Archivio della Categoria 'Alimentazione vegetariana'

Ultimo avviso vegetariano: “… per dar retta alla bibbia condanniamo la Terra!”

Nel giro di pochi decenni la temperatura terrestre si è innalzata di un grado e questo porta gradualmente allo sciogliersi dei ghiacciai dei poli che riversano negli oceani microrganismi imprigionati da millenni, probabilmente incompatibili con la vita ora presente nei mari, che saranno a loro volta assorbiti dalla popolazione marina e che entreranno nel circuito alimentare degli umani che se ne nutrono con effetti imprevedibili anche per la loro salute.

L’eccezione degli eventi climatici, diventata regola, è dovuta soprattutto all’inquinamento dell’atmosfera, a causa della distruzione delle foreste, degli allevamenti intensivi, delle immense distese di mono colture (a loro volta dovute al consumo di carne), alla la cementificazione del suolo, alle costruzioni ai margini fluviali ecc. Un’enorme percentuale della superficie terrestre è stata coperta con le città e le strade. E a questo si aggiunge l’indifferenza della gente e la disonestà delle grandi lobby improntate al profitto. E l’umanità cresce, cresce, cresce, divorando il suo stesso organismo come un’inarrestabile melanoma.

Durante l’anno zero, cioè la nascita di Cristo, la popolazione mondiale era di circa 350 milioni di anime; nel 1800 era di 700 milioni e nel 1830 raggiunge un miliardo di unità. Un secolo dopo la terra ospita 2 miliardi di esseri umani e nel 1975 raggiunge i 4 miliardi. Oggi, 2013, la popolazione mondiale è di circa 7 miliardi, e la previsione, calcolata secondo l’incremento progressivo, lascia supporre che l’umanità sarà di 100 miliardi entro la fine del secolo.

Ma parlare di carne è come parlare del diavolo in chiesa. Io porrei una domanda a coloro che in televisione dibattono su queste problematiche: se la condizione per far cessare gli alluvioni, i tornati, le bufere, gli tsunami ecc. fosse quella di rinunciare alla bistecca, quanti sarebbero disposti ad aderire? Se la condizione per debellare le malattie che stanno decimando il genere umano fosse quella di rinunciare al pollo, alle fettina di vitella, alle aragoste, quanti di coloro che in televisione si ubriacano di parole inutili, sarebbero disposti a rinunciare? Pochi o nessuno. Anche le vittime di questa situazione allarmante, se poste davanti alle stesse condizioni difficilmente accetterebbero di rinunciare alle braciole di maiale.

Questa è la civiltà degli ipocriti; allora occorre che siamo disposti a subirne le conseguenze della natura violentata, vilipesa, oltraggiata per secoli, con il silenzio di santa romana chiesa che nei fatti continua ad aderire ai dettami biblici “soggiogate la terra, dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra” (Gen 1,28), come si trovò ad affermare Giovanni Paolo II il 12 ottobre 1981, in un messaggio al popolo brasiliano, trasmesso in cento lingue, nell’Enciclica “Laborem Exercens”: “L’uomo ha la missione, il dovere, la facoltà piena di soggiogare la terra”.

Tutti gli studi e le ricerche effettuate in questo campo sono finanziate da chi le paga, e i risultati mirano a tranquillizzare la popolazione affinché non cambi il suo stile di vita per non danneggiare le multinazionali dell’alimentazione, chimico-farmaceutiche e petrolifere. E ognuno di noi ha contribuito per ignoranza o per disinteresse, con il suo stile di vita, cedendo alle lusinghe delle tendenze propinate subdolamente dalle grandi lobby.

