe un Gruppo di Sicurezza Militare USA chiamato Majestic 12. Inoltre esisterebbe un tunnel sotterraneo in grado di mettere in comunicazione la base con l’esterno.
Remondò (Pavia) – Presidio militare dove sono di stanza alcuni uomini dell’esercito americano, ma non solo. Secondo il sito del centro ufologico italiano, qui’ sarebbe presente anche un distaccamento del gruppo di sicurezza militare statunitense denominato “Majestic-12″, che tra i suoi scopi avrebbe anche la costituzione e l’organizzazione di operazioni sotto copertura da condursi di concerto con la C.I.A. per effettuare il recupero per gli USA di tecnologia ed entità extraterrestri manifestatesi nel territorio di potenze straniere.
Solbiate Olona (VA) – Comando NATO. Questa base ospita Il NATO Rapid Deployable Corp, una struttura multinazionale il cui compito sarebbe quello di intervenire in tempi molto rapidi su scenari di crisi.
Sorico (CO) – Antenna NSA, posta sul Monte Generoso al confine con il Ticino (Svizzera). Si tratterebbe di un punto di ascolto Echelon, con l’intercettazione delle comunicazioni (microonde) provenienti dall’Italia e dalla Svizzera. Nel sito è ospitata anche una antenna dell’NSA controllata dal Gchq, con i sistemi di sorveglianza elettronici Totalizer, Troutman, Silverweed, Ruckus, Moonpenny e Ultrapure.

MARCHE
Falconara Marittima (AN) – Aeroporto, connesso con lo scalo civile Raffaello Sanzio. È stato un presidio militare utilizzato durante la Guerra del 1999 in Kosovo.
Monte Conero (AN) – Stazione di telecomunicazioni e radar NATO, forse in direzione della regione del Vicino Medio Oriente.
Potenza Picena (MC) – Base radar, stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) USA con copertura NATO.

PIEMONTE
Cameri (NO) – Base aerea utilizzata dagli aerei NATO. In realtà si tratta di una base aerea USA con copertura NATO. Sono i presenti i caccia Eurofighters. L’8 aprile 2009 le commissioni Difesa di Camera e Senato hanno dato parere favorevole al progetto “Joint Strike Fighter” JSF F-35: gli USA acquisteranno circa 2.500 JSF entro il 2034; gli altri saranno venduti all’estero. Da qui sono partiti soldati per la prima guerra del Golfo e per quella più recente dell’Afghanistan.
Candelo-Massazza (VC) – Base d’addestramento dell’US-Air-Force e dell’US-Army, con copertura NATO.
Montegiogo (AL) – Centro di comunicazione della NATO.

