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Lucilla Pavoni: “I camilli e le donne vestite nude..” – Stralcio dal libro la Figlia del sarto… che viene presentato a Treia in apertura de Il Sole Invitto 2010/2011

Eventi Paolo D'Arpini 30 novembre 2010

Lucilla Pavoni, la figlia del sarto..,  e la narrazione dei suoi vividi ricordi d’infanzia nelle Marche, compendiati  nel suo libro di memorie -La Figlia del sarto, appunto- sarà l’elemento d’avvio dei festeggiamenti per  Il Sole Invitto di quest’anno.

L’evento  si  svolge nella splendida cornice seicentesca della Sala Consiliare di Treia, l’8 dicembre 2010, alle h. 16.30. Corroborerà la lettura di brani del libro una esposizione di foto storiche raccolte da Nazareno Crispiani e di alcuni disegni in sintonia appositamente creati da Domenico Fratini, con accompagnamento  musicale di un vecchio organetto… L’ambientazione  é in quel tempo quasi cancellato dalla memoria collettiva che si pone a cavallo fra la fine dell’ultima guerra ed il primo dopoguerra.

In quegli anni avvenne un profondo cambiamento nella nostra cultura.. la cultura contadina pian piano perse di valore divenendo quasi un brutto ricordo, da cancellare.

 

Scopo della manifestazione è quello di conservare e riproporre alle nuove generazioni un valore formativo che  può ancora fornire elementi di insegnamento e crescita per la società futura… La cultura contadina, pure nella sua semplicità, offre esempi di solidarietà umana, intelligenza e semplicità di vita e persino maggiore capacità di benessere e divertimento…. Occorre leggersi tutto il libro di Lucilla per poterlo comprendere…

 

Alla manifestazione saranno presenti, per introdurre il discorso e testimoniarne il significato, gli amministratori comunali Luigi Santalucia e Corrado Speranza. La persona di Lucilla Pavoni e la sua opera letteraria troverà invece testimonianza nella presentazione di Elisabetta Raponi, treiese di nascita.

 

Ed ora qui di seguito uno stralcio del libro:     

 

I CAMILLI E LE DONNE VESTITE NUDE    

A quel tempo quasi nessuno sapeva leggere e scrivere e “fare di conto” e allora anche chi aveva fatto solo la terza elementare,a chi non aveva fatto neanche quella, sembrava un professore,”unu studiatu”.  Babbo era arrivato fino “in quinta” e quando arrivava la lettera di qualche giovanotto di famiglia che stava a fare il militare, i nostri amici contadini,aspettavano che lui gliela leggesse.

 

Mi ricordo un “contadi’”che per anni gli fece leggere sempre l’unica lettera ricevuta dal figlio che,per i sogni di gloria e di conquista di un regime che aveva nostalgia di un impero finito da mille e passa anni,era stato sbattuto in Africa. Lui non era più tornato,rimaneva solo quella lettera che s’era fatto scrivere chissà da chi,e che diceva così: “Caro padre, cara madre, io sto bene e così spero di voi. La manza ha partorito? La cavalla s’è “sgravata”? Rosetta s’e’ spusata? Io sento tanto la vostra mancanza e me sogno le tajatelle co’ la papera; non vedo l’ora che la guerra finisce. Questo è un posto strano, ci cono “certi animali” che si chiamano “camilli”e le donne vanno vestite tutte nude!  Vi abbraccio e vi bacio,vostro figlio Arduino”

 

Poveretto, per anni quel “cuntadì”, ogni volta che arrivava babbo, tirava fuori dalla tasca di dietro dei pantaloni un portafogli nero che conteneva un’unica cosa, l’unica lettera dell’unico figlio e gli chiedeva di leggerla. Aspettava che gli altri fossero distratti. e quasi con noncuranza gliela pestava in mano,come se fosse arrivata il giorno prima, non anni addietro, i suoi occhi e i suoi gesti dicevano: “..lo so che t’ho rotto le palle ma io c’ho solo questa!