Quello che sta succedendo oggi, e che succederà anche domani, lo andiamo dicendo da trent’anni, ma naturalmente era come gridare in un deserto. La storia dell’uomo si ripete senza che mai riesca a vivere di esperienza e acquisire maggiore saggezza. Il nemico viene dalle grandi lobby che falsano le informazioni al cui fascino però la gente comune finisce col credere, perché “la gente vuole avere buone notizie sulla sua cattiva condotta”. Ma non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca. E quando una persona, per quanto tollerante possa essere, quando viene per molto tempo violentata prima o poi reagisce, e spesso in modo violento, come sta succedendo con i fenomeni naturali. E tutto questo purtroppo è solo l’inizio. Qualche dato.

Ogni giorno si scaricano nell’aria 40 milioni di metri cubi di anidride carbonica.
Ogni mucca ogni anno produce gas quanto un’automobile per 70.000 km.
Gli allevamenti sono responsabili dell’80-90% di emissioni di ammoniaca che provocano le piogge acide. 100 milioni di tonnellate è la quantità di metano prodotta in un anno dagli animali d’allevamento.

Il 51% delle emissioni dovute ai gas serra sono dovute all’industria della carne.

Com’è noto, i gas serra sono i fattori maggiormente implicati nel fenomeno del riscaldamento globale della terra, con le note ripercussioni climatiche a livello planetario.
Il biossido di carbonio generato per produrre una sola bistecca è pari alla quantità prodotta da un’automobile per 40 km.
Secondo le proiezioni pubblicate dalla Fao l’attuale modello culturale e la diffusione del consolidato stile di vita occidentale porterà la produzione di carne a più che raddoppiare entro il 2050 (arrivando dagli attuali 228 milioni di tonnellata 463 milioni).
Ma rassicuriamoci, gli esperti di turno ci dicono che tutto questo è normale, che tutto sommato sono fenomeni eccezionali che rientrano nella norma dei cicli naturali.

Franco Libero Manco

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Perché vegetariani? “La crescita in tenerezza ed in maturità sono i veri segni del successo..”

La crescita in tenerezza ed in maturità sono i veri segni del successo verso l’umanità e la creazione tutta. Il grande errore di ogni etica è stato quello di immaginarsi di avere a che fare con i soli rapporti fra uomo ed uomo. Invece il vero problema riguarda la sua attitudine verso il mondo, verso tutta la vita che entra nel rapporto d’azione.

Un uomo è morale soltanto quando considera la vita nel suo insieme, quella delle piante e animali come quella dei suoi simili, e quando su dedica ad aiutare disinteressatamente ogni altra vita che ha bisogno.

Soltanto l’etica universale che sente la vicinanza di tutto ciò che vive, in una sfera sempre più ampia, soltanto quell’etica è fondata sul ‘pensiero’. L’etica del rapporto fra uomo ed uomo non è in verità un qualcosa a parte, è solo un rapporto particolare che deriva dall’universale.

L’etica del rispetto per la vita comprende quindi tutto ciò che può essere rappresentato come amore, devozione e comprensione. Nella gioia, nella sofferenza e nella fatica.

In un giorno a venire tutte le forze della natura si uniranno intelligentemente per raggiungere lo scopo finale, senza diffidenza, né ostilità reciproca, ma nel riconoscimento universale della fratellanza, di cui tutti facciamo parte essendo figli dello stesso padre.

Cerchiamo allora ognuno nella nostra piccola cerchia di attività di preparare e prepararci a questa era di pace e di amore. Sia questo il desiderio ardente, il sogno di tutti gli uomini riflessivi e sinceri.

Possiamo ben fare un piccolo sacrificio per avvicinare l’umanità verso un glorioso avvenire. Purifichiamo i nostri pensieri e le nostre azioni assieme al nostro alimento.

Con l’esempio e la parola facciamo tutto quello che dipende da noi per diffondere l’evangelo di compassione e di amore, per far cessare il regime della brutalità e per affrettare l’avvento del grande regno di giustizia nel quale la volontà del padre nostro sarà fatta nella terra come in cielo.