PUGLIA
Brindisi (BR) – Il porto è normalmente usato dagli americani (Base navale USA). Aeroporto militare, base di partenza per aerei diretti nel Kosovo. Infrastruttura della NATO. Base logistica. USAF Air Base – Via U. Maddalena, 1; Afcmc Det 16 Usaf San Vito As – Hanger Velivoli Iam – Via Materdomini.
Foggia (FG) – Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea).
Gioia del Colle (BA) – Base per la ridislocazione di aerei americani – Base aerea NATO, normalmente usata dagli americani, strettamente collegata con Punta della Contessa (Brindisi). Vi è di stanza il 36° Stormo dell’Aeronautica Militare. Aerei italiani impiegati nella guerra del Kosovo. Base aerea USA di supporto tecnico. Sono presenti i caccia Eurofighter.
Grottaglie (TA) – Stazione NATO istituita nel 2002 per consentire interventi di estrema rapidità, al comando di forze aeronavali e anfibie NATO. Le azioni sarebbero previste in caso di crisi nell’area del Mediterraneo o in quelle circostanti e i compiti consisterebbero nel mantenimento o imposizione della pace, aiuti umanitari e difesa collettiva e, in particolare, contro la proliferazione della armi di distruzione di massa.
La stazione è ospitata presso la Caserma Maristeli dove è presente anche la base degli aerei a decollo verticale, gli Harrier, peraltro spesso ormeggiati sulla nave Garibaldi, e sono predisposti per il lancio di ordigni nucleari. Dopo appena un mese dalla creazione, questa stazione diventò sede del Comitmarfor, inserito nell’Comstrikforsouth, ovvero il comando atlantico per l’Europa del sud.
Martina Franca (TA) – Impianti della rete radar Nadge USA – Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) della NATO. Base dove opera il III Roc della NATO, una delle principali strutture di comando di guerra. Dipende dalla V Ataf, la forza aerea tattica alleata della NATO. Esso opera in sintonia con l’installazione di Montedragone per il coordinamento di tutte le forze terrestri, navali ed aeree dei Paesi della NATO, con quella di Affi e di Grezzana.
Monte Iacotenente (FG) – (Promontorio del Gargano). Impianti del complesso radar Nadge USA.
Monte S. Angelo (FG) – Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) della NATO.
Otranto (LE) – Impianti della rete radar Nadge USA – Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) della NATO.
Punta della Contessa (BR) – Poligono di tiro USA-NATO, strettamente collegato con Gioia del Colle (Bari).
S. Vito dei Normanni (BR) – Base che ospita il 499° Expeditionary Squadron e l’Electronics Security Group (base dei servizi segreti – gruppo d’intelligence elettronica del NSA). Base radar, centro di informazione elettronica dell’USAF. Personale: 1.000 militari. Il numero dei militari statunitensi è stato ridotto e di recente la base è stata disattivata.
Taranto (TA) – Base navale USA, Dipartimento marittimo dello Jonio e Alto Adriatico. Deposito USA NATO. High Readiness Force (Maritime) HQ. Sede del Maridipart. Sebbene la base sia giuridicamente sotto il comando italiano, essa è chiamata a funzionalità logistiche in prevalenza NATO. In particolare le funzioni della base riguardano il rifornimento, la riparazione e il controllo delle operazioni di combattimento. Nella base sono presenti torpedinieri e sommergibili. Inoltre, il recente ampliamento avvenuto con fondi di tutto il Patto Atlantico, permette ai vari mezzi di attraccare nei tre diversi siti in cui è divisa la base. Un fatto notevole è che nel canale di Otranto, con una certa frequenza, transitano sommergibili a propulsione nucleare, ciò che giustifica il “Piano di emergenza per Taranto riguardante incidenti ad unità militari a propulsione nucleare” la cui operatività prevede l’evacuazione della città. Si tratta di un piano, rimasto segreto per tanti anni e diffuso via Internet dal sito PeaceLink nel settembre del 2000. In precedenza era stato richiesto alla Prefettura di Taranto ed era stato ottenuto solo ricorrendo legalmente ad un “diritto all’informazione”, contenuto nel Decreto legislativo 230/95.
Nei pressi di Taranto, si trovano un piccolo arsenale militare atto alla riparazione ed alla manutenzione delle navi e sono presenti inoltre l’High Readiness Force della marina statunitense, il sistema di intercettazione telematico C4i, che è la più avanzata rete telematica militare per comunicare informazioni e “spiare” obiettivi da colpire.
Villaggio Amendola (FG) – Comune di S. Marco in Lamis) – Base aerea NATO di partenza di aerei italiani per il Kosovo. Installazione concessa in uso agli Stati Uniti, dove sono spesso di stanza aerei NATO di Olanda e Belgio.