Io ogni volta guardavo babbo, che per l’occasione prendeva l’aria addolorata, di circostanza, e non sapevo mai se piangere per il povero Arduino o ridere per i suoi “camilli”; ma, per fortuna,ero troppo timida per fare qualsiasi cosa. Mi limitavo a registrare in silenzio queste emozioni che ora ritrovo.     (Lucilla Pavoni)

 

 

Per informazioni sulla manifestazione:

Paolo D’Arpini – circolo.vegetariano@libero.it – 0733/216293

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31 dicembre 2010 a Spilamberto: “La Notte senza Tempo del Circolo Vegetariano VV.TT. in trasferta…” – Manifestazione clou de Il Sole Invitto 2010/2011

Eventi Paolo D'Arpini 12 novembre 2010

Uscire di casa è già un lungo passo per riconquistare la terra” (Fulvio di Dio)

 

Tradizionale passeggiata notturna di fine anno in qualsiasi condizione atmosferica.

h. 19 – Appuntamento a Spilamberto in una casa accogliente per la preparazione collettiva della cena conviviale con le vivande vegetariane da ognuno portate. Scrittura dei pensierini: quelli relativi alle propensioni negative che si vogliono emendare e quelli di buona volontà e di buon auspicio per il nuovo anno veniente.

h. 22 – Partenza nella notte buia, vagando lungo il fiume Panaro.

h. 00 – Senza appuntamento davanti al fuoco acceso e cerimonia di buon augurio per il nuovo anno. Al ritorno si terrà un canto di mantra per la purificazione della mente e una meditazione finale.

 

La manifestazione é gratuita, salvo un’offerta volontaria per le spese organizzative, per partecipare é necessario comunicare la propria presenza:

circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 333.6023090

 

 

Alcune indicazioni sul significato dell’evento:

 

Lo spirito non può essere scisso dalla materia, sono espressione l’una dell’altro. Il naturale afflato che si manifesta di fronte alla meraviglia di sé e del mondo…” (Saul Arpino)

 

Perché organizzo questa “Notte senza Tempo”, invitando alcuni amici, pazzi forse come me, a condividere il freddo, la pioggia, il vento, la neve… o qualsiasi situazione ambientale la natura ci voglia offrire… compresa la possibilità di camminare sotto i raggi di una fulgida luna…? Quest’anno il 31 dicembre 2010 però non ci sarà la luna (é ormai all’ultimissimo spicchio) ed in più per la prima volta mi troverò a trascorrere questo momento magico non più sulle sponde del tortuoso Treja, come é avvenuto per lunghi anni in passato, ma lungo i greti ghiaiosi del fiume Panaro.

 

Il programma comunque é lo stesso… e sarà sempre sempre lo stesso finché le mie gambe mi reggeranno in piedi: affrontare la notte buia coraggiosamente in qualsiasi condizione atmosferica.

 

E’ vero, la notte del 31 dicembre è fredda e sovente mi è capitato di sentirmi come un baccalà in mezzo alla valle gelida a passeggiare assieme a quattro disperati. “Ma chi me lo fa fare…?” mi son chiesto innumerevoli volte. L’unica “ragione” che trovo è che la mattina presto (diciamo verso le 1 o 2) quando tutto è finito posso dirmi -riflettendo fra me e me: “Anche stavolta è fatta… ancora una volta sono riuscito ad imbrogliare me stesso…”.

 

Non pensate che io stia scrivendo questa presentazione perché desidero che voi siate presenti all’evento, per una qualsiasi ragione…, non c’è motivo che veniate, come non c’è motivo per me organizzare questo rito un po’ bislacco ed assurdo della Notte senza Tempo. Ormai è andata così e così andrà finché avrò un po’ di “sale” in zucca per capire che anche l’assurdo è una componente della vita. Se dovesse per me esserci nella mia esistenza solo “ragionata e comoda intelligenza” vorrebbe dire che son prossimo alla morte.. o già morto.

 

Perciò chi decide di venire lo faccia a proprio rischio e pericolo, per stare da solo con se stesso, nella condizione in cui si trova… e che la vita gli pone davanti, senza specularci sopra.