Settembre 1992: Aldo D’Arpini – Alfa Zeta

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Una considerazione aggiunta:

Lo scritto soprastante fa parte di una raccolta di racconti, considerazioni, poesie etc. di mio padre: Aldo D’Arpini. Poco dopo la sua morte avendo “ereditato” la cassetta contenente i suoi scritti, lo inviai a mo’ di “ad memoriam” alla rivista Alfa Zeta, di matrice cristiana, che lo pubblicò. Sì perché mio padre gli ultimi anni della sua vita si scoprì universalista “cristiano”.

Egli inoltre divenne vegetariano, per conto suo senza che nessuno glielo consigliasse. Abitò per parecchi anni a Macerata dove aveva gestito un albergo prima di andare definitivamente in pensione. E lì nel capoluogo lasciò il corpo che è oggi sepolto nel cimitero comunale.

Quindi -in un certo senso- sono un po’ anch’io maceratese. Ed è bene che sia venuto a Treia, ormai in età avanzata, così potrò forse anch’io lasciare il corpo qui nelle Marche.

Evidentemente questo fa parte del nostro destino di famiglia, evidentemente dal punto di vista karmico qui c’è una nostra radice. Però oggi non voglio dilungarmi su questo tema… Vorrei solo confermare il detto “buon sangue non mente” e che non c’è bisogno di andare in giro a far proselitismo. L’evoluzione quando il momento è giunto ci fa compiere i passi necessari alla nostra crescita. Perciò, pur mantenendo in vita una delle associazioni vegetariane più vecchie d’Italia Il Circolo vegetariano VV.TT., difficilmente faccio opera di apostolato. Mi limito a raccontare la mia esperienza e se qualcuno sente una risonanza, buon per lui!

Paolo D’Arpini

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Vegetarismo e religione – Francesco, papa antropocentrico ed anti-animalista per sua natura

L’elezione al soglio pontificio di papa Bergoglio aveva suscitato nuove speranze negli animalisti che avevano associato al nome del nuovo papa un’apertura francescana della Chiesa cattolica in difesa degli animali. Ma col passar del tempo l’entusiasmo del mondo animalista va scemando. Forse ci eravamo illusi, o forse è troppo presto perché il nuovo papa si pronunci a favore degli animali che i santo di Assisi chiamava fratelli.

Ma ad oggi le aspettative di chi credeva che il papa si ricordasse degli animali che agonizzano nei mattatoi, negli istituti di sperimentazione, con la caccia o la pesca e in tutti gli altri modi disumani e vergognosi, restano purtroppo disattese, e l’animale resta un essere marginale, da non inserire mai nella richiesta di amore, da separare e non paragonare mai all’uomo per non mettere in discussione la sua supremazia sul creato.

Un papa che ha parole di compassione e di misericordia per tutti, eccetto che per il 99% della creazione, gli animali. Tutta la sua ammirevole attenzione e tutto il suo amore è per gli umani, mai per le vittime degli stessi a causa della visione antropocentrica sostenuta dalla stessa Chiesa per cui gli animali sono quasi delle cose ad uso e consumo dell’uomo.

Pare che alla visita ad Assisi papa Francesco rivolgendosi ad una suora, un po’ sotto peso, l’avrebbe esortata a mangiare più carne, anche se il 20 marzo 2013 in un tenue barlume dice: “Per favore, siate custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura” e, ricevuta una delegazione animalista aveva espresso il desiderio di sostenerli nella loro opera e che avrebbe gradito avere una tessera d’appartenenza al movimento. Va ricordato che la carne è il motore dell’economia argentina e di conseguenza gli interessi sono forti e pressanti.

Così il papa che viene da lontano, speranza di cento miliardi di povere creature che ogni anno vengono sacrificate sull’altare dell’egoismo e della crapula umana, non solo non apre il mondo cristiano all’amore universale ma resta, fino ad ora, ad un passo indietro rispetto i precedenti pontefici.