SARDEGNA
Barbagia (NU) – Campi di addestramento per le truppe NATO.
Cagliari (CA) -Deposito della NATO e degli USA. Base navale USA. Basi di missili nei dintorni di Cagliari.
Capo Frasca (OR) – Poligono di tiro della NATO e dell’USAF – Vi si trovano impianti radar, eliporto, basi di sussistenza (collegato con Torre Frasca, Torre Grande di Oristano e Sinis di Cabras).
Capo S. Lorenzo (CA) – Poligono di tiro dell’USAF – Zona di addestramento unità della NATO e della VI Flotta USA con attività nelle varie combinazioni terra-aria-mare.
Capo Teulada (CA) – Principale base NATO in Sardegna. Si estende da Capo Teulada (CA) a Capo Frasca (OR). copre un tratto di costa di circa 100 chilometri, 7.200 ettari di terreno e più di 70.000 ettari, “proibiti” per la popolazione civile, nonostante siano tra le più affascinanti di tutta l’isola. Qui infatti sorge il poligono di tiro per le esercitazioni aeree ed aereonavali della VI Flotta statunitense e delle unità corazzate della NATO in generale.
Decimomannu (CA) – Aeroporto USA, fra i più grandi (come tre scali civili!) con copertura NATO. L’USAF ha una base utilizzata per le esercitazioni nei vicini poligoni. È l’aeroporto probabilmente più grande della NATO. La sua superficie è vasta quanto quella di tre aeroporti civili. Si tratta di un vecchio aeroporto rimesso in funzione nel 1995 in seguito ad un accordo tra Germania, Canadà ed Italia. Utilizzato da forze italiane, NATO e USA. Il personale militare statunitense è stato ridotto. La base è utilizzata anche dalle truppe tedesche.
Elmas (CA) – Aeroporto e base aerea dell’US-Air-Force.
Isola de La Maddalena (SS) – Comune di Santo Stefano. A tre miglia dalla costa -Comando della 22^ Squadriglia sottomarini nucleari dell’US Navy. Importante base di appoggio per i sottomarini nucleari, ovvero base atomica USA, con deposito di munizioni. Base di sommergibili. Squadra navale di supporto alla portaerei americana “Simon Lake”. Installazione importante per funzione strategica e per uomini e mezzi impiegati. È sede di una nave di appoggio, la Ernory Land. Base aerea. Di recente la base è stata chiusa.
Monte Arci (OR) – Stazione di telecomunicazione USAF con copertura NATO.
Monte Limbara (SS) – (km 12 da Tempio Pausania, tra Oschiri e Tempio) – Stazione di telecomunicazione NATO e USAF e base missilistica USA.
Monte Urpino (CA) – Deposito munizioni della NATO e degli USA, soprattutto materiale missilistico.
Oristano (OR) – Varie installazioni militari USA.
Perdasdefogus (NU) – Campo di addestramento: base missilistica sperimentale (poligono missilistico) di tiro per esercitazioni dell’USAF.
Salto di Quirra (CA) – (Pressi di Villaputzu) Poligono di tiro dell’USAF – Una vasta zona comprendente poligoni missilistici sperimentali e di addestramento interforze.
Santu Lussurgiu (OR) – Stazione di telecomunicazioni USAF con copertura NATO.
Serrenti (CA) – Depositi militari USA.
Sinis di Cabras (OR) – Stazione di telecomunicazione NATO e USAF e centro elaborazioni dati (NSA). Centro del NAS per l’elaborazione dei dati, si ritiene provenienti dalla vicina installazione di Torre Grande.
Sulcis Iglesiense (zona costiera) (CA) – È la più grande zona addestrativa straniera che include in pratica tutta la costa da Capo Teulada a Capo Frasca, circa 100 chilometri. La zona è usata per esercitazioni aeree ed aeronavali della NATO e della VI Flotta (tiro contro costa) ed include anche un centro addestramento per unità corazzate.
Tavolara – isola (SS) – (11 miglia da Olbia) – Deposito della NATO e degli USA – Base USA per stazione radiotelegrafica ad onda lunga di supporto ai sommergibili della US Navy. Base navale USA di addestramento dei Mariners.
Tempio Pausania (SS) – Base NATO per ricerche elaborazioni dati ed impianti radar. (Inizialmente furono installate anche rampe missilistiche nella zona di Limbara, tra Oschiri e Tempio). Installazioni sotterranee.
Torre Grande (Marina di) (OR) – Base radar NSA.