 

La conoscenza di ciò che appare nella coscienza non è vera conoscenza. Conoscenza di Sé significa essere quella coscienza in cui tutto appare” (Saul Arpino)

 

Paolo D’Arpini

 

http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=il+sole+invitto+

……………

Post scriptum

Qualcuno ha iniziato a scrivere per avere maggiori ragguagli sul dove poter dormire dopo l’evento. Abbiamo recuperato un indirizzo che potete contattare:

Ecco il link di un b&b a Spilamberto http://www.beb-balsamico.it/ITALIAN_VERSION/prezzi.htm

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Da Calcata, ricordando Samhain ed Ognissanti, passando per Halloween, sino a giungere a San Severin(o) per l’incontro del 30 e del 31 ottobre 2010

Eventi Paolo D'Arpini 23 ottobre 2010

Noi dovremmo occupaci solo di compiere azioni consone e giuste senza considerare l’uso buono o cattivo che ne deriva.. “ (Saul Arpino)

 

Beh, é quasi un ritorno al passato.. poiché debbo confessarvi che proprio qui nelle Marche, ed esattamente nella Borgata Santa Felicita di  Falerone (Ascoli Piceno), festeggiai per la prima volta della mia vita questo rito del momento magico dell’incontro fra le forze del mondo sottostante e quello di sopra. La cosa avvenne 55 anni fa, quando ancora bambino, fui iniziato ai misteri della magia popolare… Alcuni contadini, quella sera del 31 ottobre, mi insegnarono a scavare una zucca, ad intagliare occhi naso e bocca, e a sistemarla in un crocicchio di campagna con una candela accesa dentro… “per esorcizzare gli spiriti maligni” dissero.. Sembrava un gioco, una sceneggiata simile alla costruzione di uno spaventapasseri… (altra componente misterica del mio risiedere nel mondo contadino marchigiano) ma le radici di quel gioco erano molto antiche ed il significato ben diverso da quello che io allora riuscivo a percepire…  

 

In fondo anche uno spaventapasseri é un “emblema” ed il suo scopo non é solo quello di tener lontani gli uccelletti… Uno spaventapasseri é l’elemento che sancisce l’uso, il possesso e la protezione magica di un campo, un feticcio ricoperto degli abiti rattoppati e sporchi del lavoro sui campi,  la coscienza di quel lavoro é vera immagine e diviene anche “forma” magica. Non sono solo i passeri ad essere intimoriti da quella presenza scaramantica… ma anche la grandine, i ladri, gli animali selvatici (una delle consuetudini contadine  per rendere più credibile lo spaventapasseri é quella di pisciarci sopra… il miglior metodo marcatore di possesso del territorio).

 

Ma torniamo alla zucca scolpita ed al mistero del 31 ottobre… Sapete bene che sino a pochi anni fa non esisteva più nessuna consuetudine in Italia per questa celebrazione del 31 ottobre… C’era solo un vago ricordo di un qualcosa che fu… Ad esempio a Calcata si raccontava che in quella notte…  Ma andiamo per ordine….

 

Conservo ancora i trafiletti di giornale (Il Messaggero, La Repubblica ed altri) in cui si annunciava: “Calcata 31 ottobre,  il  Circolo Vegetariano VV.TT. organizza una festa denominata Halloween…”.  Correva l’anno 1994  ed era la prima edizione della manifestazione che intendeva riportare l’attenzione su un particolare momento magico dell’anno, quello a cavallo fra la vigilia di Ognissanti ed il giorno dei morti.

 

L’evento si rifaceva all’antica  tradizione pagana in cui è detto che in questo periodo “si apre una finestra fra la vita e la morte, fra la morte e la rinascita”. Il rito era conosciuto nell’antichità remota ed anche nel medio evo, ed infatti come spesso è successo con tante feste pagane, riconosciute poi nel cristianesimo, Ognissanti e la ricorrenza dei defunti cade proprio in questo periodo.  A Calcata c’era la tradizione contadina di festeggiare un sabbat la notte del 31 ottobre (che tra l’altro fu oggetto di una mostra di foto e di racconti registrati  da Luca Nemiz tenuta nella vecchia sede del Circolo VV.TT. dal titolo ”Sabbat”).  Si narra che le streghe da tutta Europa si dessero appuntamento su Narce (la collina in cui originariamente insisteva Calcata) è lì compissero i loro cerimoniali magici per agevolare la fecondazione e la conservazione dei semi nella terra.  