“Gli animali sono la parte più piccola della Creazione divina, ma noi un giorno li rivedremo nel mistero di Cristo” (Papa Paolo VI).
“Uomo, vegetali, animali siamo tutti nella stessa barca; non si tocca l’uno senza che a lungo andare non si danneggi l’altro” (Papa Luciani).
“E’ urgente seguire l’esempio del povero di Assisi e abbandonare sconsiderate forme di dominio, cattura e custodia verso tutte le creature. Gli animali devono essere rispettati in quanto nostri compagni nella creazione”. Anche se è difficile conciliare il rispetto invocato se poi aggiunge: “Mentre è lecito usarli per nutrirsene come cibo…”. “Usando gli animali per il proprio servizio, l’uomo non deve mai far loro del male, né maltrattarli, né torturarli fisicamente, perché sono creature sensibili”. “Sono lieto di incoraggiare e di benedire quanti si adoperano per far si che gli animali, le piante, i minerali vengano considerati e trattati, francescanamente, come fratelli e sorelle.” “L’educazione al rispetto per gli animali e, in genere, per l’armonia del creato, ha un positivo effetto sull’essere umano, contribuisce a sviluppare in lui sentimenti di equilibrio, di moderazione e di nobiltà e lo aiuta a risalire alla grandezza e alla bellezza del suo Creatore”. “Non solo l’uomo ma anche gli animali hanno un soffio divino” (Papa Giovanni Paolo II).

Purtroppo sembrano frasi di circostanza più che di vera sostanza dal momento che nulla è assolutamente cambiato nella Chiesa cattolica e il clero continua ad essere il più acerrimo difensore della bistecca e l’organismo che meno si interessa delle tematiche vegetariane, animaliste e ambientali che premono da ogni parte del mondo.

Anche i gradi santi della tradizione cristiana, che pur hanno raccomandato l’astinenza dalla carne (più per mortificazione personale e per sottomettere le passioni corporee che per rispetto per gli animali considerati esseri impuri, la parte più vile della creazione, secondo il pensiero di S. Agostino ereditato in pieno dalla Chiesa cattolica e mai smentito.

Suppongo che il papa, quando chiede aiuto per le popolazioni indigenti, sia al corrente dell’impatto dell’alimentazione carnea sull’ambiente, sulla salute umana e la fame nel mondo; sia al corrente che le derrate alimentari necessarie a produrre un solo hamburger basterebbero a sfamare 40 bambini per un giorno; che gli allevamenti assorbono derrate alimentari quanto 9 miliardi di persone; che 35.000 persone ogni giorno muoiono per mancanza di acqua potabile mentre per produrre un solo kg di carne di manzo se ne consumano 50.000 litri di acqua; che negli Usa un terzo di tutte le materie prime viene assorbito dall’industria della carne.

Ci può forse essere pace nella famiglia dei viventi se la parte più piccola e agguerrita è avvezza ad usare ogni crudeltà nei confronti della maggioranza dei suoi componenti? È il cuore e la coscienza dell’uomo a fare la storia, a determinare il comportamento pacifico e mite degli esseri umani. Ma se questi sono insensibili alla sofferenza che causano ai più deboli e innocenti come possono essere sensibili e giusti nei confronti dei loro simili?

Speriamo ardentemente che il papa oltre ad avere a cuore le sorti del prossimo umano (spesso malvagio e crudele), ampli francescanamente la sua sfera d’amore a tutte le creature nostre compagne di viaggio. Convivere con l’idea che una sua sola frase in difesa degli animali e della scelta vegetariana salverebbe da sicura sofferenza e morte milioni, se non miliardi, di animali innocenti, è un peso e una responsabilità sicuramente grande da portare.