SICILIA
Acireale (CT) – US Navy Air Station (residenza di militari USA) – Department Of the Navy – Housing Department – Via Barbagallo – Ctr. Pennisi – Santa Maria La Stella. Di recente la sede residenziale è stata chiusa.
Augusta (SR) – Porto-base utilizzato dalla Marina USA (VI Flotta) – Deposito di munizioni – Installazione concessa in uso agli Stati Uniti. Pontile per l’attracco di sommergibili nucleari, con missili Polaris. Probabili gallerie sottomarine per sommergibili con penetrazione nell’entroterra costiero.
Birgi (TP) – Aeroporto utilizzato da velivoli USAF con copertura NATO – Aerei Awacs – Base aerea per missioni dirette nel Kosovo e in Serbia. Installazione concessa in uso agli Stati Uniti. Dopo l’espulsione dalla Libia delle unità militari USA (e britanniche), l’aeroporto civile di Birgi fu trasformato con piste per i B-52.
Caltagirone (CT) – Stazione di telecomunicazioni USA-NATO.
Catania – Installazione concessa in uso agli Stati Uniti – Infrastruttura della NATO. Comando Operativo Aeronavale NATO e Base della Military Police USA.
US Naval Air Facility Customs – Via Cardinale Dusmet, 131.
Cava Sorciaro (SR) – (Comune di Augusta) – Deposito di armamenti per le forze navali della NATO e della VI Flotta USA del Mediterraneo.
Centuripe (EN) – Stazione di telecomunicazioni USA- NATO.
Falconara Sicula (CL) – (Comune di Butera) – Installazioni che mantengono il ponte radio fra le basi spagnole della VI Flotta USA e le unità in navigazione nel Mediterraneo.
Favignana (TP) – Centro di telecomunicazioni.
Isola delle Femmine (PA) – Deposito di munizioni USA-NATO.
Lampedusa isola – (AG) – (116 miglia da Porto Empedocle) – Base aerea di attacco USA per il Mediterraneo. Installazione per la navigazione Loran. Base della Guardia costiera USA; Centro d’ascolto e di comunicazioni NSA.
Lercara Friddi (PA) – Deposito di testate nucleari.
Marina di Marza (RG) – Stazione di telecomunicazioni USA- NATO, inserita nel sistema di Niscemi.
Marsala (TP) – Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) della NATO.
Marzameni (SR) – Base di avvistamento radar capace di intercettare bombardieri e missili in avvicinamento a 2500 chilometri.
Messina (ME) – Infrastruttura della NATO.
Monte Lauro (SR) – Stazione di telecomunicazioni USA-NATO.
Motta Sant’Anastasia (CT) – Stazione di telecomunicazioni USA-NATO. US Naval Air Station – Ctr. Fontanazza.
Niscemi (CL) – Base del NavComTelSta (stazione di comunicazione US-Navy), coordina le attività dell’esistente stazione di telecomunicazione navale del presidio ed è indispensabile per le comunicazioni interne alla marina USA.
Palombara (SR) – Centrale operativa di combattimento aeronavale dipendente dal Comanda Navale della NATO.
Palermo (PA) – Installazione concessa in uso agli Stati Uniti. Il personale militare americano è stato ridotto.
Pantelleria isola (TP) – (77 miglia da Trapani) – Base aerea e radar NATO, centro di telecomunicazioni dell’US Navy (Comando flotta USA).
Paternò (CT) – U.S. Naval Air Station – (residenza di militari USA) – Department Of The Navy Housing Department – Via Vittorio Emanuele, 424 – tel. 095-854854 (Fax).
Priolo Gargallo (SR) – (Comune di Priolo) – Strutture di supporto.
Punta Raisi (PA) (km 5 da Cinisi) – Aeroporto (base saltuaria) utilizzato dall’USAF.
Rafforosso (PA) – Deposito di testate nucleari.