 

In America, paese un po’ naive, si era conservata questa data   che era stata però trasformata in una festa per bambini, in cui  ci si veste da streghe e spettri. Questa “sceneggiata mascherata” venne chiamata Halloween, che è una storpiatura di All Saints Eve.

 

Siccome l’antica tradizione pagana in Italia ed a Calcata era scomparsa completamente  pensai di rinverdirla, memore forse delle mie trascorse avventure marchigiane, ed  approfittando dell’allora semisconosciuta “Halloween” americana lanciai l’idea della festa, coinvolgendo i bambini delle elementari di Calcata ed un mago chiamato appositamente per creare l’atmosfera (la cosa fu organizzata con l’ausilio di Luciano Poggialini). Ricordo ancora,  in uno di quei primi rifacimenti “orgiastici”, la coralità della partecipazione popolare, pur in una decenza e poesia…

 

Purtroppo la festa  di Halloween é andata vieppiù  deteriorando e non è rimasta così poetica.. diventando pian piano un inno consumista e ridanciano con musicacce, plastica, birra e quant’altro… Pazienza…

 

Ma quest’anno, di ritorno in terra Picena, la festa si farà e bene.. e non solo per rinverdire le memorie di un nebuloso passato, bensì per lanciare un messaggio di ecologia profonda e di consapevole compartecipazione all’evento vita. Il 30 e 31 ottobre sarò assieme agli amici “analogici” all’incontro di San Severino Marche, un incontro per unire il vecchio ed il nuovo della Rete Bioregionale Italiana..  in un afflato rifondativo. Poco chiaro il discorso, quasi incomprensibile? Fa nulla.. non é importante capire con la testa ma sentire con il cuore, percependo la gioia di vivere, di amare la natura che ci é madre, di spartire con i nostri simili cibo e bevanda, di ridere e raccontare, di immaginare scopi comuni, di aprire gli occhi per riscoprire una ovvietà… Infatti – come disse Nisargadatta Maharaj – noi non possiamo essere altro che una parte integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera possiamo esserne separati.

 

Paolo D’Arpini

 

………

 

Programma dell’incontro:

 

30 ottobre 2010:

 

h. 10.00 – Accoglienza e familiarizzazione con il posto, presentazione dei vari partecipanti.

 

h. 12.00 – Preparazione collettiva del pasto con il cibo bioregionale da ognuno portato e condivisione.

 

h. 14.00 – Vesseille (lavaggio piatti e pentole e riordino della sala)

 

h. 14.30 – Percorso di riconoscimento delle  erbe spontanee per onorare il luogo

 

h. 16.30 – Prima sessione di condivisione delle esperienze e proposte per la continuazione del percorso bioregionale, seduti in cerchio davanti al camino acceso, ognuno parla a rotazione. Sono benvenuti interventi poetici e canti.

 

h. 19.30 – Preparazione collettiva del pasto serale e vesseille. Ci si ritira per la notte, chi in tenda, chi nella pensioncina di San Severino, chi nella casa di Sonia a Jesi e chi a Treia (vedi indicazioni sottostanti).

 

 

31 ottobre 2010:

 

h. 10.30 – Seconda sessione di condivisione delle esperienze e proposte bioregionali.

 

h. 12.00 – Preparazione collettiva e consumo del pasto e vesseille.

 

h. 14.30 – Breve passeggiata nei paraggi della casa di Lucilla

 

h. 16.00 – Terza sessione di condivisione esperienze e proposte e conclusioni finali

 

h. 18.00 – Attorno al fuoco, per chi intende ancora fermarsi, racconti sul significato di Ognissanti e canti in sintonia

 

La casa di Lucilla Pavoni, che ospita l’incontro, si trova su una bellissima collina isolata alle pendici dell’appennino marchigiano. Ecco come raggiungerla:

 

Da San Severino Marche seguire la strada per Apiro/Cingoli.

 

Superare Cesolo e Marciano, arrivati al bivio per Apiro/Cingoli prendere la direzione per Apiro.