Franco Libero Manco

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Quella “strana” cucina vegetariana e vegana… che non ti aspetti

E’ convinzione abbastanza diffusa, anche tra gli addetti ai lavori, che l’alimentazione vegetariana e vegana sia un nuovo modo di alimentarsi, tutto da inventare. Molti credono che per nutrirsi in modo vegetariano occorra frequentare corsi di cucina, consultare testi su questo tema, farsi consigliare da nutrizionisti ecc. Così succede che quando si consuma un pasto nei ristoranti vegetariani o vegan per lo più significa non mangiare quello che si usa mangiare secondo le regole salutari e nostrane.
I menù attingono a tradizioni che non ci appartengono e le pietanze sono per lo più assaggi, sembrano un coacervo di componenti spesso tra loro incompatibili sotto l’aspetto digestivo, opere d’arte improntate a dare al piatto un’immagine estetica più che salutistica; più adatte ad appagare l’occhio che le esigenze nutrizionali dell’organismo. Questo diffonde un messaggio che per essere vegetariani o vegani bisogna necessariamente attingere a cibi e nuove ricette possibilmente esotiche, sconosciute ai più, accessibili solo a cuochi specialisti. Ma non è questa l’alimentazione che la cultura vegetariana vuole diffondere.
Mangiare vegan non si tratta di inventarsi un nuovo modo di preparare gli alimenti, non si tratta di attingere a complesse ricette, di inventarsi un nuovo modo di preparare il cibo, ma semplicemente quello di escludere ciò che non è compatibile con la nostra visione etica e salutistica, e consumare tutto ciò che offre il mercato ortofrutticolo, cercando di ricondurre l’essere umano ad un’alimentazione naturale, semplice, genuina, con meno componenti possibile, con meno cibi cotti possibile, con meno pietanze possibili.
E’ convinzione diffusa che consumare pasti fuori casa significa sperimentare ciò che non si usa magiare abitualmente. Così succede che nei ristoranti vegetariani o vegani è quasi impossibile (a meno che non li si richieda espressamente) trovare una bella insalatona mista con tutto quello che di stagione può essere consumare crudo; un bel piatto di spaghetti al sugo di pomodoro, o il classico piatto di pasta e fagioli, riso e piselli o penne all’arrabbiata; una bella spianata di polenta; un bel risotto; una bella minestra di verdure di stagione; funghi trifolati o arrosto; patate lessate o al forno, o ghiocchi di patate al pesto; legumi di tutti i tipi (non quelli in scatola eternamente duri e semicrudi ma quelli cotti alla pentola di coccio, e chi li ha mai visti!); una bella scodella di piselli, ceci, fagioli, fave o lenticchie; un bel piatto di verdura di campo semplicemente lessata e condita con un filo d’olio o saltata in padella; una bella parmigiana vegan, peperonata, cipolle all’agrodolce, olive ecc. ecc.
Meno pietanze si consumano (con meno spezie possibile) e meglio si digerisce e assimila un alimento. Questa è la cucina che noi vegani andiamo cercando e che speriamo i ristoranti vegan si adeguino e ci aiutino a divulgare. Con l’attuale “cucina estetica vegana” si può correre il rischio di rispostare l’attenzione degli aspiranti vegetariani e vegani verso i “normali” ristoranti dove nel buffet degli antipasti si può trovare tutto quello che comprende la cucina vegan, e forse in modo più economico.
Io credo che i ristoranti vegetariani e vegan hanno la possibilità ed il dovere di fare del proprio lavoro un importante strumento di cultura vegan e non farsi coinvolgere dalla logica del business. Devono insegnare che mangiare vegetariano e vegan è un’alimentazione non solo piacevole e salutare ma facile e accessibile a tutti. Questo priverebbe loro di clientela? No, se propongono alimenti genuini e accattivanti migliori di quelli che ognuno è in grado di preparare in casa propria.