Sigonella (CT) – Importante stazione aeronavale con appoggio a Catania; reparti operativi e di supporto USA, dotata di aerei antisommergibili. È la principale base terrestre dell’US Navy nel Mediterraneo centrale, utilizzata come supporto logistico della VI Flotta (circa 3.400 militari e civili americani). Oltre ad unità della US-Navy, ospita diversi squadroni tattici dell’US-Air-Force: elicotteri del tipo HC-4, caccia Tomcat F14 e A6 Intruder, nonché alcuni gruppi di F-16 e F-111 equipaggiati con bombe nucleari del tipo B-43, da più di 100 kilotoni l’una; caccia F-18. Fino al 2006 erano di stanza qui anche gli elicotteri navalizzati CH-53E Super Stallion, che però la difesa statunitense ha deciso di richiamare nella base di Norkfolk in Virginia.
Siracusa (SR) – Infrastruttura della NATO.
Trapani (TP) – Infrastruttura della NATO.
Vizzini (CT) – Deposito vari di munizioni dell’USAF.

TOSCANA
Camp Darby (PI) (tra Livorno-Pineta di Tombolo e Pisa) – Questa vastissima base è un’immensa area attrezzata a depositi e magazzini, qui il SETAF ha il più grande deposito logistico del Mediterraneo e il più importante deposito di munizioni delle forse USA oltremare. Qui opera l’ottavo gruppo di supporto Usa che garantisce il sostegno logistico a tutte le forze americane operanti a sud del Po ed ha una responsabilità sul bacino del Mediterraneo ed il Nord-Africa. (circa 1400 uomini), strettamente collegato tramite una rete di canali al vicino porto di Livorno: 8° Gruppo di supporto USA e Base dell’US Army per l’appoggio alle Forze statunitensi al Sud del Po, nel Mediterraneo e nell’Africa del Nord. Qui gli americani gestiscono (come pure a Coltano-Pisa) tutte le informazioni raccolte dai loro centri di telecomunicazioni siti nel Mediterraneo. Immensa area attrezzata a depositi e magazzini (125) presso i quali opera l’VIII gruppo di supporto USA che garantisce il sostegno logistico a tutte le forze americane operanti a sud del Po ed ha una responsabilità sul bacino del Mediterraneo ed il Nord- Africa. Personale: 1.000 militari. Uno studio condotto in Virginia nel 2002 ha permesso di sapere che all’epoca nel suolo pisano si trovavano 20.000 tonnellate di munizioni per artiglieria, missili, razzi e bombe d’aereo con 8.100 tonnellate di alto esplosivo ospitate in 125 bunker; gli equipaggiamenti per armare un brigata meccanizzata: 2600 tra blindati, jeep e camion; 35 carri armati MI Abrams e 70 veicoli da combattimento Bradley.
Coltano (PI) – Gestione americana di tutte le informazioni raccolte dai centri di comunicazioni dell’USAF siti nel Mediterraneo. Potente sistema di telecomunicazioni, base USA/NSA. Base utilizzata da Camp Darby. Deposito munizioni US-Army. Aeroporto militare gestito dall’aeronautica militare italiana, dove atterrano anche apparecchi USA come gli F-15C Eagle, gli F-16 Fighting Falcon, gli EA-6B Prowler, gli EC-130, gli EC-130H Compass Call. Giuridicamente non è una base USA, ma pare che questi intendano considerarlo un buon punto di appoggio.
Livorno (LI) – Porto-base di rifornimento delle unità navali americane di stanza nel Mediterraneo (VI Flotta) – Infrastruttura della NATO. Base nucleare.
Monte Giogo (MS) – Centro di telecomunicazioni USA con copertura NATO. Il sito è attualmente in disuso o quasi, causa una frana che ha reso molto complicato raggiungere l’entrata. I radar appaiono fuori uso. Alla base di questi si trovano antenne radio per la telefonia mobile.
Pisa (PI) – Aeroporto militare utilizzato saltuariamente dall’USAF.
Poggio Ballone (GR) – (tra Follonica, Castiglione della Pescaia e Tirli) – Base radar NATO – Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) della NATO, in realtà centro radar USA con copertura NATO.
Stagno (LI) – Base utilizzata da Camp Darby.
Talamone (GR) – Base navale saltuaria dell’US-Navy. Vi si trovano solamente militari italiani, ma in alcune occasioni alloggiano nel presidio membri dell’US Navy, generalmente delle “Classi” Austin, Stalwart, Pegasus e Arleigh Burke.