 

Superare le frazioni Palazzata e Corsciano sino all’indicazione per Ugliano, dopo circa 700 metri sulla destra imboccare stradina in terra battuta seguendo la freccia che indica la casa di Lucilla.

 

In caso di difficoltà potete anche chiedere al baretto di Corsciano, oppure in extremis telefonare a Lucilla al 338.7073857.

 

Attenzione, tutti sono invitati a contribuire all’evento portando dalla propria bioregione di provenienza cibo e bevanda. Venire armati di buona volontà e pazienza. Per il pernottamento: è possibile campeggiare nel terreno di Lucilla con la propria tenda o con il camper. Chi volesse stare più comodo può prenotare -in tempo utile- alla pensioncina 7 Rose di San Severino (Tel. 0733/635202).

 

Oltre al campeggio in tenda, altre sistemazioni gratuite (salvo un’offerta volontaria) possono essere reperite presso l’abitazione di Sonia a Jesi, oppure a Treia (entrambi i luoghi sono a pochi chilometri di distanza da San Severino) in entrambi i casi é opportuno portare con sé sacco a pelo e stuoia e -nel caso- anche brandina pieghevole.

 

 

Informazioni ulteriori sul programma e sulle sistemazioni telefonando a Paolo 0733/216293 – o scrivendo a saul.arpino@gmail.com

 

…………………………

 

Articoli sull’incontro:

 

http://www.google.com/search?hl=it&client=gmail&rls=gm&q=incontro+bioregionale+san+severino+30+31+ottobre+2010&btnG=Cerca&aq=f&aqi=&aql=&oq=&gs_rfai=

 

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Treia: 8 dicembre 2010 – Inizio celebrazioni de “Il Sole Invitto 2010” – Presentazione del libro “La Figlia del Sarto” di Lucilla Pavoni

Eventi Paolo D'Arpini 9 ottobre 2010

Prefazione

 

Com’é nella nostra consuetudine dei festeggiamenti solstiziali iniziamo le celebrazioni de Il Sole Invitto, edizione 2010, l’8 dicembre con la presentazione del libro di Lucilla Pavoni sulla tradizione contadina marchigiana, il titolo é “La Figlia del Sarto”, l’evento si svolge nella sala Consiliare del Comune di Treia (vedi comunicato sottostante).

Altre manifestazioni a seguire saranno la festa di Santa Lucia del 13 dicembre con una passeggiata fino all’antica chiesa diroccata dedicata alla santa, che si trova lungo il percorso di uno storico sentiero francescano di Treia. Poi mi sposto in Emilia dove festeggeremo il solstizio invernale e compiremo il rito della consueta passeggiata notturna della “Notte senza tempo” del 31 dicembre, accogliendo così il veniente anno sperduti nella natura… Forse durante i giorni a cavallo fra Capodanno e l’Epifania riuscirò anche a fare un salto a Calcata, dove nel frattempo i miei successori Sofia e Felix stanno preparando diverse strenne natalizie ed addobbi naturali natalizi (stelle di sapone naturale, pigne dipinte, etc.) nonché frutti colorati di Calcata (cachi, noci e nocciole dorate), che resteranno esposti nella sede del Circolo Vegetariano VV.TT., in via del Fontanile snc a Calcata. Per le attività calcatesi potete chiamare allo 0761/587200. Infine sarò di ritorno nel mio “buen retiro” di Treia per la festa della Befana degli animali del 6 gennaio 2011 e per la chiusura delle celebrazioni de “Il Sole Invitto 2010”.

 

Comunque cominciamo con il programma dell’8 dicembre di Treia:

 

Con il patrocinio del Comune si svolge a Treia (Macerata) un importante appuntamento culturale. Il giorno 8 dicembre 2010 viene presentato al pubblico “La Figlia del Sarto” di Lucilla Pavoni, uno scrigno prezioso e magico di racconti e memorie del passato marchigiano, di vita contadina, di solidarietà umana, di aneddoti sulle diverse abitudini sociali e sulle profonde differenze ed alienazioni che sono andate sviluppandosi in questa regione (come d’altronde nel resto d’Italia e del mondo) a partire dagli anni ‘60 del secolo scorso, con l’avvento dell’industrializzazione pesante e del consumismo. Lucilla é una ecologista antelitteram ma forse limitare le sue qualità con un’etichetta é persino restrittivo ed inopportuno. Infatti la saggezza da lei dimostrata é vera in ogni contesto, sia nel passato che nel futuro.