Franco Libero Manco

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Scambio epistolare vegetariano/marchigiano e dieta bioregionale

Caro Paolo D’Arpini. Abito a Roma, ma vengo abbastanza spesso nelle Marche, in particolare in estate. Ad agosto di solito sono a Porto Recanati ma adesso vedo la “festa dei precursori” che fate a Treia dal 25 al 27 aprile 2014. Io ho qualche difficoltà a stare fuori casa perché sono vegana anche se recentemente sto cercando di mangiare qualche formaggio; questa estate ho scoperto di avere il diabete e la diabetologa mi ha fatto andare dalla nutrizionista che mi ha dato una dieta da far diventare matti, perché include carne, pesce ecc ecc. Beh, sono stata ad ascoltare ma sinceramente non riesco a seguire queste cose e quindi mangio il piatto unico (macrobiotica)… Io a Roma sto a San Lorenzo ed ho proprio a poca centinaia di metri da casa due centri macrobiotici (quelli di Pianesi, che suppongo tu conosca). Prendo lì il piatto unico che, tra l’altro, costa meno che comprare i singoli ingredienti e poi preparare in casa. Frutta e verdura li vado a prendere nel campo di una signora che fa la contadina, così come le uova (per gli altri componenti della famiglia). Io ne ho mangiato uno ieri sera ma poi mi faceva male lo stomaco. L’unica cosa di origine animale che adoro è il miele, ma ora che ho il diabete lo evito per evitare l’aumento della glicemia.”

Elisabetta L.

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Mia rispostina: “Per quanto riguarda la dieta ti dirò che allorché diventai vegetariano, nel 1973 in India, mi ammalai di epatite b ed il medico mi aveva prescritto una dieta comprensiva di pesce. Non ascoltai il suo consiglio e continuai con quello che riuscivo a digerire di vegetale. Poi tornato a Roma pian piano il mio organismo si riabituò ad assimilare le proteine dai legumi e gli zuccheri dalla frutta, il corpo ci mise un po’ a riabituarsi, e spesso consumavo anche la soya ristrutturata facilmente digeribile e ricca di proteine vegetali senza grassi. Infine guarii completamente dall’epatite e il mio organismo riprese a funzionare egregiamente. Ovviamente non ho più consumato carne ma non mi faccio mancare di tanto in tanto un pezzetto di formaggio o di yogurt fatto in casa e qualche ovetto delle nostre galline, quando le fanno. Il piatto unico macrobiotico/vegetariano è ottimo, intendendo però la macrobiotica bioregionale, ovvero la dieta che comprende solo i vegetali legumi e cereali coltivati e maturati naturalmente nel luogo in cui si vive, non roba giapponese….” (P.D’A.)

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Commento di Marco Bracci:

“Caro Paolo, ho letto l’art. di Elisabetta, che, iniziata una dieta più sana, si è trovata con il diabete ( sicuramente anche con altre patologie)
Ti prego di dirle questo: quando si cambia alimentazione, il corpo gioisce e comincia a scaricare tutte le tossine accumulate in tanti anni di disordini alimentari. E le scarica nel sangue, affinché questo le porti ai reni, all’intestino, alla pelle, ecc. perché sia no definitivamente eliminate. Chiaro che, se si effettuano gli esami di laboratorio in questo periodo, si trovano un sacco di inquinanti e quindi “esami sballati”. E’ solo questione di tempo, poi tutto si mette a posto.
L’errore più grande che si possa fare all’inizio di un cambio di stile di vita è appunto quello di andare da un medico “della mutua” o anche da un luminare a chiedergli come mai “mi sento stanco, mi sono venuti un sacco di foruncoli sul viso, sulla pancia ecc.”. Si fanno gli esami e si riscontrano eccessiva quantità di zuccheri nel sangue, livelli di colesterolo più elevati del solito e così via.
Allora ci si spaventa e si ritorna a fare quello che facevamo prima e, peggio ancora, si prendono medicine chimiche per annullare questi effetti, che altro non sono che segni che il corpo sta reagendo positivamente e quindi positivi.
Coraggio Elisabetta, persevera e il tuo corpo te ne sarà grato.”

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