TRENTINO ALTO ADIGE
Cima Gallina (BZ) – Stazione di telecomunicazioni e radar dell’USAF.
Monte Raganella (TN) – Stazione di telecomunicazioni dell’USAF.

VENETO
Affi (VR) – Base, centro radar e di telecomunicazioni USA. Centro telecomunicazioni. In una caverna capace di contenere circa 2000 persone sarebbe presente il JCOC (Joint Combat Operation Center) noto anche come “West Star”, l’AOC (Air Operation Center) e l’ADOC (Air Defence Operation Center). Comprende capannoni con protezioni Nbc.
Aquileia (UD) – Base missilistica.
Boscomantivo (VE) – Base, centro radar e di telecomunicazioni USA.
Bovolone (VR) – Base di lancio e comando di missili terra-aria teleguidati Mim – 14C Nike Hercules.
Calzignano (PD) – Base missilistica.
Camp Ederle (VI) – Quartier generale della NATO (Southern European Task Force) dell’US Army, per l’Europa meridionale e comando della SETAF. Unità di supporto che controlla le forze americane presenti in Italia, Turchia e Grecia. Installazione principale per funzione strategica e per uomini e mezzi impiegati.
Il Comando e la Brigata. La Setaf nasce nel 1951 da un accordo tra USA e Italia. Così gli Stati Uniti dislocarono le proprie unità a Camp Darby. Nel 1965 il Comando fu trasferito alla caserma Ederle di Vicenza, che ospita la 173a Brigata.
Personale: 2.750 le truppe americane a Vicenza; 4.500 uomini il totale delle truppe USA se la seconda base dovesse essere completata.
Il Progetto di “Ederle 2″ prevede l’ampliamento della base, la quale dovrebbe sorgere nell’area dell’aeroporto Dal Molin per portare in zona altri militari e civili della stessa 173^ Brigata ora in Germania.
Sud Europe Task Force (Task Force dell’Europa Meridionale); Quinta Forza aerea tattica (5° Tactical Air Force – 5° ATAF-USAF) (Forze Aerotattiche e Missilistiche per il Sud Europa). Deposito di testate nucleari.
In questa base sono operative le forze di combattimento terrestri che gli americani tengono normalmente in Italia: nell’aeroporto militare operano un battaglione di obici, un Gruppo tattico di paracadutisti USA, un battaglione aviotrasportato, un battaglione di artiglieri con capacità nucleare, tre compagnie del genio.
In rapporto alla “capacità nucleare” la base rappresenta un supporto aerotattico alle unità nucleari terrestri.
La SETAF ha per missione il supporto aerotattico alle unità nucleari missilistiche terrestri. In questa base vengono messe in opera le Adm, cioè le munizioni di demolizione atomica, in pratica le mine atomiche. Sono qui custodite e costruite le testate nucleari per le forze armate alleate nella regione meridionale della Nato. Stazione di telecomunicazioni.
In ambito Nato è assicurata alla Mobile Force (Ace) la possibilità di effettuare operazioni militari nazionali Usa nell’eventualità di interventi che si estendono fino al Medio Oriente.
È stata la sede del centro operazioni dove ebbe inizio la fase di identificazione degli obiettivi da colpire in Jugoslavia (Kosovo, Serbia, Montenegro). La 173ª Brigada Paracadutisti di base alla caserma di Ederle, è attualmente impiegata nelle missioni NATO in Iraq e Afghanistan.
Ceggia (VE) – Base, centro radar e di telecomunicazioni USA.
Ciano (TV) – (km 2 da Crocetta del Montello) – Base. Centro radar e di telecomunicazioni USA.
Codogné (TV) – Deposito di armi nucleari.
Conselve (PD) – Base, centro radar e di telecomunicazioni USA.
Erbezzo (VR) – Base, centro radar e di telecomunicazioni NSA, denominata HF JCOC (Joint Combat Operation Center) alle dirette dipendenze dei comandi USA.
Grezzana (VR) – Sarebbe una sede alternativa del JCOC (Joint Combat Operation Center) di Affi, nota come “Back Yard” (VR).
Istrana (TV) – Base aerea italiana normalmente usata dall’USAF. – Il personale americano è stato ridotto. Centro telecomunicazioni e radar (aeroporto). Base di partenza delle missioni in Kosovo: nel 1999 sono partiti, direzione Serbia, i raids dell’aviazione militare francese, sotto egida NATO, con 12 Jaguar, 10 Mirage F1, 6 Mirage F1 CR,3 Mirage IV P, 8 Mirage 2000 C, 15 Mirage 2000D ed 1 C-160 Gabriel.
Lame di Concordia (VE) – Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) radar di USA-NATO, con sistema Nadge per la difesa aerea dei territori NATO.
Longare (VI) – Importante deposito di armi nucleari e armi di vario genere. Base missilistica. La base è nota anche come Site Pluto. Installazione eretta nel 1954, su un terreno di circa 30.000 mq su n totale di 50.000 (formato da una fitta una rete di grotte carsiche sotterranee) espropriato dallo Stato italiano a favore degli USA. Un tempo qui aveva sede il XXII distaccamento di artiglieria da campo americana e la 191a Explosive Ordnance, con l’incarico di intervenire in caso di incidenti nucleari o di minaccia agli ordigni.
Lonigo (VI) – Base missilistica.
Lunghezzano (VR) – Base, centro e terminale radar e di telecomunicazioni NATO-USA, sotto il controllo e la sorveglianza dell’”US Space Command” e dell’NSA.
Malga Zonza Fiorentini (VI) – Base missilistica.
Monte Calvarina (PD) – Base missilistica.
Monte Venda (PD) – Base, centro radar (antenna) e di telecomunicazioni interne alla NATO. Stazione controllo e comunicazione (difesa aerea) di USA-NATO. La base sarebbe smantellata dal 1988, tuttavia rimane presidiata.
Oderzo (TV) – Deposito di armi nucleari e munizioni.
Sant’Anna d’Alfaedo (VE) – Base, centro radar e di telecomunicazioni USA con antenne circolari del tipo Wullenberg.
San Gottardo (VI) – (km 5.5 da Zovencedo) – Base, centro radar e di telecomunicazioni USA.
San Rocco di Longare (VI) – Base collegata con la “Site Pluto” (di Longare, in provincia di Vicenza). Qui era di stanza la difesa missilistica antiaerea, mentre accoglie una cinquantina di militari che rappresentano una piccola riserva della 173ª Brigada Aviotrasportata di stanza alla Ederle (di Vicenza).
Scorzé (VR) – Infrastruttura della NATO.
Tombolo (PD) – Base logistica della SETAF.
Tormeno (VI) – (km 2 da Arcugnano e km 6 da Vicenza – Comune di S. Giovanni a Monte) – Deposito di armi nucleari e armi e munizioni di vario genere.
Treviso (TV) – Strutture tecnico-logistiche.
Venezia (VE) – Strutture tecnico-logistiche – Il personale americano è stato ridotto – Infrastruttura della NATO – Base navale USA.
Verona (VR) – Comando supremo delle forze terrestri NATO del Sud Europa, centro di telecomunicazioni dell’USAF. Air Operations Center (con 2.500 persone). Strutture tecnico-logistiche. Il personale americano è stato ridotto. Comando NATO delle forze alleate di terra dell’Europa del sud. Il “Joint Command South” di Verona è stato ufficialmente chiuso nel Giugno 2004.