 

Programma dell’8 dicembre 2010 – Sala Consiliare di Treia

 

h. 16.30 – Apertura della Sala Consiliare al pubblico e inaugurazione della mostra di disegni originali, ispirati al testo, di Domenico Fratini, ed esposizione di foto d’epoca, pubblicate nel testo, raccolte da Nazareno Crispiani.

 

h. 17.00 – Benvenuto del Sindaco Dr. Luigi Santalucia e Vicesindaco Dr. Corrado Speranza.

Introduzione di Paolo D’Arpini, presidente del Circolo Vegetariano VV.TT.

Presentazione del testo e dell’autrice a cura della Dr.ssa Elisabetta Raponi

Lettura di brani tratti dal libro recitati dell’autrice stessa

Esecuzione di brani musicali popolari antichi con l’organetto

La manifestazione si conclude con una degustazione di prodotti contadini locali.

Info. circolo.vegetariano@libero.it – Tel. 0733/216293 – 338.7073857

………………….

 

Alcune indicazioni sul significato de Il Sole Invitto

 

Lo spirito non può essere scisso dalla materia, sono espressione l’una dell’altro. Il naturale afflato che si manifesta di fronte alla meraviglia di sé e del mondo…”  (Saul Arpino)

 

La festività del Dies Natalis Solis Invicti (”Giorno di nascita del Sole Invitto”) veniva celebrata nel momento dell’anno in cui la durata del giorno iniziava ad aumentare dopo il solstizio invernale.

La “rinascita” del sole. Il termine solstizio viene dal latino solstitium, che significa letteralmente “sole fermo” (da sol, “sole”, e  sistere, “stare fermo”).

Infatti nell’emisfero nord a partire  dalla metà del mese  sino agli ultimi giorni dicembre il sole sembra fermarsi in cielo (fenomeno tanto più evidente quanto più ci si avvicina all’equatore). In termini astronomici, in quel periodo il sole inverte il proprio moto nel senso della “declinazione”, cioè raggiunge il punto di massima distanza dal piano equatoriale. Il buio della notte raggiunge la massima estensione e la luce del giorno la minima. Si verificano cioè la notte più lunga e il giorno più corto dell’anno.

Subito dopo il solstizio, la luce del giorno torna gradatamente ad aumentare e il buio della notte a ridursi fino al solstizio d’estate, in giugno, quando avremo il giorno più lungo dell’anno e la notte più corta. Il giorno del solstizio cade generalmente il 21 dicembre, ma per l’inversione apparente del moto solare diventa visibile il terzo/quarto giorno successivo. Il sole, quindi, nel solstizio d’inverno giunge nella sua fase più debole quanto a luce e calore, pare precipitare nell’oscurità, ma poi ritorna vitale e “invincibile” sulle stesse tenebre… Tutto parte da una osservazione attenta del comportamento dei pianeti e del sole, e gli antichi, per quanto possa apparire sorprendente, conoscevano bene gli strumenti che permettevano loro di osservare e descrivere movimenti e comportamenti degli astri.

 

Nel contempo il significato esoterico é anche quello della vittoria del reale che smaschera il fittizio, cioè quel che é vero, la crescita luminosa, diviene evidente mostrando così la finzione dell’apparire.

 

In questa epoca materialista viviamo in un mondo dove, nella penombra, il falso e l’artifizio hanno preso il posto del vero e del semplice. Questo è il meccanismo dell’apparenza che prende il posto del “naturale” -dell’intrinseca verità- e che favorisce gioco sterile dell’esteriorità. La seduzione della tenebra è allusione e miraggio, con essa si mostra ciò che l’altro vorrebbe vedere, è semplice barbaglio proiettivo di una immagine costruita a misura per attrarre l’altro. E chi è l’altro? Chi svolge la funzione separativa tra l’io e l’altro? Perché si sente la necessità di appropriarsi della attenzione dell’altro?