Note:
1. A suo tempo il ministro della difesa Arturo Parisi dichiarò, dinanzi alla Camera dei Deputati, il 19 Settembre 2006, che all’epoca esistevano 8 basi Usa in Italia (intendendo con ciò riferirsi alle basi principali e organizzativamente complete, le altre essendo solo dei punti di appoggio delle prime). Le basi citate, secondo una precisazione pubblicata dagli autori della prassi italiana di diritto internazionale nell’”Italian Yearbook of International Law” – Vol. XVI del 2006, le 8 bassi (propriamente: basi e infrastruiture) degli Usa in Italia, sarebbero le sue genti: aeroporto di Capodichino (Napoli) per attività di supporto navale; aeroporto di Aviano (Pordenone) con il 31° stormo e 61° gruppo di supporto regionale; Camp Darby (Livorno); la base di Gaeta (Latina); la base dell’Isola di Maddalena (Sassari), chiusa di recente; la stazione navale di Sigonella (Catania); l’osservatorio di attività solare in San Vito dei Normanni (Brindisi), chiusa di recente; base di Vicenza e Longare (Vicenza).

IL SOAVE PROFUMO DELL’IMPERIALISMO

di Gianni Viola
Prospettiva Editrice
pagg. 232 – 15 foto b/n – € 14,00

(Fonte: http://www.interkosmos.it/libro02h.htm)

Articolo in sintonia: http://paolodarpini.blogspot.com/2018/04/nato-se-settanta-anni-vi-sembran-pochi.html
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Per firmare la petizione per l’uscita dell’Italia dalla NATO: https://www.change.org/p/la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale

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RIVE a Torre Mileto, UFO in aumento, Iraq e dintorni, la “batata” americana, un buon caffè d’orzo, restare al “centro”…

Il Giornaletto di Saul del 4 novembre 2019 – RIVE a Torre Mileto, UFO in aumento, Iraq e dintorni, la “batata” americana, un buon caffè d’orzo, restare al “centro”…

Care, cari, durante l’incontro autunnale della RIVE a Torre Mileto forte è stato il richiamo alla vicinanza con le mobilitazioni dei movimenti ambientalisti, con temi importanti comuni a Rive, come ad esempio l’ecologia declinata nei fatti con un basso impatto ambientale, pratiche di rigenerazione, recupero e custodia del suolo. Spunti interessanti sono nati anche dalla lettura del bioregionalismo in Italia… (Francesca Mastracci) – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2019/11/bioregionalismo-tra-gli-argomenti-in.html

Roma. Beni comuni – Scrive Luigi De Giacomo: “Il 10 novembre, dalle ore 10 alle ore 17, presso la Facoltà Valdese, in Via Pietro Cossa 40 di Roma, avrà luogo una assemblea sui Beni Comuni organizzata dal Comitato Rodotà. Info: 333.4905495″

UFO – Scrive M.C.B.: “Gli alieni stanno aumentando il loro interesse per il nostro pianeta, e ciò non è solo un mio punto di vista, ma un dato di fatto. Gli avvistamenti UFO sono aumentati, nemmeno il più scettico lo può negare. Ma è complicato capire il perché. Secondo me, la nostra razza sta facendo più “rumore”, sia per quanto riguarda sperimentazioni varie, sia per l’utilizzo di armi nucleari. A parte questo, penso che presto (ma non si sa quando) gli alieni si riveleranno al mondo…” – Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2019/11/03/ufo-ufo-ufo-fortissimamente-ufo/

Cercasi religiosi, anche senza fede… – Scrive Diario Scomodo: “La fede non è indispensabile. È un’attività come tante per sopravvivere e assicurarsi un tetto e due pasti al giorno. Ma al contrario di chi gestisce le nostre vite, non fanno danni perché, qualsiasi errore combinino la Chiesa non è scalfita. A differenza del vescovo di Messina, Dio non si è scandalizzato nell’apprendere della gravidanza di una suora di colore che viveva in un convento dei Monti Nebrodi. Anche lei è caduta dalle nuvole quando, recatasi in ospedale, credendo di soffrire di coliche addominali, le hanno comunicato la lieta notizia. Ma, a dispetto della carità cristiana, è stata espulsa…”

Iraq e dintorni. Lo strano destino delle “rivoluzioni colorate” – Scrive Fulvio Grimaldi: “Come il mondo musulmano è finito in questo stato? Gli apologeti nostrani dei rivoltosi in Iraq, in effetti duramente repressi dopo aver dato alle fiamme edifici e personale governativo, denunciano i black out elettrici, la carenza di acqua potabile, lo sfascio delle infrastrutture, gli alti prezzi. Non si sognano neanche di accennare a due guerre distruttive, inframmezzate da bombardamenti clintoniani ogni quattro giorni per sei anni, al petrolio, che dovrebbe fornire l’energia e permettere la ricostruzione, per intero in mano ai grossi petrolieri anglosassoni insieme ai suoi proventi, l’acqua del Tigri e dell’Eufrate ridotti a fiumiciattoli dalle nuove, abusive, dighe turche…” – Continua: https://paolodarpini.blogspot.com/2019/11/mondo-musulmano-e-lo-strano-destino.html