L’apparenza insomma è camuffamento mentre la chiara visione, potremmo dire la “chiaroveggenza” che si accompagna alla “luce” dell’intelligenza, é rappresentata dal Sol Invictus, ovvero la capacità percettiva di scorgere il bello in ciò che è, senza orpelli, senza luminarie, senza zavorra inutile di finzione incipriata.

 

Paolo D’Arpini

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30 e 31 ottobre 2010: San Severino Marche – Incontro annuale della Rete Bioregionale Italiana, in occasione di Samahin/Ognissanti – “Bentornati a Casa”

Eventi Paolo D'Arpini 7 ottobre 2010

Che l’incontro nazionale di quest’anno della Rete Bioregionale Italiana si manifesti in occasione della grande celebrazione di Samahin, da noi definita Ognissanti, é motivo di buon auspicio e di speranza.

 

Infatti il periodo della fine ottobre inizio novembre viene considerato da tempo immemorabile il momento dell’incontro fra le energie del Mondo di Sotto e quello di Sopra. Questo é il momento della Morte e della Rinascita, della fusione fra il Vecchio ed il Nuovo, é il momento in cui avviene la seminagione e si raccolgono gli ultimi frutti della buona stagione prima che inizi il freddo inverno.

 

Tutto il pensiero antico è orbitato per millenni attorno alla concezione unitaria dell’Universo con la Vita. La realtà sensibile, concreta, stabile, impersonificata in oggetti solidi (i primi simboli della religiosità sono… sassi, pietre… e luoghi di passaggio) è strettamente interconnessa con la vita nelle sue manifestazioni essenziali. Corporeità, sangue, linfa, nascita, morte, sessualità. E questo é anche il messaggio dell’ecologia profonda e del bioregionalismo applicato alla vita quotidiana.

 

Infatti – come disse un saggio contemporaneo, Nisargadatta Maharaj – noi non possiamo essere altro che una parte integrante della manifestazione totale e del totale funzionamento ed in nessuna maniera possiamo esserne separati.

Nella visione di questa “interezza” viene perciò riproposto il messaggio del bioregionalismo e dell’esperienza spirituale ed ecologista da ognuno vissuta.

 

Programma: San Severino Marche – Nel podere di Lucilla Pavoni

 

30 ottobre 2010:

h. 10.00 – Accoglienza e familiarizzazione con il posto, presentazione dei vari partecipanti.

h. 12.00 – Preparazione collettiva del pasto con il cibo bioregionale da ognuno portato e condivisione.

h. 14.00 – Vesseille (lavaggio piatti e pentole e riordino della sala)

h. 14.30 – Percorso di riconoscimento delle  erbe spontanee per onorare il luogo

h. 16.30 – Prima sessione di condivisione delle esperienze e proposte per la continuazione del percorso bioregionale, seduti in cerchio davanti al camino acceso, ognuno parla a rotazione. Sono benvenuti interventi poetici e canti.

h. 19.30 – Preparazione collettiva del pasto serale e vesseille. Ci si ritira per la notte, chi in tenda, chi nella pensioncina di San Severino, chi nella casa di Sonia a Jesi e chi a Treia (vedi indicazioni sottostanti).

 

31 ottobre 2010:

h. 10.30 – Seconda sessione di condivisione delle esperienze e proposte bioregionali.

h. 12.00 – Preparazione collettiva e consumo del pasto e vesseille.

h. 14.30 – Breve passeggiata nei paraggi della casa di Lucilla

h. 16.00 – Terza sessione di condivisione esperienze e proposte e conclusioni finali

h. 18.00 – Attorno al fuoco, per chi intende ancora fermarsi, racconti sul significato del Samahin/Ognissanti e canti in sintonia

 

La casa di Lucilla Pavoni, che ospita l’incontro, si trova su una bellissima collina isolata alle pendici dell’appennino marchigiano. Ecco come raggiungerla:

Da San Severino Marche seguire la strada per Apiro/Cingoli.

Superare Cesolo e Marciano, arrivati al bivio per Apiro/Cingoli prendere la direzione per Apiro.

Superare le frazioni Palazzata e Corsciano sino all’indicazione per Ugliano, dopo circa 700 metri sulla destra imboccare stradina in terra battuta seguendo la freccia che indica la casa di Lucilla.