Addio alla FIAT – Scrive R.T.: “Per il presidente Conte la fusione della FIAT con la Peugeot è un bene. Per l’economista Deaglio si tratta di segnale positivo per l’intera Europa. Anche i sindacati si accodano al coro di consensi. Io, invece, che di economia capisco poco – però, ne ho viste di tutti i colori – non mi fido della finta magnificenza degli industriali. la fusione tra due colossi aumenta il potere non posti di lavoro. “Dio mio, fatemi assistere a quest’iniziativa finanziaria socialmente utile – diceva la vedova scaltra che voleva morire centenaria – e poi chiamatemi pure vicino all’anima santa di mio marito”

Alimentazione sana con la “batata” americana… – Scrive il dottor Giuseppe Di Prima: “Le proprietà del tubero commestibile chiamato BATATA o patata dolce sono da tempo al centro dell’attenzione della scienza. A dimostrazione di questo interesse si può chiamare in causa la classifica stilata poco tempo fa da Center of Science in the Public Interest, associazione no profit statunitense impegnata dal 1971 nella difesa dei consumatori e nella promozione dell’alimentazione sana… – Continua: https://retedellereti.blogspot.com/2019/11/la-batata-americana-per-unalimentazione.html

Marche. Criminali benvenuti – Qui, più che in qualsiasi altro luogo, imparerete a sentirvi sicuri e le pene sono miti, quasi inesistenti. Qui potete divertirvi a compiere furti, rapine, scippi, a violentare disabili e persino vecchiette. Così scaricate la rabbia delle frustrazioni. I minorenni godono l’impunità ma potranno votare. Gli immigrati non vengono perseguiti perché “rifugiati”. Poi questo è il luogo dove si perseguitano solo i piccoli commercianti, gli artigiani e i contadini, detti evasori, ma non chi s’imbottisce e spaccia cocaina e droghe pesanti e dove ferire un carabiniere in servizio comporta l’arresto con il rilascio il giorno dopo… Meglio di così!?

Per un buon caffè d’orzo ci vuole il tostacaffè – Scrive Gigliola Rosciani: “Per fare un buon caffè d’orzo è fondamentale la tostatura pertanto ci servirà l’attrezzo per tostare. I vecchi tostacaffè ci assicurano una buona tostatura: non lascia il seme o la radice troppo cruda, ma neppure bruciacchiata. Sono oggetti antichi appartenenti alla civiltà contadina che si possono trovare da coloro che hanno conservato gelosamente questi reperti storici, ma anche nei mercatini dell’usato o dell’antiquariato…” – Continua: https://circolovegetarianotreia.wordpress.com/2019/11/03/come-si-prepara-il-vero-caffe-dorzo/

Quiz sul Giornaletto del 2 novembre 2019 – Scrive Luigi: “Caro Paolo, dal 25 ottobre (780554 – h15) al 3 novembre (784997 – h12) le visualizzazioni del tuo blog Bioregionalismo Treia sono state 4443. 494 al giorno! Un ottimo risultato visto l’alto livello dei suoi contenuti. BRAVO! Ecco spiegato perché Facebook (una piaga per il mondo intero) ti controlla e ti censura. GRAZIE PER LA PUBBLICAZIONE (non me l’aspettavo) DELLA PRIMA PARTE DEL MIO CONCORSO. Un caro saluto.”

Mia rispostina: “Caro Luigi, di blog ne ho attivati una decina… frequentati perlopiù dagli USA e Russia, comunque da paesi esteri. Le visite dall’Italia non sono molte, forse dipende dal fatto che Bioregionalismo Treia è stato bloccato da Facebook…”

Allontanarsi dal proprio “centro” è un vero disastro – Vivere lontano dal proprio “Centro”, che è il ponte che unisce la nostra esistenza individuale con quella Universale, corrisponde al sentirsi separati, “gettati su questo mondo” –usando le parole di Sartre. Ovvero ritenersi estranei e privi di radici con l’esistenza. Da ciò deriva una condizione di perenne inquietudine, che cerchiamo di soddisfare con i desideri e le scelte, ma il risultato é solo frustrazione, paura, incertezza e lotta… ed è una lotta che conosce solo sconfitta! Infatti come ci si può ribellare o tentare di modificare la vita quando noi stessi siamo una sua emanazione? – Continua: http://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2016/12/restare-nel-centro-senza-pensieri-senza.html

Ciao, Paolo/Saul

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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Se tu dimori nel Sé, non ci sono altre persone. Tu e io siamo lo stesso. Quando io prego per te prego per me stesso, e quando prego per me stesso, prego per te. La vera preghiera è dimorare nel Sé.” (Ramana Maharshi)

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