 

In caso di difficoltà potete anche chiedere al baretto di Corsciano, oppure in extremis telefonare a Lucilla al 338.7073857.

 

Attenzione, tutti sono invitati a contribuire all’evento portando dalla propria bioregione di provenienza cibo e bevanda. Venire armati di buona volontà e pazienza. Per il pernottamento: è possibile campeggiare nel terreno di Lucilla con la propria tenda o con il camper. Chi volesse stare più comodo può prenotare -in tempo utile- alla pensioncina 7 Rose di San Severino (Tel. 0733/635202).

Oltre al campeggio in tenda, altre sistemazioni gratuite (salvo un’offerta volontaria) possono essere reperite presso l’abitazione di Sonia a Jesi, oppure a Treia (entrambi i luoghi sono a pochi chilometri di distanza da San Severino) in entrambi i casi é opportuno portare con sé sacco a pelo e stuoia e -nel caso- anche brandina pieghevole.

 

Informazioni ulteriori sul programma e sulle sistemazioni telefonando a Paolo 0733/216293 – o scrivendo a saul.arpino@gmail.com

 

L’incontro del 30 e 31 ottobre 2010 é aperto a tutti coloro che si riconoscono nella Carta degli Intenti della Rete Bioregionale Italiana:

 

Bentornati a Casa!

 

Una bioregione è un luogo geografico riconoscibile per varie caratteristiche: clima, suoli omogenei, specie vegetali e animali, bacini idrografici nella loro integrità, versanti montani, eccetera, ma anche le culture umane, considerando in particolare quelle prodotte da popoli che da tempo immemorabile hanno saputo convivere in armonia con tutto questo.

 

Per bioregionalismo si intende la volontà di ri-diventare nativi del proprio luogo, della propria bioregione. Possiamo fare tutte le scoperte possibili, usare la tecnica, la scienza; possiamo andare sulla luna e comunicare via satellite, ma alla base della nostra sopravvivenza fisica, psichica e spirituale ci sono questi alberi, queste erbe, questi animali, queste acque, questo suolo del luogo dove viviamo. L’evoluzione sociale e tecnologica è ecologicamente compatibile solo su “piccola scala”, localmente e ancorata ad una visione olistica del sapere.

 

L’idea bioregionale consiste essenzialmente nel riprendere il proprio ruolo all’interno della più ampia comunità di viventi e nell’agire come parte e non a parte di essa, correggendo i comportamenti indotti dall’affermarsi di un sistema economico e

politico globale, che si è posto al di fuori delle leggi della natura e sta devastando, ad un tempo, la natura stessa e l’essere umano.

 

Il bioregionalismo si rifà ai principi ecocentrici , riconoscendo che l’equilibrio ecologico esige una profonda trasformazione nella percezione che abbiamo come esseri umani riguardo al nostro ruolo nell’ecosistema planetario. Questa consapevolezza non è qualcosa di completamente nuovo, ma affonda le sue radici negli antichi saperi dei popoli nativi in ogni parte del mondo e nelle grandi tradizioni spirituali occidentali e orientali.

 

Il modo più appropriato per iniziare a ri-abitare non è attraverso leggi o regolamenti imposti, ma ponendosi in prima persona in relazione al luogo in cui si vive: scoprendone i significati, gli scambi, individuandone i contorni, dedicandosi ad attività sostenibili con la propria bioregione.

 

L’idea bioregionale, punta ad inserirsi nelle pieghe della società; per riuscirci diverse possono essere le modalità, i linguaggi e le forme, ma, al di là delle differenze, ciò che accomuna i bioregionalisti è la consapevolezza di essere parte di un insieme senziente.

 

L’idea bioregionale è ispirata dai sistemi naturali e selvatici; per sua natura, pertanto, si esprime attraverso la forma decentrata.

 

Nell’introdurre questo concetto, si richiede la sensibilità di esporlo in modo che ogni persona, gruppo o realtà sociale lo senta proprio e nel proprio luogo si organizzi per radicarlo.

 

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Ciao a tutti e grazie del passaparola…

 

Paolo D’Arpini

 

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